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Autore: _Almach_    07/12/2019    3 recensioni
{WangXian - Au Mulan}
Yueling cade sotto l'attacco dei burattini d'ombra, il cui mandante risulta sconosciuto. L'Imperatore manda a chiamare i figli delle nobili famiglie dei Clan più importanti affinché vengano addestrati per sventare la comune minaccia.
Wei Wuxian è di umili origini, non può prendere parte alla spedizione, ma non può accettare che Jiang Cheng rischi la vita.
Riuscirà ad infiltrarsi al campo d'addestramento per tenere d'occhio il fratello adottivo?
Soprattutto... riuscirà a mantenere la sua identità celata senza farsi scoprire?
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Lan Wangji/Lan Zhan, Lan XiChen/Lan Huan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
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File di cultori erano posizionati ordinariamente su di un lato del campo con dietro le tende dei loro accampamenti. Diversi i colori che si susseguivano, non avevano ancora una veste unica che li distinguesse come parte di un unico esercito con il medesimo obiettivo e, di conseguenza, apparivano come una sorta di arcobaleno disomogeneo ma comunque bello da poter vedere. Il nobile clan dei Jin era accanto a quello dei Nie che, a loro volta, avevano accanto quello dei Jiang con il suo unico elemento a fare da semplice sfondo a quelle che erano decisamente le sette con più elementi all'attivo. Jiang Cheng non spiccava così tanto, il colore viola della sua divisa appariva come un granello di sabbia in mezzo a una distesa di neve, eppure il suo sguardo era comunque fiero e non tradiva mai un senso di inadeguatezza. Wei Wuxian era posizionato di pochi passi indietro rispetto ai “fratelli maggiori" e dalla sua visuale poteva scorgere meglio il viso del suo fratello effettivo. Gli dispiaceva non potersi avvicinare, mettersi accanto a lui, prendergli la mano e assicurargli che sarebbe andato tutto bene. Così vicino ma, ancora, troppo lontano. Il perché Wei Ying era più indietro fu presto detto: avevano accanto il clan Wen e, considerando la discussione di poco prima, non volevano dare a Wen Chao un motivo in più per attaccare briga ancora una volta. Jin Zixuan li aveva osservati da lontano e li aveva accolti con sguardo severo e le braccia incrociate al petto. In particolare, si era rivolto a Wei Wuxian dicendogli che non doveva osare provocare il figlio minore del Capo Wen e di non creare altri problemi, soprattutto a lui. Il futuro marito di sua sorella era proprio un palo in culo, pensò. Com'era possibile non prendere neanche mezza difesa nei confronti dei componenti della sua stessa famiglia? Che non li accettasse pienamente? D'altra parte, a giudicare dalle parole di Mo Xuanyu, non era da molto che lui è Jin Guangyao erano stati accolti all’interno del clan, probabilmente Zixuan non ha mai saputo della loro esistenza fino a quando non se li è ritrovati davanti quindi, potrebbe starci la sua iniziale ritrosia nei loro riguardi. Jin Guangyao lo capiva, ecco perché era giunto lui in suo soccorso non appena l'aveva visto in difficoltà.

Voci varie cominciarono a dissolversi non appena dei passi cominciarono a risuonare nell'area, passi provenienti dall'uomo dalla veste bianca e dallo sguardo severo che poco prima aveva evitato che Wei Wuxian finisse infilzato dalla spada di Wen Chao. Eppure, non era da solo; accanto a lui si ergeva la figura di un altro uomo di bianco vestito, un po' più alto e dai tratti un più maturi rispetto al primo. Una lunga cascata d'ebano gli cadeva sulla schiena, fronte libera da possibili ciuffi che, invece, ricadevano dritti dall'attaccatura delle orecchie. Lo sguardo, color nocciola chiaro, traspariva calma e gentilezza, un voler mettere le persone a proprio agio con la forza di una semplice occhiata. Anche lui era una sorta di angelo etereo vestito interamente di bianco, e la divisa era un po' più aperta sul petto rispetto alla persona al suo fianco mostrando con un certo orgoglio quel tatuaggio a forma di nuvola azzurra vicino al punto dove batteva il nucleo d’oro. Lo stemma del clan Lan di Gusu, la famiglia imperiale, un simbolo che stava anche all’esterno della lettera di convocazione. Quei due erano fratelli e si capiva dalla bellezza piuttosto speculare.

