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Autore: Arwen297    19/12/2019    3 recensioni
"«Più forti ad ogni addio». La tua voce mi arriva come un leggero soffio di vento accarezzare le onde del mare poco più sotto.
Si torneremo più forti nella prossima vita.
Più consapevoli,
E se salutarti è una pena così dolce, vorrei poterti dire addio fino a domani."
Missing Moments ambientato alla fine della quinta serie, tra la morte di Sailor Uranus e Sailor Neptune e la comparsa di tutte le guerriere intorno a Sailor Moon a fine battaglia
Storia partecipante al contest "Pianeti tra le stelle" indetto da Marika Ciarocchi/AngelCruelty sul forum di EFP - 3^ CLASSIFICATA
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Galaxia, Haruka/Heles, Michiru/Milena, Usagi/Bunny | Coppie: Haruka/Michiru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta serie, Dopo la fine
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Stronger every goodbye

Personaggi di Naoko Takeuchi – Idea di Arwen297 – Alcuni dialoghi della Toei Animation

 

 

One-shot partecipante al contest “Pianeti tra le stelle” sul forum di EFP

 

 

«There are no goodbyes for us, wherever you are ...

you will always be in my heart».

 

«Ora basta, basta combatterci così!». La voce di Sailor Moon rompe il pesante silenzio Accidenti Sailor Moon, non guardarci così!.

Siamo due guerriere del sistema solare esterno, e per portare a termine la nostra missione siamo sempre state disposte a tutto, anche a macchiarci del sangue del tradimento.

Il tuo sguardo disperato per aver perso tutte e, alla fine, anche me e Michiru si posa sui nostri corpi ormai svuotati di qualsiasi emozione, di qualsiasi sentimento.

Nel momento esatto in cui i nostri due semi di stella hanno lasciato le nostre membra, tutto ha cessato di esistere, di avere un significato.

Perdonaci se non ti abbiamo avvisata di questa nostra decisione, ma non avresti approvato il nostro tentativo di sconfiggere Galaxia.

Questi bracciali ai nostri polsi controllano le nostre menti, ma ormai, è vicino il momento in cui li gireremo contro il nostro nemico: speriamo così di sconfiggerlo o di darti la possibilità di farlo, danneggiandolo irreparabilmente. Non importa quale sarà il nostro destino, questa è la nostra missione.

«Forza, cosa state aspettando? Prendete il suo seme di stella!». L'ordine di Galaxia, a cui abbiamo giurato fedeltà come parte integrante del nostro tentativo di vincere questa battaglia risuona intorno a noi.

Dentro di noi.

Nella nostra mente, nei nostri pensieri. Quasi annullandoli grazie a questi bracciali, ma noi siamo Outer, non basta questo per metterci fuori gioco. No, serve ben altro, il vuoto causato dalla scomparsa dei nostri semi di stella si dipana velocemente mentre la mia lucidità di guerriera emerge prepotente nel mio inconscio, cambiando immediatamente il bersaglio del mio attacco e sono certa che per Neptune accanto a me è lo stesso.

Quattro sfere di energia luminosa colpiscono la nostra avversaria, infliggendole secondi e attimi di estrema tortura, istanti che sembrano lunghi quasi un'eternità per noi che speriamo di essere riuscite a portare a termine il nostro piano.

Poco dopo il silenzio, la malvagia torna in se e ci rivolge uno sguardo malvagio, nessun seme di stella esce dal suo corpo e la realtà che si rivela davanti a noi è quella del fallimento.

Siamo due traditrici e abbiamo fallito.

«Incredibile i miei bracciali non hanno preso il controllo totale delle vostre menti, in tutte le galassie non ho mai visto delle guerriere tenaci come voi». L'entità malefica si abbandona a commenti e a me viene da sorridere, per l'errore di valutazione compiuto sul nostro conto.

