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Autore: Mladen Milik    08/12/2019    0 recensioni
Byron ha due obiettivi nella vita: diventare un eroe professionista e creare un harem di donne meravigliose tutte a sua completa disposizione. Se non conosce quale dei due desideri sia quello più importante, è però consapevole che il suo futuro passa dall'esame di ammissione all'accademia per novelli eroi più prestigiosa d'Europa, la H.E.A. Byron sarà però accompagnato da una schiera bizzarra di aspiranti eroi, una nuova generazioni di stelle che diventeranno allo stesso tempo i suoi migliori amici e i suoi rivali. Un ragazzo rossiccio ossessionato dalla palla da basket, uno svizzero che si pompa divorando cioccolato e coltiva un orto concimandolo personalmente, un ragazzo il cui unico potere è quello di addormentarsi, una ragazza fatta di acciaio, un vero e proprio scimmione e un'autentica dea sono solo alcuni dei suoi energici e fuori di testa compagni di classe. Mentre infatti eroi professionisti dai poteri prodigiosi affrontano la minaccia di villain sempre più potenti e minacciosi, un'alba scarlatta di nuove matricole è pronta a sorgere attraverso la fatica e il sudore della fronte, accompagnati dal canto gridato al cielo "Plus Ultra!"
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: All Might, Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 7



