Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Circe    12/12/2019    3 recensioni
Il veleno del serpente ha effetti diversi a seconda delle persone che colpisce. Una sola cosa è certa: provoca incessantemente forte dolore e sofferenza ovunque si espanda. Quello di Lord Voldemort è un veleno potente e colpisce tutti i suoi più fedeli seguaci. Solo in una persona, quel dolore, non si scinde dall’amore.
Seguito de “Il maestro di arti oscure”.
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rabastan Lestrange, Rodolphus Lestrange, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Eclissi di sole: l'ascesa delle tenebre'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dal grimorio di Bellatrix : “Era guerra”


Ero sola nel letto, senza niente addosso, c’ era silenzio tutto attorno, mi avvinghiavo con le gambe nude alle lenzuola sgualcite. Scostavo l’asciugamano di spugna morbida, restavo scoperta e mi piaceva sentire quella sensazione di esposto, di strano e precario. 
Di non protetto.
Mi ero fatta un lungo bagno caldo poco prima, troppo caldo, appena uscita avevo dovuto sdraiarmi, ancora bagnata, per non svenire dalla debolezza.
La magia oscura mi lasciava mille strascichi nel corpo, che si palesavano continuamente nei momenti più svariati.
Dovevo essermi addormentata per qualche minuto, oppure avevo perso i sensi per alcuni istanti. Comunque mi ripresi quasi subito, ma rimasi lì ferma, nel silenzio, a pensare.
Finalmente avevo un momento di calma e pace. Un ritaglio di tempo solo per me che volevo impiegare in mille modi, ma non riuscii a fare altro se non pensare, lasciare fluire nella mia mente riflessioni e immagini.
Non volevo ammetterlo, ma quella discussione con Rodolphus mi aveva turbata. Mi aveva come costretta a pensare a me e a cosa stesse succedendo realmente, mi tornavano in mente le sue parole, soprattutto le mie impressioni su tutta la situazione che stavo vivendo.
I mesi passati col mio maestro, fatti di giorni frenetici, pazzi, selvaggi, giorni passati senza tempo e spazio, tra la realtà e la fantasia che straordinariamente diventava realtà. 
Poi subito passava, per dare spazio ad altro ancora, sempre più strano, frenetico, esaltante. Sempre più in alto, fino a sentire il cielo sulla pelle, fino a bruciarsi in mezzo al fuoco, senza capire più nemmeno chi eri e chi sei. 
Soprattutto non importandoti ciò che diventerai.
Poi quei tempi erano passati e passando mi avevano lasciata cambiata, almeno così dicevano gli altri, ma forse era vero, ora lo notavo anche io.
Chi ero e com’ero prima? E chi ero diventata? 
Mi piaceva più come ero prima, o come ero in quel momento?
Non capivo, cercavo di non pensare, ma nei momenti di calma la riflessione tornava prepotente a farsi sentire, il bisogno di chiarire era palese, anche se io lo scacciavo in continuazione.
Dove era finita la Bellatrix di prima? Vivace e folle, quella ragazza cattiva e sconsiderata, ma sempre bella e potente che tutti, volenti o nolenti, ammiravano, invidiavano e odiavano?
In quel momento non capivo più come ero diventata. Mi sentivo forte, ma dove era finita tutta la mia follia? Mi sentivo pronta a tutto, ma dove era finita tutta la mia irrequietezza e il mio fascino?
Ero innamorata, ma perché non sentivo più traccia della mia spavalderia? Prima giocavo con uomini e ragazzi e ora? 
Ora era lui che giocava con me.
Non mi importava di niente prima, mentre adesso mi importa di tutto, tutto ciò che mi fa nascere dentro lui, il mio Signore.
Tutto mi può fare molto bene o molto male.
Così rischiavo in ogni modo di essere ferita, di soffrire e di provare dolore, e non sapevo se avevo paura davvero, oppure no.
