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Autore: Yma_world    19/12/2019    1 recensioni
Callie si stava recando a lavoro preparandosi ad un'altra giornata abitudinaria, non sapeva che proprio quel giorno una strana coincidenza le avrebbe fatte incontrare.
Fanfiction su Grey's anatomy, in particolare sulle Calzona.
(La storia è ambientata nel periodo in cui Callie va a lavorare in un altro ospedale poiché il capo Webber non la assume come strutturata e Callie non conosce ancora Arizona perché Arizona non lavora ancora al Seattle Grace Hospital. Quindi si incontreranno in maniera diversa dallo show, grazie appunto ad una strana coincidenza)
(ovviamente i personaggi appartengono tutti alla nostra cara Shonda Rhimes)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Arizona Robbins, Callie Torres, Mark Sloan, Richard Webber
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
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(P.O.V. Callie)

Passarono sette giorni da quell'ultimo incontro. Mentre viaggiava verso quell'appuntamento così importante, si fermò a pensare a tutta quella che era stata la settimana precedente:

Quando Callie si rese conto di essersi fatta scappare anche quell'ultima occasione, tornò a casa amareggiata. Era stata baciata dalla fortuna fin troppe volte, sapeva che probabilmente quella sarebbe stava l'ultima volta che l'avrebbe vista, anche se in cuor suo esisteva ancora una piccola speranza.
Presa dall'amarezza e dal fallimento, i tre giorni subito successivi a quell'ultimo incontro si recò a lavoro in auto, visto che ormai era tornata come nuova. Si ritrovò così a vivere una routine che, anche se più comoda, non le apparteneva. 
L'attesa di quella coincidenza aveva dato un senso a quella sua vita così abitudinaria e ora senza quella, sentiva solo un gran vuoto dentro. 
Quando arrivò il quarto giorno, il libro che in quei giorni l'aveva presa così tanto e che aveva terminato la sera precedente, la ispirò: e se oggi si sarebbe ripresentata e si facesse perdere l'occasione di poterla avere o comunque di dirle addio? Dopo tutto nelle precedenti occasioni la sconosciuta si presentò in quella stazione sempre con un intervallo di quattro giorni.
Così decise di prendere per l'ultima volta quella coincidenza con la paura di spezzarsi nuovamente il cuore.

Quando il suo treno giunse e la bionda non si presentò, Callie si sentì completamente spezzata. Aveva riposto speranza in una cosa mai iniziata, in una cosa che non poteva essere. Così inevitabilmente si fece male un'altra volta.

Delusa da quel mancato incontro, si rese conto che ormai non aveva più motivo di lavorare in quell'ospedale, ancora si chiedeva perchè stesse continuando a farlo. Lei voleva lavorare al Seattle Grace Hospital, il suo ospedale. Cosa la ostacolava? L’orgoglio verso il suo capo?
Basta, decise che non si sarebbe fatta scappare più nessuna occasione dopo essersi fatta scappare forse la donna della sua vita. Così decise che sarebbe andata a parlare con il dottor Webber per riottenere il lavoro.

E così dopo sette giorni stava proprio andando lì, al Seattle Grace Hospital, al suo ospedale.

Arrivata al parcheggio posò l'auto al suo vecchio posto auto ancora vuoto. Quando si ritrovò avanti alle porte dell'ospedale, ispirò l'aria che la circondava, si sentì a casa.

Entrata nell'ospedale Mark le venne incontro:

"Allora Torres, sei pronta? Devi dare il meglio di te li dentro. Sarà meglio per te che torni da me con il titolo di strutturato ortopedico del Seattle Grace" disse Mark cercando da un lato di spronarla ma dall'altro sembrava facesse sul serio.

"Si Mark, lo sai sono la Dea dell'ortopedia" disse Callie più per convincere se stessa che l'amico.

Superato l'amico si recò nell'ufficio del suo vecchio capo. L'ansia iniziò a salire. Alzò la mano e chiuse il pugno per poter bussare. Esitò due volte prima di bussare effettivamente.

"Avanti" disse l'uomo nella stanza.

"Salve dottor Webber" trovò l'uomo girato di spalle.

"Dottoressa Torres" disse Webber restando fermo nella sua posizione.

"Senta capo, sono venuta a parlarle per dirle che le cose che ho detto le ho dette per un motivo. Non erano per istigarlo, per avarizia o per vanto. Io merito davvero di essere uno strutturato e merito di lavorare qui con lei, voglio lavorare qui con lei." disse tutto di un fiato quando ormai si avvicinò alla scrivania restando però in piedi.

La sedia del dottor Webber iniziò a girare, così il suo sguardo fu finalmente rivolto a Callie.

"Torres domani chiedi all'ufficio assunzioni un nuovo cartellino. Dì loro che sei il nuovo strutturato di ortopedia" disse l'uomo.

Il volto di Callie passò dalla confusione, allo stupore, dallo stupore alla felicità.
Stava per parlare quando qualcuno bussò alla porta.

"Avanti" disse l'uomo mentre guardava Callie con approvazione, per confermarle tutto quello che aveva appena detto.

La porta si aprì e una voce ruppe il silenzio.

"Scusate torno più tardi" disse la voce alle sue spalle.

Un brivido le attraversò la schiena. Dove aveva già sentito quella voce?

"No dottoressa Robbins, entri visto che ci troviamo qui le voglio presentare una nuova sua collega"

Callie così si girò per fronteggiare la persona che il suo capo le stava indicando.

"Dottoressa Torres lei è la dottoressa Robbins, il nuovo primario di pediatria"

Quando i loro sguardi si incontrarono, il suo cuore si fermò e il suo respiro anche.
Non poteva credere ai suoi occhi. Le labbra le si seccarono, le gambe sembravano reggerla con difficoltà. 
Lei era lì. La sua dolce tortura era lì in piedi a pochi metri da lei, con un camice ricamato, i suoi capelli ondulati biondi e il suo sorriso mozzafiato.

Dopo un attimo di esitazione che sembrò eterno, la bionda sconosciuta fece un passo.

"Piacere Arizona Robbins" disse tendendo una mano.

Calli le fissò la mano, sapeva di doverla stringere, le tornarono alla mente tutte le sensazioni che quella donna le aveva donato solo con degli sguardi e qualche parola, così temeva cosa fosse successo se le avesse stretto quella mano. Poi alzò lo sguardo nuovamente negli occhi della donna, 'Arizona' pensò, finalmente aveva un nome, e la forza che le mancava la trovò proprio lì, in quegli occhi blu.

"Callie, Calliope Torres" disse.

"Calliope" disse Arizona quasi in adorazione di quel nome.

Il modo in cui lo disse fece deglutire Callie.

Poi le loro mani finalmente si intrecciano in una semplice stretta di mano ma che per entrambe fu abbastanza per definire le mani dell'altra casa. 
Si sentirono entrambe così giuste e rabbrividirono al tatto, quasi come se quel contatto avesse sprigionato l'elettricità che da sempre viaggiava tra quelle due banchine di quella piccola stazione.

Callie per un attimo dimenticò dove si trovasse, cosa stesse facendo, voleva godersi quel momento che aveva aspettato per così tanto tempo, pensò che per una volta la vita stesse girando nel modo giusto, che per una volta il destino avesse fatto il suo dovere.

Pensò "questa è la coincidenza che aspettavo".



(e la storia nella mia testa finisce qui. Allora che ne pensi? Fammi sapere se vorresti un epilogo. Spero ti sia piaciuta e grazie a te che l'hai letta fino alla fine)

   
 
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