“Dovresti essere tu a dire qualcosa” sentenziò Roberlandy mentre fumava dalla finestra della classe aperta.
“Io? E perché mai dovrei essere io? Penso che fissare le curve di Aphrodite sia sufficiente come attività della giornata, solo lei sa sedersi in maniera così seducente e nobile” replicò Byron appoggiando il mento al banco.
“Sei il rappresentante di classe, idiota, dovresti dare il buongiorno alla classe in modo che tutti attendano il professore seduto” intervenne quindi Russel cinico e scettico, come sempre. Dopotutto in quel momento, come al solito, tutti stavano facendo i loro comodi più squallidi, Mel e Maxwell come da copione litigavano come scimmie incazzate per il fatto come, come al solito, non si era lavato i denti e aveva iniziato a ruttarle nell’orecchio per innervosirla, Derriere, complice del fatto che Richard avesse chiesto un permesso d’assenza per stare con il padre a casa, era svaccata sul banco mentre mangiava croccantini, Maxwell, ingegneristico, aveva provveduto ad allestirle una lettiera sul banco di Richard in modo che non defecasse in mezzo alla classe ogni due ore, Percy se l’era trovata nella borsa una volta e non ci era pure rimasto così male.
“Che dovrei fare, maestro?” chiese quindi Byron, prostrandosi in segno di rispetto e guardando Logan, che fumava il sigaro anche lui fuori dalla finestra. Roberlandy e Russel si ammutolirono contriti e sinceri, il vate avrebbe offerto l’oro qualche secondo della sua saggezza.
“Fai silenzio e non disturbare” disse Logan con tono catafratto e Russel si irrigidì su sé stesso emozionato, dopotutto quello era il verbo del profeta e nessuno poteva metterlo in dubbio. Byron si voltò e riposizionò la testa sul banco, accanto al suo tavolo, Balboa si stava tagliando le unghie dei piedi senza nessun riserbo, Annie, disgustata cercava solo di guardare altrove, ma continuava a lanciare occhiate a Byron. Si chiedeva se si ricordasse quello che le aveva detto, visto che da qualche giorno aveva iniziato a comportarsi proprio come al solito, il solito lurido.
Tuttavia lei era confusa e sconvolta e ormai consapevole, a malincuore, che fosse innamorata cotta come una braciola di lui, era però troppo timida anche solo per confrontarsi con lui dopo quanto successo, sentiva il bisogno di sotterrarsi in una fossa e di confidarsi con un’amica, anche se non sapeva con chi, erano tutte così strane e non le ispiravano nessuna fiducia.
“Ehi! Ehm...Lol! Annie, a proposito di quella volta, che sai, io ti avrei chiesto di prendere un caffè con me, ecco, godrei se potessi offrirtene uno questo pomeriggio” disse Maxwell voltandosi e usando la sedia come fosse un trespolo, l’alito che sapeva di caffè la raggiunse e le piastrellò i capelli.
“Ehm. Ecco, io sarei occupata e potrei accettare solo se fosse una cosa tra amici” mentì lei, voleva uccidersi. Maxwell si pietrificò su sé stesso e rimase bloccato per qualche secondo, ma non riuscì a reagire che Mel era già dentro la conversazione.
“Uhuh! Con chi? Sei la prima ragazza fidanzata della classe? Mamma mia! Che scoop, voglio che mi racconti tutto e se anche solo provi ad avermi rubato quello che piace a me ti disintegro...cioè vuoi mangiare assieme a me così parliamo tra amiche?” si inserì lei prepotente e con sguardo meschino.
“Ok” rispose spaventata Annie, poi si alzò di scatto e corse al bagno, voleva piangere con sé stessa per qualche minuto, avrebbe dovuto confidarsi con l’essere più malvagio della classe. Maxwell si voltò depresso, guardò per qualche secondo il banco e poi sussurrò un etereo e sempre presente: “Spero morto tra atroci sofferenze”. In quel momento ad interrompere lo schiamazzo entrò il professor Clarence, rimessosi dopo qualche giorno di convalescenza e completamente a nuovo, anche se avrebbe dovuto aspettare parecchie settimane prima di poter tornare in attività.
Erano passati cinque giorni da quando era accaduto l’attacco allo stadio Wembley e ormai anche tra loro i ragazzi non ne parlavano più di tanto, ma questo non significava che la cosa non fosse ancora vivida nei loro ricordi, erano appena stati attaccati da dei villain e anche se loro non fossero gli obbiettivi diretti la cosa era stata comunque al limite del catastrofico, dopotutto anche senza volerlo erano comunque al centro del panorama eroistico anche senza villain di mezzo, anche solo per essere studenti della HEA. Non avrebbero mai potuto tenere la guardia bassa, né certo dimenticare quanto accaduto, da quel momento in poi dovevano considerarsi come eroi a tutti gli effetti.