Era tutto più semplice prima, mentre adesso la rottura con Rod aveva quasi simboleggiato la rottura col passato, ormai potevo solo andare avanti e vedere cosa accadeva.
Il rapporto stretto con Lord Voldemort aveva provocato una serie di chiacchiere e invidie. Un tempo mi avrebbe fatto piacere e ne avrei riso sfrontatamente, in quel momento mi limitavo ad osservare e catalogare amici e nemici. 
Ero strana… forse stavo crescendo?
Quando mi guardavo allo specchio, persino il mio aspetto mi importava di meno, mi limitavo ad osservare i cambiamenti, piccoli impercettibili cambiamenti che sapevano di mistero e oscurità.
Quando sentivo i miei capelli che volavano nel vento ne assaporavo il profumo: non mi importava più che fossero lunghi e belli, mi importava invece di sentire le mani del mio Signore che affondavano fra le ciocche folte e avvolgenti, lisce e morbide. 
Le sue dita sottili e pallide che afferravano i miei capelli neri, e li stringevano tanto forte da farmi male, per muovere il mio viso, la mia bocca e tutta me stessa dove e come più gli piaceva.
Per me lui era stato sempre il sogno d’amore della vita, l’unica ragione per viverla. Da quando era diventato realtà, quel sogno, non mi importava più di niente, vivevo d’istinti e di lui, solo ed esclusivamente di lui.
Chiusi gli occhi e mi avvolsi meglio tra le lenzuola, era piena notte e ormai iniziava a sentirsi il freddo. 
Ero felice di essere sola, non mi domandavo dove fosse finito Rod a quell’ora tarda.
Mi addormentai di nuovo, non saprei dire per quanto tempo, finché non sentii rumori nella stanza e capii che lui era tornato.
Non sapevo cosa dire, feci finta di dormire e rimasi così a lungo. Alla fine si sedette sul materasso vicino a me, allora smisi di fingere e mi decisi ad aprire gli occhi. Lui mi guardava cupo e silenzioso.
Mi voltai lentamente e fui io la prima a rivolgergli la parola.
“Dove sei andato?” 
Non so esattamente perché feci quella domanda, credevo mi importasse meno di lui, ma infondo sapevo che non era vero. Ero comunque calma, non usai nessun tono particolare, anche lui mi rispose con calma.
“Abbiamo fatto un giro, ci siamo divertiti un po’.”
La risposta era, a mio parere, volutamente vaga. Non mi disse con chi fosse stato, né tanto meno cosa avesse fatto davvero. Sapeva di provocarmi e probabilmente era proprio quello che voleva fare.
“Ma tu sei sempre la più bella…”
Disse queste parole mentre mi osservava, quasi nuda, accarezzandomi con lo sguardo, ma senza osare avvicinare le mani.
Sapeva come comportarsi: aveva l’eleganza che gli nasceva dentro. 
Aveva gli occhi tristi, ma con una strana luce.
Quella frase invece di farmi piacere mi inquietò: non capivo bene il suo significato nascosto e non capivo a chi mi stesse paragonando.
Mi sedetti lentamente, stringendomi l’asciugamano addosso, ma allo stesso tempo mi avvicinai a lui. Inconsciamente cercavo un contatto, che in quel momento poteva essere solo sessuale. 
Mi sorrise con gioia e crudeltà, aveva lo sguardo di un lupo che ha in trappola la sua preda. Sapeva come catturarmi, le nostre anime erano così tremendamente simili e incatenate l’una all’altra, che era difficile sfuggire l’uno all’altra.
Ogni litigio, in quel momento, sembrò cancellato. Mi avvicinai a lui e mi baciò lentamente, ma con grande passione.
Sentii il sapore vago dell’alcol, quello tipico dell’ whisky Incendiario, era buono, appena accennato. Le sue labbra erano calde, e a loro modo dolci.
Facemmo l’amore quasi subito, senza parlare di nulla, lentamente, senza troppa frenesia. Ci prendemmo tempo, amandoci lungamente e languidamente.
