-Hai davvero intenzione di continuare ad allenarti?-
-In realtà volevo ringraziarti, continuare l'allenamento mi avrebbe distrutta. Però è da tanto che non pattino sul ghiaccio e beh...- Amelia guardò la pista e poi di nuovo Wanda. -Mi prendi per matta se dico che mi sta chiamando?- domandò incerta.
-Oh no, assolutamente no-
Amy le sorrise, lasciò scivolare il primo piede sul ghiaccio e si sentì estasiata quando un brivido di eccitazione le percorse la schiena.
-Almeno non sono più io quella stramba, aspetta che lo dica agli altri- le disse Wabda rimettendosi a sedere.
-Hey!- esclamò offesa facendola scoppiare a ridere.
Alzò gli occhi al cielo e tornò a concentrarsi sul ghiaccio sotto di lei.
Non doveva nemmeno pensare, le sue gambe facevano tutto da sole e in men che non si dica aveva già fatto il giro della pista per tre volte.
Sorrise sentendosi sferzare il viso dalla brezza prodotta dalla sua stessa velocità.
-Sei decisamente più veloce sui pattini- commentò Wanda quando tornò verso le tribune (sì, tribune, Tony aveva costruito un vero e proprio palaghiaccio in quella stanza).
-È un complimento per il mio stile di patinaggio o mi stai dicendo che sono una schiappa con l'attività fisica?-
-Nah, è un complimento. E poi sono io la schiappa, appena posso non esito a ricorrere ai miei poteri.- Wanda le sorrise e la raggiunse sulla pista. -Cosa che fa andare Steve fuori di testa ma che diverte molto me.-
Amy sorrise notando che aveva ai piedi un paio di pattini dal color rosso fiammante.
-Hai deciso di raggiungermi alla fine, eh?-
-Avevi un'aria così spensierata, aggiungerei quasi selvaggia, che mi hai fatto venire voglia di provare.-
Lei la guardò sorpresa. -Non hai mai pattinato sul ghiaccio??-
Wanda scosse la testa. -Non ho mai pattinato, punto.-
Sul viso di Amelia si aprì un sorriso eccitato.
-Sul serio? Posso aiutarti!!-
L'altra per tutta risposta tivolse i palmi delle mani verso il basso, il familiare raggio di luce rossa la aiutò a restare in equilibrio e si mosse piano e con cautela verso di lei.
-Non vale se non cadi almeno una volta- mormorò Amy mettendo il broncio.
Wanda la guardò divertita. -Non mi serve leggerti nel pensiero per sapere che avevi in mente di farmi cadere di proposito con il tuo "aiuto".-
-Io? Non lo farei mai!- esclamò lei fingendo un'aria offesa, cosa che fece scoppiare a ridere entrambe.
-Comunque sia, mi fido di più dei miei poteri. Non vedi come me la cavo?-
-Si chiama barare-
-Si chiama fare il minimo indispensabile. E poi era mio fratello quello bravo negli sport- disse Wanda con un sorriso malinconico.
Amy la guardò e ricambiò con un sorriso triste ripensando alla storia dei gemelli Maximoff che le aveva raccontato Tony qualche anno fa.
-Come si chiamava? Pietro?-
Lei annuì.
-Mi sarebbe piaciuto conoscerlo-
-Oh, me lo immagino a sfidarti su questa pista e tu che gli congeli i piedi a terra perché ti batterebbe.-
Amelia ridacchiò. -Andrebbe proprio così-
Lo sguardo di Wanda si perse un attimo sul ghiaccio sotto di lei, lo spettro di un sorriso appena visibile sul viso.
Amy cercò di immaginarsi quale possibile ricordo fosse riaffiorato nella mente della giovane donna di fronte a lei e si chiese se anche lui avesse quell'espressione persa quabdo annegava nella miriade di ricordi legati ai suoi genitori o alla sua migliore amica.
Se anche il suo viso la tradisse con quel sorriso tristemente felice che aveva davanti ora.
All'improvviso venne travolta da un senso di rabbia.