«La vostra presenza non è stata richiesta per un felice evento, ma per lottare contro una comune minaccia. Vi ringrazio per il coraggio che avete dimostrato nell’accettare questa convocazione.»

Cominciò l'uomo dal gentile sguardo da cui si riusciva a intravedere anche della serietà mista a dispiacere, non doveva essere facile nemmeno per loro, forse era la prima guerra che gestivano in un modo tanto attivo e con la responsabilità di tante persone sulle loro spalle.

«Ad ogni modo, io sono Lan Huan, Lan Xichen! Accanto a me, mio fratello Lan Zhan, Lan Wangji. Siamo i comandanti della prima e della seconda divisione dell'esercito imperiale. In quanto tali, saremo severi, esigenti, vi porteremo al limite delle vostre capacità fisiche per valutare il vostro valore e quanto possiamo insegnarvi in questo poco tempo. Ci prenderemo la responsabilità di rimandarvi a casa qualora i vostri standard non raggiungano quelli richiesti. Vogliamo la vittoria, ma con meno perdite possibili.»

Nel sentire queste parole, una parte dell'animo di Wei Wuxian cominciò a fremere; Mo Xuanyu gli aveva rivelato di non sapere nemmeno tenere una spada, quindi probabilmente non aveva nessun’altra capacità fisica per poter essere utile ai fini di una guerra. Comprese perché voleva scappare via, ma questo lo metteva automaticamente in una posizione di svantaggio. Non poteva osare troppo per paura di farsi scoprire, doveva tenere un basso profilo e magari sperare di non farsi cacciare prima del tempo. Aveva fatto il conto senza tenere conto dell'ospite, ma lo stava facendo per suo fratello e non poteva permettersi di fallire.

«Tuttavia, non vogliamo nemmeno vi facciate troppo male, motivo per cui… Qionglin? Qionglin puoi venire di fianco a noi?»

Passò giusto qualche istante, e Wei Wuxian poté giurare di aver sentito delle risate commesse provenire direttamente da Wen Chao, e non capì subito il motivo. Poi comunque il proprietario di quel nome si fece vivo, uscendo da dietro la grande tenda posta alle spalle dei due comandanti. Si muoveva in modo timido e impacciato, con le mani che tremavano e si contorcevano tra loro. Però, a guardarlo, appariva come decisamente un bel ragazzo. La prima cosa che spiccavano erano gli occhi di un meraviglioso verde acqua, come pochi se ne vedevano; i lunghi capelli castani chiaro erano legati in una coda alta da cui spiccava un nastro di colore bianco, un piccolo ciuffo a sfiorarne la fronte e due un po' più lunghi che scendevano ai lati. La sua divisa era caratterizzata dal colore bianco e rosso… e bastò quel sole a renderlo estremamente familiare: Apparteneva al clan Wen!

«Zewu… Zewu-jun… p-preferirei essere chiamato Wen Ning, se… se non ti dispiace.»

«Naturalmente, perdonami. Dicevo? Ah… Wen Ning sarà il nostro fidato medico del campo, non abbiate paura ad andare da lui se doveste accusare qualche disturbo.»

Una parte di frase di Lan Xichen risultò abbastanza stentata all'ascolto, come se non fosse completamente convinto di una delle sue parole. Effettivamente, più che avere paura loro di andare da Wen Ning, era proprio Wen Ning a desiderare che nessuno si facesse male per non dover andare da lui. In tutto questo, colui chiamato Lan Wangji non aveva ancora proferito parola limitandosi a stare accanto a suo fratello tenendo una solida postura marziale. Probabilmente era quel tipo di persona che prediligeva più i fatti alle parole, ma comunque il suo sguardo di giada si spostava da una parte e dall’altra dei presenti messi in fila, come se già si stesse facendo una sorta di idea personale. Wei Wuxian sentì quegli occhi su di sé un paio di volte, come se lo stesse osservando un po' più a lungo e intensamente rispetto a tutti gli altri. O poteva essere una semplice considerazione considerando anche cos’era successo poco prima.
Lan Xichen, dopo qualche momento di pausa, continuò il suo discorso dicendo che non si sarebbero allenati tutti insieme ma che si sarebbero divisi in due gruppi per dare modo di osservare meglio le capacità dei convocati a questa guerra ancora ignota, ma di cui si cominciava ad avvertire il peso della sua imminenza. Un certo senso di dispiacere si impossessò di Wei Ying quando sentì che Jin GuangYao era destinato al gruppo del comandante della prima divisione e come lui, anche quegli antipatici e spocchiosi dei fratelli Wen, li invece provò un noto senso di sollievo. Ancor di più quando il nome di Jiang Cheng non arrivò mai, il che significa che erano destinati a stare dalla stessa parte di campo, ed essere diretti dal capo della seconda divisione, Lan Wangji. Trovò incredibile il fatto che fosse riuscito a rimanere in silenzio per tutto il tempo, limitandosi a donare un’occhiata in favore del fratello attraverso la quale aveva approvato la sua scelta. Eppure, la voce ce l’aveva… lui l’aveva sentita chiaramente.

