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Autore: MusicAddicted    10/12/2019    27 recensioni
Il titolo dice già tutto… ma per davvero!
dal capitolo I:
“Io sono il Dottore! Piacere di conoscerti!” gli sorride cordiale, tendendogli la mano.
“Io sono Crowley … e non è affatto un piacere!” sibila l’altro, evitando di stringergliela.
- Oh, e così è questo il famoso Crowley che continuava a menzionare il bellissimo angelo! - capisce il Dottore, levandosi gli occhiali per rendere l’occhiataccia che gli getta più incisiva.
Istantaneamente, non trova più quel demone così simpatico.
“Oh, vi prego, andiamo! Smettetela di far finta che entrambi non ve ne siate accorti!” sbotta Aziraphale, quasi urlando.
Se non altro ottiene la loro attenzione, perché entrambi si voltano verso di lui.
“Voglio dire, voi due siete uno la copia precisa dell’altro! E ora che ci ho prestato maggior attenzione, avete pure la stessa voce, solo con accento e tonalità leggermente diversi!” osserva Aziraphale.
Insieme, con una sincronia pressoché perfetta, Crowley e il Dottore si guardano in cagnesco, e poi si voltano, uno con la schiena contro a quella dell’altro, incrociando le braccia all’altezza del petto e soffiandosi una ciocca dai loro capelli.
“Questo non è affatto vero!” sentenziano entrambi nello stesso preciso istante.
Un effetto Dolby Surround impeccabile.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Sorpresa
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Hellooo, ehhmmm sono giusto in ‘leggero’ ritardo
Io non credo vi ringrazierò mai abbastanza per il vostro sostegno ed entusiasmo <3

Lol, mi diverte che, a parte qualche eccezione, qui siete tuttepro Crowley, mentre le straniere sono più per ‘Fai stare Azi con entrambi, ti prego’ … ehmm, mi sa che sono un po’ straniera ^^’
Intanto spero di farmi perdonare il mega ritardo cosmico con questo iper chilometrico capitolo… ma forse mi odierete di più, oppure odierete qualcun altro? Lol lol chissà
buona lettura

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Capitolo II: Five minutes? Five hours? Five days? Five weeks? Five months? Five years? Five centuries?




“Ma non lo possiamo lasciare lì!” si agita Aziraphale, precipitandosi verso le porte ormai chiuse.
“Troppo tardi. Lo abbiamo già fatto.” ribatte il Dottore, andando verso il computer di bordo.
“Ma… povero Crowley. È così ingiusto...e anche piuttosto scortese!” protesta l’angelo.
“Beh, non è che lui sia stato esattamente Mr. Gentilezza con me, tanto per cominciare.” rimbrotta lui.
“Ma è un demone!” prova Aziraphale a giustificare quello che di sicuro è ormai molto più che il suo migliore amico.
“E io sono un Signore del Tempo, siamo piuttosto suscettibili.” spiega, impostando le ultime coordinate.
“Ma…” si lagna di nuovo l'angelo, prima di ricorrere a una sorta di strategia. “Uhmm, hai detto qualcosa prima, sul fatto che gli angeli piangenti ti spaventano come l’inferno … oh, cazzo, cos’ho appena detto?” si rimprovera da solo. “Oh, accidenti, non dovevo dire nemmeno così…” alza gli occhi, disapprovando il suo stesso atteggiamento, cosa che fa ridacchiare il Dottore.

“Oh, già, ero nel bel mezzo di una minaccia: bene, caro il mio Dottore, se non torniamo indietro a prendere Crowley, allora mi metterò a piangere. Un sacco!” mette in guardia l’alieno, o almeno così crede.

Per tutta risposta, il Dottore scoppia a ridere.

“Non hai minimamente idea di cosa sia un angelo piangente, dolcezza. Se ti mettessi a piangere, ti trasformeresti soltanto nella cosa più carina possibile, però; ovviamente, non vorrei mai farti piangere.” gli sorride in modo amabile. “Però questo non significa che torneremo indietro.” precisa lui, ottenendo così un angelo col broncio, che è ugualmente carino.

“Ad ogni modo, non è il caso di mettere il broncio o piangere. Lascia che ti spieghi come funziona. Non importa quanto a lungo staremo via dalla tua libreria, al tuo caro Crowley non sembreranno che poco più di cinque minuti, giusto il tempo di prendere il tè.” chiarisce il Signore del Tempo. “Anche se non mi dà l’impressione di essere il tipo da tè.” riflette ad alta voce, strappando una risatina al suo interlocutore.

“Hai ragione. Lui è più tipo da vino rosso.” puntualizza, molto più sollevato. “È davvero come mi hai detto? Soltanto cinque minuti?”

“Più o meno.” conferma l’altro.
“Ma come può essere? Se siamo fuori a cena, ci si aspetta che stiamo via almeno per un paio d’ore…” considera l’angelo.

- Che cosa? Solo un paio d’ore? Così poco tempo? Io voglio stare qui con te molto più a lungo, adorabile angelo, e troverò il modo! - pianifica silenziosamente il Signore del Tempo.

“Solo come?” continua a domandarsi l’angelo, accigliato.
“Ti fidi di me?” gli domanda il Dottore.
“Non dovrei. Ti conosco da così poco….” borbotta il biondo.
“Ti fidi di me, Aziraphale?” ritenta il castano, fissandolo a fondo in quegli occhi fatti di cielo.
“Sì. Sì, mi fido.” fa un sorrisone il biondo, totalmente rassicurato nel suo cuore.

Quegli occhi marrone scuro così grandi e scintillanti non sarebbero mai in grado di fare alcun male.

“Ora però, Aziraphale, da bravo, accetta un consiglio saggio: aggrappati forte, caro.”

L’angelo cammina più vicino a lui e gli avvolge le braccia attorno alla vita, abbracciandolo forte da dietro.
Il Dottore sorride estasiato.