Le persone che avevano rovinato la vita a Wanda erano le stesse che hanno rovinato la sua.
"E quella di Bucky" aggiunse una piccole vocina nella sua testa.
Strinse forte i pugni fino a far sbiancare le nocche quando l'immagine di Plokhoy le tornò in mente.
-Le tue mani stanno fumando- le fece notare Wanda.
Amy smise di stringerle e per cercare di fermare il fumo le congelò.
Letteralmente.
Ora erano ricoperte di ghiaccioe per liberarsene le sbatté, delle piccoke schegge di ghiaccio finirono a terra e Wanda la guardò perplessa.
Amelia le prese le mani. -Avanti, ora ti insegno come si pattina.- così dicendo la trascinò lungo tutta la pista tra proteste e risate.
***
Aprì gli occhi controvoglia.
-Buongiorno Amelia-
Lei si rigirò nel letto.
-Devo ricordarti la regola della sveglia?-
Amy sospirò e si costrinse ad uscire dalle coperte, così la sveglia si fermò.
-Quanti anni ho stamattina?- chiese con la voce impastata di sonno.
Dai dolori che sentiva dal collo alle gambe se ne sentiva novanta.
-Sempre ventitré, se vuoi posso dire al capitano che oggi non te la senti di affrontare l'allenamento-
-Non serve, grazie Jarv-
Andò a rinfrescarsi e si infilò in una delle tute che aveva nell'armadio.
Quando controllò il telefono notò che erano le sette.
-Si è già stancato anche lui della sveglia alle cinque?- mormorò tra sé, poi ripensò a come erano tutti crollati sul divano la sera prima.
Natasha e Clint si erano impossessati del telecomando ma nessuno aveva la forza di lamentarsi, così finirono per guardare un documentario su Budapest.
Tutti tranne Steve e Bucky, loro rimasero a parlottare di qualcosa in cucina.
Lanciò un'occhiata a Freddie che stava osservando qualcosa fuori dalla finestra e aggrottò le sopracciglia.
Non sapeva come ma durante la notte quel gatto riusciva a rientrare in camera senza che se ne accorgesse.
Eppure per quanto ne sapeva non poteva aprire le porte da solo.
Scosse la testa e aprì la porta ma trovandosi davanti qualcuno arretrò di qualche passo e inciampò, finendo a terra.
-Santo topo Gigio!- esclamò portandosi una mano al cuore.
Steve la guardò divertito. -Chi è Topo Gigio?- domandò aiutandola a tornare in piedi
Lei lo guardò sconvolta. -Chi è Topo Gigio? Sul serio?-
Steve alzò le spalle. -Lo devo aggiungere alla mia lista?-
-Quale lista?- chiese subito, presa dalla curiosità.
Lui si grattò il collo un po' imbarazzato. -Delle cose che mi sono perso mentre…-
-Mentre eri Capitan ghiacciolo?-
Lui roteò gli occhi. -Quando ero intrappolato nel ghiaccio.-
Amy ridacchiò. -E io cosa ho detto?-
Steve sospirò. -Lascia stare, come te la cavi con l'autodifesa?-
Lei ci pensò un po' su. -Meh.-
-Rimedieremo dopo colazione. Andiamo?-
-Certo signor Rogers- rispose lei superandolo nel corridoio.
-A proposito… Dammi del tu, ti prego. Quel "signor Rogers" mi fa sentire duecento anni invece che un centinaio-
Amy cercò di trattenere le risate. -Va bene signor Rog… Voglio dire, signor Stev… No, Steve. Va bene Steve.-
A colazione trangugiò il muffin e la mela che Visione le aveva messo davanti appena si era seduta, poi seguì gli altri nella stanza da boxe dove si perse ad osservare un finto combattimento tra Wanda e Natasha.
La vedova nera si muoveva con una grazia che Amy invidiava mentre Wanda si tratteneva dall'usare i suoi poteri, riuscendo però a schivare tutti i colpi e a controbattere.
Era così assorta nell'osservare le due che quando Steve la chiamò non se ne accorse nemmeno.
