Magic si svegliò di soprassalto. Non aveva fatto un brutto sogno, ma sentiva comunque una sensazione strana sulla sua pelle e nel suo cuore.
Si guardò intorno. Dal finestrino si vedevano colline verdi e campi gialli e rossi. Il suo aereo stava per atterrare nella sua amata Inghilterra. La vacanza con le sue amiche era finita ed erano tutte e quattro soddisfatte e molto stanche.
- Finalmente siamo arrivate.- disse rivolgendosi a Rose, seduta vicino a lei. O almeno… così doveva essere.
- Rose? Rose, dove sei?
Forse era andata in bagno. Ma il segnale delle cinture era acceso, non ci si poteva alzare. La giovane bussò sul sedile davanti a lei per ricevere l’attenzione di Georgia e Martha, ma nessuna delle sue rispose. Provò a chiamarle, inutilmente.
Magic si guardò intorno. Tutti i sedili erano vuoti e non c’era neanche una hostess.
- Rose? Georgia? Martha? C’è nessuno?
Niente da fare. Magic non resistette più e si slacciò la cintura per andare a vedere nella cabina di pilotaggio. Anche quella era vuota, ma pur non essendoci neanche un pilota, l’aereo non stava precipitando.
- Che sta succedendo?- esclamò Magic. La sua ansia stava aumentando sempre di più.
- Papà Cro?! Papà Azi?! Aiutatemi, vi prego!- disse cercando di stabilire un contatto telepatico con entrambi i suoi padri o anche con uno solo dei due, ma né il rosso demone né il biondo angelo apparve davanti a lei.
Quando l’aereo atterrò, Magic si diede un forte pizzicotto, nella speranza di svegliarsi seduta al suo posto e vedere le sue amiche e tutti gli altri passeggeri, ma ottenne solo dolore e un grande segno rosso sul braccio.
- CHE STA SUCCEDENDO?!- sbraitò ormai al limite della sopportazione e della paura. Prese la sua valigia e batté le mani per ritrovarsi direttamente a casa sua, ma l’aereo non si trasformò nell’appartamento della famiglia Crowley-Fell. Magic urlò per sfogare la sua rabbia, ma anche per farsi sentire da chiunque fosse nei paraggi. Tutto inutile.
Magic scese dall’aereo. Non c’era nessuno, neanche gli uccelli nel cielo.
- PAPÀ CRO?! PAPÀ AZI?! MI SENTITE?!
Aveva le lacrime agli occhi. Smise di urlare quando sentì un forte bruciore alla gola.
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- Finalmente la nostra principessina è tornata!- esclamò Crowley con un grande sorriso stampato sulle labbra.
- E finalmente tu smetterai di piagnucolare per la sua assenza in casa.- commentò Aziraphale e suo marito gli rispose con una linguaccia. Un’ora e mezza dopo che l’aereo era atterrato, i due videro Rose, Martha e Georgia avvicinarsi a loro con le loro valigie, ma non vedevano Magic. Più le tre neo-maggiorenni si avvicinavano, più i due mariti e padri vedevano una grande paura sui loro volti.
- Rose, Martha, Georgia, dov’è Magic?- chiese Crowley preoccupato.
- Signori Crowley-Fell…- disse Rose, l’unica in grado di parlare, a differenza di Martha e Georgia che continuavano a tremare ed erano sul punto di piangere.
- Ragazze… che cosa è successo?- chiese Aziraphale spaventato.
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Magic attraversò tutto l’aeroporto. Poteva entrare da qualsiasi parte, ma non riusciva a trovare nessuno. Le sembrava di essere finita in Io sono leggenda, uno dei film che odiava di più per l’ansia che le aveva fatto venire ogni volta che Will Smith e il suo pastore tedesco se ne andavano in giro per una New York completamente vuota e più simile ad un deserto cittadino che a una metropoli.
Non aveva ancora preso la patente, perciò non poteva neanche tornare a Londra in macchina da sola. D’un tratto, notò un’enorme macchia nera in mezzo alla nebbia che si era formata proprio mentre l’aereo stava atterrando. Magic si avvicinò alla macchia e urlò di gioia quando si rese conto che si trattava della Bentley di suo padre Crowley.
- Li aspetterò qui.- pensò a voce alta, ma quando batté le mani per aprire la portiera, questa rimase chiusa.
- CAZZO!
Magic non ce la faceva più a sopportare.
- HO BATTUTO LE MANI! DEVI APRIRTI, STUPIDA MACCHINA!- urlò furiosa contro la macchina e la prese persino a calci, riuscendo infine ad aprirla. Magic sbatté la valigia sul sedile posteriore e si mise alla guida della Bentley.
- Scusami, Papà Cro!- esclamò e ingranò la prima marcia.
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Aziraphale si offrì di accompagnare le ragazze alla metropolitana, mentre Crowley cercava di creare un contatto telepatico con Magic, ma non riusciva a sentire niente, come se sua figlia fosse svanita nel nulla e la cosa non gli piaceva per niente.
Magic, tesoro mio, dove sei?, pensò sull’orlo delle lacrime.
- Crowley! Crowley!
Aziraphale raggiunse suo marito correndo a perdifiato.
- La… la… Bentley… è… sparita!
Crowley strinse i denti fino a sentire dolore alla mascella e sbatté i piedi talmente forte da creare un piccolo terremoto che colpì solo l’aeroporto.
Magic è tornata! Se per il momento non avete capito bene quello che sta succedendo, state tranquille, è solo l'inizio! Al prossimo capitolo!