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Autore: Melanto    20/12/2019    7 recensioni
[New Year's Eve Stories - Extra]
Mamoru guardava, fuori dalla finestra della cucina, le luci della sera che si sfaldavano nel buio e non trattenne un sospiro. Di quelli che nascevano dal fondo della pancia ed erano lunghi, pieni di pensieri non detti.
Un Extra speciale, per un compleanno speciale. Auguri Mamoru Izawa ♥
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Alan Croker/Yuzo Morisaki, Altri, Mamoru Izawa/Paul Diamond
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'New Year's Eve Stories'
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Happy Birthday to you

Nota Iniziale: questa storia esiste perché… era da tanto tempo che non scrivevo qualcosa per festeggiare il compleanno di Mamorugioia! *-* Iniziai a scrivere shonen-ai e poi yaoi nel fandom di CT proprio partendo da due storie che si basavano sui compleanni dei miei personaggi preferiti (12 Marzo e 20 Dicembre), e poi non avevo più preso in considerazione l’argomento. Ma ora… niente, storiella di compleanno perché sì. :*

Torniamo nel mondo della serie “New Year’s Eve Stories” per questo extra ambientato, ovviamente, il 20 dicembre! :3
Potete leggere tranquillamente questa storia senza aver letto le precedenti, penso si capisca tutto XD (ci sono i nostri eroi preferiti, c’è un pg originale secondarissimo che è la moglie di Shingo, e basta XD)

 

Con ‘Jikan – La Terra, l’Uomo e il Paradiso’ ci ritroviamo Mercoledì 25 Dicembre!

 

Intanto, buona lettura :3

 

 

 

 

 

 

Happy Birthday to you

- New Year’s Eve Stories Extra -

 

 

 

 

 

 

Mamoru guardava, fuori dalla finestra della cucina, le luci della sera che si sfaldavano nel buio e non trattenne un sospiro. Di quelli che nascevano dal fondo della pancia ed erano lunghi, pieni di pensieri non detti.

A giudicare dal clima delle ultime settimane, se non mesi, era chiaro che quell’anno non avrebbe nevicato. Non che a Odawara chissà quanta ne facesse, ma comunque si era abituato a vedere il bianco su tetti, strade e campagne per qualche giorno. O sul castello. Sul castello era romantico, a Yuzo piaceva tanto.

Quel pensiero lo fece sospirare di nuovo, con meno profondità.

Yuzo non c’era, impegnato in Australia per una partita dell’AFC Champions League, e casa era diversa quando non sentiva la sua presenza aggirarsi per le stanze od occupare l’altra metà del letto. Soprattutto, gli mancava non sentirlo smanettare in cucina tra pentole, forno e slow cooker.

Ma quell’anno era andata così. Cambiava il clima, figurarsi se non cambiavano anche le tradizioni. Quella della cena di Capodanno della Nankatsu non si sarebbe svolta come al solito, a causa degli impegni più o meno familiari, più o meno improvvisi, più o meno importanti, o solo perché ‘cambiare’ era nella natura umana e non tutto poteva rimanere cristallizzato nella concezione di ‘per sempre’. Il per sempre apparteneva a pochissime cose e persone. Mamoru avrebbe potuto considerarle quasi delle elette nella sua vita e da un lato era giusto così.

Allora perché si trovava a sbuffare per la terza volta?

«Hai bisogno di una mano?»

Dalla porta della cucina, Hajime fece capolino e lui si riscosse.

«Sì, grazie! Prendi tu quelle bottiglie di vino, non so che preferiscono se bianco o rosso; nel dubbio ho stappato entrambe. Io con questi affari mi sento un impedito, che palle!»

Mamoru agitò le stampelle con cui si teneva in piedi. Tempismo perfetto, il suo, quello di farsi falciare la caviglia – la stessa che Napoléon aveva già messo a dura prova durante il torneo giovanile disputato a Parigi un milione di anni prima – proprio in prossimità delle feste natalizie. Il medico gli aveva fatto chiudere il campionato con un mese di anticipo e l’aveva costretto a stare con la caviglia fasciata e di non fare assolutissimamente alcuno sforzo. Con l’inizio dell’anno, avrebbero fatto dei controlli per verificare lo stato di guarigione e poi avrebbero iniziato la fisioterapia. Se tutto andava bene, avrebbe ripreso a giocare intorno alla metà di febbraio. A conti fatti, però, non era neppure quello stop forzato a infastidirlo o, meglio, intristirlo in quei giorni.

