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Autore: MackenziePhoenix94    17/12/2019    0 recensioni
SECONDO LIBRO.
“Un sogno non può durare per sempre. Arriva per tutti il momento di svegliarsi e di fare i conti con la realtà.
E quel momento, purtroppo, è arrivato anche per me”.
Dopo due sole settimane, Nicole ritorna a Chicago portando con sé i segni, sia mentali che fisici, della sua relazione con Theodore Bagwell.
Ciò che ha in mente è chiaro e ben delineato: lasciarsi alle spalle l’uomo che l’ha presa in giro e ricominciare una nuova vita, questa volta sul serio; ma i suoi piani vengono nuovamente sconvolti quando riceve una chiamata proprio dal suo ex compagno.
L’uomo, in lacrime, la supplica di raggiungerlo e, così facendo, costringe Nickie ad affrontare l’ennesimo bivio: rifiutare o accettare?
Ancora una volta, Nicole decide di seguire il proprio cuore: senza esitare, parte per Panama, per raggiungere Bagwell, del tutto ignara delle conseguenze che la sua decisione avrà.
Genere: Azione, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, T-Bag
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lincoln parcheggia la macchina vicino ad un vialetto; gira la chiave, spegne il motore e stringe con forza il volante per sfogare la rabbia che, a quattro giorni di distanza, continua ad artigliargli il petto e lo stomaco.

Appoggio la mano sinistra sul suo braccio destro, risalgo lentamente e mi soffermo sulla guancia, accarezzandogliela con delicatezza; contemporaneamente lui apre gli occhi e mi rivolge uno sguardo carico di dolore e rammarico: si considera responsabile per ciò che è accaduto e non riesco a fargli cambiare idea.

“Perché lo ha detto ad Alex? Perché non mi ha detto nulla riguardo a ciò che era intenzionato a fare? Era mio fratello…”

“Perché sapeva che ti saresti opposto, e quello era l’unico modo per permettere a Sara di scappare” mormoro “Michael aveva fatto degli esami ed i risultati parlavano chiaro: il tumore non se ne era andato del tutto, aveva ripreso a crescere e ben presto lo avrebbe ucciso. Sapeva che gli rimaneva poco tempo a sua disposizione, e così ha voluto sacrificare la sua vita per permettere a Sara ed al loro bambino di costruirsene una nuova”

“Diceva sempre che c’era una soluzione a tutto e che c’era sempre un modo per sistemare le cose. Mike ha fatto così tanto per me, ed io, invece, non sono neppure riuscito a proteggere la mia famiglia. Se in passato non fossi stato così stupido, adesso…”

“No!” esclamo, spalancando gli occhi “non azzardarti a terminare la frase! Togliti dalla testa la malsana idea che la colpa è tua, Lincoln, perché non è affatto così. Il tuo arresto non ha nulla a che fare con quello che è successo a Michael, perché la malattia aveva già iniziato a svilupparsi quando è arrivato a Fox River, purtroppo doveva accadere. Né tu, né Sara, né io avremmo potuto fare qualcosa per impedirlo. Ti prego, non vivere nel rimorso, perché finirà solo per avvelenare la tua esistenza. Dobbiamo essere grati per la seconda possibilità che ci è stata concessa, e dobbiamo godercela fino infondo. Sono sicura che Michael la penserebbe allo stesso modo, e se in questo momento potesse vederti, sarebbe molto arrabbiato. LJ, Sara ed il bambino che aspetta hanno bisogno di te”

“Ed io non sono intenzionato a deluderli” sussurra Linc; prende la mia mano, la stringe nelle sue e se la porta alle labbra, prima di lasciarmi andare “che cosa farai adesso?”

“Chiederò a Karla di ospitarmi per qualche giorno, e quando mi sarò ripresa penserò a ricostruire la mia vita da zero, mattone dopo mattone. Molto probabilmente me ne andrò via da Chicago, qui ci sono troppi ricordi che mi tengono ancorata al passato”

“Se pensi che questa sia la soluzione migliore, allora hai il mio completo appoggio, Nickie” questa volta è Burrows ad appoggiarmi una mano sul braccio sinistro, per infondermi coraggio “immagino che tu abbia bisogno di un po’ di tempo per te stessa, per riorganizzare le idee, ma per qualunque cosa non esitare a chiamarmi”.

Mi allunga un bigliettino su cui ha scritto un numero di cellulare; lo prendo e lo ripongo con cura in una tasca dei jeans.