-Amelia?-
Lei sobbalzò e si girò per ritrovarsi a spalancare gli occhi quando stava per essere colpita dallo scudo di captain america.
D'istinto si coprì il viso con le mani per proteggersi e senza volerlo scaraventò Steve dall'altra parte della stanza, dritto contro il muro.
-Oh sant…- mormorò coprendosi la bocca con le mani e guardandolo preoccupata.
Ora la stanza era immersa nel silenzio.
-Wow- disse Steve guardandola sorpreso mentre si rialzava, a quanto pare senza un graffio.
-Cosa diamine ti è venuto in mente?- domandò Bucky spostando lo sguardo tra i due.
Amy si guardò intorno, gli sguardi erano tutti puntati su di lei.
Sentì inumidirsi gli occhi quando ripensò all'ultima volta in cui aveva usato i poteri in presenza della squadra.
Per un attimo sentì di nuovo il vento gelido e la neve ghiacciata che le graffiava il viso.
Era sicura che in quel momento, quando aveva perso il controllo la stessero guardando con timore.
Ora probabilmente stava accadendo la stessa cosa.
-Non volevo fargli male- mormorò incontrando lo sguardo di Bucky, che continuava a fissarla in modo strano.
Pensava davvero che lo avesse fatto di proposito per ferire Steve?
-Non mi hai fatto male, stavo solo testando i tuoi riflessi. Prova superata- le disse Steve con un sorriso.
-È stato grandioso!- esclamò Wanda.
-Grandioso? È stato strabiliante! Puoi provarlo sul tuo amico ragno?- domandò Sam.
-Quando andiamo in missione la voglio con me- dissero all'unisono Clint e Natasha.
Lei li guardò sorpresa. -Cosa?-
-Prima di parlare di missioni dobbiamo lavorare un po'- commentò Steve senza abbandonare il sorriso fiero che aveva assunto poco prima.
-E quella cosa che fai col fuoco?- domandò Clint mentre esaminava i cristalli di ghiaccio sullo scudo di Steve.
Amy si morse il labbro, ancora incredua. -Non... Mi succede quando sono arrabbiata-
-Capisco la sensazione- Bruce le fece l'occhiolino facendola sorridere.
-Ricordami di non farti arrabbiare- mormorò Sam mentre le passava accanto per scompigliarle i capelli.
Tutti tornarono alle loro attività e lei lanciò un ultimo sguardo a Bucky che ormai si era voltato.
Sospirò e tornò a concentrarsi su Steve.
-Vieni minacciata da qualcuno molto più grosso di te, cosa fai?-
-Lo hai appena sperimentato-
Lui ridacchiò. -Touché. Intendevo senza i tuoi poteri.-
-Conosci il francese?-
-Perché cambi sempre discorso? Presta attenzione- detto questo sembrò pensare a qualcosa. -Conosco anche la parola "fondue"- affermò con fierezza.
Amy scoppiò a ridere. -Cosa c'entra la fonduta?-
-Se presterai attenzione te lo spiegherò… forse-
Lei sorrise e annuì. -Dunque.. Cosa faccio se un supersoldato come te mi minaccia… Scappo via oppure lo colpisco?-
-Come lo colpisci?-
-Un calcio nelle parti basse?-
-Prova.-
Amy lo guardò confusa.
-Avanti.-
Lei fece come detto ma Steve le afferrò la caviglia e le girò la gamba così da far girare Amelia e farla cadere a terra.
-Lo sapevo…- mormorò al pavimento e si rialzò subito. -Afferrato capitano, niente calci-
-Per il momento no. Non dare mai il primo colpo, cerca di schivare invece, pronta?-
Lei annuì.
Per l'ora successiva si concentrò sullo schivare i colpi, cosa che finì per farle girare la testa dato che i finti attacchi di Steve erano veloci e non davano segno di fermarsi presto.
Amelia fece un passo indietro per sistemarsi alcuni ciuffi di capelli che avevano deciso di attaccarsi alla fronte sudata.
-Ad un certo punto però dovrò pur attaccare-
Steve le sorrise e Amy invidiò la sua totale mancanza di stanchezza.