“Ragazzi sedetevi e vi prego pulite la lettiera in fondo alla classe” esordì Clarence, Ebony servile accolse subito le parole e scattò in piedi per sistemare lo scempio che Derriere stesse compiendo sul suo circondario.
“Professore, noto con piacere che si è rimesso” si alzò quindi Percy con sorriso sornione.
“Vuoi anche il mio di culo da leccare?” chiese Lolly contrariata per poi continuare a dire: “Oh ma la vedo in forma professore! Proprio come nuovo! Ahaha” Questa volta fu Percy ad incenerirla con lo sguardo.
“Io sono una roccia, non basterà certo così poco a far finire la mia carriera da eroe, il mio plus ultra è bello grosso” replicò Clarence con voce maestosa.
“Enorme” aggiunse Ebony roteando gli occhi e respirando focosa, Agatha la fissò sconvolta, ci mesi 4 minuti a ruotare completamente il capo.
“Sono qui per dirvi che, però non avrete tempo di riposare, perché a breve ci sarà una nuova battaglia da affrontare” disse quindi Clarence serio e preoccupante.
“Nuovi villain!?” esclamò energica Aphrodite.
“Combattiamo le multinazionali globali finalmente?” intervenne Balboa.
“Una nuova crociata contro gli eretici? Spazziamo via quei calvinisti dai!” disse Bernadette con tono spaventoso, prima di nascondersi nella sua tunica per vergogna, recitando scongiuri di penitenza.
“Niente di tutto questo, a breve inizierà il Festival Sportivo della HEA e sarà importante che vi sia chiaro che non sarà solo un party per matricole” disse quindi Clarence scatenando espressioni confuse e scioccate.
“Il festival sportivo della HEA! L’occasione che aspettavo per schiacciare questi insetti!” disse quindi Mel con il tono fin troppo alto.
“Che sarà mai questo festival?” chiese Byron alla ragazza.
“Zitto, comparsa. E’ la più grande manifestazione sportiva per eroi seguita in tutta Europa, un torneo senza precedenti in cui le matricole selezionato nella HEA si sfidano tra loro per decretare un podio che sarà ricordato negli annali della televisione” spiegò Mel completamente esaltata.
“La signorina Horowitz ha ragione, non si tratta solo di una gara tra matricole, si tratta di un vero e proprio palcoscenico per voi e per i vostri quirk, dopotutto il mondo degli eroi è fatto anche di fama e pubblico e la diretta mondiale non può far altre che far brillare quelli che tra voi riusciranno a dare il meglio, è un’occasione irripetibile per venire osservati dagli eroi professionisti e dal loro entourage” spiegò Clarence con calma.
“Seguo la pagina instagram di Chanel, l’eroina della moda e ne ho sentito parlare. Dopotutto qui saremo chiamati anche a fare stage, tirocini con agenzie private, il festival è il posto giusto per essere selezionati per l’alternanza scuola lavoro” disse quindi Lolly scorrendo instagram.
“Alternanza scuola lavoro...che puttanata” disse Russel, sempre cinico, sempre.
“Lolly ha ragione, arrivare in posizioni di rilievo al festival vi dà più possibilità di venir selezionati da agenzie prestigiose, dopotutto il primo passo del professionismo è proprio quello. Ora vi lascio alla pausa pranzo, vi ricordo che il professor Angela vi aspetta per la vostra lezione di storia e filosofia dell’eroismo” concluse Clarence prima di lasciare l’aula.
“Che palle il professor Angela, not stonks” disse Maxwell annoiato.
“Da quell’essere sapiosessuale mi farei anche trapanare le orecchie” sussurrò sommessa Mel, prima di alzarsi dal banco energica, prendendo a braccetto Annie.
“Io e Annie adesso andiamo a pranzo come due amichette del cuore” disse lei con voce alta, in modo che tutti la sentissero “Citando il mio compagno di banco, spero tutti morti al festival sportivo, comparse”
Mel si prese qualche porcone in risposta prima di lasciare definitivamente l’aula, ma lasciando anche un gran brusio eccitato in tutta la classe, dopotutto il festival sportivo li rendeva consapevoli che si sarebbero dovuti impegnare ancora di più di quanto non avessero già fatto.