“Oh, è amabile, ma molto scarsamente sicuro. Intendo dire che è meglio se ti aggrappi forte a qualcosa, per davvero.” chiarisce lui, afferrando saldamente il computer di bordo, giusto prima che il TARDIS cominci a volare in modo più instabile, quasi come se ci fosse un piccolo terremoto.
Stavolta Aziraphale il consiglio lo segue come si deve, reggendosi forte a quella strana struttura a forma di fionda dove il Dottore molto spesso si diverte a lanciare il suo lungo cappotto marrone.

“Do-dovresti cer-cercare di ripararlo que-questo problemino!” gli consiglia Aziraphale, balbettando a causa delle scosse, mentre rimane aggrappato più forte che può.
“Sì, dovrei… ma non voglio!” fa spallucce il Dottore.
“Uh? E perché no? Guarda, posso fare io un piccolo miracolo dei miei se vuoi; del resto si tratta di sicurezza e…” si offre l’angelo.
“Non lo fare.” lo interrompe il castano.
“Perché no?” aggrotta le ciglia il biondo.

Gli scossoni proseguono per un po’, finché uno particolarmente potente non li spedisce entrambi sul pavimento a griglia. È un segnale che il TARDIS sta per atterrare.

“Perché è troppo divertente!” ghigna in modo maniacale il Signore del Tempo, prima di ridacchiare in una maniera così contagiosa che anche Aziraphale non può fare a meno di mettersi a ridere con lui.

“Capisco il tuo punto di vista!” ridacchia, mentre entrambi si rialzano, dandosi una sistemata ai vestiti.
 

“A dire il vero, le prime crepes si sono viste nel quinto secolo e avevano qualcosa a che fare coi Padri Pellegrini…” gli rivela il Dottore, divertito dal modo in cui l’altro fa una smorfia - ma nel modo più adorabile possibile - sentendo quella notizia

“Quindi mi hai portato nel quinto secolo?” gli domanda Aziraphale, per nulla esaltato all’idea, ma agendo come se lo fosse.

Il Dottore fa un sorrisetto, scuotendo la testa in modo negativo.

“No, ho pensato che non sarebbe stato di tuo gusto; ecco perché ti ho portato in Francia, al 28 Dicembre 1895,  La Belle Époque!” annuncia il Dottore, elettrizzato. “Oh, beh, lo so che non è proprio il giorno esatto, nè tantomeno l’anno della primissima crepe che hanno inventato qui, ma…” si giustifica, ma Aziraphale lo sta già abbracciando forte da dietro.
“Grazie infinite, non avresti potuto scegliere destinazione migliore. Questo è stato un periodo così pacifico.” si bea l’angelo.

Il Dottore si volta verso di lui, con un sorriso furbetto.

“A mio umile parere, questo è stato il più pacifico periodo che l’umanità abbia mai avuto… e non farmi parlare di quello che è successo nel 3257!” sproloquia.

Suona ancora nonsense per Aziraphale, ma sta cominciando a piacergli anche quel lato di lui.

“Beh, tornando a questo, di periodo, la mia ex-gente si sentiva quasi disoccupata!” ridacchia Aziraphale al ricordo, “Mentre i demoni per poco non facevano gli straordinari, per cercare di bilanciare le cose!” continua, divertito, ma il Dottore non sta ridendo con lui.

Lo sta fissando, con una sorta di tristezza.
“La tua ex-gente?” indaga.
“Sai, sono un angelo così atipico, non appartengo più al Paradiso. Tutto quello che ho è Crowley… e non potrei sentirmi più ricco.” rivela l’angelo, con un sorriso commosso.

Il Dottore prende le sue mani nelle sue.

“E non dimenticare che adesso hai anche me.” gli sorride in modo così dolce che l’angelo è quasi tentato di sporgersi un po’ di più verso di lui per baciarlo.

A dire il vero, ci prova anche, ma il Dottore lo evita, perché è troppo esaltato dalla situazione.
Non vede l’ora di mostrare al proprio compagno che cosa c’è là fuori.

“A te l’onore.” mormora, indicando ad Aziraphale le porte ancora chiuse.

L’angelo si precipita ad aprirla, sporgendo la testa fuori.
Ammira il panorama, con stupore.
Può scorgere le carrozze che attraversano le strade, persone eleganti che passeggiano per ogni dove. Può sentire il chiacchiericcio e le risate della gente, tutti sembrano felici e allegri. Anche l’aria che respira ha un odore diverso.

“Oh, buon Signore!” sorride estasiato.
“Signore del Tempo, preferisco!” lo corregge il Dottore, con aria un po’ sbruffona, mentre si guarda le unghie.

“È tutto così bello…” mormora l’angelo, ignorando il piccolo, strano delirio di onnipotenza dell’altro.

Il castano sta per mettere piede fuori, ma il biondo lo prende per un braccio, spingendolo indietro.

“Che c’è che non va?” gli chiede, confuso.

“Parigi mi ha insegnato una lezione davvero importante, che è attenzione a quello che indossi, sempre. Una condanna alla ghigliottina mi basta e avanza!” borbotta, lasciando il Dottore ancora più perplesso. “Buon per me che c’era Crowley che è venuto a salvarmi…” aggiunge.

Prima che l’altro possa dire qualsiasi cosa, Aziraphale schiocca le dita e il Dottore si ritrova a indossare un completo nero, con camicia bianca, cravatta nera e un cappello a cilindro nero. Per se stesso Aziraphale sceglie dei pantaloni color crema a righe marroni, una giacca crema e un foulard marrone, con un cappello a bombetta nero.

“Ora va meglio, possiamo andare!” fa un sorrisetto, tutto tronfio.
“Bastava che chiedevi per questo. Ho un enorme guardaroba, pieno di vestiti, avremmo potuto trovare qualcosa di appropriato.” borbotta il Dottore.
“Beh, ma non c’era tempo per quello, così è molto più veloce. Del resto abbiamo così tante cose da fare, così tanto da vedere…e poi sto morendo di fame!” rivela il biondo.
“Parigi ci sta aspettando. Allons-y, mio caro amico!” sogghigna il Signore del Tempo, prendendolo a braccetto.

