Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |      
Autore: Red Drago    09/12/2019    12 recensioni
Leggendo l'ultimo capitolo di "Cuore di burro" di Madam Grandier ho avuto come una folgorazione e così, dopo aver chiesto il permesso all'Autrice, mi sono permesso di scrivere una storia vista dal punto di vista di Oscar che riguarda proprio il giorno citato nell'ultimo capitolo di "Cuore di burro".
Ho trattato la storia come se fosse una one shot.
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Madame De Soissons, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Oscar stava firmando permessi per i suoi soldati.
Era tesa e nervosa, con un movimento brusco della mano rovescio', senza volere, il calamaio pieno di inchiostro che si sparse a macchia d'olio sulle pagine intonse, pronte a essere scritte e che adesso sarebbero state inutilizzabili.
Oscar impreco' usando parole irripetibili e si alzò di scatto allontanandosi velocemente dalla scrivania per impedire che la sostanza vischiosa le imbrattasse la divisa immacolata.
Si passò una mano tra i capelli, sospirò e si girò verso la vetrata posizionata alle spalle della scrivania, i suoi uomini stavano facendo esercitazioni sotto la direzione del colonnello D'agoult.
Non avrebbe potuto coprire ancora a lungo l'assenza di Alain de Soisson.
Ormai mancava dalla caserma da sei giorni, lei gli aveva dato tre giorni di permesso, di solito per il matrimonio di un congiunto ne spettavano due, ma lei, che era lungimirante, ne aveva previsti almeno tre, uno interamente dedicato a smaltire la sbornia.
Sorrise a quel pensiero, chissà come si era ridotto per festeggiare il matrimonio della sua sorellina.
Scosse il capo, Oscar non era abituata a simili vezzeggiativi: anche lei era la sorellina di ben cinque sorelle maggiori, ma nessuno si era mai neppure sognato di definirla così, mai.
Sentì una morsa allo stomaco, struggimento forse?
Ma cosa andava a pensare, che stucchevoli sciocchezze.
La dolcissima sorellina di Alain l'aveva vista qualche volta, all'inizio del mese, di solito, quando veniva a portargli la biancheria lavata e prendeva quasi in toto lo stipendio del guascone che si era ritrovata come soldato.
Si era anche chiesta come fosse possibile che fossero parenti: lei timida, di una bellezza ancora acerba che prometteva che avrebbe potuto infrangere molti cuori, mitigata da una profonda bontà che traspariva dagli occhi luminosi e innocenti.
Lui irriverente, donnaiolo, impertinente, refrattario ad ogni disciplina, eppure pieno di potenzialità quanto di rabbia repressa, una polveriera ambulante.
Eppure averlo come amico era una garanzia di fedeltà e abnegazione.
Quel gigante aveva preso André sotto la propria ala, sapendolo lei era decisamente più tranquilla.
Adesso, però, non era per niente tranquilla, uno strano malessere la attraversava da qualche giorno, era una sensazione, un'intuizione.
Ma lei non credeva alle intuizioni, lei era razionale, seguiva la logica: Alain aveva forse disertato?
Doveva parlare con André, l'unico che lo conoscesse a fondo.
Stava per lasciare l'ufficio per cercare André quando sentì bussare alla porta.
Rimase interdetta, qualunque questione l'avrebbe affrontata in un altro momento, adesso sentiva quasi l'urgenza di sapere cosa fosse successo al suo soldato.
Stava per dare il permesso di entrare quando un André circospetto entrò nel suo ufficio.
Oscar non si stupi' più di tanto che lui avesse intuito i suoi pensieri, ormai dopo tanti anni non si stupiva più di quello che faceva André.
-"Oscar, sono preoccupato per Alain. Andiamo a casa sua per vedere che sta succedendo?"-
-"Stavo per farti chiamare, sono preoccupata anche io..."-
Di fronte al silenzio attonito di André Oscar sospirò rumorosamente:
-"Pensi forse che il tuo comandante non possa avere delle intuizioni? "-
André fece una risatina sarcastica:
-"Ma figurati! E una volta ogni cento anni è notte anche durante il giorno"-
-"Ah, bene! Così le mie intuizioni sono rare come un eclissi?
Vedrò di ricordarlo quando avrai bisogno di una licenza!
Adesso muoviamoci, Grandier! Prepara i cavalli."-


Giunsero nel quartiere di Alain in una mezz'ora, erano andati al trotto, non potevano certamente andare a un passo più sostenuto: la strada era oberata da banchetti, mendicanti, donne di vita, nonostante fosse ancora alto il sole nel cielo.
Finalmente giunsero nei pressi di una casa fatiscente a più piani.
Il portone che dava sull'androne era socchiuso, André entrò per primo e lo tenne aperto per Oscar, appena si richiuse alle loro spalle entrambi portarono le mani davanti naso e bocca, poiché un odore forte e rancido aveva aggredito le loro narici.
Un'inquilina del piano terra aprì uno spiraglio della propria porta e urlò loro contro con astio:
-"Era ora che arrivaste, stavo per venire alla vostra caserma per denunciare questo tanfo che viene da casa Soisson.
Sembra che ci sia una bestia morta, lui con la scusa che è un soldato fa sempre quello che cazzo gli pare..."_
La donna si rese conto di essere andata oltre, abbassò lo sguardo e chiuse la porta con violenza.
La morsa allo stomaco che la attanagliava aumentò di intensità, ma Oscar sapeva che non era dovuta all'odore.
Scambio' un'occhiata di intesa con André, poi corsero alla volta della porta di Alain.
A quel punto l'olezzo era quasi tangibile.
Entrambi erano pronti a buttare giù a calci quell'ammasso di assi che gli altri definivano porta, ma non ce ne fu bisogno: era aperta.
Entrando dovettero abituare la vista alla semi- oscurità.
L'odore di morte e materiale biologico decomposto era ai massimi livelli.
Su una sedia di quella che doveva essere la cucina era seduta una donna, piccola e rannicchiata su sé stessa dondolava ripetendo come un mantra:-" La mia Diane, la mia piccola Diane...."-
Oscar e André avrebbero voluto chiederle cosa stesse succedendo ma una voce femminile dalla stanza accanto catturo' la loro attenzione.
-"Tu non sei solo, Alain. Non sei solo, ma adesso svegliati. Ti prego svegliati. Non sei solo..."-
André spalanco'la porta, il fortissimo odore di decomposizione li investi' come uno schiaffo togliendo loro il fiato e facendo lacrimare loro gli occhi.
Quella era la cruda realtà: non c'era stato un matrimonio, ma ci sarebbe stato un funerale.
Diane giaceva livida e fredda nel suo abito da sposa, aveva dei fiori tra i capelli che stavano imprutriscendo con lei.
Sembrava una marionetta a cui avessero tagliato i fili.
Oscar pensò alle Parche, ad Atropo che taglia il filo della nostra esistenza, che stavolta lo aveva reciso troppo presto.
A terra accanto al giaciglio di morte c'era Alain in preda a spasmi nervosi, singhiozzante con gli occhi gonfi di lacrime, accanto a lui una fanciulla che tentava in ogni modo di farlo tornare dal mondo di Morfeo.
Quando aveva sentito la porta della stanza aprirsi si era velocemente girata verso di loro: erano stati quasi bruciati dal verde gemma dei suoi occhi, tutto il dolore, l'impotenza, l'amore sconfinato erano racchiusi in quello sguardo disperato.
Oscar e André rimasero sulla soglia, entrambi ebbero la sensazione come di compiere un sacrilegio se avessero fatto un passo in più verso quel momento scolpito nel dolore più grande e assoluto.
   
 
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Red Drago