Non appena i due gruppi si separarono, Lan Wangji fece segno al suo di seguirlo senza troppi preamboli. Si ritrovarono in un grande spiazzo con un alto palo di legno posto al centro e una piccola struttura con degli archi e delle frecce perfettamente disposte ed allineate. Nessuno di loro sapeva cosa stesse per succedere, ma la risposta giunse nel momento in cui il capitano della seconda divisione prese un arco ponendosi a una certa distanza e, dopo aver teso la corda, scoccò una freccia dal colore dorato la cui punta infilzò la cima di quel palo dopo aver compiuto una traiettoria perfetta e delineata. Era tutto decisamente incredibile, anche la postura assunta dal capitano non aveva la minima sfumatura d'errore o di incertezza, sembrava di avere davanti una statua splendidamente scolpita nel marmo dall'artista più eccelso in circolazione. Si volse verso di loro, lo sguardo ancora freddo.

«Vi riunirete veloci e puntuali ogni mattina! Per i primi tempi, niente energia spirituale.»

Se possibile, la voce di Lan Wangji era molto più fredda e atona rispetto a quel suo sguardo di giada. Non servì spiegare loro che non voleva che usassero la loro energia spirituale per valutare il loro livello di forza al naturale senza alcun aiuto. E il capitano si avvicinerebbe alla struttura prendendo un nuovo arco è una nuova freccia prima di incamminarsi verso i suoi uomini posizionati in una fila alquanto scomposta. Si fermò di fronte a Jiang Cheng e fu verso di lui che allungò le due armi facendole afferrare dal diretto interessato. La mano destra, che aveva afferrato la freccia, si abbassò in modo naturale e il voltò del ragazzo si tinse di pura perplessione.

«Cosa senti?»

«È… molto più pesante di una freccia comune.»

Nel sentire queste parole, Wei Wuxian avvertì un lieve sussulto spaventato da un ragazzo vicino a lui, era lo stesso col ventaglio che stava parlando con il fratello al suo arrivo al campo. Quindi, Lan Wangji aveva davvero lanciato una freccia più pesante del normale senza alcuno sforzo evidente? Wei Ying pensò che fosse davvero incredibile e da qualche parte del suo animo nacque il calore della competizione, un qualcosa che non poteva assolutamente permettere di provare.

«Hm! Forza e disciplina sono i suoi significati. Dovrete scoccarla per raggiungere la mia, ed eventualmente farla cadere.»