Escono e il Dottore chiude le porte del suo Tardis.
“Ma quindi lo lasci qui così? Non credi che il tuo TTAABB darà troppo nell’occhio?” gli domanda Aziraphale, un po’ in pensiero.
“Punto primo: siamo in un periodo storico così pieno di artisti, innovazione e libertà di espressione che qualsiasi cosa qui attorno verrà considerata una pura e meravigliosa forma d’arte, quindi non c’è pericolo.” gli spiega il Dottore. “Punto secondo: il mio… coooosaa?!”si acciglia. “È TARDIS, l’acronimo di Time And Relative Dimension in Space.” puntualizza
“Beh, è un nome davvero difficile da ricordare, io trovo che TTAABB sia molto più facile e azzecato: The Travelling Around Anywhere Blue Box; ecco come lo chiamerò d’ora in poi.” suggerisce l’angelo.
Il Dottore si limita solo a portarsi una mano col palmo aperto sulla fronte.
“Ti prego, no!” alza gli occhi, mentre se ne vanno.

Mentre passeggiano per quell’incantevole città piena di musica, chioschi pittoreschi e vita, Aziraphale non può fare a meno di sorridere elettrizzato.
“Sai, caro, non che io non sia già stato qui prima, ma… voglio dire, sono stato praticamente ovunque, di volta in volta, vedendo un po’ tutto, ma… ero così abituato a seguire il tempo lungo una linea retta che… procederci così a zig zag in modo sconclusionato è…”
“Incredibilmente pazzesco e divertente?” lo anticipa il Dottore, con un ghigno maniacale.

Nè più, nè meno che uno specchio dell’espressione del suo interlocutore.

“Non lo avrei potuto esprimere meglio io stesso!” ammette il biondo e il castano non può fare a meno di dargli un bacetto veloce sulle labbra.

Aveva solo l’intenzione di essere un piccolo segno di affetto, ma questo porta l’angelo a tirarlo più a sè e dargli quel bacio esigente che voleva già dargli quando erano dentro il Tardis.
Il Dottore sorride, separandosi da lui.

“Mm. Dolce… ma non stavi morendo di fame?”
“Huh? Sì, già…” arrossisce l’altro, mentre continuano a camminare.
“Possiamo portare Crowley con noi la prossima volta?” gli chiede, dopo qualche minuto di silenzio.

Non c’è bisogno di dire che il Dottore non è affatto solleticato dall’idea.

“Sì, certo, sicuro… però solo perché sei tu che me lo chiedi.” si arrende.

Giungono ad un elegante ristorante che fa anche da pasticceria.

“Pronto per la cena?” domanda il Signore del Tempo ad Aziraphale.
“Certo che sì, ma… non hai visto quanto è affollato questo posto? Farei meglio ad assicurarmi che ci sia un tavolo per due…” gli bisbiglia  l’angelo, pronto a schioccare le dita, ma il castano lo ferma.
“Non c’è bisogno di questo. Non sei l’unico che può fare una magia.” gli fa l’occhiolino in un modo un po’ insolente.

Aziraphale lo vede estrarre dalla tasca quello che sembra un portafoglio nero vuoto con dentro un carta completamente bianca.
È piuttosto confuso, ancora di più quando vede il Dottore andare verso la reception.
Non può fare a meno di seguirlo.

Bonsoir, Messieurs.”  una donna attorno ai suoi primi quarant’anni, in un elegante abito da sera, li saluta educatamente.
Hallo, Madame….Madame?” si ferma, in attesa che lei si presenti.
“Giselle.” risponde lei.
“Giselle, sono certo che sarà davvero elettrizzata nel sapere che io, Mr. John Smith, e il mio caro amico qui, Mr. Antony Z. Fell, de L'Almanach des Gourmands, ci siamo liberati dalla nostra impegnatissima agenda e possiamo recensire il vostro ristorante questa sera.” le sorride galante il Dottore, mentre le mostra la carta bianca.

Appena la vede, lei a fatica riesce a contenere la sua eccitazione.
Oh, Mon Dieu! L'Almanach des Gourmands! Jacques, Fabian, Lucien! ” esulta Giselle, lasciando temporaneamente la sua postazione per andare in cerca dei suoi più validi collaboratori.
“Monsieur Smith, Monsieur Fell, vi prego di attendere qui un secondo, mi assicurerò che abbiate il nostro miglior tavolo!”

“Ma cosa…” borbotta Aziraphale.
“Carta psichica. Ognuno dentro ci legge qualsiasi cosa io voglio che legga.” sogghigna furbescamente il Dottore, rimettendola in tasca.

“Oh, beh, è davvero astuta, utile… e anche un po’ malvagia. Crowley l’adorerebbe!” ridacchia l’angelo. “A proposito, Anthony? Quello è il nome umano che si è scelto Crowley.” informa l’altro. “È davvero sorprendente quanto sia piccolo il mondo, eh?” sorride.
“Oh sì, davvero minuscolo!” il castano alza gli occhi, un po’ scocciato. “E comunque dovresti usarlo anche tu, ti sta bene.”
“No, grazie, rimarrò con A.Z., dà più mistero… ma semmai lo cambiassi, sarebbe Arthur.” decide Aziraphale.
“Hai ragione. Arthur è ancora più adorabile.”

Giselle è di ritorno da loro in pochi minuti, proprio come promesso e li porta al miglior tavolo che hanno loro da offrire, per poi far portare loro il menu.
Aziraphale è tutto preso a consultarlo e appena alza di nuovo lo sguardo il Dottore sta già indossando i suoi occhiali, per imitare le sue azioni.

“Oh, cavolo…” si lascia sfuggire Aziraphale.
“Che c’è?” si rivolge a lui il castano.
“Quegli occhiali ti stanno così bene e … sei così impossibilmente bello che dovresti darmi un preavviso prima di metterteli…” ammette il biondo.
“Aww, grazie.” gongola l’altro, sfiorandogli la mano.
“Doc?”
“Sì?”
“Credi che sarebbe molto sconveniente se due falsi critici gastronomici si scambiassero un vero bacio, qui, ora?” azzarda Aziraphale.
Il Dottore gli fa l’occhiolino, prima di togliersi gli occhiali.
“Riserviamocelo per più tardi!”