«Ma certo, lei non ha un seme di stella». Mi lascio sfuggire dalle labbra, mentre la speranza di salvare la terra si frantuma inesorabile in un miliardo di pezzi confusi.

«Avete sottratto il seme di stella alle vostre compagne, vi siete arrese e mi avete giurato fedeltà come servitrici, ma in realtà era tutta una finta..pensavate di sconfiggermi?». Si ferma un secondo, prima di far risuonare la sua risata, odiosa, intorno a noi. «Si mi avete ingannata ma il piano che avevate elaborato è fallito miseramente purtroppo».

Si abbiamo miseramente fallito, la gravità di ciò che abbiamo fatto macchia ormai il nostro animo.

«E' davvero finita». La voce della mia compagna accanto a me segue quella della donna, quel poco di umanità che mi resta si addolcisce a sentirla, nonostante la crudezza di ciò che comporta questa sua frase.

«Siamo completamente svuotate, ormai siamo solo due involucri in cui scorre il sangue del tradimento e la nostra vita si spegne così». Questa volta sono io a commentare ciò che è appena accaduto, accettando pienamente la mia, la nostra, colpa.

«E' l'ora degli addii». Ti sento ancora, e solo l'universo sa quanto avrei voluto salutarti diversamente e non in circostanze simili, mia dolce Michiru. Il mio corpo senza bracciali inizia ad essere leggero, etereo..

Il pensiero va a te Sailor Moon, a te che sei la nostra Principessa, colei che avevamo il compito di proteggere fino al nostro ultimo respiro, era parte della nostra missione e non riusciremo a portarla a termine. La preoccupazione sale, rimarrai sola ad affrontare tutte le minacce che il futuro ti porrà davanti.

«Statemi bene a sentire». Mi rivolgo alle Star Light con quella poca energia che mi rimane, mentre divento via via più trasparente. «Fin ora voi Star Light vi siete impegnate solo per il vostro pianeta... ma d'ora in poi proteggerete l'universo.. e vi chiediamo di proteggere anche... la nostra principessa...». Io non chiedo mai favori a nessuno, ma in questo momento non abbiamo altra scelta che consegnare la protezione di Serenity a coloro che fino a questo momento abbiamo considerato avversari. «Forse non lo sapete, ma è sempre stata una grande piagnucolona». Sorrido appena.

«Già». La sua voce raggiunge nuovamente le mie orecchie, questa volta più debole e sussurrata di qualche minuto prima e decido di pensare a lei, di lasciare fuori tutto il resto. Perché, in fondo, dopo tutte le battaglie vissute insieme fianco a fianco lo meritiamo.

«Non aver paura, Michiru». Cerco di rassicurarla, e non so se sono rivolta a lei o a me stessa in questo momento, sapevo fin dal baleno in cui ho accettato il mio destino che sarebbe giunta occasione in cui entrambe avremmo perso la vita, ma non pensavo così presto.

«Haruka...dammi la mano ti prego». Non riesco a dirle no, sento anche io il bisogno di sentirla nuovamente accanto a me, di un ultimo contatto prima di lasciarla per sempre e con molta fatica percepisco per qualche istante le dita tra le mie, seguite da una tranquillità quasi crescente. E' così la morte?

«Sono molto serena adesso». Mi dici ancora, prima che il tuo sguardo si chiuda su di me, capisco che è davvero la fine di tutto.

«Si è vero». Ti dico. «Lo sono anche io». Il mio è un bisbiglio, non so se lei ha fatto in tempo a sentirmi, mentre la necessità di chiudere la mia vista su ciò che mi circonda e abbandonarmi al sonno è troppo forte per potermi opporre.

La stanchezza mi invade e il gelo l'accompagna.

 

La paura sembra quasi sciogliersi mentre uno strano tepore mi avvolge, spingendomi ad aprire gli occhi, davanti a me il mare frammenta il sole in mille scaglie bianche con il suo ciclico dondolare.