“Grazie, Linc”

“Ricordati che io ci sarò sempre per te, per qualunque cosa” dice, afferrandomi il volto con le mani “ed anche se adesso vale ben poco, sappi che mi dispiace terribilmente per tutto quello che hai passato. Non meritavi di soffrire così tanto, Nicole, mi dispiace davvero tanto”

“Nessuno di noi meritava di soffrire così tanto. Grazie, Linc, ti auguro il meglio. Salutami Sara ed il bambino, dille che tutto andrà bene”

“Lo stesso vale per te, Nickie: andrà tutto bene”.

Sorrido un’ultima volta al giovane uomo, scendo dalla macchina e la osservo allontanarsi; alzo la mano destra, in segno di saluto, e resto immobile sul marciapiede finché la vettura non si trasforma in un puntino lontano e indistinguibile dalla linea dell’orizzonte, solo allora abbasso il braccio e percorro il vialetto affiancato da un giardino ben curato.

C’è stato un momento, in macchina, in cui avrei voluto baciare Lincoln, e so che lui avrebbe voluto fare lo stesso, ma sarebbe stato solo un grave errore; ora ho bisogno di schiarirmi le idee, di pensare per un po’ a me stessa e di capire da dove iniziare per costruire una nuova vita: quando avrò risolto questi problemi, chiamarlo sarà la mia priorità.

Prendo un profondo respiro, suono il campanello ed indietreggio di un passo, in attesa di una risposta dall’interno dell’abitazione; quando apre la porta, Karla si copre in automatico la bocca con le mani, talmente è tanta la sorpresa di vedermi viva ed in perfetta forma fisica, con tutte le parti del corpo ancora al loro posto.

“Oh, mio dio!” esclama, senza fiato, abbassando lentamente le mani “Nicole, sei davvero tu?”

“Sì, sono davvero io” confermo con un sorriso; Karla mi afferra per il polso destro, trascinandomi letteralmente dentro casa, e mi stringe in un abbraccio caloroso.

“Oh, mio dio!” ripete per la seconda volta, allontanandosi da me, squadrandomi da capo a piedi “oh, mio dio! Credevo che non ti avrei mai più rivista! Sei sparita per mesi, dove sei stata? Ho letto sul giornale…”

“Sto bene. Non sono più una ricercata, Karla, è tutto finito”

“Che cosa è successo? Te la senti di raccontarmelo?”

“No” mormoro, scuotendo la testa “scusami, ma in questo momento proprio non ci riesco. Ti prometto che anche questa volta ti darò le dovute spiegazioni, ma prima devo riprendermi. Dimmi che capisci ciò che intendo, per favore”.

La mia ex collega annuisce in silenzio, mi fa accomodare sul divano e, dopo essere sparita in cucina, ritorna con in mano due tazze fumanti di cioccolata calda; me ne allunga una, ed io la ringrazio con un sorriso: per la seconda volta, nell’arco di qualche mese, Karla mi sta offrendo il suo aiuto senza chiedere nulla in cambio e senza alcuna reticenza.

Non potrei desiderare un’amica migliore di lei, e decido finalmente di dirglielo.

“Sei mia amica, e le amiche si aiutano sempre nei momenti di bisogno” risponde con un sorriso, prendendo posto a mio fianco; si rigira la tazza di ceramica tra le mani e lancia un’occhiata in direzione della porta d’ingresso “lui non…”

“No”

“Stai dicendo che è…”

“No, assolutamente no, è vivo. Lo hanno arrestato a Los Angeles, e di recente è stato trasferito a Fox River” commento, mandando giù un sorso di cioccolata “da un lato lo trovo terribilmente buffo… Così tanta strada per poi tornare al punto di partenza. Forse è davvero destinato a trascorrere là dentro il resto dei suoi giorni”

“Quindi… Sei riuscita a trovarlo?”

“Sì, sono riuscita a trovarlo ed a parlargli… In verità abbiamo trascorso diverso tempo insieme e…” le mani iniziano a tremarmi così tanto che sono costretta ad interrompere il racconto e ad appoggiare la tazza sopra ad un tavolino; le congiungo, stringendole con così tanta forza che le nocche diventano bianche, e prendo un profondo respiro ad occhi chiusi per ritrovare il controllo del mio corpo.

La mia unica amica mi passa il braccio sinistro attorno alle spalle, per darmi conforto.