Quando un cameriere arriva al loro tavolo per prendere gli ordini, Aziraphale è più che impaziente di provare un’ampia gamma di crepe dolci e salate, mentre il Dottore sceglie qualcosa più legato alla cucina classica, come Quiche Lorraine e una selezione di paté.

Quando arrivano le loro portate, il Dottore è semplicemente stregato dal modo in cui Aziraphale si sta godendo le sue crepes, il modo in cui le guarda come se fossero il tesoro più prezioso al mondo, il modo grazioso in cui porta la forchetta alla sua bocca e la compostezza nel passarsi il tovagliolo sulle labbra, pronto a ricominciare tutto daccapo.

Senza parlare dei deliziati versi che emette.

Nel mentre, il Signore del Tempo sta anche cercando di gustarsi le sue prelibatezze, ma passa la maggior parte del tempo a fissare l’angelo, con un braccio piegato sul tavolo e la testa appoggiata alla mano chiusa a pugno.
Con un sorriso inebetito dipinto in volto.

“Huh? Qualcosa non va?” gli chiede Aziraphale, agitato, accorgendosi di lui.
“Niente. Sei semplicemente bellissimo.” mormora il Dottore.
“Oh.” arrossisce il biondo, compiaciuto. “Credo che dovremmo aggiungerlo alle cose da riservarci per più tardi.” civetta con lui. “Ad ogni modo, ti prego, smettila di fissarmi così, è troppo imbarazzante, mi ricordi Crowley così tanto che è ridicolo!”
“Beh, non posso certo farne una colpa al mio stessa-faccia se lo fa anche lui.” fa spallucce il Signore del Tempo. “Sei un tale spettacolo, mio caro!”

Una volta finita la straordinaria cena offerta dal ristorante, i due passeggiano per le strade, intervallando il piacevole camminare a un’ancor più piacevole attività di baciarsi.
Tutto a un tratto, l’angelo si discosta bruscamente dall’alieno.

“Io non dovrei fare così. Sono un angelo, per l’amor di Dio! Oh, e non dovrei nemmeno dire così!” sussulta Aziraphale, portandosi una mano alla bocca. “Tanto per cominciare, non dovrei amare un demone; ma ancor meno dovrei provare tutta questa forte attrazione e anche qualcosa di più verso qualcun’altro… te. E credo che questo sia così sbagl…” bofonchia, ma l’altro interrompe il suo fiume di parole, posandogli un dito sulla bocca.

“Shh, shh, mio dolce angelo. Non c’è niente di male, né di sbagliato in questo. Sai, ho avuto molti compagni, con le loro mogli… oppure compagne, con i loro mariti… e tutto ha sempre funzionato a meraviglia per me, senza costrizioni, senza legami troppo soffocanti, senza limiti alla mia libertà sentimentale.” gli spiega.
“Davvero?” domanda stupito l’angelo.
“Ma naturalmente. Questo non significa che tu ami anche solo un po’ di meno il tuo prezioso demone. Sai, l’amore è un sentimento così profondo, nobile e bello che non andrebbe incanalato in una direzione soltanto.” dice il castano, accarezzandogli il viso.
“Oh, cielo! Suona quasi come una frase che direbbe Lei.” commenta Aziraphale, sconvolto.
“Lei chi?”

Per tutta risposta, Aziraphale indica il cielo sopra di loro e ancora più su.

“Oh. Quindi Lui è una Lei?” gli chiede il Dottore, stupefatto.
“Il più delle volte.” annuisce l’altro, mentre la loro passeggiata giunge al termine.

La cabina telefonica blu è lì davanti ai loro occhi.
“Beh, il nostro paio d’ore è finito.” sentenzia il Dottore, estraendo le chiavi dalla tasca.
“Il tempo è proprio volato.” commenta l’altro, un po’ restio ad andarsene.
“Azi, sai perché ho scelto questa data in particolare?” lo interroga il Signore del Tempo, mentre sta per inserire la chiave nella toppa.
“No, perché?”
“Perché proprio stasera, in un seminterrato di un cafè qui nei paraggi ci sarà il primissimo cinematografo dei Fratelli Lumière.” gli rivela.
“Dimmi che stai scherzando!”
“Assolutamente no. Lo hai visto la prima volta?”
“Sfortunatamente temo che non fossi nemmeno in Francia… ricordi? Periodo troppo pacifico, nessun lavoro da fare…” tentenna il biondo.
“Bene, bene, sembra un’occasione più unica che rara...” canterella il Dottore, capace di tentarlo come il demone con il quale Aziraphale ha a che fare da più di seimila anni.

“Tu hai detto che, non importa quanto a lungo stiamo via, a Crowley sembreranno sempre poco più di cinque minuti, è così?”
“È esattamente quello che ho detto. E quindi?” sogghigna il Dottore, rimettendosi la chiave in tasca.

- Sembra proprio che passerò più di due ore e basta con quest’angelo incantevole. -

“Beh, allora che cos’è tutta questa fretta? Voglio dire, non c’è niente di sbagliato se ci fermiamo qui un pochino più a lungo e ci godiamo quello spettacolo…” mugugna Aziraphale.
Allons-y, mon amì! Cinematografo, stiamo arrivando!” gli offre un’altra volta il braccio il Dottore e l’angelo accetta.

Quando sono lì, Aziraphale non fa che guardarsi attorno, è tutto così caratteristico: la moquette sul pavimento, i violinisti che suonano in un angolo, l’eleganza dei vestiti che ognuno indossa e la pomposità degli arredamenti.

Quando il cinematografo comincia, il Dottore e Aziraphale si accorgono che è solo una proiezione di foto scattate in successione velocissima, per dare l’idea del movimento.
Il vero divertimento per loro è guardare il totale stupore della gente, mentre continuano a guardare come se quella fosse l’invenzione più innovativa di sempre.
E a quei tempi probabilmente lo era.