«Piantala di lamentarti e ringrazia di non esserti rotto niente! Un’entrata come quella di Sorimachi avrebbe lasciato morti e feriti sul campo, ma tu devi essere baciato da chissà quale stracazzo di fortuna. Ti ricordi del crociato di Jito dell’anno scorso? Ecco, e non era stato colpito così forte.»

Hajime prese le bottiglie e lui annuì, finendo per dargli ragione. Non era stata neppure tutta colpa di Sorimachi che, sì, era entrato in maniera prepotente, ma lui aveva saltato con una frazione di ritardo in più che gli era stata fatale. Scontro netto, tacchetti nella caviglia e bam!, stesi a terra entrambi; lui che ululava come lupo alla luna e Kazuki che veniva espulso per direttissima.

«Sì, non darmi retta, sono polemico questi giorni.»

«E perché? I Marinos hanno vinto il campionato anche senza il tuo aiuto», insinuò l’attaccante dandogli di gomito. «Di’, ti rode, eh?»

«Ah! Piantala!» Mamoru cercò di colpirlo con una stampella, ma l’amico fu più agile e saltello via, sghignazzando senza ritegno.

«Non sei romantico per un cazzo, Hajime. Del calcio non gliene frega niente: Mamoru è triste perché non festeggerà il compleanno assieme a dolcemetà.» Sulla soglia della cucina, con una spalla allo stipite della porta aperta, Teppei faceva da bocca della verità, a braccia conserte e un mezzo sorriso.

«Cosa? Nah! Ma che dici, andiamo! Ma ti pare che Mam-» Hajime sì fermò dall’agitare una mano quando vide che lui non smentiva, ma abbozzava con un cenno del capo. «Un attimo, faccio la Mary Beth della situazione: whaaat?! Adesso bevo per dimenticare questo momento strappalacrime!»

«Ehi, è il mio compagno, okay? Da che ci conosciamo abbiamo trascorso quasi sempre i compleanni insieme e… e da quando abbiamo questa casa abbiamo sempre festeggiato qui, e… se sono così depresso deve essere un segno che sto invecchiando. Cazzo.»

Mamoru sbuffò per l’ennesima volta, ma non di malinconia quanto di fastidio.

Teppei venne avanti fino a raggiungerlo e dargli un’amichevole pacca sulla spalla. «Sono sei anni ormai che vivete qui, no?»

«Sì…»

«Già sei?» fece eco Hajime. «Me lo ricordo quel Capodanno, è stato quello in cui ci siamo vestiti per la festa genderbender della scuola di Kumi.»

«Sì, quando lei e Kishida si sono messi insieme.»

«E il mese prossimo partorisce.»

«Stai a vedere se non ce lo sforna per Capodanno!» rise Hajime.

Anche per questo la cena di fine anno era saltata e allora si era cercato di ripiegare in qualche modo, non importava se fossero stati più o meno tutti, ciò che contava era di riuscire a stare un po’ insieme, così: 20 dicembre, tutti a Odawara a festeggiare il suo compleanno. Di là nel salotto c’erano Shingo e Mary Beth – che per la fine dell’anno sarebbero volati in America dai parenti della veterinaria –, Yukari e Ryo con il piccolo Sasuke di un anno o poco più. E stavano ancora aspettando il vino.

«E allora? Non si beve in questa casa? Sciagurati!»

«Arriviamo, Ishizaki, arriviamo!» sbraitò Teppei di rimando.

«E fate in fretta! Qui sta iniziando il secondo tempo!»

Melbourne Victory vs Shimizu S-Pulse.

Yuzo stava giocando proprio la sera del suo compleanno e a lui sarebbe toccato accontentarsi di vederlo in televisione.