 


Intorno al tavolo si respirava un’atmosfera tesa, almeno tesa quanto i glutei di Ricardo che era seduto sul tavolo proprio davanti ad una ragazza che stava facendo fatica a trattenere i suoi ormoni. La tavola rotonda era composta da tutto il personale della scuola al completo, dopotutto si sarebbero dovuto affrontare temi di massima importanza e pericolosità, quell’attacco allo stadio non sarebbe stato un caso isolato.
“Erano troppo preparati per essere una burla finita male. Avevano fatto in modo di isolare lo stadio, per evitare che ci fossero eroi tra i piedi, oltre a me, almeno, potendo quindi uccidere il dottor Burke e il figlio senza scocciatori. Questa potrebbe diventare una questione per l’agenda degli eroi molto presto” disse quindi Clarence che aveva vissuto la situazione in diretta.
“Posso confermare tutto” intervenne Milos muovendo il petto con fare minaccioso “Non sono un professore di questa struttura, ma posso ben garantire che in caso di ulteriore pericolo sarei il primo eroe ad accorrere per difendere l’integrità di questo edificio”
“Aghiò! Belle parole, Ricardo!” replicò Goofy, il nuovo professore responsabile della classe B dopo la morte di Rasputin.
“Dopotutto credo di poter dire senza riserve e spero mi correggiate, esimi colleghi, se sbaglio che questo è un avvenimento talmente raro che accade una volta ogni mille anni, pensate che è dai tempi del cenozoico che non viene messo in crisi il patrimonio della nostra generazione, questi studenti sono proprio una meraviglia del nostro paese” spiegò Angela e sotto il suo discorso si udì l’aria sulla quarta corda di Bach. Sasha Ciner osservò torva Milos, dopotutto lui aveva bisogno di continua musica per esibire la sua potenza, subito il brasiliano cambiò canzone divertito.
“La questione però è un’altra” disse John Sons, l’eroe pelato per eccellenza “I nostri studenti sono stati messi in pericolo e il bersaglio di chiunque ci sia dietro a questo attacco potrebbe ancora collidere con questa scuola, dobbiamo prendere dello contro misure o almeno indagare sui mandanti” Subito dopo il suo intervento si fece silenzio, quando il preside, aveva puntano il suo bastone sul pavimento per chiamare a raccolta i professori. Egli si alzò dalla sedia, era alto e imponente, i baffi folti che gli coprivano interamente la bocca, occhi glaciali e penetranti, capelli perfetti e seducenti e una divisa militare a coprire il suo fisico scultoreo, il suo nome era King Solomon.
“La questione è seria e non va presa di sottogamba, provvederò personalmente insieme agli eroi per indagare sui mandanti, ma allo stesso modo devo affidare a voi la protezione degli studenti, il festival sportivo non è minacciato in alcun modo, troppi eroi, troppe telecamere, scenderebbe persino Archangel in caso di emergenza, tuttavia in caso di esercitazioni all’aperto non si può più permettere che accada qualcosa del genere” disse King Solomon con tono severo.
“Abbiamo già provveduto a responsabilizzare gli studenti sul fatto, sono consapevoli della pericolosità della loro situazione. Creeremo un entourage per evitare che siano completamente da soli in situazioni come questa” replicò quindi Sasha passandosi la lingua sulle labbra, anche nella serietà non riusciva a non essere porca.
“Fa tutto parte del piano di Erwin” disse una voce virile fuori dal coro. Il collegio docenti in coro si voltò verso un uomo teutonico dal profilo segmentato e capelli ariani che rimaneva in silenzio dietro alle bracci conserte
“No era per dire, non volevo dire nulla di importante” aggiunse lui e la professoressa accanto a lui, Tsatsiki, gli diede un forte colpo alla nuca. All’improvviso si udì una suoneria oscena di musica africana, per qualche secondo andò avanti poi Clarence prese il telefono per rispondere, sotto lo sguardo torvo di King Solomon. “Babbara non posso rispondere adesso” disse lui con voce imbarazzata.
“No, davvero...ah...ho capito, ma non posso in questo momento...sono in riunione”
La tensione era palpabile.
“Eh va bene, ma solo una volta, poi riattacco. Ciao babbara, tu sei la mia passerottina e io sono il tuo serpentone, il tuo black mambaaaa” disse lui con tono rovente condendo il finale con un verso osceno. Prima che finisse Sasha prese il telefono e lo spezzò a mani nude, rimanendo quasi offesa e con il sopracciglio alzato. Nessuno osò commentare la conversazione e Clarence si perse nella sua vergogna.
“Un gesto meschino, codardo, ma che darà inizio all’età dell’oro, parole dure, oscene e con un messaggio molto chiaro” disse Angela sorridendo. King Solomon sciolse la riunione poco dopo, rimanendo da solo nell’ufficio con Ricardo Milos.
“Avete già qualche sospetto?” chiese il preside enigmatico.
“Non ci sono dubbi, anche gli attacchi del bestemmiatore in centro sono collegati all’attacco allo stadio, esamineremo i tunnel sotterranei con cui si muovono, ma non mi stupirei se la fonte fosse la medesima” rispose quindi Ricardo stranamente serio e denso.
“Una nuova organizzazione di villain potrebbe destabilizzare l’opinione pubblica, avviso al tuo entourage le operazioni, fai in modo di non farti scoprire o altrimenti i villain potrebbero allarmarsi”
“That’s all i never wanted”