Era da tanto tempo che non lo facevamo, eppure Rod non aveva accennato nemmeno per un momento ad affrettare le cose e arrivare più velocemente al punto.
Era strano, ma mi sentivo troppo serena e rilassata per pensarci. Era già difficile per me pensare di amare il Signore Oscuro, e allo stesso tempo avere anche un marito con cui mi venisse naturale fare l’amore. 
Proprio mentre riflettevo vagamente su questo, un’immagine improvvisa mi attraversò la mente: il Signore Oscuro.
Nell’attimo in cui l’ebbi, l’immagine di lui, improvvisamente capii tutto. Mi mancò il respiro e mi si strinse il cuore in una stretta, lo stomaco si chiuse in una morsa dolorosa.
Ero sdraiata a fianco a Rod e sentivo il sangue gelarsi nelle vene, mi rivolsi a lui con la voce che mi tremava.
“Dove hai detto che sei stato stasera, Rod? Con chi?”
Lui mi sorrise trionfante: aveva capito che avevo capito.
“Non l’ ho detto.”
Sentivo il mondo crollarmi addosso, le mani gelate e il cuore che batteva forte. Riuscivo solo a tacere e pretendere con lo sguardo una risposta.
Rod mi tenne ancora un pochino sulle spine, ma poi fu felice di offrirmi la sua risposta.
“Sono stato con Lord Voldemort… con alcuni altri compagni Mangiamorte… ci siamo divertiti con qualche strega a Nocturne Alley. Comunque tranquilla, mia Bella, te l’ho detto anche prima: tu sei sempre la più bella.”
Mi sentii mancare, la bocca completamente secca e ogni parola mi moriva in gola, persino i pensieri erano soffocati dalla disperazione.
Mi aveva persino chiamato “Mia Bella” come faceva il mio maestro in intimità.
Lo sapeva, ne ero sicura.
Avevano parlato alle mie spalle, in che termini non lo potevo immaginare.
O forse non volevo immaginarlo.
Rod non mi aveva affatto perdonata, si era vendicato di me e mi aveva fatto del male nel peggiore dei modi possibili.
Inoltre sapeva che parlandomi del Signore Oscuro, in quel particolare frangente, avrebbe triplicato le mie sofferenze.
Alecto mi aveva avvertita, in modo brutale e pieno di invidia, ma mi aveva comunque messa in guardia, cosa che io dall’alto della mia spavalderia, o ingenuità di innamorata, non avevo nemmeno compreso.
Quello però che più di tutto mi aveva uccisa nell’anima, quella notte, era stato sapere che anche l’ Oscuro Signore era là con altre. Chissà perché, a fare cose che avrebbe potuto benissimo fare con me. Invece ha preferito streghe qualsiasi.
Rod si voleva vendicare, era palese, ma lui, il mio Signore, perché doveva preferire quelle a me? Cos’ avevano che io non avevo? Non contava nemmeno più he io fossi di sangue purissimo? Il sangue dei Black.
Mi torturavo con quei pensieri.
Eppure lo sapevo che succedeva così, ma avrei voluto non sentirlo.
Anche solo il pensiero non lo potevo reggere.
Rod lo sapeva benissimo e me lo aveva sbattuto il faccia con tutta la sua sete di vendetta, cattiveria e brutalità.
Alzai gli occhi verso di lui e vidi che mi osservava in silenzio.
Aveva lo sguardo cattivo, pieno di tristezza e trionfo.
Strinsi i denti per non piangere, sentii il sapore del sangue nella bocca tanto stringevo forte, affondai le unghie nei palmi delle mani, afferrando le lenzuola spiegazzate per strapparle.
Continuai a guardare mio marito con rabbia, lui tenne alto lo sguardo trionfante.
Allora seppi che era guerra.
Dura inesorabile guerra fra noi.
Il resto, solo disperazione.
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Circe