This is the end   

Il sole sta ormai tramontando sul loro ultimo giorno di scuola alla Karasuno.
La squadra era già stata salutata con la promessa di rincontrarsi in futuro. Magari ai nazionali, perché, Daichi ne era certo, la Karasuno sarebbe diventata invincibile ancora una volta.
La via per casa è libera, quel pomeriggio non passa nessuno neppure in bicicletta. Al suo fianco, Sugawara prosegue con un sorrisetto un po’ triste sulle labbra e gli occhi più enigmatici che gli abbia mai visto. Il silenzio più teso di sempre li accompagna fin dall’inizio.
L’incrocio dove le loro strade si sarebbero divise per sempre si avvicina sempre di più. In quel momento, Daichi si rende conto che non è pronto per affrontare un addio. Non in quel momento. Non con Suga.
Il panico s’impossessa di lui, le mani iniziano a sudare e le gambe tremano senza controllo.
Ha paura, Daichi. Finalmente riesce a sentire la pesantezza del futuro e comprende che quegli ultimi minuti con Sugawara saranno davvero gli ultimi in cui lo vedrà. Lui andrà a Tokyo a studiare lettere. Suga a Kyoto a studiare arte. Le loro vite diventeranno due rette parallele e mai più si incroceranno.
Di colpo si rende conto di tutto quel tempo perso in inutili problemi che forse erano solo nella sua testa.
Quanto tempo passato ad ascoltare quelle insicurezze, quanto tempo passato giustificato dal pensiero che forse non era il momento giusto. E adesso sono lì, al capolinea senza vederlo davvero.
Daichi sente la pesantezza di quei passi ed il loro vero significato: un addio silenzioso.
Non è pronto. Non vuole che Sugawara diventi soltanto un vecchio compagno di classe.
Non vuole che il tempo lo trasformi in un vecchio compagno di squadra.
Non vuole che il suo cuore si ricordi di lui come il ragazzo per cui ha avuto la sua prima cotta, ma alla quale non si è mai confessato per paura.
“Ho sempre pensato che questo momento non sarebbe mai arrivato.” È Sugawara ad interrompere quel silenzio denso di emozioni. Guarda davanti a sé con gli occhi lucidi e una smorfia triste sul viso.
“Mi dicevo che c’era tempo… e sono arrivato fino a qui senza nemmeno accorgermene.”
“S-Suga…” cerca di intromettersi, Daichi, ma Sugawara si volta a guardarlo con le lacrime che bagnano le sue guance.
“So che rovinerò per sempre il ricordo che avrai di me, ma non posso continuare a tacere.” Si asciuga le lacrime, Sugawara, mentre con l’altra mano rufola in tasca alla ricerca di qualcosa.
Porge la mano in avanti e lascia cadere nella mano di Daichi un piccolo bottone nero.
“Questo e il mio secondo bottone. Voglio che lo abbia tu.” Spiega infine, cercando di sorridere con naturalezza, ma non riesce a coinvolgere gli occhi.
I suoi occhi sono sempre stati estremamente sinceri e Daichi non si stupisce che non riesca a farli brillare come fa solitamente quando è realmente felice.
Si avvicina. Un passo che li separa, le gambe si muovono da sole.
Le braccia si spalancano e Daichi stringe a sé il suo ormai ex compagno di scuola.
“Non voglio!” Urla frustrato stringendolo di più.
“Non voglio separarmi da te, Suga!”
“D-dai-…”
Le guance si sfiorano. Daichi si stupisce della morbidezza della sua pelle a contatto con la sua e si maledice di non essersi rasato a dovere quella mattina.
Le mani di Daichi scorrono sui fianchi del ragazzo.
Uno sguardo veloce in quegli occhi che gli rilanciano soltanto uno sguardo stupito.
Nessuna esitazione. Ha esitato per fin troppo tempo.
Le loro labbra si incontrano finalmente, una carezza sospirata da tre anni.