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Autore: FairyCleo    10/12/2019    2 recensioni
Dal capitolo 1:
"E poi, sorprendendosi ancora una volta per quel gesto che non gli apparteneva, aveva sorriso, seppur con mestizia, alla vista di chi ancora era in grado di fornirgli una ragione per continuare a vivere, per andare avanti in quel mondo che aveva rinnegato chiunque, re, principi, cavalieri e popolani".
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goku, Goten, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tra ieri e oggi
Ieri…

Baba era stata più che mai efficiente, e lo stesso discorso era valso per Bulma e Chichi, decise più che mai a rintracciare le restanti sfere del drago in tempi brevissimi.
Goten, Gohan e Trunks non sospettavano niente. Con la silente complicità di Vegeta, che si era rinchiuso in un ostinato mutismo, le due donne avevano agito praticamente indisturbate, riuscendo a trovate sei sfere su sette due giorni prima del compleanno del piccolo Son.
Chichi era frastornata dalla vorticosità con cui gli eventi si stavano susseguendo. Presto avrebbe rivisto Goku, e l’atteggiamento di Bulma le aveva confermato ancora di più che persona speciale fosse. E poi, c’era Vegeta. E Vegeta si era rivelato straordinario. Dopo aver iniziato a viverlo quotidianamente, aveva cominciato a capire il perché dell’affetto che il suo secondogenito provava verso il marito della sua amica. Vegeta poteva anche essere un po’ burbero e sgarbato, ma era attento, preciso, fiscale, impassibile su alcune regole, ma sapeva anche essere comprensivo e premuroso, in un certo qual modo. Certo, non aveva mai abbracciato i piccoli, non li aveva mai coccolati, non aveva mai fatto loro una carezza, ma quello che faceva dimostrava chiaramente l’affetto provato nei loro riguardi. Da un uomo così rude, cresciuto come un militare e da dei militari, non poteva aspettarsi altro, del resto, e doveva ammettere che questo suo modo di fare le piacesse molto, alla fine dei conti. Grazie a tutto ciò, Goten era diventato responsabile, e aveva notato un avvicinamento a lui anche da parte di Gohan.
“Avevi ragione, sai?” – gli aveva sentito dire un giorno – “Vegeta non è affatto come sembra!”.
Ed era vero: Vegeta non era come sembrava. Vegeta li allenava, li portava a scuola, si assicurava che facessero i compiti e li portava al parco o al cinema. Faceva quello che ogni padre sensato avrebbe dovuto fare, insomma. Peccato che lei e Gohan, avendo avuto a che fare solo con Goku, non se ne fossero mai resi conto.
Il legame tra suo figlio e Trunks, poi, l’aveva commossa sino alle lacrime. Quei due bambini erano in simbiosi perfetta. Nonostante Bulma avesse allestito una cameretta per ciascuno di loro con tanto di libri, giochi, vestiti e comfort di ogni genere, i due piccoli finivano sempre per addormentarsi l’uno accanto all’altro, sorridendo felici.
Tutto questo le aveva dato modo di riflettere molto, nelle ultime sere. Forse, avrebbe dovuto accettare la proposta di Bulma. Forse, avrebbero dovuto trasferirsi lì in città, dove i tre piccoli mezzi saiyan potevano stare insieme come una vera famiglia, dove anche lei avrebbe potuto trovarsi un lavoro e rifarsi una vita. Aveva da poco passato la trentina, Chichi, era ancora affascinante, lo sapeva bene, ma la sua ostinazione nel non voler dare fastidio e nel sentirsi ancora legata a Goku glielo avevano impedito, nonostante tutto. E poi, si sarebbe sentita di troppo, perché era certa di una cosa: anche se Bulma avesse donato loro degli appartamenti privati, avrebbero trascorso molto tempo insieme, e non voleva assolutamente intaccare il rapporto che c’era tra lei e Vegeta.
Li invidiava molto, se doveva essere sincera. Esattamente come Gohan, aveva avuto modo di scoprire un lato di Vegeta che non conosceva, un lato umano che lo rendeva speciale. Non aveva certamente cambiato del tutto opinione su di lui, ma essa era decisamente migliorata. Forse, da un lato, avrebbe anche voluto che Goku gli assomigliasse un po’… Che fosse stato presente come lo era Vegeta, almeno. Che fosse stato più presente e più sincero con lei e con i suoi figli.