Il mio mare, l'altra parte di me. Il mio sguardo scende, la mia figura eterea stringe ancora il talismano che da sempre mi appartiene. Sotto i miei piedi la distesa d'acqua, ma mio fratello l'oceano non mi rassicura, non riempie il vuoto che sento dentro al pensiero che sia finita, che io sia ufficialmente morta e che non mi rimanga altro che il rientro su Nettuno il mio pianeta protettore.

Non mi rassicura e non mi calma, il pensiero che io e Haruka non ci siamo salutate come avremmo voluto..

I pensieri si interrompono sopraffatti dalle emozioni, essere due guerriere del sistema solare esterno è anche e sopratutto questo.

Un gabbiano che cammina sulla spiaggia mi passa attraverso, dandomi la certezza che, ormai, io sia solamente un fantasma. Questa consapevolezza mi colpisce come un pugno allo stomaco: è davvero finita dunque?

Sembra proprio di sì.

«Principessa». Il mio pensiero va a Sailor Moon, non so se sia ancora viva, non so a che punto sia la battaglia con Galaxia, ho solo la sensazione amplificata della nausea causata da questa nuova forma di me stessa, gli occhi mi bruciano al ricordo di Serenity.

Più volte in passato non siamo riuscite a salvare il regno e questa è l'ennesima ocassione, tra mille vittoriose, in cui il nostro destino si è compiuto senza permetterci di vivere una vita al fianco delle altre.

Ma sopratutto mi colpisce al cuore l'assenza di Haruka. Quel vuoto che ormai conosco e che mi accompagna da millenni nonostante questa volta siamo riuscite a dividere la nostra vita ogni giorno fianco a fianco e non rilegate sui nostri pianeti. Forse è proprio questo esserci vissute che rende tutto più doloroso, tutto più difficile.

I miei occhi si rivolgono nuovamente al mare, come se lui potesse riportarmela indietro, come se lei potesse sentirmi e arrivare da me.

Un saluto, un addio come si deve.

 

Anche di questo non è dato farci dono?

 

«Michiru». Una voce che conosco a memoria, interrompe i miei pensieri, spingendomi a girarmi dando le spalle a quello che è da sempre stato un fratello e un amico anche nei momenti più bui.

E lei è lì, davanti a me, con i suoi occhi verdi e bellissimi... con le vesti indossate sui nostri pianeti, la giacca del blu della sua fuku da guerriera e i pantaloni bianchi. Sembra uno di quei principi delle fiabe per bambini, ma questa purtroppo per noi non è una fiaba con il lieto fine.

Un leggero vento muove le fronde degli alberi poco distanti da questa spiaggia di cui non ho ricordo, guardo la guerriera del vento in silenzio. Vorrei dirle tante cose ma dalla mia bocca, dal mio cuore, non esce assolutamente niente se non un nodo alla gola che mi mette in difficoltà.

Lei fa la sua parte avvicinandosi a me, allungando una mano quasi a sfiorarmi, sento il suo tocco: non mi passa attraverso come il gabbiano pochi minuti fa, che incurante è andato avanti con il suo percorso. No! Lei mi sfiora, come se non fosse successo niente, come se fossimo ancora in vita.

Mi sfiora dandomi l'illusione di essere ancora a casa, a vivere la nostra vita come se questa battaglia non fosse mai arrivata.

«Non mi dici niente?». Mi sussurra quasi ferita dal mio silenzio, se sapesse quante cose mi stanno avvolgendo e invadendo la mente, capirebbe. Mettere in ordine tutti i pensieri, tutte le emozioni...in confronto calmare un oceano in tempesta sarebbe più facile.

Mi guarda e sorride, quasi a incoraggiarmi, ma più che essere incoraggiata..vorrei che mi dicesse che andrà tutto bene e che è solo un brutto incubo. Ma so che questo non può essere possibile.

