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Autore: Roberto Turati    08/12/2019    0 recensioni
Storia ideata e iniziata dal mio amico Jack02forever, autore su Wattpad, scritta in collaborazione tra lui e me.
 
[Monster Hunter World + Monster Hunter Stories]
 
Ambientata tra Monster Hunter World e MHW Iceborne. Quattro mesi dopo la sconfitta dello Xeno'Jiiva, la Commissione di Ricerca continua ad operare serenamente nel Nuovo Mondo. Ma una minaccia colpisce l'ecosistema: l'Orrore Nero, una malattia nata in un'estensione recondita del Vecchio Mondo, che affligge i mostri e li rende estremamente pericolosi. Per rimediare a ciò, la Gilda manda un Rider dal villaggio di Hakum, affinché aiuti la Commissione a debellare la malattia. Ma per Xavia Rudria, una cacciatrice della Quinta Flotta, la giovane Rider che si è offerta per l'incarico si rivelerà molto di più di quello che sembra...
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Commissione di Ricerca'
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La comparsa della ragazzina distrasse e confuse Nina e suo fratello: perché li stava supplicando di non uccidere quel mostro? Nick guardò Nina e lei, per tutta risposta, si limitò a scrollare le spalle. Guardarono la ragazza correre verso di loro, ignorando i richiami di Xavia, apparsa a sua volta dietro di lei. La nuova arrivata si avvicinò pericolosamente al Lagiacrus, con noncuranza. Certo, ormai era agonizzante, ma era pur sempre un mostro.

«Ehi, aspe...»

La protesta di Nina fu interrotta dall'arrivo di Xavia.

«Nick, Nina, fermatevi: lasciate fare a Yuri» li esortò. 

I due si scambiarono un'occhiata incerta, ma alla fine Nick si allontanò dal mostro disteso a terra. Rimase però abbastanza vicino da reagire in caso il leviatano avesse tentato di attaccarla, stando pronto a sfoderare la spada lunga. Yuri guardò sconvolta
 la coda tranciata del Lagiacrus e i fiumi di sangue che sgorgavano dalle innumerevoli ferite. Si inginocchiò davanti al muso del mostro e glielo sollevò con delicatezza, fissando gli occhi stanchi della creatura.

«Oh, Nami! Ti ho trovata» 

La voce della Rider tremava, mentre con la mano sinistra accarezzava con dolcezza la testa del mostro.

«Ti supplico, resisti! Possiamo medicarti, devi solo aspettare un po'! Nami, guardami! Guardami! Resta con me!»

I suoi occhi si fecero lucidi. La dolce voce della ragazzina era supplichevole e disperata. Ma il
 Lagiacrus non sembrava nemmeno reagire. Rimaneva lì, inerte, a osservare il viso della Rider ormai in lacrime con i suoi occhi gialli. Sembrava che stesse riconoscendo un volto familiare, a poco a poco. Il mostro aprì la bocca, sorprendendo la ragazzina. Ma, senza preavviso, le addentò il braccio sinistro. La Rider urlò di dolore, mentre le zanne di Nami affondavano nella sua carne.

«Yuri!» sobbalzò Xavia, terrorizzata.

Fece per sfoderare il martello, ma Nina la trattenne con un braccio.

«Che stai facendo?!» esclamò la donna.

Nina non le rispose, le fece solo segno di guardare cosa stava succedendo. Quando la cacciatrice obbedì, rimase a bocca aperta: n
onostante il morso, la ragazzina non aveva allentato la presa attorno al muso del suo mostro.

«Nami, ci sono io qui: andrà tutto bene» mormorò.

Dal suo sguardo, Nina poteva vedere benissimo che la Rider era sofferente, eppure resisteva. Con un gemito, strinse ancora di più la presa, continuando ad abbracciare la testa del leviatano. Appoggiò la fronte sul muso del mostro, chiudendo gli occhi. Poi accadde qualcosa che l'arciera non si sarebbe mai aspettata: la pietra azzurra che la ragazzina portava sul polso sinistro si illuminò, sprigionando un confortevole bagliore verde che accecò per qualche secondo i cacciatori. Il mostro allentò sempre di più la presa, finché non aprì la bocca e lasciò andare il braccio di Yuri. La ragazza riaprì gli occhi e guardò il suo Lagiacrus. Lo sguardo del mostro era cambiato: da feroce e minaccioso qual era stato fino a quel momento, ora era amichevole e dispiaciuto.

«Nami! Sei guarita!» esclamò la Rider, piangendo di gioia.

