Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Crudelia 2_0    07/12/2019    3 recensioni
[POST FROZEN 2- IL SEGRETO DI ARENDELLE]
Elsa ha trovato se stessa, il suo posto nel mondo e la sua stabilità.
Cosa succederebbe se un'ombra, dal suo passato, dovesse tornare?
Sperava solo sarebbe bastato.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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But can you brave what you most fear?
 
 
 
 
 
 
Avanti.
Ancora uno.
 
Non sapeva da quanto tempo stava camminando, era stremato, ma non poteva smettere.
Ormai i suoi pensieri rincorrevano le stesse, solite, poche parole.
 
Ancora uno.
Avanti.
 
Il freddo mordeva la pelle, i piedi gelati. Le mani, pur strette sotto le ascelle, erano insensibili. Non osava guardare le dita: temeva di vederle blu.
 
Un passo ancora.
Un altro.
 
Camminare, non contava altro.
Smettere significava morire, rinunciare significava morire.
Tornare indietro forse avrebbe aiutato ad essere trovato, ma il destino che l'attendeva era peggio della morte.
 
Ancora uno.
Avanti.
 
Il vento lo costringeva ad avanzare con gli occhi socchiusi, le lacrime non riuscivano a scendere sulle guance che erano già ghiaccio.
I capelli frustavano il viso, facevano male.
 
Un passo.
Un altro.
 
Era fumo quello che vedeva in lontananza?
Impossibile dirlo, tutto vorticava: neve, vento, capelli, alberi, foglie, fiocchi, stelle, cielo.
 
Avanti.
 
Sembrava più vicino.
 
Avanti.
 
Ancora uno.
 
Avan-
 
 

"Secondo te è vivo?"
"Impossibile."

 
"È possibile che tu l'abbia già visto?"
"Non lo so... Ha un'aria familiare."

 
"Yelena dice che è un miracolo."
"Non fatico a crederci."

 
"Non può essere!"
"Ne sei sicura?"
"No, io... No,no. Non può essere!"

 
"Respira, forza!-
"Forza, non mollare. Respira!-
"Respira, dannazione, avanti!-
"Bene, bene... Resta con me."
 

 
La prima cosa che sentì fu il caldo.
Avvolgente, accogliente, famigliare.
Caldo.
 
La seconda fu qualcosa di morbido sotto la pelle.
Occupò un paio di minuti per capire che erano coperte e materassi. Non ci riposava sopra da così tanto tempo che si era dimenticato cosa si provava a sentirli a contatto con il corpo stanco.
 
La terza fu il dolore.
Ovunque, costante, pulsante.
Ogni respiro era una fitta che trapassava gola, addome e polmoni.
 
Avrebbe voluto aprire gli occhi, ma non osava immaginare il dolore che quel semplice, innocuo gesto gli avrebbe provocato.
Così tenne le palpebre serrate, concentrandosi sul respiro finché il dolore non naufragò nel mare del sonno.
 

 
Quando si svegliò nuovamente fu pervaso da una sensazione così curiosa che dapprima non riuscì a riconoscerla.
Era riposato.
Non ricordava nemmeno l'ultima volta che era successo.
 
Fece un respiro profondo.
Bene, niente dolore.
Ne fece un altro, aprendo gli occhi su una distesa marrone.
Ancora positivo, nulla faceva male.
 
"Oh! Ti sei svegliato!"
Voltò la testa di scatto e fu un errore. Digrignò i denti, ma ci vollero diversi minuti e respiri rotti prima che si placasse.
 
Qualcosa di fresco gli stava accarezzando la fronte, dolcemente.
Quel gesto aveva il sapore di un'infanzia passata in prati assolati e cortili aridi di sole.
 
"Devi fare attenzione, il tuo corpo deve ancora riprendersi."
Già, lo sapeva. Ferite di anni dovevano riprendersi.
Non che gli servisse, ancora qualche minuto di quel caldo e sarebbe ripartito.
Solo qualche minuto in più, il clima era troppo rigido per non concedersi quel lusso.
 
Forse avrebbe dovuto ringraziare.
Se c'era una cosa che aveva imparato era la gratitudine.
Gli avevano assicurato una vita meschina, ma era vita.
 
"Io..." Provò cauto. La voce arrochita grattò la gola come l'onda che erode gli scogli.
"No, non ti sforzare. Ci sarà tempo." La pezza lasciò la fronte e sentì dell'acqua muoversi vicino.
 
Fu la curiosità a spingerlo ad aprire gli occhi, lo sconcerto gli impedì di pentirsene immediatamente.
Una cascata di capelli biondissimi, grandi occhi azzurri, pelle bianca.
Elsa, regina di Arendelle e dei ghiacci, era seduta al suo fianco.
 

 
Il sole sulla pelle era tiepido e divino.
Ci aveva messo cinque giorni per riuscire ad alzarsi dal letto da solo, ma quel momento l'aveva aspettato anni.
 
Cinque giorni ed era in piedi.
Avrebbe preferito meno, ma non sapeva come muoversi.
Il silenzio gli sembrava l'idea più opportuna, non rivelare il suo vero nome l'unica certezza.
Si ritrovò a ringraziare la poca igiene in cui era stato costretto a vivere per avergli procurato i lunghi capelli e la barba incolta.
 
La vide da lontano, prima che lei si accorgesse della sua figura in piedi senza sostegno.
Stava mettendo un pentolino sul fuoco, parlando con un abitante di quello strano popolo dalla pelle olivastra e i vestiti di pelle.
 
Osservò il sole baciarle i capelli: ancora non credeva fosse davvero lei.
La sua analisi attenta attirò la sua attenzione. I loro sguardi si incrociano e dovette usare tutta l'autoconvinzione di cui era capace per cedere che non fosse la causa della stretta che aveva avvertito allo stomaco.
 
Si avvicinò e il sorriso, rivolto a lui, gli sembrò la più strana, incongruente, immeritata delle ricompense.
 
"Ti sei alzato." Dovette alzare la testa per guardarlo.
La guardò negli occhi. Deglutì.
"Ti gira la testa?"
Scosse la testa.
"Allora." Aveva una bisaccia tra le mani, la poggiò sul fianco mentre sistamava il peso su un piede. "Visto che stai abbastanza bene da ignorare i miei consigli di non alzarti da solo, mi dici come ti chiami?"
Lo sapeva, sarebbe successo. Stava aspettando.
"Franz."
Abbastanza simile, poteva andare.
"Franz." Ripeté, un vago sorriso sulle labbra.
Dio, come suonava sulla sua bocca.
"Piacere di conoscerti, Franz." Gli tese la mano. "Io sono Elsa."
Esitò. Poteva toccarla, senza che lei capisse?
I secondi parvero dilatarsi mentre la sua mano si avvicinava.
La pelle era delicata e morbida. Fredda.
Si ritrovò a sorridere.
 
Occhi negli occhi rientrarono, quei pochi passi in realtà lo avevano stancato.
La osservò mentre si muoveva nella piccola capanna e un pensiero iniziò a nascere nella sua mente.
Poteva rifarsi una vita? Hans, Franz che differenza avrebbe fatto?
 
 

Sperava solo sarebbe bastato.
   
 
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