A tal proposito, stava davvero iniziando a perdere le speranze per quanto riguardava una possibile risposta alla sua lettera da parte di Goku. Possibile che a suo marito non importasse più niente della famiglia che aveva formato con lei? Le sembrava impossibile che un uomo così buono fosse così irresponsabile e che, di rimando, una specie di mostro fosse un padre quasi perfetto. Cosa era andato storto? Che fosse lei, il problema?
Erano queste le cose a cui stava pensando Chichi quando Baba era comparsa all’improvviso, facendola sobbalzare.
“Ti ho spaventata, cara?”.
“Ba- Baba!” – stava tremando. Che modi erano, quelli? Comparire senza nessun avvertimento mentre stava cercando di riposare era da villani! Ma questo, evidentemente, non doveva avere alcun valore per una strega, abituata ad andare avanti e indietro da un mondo all’altro senza troppe remore.
“Scusami cara! Sono appena tornata dall’Aldilà dopo aver incontrato Goku e non ho perso tempo a venire da te per comunicarti la sua decisione! Non ho proprio pensato ad annunciare il mio arrivo, sono stata veramente maleducata!”.
“Ma no… Non pensarci…” – aveva ancora una mano sul petto, ma non la teneva lì per via dello spavento che le aveva fatto prendere la strega. O almeno, non solo per quello. Aveva davvero detto di aver parlato con Goku? E aveva aggiunto di avere un suo messaggio da darle? A quelle parole, la mora aveva iniziato a tremare senza sosta, non più così tanto certa di voler veramente sapere cosa lui le avesse da dire. Se avesse appreso che suo marito non aveva la benché minima intenzione di tornare, cosa avrebbe fatto?
“Tesoro… Stai bene? Mi sembri pallida”.
“Sì, Baba, scusa… Sono solo un po’ agitata”.
“Posso capirlo, tesoro” – aveva sorriso teneramente, facendo piegare la fitta rete di rughe del suo viso – “Ma ho buone notizie”.
“Veramente?”.
“Bè, almeno secondo me, lo sono”.
Non avrebbe potuto farcela a sopportare ancora, ma non voleva essere sola quando Baba le avrebbe detto le cose come stavano. Per questa ragione le aveva chiesto qualche secondo e aveva composto il numero dell’ufficio di Bulma, ufficio dove la turchina si era rintanata non appena erano rientrate a casa, chiedendole di raggiungerla. Inutile dire che si era precipitata nella sua stanza in meno di un istante, con il cuore in gola e il fiato corto dall’emozione.
“Chichi! Baba! Raccontatemi tutto, o potrei anche morire d’infarto!”.
“Nessuno morirà, quest’oggi, mia cara… Ho delle cose da raccontarvi”.
Così dicendo, aveva raccontato loro di aver incontrato Goku un paio di giorni dopo aver parlato con loro due. Prima, era stata costretta a informare re Yammer delle loro intenzioni per sincerarsi che il saiyan potesse effettivamente ottenere un permesso speciale per tornare temporaneamente sulla Terra e che potesse tornare in vita nonostante fosse trascorso più tempo del dovuto.
“Già… Non avevo tenuto in considerazione questa cosa… Non deve trascorrere più di un anno per poter riportare in vita una persona con le sfere del drago…” – Bulma si era data dell’imbecille. Come aveva potuto non ragionarci su? – “Chichi, mi spiace così tanto!” – stava per scoppiare a piangere.
“Tranquilla, Bulma… Re Yammer ha trovato una scappatoia di cui al momento non posso parlarvi. Per cui, dopo essermi accertata che Goku potesse effettivamente tornare in vita, l’ho raggiunto sul pianeta di re Kaioh dell’Ovest, parlandogli della vostra proposta e consegnandogli la lettera di Chichi”.
“Eh?” – avevano detto entrambe le donne in coro, al culmine dell’agitazione.
“E mi ha proposto di venire sulla Terra per una settimana e trascorrere del tempo col piccolo Goten”.
Il sangue si era gelato nelle vene di entrambe.
“Solo… solo questo? Ha detto solo questo?”.
“E mi ha fatto attendere un’ora e un quarto per poi consegnarmi questa. Ecco Chichi, è per te”.
Una lettera? No, la cintura della sua divisa arancione. Goku le aveva mandato la cintura blu che teneva stretti in vita i pantaloni della sua divisa arancione. Con questo gesto apparentemente così insignificante, Goku aveva riportato sua moglie indietro di tanti, tantissimi anni sino a quel giorno, a quell’episodio così lontano ma che ora le sembrava fosse successo solo pochi minuti prima.