Quando lo spettacolo finisce il Dottore prende Aziraphale con sè.
“Louis, Auguste, potrei scambiare due parole con voi?” si avvicina ai Fratelli Lumière.
Si girano verso i loro ospiti. I due si assomigliano molto: entrambi con i capelli brizzolati e ricciolini, grossi baffi e occhi vispi.
Mais oui, miei stranieri amici!” li accoglie Louis, con il suo Inglese quasi perfetto. Del resto, viaggiare per il mondo per mostrare il loro lavoro ha aiutato i due fratelli a imparare le lingue straniere piuttosto bene.
Auguste si limita solo a sorridere, probabilmente dev’essere il più timido.

“Oh, è un tale onore per noi essere qui stasera. Avete dato un contributo così importante all’umanità, con uno sviluppo sia scientifico, sia artistico.” fa un sorrisone Aziraphale, visibilmente emozionato.
Il Dottore gli rivolge un’occhiataccia per fargli silenziosamente segno di non rivelare troppo del futuro.

“Lo abbiamo fatto? Oh, La prego, voi ci sopravvalutate, abbiamo fatto ancora così poco!” interviene Auguste.

“Oh, ma sono certo che lo farete!” sorride affabile Aziraphale al suo interlocutore.
“Louis, Auguste, vi spiacerebbe se vi dessi un consiglio o due su come aumentare l’effetto realistico delle vostre immagini?” si offre il Dottore.

Mentre il trio chiacchiera, Aziraphale ne approfitta per passeggiare nei dintorni, finché incontra una curiosa figura. E un uomo alto e stempiato, con pochissimi capelli neri ai lati, con grossi ed eccentrici baffi neri a punta, così come la sua barba, e un’espressione un po’ da pazzo.

Bonsoir, sono George Melies, un prestigiatore. Le dispiacerebbe venire ad assistere al mio spettacolo di magia che si terrà in un teatro qui vicino fra un paio di giorni?” lo invita lo sconosciuto, mostrandogli la locandina.

Gli occhi dell’angelo sfavillano di eccitamento.

“Ha detto uno spettacolo di magia, vero?”

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Crowley è ancora in strada quando sente l’ormai familiare suono pulsante, le folate di vento e vede dei flash blu.
Lentamente e progressivamente, la cabina telefonica blu si materializza davanti a lui nuovamente e pochi minuti dopo Aziraphale e il Dottore - ora con gli abiti di sempre - escono.

“Lo sapevo che non potevate lasciarmi qui sul serio. Possiamo andarcene per il tempo e lo spazio adesso?” ghigna il rosso.
“Non credo proprio, caro. Ci siamo già stati lì.” prova a spiegargli Aziraphale, prima di rivolgersi al Dottore. “Avevi ragione. Pensa davvero che siano passati solo cinque minuti.”

“Visto? Te l’ho riportato qui, sano e salvo.” fa un sorrisetto il Dottore, ma Crowley non lo sta nemmeno ascoltando.
“Perché? Non sono stati cinque minuti? Quanto tempo siete stati via?” li interroga il demone, con gli occhi che si riducono a due fessure, anche se dietro le lenti scure.
“Beh il tempo necessario per la cena… come pianificato!” replica l’angelo, vago. “O forse un pochino più a lungo. Sai com’è… accadono cose e ti lasci trasportare.” aggiunge subito dopo, perché, è più forte di lui, non ce la fa proprio a mentire al suo Crowley.

“Per l’amore di qualcuno, Aziraphale, smettila con queste frasi a metà! Quanto tempo siete stati via, per davvero? Cinque minuti? Cinque ore? Cinque giorni? Cinque settimane? Cinque mesi? Cinque anni? Cinque secoli? Quanto cazzo di tempo?” si agita il demone, quasi avendo un attacco di panico.

“Ti prego, caro, calmati. Sono stato via soltanto per cinque giorni.” gli confida l’angelo, una volta per tutte.
“Che cooosa?!” starnazza Crowley “Voi due ve ne siete andati per cinque maledetti giorni e a me sembrano solo cinque maledetti minuti? Hai la più pallida idea di quanto mi confonda questo?” si lagna con un tono di un’ottava sopra, a causa dell’agitazione.
“È  la magia del tempo!” sorride a trentadue denti il Dottore.
“Sssstaaa zzzzitto, tu, cazzzzo!” sibila Crowley. “Azi, e se tu te ne fossi andato via per mille anni con lui e a me fossero sembrati solo cinque minuti? Come Paradiso potrei saperlo?”
“È  semplice, non lo puoi sapere e basta!” gli fa una linguaccia il Signore del Tempo.
Aziraphale tiene fermo Crowley, per impedirgli di aggredirlo.
“Doc, tu però così non mi aiuti!” lo rimprovera.

“Oh, andiamo, credimi o no, sono stati solo cinque giorni e sono certo che Aziraphale sarà più che felice di farti un report su dove siamo stati e cosa abbiamo fatto!” chiarisce il Dottore e Crowley sembra calmarsi un po’.
“Posso anche aggiungere che è l’ultima volta che partiamo senza di te, sei più felice adesso?” alza gli occhi.

“Forse, ma ho bisogno ancora di qualcosa. Credo che sia più che giusto se passo cinque giorni solo con lui.” propone, stringendo forte a sé Aziraphale.

“Beh, se ti è di qualche consolazione, quando stavamo insieme ha fatto il tuo nome almeno uno o due bilioni di volte!” lo informa il Dottore, piuttosto irritato, facendo sorridere il suo rivale.
“Oh, andiamo, Doc, adesso non fare la vittima. È stato anche molto romantico. Cinque giorni pieni di abbracci e baci…” si difende l’angelo, accorgendosi troppo tardi di ciò che ha appena fatto.
“Cinque giorni pieni di coooosaaa?!” sbotta il demone.
“Ora sei tu che non ti stai aiutando molto, Azi!” ridacchia il Signore del Tempo.

