Libri > Good Omens
Ricorda la storia  |      
Autore: GladiaDelmarre    19/12/2019    8 recensioni
AU in cui Aziraphale è un demone e Crowley un angelo, scritta per un obbligo sul gioco de "il Giardino di EFP" - Obbligo, Verità o Salvataggio... come sempre dalla squisita LadyPalma!
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Theobroma et Capiscum”

 

Un nome curioso, che campeggiava su un'insegna in un vicolo di Soho.

 

Chi vi entrava aveva immediatamente invase le nari del profumo spesso e ricco della cioccolata, misto a quello molto più speziato e pungente del peperoncino.
Era un locale piccolo, reso ancora più angusto da barattoli di ogni misura e forma che poggiavano su mensole apparentemente disposte alla rinfusa sui muri. C'erano pochi tavolini di legno che sembravano provenire da epoche molto distanti, e una moltitudine di sedie e poltroncine che variavano dallo stile pomposo Luigi XV fino a ultramoderni pouf su cui era ovvio non si potesse far altro che rassegnarsi ad affondare.

 

Eppure quel posto era perennemente gremito di gente.

Serviva la migliore cioccolata calda di Londra, ma si doveva essere coraggiosi per entrare. Ed educatissimi col proprietario, soprattutto. Egli era un uomo leggermente panciuto, con dei riccioli chiarissimi scompigliati e un sorriso che poteva passare dalla gentilezza più squisita al sadico nella frazione di un secondo. Sorrideva spesso, ma era così mutevole che si doveva stare molto attenti. Se socchiudeva gli occhi e piccole rughe glieli circondavano, rendendoli benevoli, si poteva stare relativamente tranquilli. Ma quando il sorriso non arrivava agli occhi, e rimaneva confinato solo in uno dei due lati della bocca... beh quello era il caso di munirsi di coraggio e sperare che ti propinasse una cioccolata all'Habanero, piuttosto che al Naga Viper, o addirittura peggio.

 

Perchè nessuna delle cioccolate servite in quel locale era scevra da pericoli: si poteva solo chiedere di non superare una certa gradazione della scala di Scoville, ben stampata in colori sgargianti sul menu... ma quanto alla scelta effettiva del peperoncino che sarebbe stato grattato al suo interno... quello era appannaggio esclusivo del proprietario.

 

Azazel, questo era il suo nome, a dire la verità era un demone. Ma questo lo sapevano in pochi... o meglio, solo uno. Il suo... per così dire nemico giurato, Crawael: un angelo.

I due si conoscevano fin dal principio del mondo, e volenti o nolenti avevano imparato a convivere (prima), ad aiutarsi (poi) e ad amarsi (alla fine).

 

Crawael deprecava l'abitudine di Azazel di giudicare gli umani che coraggiosamente venivano ad assaggiare le sue cioccolate e a cui propinava le peggiori misture di peperoncini solo perchè “lo avevano guardato in modo irrispettoso” o “avevano pronunciato una frase senza la corretta consecutio temporum”. Soprattutto, trovava terribile che facesse lo stesso anche coi bambini. Certo non si azzardava a dare loro i più piccanti (il Carolina Reaper era severamente bandito dalle bevande per bambini, così come ognuno al di sopra del Rocoto), ma comunque anche loro imparavano, a loro spese, che dovevano essere più che educati.

Chiunque entrasse da “Theobroma et Capiscum” firmava una liberatoria ad ogni modo, quindi... tutti i clienti abituali erano sempre incredibilmente deferenti, e solo i malcapitati delle prime volte venivano costantemente bastonati da un serafico (perchè quello era il suo aspetto, nonostante la natura diabolica) Azazel.

 

Fosse stato per Crawael quel posto sarebbe stato un asilo nido, per quanto gli piacevano i bambini, e Azazel non poteva permetterlo. Satana ce ne scampi!

 

Crawael dal canto suo era un angelo assolutamente inusuale: lunghissimi capelli di un rosso che Azazel non si faceva scrupoli a chiamare “da postribolo” e occhi dorati. L'unica cosa che davvero lo faceva sembrare ascetico era la figura alta e dinoccolata, le guance magre, la piega della bocca un po' sofferente. Azazel sembrava un satiro invece, e solo gli occhi azzurri e i capelli biondissimi stonavano su quella figura rotonda e palesemente edonistica, col naso appuntito e il sorriso sardonico. Erano una coppia davvero buffa, anche se, in fondo, ben assortita.