«Haruka io...». Mi sforzo di dirle almeno due parole. «Non doveva finire così, non questa volta». La mia voce esce bassa, tramortita. «Il pensiero che sia finito tutto e chissà

se e quando ci incontreremo di nuovo, no!».

Mi interrompo, il mio corpo etereo inizia a sussultare vittima della rottura di quella diga che in queste ore ha arginato la mia emotività.

E inizio a piangere.

Piango perché la mia vita è finita.

Piango perché non voglio tornare a fare guardia alla Terra nel freddo spazio, sul mio pianeta in completa solitudine.

Piango perché dovrò lasciare Haruka e niente potrà mai riunirci.

Piango perché, anche se la missione viene prima di tutto, niente può rendere meno doloroso un addio.

Perché in fin dei conti questo lo è. E il peso di questa verità mi schiaccia come un macigno. Poco importa se lei ora mi abbraccia.

Poco importa se l'aria e il mare saranno eternamente legati.

Poco importa se lo abbiamo sempre messo in conto, consapevoli che sarebbe arrivato quello scontro in cui ci saremmo imbattute in qualcosa di più grosso di noi.

Poco importa se le sue ali mi stanno avvolgendo infondendomi un calore che mi fa sentire a casa, nonostante il gelo che sento dentro.

«Non piangere». Sento il suo respiro sulla mia pelle, accanto all'orecchio mentre mi stringe forte, e questo contatto non può far altro che peggiorare la situazione. «Siamo guerriere, lo sapevamo fin dall'inizio che sarebbe potuta finire così...è il nostro destino».

«Avrei solo voluto poter vivere con te per tanti anni ancora». Riesco a dire dopo aver ripreso il controllo del respiro. «Non deve finire così, non possono vincere loro...». Dopo aver patito tanta sofferenza in tutti questi anni in cui abbiamo combattuto insieme con impegno a difesa di Sailor Moon nessuno lo merita.

Anche le altre ragazze non lo meritano, sono state coraggiose e non hanno comunque possibilità di rimanere accanto alla principessa fino alla fine.

Sento che Haruka si allontana da me liberandomi da questo abbraccio che vorrei non finisse mai, è poco distante adesso i suoi occhi si incrociano con i miei e il silenzio interrotto dal suono delle onde ci avvolge.

 

Ho sempre immaginato il momento di dire addio a Michiru, ma ora che gli istanti sono contati sembra che dalle mie labbra non riesca a uscire niente.

Sono passati questi anni ma in realtà il tempo non passa mai per davvero, forse siamo più grandi e mature di quando la sua strada ha incrociato la mia e improvvisamente vorrei che ci fosse stato concesso più tempo.

Vorrei dirle un milione di cose, parole che mi sono tenuta dentro per anni a causa del mio stupido orgoglio e che vorrei uscissero, ma sembra che le mie più buone intenzioni non bastino per far si che accada.

Vorrei dirle quanto sia stata importante la sua presenza al mio fianco nelle battaglie ma anche nella vita quotidiana. Quanto siano state importanti anche le nostre litigate perché, senza di loro non sarei mai riuscita a capire quanto del mio carattere fosse sbagliato.

E che lei è la mia questione irrisolta. Passano i secoli, vite diverse si rincorrono ma il nostro rapporto e il tormento che ne deriva non si scioglie mai.

Anche questo fa parte del nostro essere. Noi siamo destinate a stare sui nostri pianeti, lontane, non qui vicine sulla Terra.

Ma accettare questo addio è più difficile di quanto in realtà avessi immaginato.

Perché lei, proprio lei, dopo parecchio tempo che non succedeva è riuscita a rendermi felice e a farmi diventare una persona migliore.

Una felicità che ti fa ridere e ti fa piangere insieme; che ti mette in pace con il mondo e con te stessa facendoti quasi sfiorare la volta celeste con un dito.

Dicono che l'amore quando meno te lo aspetti è capace di sorprenderti e tu anima delicata con la tua caparbietà sei stata sempre in grado di tener testa a una persona dal carattere complesso e difficile come il mio.

