Jack sta sognando, ne è perfettamente consapevole. Non sa dove si trova, o per meglio dire, sa che il suo corpo è nel suo letto, nella catapecchia in cui vivono lui e sua madre, ma nel sogno non ne ha idea.

Forse nel bel mezzo dell’oceano, o magari in riva a qualche mare o ancora in un molo o una barca, non lo sa proprio.

Non riesce a percepire dove poggiano i suoi piedi, anche se non gli sembra di fluttuare in aria né di galleggiare in acqua quindi su qualcosa deve pur poggiarsi.

Tuttavia davanti a sé c’è una distesa d’acqua, anche se è notte Jack ci vede bene grazie alla luce della luna piena, e nell’acqua c’è un veliero.
Ci sono molte luci accese a bordo ma Jack non distingue nessuna figura umana, sembra senza equipaggio.

Cerca di aguzzare le orecchie per sentire il suono di eventuali voci o passi ma non sente nulla, in realtà è come se fosse sordo, in quanto non percepisce nemmeno il suono delle onde che sbattono sulle rocce che gli sono vicino.

Tutti i suoi sensi a parte la vista sono spariti, perché anche gli odori gli sono preclusi.

Non gli importa però, niente in questo momento gli sembra davvero importante, a parte poter rimanere esattamente dove è.

Il veliero lo affascina come niente ha mai fatto prima. Certo il mare e le navi gli sono sempre piaciute e sa, che non appena ne avrà l’occasione, finirà per unirsi a qualsiasi equipaggio lo accetterà, ma questa nave è diversa.

Il desiderio di salirvi a bordo è lancinante, ma allo stesso tempo si sente frenato dalla strana consapevolezza che se metterà piede su quel vascello tutta la sua vita cambierà.

Tuttavia la voce della prudenza con lui non ha mai avuto molto successo, quindi anche stavolta Jack non ci mette tanto a cacciarla e decidere che, anche se non sa come, lui su quella nave ci salirà di sicuro.

E più facilmente di quanto sperasse, non appena lo pensa, si ritrova a bordo, i piedi ben piantati sulle assi del ponte del veliero. A quanto pare almeno il senso del tatto gli è tornato.

Ora sente la brezza gentile che gli scompiglia i capelli e mentre cammina continua a passare le mani dappertutto, come ad accarezzare la nave.
Fa un giro per vedere se c’è qualcuno, ma non incontra nessuno, così, facendo più piano che può va sottocoperta e perlustra l’intero vascello.

Alla fine la nave risulta deserta.

Jack torna sul ponte e si avvicina nuovamente al timone che prima non si era azzardato a toccare, e lì, trova un cappello da capitano pirata, che è più che sicuro che prima non c’era.

Lo prende e lo indossa e ora riesce ad avvertirne l’odore di cuoio vecchio. Sembra che anche il suo odorato abbia fatto ritorno. L’odore del mare gli riempie le narici, così come quello del legno del veliero.

Appoggia le mani sul timone, e non appena lo fa, anche i suoni ritornano.

Jack chiude gli occhi e si lascia sommergere dagli altri sensi  di cui finalmente si è riappropriato.

Ha la sensazione di essere a casa, ed è buffo, perché lui in tutta la sua vita non l’aveva mai provata.

Quando apre gli occhi, si ritrova sveglio nel suo letto.

Non è triste o deluso però, ma solo eccitato, perché ora sa qual è il suo destino.

Il mondo farà bene a prepararsi perché il capitano Jack Sparrow verrà presto a conquistarlo.
 
 

Note:

Ovviamente il personaggio di Jack Sparrow non mi appartiene e con questa storia non ci guadagno niente.
Inoltre non ho idea se sia canon o no perché ho visto solo i primi tre film della saga, ho comunque cercato di rimanere sul vago, ma se chiunque dovesse leggerla pensasse che dovrei inserire l’avvertimento au me lo dica pure e l’aggiungerò.