-Hai mai fatto a pugni?-
-Una volta per sbaglio ho fatto sanguinare il naso ad uno che conoscevo- disse senza pensarci.
Ancora una volta l'attenzione dell'intera stanza tornò su di lei e si maledì mentalmente.
"Devo smetterla di dire tutto quello che mi passa per la testa"
"Cosa hai detto?- le rispose la voce nella sua testa.
"Oh niente. Lascia stare Peter."
-Come hai fatto?-
-Gli ho tirato un pugno-
Steve sembrava confuso. -E allora perché dici che lo hai fatto per sbaglio?-
Amy scrollò le spalle. -Volevo dargli un pugno, ma non fargli sanguinare il naso.-
Natasha le sorrise divertita. -E perché gli hai tirato un pugno?-
-Ero ad una festa molto noiosa e mi avevano costretta a giocare ad un gioco molto noioso. E quando la bottiglia mi ha indicata lui si è avvicinato per baciarmi e io senza pensarci l'ho colpito- rispose imbarazzata ricordando la diciassettesima festa di compleanno di Eddy e di come Ilenia aveva cercato di arrabbiarsi per poi finire col ridere quando furono costrette ad andarsene dalla festa per tutte le occhiatacce che ricevevano.
Da quel momento quel ragazzo sfortunato cominciò a evitarla, se per caso si incrociavano lui spalancava gli occhi e girava l'angolo velocemente, cosa che faceva sempre ridere Ilenia.
-Quindi stavi giocando al gioco della bottiglia e quando è arrivato il tuo turno hai colpito il povero ragazzo che stava per baciarti?- domandò Clint.
Lei annuì facendo scoppiare a ridere metà dei presenti.
-Siccome ora ho seriamente paura di te, facciamo una pausa.- affermò Steve, un po' serio e un po' ironico.
Amelia uscì velocemente dalla stanza per dirigersi all'ascensore, aveva tenuto chiusa la porta della camera per provare la teoria del gatto.
In fondo un gatto può aprire le porte… in qualche modo.
In caso contrario avrebbe dovuto cominciare ad investigare su chi lo aiutava ad entrare in camera durante la notte.
Pigiò il pulsante per il terzo piano e si posò alla parete fredda, era quasi un sollievo dopo l'ora passata a spostarsi su, giù, a destra e a sinistra.
Le porte stavano per chiudersi ma qualcuno infilò un piede nella fessura ormai stretta per riaprirle.
Amy si raddrizzò e distolse subito lo sguardo dal nuovo arrivato.
Le porte si richiusero e l'ascensore cominciò a salire.
Tenne lo sguardo basso per quei pochi interminabili secondi.
Bucky la stava osservando con la coda dell'occhio e quando aprì la bocca per dirle qualcosa fu subito interrotto da lei.
-Non avevo intenzione di fare del male a Steve- disse velocemente Amy continuando ad evitare il suo sguardo. -Non l'ho fatto di proposito.- terminò pensando che lui ce l'avesse con lei per aver attaccato Steve a quel modo.
Pronunciate quelle poche parole le porte si riaprirono e Amelia uscì velocemente, non lasciandogli nemmeno il tempo di dire qualcosa.
Percorse il corridoio velocemente fino a raggiungere la stanza, aprì la porta e la richiuse subito dietro di lei.
Freddie la guardò dal letto con curiosità e lei gli sorrise tristemente.
-Bene, sveliamo il mistero del gatto fantasma.- affermò scacciando dalla testa la scena dell'ascensore.
***
Le notti successive Freddie si faceva trovare già in camera quindi non ebbe la possibilità di investigare sul caso, cosa che la fece impazzire, una sera provò persino a lasciarlo fuori dalla porta di proposito ma dopo due miagolii le si era stretto il cuore e lo aveva fatto rientrare.
Dopo una giornata estenuante dove Steve aveva deciso di triplicare l'allenamento, l'unica cosa che voleva fare era dormire e non alzarsi mai più dal suo letto morbido e pieno di cuscini.