Piano piano, un saltello alla volta, Mamoru tornò a farsi circondare dal calore del salotto. Casa era stata già addobbata per Natale – perché Yuzo era partito in anticipo per farsi trovare preparato tra i vari impegni sportivi e lui, visto che era costretto a casa, a modo suo gli aveva dato una mano – e sotto l’albero, posizionato nell’ampio angolo che gli riservavano ogni anno, brillavano già diversi pacchetti. Sul divano, Yukari aveva Sasuke sulle gambe che si agitava e sbracciava, allungandosi verso il televisore. Rideva, batteva le mani. Il calcio gli piaceva già e Mamoru non avrebbe saputo dire se fosse o meno un buon segno; suo padre Ryo, invece, aveva l’orgoglio stampato in faccia.

«Vieni a sederti, Mamoru. Non ti fa mica bene andartene in giro tutto il tempo, anche se con le stampelle. Il medico ha detto che devi riposare», Yukari lo fece presente con la professionalità e autorità della vecchia manager che ancora le scorreva nelle vene e lui rise, prendendo posto al suo fianco, dove il pouf lo aspettava per aiutarlo a tenere la gamba distesa e sollevata. «E tu, invece di aspettare di essere servito e riverito, alza le chiappe dalla sedia e vai a dare una mano!»

«Ehi! Ehi! Non prendertela con me!» Ryo alzò le braccia in segno di resa, gli altri risero e intanto la partita stava per ricominciare.

La telecamera inquadrò Yuzo che tornava verso la porta, assieme a Takeshi Kishida. Parlavano tra loro, Takeshi indicava una zona del campo, si davano le ultime disposizioni. Mamoru avvertì un nuovo sospiro premere per uscire e liberarlo di un po’ di malinconia, ma lo tenne stipato in fondo allo stomaco, concedendosi solo un sorriso rivolto a uno schermo ultrapiatto.

 

La partita terminò sul risultato di 1-0 per la S-Pulse.

Nel salotto partì l’applauso, tra fischi ed esclamazioni. Mamoru era abituato a sentirsi orgoglioso delle vittorie del suo compagno, anche quando le vivevano a distanza.

«E quindi ora si può cenare? Ahio!» esordì Ryo con conseguente scappellotto da parte di Shingo, che era quello più vicino al difensore del Jubilo Iwata.

Dato che Melbourne era due ore avanti rispetto a Odawara, la partita era stata disputata nel tardo pomeriggio.

«Sì, sì. Adesso. Intanto che noi prepariamo, perché non dai la pappa a quel monello di tuo figlio?» chiese Yukari e si alzò, mollandogli il bambino tra le braccia.

«Tranquillo, Ishizaki, tanto è tutto pronto. Si deve solo apparecchiare.» Mamoru fece per alzarsi quando Shingo fermò tutti.

«Oh! Intervistano Yuzo!»

Mamoru tornò a sedersi e nello schermo il viso del portiere era imperlato di sudore, aveva le guance leggermente rosse ed era impegnato a liberarsi dei guanti. Il giornalista giapponese partì con le domande di rito.

– È stato un match impegnativo.

– Sì, come sempre del resto. Mai abbassare la guardia credendo che uno sia più facile dell’altro, altrimenti si hanno brutte sorprese.

«Aw, adoro Morisaki! È così polite», disse Mary Beth portando una mano al petto.

«Vero. Non lascia mai sottintesi, non è plateale», elencò Shingo sulla punta delle dita.

«Sa sempre come rispondere, i giornalisti lo adorano per questo», appoggiò Teppei. «Non come una certa persona di mia conoscenza…» nel dirlo, il calciatore del Cerezo tossicchiò. Hajime si sentì subito in dovere di difendersi.

«Cosa? Anche io so essere diplomatico!»

«Come quella volta che alzasti il dito medio dritto in camera e ti beccasti una giornata di espulsione?»

«Ma avevo ragione!»

«Come no.»

Mamoru aveva continuato a seguire l’intervista, tra le risate dei compagni, e Yuzo aveva parlato della difesa, di un tentativo di rigore che erano riusciti a evitare, della prossima partita del campionato asiatico. Domande tra il generico e lo specifico che il portiere aveva sempre affrontato con la solita professionalità e il sorriso d’ordinanza per cui lui avrebbe fatto qualsiasi cosa. Con un sorriso così, gli si perdonava anche di non esser stato presente al suo compleanno.