Mi hai fatto capire cosa significa essere amata davvero, mi hai mostrato cosa vuol dire perdersi completamente tra le braccia di qualcuno, cosa significa abbandonare ogni resistenza e abbassare ogni muro.

 

Sono stata nuda di fronte a te.

Nuda nell'anima e nello spirito.

 

Denudata di ogni paura, di ogni ansia e ogni insicurezza che mi teneva imprigionata facendomi scappare e voltare le spalle a colei che sono davvero.

Vorrei dirti davvero tutto questo, ma la mente e il cuore me lo impediscono e così rimango qui a fissarti in assoluto silenzio mentre prendiamo coscienza del fatto che la nostra energia si sta lentamente dissolvendo intorno a noi.

Ma tu sfuggi ai miei occhi dolce violinista come se non guardarmi possa rendere tutto più immediato.

Davvero vuoi passare gli ultimi attimi che ci sono concessi insieme in totale in silenzio? Immobili l'una di fronte all'altra?

Si forse lo vuoi davvero, forse sono io a volerlo per prima. Consapevole che avvicinarci di nuovo possa rendere tutto più complicato e doloroso.

Ti vedo sempre più eterea su questo tuo mare, il tuo talismano, lo specchio ancora stretto tra le tue mani.

Devi lasciarlo andare e tu lo sai.

Sai bene che nel momento in cui toccherà le acque sotto di noi tutto sarà davvero finito su questo mondo, o forse è solamente un'illusione spinta dal desiderio insano di non lasciarti andare e in realtà la fine è giunta già.

E tu non sei già più qui.

Magari sei tornata nel tuo mondo, e io sono totalmente sola.

Mi avvicino a te per una seconda volta quasi per darti coraggio a fare ciò che devi.

Senza prolungare ulteriormente questi attimi che sembrano eterni.

«Forza Neptune». Le dico sforzandomi di sorridere nonostante la situazione. Dopo tutto basta mollare la presa, basta un'istante ed è giusto così.

È un talismano, non possiamo rischiare che finisca in mani sbagliate.

Ciò che è giusto va fatto.

 

Le mie mani si stringono intorno al Mirror come mosse da una calamita in presenza del ferro, il mio attaccamento alla vita che stavo vivendo fino a poche ore fa si fa sentire più forte quando la sento pronunciare quelle parole.

Devo fare ciò che devo, ma il dopo mi spaventa. Il tornare sul mio pianeta lontano da te mi angoscia. Il pensiero di quanti secoli mi aspettano da vivere in completa solitudine fanno di me una codarda che si oppone allo scorrere via dell'energia in me.

Nonostante io sappia benissimo che sarà inutile.

I miei occhi si posano nuovamente su di te, nuovamente troppo vicina, scrutano per una seconda volta le ali che ti sono comparse sulla schiena, pronte a farti compiere il viaggio verso casa.

«Fallo, è la cosa giusta». Mi incoraggi nuovamente, prima di appoggiare le tue labbra sulle mie in quello che è sicuramente uno degli ultimi baci, anzi forse proprio l'ultimo.

Mi vuoi infondere ulteriore coraggio così. Sai che può essere la spinta giusta, e dentro di me lo so anche io.

Ed è proprio mentre mi crogiolo nella dolcezza di questo contatto che decido di lasciare andare lo specchio, le mie dita lasciano la presa e lui scivola verso l'acqua sotto di me.

Sempre più in basso, portando con se la mia fine.

I miei occhi incrociano nuovamente i tuoi, in quest'ultimo istante di eterno di cui ci è fatto dono.

«Più forti ad ogni addio». La tua voce mi arriva come un leggero soffio di vento accarezzare le onde del mare poco più sotto.

Si torneremo più forti nella prossima vita.

Più consapevoli,

E se salutarti è una pena così dolce, vorrei poterti dire addio fino a domani,

   
 
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