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Autore: Misaki Ayuzawa    19/12/2019    0 recensioni
Vita da lupo vede come protagonista Remus Lupin (inaspettato, lo so) dai tempi di Hogwarts all'età adulta. Spero vi piaccia!
Dal primo capitolo:“La piattaforma era gremita: studenti e genitori che si urlavano gli ultimi saluti, bagagli che venivano caricati sulle carrozze, animali vaganti i cui proprietari tentavano disperatamente di riacciuffare. Remus non aveva di questi problemi: il suo docile barbagianni beccava tranquillamente il mangime nella gabbia e  non sembrava intenzionato ad evadere.
Da lontano vide James e Sirius, seguiti da un affannato Peter, farsi strada in mezzo alla folla verso il treno. Decise che li avrebbe raggiunti più tardi."
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Vita da lupo

Capitolo 4: Luna piena

Alla fine il plenilunio era giunto. Più debole che mai, Remus mise a posto libri e pergamene e si preparò a raggiungere il Platano Picchiatore. 
Faceva sempre attenzione a non farsi vedere mentre si allontanava ma un paio di assenze al mese alla fine non destavano troppi sospetti tra chi non gli stava troppo vicino. 
D'altronde, non era un mistero che fosse "cagionevole di salute" con quel suo colorito pallido e il volto segnato. 
Non molti gli chiedevano delle cicatrici, probabilmente non volevano passare per impiccioni o dotati di poco tatto. 
In ogni caso, la storia ufficiale che Remus rifilava a chiunque lo chiedesse era quella di un incontro ravvicinato con un grifone durante una vacanza in Grecia, dove evidentemente non erano riusciti a trovare un mago o una strega abbastanza esperti da fargli rimarginare del tutto le cicatrici. Nessuno aveva mai espresso dubbi sulla veridicità del racconto e a Remus andava bene così. 

Attraversò l'ingresso che dava da un lato sulla Sala Grande e dall'altro sul cortile esterno e si mosse in quest'ultima direzione. 
Stava per scendere i gradini quando una voce lo chiamò. 
Il ragazzo fece finta di non aver sentito e mosse qualche altro passo ma la voce lo chiamò di nuovo. 
"Remus, aspetta!" Lily si frappose tra lui e l'esterno. 
"Ciao, Lily. Scusa non ti avevo sentita." Sapevano entrambi che non era vero ma Lily dovette avere pietà, vedendolo così scompigliato - le palpebre pesanti, i capelli solitamente ordinati completamente all'aria e la fronte lucida per il sudori freddi - e finse di crederci. 
"Nessun problema, volevo chiederti di cambiare il turno di ronda per martedì. Ci sarebbe un incontro del Lumaclub..." sorrise un po' imbarazzata. 
Lily era indiscutibilmente la prediletta del professore di Pozioni. Nonostante fosse l'unica strega nella sua famiglia, era estremamente dotata, Lumacorno l'aveva definita" geniale e istintiva" e l'aveva inclusa nel suo circolo di giovani promettenti. A quanto pareva sbagliava di rado nel giudicare maghi e streghi eccezionali: Lily aveva senza dubbio uno straordinario futuro di fronte a sé. 
In quel momento però Remus non era molto presente a se stesso. Affannato tentò di pensare a che giorno fosse quello. Doveva essere... Giovedì? Sì, giusto, giovedì. Aveva calcolato che per quel mese avrebbe perso soltanto un giorno di lezioni, comprendente Pozioni, Trasfigurazione e Rune Antiche. Per martedì sarebbe stato bene. Remus non vedeva l'ora. 
Annuì e si pentì immediatamente: la testa in fiamme minacciava di scoppiargli. 
Sforzati un po', Remus!, si disse. 
"Certo, nessun problema." 
Lily però non sembrava più molto interessata al cambio di turno e lo fissava preoccupata.
"Perdonami, Remus, non voglio essere cattiva ma... Non hai un bell'aspetto. Dovresti andare in infermeria." 
"Cosa? No, sto benissimo!" Okay. Forse aveva un po' esagerato. "Sono solo un po' stanco" aggiunse, per risultare credibile. 
"Se non vuoi andare in infermeria almeno torna in Sala Comune o, ancora meglio, vattene a letto." Lily non demordeva. 
"Ci andrò, sta tranquilla, devo solo fare una cosa" e indicò con un gesto confuso il cortile. 
Con la fronte aggrottata Lily si offrì di accompagnarlo ma Remus, con un saluto affrettato e la promessa di sostituirla martedì, tagliò la corda. 