“Riguardo ai cinque giorni da passare soltanto con lui, immagino che Crowley abbia ragione.” cambia astutamente argomento il biondo. “A te non dispiace, vero?” aggiunge, con la preoccupazione che vela i suoi occhi azzurri.
“Ma certo che no, lo capisco perfettamente.” gli sorride dolcemente il castano.
“Non lo so, magari puoi farti un giro della città, leggere qualche libro di Azi … o viaggiare per qualche pianeta inesplorato… o qualsiasi altra cosa faccia un Signore del Tempo!” fa del suo meglio il rosso  per risultare gentile.

“Credo che viaggerò da solo, magari potrei salvare uno o due pianeti…” pianifica il Dottore, accarezzandosi il mento con fare pensieroso.
“In soli cinque giorni?” si abbassa gli occhiali scuri Crowley per guardarlo meglio con lo scetticismo più totale.
“Tu non mi conosci!” fa un sorrisetto tronfio l’altro.
“Secondo me sei solo affetto da delirio di onnipotenza! E te lo dice uno che il mondo lo ha salvato per davvero!” ribatte il demone.
“Hey! Anche io lo salvo il mondo. Anzi, i mondi. E ben più di una volta.” si difende il Signore del Tempo , prima che si inneschi qualcosa in lui.

“Aspetta un attimo Il mondo salvato. L’Inquisizione Spagnola. I tunnel scavati in Tibet. Antartide. Un reattore nucleare mancante. Una caramella al limone. Perché al limone? Alla banana sarebbe stato meglio. Accidenti, quanto vorrei una caramella alla banana adesso!” comincia il suo brainstorming, picchiettando le tempie.
“Alieni strambi con messaggi di pace ancora più strambi. La guerra nucleare mondiale evitata all’ultimissimo minuto. I quattro cavalieri dell’Apocalisse. Truppe di migliaia di angeli e demoni, pronti a combattere. L’ Anticristo. Un falso anticristo. Il piano ineffabile.” continua le sue associazioni mentali, camminando in cerchio.

“Sai, un po’ mi fa paura quando fa così.” sussurra Aziraphale a Crowley e lui annuisce.

Il demone va verso il Dottore, picchiettandogli la spalla.
“Hey, tu, strampalato ragazzo alieno, hai finito col tuo maledetto farneticare?”

Aziraphale fa apparire un sacchettino di caramelle alla banana e glielo allunga.
“Ecco caro, prendile. Va un po’ meglio ora?” gli domanda.
“Decisamente meglio!” sogghigna il Dottore, cominciando a mangiare le caramelle, felice come un bimbo.
“Non lo chiamare caro!” sbotta Crowley, gelosissimo.
“Oh, chiudi il becco, siete entrambi cari per me!” puntualizza l’angelo, prima di rivolgersi al Dottore che è già entrato nel TARDIS e sta appoggiato con la schiena contro lo stipite della porta. “Tornerai qui fra cinque giorni, non è vero?” gli domanda, un po’ preoccupato.

Lui si augura davvero di poterlo rivedere ancora.

“Ma certo che tornerò, Azi. Giusto il tempo di viaggiare un po’ in giro e poi torno e ho intenzione di rimanere un po’. Finalmente mi sono ricordato per che cosa sono venuto qui, ma ve lo dirò quando torno.” li informa, pronto a partire.
“Oh, quindi non sei venuto qui solo per innamorarti perdutamente di me?” non può fare a meno di flirtare con lui l’angelo, andando verso la soglia del TARDIS.
“No, quello è stato solo un incidente di percorso… ma un incidente che rifarei volentieri un milione di volte, ancora e ancora.” si sporge in avanti il Signore del Tempo, ma un certo qualcuno tira il suo angelo indietro.

“Ma nemmeno maledettamente per idea! Voi due, smettetela di farvi gli occhi dolci!” sbotta Crowley. “Angelo, mi hai promesso cinque giorni con me soltanto, fai ciao ciao al Dottore!”

E lo fanno, muovono le mani in segno di saluto, prima che le porte si chiudano e la cabina telefonica blu cominci a pulsare e poi sparisca.

“E così, Crowley, che cos’hai fatto tutto questo tempo per conto tuo?”
“Per lo più stare in strada e inveire contro il Dottore. Te l’ho detto che sono stati solo cinque minuti per me!” fa spallucce l’altro. “Ad ogni modo, tieni chiusa la tua libreria per cinque giorni, tu starai da me!” aggiunge e suona più come un ordine che come una proposta.
“Per me va benissimo!” sorride esaltato il biondo, mentre si incamminano verso la Bentley.
“E voglio sapere ogni dettaglio su che cosa hai fatto in questi cinque giorni!”

Ed è così che passano il viaggio in macchina, con Aziraphale che gli racconta tutte le loro avventure.
“... e poi ho assistito a uno spettacolo di magia e quel George era decisamente molto più bravo di me…”
“Chiunque è più bravo di te, con quella roba!” ridacchia Crowley.
“Hey!” sbotta l’altro, offeso. “Oh, aspetta un momento. Hai ragione. E comunque, ho visto anche l’Excelsior, ma niente di che se paragonato alla Gavotta,” continua. “Oh, avresti dovuto tanto vedere il Dottore con i Fratelli Wright, ha messo un po’ più a posto i loro progetti e loro non la finivano più di ringraziarlo!”
“Okay, okay, ora il maledetto quadro mi è fin troppo chiaro. Sembra proprio che tu ti sia divertito un sacco.” brontola il demone, parcheggiando la sua macchina.

“Se ci fossi stato tu con me, mi sarei divertito il doppio.” mormora l’angelo, cercandogli un bacio che l’altro non gli nega.

“Ma sono con te adesso.” sussurra Crowley contro le sue labbra.
Vanno avanti a baciarsi per tantissimo tempo, prima di ricordarsi che sono ancora dentro la Bentley e che Crowley ha un appartamento dove potrebbero stare molto più comodi.
Una manciata di minuti più tardi, si stanno già abbracciando stretti sopra il largo letto di Crowley, guardando la TV.

Quando il demone meno se lo aspetta, la mano dell’angelo scorre fra i suoi capelli rosso fiammante.
“Hai ragione tu, caro, non capisco proprio perché non lo abbia fatto prima. Hai dei capelli fantastici anche tu!” sorride.
Crowley va decisamente in brodo di giuggiole e si spinge più vicino al suo tocco, prima di provare a fare la stessa cosa con i biondi capelli impossibilmente soffici dell’angelo.

