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Autore: Tra luna e mare    08/12/2019    3 recensioni
In una piccola casa nascosta tra gli antichi palazzi di Firenze, trascorreva con spensieratezza la vita di Giada, una giovane artista.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In una piccola casa nascosta tra gli antichi palazzi di Firenze, trascorreva con spensieratezza la vita di Giada, una giovane artista. Donna emancipata e intraprendente, dopo il diploma aveva scelto di seguire la sua passione, che fin da piccola era stata la pittura. Molte persone l'avevano osteggiata nel suo cammino, ma lei era sempre andata dritta per la sua strada, senza guardarsi mai indietro. Dopo una lunga gavetta si era fatta finalmente un nome, diventando una pittrice molto apprezzata, anche al di fuori dell'Italia.

A breve Giada avrebbe partecipato a una mostra a Chamonix, splendida cittadina di montagna immersa tra le incantevoli Alpi francesi. Per l'occasione avrebbe dovuto realizzare un altro dipinto, le idee non le mancavano, ma si sentiva poco ispirata. Il tempo però era scarso, e non poteva permettersi di perderne molto. Così, dopo aver bevuto il caffe, entrò di buon mattino nella stanza antistante il soggiorno, che da un paio di anni era adibita a studio di pittura. La stanza era piena di dipinti e appariva in completo disordine. Tavolozze ovunque, vecchie bozze accartocciate, e tracce di pittura nel pavimento. Ogni volta che vi entrava, pensava fosse un disastro, ma in fondo al cuore quel disordine la metteva a suo agio. La dentro c'erano tutti i suoi lavori, i tentativi mal riusciti, mesi e mesi di esperimenti, in una parola ciò che lei considerava "vita". Vita che faceva da cornice al suo studio, e la esortava a disegnare, pitturare e rappresentare su tela le sue emozioni.

Poggiata in un angolo, c'era una tela vuota, che il suo Maestro di pittura le aveva donato per il compleanno. Non aveva mai avuto il coraggio di dipingerla, temeva di rovinarla e farle fare la stessa fine di molte altre bozze, che ora giacevano accartocciate. Eppure, in quell'Azzurra giornata di sole, sembrava quasi che quella tela la stesse richiamando. Non era la sola voglia di pitturare, ma qualcosa di diverso, più intimo. Sentiva crescere in lei un desiderio, e una forte attrazione. Si avvicinò alla tela, la sfiorò con la mano sinistra e chiuse gli occhi. Quel leggero tocco le riportò alla memoria un ricordo a cui era molto affezionata.

Una notte di pioggia, musica e pittura, dove le sue piccole mani avevano dipinto una tela mentre il Maestro suonava per lei il pianoforte. Ciò che realizzò in quell'occasione era di certo il suo lavoro preferito. Il dipinto mostrava le giovani vite di due innamorati, che sorpresi dalla pioggia, trovarono conforto intrecciando i loro corpi in un caloroso abbraccio. Intitolò quel dipinto "Amore", poiché era questa l'emozione che le era stata trasmessa dalla musica in quella splendida notte.

Mentre ripensava a quei momenti, una voce suadente si fece spazio nei suoi pensieri, donandole l'ispirazione che cercava. Era la voce del Maestro, che la esortò a dipingere quella tela ancora bianca. Voce che in lei esercitava un irresistibile fascino. Con le mani che le tremavano, prese il pennello e la tavolozza. Trascorse un lungo attimo, prima che la sua mente riuscisse a superare la tensione e a lasciarsi andare. Quando iniziò a muovere il pennello, quel dipinto era già presente nel suo cuore, aveva solo bisogno di essere realizzato.

Le sue mani si mossero con armonia e delicatezza, lasciando sulla tela un meraviglioso gioco di colori, con tonalità calde, e azzurre sfumature, in cui si potevano apprezzare tutte le emozioni provate dalla giovane artista. C'era la gioia, la paura, l'amore. Tutte erano raffigurate con tocco elegante e raffinato, e come un dolce profumo si diffondevano al di fuori della tela, permeando l'aria circostante.

Le bastò appena un oretta, per completare il dipinto, il risultato ai suoi occhi era grandioso. Esso raffigurava una splendida alba, un sole che si alzava fiero nel cielo, per non tramontare mai più. Come nella sua opera, un nuovo sole stava per sorgere dentro di lei, scacciando le tenebre che albergavano nel suo cuore. Avrebbe dovuto combattere a lungo per tenerlo vivo, ma lei era pronta a tutto pur di vederlo brillare. Superando le ultime esitazioni, diede la pennellata finale e completò il dipinto. Il suo cuore adesso gridava con forza una parola, e fu con essa che intitolò la sua opera. Quella parola era "Vita", poichè come la vita della giovane artista, a quel dipinto non avrebbe mai potuto rinunciare.
   
 
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