Ma proprio quella sera Freddie non si vedeva da nessuna parte e questo voleva dire una sola cosa.
-Il mistero del gatto fantasma verrà risolto questa notte stessa!- esclamò d'un tratto eccitata per quella prospettiva.
Posizionò la sedia girevole che era alla scrivania in mezzo alla stanza per cercare di combattere il sonno e aspettò.
Poi aspettò.
E aspettò ancora.
Erano ormai le due di mattina, si era sdraiata a terra a pancia in giù e stava cercando di non chiudere gli occhi.
Per un attimo le palpebre le si chiusero e sorrise quando un senso di pace la percorse.
Clic
Il rumore della maniglia la fece scattare subito in piedi.
La porta si aprì quel tanto da far passare Freddie che balzò subito sul letto ma Amelia non spostò lo sguardo dalla maniglia che si stava riabbassando lentamente per richiudere la porta senza fare rumore.
Sentì un brivido percorrerle la schiena e pensò che forse c'era davvero un fantasma.
Poi scosse la testa.
Non essere sciocca, i fantasmi ci sono solo nelle case vecchie.
Quell'unico pensiero le diede il coraggio di aprire la porta in tempo per sentire chiudersene una nel corridoio, anche se non capì quale.
Ancora non aveva imparato la disposizione delle stanze e quale camera era di chi.
Sapeva solo che in quel corridoio ce n'erano sei.
Quella davanti alla sua apparteneva a Wanda e teoricamente da qualche parte c'erano Sam e Visione.
Si maledì per non essersi sbrigata ad aprire la porta per cogliere sul fatto il nuovo amico di Freddie.
***
Ilenia le prese la mano ridendo. -Sei una lumaca, ti muovi?? I tuoi ci stanno aspettando!-
Amelia si lasciò trascinare lungo un corridoio completamente bianco.
-Non credo che dovremmo essere qui Ile…-
Lei si voltò verso di lei facendo danzare le due trecce scure attorno alla testa e le sorrise.
-Hai paura per caso?- la canzonò.
-Sì- le disse in un tono così serio da farla fermare.
Ilenia le strinse la mano affettuosamente. -Ma noi due siamo invincibili insieme, ricordi?-
Sentì alcune lacrime calde sul viso.
-Amy? Cosa c'è?-
-Mi manchi.- disse continuando a piangere.
L'altra le sorrise. -Ma cosa stai dicendo? Sono qui!-
Ad un tratto comparve una porta accanto a loro, si aprì piano e un uomo in camice bianco ghignò.
Amelia guardò Plokhoy con disprezzo.
-Hai portato un'amica?-
-Non devi nemmeno sfiorarla.- disse lei a denti stretti congelandolo al muro con la mano libera.
Sentì Ilenia tremare accanto a lei.
Si girò solo per incontrare uno sguardo spaventato.
Ilenia le lasciò la mano. -Sei un mostro.-
Fu solo un sussurro ma Amelia sentì quella frase riecheggiarle nella testa anche quando si svegliò.
Si passò una mano sulla guancia e non si stupì quando la trovò bagnata.
Calciò le coperte che le si erano attorcigliate alle gambe e si alzò per uscire in fretta dalla camera.
Ignorò le porte dell'ascensore che si aprirono al suo passaggio e prese le scale per raggiungere il piano inferiore.
Raggiunse in fretta il lavandino della cucina ancora tremando.
Afferrò il bollitore che era lì accanto e cominciò a riempirlo.
Una tazza di tè di solito riusciva a calmarla dopo un incubo, o almeno così credeva.
-Non riesci a dormire?- chiese una voce dietro di lei, facendole perdere la presa sul bollitore che cadde nel lavandino producendo un rumore di metallo fastidioso.
Amelia chiuse il rubinetto e si asciugò in fretta una lacrima che le era sfuggita poco prima. -Potrei farti la stessa domanda-
-E la mia risposta è: sì, non riesco a dormire.-
Posizionò il bollitore sui fornelli e si voltò.
Lì nella penombra c'era Bucky, seduto su uno degli sgabelli che si trovavano attorno all'isola della cucina.
