Nickname:
SHUN
DI ANDROMEDA/Charlie
Fandom:
MacGyver
(2016)
Rating:
Giallo
Personaggi/Pairing:
MacDalton
Tipologia:
OneShot
Genere:
Drammatico,
hurt/comfort
Parola
chiave:
FRATTURA
Disclaimer:
Personaggi,
luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da
cui ho elaborato
la seguente storia, non mi appartengono.
Note:
Dedicata
a Mairasophia. I personaggi non mi appartengono, a parte Gregor
"Lancey" Lancelot e Ruth Fawcett-Lancelot. Partecipante alla "HURT/COMFORT
ADVENT
CALENDAR 2019"
"Cosa
ci fai qui, Jack?!"
"Secondo
te? Sono qui per salvarti la pelle!"
"La
bomba sta per saltare!"
"E pensi che io ti lasci qui a diventare marmellata?! Riley e gli altri
sono già scappati, ora zitto e lasciami lavorare."
Armato con una sbarra di metallo, Jack si avvicinò a Mac, la
cui gamba era
bloccata da una grossa lastra di cemento che gli era caduta sopra
perpendicolarmente, spezzandogliela e bloccandolo, giusto accanto a una
grossa
bomba che il ragazzo non era riuscito a disinnescare, prigioniero
com'era.
Con attenzione, Jack infilò la sbarra sotto il blocco e,
facendo leva con tutte
le sue forze, iniziò il processo di sollevamento: "Ugh...
Mac… Quando si
alza a sufficienza, tira via la gamba."
Con il cuore che gli batteva nelle orecchie e l'adrenalina che
cominciava a
scemare, Mac aveva soltanto la forza di annuire prima di spostare lo
sguardo
sulla sbarra di metallo che si muoveva con un cigolio sinistro.
Con
una lentezza quasi esasperante, tempo che Mac aveva percepito come
dilatato
a causa dei suoi sensi che a poco a poco si ottenebravano, finalmente
Jack
riuscì a sollevare il cemento quel tanto che bastava a Mac
per strisciare via e
liberarsi.
Con
un gemito di dolore, il giovane agente si tirò indietro,
cadendo con la schiena
sul pavimento; Jack mollò la presa sulla sbarra, che cadde a
terra con un tonfo
sordo, e si gettò su Mac, toccandogli la gamba e tastandogli
il petto alla
ricerca di costole rotte.
Senza fiato, Mac si morse un labbro e indicò il timer della
bomba che si avvicinava
inesorabile allo zero: "N-Non c'è tempo... Ti sarei solo
d'intralcio...
Vattene, adesso." mormorò lui senza energie, chiudendo gli
occhi.
Jack si trattenne dal mollargli un ceffone per optare per la
velocità.
Senza
dire niente, afferrò quello che restava della tenda della
finestra e ci avvolse
il partner prima di prenderlo tra le braccia.
Il
timer aveva toccato la cifra singola.
"Tieniti forte." mormorò soltanto Jack al suo orecchio: "E
chiudi gli occhi."
Mac, incapace di protestare, obbedì: a occhi chiusi,
sentì l'aria muoversi
attorno a loro, stavano correndo.
Poi uno schianto, rumore di vetri infranti.
E infine l'esplosione, il calore, mentre loro erano in aria.
Strettosi istintivamente a Jack, Mac sollevò di poco una
palpebra ed effettivamente
stavano precipitando, le fiamme lambivano i piedi del suo partner, che
comunque
lo teneva con il viso premuto contro il proprio petto, protettivo.
Con l'ansia che saliva, richiuse gli occhi e, per l'ennesima volta,
decise di
fidarsi di Jack.
Impattarono sull'asfalto, male.
Rotolarono per qualche metro, sfregando duramente la pelle scoperta e
sbattendo
arti vari al suolo.
Ma quando infine Mac azzardò a riaprire gli occhi, quello
che vide fu il viso
graffiato ma dall'espressione trionfante di Jack, che gli sorrideva
malgrado il
dolore che doveva aver provato facendogli da scudo.
"Ehi, amico, grazie di essere tornato tra noi. No, non ti alzare, va
tutto
bene." aggiunse con urgenza, posandogli una mano sulla spalla, "Oltre
alla gamba spezzata, potresti avere anche qualche costola rotta, voglio
che tu
stia sdraiato e che respiri, stanno arrivando i soccorsi, Matty non ha
smesso
un attimo di urlarmi nell'orecchio tramite l'auricolare." disse lui,
indicando l'oggetto nero infilato nell'orecchio.
"T-Tu..."
"Shh, io sono di gomma. Tu no."
"N-Non è possibile che un c-corpo..."
"Shhh," ripetè l'agente, accarezzandogli i capelli sporchi
di sangue
rappreso – Jack ebbe un tremito, era il sangue del suo
migliore amico – prima
di sfiorargli la fronte con due dita: "Zitto e respira, va tutto bene.
Ci
sono io qui, Mac, e nessuna bomba o terrorista potrebbe spostarmi."
Opponendo una debole resistenza, Mac afferrò un lembo
intatto della maglietta
di Jack e ci si aggrappò testardamente; non disse nulla,
restò così, nonostante
il dolore.
Passandogli un braccio dietro le spalle, Jack gli facilitò
le cose
sorreggendolo: "Shh, sono qui, davvero. Non avrei mai potuto lasciarti
lì,
mi capisci? So che sul campo devo obbedire a te, ma sono il tuo
babysitter, e
devo impedire che tu ti faccia del male, o che ci rimetta le penne.
Accetterò
qualsiasi punizione, ma non mi pento della mia scelta."
Mac,
tra le sue braccia, scosse la testa: "N-non potevo
disinnescarla… Saresti
morto anche tu…"
Jack
appoggiò il mento tra i ciuffi stopposi di Mac e
posò un bacio leggero sul
cuoio capelluto dell'agente più giovane: "Senza di te non me
ne sarei
andato, è inutile. E comunque, non c'è un'altra
persona al fianco di cui non ho
paura di morire, l'unico sei tu, Mac." mormorò Jack prima di
fare una
smorfia sofferente, non aveva dubbi: probabilmente anche una delle sue
costole
era rotta.
Senza
tuttavia abbandonare la presa sul corpo del suo partner, Jack se lo
sistemò
meglio tra le braccia e gli rivolse un sorriso: "Ora basta parlare,
conserva
le energie per la ramanzina che ci farà Lancey quando ci
vedrà conciati
così." disse con una nota allegra nella voce che voleva
nascondere il
dolore fisico che stava provando, "Mentre io devo chiedere a Matty le
ferie rimaste per scappare da Ruth Fawcett-Lancelot per come sono
riuscito a
farti conciare, quella donna è più protettiva di
una leonessa quando si tratta
di te."
In
quel momento, Mac tremò per un improvviso gelo che gli
attanagliava la carne e
a Jack sfuggì una mezza imprecazione prima di avvolgerlo
meglio nella tenda – o
in quello che ne restava – e sfregargli le braccia per
scaldarlo.
"Resisti,
piccolo…" gli sussurrò mentre alle sue orecchie
giungeva il suono
penetrante della sirena dell'ambulanza: "Io sono qui con te.".