Avevano quindici anni lui e quattordici lei. Era poco più che una bambina, ma era forte, coraggiosa, ed era stata allenata per diventare una guerriera. Si erano rivisti da poco, lei e Goku, e lui non ricordava niente di quella bambina con cui aveva vissuto quell’intensa avventura. Non ricordava né lei, né la promessa che le aveva fatto, quella più importante: la promessa di prenderla in moglie. Dopo la sua delusione iniziale, avevano ricominciato a vedersi piuttosto regolarmente per allenarsi. Goku era incuriosito dalle tecniche conosciute dalla sua giovane amica, e pensare di aver incontrato una donna così tenace e forte lo stuzzicava, anche se non aveva ancora compreso in quale misura. Chichi era giovane, bella, ma non era affatto un’ingenua. Sapeva esattamente quello che voleva e avrebbe fatto di tutto pur di ottenerlo. Sarebbe diventata la moglie perfetta per Goku, lo avrebbe coccolato e amato come nessun’altra avrebbe mai potuto fare perché lei lo avrebbe capito fino in fondo. Proprio per questo aveva deciso di perfezionarsi nella lotta, per allenarsi insieme all’uomo che voleva sposare a ogni costo. Quel giorno faceva caldo. L’afa era praticamente insopportabile, ma loro non avevano cessato gli allenamenti neanche per via del clima avverso. Era troppo stimolante giocare a inseguirsi lungo la riva del fiume, e gli schizzi prodotti dal loro correre senza sosta erano piacevolmente rinfrescanti. Ridevano, nonostante la serietà del momento. Ridevano perché erano felici. Chichi era migliorata tantissimo e lo stesso era valso per Goku, ma sotto un aspetto diverso da quello del combattimento. Il saiyan, seppur tonto e un po’ goffo, aveva imparato a voler bene a quella ragazza dai lunghi capelli neri. Lei cucinava per lui i piatti migliori, lo lasciava riposare sulle sue gambe, la sera, e condivideva la sua passione per la lotta, il suo desiderio di diventare sempre più forte. E poi, Chichi era carina, per quanto lui non fosse il massimo esperto in fatto di ragazze. Certo, non era come Bulma, ma gli piaceva. E gli piaceva più di quanto volesse dare a vedere. Si stavano rincorrendo in riva al fiume quando Chichi, improvvisamente, aveva urlato e si era accasciata, toccandosi la caviglia. In un primo momento, Goku non ne aveva compreso la ragione, ma era bastato avvicinarsi a lei per capire che un grosso serpente, forse calpestato inavvertitamente, l’aveva morsa.
Prontamente, proprio come il più temerario degli eroi, Goku si era chinato su di lei, succhiando il liquido velenoso con la bocca e fasciando la parte lesa con la cinta blu della sua tuta, facendo sì che i suoi pantaloni cadessero irrimediabilmente, causando nella mora un improvviso rossore, non causato certamente dall’effetto del veleno.
“Go-Goku… I tuoi pantaloni…”.
“Urca!!” – aveva detto lui, calciandoli lontano
“Ma Goku… Cosa fai?” – lei era diventata viola dall’imbarazzo. Che voleva fare quello sciocchino?
“Devo portarti subito dal Supremo” – aveva detto lui, serio, noncurante delle mutande in bella vista e dell’imbarazzo di lei.
Quella era stata la prima volta che Chichi si era trovata tra le sue braccia e , poco dopo, si sarebbe tramutata nella prima volta in cui lei, emozionata e felice, lo aveva baciato sulle labbra.
Con le lacrime agli occhi, Chichi era tornata al presente, cercando di trattenere l’emozione.
“Cara… Ti senti bene?”.
“Benissimo, Baba. Mi senti benissimo”.
“Molto bene, cara…” – aveva sorriso come solo lei sapeva fare – “Quindi, Goku sarà il benvenuto?”.
Bulma, che era rimasta in silenzio fino a quel momento cercando di decifrare l’atteggiamento della sua amica, era intervenuta, mostrandosi più entusiasta che mai.
“Certo, Baba. Sarà il regalo più grande che potremo fare a quel bambino, e non solo”.
Non si erano accorte che qualcuno, imbarazzato e incredulo, le stava ascoltando, nascosto dietro la porta della stanza. Era diventata una specie di abitudine, la sua, avrebbe di certo avuto una splendida carriera come investigatore privato.
Stava tremando, mentre cercava di mantenere un certo contegno. Non avrebbe mai creduto che quel momento potesse arrivare.
“E così, hai ceduto, razza di imbecille… Tornerai qui”.
Sì, sarebbe tornato lì, sulla Terra, da loro. E Vegeta non sapeva se fosse stato pronto.