 

 

Due settimane dopo

 

La campanella suonò e improvvisamente tutti i maschi della classe si risvegliarono da un sonno profondissimo. Le ragazze invece sospirarono depresse.
“La lezione di oggi sulle meraviglie del nostro paese è finita, la settimana prossima incominceremo ad addentrarci nell’età del pleistocene, preparatevi a grandi scoperte e a grande intrattenimento. Alla prossima, arriverderci a tutti” disse con tono simile a quello di Agatha il professor Angela prima di lasciare l’aula.
“Quei pantaloni erano così stretti che gli intravedevo il pacco, ho fatto fatica a trattenere le mie pulsioni” disse Lolly masticando una gomma.
“E’ strano che lo fissassi anche io?” si chiese Percy sconvolto.
“Quando mai ti trattieni, Lolly...” disse Ebony all’amica con poca empatia.
“Dio can*! Non è vero questo! Non sono mica una zoccola o altro!” Ebony si fece quindi dare da Agatha una moneta da due cinque sterline soddisfatta.
“Avevamo scommesso che avresti detto una bestemmia entro la fine dell’ora, con questa mi ci pago il nuovo numero di playgirl, questa volta è la settimana Blacked!” esclamò quindi eccitata Ebony.
“Ti dico che non è così che doveva andare, i Dallas Mavericks hanno un quintetto superiore quest’anno!” disse nervoso Cedric a Byon mentre i due stavano uscendo dalla classe, ma quando aprirono la porta per andare a cazzeggiare sulle scale antincendio per fissare i culi delle ragazze del terzo anno ecco che si ritrovarono davanti alla classe delle persone diverse dagli studenti della loro aula, davanti a loro c’era un gruppo nutrito di ragazzi della sezione B. Con la sezione B non avevano grandi contatti, ma sopratutto non avevano grandi rapporti. Davanti a loro c’erano due ragazzi e una ragazza che li fissavano minacciosi e competitivi. Il ragazzo al centro era alto e monumentale, vestito interamente di nero e con un cappello da militare in testa, sapevano bene chi fosse, aveva capelli biondi e sguardo da ebete, inoltre aveva un tic che non permetteva ai suoi occhi di stare fermi, il suo nome era Sariel Marvel.
Accanto a lui un ragazzo con i capelli sparati verso l’alto e stempiati ai lati, anche la sua espressione non era affatto geniale, masticava una gomma inerte e gonfiava il petto dietro alla sua maglietta bianca attillata, il citrullo si faceva chiamare M&M, nessuno sapeva il suo vero nome.
L’altra ragazza però era sicuramente quella che attirava di più l’attenzione. Aveva capelli porpora lunghi fino alla base della schiena, occhi grandi e marroni, indossava una divisa da scolaretta ed era carina dai, sarebbe stata solo carina se non ci fossero stati due palloni da pallavolo al posto dei seni. Byron la notò immediatamente, dopotutto da quando si era accorto dell’esistenza di una classe B, quella ragazza era salita di prepotenza al primo posto della sua lista, senza nemmeno battere il cinque alle varie Mel, Derriere o Annie, superando di gran carriera persino Lolly e Aphrodite, le sue best girl e waifu preferite. I suoi occhi si posarono chiaramente sulle grazie di Elspeth, così si chiamava, e la bava iniziò a colare istantaneamente.
“Buongiorno, classe A, siete troppo fieri di essere stati sui giornali per averle prese da qualche villain scadente? Spero non siate stati troppo impegnati per non rendervi conto che ci sarà il festival sportivo...dove prenderete un sacco di mazzate” disse M&M sorridendo sardonico e mostrando i denti marci.
“Mazzate ne prenderemo, ma ce ne daremo tra noi, noi della classe A intendo, voi non supererete nemmeno le eliminatorie” replicò Cedric arrogante, continuando a far ruotare sul dito la palla da basket.
“Ohoh! Apprezzo il tuo sarcasmo, ma non vi basterà per giocare con noi, dopotutto abbiamo registrato i vostri stessi punteggi abbiamo solo fatto l’esame in un’altra sede, perciò saremo noi a lasciarvi piegati sulle ginocchia” intervenne Elspeth con voce tagliente.
“Piegata a 90” aggiunse Byron confuso e istantaneamente Elspeth si nascose la scollatura tra le braccia, cosa che fece rinvenire Byron, si rese conto di non ricordarsi nulla degli ultimi due minuti, fu una sorpresa vedere gli studenti della classe B davanti a loro. Mel uscì dalla classe e non degnò di uno sguardo quelle comparse, avrebbero perso contro di lei, lei vinceva sempre, eh sì, ma venne invece interrotta dalla voce fastidiosa e animalesca di un individuo dal fondo del corridoio che corse sudato proprio verso di loro.
