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Autore: Dalybook04    20/12/2019    1 recensioni
In fondo siamo tutti degli ossimori no?
Ognuno di noi ha un qualcosa che sembra non azzeccarci niente. Che sia la passione per i film horror o per la musica classica, che sia una pazienza sconfinata o un amore inaspettato.
Ecco. Questa è la raccolta degli ossimori dei nostri cari personaggi di Haikyuu
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Siete mai esplosi?
No, non intendo le esplosioni di fuoco, quelle in cui muore la gente. 
Intendo le esplosioni di cuore. Quando senti tutto ma proprio tutto, tutte le emozioni, le sensazioni, le lacrime trattenute e le urla silenziate, saltarti addosso e aggredirti come un'onda improvvisa e in tutto quel casino hai la testa ovattata e ti mordi la guancia fino al sangue per non piangere finché il detonatore non parte e bum. Un pezzo di cuore, grande o piccolo che sia, se n'è andato. 
E allora l'unica cosa di cui hai bisogno è stare da solo, per un attimo, un minuto, il tempo di rincollare i pezzi restanti, fare la conta dei morti e salvare il salvabile. E quando ti succede mentre sei da solo okay, il vero problema è quando sei in giro e hai degli altri esseri viventi attorno. Ed è proprio lì che succede. È lì che la maggior parte delle volte arriva l'onda. È difficile che stiamo male senza un motivo, di solito sono gli altri che ci fanno stare male e da lì parte tutta la reazione a catena fino all'esplosione. E allora se sei fortunato hai un posto dove rifugiarti, un bagno in cui chiuderti, un posto su cui sederti a fissare il vuoto fingendo di fare qualcosa di produttivo mentre invece stai cercando di salvare qualcosa della tua anima sbrindellata.
Vi è mai successo?
A Kageyama sì. Per farvi un esempio, quella famosa partita delle medie lo ha lacerato in due.
Quello che non sapeva era che qualcuno potesse più o meno restituirti ciò che avevi perso. Non sapeva ci fosse qualcuno che potesse far resuscitare i frammenti persi, o almeno provarci. Non pensava potesse esistere una persona in grado di farlo.
E invece si era ricreduto guardando quello scricciolo di un Hinata saltare prima ancora che lui effettuasse l'alzata. Fidandosi ciecamente di lui. E lì aveva sentito uno strano click e un pezzetto anche piuttosto consistente del suo cuore ritornare e tutti i pensieri negativi riguardo ad esso suicidarsi nel suo subconscio in un unico, singolo e rapido istante.
Giusto il tempo affinché la palla raggiungesse la resurrezione di Tobio, quel nanetto con più forza in corpo che neuroni, che sembrava avere un cuore così grande da compensare i frammenti mancanti dell'alzatore.
E in quel momento, anche se ancora non lo sapeva, Tobio Kageyama aveva appena sperimentato cosa fosse l'amore.
L'esplosione peggiore gliela provocò Hinata stesso. Quando, per la prima volta, litigarono sul serio. Per quella stramaledetta veloce con l'alzata wooosh. O wish. Non parlo il Kagehinese, pardon.
Comunque. Quello. Ecco. Mentre litigavano, Kageyama sentì l'ennesima esplosione frantumargli il cuore. E, insieme ad essa, tutti i pezzettini che gli aveva donato il rosso gli erano stati strappati via. Alla fine di quel secondo, era rimasto solo un misero pezzettino ferito e sanguinante. Si sentiva come un corvo senza ali e senza più un cuore che funzionasse per bene.
Ma poi, aaah, quando quei due fecero pace e quella benedettissima veloce finalmente riuscì... tutti i pezzi tornarono al loro posto, e Kageyama quasi si illuse di avere un cuore integro. Con qualche cicatrice, ma più o meno integro. Era come se gli avessero messo una protesi, ma una protesi traballante e con le misure sbagliate, ma era pur sempre qualcosa. Era comunque una bella illusione credere di stare bene.
Ma il cuore gli tornò come nuovo per davvero dopo il loro primo bacio.
Lì si senti, finalmente, dopo tanto tempo, pienamente pieno.

