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Autore: Nocturnia    09/12/2019    3 recensioni
Fabron solleva il mento, la guarda - si scosta da lei quel tanto che gli permette di esserle fuori portata.
"Ho sentito che con l'anno nuovo arriverà un nuovo impiegato."
"Un dirigente, Daniel."
"Oh, magnifico: come se lei non mi bastasse."
"Potrei sempre buttarti in mezzo alle cavie e vederti sgambettare dietro a un licker: che ne pensi?"
"Che si diverte troppo a torturami al lavoro per uccidermi in quella maniera."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albert Wesker, Alex Wesker, Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primal
"He had discovered that there was not just one God but many,
and some were more than cruel:
they were insane, and that changed all.
Cruelty, after all, was understandable.
With insanity, however, there was no arguing."
- Stephen King -



Primal




Nulla di tutto questo significa qualcosa per lei.
Le ostentate decorazioni rosse e verdi, l'abete gigante al centro della sala, il tintinnio delle posate in argento.
Rustici di sfoglia arrostiti, tartine di caviale; denti che frantumano, mandibole che masticano - il rumore di una fame che Raccoon City conosce da sempre.
Suonaci qualcosa, le aveva chiesto.
Moonlight Sonata, magari, l'ordine sottinteso.
Alex aveva annuito, bagnandosi appena le labbra con un rum scuro come i suoi pensieri - rimandando e rimandando.
"Il vecchio ha messo in piedi una bella sceneggiata, uhm?"
Alex alza un sopracciglio, lo fissa di sbieco.
"Solo il meglio per la nuova gioventù dell'Umbrella." ribatte, afferrando un secondo bicchiere e mandandolo giù in un colpo solo.
Fabron si stringe nelle spalle, studiando poi la bottiglia vicina - un Damoiseau Vintage del 1953.
"Preferisco il vino: rosso, possibilmente. Uno Chateau Lagrande, per esempio."
"Sei un cliché vivente, Daniel."
"Lo prendo come un complimento, docteur Fayer."
Alex schiocca la lingua contro il palato, fissa le fiamme che crepitano nella bocca del camino, le ridicole calze che vi pendono sopra.
"Forse dovremmo semplicemente goderci la cena di Natale."
E forse dovresti toglierti dalle palle, pensa Alex, ma sorride invece, snudando i denti.
Fabron solleva il mento, la guarda - si scosta da lei quel tanto che gli permette di esserle fuori portata.
"Ho sentito che con l'anno nuovo arriverà un nuovo impiegato."
"Un dirigente, Daniel."
"Oh, magnifico: come se lei non mi bastasse."
"Potrei sempre buttarti in mezzo alle cavie e vederti sgambettare dietro a un licker: che ne pensi?"
"Che si diverte troppo a torturami al lavoro per uccidermi in quella maniera."
Alex abbozza una risata suo malgrado, si annota mentalmente di eliminarlo per ultimo - quando tutto sarà finito e il vecchio ridotto in ginocchio.
Daniel afferra un bon bon di zucchine e gamberi, sospira.
"La ritrovo al brindisi di mezzanotte?"
Alex tace, preme le labbra in una linea sottile - contrariata.
"Come vuole."
Fabron si allontana, diventando una sagoma in giacca e cravatta tra le altre.
Alex beve un altro bicchiere di rum, controlla la situazione attorno a sé - gli astanti e lui.
Quando Daniel si volta verso il corridoio trova solo uno spazio vuoto.


La rabbia di Alex brucia - divampa a ogni morso, ansito.
"Più a fondo." mormora, e non c'è nulla di dolce in lei - di romantico.
Gli artiglia la nuca, strattona - intreccia le dita nei suoi capelli e stringe, arrotolata attorno a lui come una serpe di bianco vestita.
E vuole sentire, Alex; vuole vivere.
In fondo era stato proprio questo ad attirarlo la prima volta, no?
Gli occhi trasparenti - crudeli - la bocca sempre piegata in una smorfia arrogante - egoista - il totale abbandono con il quale gli concedeva un corpo uguale al suo, pallido e feroce.
Wesker le percorre la curva del collo in punta di lingua, affonda - sangue tra i denti, sulle labbra.
E non c'è spazio a dividerli - realtà.
Alex sbatte le spalle contro la pesante libreria in noce, a terra una     
Saint Laurent rossa, il  terzo volume del Natural History Conspectus.
Gli preme i talloni sul fondo della schiena, inarcandosi all'indietro e soffocando il suo nome - umida, piena.
Wesker trattiene un gemito, ci riesce solo a metà - viene, e cadono insieme.

Sempre.

L'orgasmo lascia entrambi confusi, appagati: distanti da quello che sta succedendo al piano di sotto, fuori dallo studio di Spencer.
Per un po' il silenzio è uno spazio intimo, privato; una dimensione nella quale ritrovano il respiro l'uno sulla pelle dell'altro, senza maschere e ruoli.
Per un po' ride, Alex; gli racconta di Fabron, delle sue assurde bestemmie in francese e di quanto si sia divertito come un bambino a giocare con uno dei tyrant.
Per un po' ascolta, Albert: si arrotola una ciocca dei suoi capelli attorno all'indice e lascia che la sua voce gli blandisca il cuore, i pensieri.
Per un po' smettono di esistere, Alex e Albert; nudi nell'anima, sulla pelle.
"Mancano cinque minuti a mezzanotte." le dice poi Wesker.
"Dovremmo rientrare." conclude per lui Alex, sollevandosi sui gomiti.
Wesker si distende su di lei, aprendo le dita attorno al suo ombelico e scendendo - chiedendo, supplicando.
Alex chiude gli occhi e ascolta i suoi respiri diventare altro.


"Non l'ho vista per il brindisi di Natale."
Alex si aggiusta la spallina del vestito, controlla che entrambi gli orecchini siano al loro posto - Cartier, oro bianco e novantasei diamanti taglio brillante.
Fabron abbozza un sorriso furbo, di quelli che vogliono saperla lunga.
"Spero ne sia valsa almeno la pena, docteur."
Alex tace, raddrizza la schiena sfrega le cosce tra loro - lo vede.
"Spero anche per lei, Fabron: dicono che la mousse di patate e baccalà sia meravigliosa."
"Oh, lo era: ma preferisco il caviale."
"Continua a essere un tremendo luogo comune, Fabron."
"Fa parte del mio fascino."
Alex afferra un flute da un vassoio vicino, alzandolo nella sua direzione.
"A questo Natale, Daniel: e al nuovo acquisto in casa Umbrella."
"Non vedo l'ora di conoscerlo, ma belle." ribatte Fabron, toccando appena il bordo del calice di Alex.
Alex libera un suono di gola, ride - fissa un punto oltre la sua spalla (lui).
Wesker si aggiusta il colletto della camicia - nasconde lei, loro  - e sorride.





"And this great love makes you both ruthless."
- Iris Murdoch -












   
 
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