 

Comunque anche Crawael era un angelo leggermente diverso da quello che ci si poteva aspettare (se solo gli umani avessero saputo chi avevano davanti). Era dispettoso e si era sempre divertito a fare scherzi innocui, cosa che non mancava mai di far ghignare Azazel. Adorava le piante e aveva un piccolo giardino privato all'interno dell'appartamento dove viveva, dove le cresceva con grande rigore. Erano le sue piante, e dovevano assolutamente comportarsi secondo i precetti di Dio, crescendo rigogliose. Se non si comportavano bene, leggeva loro ad alta voce dei salmi. Se perseguivano nelle loro disobbedienze, semplicemente, le inceneriva: d'altronde Dio non si era sempre comportata in modo delicato con chi non soddisfaceva gli standard.

 

Un giorno, un gruppetto di ragazzetti sui sedici anni si presentò per la prima volta alla cioccolateria. Era chiaro che avessero marinato la scuola, perchè era troppo presto perchè le lezioni fossero finite. Si sedettero con malagrazia ad uno dei tavolini e richiamarono a gran voce l'attenzione di Azazel.

Egli alzò un sopracciglio. Poi, lentamente, la guancia destra gli si contrasse in un sorriso leggermente tirato. Sfortunatamente per loro, era la prima volta lì e non sapevano quanto potesse costargli l'insolenza: sapevano solo che quello era un posto “cool” e che servivano dell'ottima cioccolata piccante.

 

IGNARI

 

Non potevano sapere che erano le vittime perfette.

Azazel gli si avvicinò per prendere le ordinazioni. Tutti quanti optarono per delle sobrie gradazioni gialle, un paio di coraggiosi si avventurarono sull'arancione. Ma essendo minorenni, nessuno di loro poteva accedere alle rosse.

 

Beh, tecnicamente almeno.

 

Chiaramente la quantità di peperoncino aggiunto alla cioccolata era una decisione del cuoco, il quale non li aveva presi esattamente a benvolere. Ergo, si preparava a mischiargli una cospicua quantità di Jalapeno, Pepe di Cayenna e un pizzico di Pequin, giusto per vederli andare a fuoco.

Crawael aveva fiutato la situazione rischiosa fin da quando li aveva visti entrare. Conosceva Azazel ormai da seimila anni e sapeva perfettamente che i ragazzini maleducati gli erano insopportabili. Erano pure sempre dei bambini però. Era suo dovere occuparsi di loro. Non sarebbe riuscito a far desistere il demone dal propinargli una orribile mistura piccantissima, ma magari sarebbe riuscito a mitigarne gli effetti.

Andò tra le sue piante, a cercare un fiore bianco e giallo che era noto per le sue proprietà lenitive. Ne prese una buona quantià e li chiuse in sacchetti di garza, per poi fare delle infusioni concentratissime.

 

E quando i ragazzini iniziarono a tossire e a tingersi di delicate sfumature che variavano dal rosso corallo allo scarlatto, al porpora, e si affrettarono ad andarsene con le lacrime agli occhi, gli si avvicinò appena fuori dalla porta e gli passò sottobanco dei bicchieri di carta con un bell'infuso concentrato di camomilla.

 

Con un sorrisetto, non gli disse però che all'interno ci aveva aggiunto anche un poco di dente di leone... anch'esso piccante.

 

In fondo era solo uno scherzo, no?

 

Ma da quel giorno, finalmente, convinse Azazel a cambiare il nome del locale in “Theobroma, Capiscum et Matricaria”.

 

Note:

1) la scala di Scoville è una scala di misura della piccantezza del peperoncino e indica la quantità di capsaicina equivalente contenuta (la sostanza che fa bruciare i recettori della lingua).

2) Theobroma, Capiscum et Matricaria sono i tre nomi di genere rispettivamente del Cacao, del Peperoncino e della Camomilla

 

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Good Omens / Vai alla pagina dell'autore: GladiaDelmarre