La guardò con un'espressione incerta. -Stai bene? Sei pallida-
Lei annuì. -Sì, è come hai detto tu. Non riuscivo a dormire.-
Lui fece per controbattere ma notando che lo sguardo di Amelia si era posato sul gatto che aveva in grembo sorrise.
-Stavo per riportartelo-
Amy spalancò gli occhi. -Il gatto fantasma…- mormorò a bassa voce.
Allora era Bucky a riportarle il gatto in camera ogni notte.
-Cosa?-
-Niente.-
Lui la guardò perplesso poi le indicò lo sgabello accanto al suo e lei andò a sedersi senza tante storie.
-Lo trovo sempre a gironzolare da qualche parte durante la notte-
-Quindi non dormi mai- osservò lei.
-Raramente.-
Ci fu qualche istante di silenzio e Amelia ripensò all'ascensore e a come lo aveva evitato negli ultimi giorni.
-Pensavo che non volessi parlare con me- disse e Bucky la guardò sorpreso.
-Pensavo che tu non volessi ascoltarmi, l'altro giorno te ne sei andata prima che potessi immagazzinare quello che avevi detto.-
Lei fece una smorfia. -Non è solo quello, è da quando sono qui che non mi rivolgi la parola-
Lo sentì sospirare mentre faceva una carezza a Freddie.
-Scusa, è stato un periodo strano-
-Per il mio arrivo?- chiese subito alzando lo sguardo su di lui.
-No, è inziato prima, è...- sospirò di nuovo e si voltò per incontrare il suo sguardo.
Persino nella penombra i suoi occhi brillavano, come fossero illuminati da qualche strana luce.
-Non ero arrabbiato con te l'altro giorno, ero arrabbiato con Steve per averti quasi colpita con quello stupido scudo-
Quell'affermazione fece smuovere qualcosa nel petto e nello stomaco di Amelia e pensò che probabilmente era solo fame notturna.
-Non perché gli ho fatto male?-
Bucky scosse la testa sorridendo. -Non gli hai fatto male. Se lo avessi scaraventato contro un muro settant'anni fa probabilmente non ti avrei mai più rivolto la parola, ma ora sa come difendersi-
Lei sorrise e quando il bollitore cominciò a fischiare si alzò per poi vedersi subito bloccata da Bucky.
-Lascia, faccio io- le disse mettendosi Freddie sulle spalle dove si appollaiò tranquillo facendo venire voglia ad Amelia di scattare qualche foto.
-Cosa preferisci?-
-Un tè nero-
Bucky rovistò nella credenza. -Quello non ti farà dormire, ti preparo un infuso- affermò prendendo una bustina da una delle scatole che aveva davanti.
-Ma...-
-Niente ma, berrai un infuso.-
Lei fece il broncio e quando Bucky si girò per porgerle il tè, ridacchiò. -Si dice grazie-
-Si dice fatti gli affari tuoi- replicò Amy accettando però la tazza.
Lui sorrise tornando a sedersi accanto a lei. -Non era mia intenzione darti un brutto benvenuto, scusa.- le disse poi, guardandola negli occhi e Amelia pensò che non aveva mai visto qualcuno così dispiaciuto come lui.
-Fa niente- gli disse lei. -Mi basta sapere che la mia presenza non provochi fastidio a qualcuno.-
-No, siamo tutti felici che tu sia qui.- disse lui con un tono di voce così sincero che Amy si sentì scaldare il cuore.
_Angolo autrice
Come promesso eccovi il capitolo, spero che non sia troppo noioso o scontato.
Se avete voglia di fare qualche critica sul mio stile di scrittura ditemi pure, mi fareste solo un favore.
Sono di fretta quindi mi sbrigo (per questo se ci sono errori mi scuso)
Voglio ringraziare ancora tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate, a chi si limita a dare una letta e a chi mi lascia una piccola recensione.
Proverò ad aggiornare anche prima di Natale, voi bevete cioccolata calda, mangiate biscotti e fate un rewatch della marvel che non fa mai male (se tralasciate gli ultimi film).
Alla prossima! :3