“Tu! Fetida puzzola! Tu sei la laida che non mi ha fatto entrare nella classe A per i tuoi trucchetti da strega, ti avviso che sarai il mio bersaglio al festival, ti farò soffrire” disse Bismarck, il ragazzo dello stesso scaglione di Mel a cui lei aveva rubato il posto nella classe A e che ora vegetava rancoroso nella B.
“Lavati il fiato prima di parlarmi e raditi i peli, sei obrobrioso” replicò lei voltando lo sguardo e continuando a camminare insieme a Annie, anche lei solo leggermente confusa dalla scena.
“Si può sapere perché siete qui? Vorremmo passare l’intervallo in pace” disse quindi Russsel che insieme ad altri della classe avevano iniziato a partecipare alla conversazione. “Siamo qui solo per augurarvi un buon festival e ad assicurarvi che utilizzeremo tutti i metodi squadristi a nostra disposizione” rispose Sariel inebetito dalla sua stessa esistenza, facendo muovere le pupille come un camaleonte.
“Cosa?” chiese Balboa improvvisamente distratto dalla sua birra.
“Tu sei il fascista della classe B! E dire pensavo fossi solo una leggenda, lo sai dove sono finiti quelli come te anni fa? Appesi in una piazza, vuoi finire appeso al centro di uno stadio?”
“Quando vuoi, comunista infame, conosco dei posti in Germania dove potrei spedirti” replicò Sariel energico.
“Sempre tu riesca a vincere a Stalingrado, ops, magari provaci d’estate” I due stavano iniziando a venire alle mani e solo l’intervento di Roberlandy, spesso come due buoi, riuscì a dividerli.
“Sentite perché non ve ne andate affanculo e non ci stracciate i coglioni? Ehm?” chiese Lolly, sempre elegante, sempre fine.
“Che signorina, devo dire che nella classe A vi insegnano proprio le buone maniere, o forse hai preso troppo poche sculacciate da bambina” replicò Elspeth scatenando le risate di M&M che appariva veramente come un vero idiota.
“Sculacciare...bambina...” ripeté Byron e Elspeth questa volta gli diede una bella occhiata seducente, prima al suo viso inebetito, poi al suo durello.
“Sapete io cosa so? So per certo che voi finirete con il culo a terra e i tre posti del podio saranno di noi della classe B e non lo dico io, che so tutto, ma lo dice wikipedia, quindi siete spacciati! Ahahahahahahah! Spacciati! Ahahahahaha! La classe B vi farà vedere Ahahahahaha!” disse M&M e sembrò che nemmeno i suoi compagni lo seguissero, Sariel con una mossa squadrista gli diede una gomitata nei reni che lo fece piegare in due.
“Diciamo che questo teatrino finito e ci diamo direttamente appuntamento al festival? Perché mi state stancando” cercò di concludere Russel con il pelo che iniziava a spuntargli sul collo. Tutti sembravano convenire che il simposio fosse chiuso, almeno fino a quando non apparve Derriere e sboccò una bella palla di pelo proprio davanti alle scarpe di Sariel che iniziò a pomparsi le vene furioso.
“Prendetelo come un avvertimento, dovete ritenervi fortunati che non vi abbia cagato addosso” disse Cedric sinceramente divertito.
“Grrrr” aggiunse filosofica Derriere, un personaggio senz’altro molto profondo. Sariel e Bismarck erano quasi pronti ad usare le mani, almeno fino a quando dalla folla non spuntò Logan, il suo sguardo oppresso e afflitto, unito all’unzione dei suoi capelli erano inequivocabili. Gli bastò uno sguardo a tutti e tre per lasciarli senza fiato, sembrava veramente che quell’uomo stesse scrutando le loro anime.
“Chi cazzo sono questi?” pensava invece Logan che voleva raggiungere il cesso prima di cadere in un ulteriore attacco narcolettico. Il silenzio si percepì, gli apostoli della classe A osservavano il maestro che rimaneva immobile a cercare di comprendere la banalità dell’essere umano terreno, per probabilmente alludere all’essere umano finale nascosto nel noumeno e impercettibile alla debole volontà della quotidianità. Sariel e Elspeth videro in lui qualcosa di iperuranio, era la risposta alle domande della vita, senza dire una parola il gruppo della classe B si allontanò pieno di domande, si chiedevano ora se tutto quello non fosse che una manifestazione superflua di un io incompleto, quel Logan era in grado di generare il dubbio stesso della creazione.
“Maestro non posso che ringraziar...” provò a dire Russel, devoto discepolo, ma Logan era già crollato morente.
“Il riposo del messia” aggiunse il mannaro sorridendo.
“Tette!” urlò Byron uscendo dal suo sonno eccitante, l’intera classe presente si mise a ridere, a breve avrebbero dovuto faticare e dar prova del loro valore, tutto era solo all’inizio.