Giunse finalmente al Platano Picchiatore, l'albero che nascondeva il passaggio segreto conducente alla Stamberga Strillante. Era stato Silente a pensare a tutto. Un pericoloso albero faceva in modo che nessuno scoprisse il passaggio segreto fino alla casetta che ospitava Remus per tutto il periodo del plenilunio, sulla strada per Hogsmead, la quale si stava guadagnando la nomea di luogo infestato. Il merito qui era di Remus che, con i suoi ululati e lamenti di dolore al momento della trasformazione e negli scatti di collera in cui distruggeva porte e tavoli, terrorizzava la gente del posto, incosciente del fatto di avere un lupo mannaro come vicino. 
Bastava esercitare pressione su un punto tra le radici del Platano ed ecco che questo si immobilizzava, permettendogli di scivolare nel passaggio. 
Cinque anni di trasformazione avevano lasciato i segni sulla stamberga. Le tende erano sbrindellate, i pochi mobili ridotti in vari pezzi di legno sparsi e le pareti graffiate. 
In un angolo della camera c'erano le provviste di Remus direttamente dalle cucine di Hogwarts. Delle tavolette di cioccolato da Mielandia per i momenti in cui era umano e carne cruda per la trasformazione. 
Era strano trasformarsi. In quelle lunghe notti Remus perdeva totalmente la percezione di sé. Sapeva di non essere totalmente lupo e il suo corpo, incurvato ma non del tutto quadrupede, gli suggeriva una componente di umanità. Ma la cosa finiva lì. Dimenticava il proprio nome. Dimenticava i propri genitori. Dimenticava Hogwarts e i Malandrini. Solo quando mutavano forma, il licantropo percepiva la loro presenza e non li attaccava. In qualche modo, l'essere tra animali lo rendeva più mansueto, anche se non poteva scordare la prima volta che Ramoso gli era comparso nella sua forma di cervo: l'istinto da lupo gli diceva che quella preda sarebbe stata particolarmente succulenta, più di un grosso cane nero o di un topo. Per fortuna qualcosa dall'interno aveva zittito l'istinto e non c'erano più stati incidenti. Il lupo sapeva che quei tre animali non erano cibo. 
Dolorosamente, Remus si trasformò non appena il sole cedette il posto alla luna splendente. Diede il colpo di grazia ad un paio di sedie e cominciò ad aggirarsi furioso per tutto l'ambiente. Una volta ritrasformato avrebbe ricordato tutto di quei momenti, forse era questa parte della maledizione: sapere esattamente cosa diventavi ma non avere il potere di fermarlo, di fermare te stesso. 

Era notte fonda quando il licantropo vide un topolino entrare nella stanza e richiamare la sua attenzione con la coda. Era il segnale che Felpato e Ramoso stavano aspettando appena fuori il passaggio. 
In realtà, Remus non sarebbe dovuto uscire: la stamberga era stata dotata di una serie di incantesimi per tenere gli sconosciuti a distanza e lui ben chiuso all'interno, dimentico della botola che costituiva l'unica uscita, tra l'altro. Ma tutto sommato non era mai successo nulla di grave, c'erano sempre gli altri con lui a tenerlo d'occhio e non usciva neanche ogni mese, solo qualche volta ...
Così Remus si giustificava quando pensava a quanto Silente sarebbe stato deluso se avesse scoperto delle sue gite. 
L'aria notturna lo accolse come una benedizione. Il leggero venticello gli accarezzò il pelo ritto. Annusò nell'aria l'odore del cervo e del cane nero che riconosceva e poi li vide. A distanza dal Platano Picchiatore, Felpato si stiracchiava e si grattava il collo con la zampa posteriore tentando di ignorare Ramoso che lo spintonava con le sue ampie ed eleganti corna. Lunastorta corse loro incontro, Codaliscia alle calcagna.

Spazio autrice: ecco qui il nuovo capitolo! Non pensavo di riuscire ad aggiornare così presto, e invece ... l'ispirazione continua. Se volete, fatemi sapere cosa ne pensate. Alla prossima!


  
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