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Autore: lady_bella    11/12/2019    4 recensioni
[Imma Tataranni - Sostituto Procuratore]
Sono passati pochi mesi dalla Festa della Bruna e dal loro attimo di follia; da quel momento avevano cercato di evitarsi il più possibile, entrambi spaventati dalla forza delle loro emozioni.
Ma quando due persone sono fatte per stare insieme, non possono reggere la finzione per troppo tempo: i sentimenti hanno un modo tutto loro di saltare fuori, inattesi e imprevedibili, costringendoci a guardarci allo specchio e ammettere la verità, anche se scomoda.
Un nuovo caso sconvolgerà gli equilibri del Sostituto Procuratore Tataranni, portandola a fare i conti con una realtà che è ben diversa da come appare.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Disclaimer: questa storia non ha alcuna finalità di lucro, è solo un passatempo nell'attesa di vedere una seconda stagione della serie. I personaggi sono di proprietà dei relativi autori: se fosse stato per me la storia tra Imma e Calogiuri sarebbe andata diversamente!



Capitolo Primo

 

Un bussare improvviso alla porta interruppe il lavoro del sostituto procuratore Tataranni. Era un caldo pomeriggio di fine estate a Matera e la dottoressa era immersa fino al collo nelle scartoffie di routine.

« Avanti! ».

Il maresciallo Calogiuri fece per entrare nell’ufficio della Tataranni con una espressione indecifrabile. Imma prese un respiro improvviso nel vederselo la così inaspettatamente: da quando era successo ciò che era successo tra di loro si erano per la maggior parte evitati, in pubblico mantenevano una facciata di calma professionalità, ma a conti fatti quasi non lavoravano più assieme e non si erano mai trovati da soli nella stessa stanza.

« Dottoressa », iniziò lui guardando un punto poco sopra la sua spalla, «c’è qualcosa che… ». Tentennò. Non sapeva più come parlare con lei, quello che prima era qualcosa di naturale e quasi vitale, adesso era strano in un modo indefinibile.

Imma poggiò la penna che ancora teneva in mano sopra un fascicolo aperto sul caos che chiamava scrivania.

- ti prego - pensò fra se e se, - fa’ che non voglia parlare di quel giorno che noi… io non posso, non posso affrontare quella conversazione-.

Si alzò lentamente dalla sedia, ma non si mosse da dietro la sua scrivania quasi come se quel pezzo di mobilio fosse necessario per ricordare a se stessa che tra di loro la distanza era necessaria per la sopravvivenza di entrambi.

« Calogiuri… », il suo tono era un misto di interrogativi, curiosità e anche un pizzico di supplica.

« Abbiamo un caso Dottoressa », esordì infine il maresciallo riuscendo per un attimo ad incrociare il suo sguardo.

« Di che si tratta». Imma era piuttosto sorpresa che fosse venuto a darle questa notizia, nell’ultimo periodo era Matarazzo che lavorava con lei.   

Calogiuri si avvicinò lentamente alla scrivania, il passo sicuro e fermo, così diverso dal timido appuntato che era arrivato da Grottaminarda ormai più di due anni prima. Gli occhi, pensò Imma, quelli erano gli stessi nonostante tutto, limpidi, schietti e così intensi quando guardavano il mondo.

- O quando guardano te-, si fece sentire la sua coscienza con la voce di Diana.

« È stata denunciata la scomparsa di una ragazza… di diciassette anni. La ragazza in questione è Beatrice Vega la… »

« L’amica di Valentina », rispose lei senza fiato, barcollando pericolosamente come se qualcuno le avesse dato un colpo nello stomaco.

Il maresciallo girò rapidamente attorno a quella scrivania ingombra e fece per avvicinarsi alla donna, ma Imma indietreggiò sperando di fermare ogni altro progresso di Calogiuri. Peccato che nella fretta di allontanarsi e nello stato leggermente sconvolto in cui versava e complici anche gli immancabili tacchi dall’altezza improbabile, finì per scivolare. Chiuse gli occhi, preparandosi all’impatto che sapeva sarebbe arrivato inevitabile: invece, due braccia forti le cinsero la vita impedendole di rovinare a terra di malagrazia. Si ritrovò suo malgrado schiacciata contro il petto di Calogiuri, stretta in quella presa che era assieme salvifica e mortale.

La mente di entrambi tornò a quel giorno di pochi mesi prima, le sensazioni che avevano provato allora non erano poi così dissimili da ciò che entrambi avvertivano in quel contatto inatteso.

« Stai bene? », le chiese lui tenendosela ancora stretta finché poteva, assaporando il brivido che lo trafiggeva sentendo il suo corpo così vicino al suo e guardando il sole del pomeriggio che carezzava i suoi ricci accentuandone le mille sfumature.

Imma annuì, aprendo gli occhi e fissando il suo sguardo in quelli blu di Calogiuri: erano così vicini, lei sentiva il suo respiro caldo sulla guancia come una carezza proibita. Ma tutta quella situazione era proibita, lei non poteva cedere a quei desideri che stavano emergendo in lei inattesi e non richiesti. Era una donna sposata per l’amor del cielo e non era mica una ragazzina che perdeva la testa alla prima cotta.

- Ma tu, mia cara Tataranni, una ragazzina non lo sei mai stata! -, le ricordò la sua coscienza in versione Diana.