– Ah, prima di andare via, ti dispiace se approfitto un attimo della telecamera per un saluto?

Nel salotto di casa Izawa-Morisaki il chiacchiericcio scemò in poco tempo su quella domanda inaspettata di Yuzo. Mamoru inarcò un sopracciglio.

– Ma certo. – Anche il giornalista apparve sorpreso, ma si prestò alla richiesta con una certa curiosità.

L’attimo dopo, Mamoru si trovò a guardare dritto negli occhi del suo compagno.

– In tanti anni che ci conosciamo, credo che questa sia una delle pochissime volte che non riusciamo a festeggiarlo insieme. Prometto che mi farò perdonare al più presto. Buon compleanno, Mamoru. – Una frase che il portiere accompagnò mostrando pollice e indice nel gesto discreto di un cuore che spopolava in Corea.

– Giusto! – esclamò il giornalista. – Mamoru Izawa è fuori per un brutto infortunio avvenuto contro il Vissel Kobe, dico bene?

– Sì, esatto. Ne avrà per un po’ e poi tornerà a rendere ancora più divertente il campionato di J1.

– È ormai qualche anno che avete ammesso di stare insieme…

– Già, e credo che appena vedrà questo video, o se lo sta già vedendo non lo so, vorrà la mia testa, – rise Yuzo, passandosi una mano tra i capelli spettinati. – Forse non credo che arriverò a giocare la prossima partita di AFC! – Ridendo, il portiere si congedò dal giornalista, che avrebbe voluto trattenerlo ancora qualche minuto, e si allontanò per raggiungere i suoi compagni, tra cui Takeshi che rideva e gli avvolgeva il collo con il braccio.

Nel salotto, intanto, si sentiva solo il chiacchiericcio della televisione che adesso mandava la sigla di chiusura dell’AFC Champions League e i vari sponsor.

Un silenzio che durò uno, due, tre…

«E quindi chi è che non era plateale?» ironizzò Hajime, ma ricevette solo una cuscinata in faccia da parte di Teppei che aggiunse: «Di certo lo è meno di te!»

«Oh. My. God. How cute! Yuzo is so sweet! Love him!» Beth era tutta uno squee, Shingo rideva e il piccolo Sasuke batteva le mani senza capire niente.

In mezzo a tutto quello, Mamoru sembrava imbalsamato: occhi spalancati, bocca leggermente aperta. Il viso gli andava a fuoco.

«Qualcuno è arrossito, qui.» Alle spalle, Ryo gli spettinò i capelli e lui uscì da quella catatonia spiaccicandosi le mani in faccia.

«Opporca! Quel… quel… quel cretino! Che figura di merda! Ma come gli è venuto?!»

«Piantala! È stata una cosa così dolce!» Yukari gli diede una spinta alla spalla.

«I miei compagni di squadra mi sfotteranno a vita!» E, manco a dirlo, il cellulare iniziò a vibrare e trillare. Lui lo agguantò in fretta e furia e con la stessa foga tentò di rimettersi in piedi. «Ecco, che ti avevo detto? Le battutine si sprecheranno. Ah, ma dagli tempo di mettere piede in casa e lo strangolo!»

Arrancando con le stampelle alla massima velocità che gli era consentita, Mamoru abbandonò il salotto e si chiuse in cucina. Nella penombra, si poggiò contro la porta e lì rimase a sentire solo il cuore che batteva a mille e il cellulare che non la finiva di vibrare e trillare nella mano.

Quel cretino, pensò, mentre un sorriso faceva capolino sulle labbra che fino a quel momento erano state solo un mezzo per trasmettere malinconia e ora, invece, assaporavano qualcosa di dolce. Dolcissimo. Aveva ragione Yukari, e lui non era molto abituato a gesti simili, perché era più diretto e irruento, passionale; era però abituato alla dolcezza di Yuzo, al suo commuoversi in fretta e al suo avere slanci così genuini e ingenui a volte e altrettante duri e incolleriti da renderlo caleidoscopico.

Quell’adorabile cretino.