Il risultato può essere uno soltanto: i due finiscono per baciarsi con ancora più ardore di prima probabilmente i capelli devono rientrare fra le loro zone erogene più sensibili.

Il rosso riguadagna controllo di sé a sufficienza per separarsi da lui e affrontarlo su una questione tutt’altro che irrilevante.

“Sai, Aziraphale, è tutto meraviglioso, ma non posso dimenticare così facilmente che tu hai abbracciato e baciato un altro… e che molto probabilmente lo farai di nuovo.” mugugna “Voglio dire, tu come ti sentiresti se fossi al posto mio?”
“Uhmm, fammici un po’ pensare… se tu avessi una cotta… e anche un po’ più di una cotta per qualcuno che è esattamente identico a me, io credo che ne sarei solo incredibilmente lusingato.” gli rivela con un sorriso l’angelo, sorprendendo il suo interlocutore con quella risposta.
“Davvero?”
“Sì, davvero. La tua gelosia è del tutto immotivata.”
“E va bene, allora, andrò in cerca di un tuo sosia, magari la rockstar libertina…” scherza Crowley, fingendo di alzarsi dal letto.

L’angelo scoppia a ridere, tirandolo a sé.

“Vieni qui. Se proprio ci tieni, posso miracolare una chitarra elettrica, mettermi un po’ di trucco e agire da libertino quanto vuoi!”gli propone baciandolo.
“Ma quello già lo sai fare. Ho visto come flirti con il Dottore!” gli rinfaccia nuovamente Crowley.

“Crowley, ti prego, te l’ho detto. Ti amo, caro, ti amo così infinitamente tanto… però non so come spiegartelo, sento qualcosa anche per lui. Qualcosa che sta diventando sempre più forte, ogni giorno che passa, ma che non priva in nessun modo il mio cuore di tutto l’amore che provo per te.” lo rassicura pazientemente l’angelo, accarezzandogli le braccia. “Sai, un giovane vecchio saggio mi ha detto che l’amore è un sentimento troppo bello per incanalarlo in una sola direzione.”
“Ngh… okay allora… basta che io sia una delle direzioni!” borbotta il demone, quasi timidamente.
“Ma tu lo sarai sempre, Crowley. Per sempre, sempre.” lo abbraccia forte Aziraphale, accarezzandogli il viso e baciandogli il collo.

Crowley comincia a slacciare la camicia di Aziraphale, un bottone per volta, pazientemente.
“Troppo veloce?” gli chiede, un po’ apprensivo.
Per tutta risposta, l’angelo gli apre in due la maglietta, lasciando l’altro esterrefatto.
“Troppo lento!” ridacchia Aziraphale, spronandolo a liberarlo dalla camicia alla svelta.

Comincia a depositare baci sul capezzolo sinistro di Crowley, mentre le dita giocano con quello destro.
“Angeloo, ma cooosaa…” geme l’altro.

“Sai, il mio primo bacio in assoluto è stato con il Dottore … però voglio che il mio primo qualcos’altro in assoluto sia con te.” gli fa l’occhiolino l’angelo.
Il demone spalanca i suoi grandi occhi gialli, pieno di aspettative.

“Azi, mi stai davvero dicendo che tu…”

“Sì, ma non ora, non in questi cinque giorni, intendo. Però il momento, il nostro momento, arriverà.” gli promette il biondo, mentre continua a baciare il petto del demone a modo suo. “Nel frattempo credo che possiamo un po’ improvvisare….” sorride allusivo, mentre una mano innocente scivola sul cavallo dei pantaloni di Crowley.

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Ed è proprio questo che fanno per i restanti cinque giorni, senza fare propriamente l’amore, ma andandoci molto, molto vicino.
Alla sesta mattina, Aziraphale si sveglia molto presto e si alza da quel letto dove Crowley se la sta dormendo della grossa.

Naturalmente, è perché ha il suo negozio di libri da riaprire, ma non è quella la vera ragione che spinge Aziraphale ad affrettarsi.

Sorride sollevato quando vede la familiare cabina telefonica blu sul lato opposto della libreria, ancora di più quando scorge da lontano il Dottore che passeggia, con le mani in tasca.

“Sei tornato!” gioisce, correndogli incontro per un abbraccio lungo e intenso.
“Di solito mantengo le mie promesse. Soprattutto quando sono così piacevoli da mantenere.” gli sorride dolcemente il Dottore.

“Lo sapevo che ti avrei trovato qui!” gracchia una voce familiare alle loro spalle.

“Crowley… mi hai forse seguito?” si insospettisce l’angelo.
“Non ce ne è stato affatto bisogno. È come se tu te ne fossi andato lasciando un’insegna gigante al neon con la scritta ‘Sono andato dal Dottore’!” spiegò, alzando gli occhi al cielo. “E la mia Bentley può essere più veloce di un teletrasporto!” si vanta.

Qualcosa attira la più completa attenzione del Dottore.
“Hai una Bentley? Una originale? La posso vedere?” domanda a Crowley, un po’ troppo impazientemente.
“Sssssta’ il più benedettamente lontano dalla mia piccola!” sibila.

“Non fare caso a lui, è sempre molto sensibile riguardo alla sua macchina!” spiega Aziraphale, che si sente come se avesse una sorta di missione.
“Sapete che vi dico? Che terrò la mia libreria chiusa anche per oggi. È una così bella mattina di sole, che ne dite di un picnic a St. James’ Park?” propone.

“Come il picnic che sto aspettando dal 1967? Quindi tutto quello che serviva per avere un tuo invito era un alieno bizzarro che mi assomiglia!” borbotta.
“Non sono bizzarro… sono solo non banale!” si difende il Dottore. “Ad ogni modo; il primo bancomat funzionante a Londra, il primo laser brevettato in California, la prima sonda spaziale su Venere, il primo trapianto di cuore in Africa, l’album di debutto dei Doors.il 1967 è stato un anno così interessante, ci dovrei tornare a fare un salto.” contempla.