 
*
 
Oggi…

Stavano cenando in silenzio, cercando di non sprecare neanche una briciola di pane e sorseggiando con entusiasmo il brodo caldo ricco di verdure fresche di giornata. Vegeta si era superato, quella sera, e i bambini ne erano pienamente soddisfatti, anche se, entrambi, cercavano di evitare lo sguardo del saiyan.
“Com’è andata a scuola, oggi?”.
Lo aveva chiesto distrattamente, senza sapere quello che avrebbe potuto scatenare facendo quella domanda che qualsiasi altro genitore avrebbe potuto fare.
Goten aveva chinato il capo, continuando a mangiare e rispondendo un bene tra i denti. Non aveva il coraggio di raccontare che Trunks aveva marinato la scuola e che il maestro lo aveva punito e umiliato.
Non voleva dare un’altra preoccupazione all’uomo che adorava. Avrebbe tenuto tutto dentro di sé, come faceva sempre.
Trunks non aveva risposto, continuando a mangiare e fissando con insistenza il piatto ormai quasi vuoto.
Vegeta sapeva che qualcosa non andava, tra quei due. Lo aveva capito da tempo, ormai. Se fosse stato un bravo genitore, sarebbe dovuto intervenire, cercare di capire cosa fosse accaduto tra quei due e prendere i dovuti provvedimenti, magari sostenuto da sua moglie. Ma era stanco, Vegeta. Gli faceva male il petto e la schiena bruciava irrimediabilmente. Doveva ancora lavare i piatti, pensare al bucato e capire cosa avrebbero potuto mangiare domani. Doveva ancora capire come andare avanti un altro giorno, da solo, in quel mondo che lo aveva schiacciato.
Per questo, aveva scelto consapevolmente di comportarsi da codardo, aveva scelto di comportarsi da vigliacco. E, la cosa peggiore, era che non riusciva neanche più a odiarsi per questo.
Distrattamente, Vegeta, aveva guardato fuori, cercando una risposta nel buio della notte. C’erano pochissime stelle in cielo, quella sera, e la sua mente aveva cominciato a vagare.
Chissà dov’era lei… Chissà dov’erano tutti. Chissà se pensavano a loro o se li avevano dimenticati. Chissà se, un giorno, avrebbero potuto ricongiungersi. Chissà se, nonostante tutto, Bulma avrebbe potuto accettarlo, anche se non era più la persona di cui si era innamorata tanto, troppo tempo fa.

Continua…


Ciao a tutti!
Buon inizio del periodo di festa, ragazze/i!
Natale è il mio periodo dell’anno preferito: le luci, i dolci, le canzoni, la famiglia… Dovrebbe essere Natale per tutto l’anno! <3
Ma torniamo a noi e a questo piccolo, piccolissimo tuffo nel passato. Povero Vegeta… Sono cambiate tanto le cose, eh? Poverino… Mi fa pena, tanta. E mi fa pena anche Chichi… Stranamente, perché io la odio e lo sapete.
=)
Vi ringrazio per la pazienza. Grazie per essere qui ogni settimana a leggere e recensire.
<3
A presto!
Un bacino
Cleo

 
   
 
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