Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: clay97    13/12/2019    1 recensioni
- Perché?- chiese il corvino staccandosi un poco
- La vera domanda è: perché no?- sorrise.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Erwin Smith, Levi Ackerman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano seduti sulle mura a guardare il territorio che fino a cinque anni prima era stato degli umani: il Wall Maria. Davanti a loro l’immensità dei prati verdi, il cielo sanguinante e il sole che piano piano moriva all’orizzonte. L’aria fresca colpiva il viso dei due uomini mentre una brezza leggera spostava di poco i capelli dalle loro fronti. Perché erano lì? Non avevano niente di meglio da fare? Può essere. In quel momento nessuno dei due aveva voglia di scendere da lassù. Per una volta erano solo loro due, circondati dal mondo, dall’infinito dell’universo e contemporaneamente dal finito di quelle mura dai quali venivano protetti e contemporaneamente imprigionati.


Quel mattino Erwin si era svegliato dopo giorni di sonno e si era ricordato, con orrore, che gli mancava un braccio. Nel momento in cui vide il moncherino bendato aveva avuto un sussulto e i suoi occhi, perennemente gentili, si erano riempiti di tristezza, di paura. Forse solo Levi si era accorto di quel terrore che lo aveva invaso, del dolore che lo aveva colto improvvisamente. Il corvino lo conosceva bene, sapeva che il comandante era umano tanto quanto lui e tanto quanto il popolo che tanto lo sdegnava e sapeva anche che alla vista di quel braccio Erwin aveva avuto paura. Sicuramente Pixis e Connie non lo avevano notato dal momento che erano abituati a guardare il comandante come una macchina da guerra e non come un uomo mentre Hanji sembrava essersene accorta ma sapeva benissimo che con lei Erwin non si sarebbe mai aperto.


Levi quella mattina aveva cercato negli occhi del biondo quella sicurezza che lo aveva sempre accompagnato ma non l’aveva trovata. Una volta accertata l’identità dei giganti e verificata l’ipotesi di Hanji la riunione nella camera di Erwin si concluse e tutti tranne Levi lasciarono la stanza. Rimasero solo loro due. Erwin era ancora nel letto . I capelli scompigliati sulla fronte e la barbetta ruvida che circondava il viso lo rendevano ancora più umano del solito. Era ancora a letto, illuminato dal sole caldo che entrava dalle finestre.


Levi era rimasto in piedi nel mezzo della stanza, davanti alla porta chiusa. Dava le spalle all’uomo ferito. Si sentiva in colpa. Se ci fosse stato anche lui magari tutto quello che era capitato ad Erwin non sarebbe successo. Lo avrebbe protetto come sempre, lo avrebbe aiutato come al suo solito, gli sarebbe stato accanto come in tutte le altre volte. Mentre pensava a tutte queste cose stringeva forte i pugni ed Erwin lo aveva visto.

- Cosa c’è Levi? - chiese tranquillo continuando a guardare la piccola schiena del subordinato


Il corvino al suono di quella voce si era girato piano piano fino ad incontrare lo sguardo del proprio superiore.


- Erwin… io… -

- Non ti devi sentire in colpa Levi. Non c’eri ma questo non significa che se ci fossi stato avresti potuto fare qualcos...-

- Non dire altro! - lo interruppe – Sai bene che se ci fossi stato le cose sarebbero andate diversamente! Avrei potuto… -

- Cosa? - chiese il biondo interrompendolo a sua volta


Levi si era fermato con la bocca aperta.


- … avrei potuto salvarti – concluse abbassando lo sguardo.

- No Levi, ti sbagli. Non avresti potuto comunque. Quel gigante mi ha preso all’improvviso dal braccio – disse mentre contemporaneamente si toccava il moncherino – anche se ci fossi stato quel braccio sarebbe andato via comunque… - aggiunse continuando a guardare il corvino


Levi sapeva che Erwin aveva ragione. Non avrebbe potuto prevedere l’arrivo di quel gigante proprio in quel momento né avrebbe potuto prevedere le sue mosse ma, nonostante questo, si sentiva in colpa. Avrebbe almeno voluto essere accanto a lui durante il ritorno, assisterlo, portarlo con lui sul suo cavallo, aiutarlo ad arrivare alle mura.


- Cosa posso fare per farti stare meglio? - chiese avanzando di un passo verso il letto

- Che ne dici se verso le cinque andiamo a farci uno spuntino sulla mura? Solo io, te e qualche cosa buona da mangiare? - rispose sorridendo


Levi aveva sgranato gli occhi per la sorpresa. Cosa voleva fare?! Era forse impazzito? Gli sarebbe bastato solo quello?