Il mostro, in un primo momento, sembrò non reagire, ma poi cominciò a strusciare la tempia contro la testa della ragazzina. Era molto debole e respirava a fatica. 
Poi, senza preavviso, emise un lamento, abbassando la testa.

«Nami? Cosa...»

Il mostro, con un grandissimo sforzo, sollevò la testa e la Rider indietreggiò, disorientata. Il leviatano emise un ruggito sofferente che risuonò per tutta la Foresta Antica. D
opo qualche secondo, un altro ruggito familiare, molto distante da dove si trovavano, gli rispose: il ruggito di un Rathalos.

«Ratha» sussurrò la ragazzina, guardando la giungla.

A quel punto, il Lagiacrus abbassò ancora la testa, si accasciò sulla sabbia ed esalò il suo ultimo respiro. I presenti rimasero in silenzio per una manciata di minuti: Nina non sapeva proprio cosa dire e, a quanto pareva, neanche Nick e Xavia. La ragazzina, continuando a guardare il Lagiacrus, scoppiò a piangere. Nessuno dei tre cacciatori pareva avere il coraggio di disturbarla. Alla fine, Xavia le si accostò, si inginocchiò e le mise una mano sulla spalla.

«Yuri, dobbiamo rientrare. Non c'è più niente da fare, qui»

La ragazzina, lentamente, si alzò con la cacciatrice. Nonostante ciò, mantenne lo sguardo basso, passandosi una mano sugli occhi per asciugarsi le lacrime. Nina iniziò a vergognarsi di quello che lei e Nick avevano fatto ed ebbe l'impulso di scusarsi:

«Ehi, piccola, mi...» azzardò.

Ma l'occhiata gelida che la Rider le lanciò la zittì subito e la fece sentire ancora più in colpa. 
Così, senza aggiungere altro, i tre cacciatori e la ragazza si incamminarono per fare ritorno ad Astera.

Al loro arrivo, vennero accolti dal Comandante e un manipolo di cacciatori lì riuniti, tra cui l'uomo in armatura di Rathian rosa. Vedendo le loro facce, molti fecero espressioni allarmate. Il Comandante fu il primo a parlare:

«Cos'è successo? Il...» 

La sua domanda fu interrotta dalla ragazzina che, senza proferire parola, fece per andarsene. Il cacciatore che ce l'aveva con lei, però, le si parò di fronte:

«Dove pensi di andare, Rider? Credo che ci debba delle scuse»

Lei digrignò i denti, fissandolo:

«Il tuo desiderio è stato esaudito: Nami è morta. Quei due l'hanno dissanguata»

Prima che il cacciatore potesse ribattere, Xavia gli mise una mano sulla spalla e lo fermò:

«È meglio lasciarla stare, Mike: sta soffrendo molto»

Il cacciatore tolse la mano, furioso:

«Assolutamente no. Non possiamo sorvolare questa faccenda! Quel Lagiacrus ha fatto del male a delle persone. Se non fossimo stati pronti a mandarlo via, le avrebbe uccise. E chissà cosa sarebbe successo, se il Rathalos fosse stato aggressivo come lui!»

A quel punto, Yuri si voltò di scatto, con un’espressione tale che gli fece fare un passo indietro.

«Non è colpa mia, né di Nami. E non coinvolgere Ratha per niente! Nami li ha attaccati perché non era in sé: aveva contratto l'Orrore Nero! Se solo aveste avuto un minimo di pazienza, sarei corsa a purificarla e tutto questo non sarebbe mai successo!»

Un intenso brusio si sollevò dalla folla e il cacciatore si arrabbiò ancora di più:

«Ah, è così? La Gilda ti manda qui a togliere di mezzo quella malattia e la prima cosa che i tuoi mostri fanno è prenderla?! I miei complimenti!»

Yuri strinse i pugni, abbassando lo sguardo. Alcuni istanti dopo, quando lo rialzò, aveva gli occhi lucidi.

«Non sarei mai dovuta venire in questo stupido continente! Avrei dovuto ignorare quell'annuncio della Gilda e lasciare che venisse un altro Rider!» gridò esasperata, mettendosi le mani nei capelli.

Senza preavviso, la ragazzina si voltò e corse verso il suo alloggio. Xavia sapeva molto bene che Yuri aveva bisogno di rimanere da sola per un pezzo: doveva fare i conti col lutto. Poteva capirla, perché aveva vissuto anche lei il dolore di una perdita.

   
 
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