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Autore: Hypnotic Poison    16/12/2019    5 recensioni
« Quando posso avere il mio regalo? »
Ryo non poté fare a meno di inalare il suo profumo, un pungolare dispettoso al cuore, ma si impegnò a sorridere ancora e le picchiettò il naso con un dito: « Cosa ti fa pensare che ti abbia preso un regalo? Già ti prendi lo stipendio e i dolci gratis. »
[...] lui, negli ultimi tempi, stava dannatamente tendendo a fare ciò che si era ripromesso da una vita di evitare, di credere che qualcosa ci fosse davvero, che forse non era tutto nella sua testa, che davvero avrebbe potuto…
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Christmas Carols
 



 
 
Volevo dirti tante cose ma non so da dove iniziare
 
 
Si strinse di più nel pesante cardigan di cashmere che indossava, rabbrividendo piano. Il vento di dicembre fischiava testardo contro le finestre del piano di sopra, e nonostante il riscaldamento stesse pompando a tutto spiano, sembrava che il seminterrato del Caffè rimanesse sempre gelido.
Salì le scale veloce, i controlli giornalieri ai vecchi computer del progetto μ terminati e senza nessuna novità troppo eclatante, un pensiero che sempre gli dava sollievo nonostante di tempo ne fosse scorso. L’ora di chiusura era passata da un bel po’, avrebbe rubato un paio di biscotti dalla dispensa per la colazione del giorno dopo, magari anche una fetta di torta, e poi sarebbe corso a casa a farsi una doccia calda per allontanare la sensazione di gelo dalle ossa, e passare le ultime ore della giornata a rintontirsi davanti alla Playstation.
Si fermò però sull’ultimo gradino quando vide che le luci della sala principale erano ancora accese, e una vocina familiare canticchiava sottovoce sopra al rumore delle sedie che venivano spostate. Un sorriso naturale gli apparve sulle labbra non appena vide Ichigo saltellare allegra per la stanza, nessuna musica di sottofondo, mentre aggiustava le decorazioni di Natale che come ogni anno insisteva per appendere ovunque al Caffè.
Si appoggiò alla ringhiera a braccia conserte, osservandola in silenzio, lo stomaco che gli si contorse appena in quella sensazione che conosceva ormai così bene.
Erano cambiati così tanto, ma alcune cose sembravano non cambiare mai.
 
 
 
E in fondo tutto quello che volevo, lo volevo con te
E sembra stupido ma ci credevo, e ci credevi anche te
E non è facile trovarsi mai, oh mai, oh mai
E tu mi dici è meglio se ora vai, ormai è tardi
 
 
 