Senza donare ulteriori spiegazioni, Lan Wangji fece un semplice cenno con lo sguardo a Jiang Cheng che andò a posizionarsi dov’era lui prima. Wei Wuxian, che lo conosceva meglio di chiunque altro, sapeva della sfumatura di nervosismo che stava cominciando a pizzicare i suoi muscoli, probabilmente perché era il primo a dover iniziare una prova tanto ardua e non poteva nemmeno incoraggiarlo come faceva sempre quando si esercitavano nella tranquillità della loro residenza. Jiang Cheng tese l’arco, il suo braccio destro non riuscì a mantenersi totalmente stabile e, quando scoccò, la freccia arrivò si a sfiorare il palo verso metà della sua intera lunghezza ma non riuscì a conficcare la punta nel duro legno che cadde inesorabile verso il terreno. L’erede del clan Jiang si lasciò sfuggire un versetto di frustrazione, ma Lan Wangji non disse nulla al contrario, fece cenno agli altri di mettersi in fila e fare la medesima cosa. C’era chi non si allontanò molto dal risultato ottenuto da Jiang Cheng, altri che riuscirono a conficcare la freccia nel legno ma senza arrivare a sfiorare quella che aveva scoccato il capitano.  Infine, toccò a Wei Wuxian! Lui aveva un ottimo spirito di osservazione, bene o male aveva capito la postura che doveva tenere il corpo per lanciare la freccia alla massima intensità possibile e, nel tempo che aspettava, aveva avuto modo di saggiarla in mano per abituarsi al peso. C’era un solo problema: adesso era Mo Xuanyu! Doveva adattarsi a questa sua identità temporanea e, di conseguenza, doveva condannarsi al fallimento anticipato nel momento in cui giunse il momento di recitare. Si avviò con un velo di terrore tinto nello sguardo, la mano che teneva l’arco non era ferma e questo comportò un movimento abbastanza inconsulto nell’arma, e non riuscì nemmeno a incoccare la freccia al primo colpo, la fece cadere a terra un numero spropositato di volte chiedendo di poter riprovare. Dalla sua posizione poteva vedere benissimo l’espressione sconcertata che assunse Jin Zixuan, che preferì passarsi la mano sul viso e voltarsi da un’altra parte, come se si vergognasse di questo fratello inutile che si era ritrovato ad accogliere. All’ennesimo sbaglio, fece per abbassarsi per prendere la freccia ma una mano sulla sua spalla glielo impedì. Girandosi, si ritrovò a sobbalzare nel momento in cui vide quello sguardo penetrante di giada che sembrasse leggerlo dentro, ancora una volta non si era accorto del suo avvicinarsi.

«Basta! Ritirati.»

«Ma… ma… capitano Lan, io…»

«Per oggi hai finito! Ritiratevi.»

Da una parte Wei Wuxian si ritrovò a ringraziarlo, non ce la faceva più a tenere ancora quel teatrino, e sperò di risultare abbastanza convincente. Annuì e si diresse vicino alla struttura per posare l’arco e incamminarsi verso l’area destinata alle tende, sentendo dietro di sé i borbottii di Zixuan abbastanza scontento di lui e di tutta questa situazione, e da una parte non poteva che capirlo. Dall’altra aveva voglia di cantargliene quattro.

Questo primo giorno risultò essere molto più difficile del previsto. 





Angolo autrice:
Oh, eccomi tornata con un nuovo aggiornamento. Scusate il ritardo ma è stato un periodo un pò incasinato e pieno di ansia, e nel mentre ho scoperto il piacere di ruolare la ZhuiLing quindi mi ha preso abbastanza x°°
Ma ci sono u.u Allora, qui abbiamo la bellissima comparsa del nostro Lan Xichen che fa capire ai nostri sfortunati cultori come va il mondo (?) ma per fortuna non fa l'antipatico di turno per molto. Mi è piaciuto scrivere il separietto con il nostro cinnamon roll Wen Ning, e non vi preoccupate, lo vedrete più presente nel corso dei capitoli futuri. Ma non vi svelo ancora perchè u.u (anche se qualcuno lo sa *coff*) AH, nel testo non ho specificato perchè lo chiama Zewu-jun per un motivo piuttosto ovvio: ho voluto rendere questo nome il titolo nobiliare di Lan Xichen (come Hanguang-jun per Wangji), ed essendo comunque due personalità importanti, come capitani e nipoti dell'imperatore è qualcosa di noto a tutti. (Tranne a Wei Ying che è un caso a se xD)
E passiamo alla parte degli allenamenti ** devo dire che mi piace un botto Lan Wangji come Shang, anche se il secondo parla decisamente molto di più, ma Lan Zhan è il capitano e in qualche modo deve parlare anche se non vuole u.u
Qui, rispetto al cartone, ho voluto prendermi la licenza poetica di una differenza (e sennò capite già come vanno le cose, per chi conosce il cartone, e io voglio anche sorprendervi.) quindi i pesi sono stati sostituiti dal tiro con l'arco con una freccia molto più pesante rispetto al normale. 
Mi è dispiaciuto dover far fare a Wei Wuxian queste figure çç ma vedrete che si riscatterà alla grande in futuro, e questi riferimenti WangXian che sto lanciando mi stanno piacendo un botto <3
Bon, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Al prossimo aggiornamento ;)
   
 
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