Crowley e Aziraphale ormai si sono abituati così tanto al suo farneticare che nemmeno gli prestano più attenzione.
“Il punto è ...secondo me, più tempo voi due passate insieme, più andrete d’accordo.” riprende il discorso Aziraphale.

“Allora, ragazzo alieno, quanti pianeti hai salvato in questi ultimi cinque giorni?” gli chiede Crowley, con un chiaro tono da presa in giro. “Vedi? Stiamo andando d’accordo!” si rivolge all’angelo.
“A dire il vero, due pianeti. E ho evitato una guerra. E nell’ultimo viaggio per poco non sono morto.” ricapitola il Signore del Tempo. “Beh, tutte cose che accadono piuttosto frequentemente!” ridacchia.

“Beh, io non so se è la scelta più giusta. Voglio dire, non c’è niente di insolito o anche solo lontanamente interessante in una giornata a Saint James’ Park per un Signore del Tempo che brama sempre un’eccitante avventura!” cerca di far desistere il Dottore Crowley, per far sì che non si unisca a loro.

“Puoi trovare una strabiliante avventura anche nella più tranquilla delle giornate, se la sai cercare bene!” replica il Dottore con un sorriso smagliante.

Aziraphale gli sorride beato, mentre Crowley non è affatto contento.

- Okay, ragazzo alieno, sei un osso duro, eh? Ma io lo sono di più!

“Angelo, io credo che un’occasione così speciale si meriti il giusto trattamento; quindi perché non vai ad aspettarmi vicino alla mia macchina?” si rivolge ad Aziraphale, che annuisce festoso.
“Quindi andiamo là con la tua macchina, la Bentley?” gli domanda il Dottore, su di giri.

Una ragione in più perché Crowley faccia qualcosa a riguardo

“Sì, è naturale, ma prima ho bisogno del tuo aiuto, vieni con me!” dice il demone, aprendo la libreria di Aziraphale con uno schiocco di dita.

“Sai, potevamo anche usare il mio cacciavite sonico che apre ogni porta… ma così è più figo!” ridacchia il Signore del Tempo, seguendolo all’interno. “Allora, a che ti servo di preciso?” gli domanda.
“Beh, c’è un posto qui dove Aziraphale conserva le migliori bottiglie di vino.” gli rivela Crowley, che lo sta portando in una stanza ben precisa.

Il Dottore comincia ad avere qualche sospetto.

“E allora perché non schiocchi le dita per prenderle?”
“Non è la migliore delle abitudini ricorrere a frivoli  miracoli per cose che possono essere fatte con un po’ di sforzo umano, ma Aziraphale è un tale pelandrone che non mi posso certo aspettare un aiuto da lui in questo genere di cose. Però non posso dire lo stesso di te.” trova una scusa perfetta il demone.
“Adoro aiutare, se posso!” fa un sorrisetto il Dottore, mentre giungono a destinazione.
“Dopo di te…” esclama Crowley, aprendo la porta e spingendolo dentro.

“Aspetta un momento, qui non c’è alcuna bottiglia di vino!” si gira bruscamente il Dottore verso di lui, che è rimasto sulla soglia.
“Oh, ma lo so bene. Questo è il posto che Aziraphale usa come ripostiglio.” lo informa Crowley, prima di mostrargli qualcosa che lui conosce molto bene. “E questa volta il tuo giocattolino svita/avvita rimane qui con me!” sogghigna.
“Hey! Ridammelo indietro!” bercia il Dottore, cercando inutilmente di riprenderselo.
“Sai che ti dico? Non ho dovuto nemmeno usare la magia per questo; te l’ho sfilato dalla tasca e tu nemmeno te ne sei accorto!” se la ride Crowley, chiudendo la porta.

Il Signore del Tempo gli ringhia contro qualcosa di intelligibile, frustrato.

Grazie a un altro dei suoi miracoli demoniaci, il Dottore può ancora sentire chiaramente la voce di Crowley.

“Questo è per lo scherzetto della navicella spaziale  prenotata solo per due! E prima che provi a far a spallate contro la  porta o a prenderla a calci, lascia che ti avvisi che, se all’interno ti sembra ancora una fragile porta di legno, dall’esterno l’ho rinforzata, tramutandola in una porta blindata ad estrema sicurezza; qualcosa che, messo a confronto farebbe sembrare Alcatraz un asilo nido!” lo informa tronfio il demone, prima di far ritorno dal suo angelo.

TBC

Allora, non pensate anche voi che il Dottore sia un patafrullino dolcioso e Crowley un brutto (no.. un momento, come brutto? lui non è MAAIIII brutto!) demoniaccio geloso e cattivone che non ha ancora imparato come lo deve trattare?

aahaha, scherzo, io li amo entrambi, è solo che mi diverto un mondo a immaginarmeli così XD
magari prima o poi la smettono di farsi la guerra. ^^’

E in tutto questo Aziraphale è peggio di una gatta morta XD Ma come biasimarlo? <3 

Ho fatto una marea di ricerche per scrivere questo luuuuuungooo capitolo (scusatemi!!) , ma chiedo venia per ogni inesattezza storica.
Però ce lo vedevo un botto Ten a dilettarsi coi fratelli Lumiere e Wright… che poi, boh, magari è successo in altri episodi di DW (scusatemi, sono solo all’inizio della quinta e ignoro totalmente tutta la classica, sigh :/ ) 

Ah l’acronimo che si inventa Azi non potevo renderlo in Italiano, ma significa : La Cabina Blu Che Viaggia Ovunque ^^’

spero continui a piacervi, se trovate il tempo di farmi sapere che ne pensate ve ne sarò super grata.

per chi ama anche la coppia Jessica/Kevin, sul fandom di Jessica Jones trovate un paio di mie fanfic (e presto ne arriverà un’altra)
per quel che riguarda questo di fandom, la prossima che aggiornerò sarà il prompt di Chappy su Adam e Warlock ;) … coi miei tempi biblici, come sempre ^^’

 

‘notte, è tardino

   
 
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