Riconobbe dai suoi mugolii incoerenti il motivetto di Jingle Bell Rock, la vide tentare un movimento d’anca mentre appendeva una ghirlanda appena sopra la porta della cucina, la folta treccia di capelli rubino che ondeggiò con lei lungo la schiena.
« What a bright time, it’s the right time to rock the night away, » s’intromise divertito a bassa voce, emergendo dall’ombra delle scale per avvicinarsi a lei.
« Shirogane-kun! » trillò estasiata, voltandosi con un saltello verso di lui e poi spalancando le braccia, « Allora, che te ne pare? Hai visto, ho aggiunto anche quelle che ci hai portato dall’America! »
Lui, a dirla tutta, si soffermò più sul bordo del vestitino nero a metà coscia che le spuntava da sotto il maglione oversize che indossava, ma sorrise: « Non credi di averne messe un po’ troppe? »
« Oh, sciocchezze, » lei si guardò intorno con un ghigno soddisfatto, « È tutto bellissimo, anche Minto-chan ha approvato. »
« Ah, se abbiamo l’approvazione della principessa allora siamo a cavallo. »
Ichigo gli diede uno schiaffetto sul braccio con una risata, poi portò le mani dietro la schiena e lo guardò da sotto in su con aria da bambina birichina: « Quando posso avere il mio regalo? »
Ryo non poté fare a meno di inalare il suo profumo, un pungolare dispettoso al cuore, ma si impegnò a sorridere ancora e le picchiettò il naso con un dito: « Cosa ti fa pensare che ti abbia preso un regalo? Già ti prendi lo stipendio e i dolci gratis. »
« Altrimenti sarebbe schiavitù! »
« Se ti avessi tenuto il conto per tutto ciò che hai mangiato in questi anni, sarei milionario. »
« Tu sei milionario. »
« Decisamente non grazie a te. »
« Grazie a me hai un locale bellissimo ora! »
Quel loro battibeccare continuo, così vicini, ormai era diventato un’abitudine, e lui, negli ultimi tempi, stava dannatamente tendendo a fare ciò che si era ripromesso da una vita di evitare, di credere che qualcosa ci fosse davvero, che forse non era tutto nella sua testa, che davvero avrebbe potuto…
E invece avrebbe dovuto lasciare perdere, lo sapeva, non poteva rischiare di rimanerci male di nuovo, ancora, come una volta, eppure lei era così…
Così.
Si accorse all’ultimo che erano rimasti in silenzio, l’uno di fronte all’altra, e si schiarì appena la gola, afferrò una ciocca che era scampata alla treccia e se la rigirò appena su un dito.
« Stai bene così, » mormorò.
La vide arrossire, sorridere come se tutto fosse tranquillo, piegare appena la testa di lato: « Dici? Non so, ho voluto provare qualcosa di nuovo… »
« Non che tu non sembri la solita ragazzina. »
Ichigo gli diede una spinta fiacca, arricciando il naso: « Sei proprio antipatico, Shirogane-kun. Quasi quasi il tuo regalo lo tengo io. »
Ryo alzò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto, giusto per garantirsi quei pochi centimetri di sopravvivenza: « Ah, quindi me l’hai fatto. »
« Te lo faccio tutti gli anni e non te lo meriti mai. »
« Keep your claws in, kitten. »
La rossa gli fece una linguaccia, poi piroettò decisa sul posto con un sorriso allegro e canticchiò ancora un paio di note: « Non vedo l’ora che sia venerdì sera per la festa qui. Ho già scelto il vestito! »
« Fammi indovinare, sarà rosso. »
« You are not funny. »
« Ah, ah-ah! » l’americano rise, gettando appena la testa all’indietro, « Ma guarda guarda, qualcuna sta imparando davvero qualcosa! Forse dovrei cominciare a farti pagare davvero le ripetizioni. »
« Sei monotono. »
« E tu, » Ryo le tese la mano mentre lei continuava a ondeggiare sul posto al ritmo di una musica inesistente, « Hai bisogno anche di ripetizioni di ballo, mi sembra, a meno che tu non voglia pestare i piedi a tutti i tuoi cavalieri di venerdì. »
Ichigo l’accettò con un pelo di titubanza, ritornando vicina a lui, il viso un po’ più caldo al ricordo di una situazione molto simile, anche se molto più formale, di tanti anni prima.
Gli appoggiò la mano libera sulla spalla, lasciando che la guidasse in piccoli passetti sul posto.
« Hai freddo? » le chiese, sfiorandole il dorso della mano con il pollice.
Lei si strinse appena nelle spalle, una risposta incerta, poggiando piano il viso sulla spalla di lui.
« I’m dreaming of a white Christmas, just like the ones I used to know… » canticchiò il biondo sottovoce, vicino al suo orecchio.