Si allontanò da lui di qualche passo, dandogli le spalle e avviandosi a recuperare il necessario per uscire di li e mettersi al lavoro.

« Quindi », iniziò con un tono più basso del solito, « chi ha denunciato la scomparsa? ».

Calogiuri la guardò intensamente prima di prendere un respiro e esordire: «È stata la nonna. Lei e la nipote si incontrano di solito tutti i giorni alla stessa ora dopo scuola. La nonna era una pianista e adesso insegna alla nipote pianoforte. Sta di fatto che, non vedendola arrivare, ha provato a cercarla al cellulare, che risulta spento, e a casa ma senza risultato. Non è nemmeno andata a scuola oggi ».

« E i genitori? ».

« Il padre è fuori per lavoro e la madre la stiamo provando a rintracciare ».

« Andiamo a parlare con la signora e vediamo che ci dice, con molta probabilità si è solo allarmata per niente. La ragazza sarà andata da qualche parte a combinare chissà che cosa e ovviamente mica ha avvertito!  ».

Si incamminarono per i corridoi della procura, Imma con il suo passo marziale che ormai tutti associavano a lei e Calogiuri che la seguiva poco distante. Imma realizzò improvvisamente che era la prima volta che si ritrovavano a lavorare assieme dopo quel momento di follia estiva nel suo ufficio: non le passò nemmeno per la mente di chiedere se ci fosse un altro carabiniere disponibile, quasi come se, inconsciamente, stesse aspettando con trepidazione l’inevitabile momento in cui si sarebbero dovuti trovare di nuovo fianco a fianco su un caso.

Da quel pomeriggio, non solo non avevano più lavorato assieme, ma non si erano nemmeno quasi rivolti la parola. Effettivamente, rifletté la dottoressa, quella era stata la conversazione più lunga che avevano avuto negli ultimi mesi.

- Conversazione che è finita giusto giusto con me avvinghiata a lui-

- E che doveva fare il povero ragazzo, lasciarti rompere la testa sul pavimento? E poi come lo spiegavi a Pietro? -, la Diana interiore considerò piccata.

Pietro…perché doveva pensare a suo marito nei momenti più improbabili della giornata? La verità era che il suo matrimonio era in un punto che nemmeno lei riusciva a definire, era come sospeso sull’orlo di un precipizio fatto di omissione e finzione di una realtà idilliaca che Imma, in cuor suo, non sentiva più da un pezzo.   

Il bacio con Calogiuri era stato come un’epifania, una nota di colore in un’esistenza che nemmeno lei aveva capito di aver vissuto fino a quel momento in bianco e nero. Aveva sentito qualcosa dentro di sé che nemmeno lei sapeva descrivere, era come un’esplosione di calore sulla sua pelle che le faceva quasi male per l’intensità. Niente di paragonabile a ciò che aveva vissuto con Pietro.

Non si era permessa di indugiare su quel ricordo durante il giorno, si era sepolta nel lavoro come aveva sempre fatto fin da piccola quando affrontare le sue emozioni le faceva troppa paura. Ed era andato tutto bene fino a quell’involontario abbraccio di poco prima. Ci era voluto ogni grammo di forza di volontà per non baciarlo li e subito, provare un’altra volta la sensazione delle loro labbra unite in un bacio che sapeva di disperazione e promesse.

- Smettila Imma, smettila! Non ha senso desiderare qualcosa che non puoi avere! -

- Ma tu lo puoi avere! Guardalo, ti sta sempre attorno anche se tu non te ne rendi conto, lui vuole te… aspetta solo che tu gli faccia un gesto! -

- Eh allora facciamo che ho delle responsabilità e non posso fare come mi pare e piace! Lui è così giovane, non si rende conto di quello in cui si sta invischiando. Io non Voglio che sprechi la sua vito appresso a me che c’ho un sacco di casini e… Ma mi sono impazzita veramente mo, mi metto a fare discorsi con la mia coscienza quando c’è del lavoro da fare!-.

Il pensiero dell’amica di Valentina la riportò velocemente con i piedi per terra: per un attimo aveva tenuto che la ragazza fosse morta e le era preso un colpo. L’unica cosa che poteva fare in quel momento era svolgere il suo lavoro al meglio delle proprie capacità.

- E affrontare un viaggio in macchina tu e Calogiuri da soli! -, ridacchiò la sua Diana-coscienza.

Sospirò: sarebbe stato un lungo pomeriggio.

 

 

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A/N: 
Cari lettori,
se siete arrivati  a leggere la nota dell'autore vuol dire che questo primo capitolo è abbastanza decente per spingervi a leggerlo fino alla fine.
Questo è il mio primo lavoro serio che ho tutta l'intenzione di sviluppare e, si spera, concludere. Mi sono seriamente innamorata del personaggio di Imma Tataranni, forse perché per alcuni aspetti mi somiglia, forse perché vedo i suoi difetti e li sento anche un po' miei.
Ho in mente buona parte della trama principale, sono solo un po' incerta sulle dinamiche del caso che coinvolgerà la nostra Imma e il nostro tanto amato Maresciallo: spero che venga fuori una storia credibile.
Cercherò di aggiornare, almeno per i primi tempi, una volta alla settimana perché così non dovrei avere problemi a rispettare le scadenze. Per quanto adorerei passare l'intera giornata a scrivere, la vita reale non è d'accordo con me e mi impone di adempiere ad altre incombenze meno divertenti!
 

  
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