“Nicole” sussurra subito dopo “se non te la senti di parlarmi di lui, possiamo rimandare anche questo a quando ti sarai ripresa del tutto, non preoccuparti”

“No, tranquilla, ce la faccio, anche perché non c’è molto da raccontare: abbiamo avuto modo di chiarire ciò che aveva portato a dividerci e la nostra storia è ricominciata da zero. Pensavo fosse cambiato davvero questa volta, mi aveva fatto tante promesse, invece alla prima buona occasione mi ha abbandonata e se ne è andato. Quando è stato arrestato a Los Angeles, sono andata a trovarlo in carcere perché avevo bisogno di chiarire alcune cose e… Mi ha minacciata. Mi ha detto molto chiaramente che troverà ancora una volta il modo di evadere e la prima cosa che farà, una volta libero, sarà di venirmi a cercare”

“Questo non accadrà, sono sicura che a Fox River prenderanno tutte le precauzioni necessarie per evitare che si verifichi di nuovo una fuga! Forse lo metteranno in isolamento, a questo non hai pensato?”.

Sorrido mestamente.

So cosa sta cercando di fare Karla: vuole rassicurarmi in qualunque modo possibile, ma lei non conosce Theodore quanto lo conosco io.

“Lui mantiene sempre le sue promesse. Riuscirà ad uscire di lì in un modo o nell’altro, presto o tardi… Mio dio…” mi copro gli occhi con entrambe le mani, appoggiando i gomiti sulle ginocchia, piegandomi in avanti “come abbiamo potuto ridurci in questo modo? Tutti i progetti che avevamo fatto su una vita insieme, lontano dall’Illinois, sono svaniti in un attimo, come se non fossero mai esistiti. Quando ho parlato con lui in carcere, quasi non lo riconoscevo. Per tutto il tempo ho avuto l’orribile sensazione di avere un completo estraneo davanti ai miei occhi. Chi è l’uomo di cui mi sono innamorata, Karla? Esiste davvero oppure è sempre stato un’illusione? Una maschera?”

“Mi dispiace tanto, Nickie, ma temo che la realtà sia proprio questa: ti sei innamorata di una persona che non è mai esistita. Mi dispiace davvero, non meriti di soffrire così tanto”

“No, ti prego, non dirlo anche tu. Negli ultimi giorni tutti mi ripetono che la colpa non è mia, ma non è affatto così. Potevo ignorare i suoi complimenti, le sue avance, i suoi sorrisi… Potevo ignorare tutto, ma non l’ho fatto. Tu stessa avevi provato ad avvisarmi numerose volte, a farmi tornare sui miei passi, ma ti ho volontariamente ignorata. Anche la mia testa continuava a dirmi di scappare il più lontano possibile da lui, di non credere alle bugie che mi raccontava, ma non l’ho fatto perché volevo crederci. Avevo bisogno di crederci” mi alzo dal divano e raggiungo una finestra; incrocio le braccia, mi appoggio con la spalla sinistra ad un mobile e guardo una coppietta che sta passeggiando, mano nella mano, sul marciapiede dall’altra parte della strada: per un solo istante, vedo me e Teddy al posto dei due ragazzi “non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere, e non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire”.

Nel salotto cala un improvviso silenzio, interrotto dopo qualche minuto da una domanda che formula Karla.

“Nicole, che cosa hai intenzione di fare adesso? Voglio dire…”si schiarisce la gola “che cosa farai una volta che ti sarai ripresa? Hai intenzione di rimanere a Chicago o vuoi trasferirti in un altro Stato? Andrai a trovare Bagwell in carcere?”

“Non lo so” rispondo, voltandomi, con le lacrime che mi rigano le guance “non ho la più pallida idea di quello che farò. Ogni volta che pensavo al futuro, vedevo sempre Teddy al mio fianco. Ma adesso è tutto cambiato e non so neppure da dove iniziare. Mi sento sola, Karla, mi sento sola ed abbandonata. Ed ho paura. Ho paura di non essere abbastanza forte per affrontare ciò che mi aspetta. Ho paura di combattere una guerra che è già persa in partenza”

“Questo non accadrà, tesoro” ribatte prontamente la mia ex collega; si alza a sua volta dal divano e mi abbraccia per la seconda volta, per confortarmi ancora “ricorda che il sole torna sempre a brillare dopo una tempesta, per quanto essa possa essere violenta e distruttiva. Quel momento arriverà anche per te, Nicole, molto prima di quello che adesso immagini, d’accordo?”

“D’accordo” annuisco, sforzandomi di sorridere, e mi asciugo le lacrime con l’indice destro “hai ancora la ricetta per preparare quei deliziosi pancakes? Sono così affamata che potrei mangiare per due persone”.
   
 
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