La ragazza sorrise di rimando, chiuse gli occhi: « Nevica molto a Natale a New York? »
« Qualche volta, » lo ascoltò ridere sommesso, il rimbombo dentro al suo petto, « Una volta… noi abitavamo un po’ fuori città, siamo rimasti bloccati per due giorni. »
« Sarebbe bellissimo, » sussurrò lei con un sorriso, « Nessuno che rompe le scatole, un sacco di pace, tutto bianco e silenzioso…! »
« Be’, sì, » lui sbuffò appena, le prese la mano per farle fare una giravolta, « Dipende con chi sei bloccato. »
La rossa gli avvolse le braccia intorno al collo quando gli ritornò vicino, più conscia del suo calore quando si lasciò abbracciare: « Come continua la canzone? »
Ryo rise piano e ricominciò a mormorare il motivetto, poggiando la guancia alla testa di lei, mentre continuavano ad accennare passi di danza. Non seppe nemmeno come le sue mani avessero trovato la via sotto allo spesso maglione che lei indossava, ma dopo poco avvertì chiaramente il calore della pelle nuda della sua schiena sotto al palmo.
« Per forza hai le mani gelide, ginger, » la prese dolcemente in giro, « Se vai in giro così scollata… »
« È un vestito molto bello, » replicò veloce lei, le guance un po’ più rosse del dovuto, poi frenò appena, tossicchiò, scostando il viso dal petto di lui.  
Si fermarono, in silenzio, e Ryo sciolse la presa su di lei, infilando le mani in tasca.
Ichigo si morse appena un labbro e poi abbozzò un sorriso: « Be’, si è fatto tardi, sarà meglio che vada… »
Lui annuì e le diede un buffetto sul naso: « Non correre, o rischi di finire col sedere per terra. »
Lei gli lanciò uno sguardo indignato mentre riprendeva il cappotto e la borsa che aveva appoggiato su uno dei tavolini: « E dire che qualcuno mi ha equipaggiata con geni felini, quindi! »
« Non so di cosa tu stia parlando. »
La ragazza gli fece una linguaccia, poi gli si parò davanti di nuovo, i ciuffi di capelli rubino che spuntavano da sotto il berretto di lana rosa acceso che indossava.
« Ci vediamo domani, Shirogane-kun. Sta’ attento tu a non cadere per terra. »
Si alzò in punta di piedi per lasciargli un veloce bacio sulla guancia, giusto quei tre millimetri lontano dalla sua bocca che lo fecero fremere, prima che si girasse per saltellare verso la porta.
« Ichigo? » il nome gli scappò dalle labbra, e la rossa si voltò, la treccia che accompagnò il movimento cadendole leggera sulla spalla.
« Sì, Shirogane-kun? »
Lui osservò per un paio di secondi il sorriso allegro, la luce negli occhioni color cioccolato, la testardaggine che comunque trapelava da ogni poro.
« Cos’hai chiesto a Babbo Natale? »
« Se te lo dico poi non si avvera. »
Ryo rise piano e le si avvicinò di nuovo: « Quello funziona quando esprimi un desiderio. »
« Magari la mia letterina è un desiderio. E tu cos’hai chiesto? »
« Mmmh, » lui le prese di nuovo un ciuffetto rosso per farlo scivolare tra le dita, « I’ll tell you on Friday, if you behave. »
Ichigo sorrise e piegò appena il viso come a cercare di più il contatto con la sua mano, sfiorando appena il naso con il suo: « D’accordo, Shirogane-kun. »
Gli sorrise di nuovo e aprì la porta per sgusciare via, lasciando entrare una folata di vento che accompagnò il suo profumo ancora di più verso di lui. Ryo sospirò solo, poggiando una spalla contro lo stipite, la guardò allontanarsi lungo il vialetto illuminato, il freddo che gli imporporò le guance, e il vago suono di vecchie canzoni di Natale in testa.
 
 
 
E balla senza musica con te
Sei bella che la musica non c’è
 
 
 
 
§§
 
La verità è che la sottoscritta l’anno scorso si era completamente dimenticata di questa fanfiction, la cui atmosfera la rendeva impossibile da pubblicare in qualsiasi altro momento dell’anno – perciò bonsoir :D
Una Ryochigo all’antica, un po’ fluffosa e con loro due molto senza speranza :D La pubblico ora perché tra due giorni finalmente tornerò un po’ a casa per le feste e mi staccherò dal resto del mondo, e non volevo dimenticarla un’altra volta :D
 
In ordine, le canzoni usate sono “La musica non c’è” di Coez, “Jingle Bells Rock” di Bobby Helms, e “White Christmas” di Bing Crosby.
 
Auguri a tutti delle felicissime feste, e credo che ci risentiremo nella prossima decade.
 
Bacioni a tutti!
   
 
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