- Ne sei sicuro Erwin? Dovresti rimanere a letto fin… -

- Finché non mi sarò ripreso?… nah preferisco uscire da questa stanza, ci son già stato per troppo tempo… sento il bisogno di sgranchirmi le gambe – disse continuando a sorridere

- E va bene allora… fatti trovare all’entrata della caserma una mezz’oretta prima delle cinque… -
 

Ed eccoli lì. Seduti uno vicino all’altro con le gambe incrociate e lo sguardo rivolto verso il Wall Maria. Levi stava sbucciando una mela con il coltello che una volta aveva cercato di usare per uccidere l’uomo che ora gli sedeva vicino. Erwin lo guardava. La stava sbucciando per lui.


- Guarda che potevo mangiarla anche con la buccia!- disse ridendo

Levi gli rivolse uno sguardo d’odio e interruppe il suo accurato lavoro di sbucciamento.

- Spero tu stia scherzando! Sai quanti germi ci sono sulla buccia della frutta?- abbassò nuovamente lo sguardo e riprese da dove aveva interrotto.

- Levi ti posso confessare una cosa? - chiese continuando a guardarlo

- Spara – rispose senza distogliere lo sguardo dalla mela quasi sbucciata

Erwin si prese un momento di silenzio. Poi tutto d’un tratto…

- Quando il giganti mi ha preso ho pensato seriamente che la mia vita sarebbe finita in quel momento… ma sai cosa? Non mi importava nulla di morire… - silenzio


Levi si era fermato ma non aveva alzato lo sguardo, lo continuava a tenere dritto sul frutto che una volta era stato completamente rosso. Poi il biondo riprese :


- Avevo paura solo di una cosa Levi, solo una. Morire senza prima essere tornato da te… in quel momento avevo un dolore lancinante al braccio ma non mi importava perché l’unica cosa che avevo in mente era trovare un modo per tornare qui, dentro le mura... guardarti negli occhi almeno per l’ultima volta… -


Levi si era fermato del tutto ma ancora non aveva alzato lo sguardo dalla mela ormai completamente sbucciata. Non sapeva cosa fare, cosa dire o cosa pensare. Nel frattempo Erwin si era alzato ed era andato verso il bordo delle mura rivolgendo lo sguardo verso l’immensa distesa verde.


- Proprio in quel momento Levi ho pensato a quanto noi uomini siamo sul filo del rasoio, sempre, costantemente e per tutta la nostra esistenza. Siamo perennemente in mezzo tra la vita e la morte. Quando mi sono ritrovato esattamente in quel momento preciso, ad un passo dal morire o dal sopravvivere ho pensato a te… - si era girato verso Levi il quale aveva finalmente avuto il coraggio di alzare lo sguardo. Con la schiena rivolta verso il territorio del Wall Maria si mise sul bordo delle mura.


- Ma dico Erwin sei forse impazzito!!- gridò Levi alzandosi di scatto e andando verso l’uomo. Si fermò ad un passo da lui, aveva paura che cadesse, aveva paura che perdesse l’equilibrio e cadesse di sotto.


-Vedi Levi anche adesso, tra il Wall Rose e il Wall Maria, c’è solo un passo. Tra me e te c’è solo un passo. Questo passo fa la differenza tra la vita e la morte. Potrebbe arrivare un vento più forte e farmi cadere di sotto, potrei rimanere in equilibrio per sempre oppure potrebbe arrivare qualcuno e riportarmi in salvo- mentre diceva queste parole guardava negli occhi del corvino il quale era leggermente stupito,agitato, sorpreso…


- Erwin… perché mi stai dicendo queste cose? - chiese Levi facendo un passo avanti e trovandosi esattamente sotto il suo comandante

- Non lo so Levi. Non sono lucido in questo momento-

- Lo vedo! Hai perso anche i neuroni oltre che al braccio? - chiese Levi – Ti prego Erwin vieni indietro… - lo supplicò quasi piangendo

- La volontà di tornare da te mi ha fatto sopravvivere Levi- sospirò quasi rassegnato per quella frase. Si vergognava di ciò che stava dicendo ma era la verità. Levi era stato “il passo” che lo aveva portato a sopravvivere e non arrendersi nonostante la morte ormai lo avesse abbracciato. Levi si trasse indietro.

- Allora… torna di nuovo da me Erwin- gli disse


Il biondo non se lo fece ripetere due volte. Fece un passo verso l’interno delle mura e, senza esitazione, prese il viso di levi con l’unica mano rimasta e avvicinò la sua bocca a quella dell’altro. Levi spalancò ancora di più gli occhi dal color della notte ma alla fine si arrese e decise di chiuderli per godersi quel momento di tenerezza, il primo della sua vita.


- Perché?- chiese il corvino staccandosi un poco

- La vera domanda è : perché no?- sorrise. 

   
 
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