 

 

“Abbiamo fallito Dio straporc*. Spero che ci possiate scusare, signora, ma cui madonna puttan* di eroi ci hanno intralciati” disse un giovane con i muscoli gonfissimi completamente in vista, sembravano proprio vere e proprie fibre muscolari. L’ufficio oscuro era piombato nel silenzio più totale, davanti alla scrivania i due rimanevano in silenzio, lui chiaramente incazzato per il suo fallimento, lei sembrava invece sull’orlo di un esaurimento nervoso, se i suoi occhi non fossero stati coperti da una benda si sarebbero viste le occhiaia di chi aveva passato la notte insonne a piangere.
Davanti a loro seduta su una scrivania una donna sublime, bionda cotonata e vestita di un completo da uomo bianco, sorrideva divertita, dopotutto vedere la gente prostrarsi al suo cospetto era quanto di più gaudente ci fosse al mondo. Poco lontano una ragazzina dalle fattezze da bambina osservava in silenzio, indossava un succinto body lilla in pizzo e aveva lunghi capelli dello stesso colore, così come due grandi occhi completamente neri che sembravano riflettere l’oscurità, nel vedere la scena si lasciò andare in un sorriso insano e una lingua di almeno trenta centimetri cadde dalla sua bocca, penzolando oscena, all’estremità si poteva benissimo vedere che fosse biforcuta.
“Poco male, non mi afpettavo certo che vincefte! Altrimenti io farei già la regina di quefta nazione, non trovate?” disse la donna in bianco addentando una mela con i suoi incisivi che davano la sensazione che ci potesse passare attraverso una banana.
“L’importante è che non vi abbiano fcoperto, il noftro piano è folo all’inizio, bafterà pazientare che le acque fi calmino, la proffima volta attaccheremo con ben più forza, dopotutto è quesfto che ci chiede la noftra guida”.
Homeopath strinse i pugni furiosa, ma determinata a non fallire una terza volta, così come il ragazzo accanto a lei che continuava a bestemmiare sottovoce osservò bene nella sua mente il volto dell’eroe che l’aveva sconfitto, la prossima volta avrebbe ucciso Ricardo Milos, a costo di tirare giù tutto il calendario.

   
 
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