Forse dovrei fare un passo indietro e raccontarvi come sia successo.
Unico problema: non ne ho idea. È stato assolutamente improvviso. Un giorno era come il solito e poi bum le parole definitive, il tempo di dirle e Kageyama si era ritrovato il proprio mondo rigirato come un calzino.
Lui e Hinata non si sono mai fatti problemi a dirsi le cose. Diciamo che tra il loro cervello e la loro bocca non c'è quella cosa comunemente detta filtro. Dicono quello che pensano. Fine.
Ah, quanto sarebbe bello se al mondo fossero tutti così. Forse scoppierebbero più guerre, ma per certi aspetti sarebbe anche più bello. Dicevamo? Ah sì. Dicono le cose senza rifletterci. Senza pensare. Senza esitare. Lo dicono e basta. 
Per loro è così naturale che Tobio neanche ci ha pensato quando quelle magiche paroline gli sono uscite di bocca. 
Stavano parlando di pallavolo (e di cosa sennò?), erano appena finite le lezioni e si stavano dirigendo verso la palestra. In tutto quel caos generale di studenti entusiasti che scappavano il più in fretta possibile, verso casa o verso qualche club, quei due stavano parlando delle solite cose. Quando, forse per non perderlo in mezzo alla folla, forse per qualcos'altro, Shoyo allungò la mano verso quella di Kageyama e gliela prese, intrecciando le dita alle sue. Tobio sobbalzò sorpreso, sentendo qualcosa montare dentro di lui. Non quell'onda che precedeva l'esplosione, qualcosa di diverso, di dolce e caldo, come una montagna di miele che lentamente saliva fino a raggiungere la sua bocca e fuori uscire sottoforma di parole. Quali parole? Be' mi sembra scontato a questo punto.
"Mi piaci"
Come dicevo, nessun filtro tra bocca e cervello. 
Vi aspettavate un ti amo? Davvero? Dai gente, hanno quindici anni. Forse si amavano già, ma pensate veramente sapessero anche solo vagamente cosa sia l'amore? Ma per favore. Tobio non sapeva neanche di essere gay. Non si era mai soffermato a pensarci, non è che gliene fregasse molto alla fine. Non gli era mai interessato qualcuno prima.
Però Hinata gli piaceva. Eccome. Non riusciva neanche a ricordare un momento felice senza il rosso affianco.
A quelle parole, Shoyo si fermò un attimo e sembrò rifletterci su per un po', mentre gli ultimi studenti uscivano dalle porte vicino a loro. E non gli aveva ancora mollato la mano, notò Kageyama cercando di non morire dall'ansia. Poi, dopo qualche secondo di riflessione, il rosso gli aveva rivolto uno dei suoi soliti sorrisi solari, e riprendendo a trotterellare verso la palestra, tenendogli ancora la mano, aveva esclamato un allegro "anche tu!".

Sì lo so niente bacio. Per quello dovete aspettare ancora un po'.
Non cambiò molto da allora. Erano sempre loro due, sempre i soliti idioti, sempre il solito duo di bislacchi. 
L'unica differenza era che ora, quando camminavano fianco a fianco, non esitavano a prendersi per mano. Non ci pensavano neanche. Gli veniva spontaneo. Tutto con questi due è spontaneo. E anche il loro primo bacio lo fu.
Si stavano cambiando dopo gli allenamenti, stanchi morti e seduti fianco a fianco. Hinata era già pronto. Kageyama si stava allacciando le scarpe. Il resto della squadra o stava finendo di prepararsi o stava mettendo a posto la stanza del club.
E poi Kageyama si allaccia la scarpa e si rimette dritto, poggiando la testa al muro e sospirando, stanco ma soddisfatto del duro allenamento (non capirò mai come faccia ad essere felice dopo ore di attività fisica. Io sopravvivo appena alle due ore di ginnastica)
Ed è un attimo. Shoyo lo guarda e pensa che sia bellissimo e si sente soddisfatto (su questo punto ci ritorneremo) e pensa di essere così fortunato che uno così bello, sebbene scorbutico e idiota, si sia innamorato di lui. E così, in un attimo, lo colpisce tutto in un attimo e non esita a sporgersi verso di lui e poggiare le sue labbra su quelle di Tobio. È un bacio delicato, leggero, d'altronde è il primo no? Insomma non è che limonino o cose del genere, è principalmente uno sfioramento di bocche rapido ma dolce.
E soprattutto, non inosservato.
Allora. Partiamo dicendo che lì dentro tutti e dico proprio tutti se n'erano accorti. Insomma due che da un giorno all'altro iniziano a tenersi sempre per mano non passano di certo inosservati. Anche se nessuno aveva chiesto niente (Tanaka e Nishinoya erano stati obbligati da Daichi a farsi gli affari propri), ma tutti sospettavano.
Ora, vedendoli mentre si baciavano, Daichi non fece in tempo a guardare male gli altri due idioti prima che un coro di urla e applausi partisse spontaneo, facendo separare i due, rossi come due pomodori.

Ma sorvoliamo. Sta di fatto che, sebbene lo dimostri molto raramente, Kageyama è innamorato perdutamente di quella piccola palla di pelo rosso.
E, sebbene il suo cuore sia pieno di cicatrici, ormai non sanguina più da tempo.
   
 
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