Mamoru appoggiò la testa contro il legno della porta, prese un profondo sospiro che ancora una volta l’aiutò a liberare l’accumulo di emozione, ma non era malinconia. Quel compleanno senza Yuzo non era più così triste come all’inizio, dopotutto, e il fatto che avessero deciso di fare coming out prima di chiudere la carriera si era rivelata essere la scelta migliore. Non era stato così certo dell’accoglienza che la loro relazione avrebbe avuto tra le rispettive società sportive, i tifosi e la federazione. E invece… gli amici erano rimasti tali, i giornalisti li avevano tampinati, le società avevano continuato a riporre nel loro operato massima fiducia, ad alcuni sponsor – che avevano preferito interrompere i contratti – altri se n’erano sostituiti, molto più adatti a loro. Mamoru aveva sempre un po’ di timore a ostentare in pubblico la sua relazione, mentre Yuzo era molto più sciolto e quell’augurio in mondovisione ne era stata l’ennesima prova.

Lo avrebbe strozzato, ridendo, ma lo avrebbe strozzato. E magari dicendogli anche di amarlo da morire, ma poi lo avrebbe irrimediabilmente strozzato.

All’ennesimo trillo di messaggio Mamoru sollevò il telefono e aprì la chat di gruppo dei Marinos su WhatsApp. I commentini si susseguivano a raffica.

Kawaii ne XD XD

Manco mia moglie è così romantica! Ti invidio bastardo!

Caaaan you feeeelll the loooove tonightttt!

Io sento più aria di sesso.

Fagli trovare almeno la cena pronta, a quel povero santo!

Minimo gli devi dare il culo per una settimana di seguito!!

Mamoru rise, scosse il capo e digitò in fretta: fottetevi, stronzi!

Lo avrebbero crocifisso almeno fino all’anno nuovo. Poi il cellulare prese proprio a squillare e il nome di Yuzo comparve sotto all’immagine sorridente che li ritraeva insieme.

«Eh», fu la risposta secca, mentre cercava di trattenere le risate.

– …sei arrabbiato, vero?

«Diciamo che una parte di me vorrebbe ucciderti, sì.»

– E l’altra parte?

Mamoru sbuffò un sorriso al telefono. «Ti ama troppo per torcerti mezzo capello.»

– È che mi dispiace tanto non esserci… Volevo farti gli auguri. Ieri siamo partiti e poi siamo andati a letto prestissimo, avevamo gli orari serrati. Lasciarti solo un vocale non mi piaceva.

«Lo so.»

– Scusa.

«Di cosa?»

– Non volevo metterti in imbarazzo…

«Non mi hai messo in imbarazzo, anche se i Marinos già mi stanno sfottendo. E qualcosa mi dice che presto arriverà anche un messaggio di Genzo. Così, per dare il carico.»

– Veramente, ha detto che ti avrebbe chiamato.

«E ti pareva. Che ti ha detto?»

– Che sono fuori di testa.

«Ha ragione.»

All’altro capo, sentì Yuzo ridere e lui avrebbe voluto averlo vicino per poterlo baciare.

– Domani ripartiamo in serata, abbiamo la mattina libera per fare un po’ di shopping. Desideri qualcosa in particolare? È il tuo compleanno, puoi chiedermi quello che vuoi.

Mamoru ci pensò un istante, ma c’era solo una cosa che voleva e non doveva ripescarla in fondo a nulla con nessun sospiro perché era in circolo continuo, ogni giorno, da che si erano conosciuti.

Avvicinò di più il cellulare alla bocca, sorrise.

«Torna a casa.»

 

“Questo giorno è solo per te,

perché sei così speciale in ogni caso.

Buon compleanno a te.”

 

Happy birthday to youNew Kids On The Block

 

 

 


 

 

Note Finali: …non so se è il Natale, ma la mia vena fluff è proprio partita a razzo nell’ultimo periodo. XD

Saranno mica state le troppe tragedie dei mesi precedenti?! XD LOL

Non so e forse non importa, ma eccovi un po’ di dolcezza inaspettata, appena sfornata e non era neppure prevista fino a questo pomeriggio. XD

Ma si tratta di Mamoru… per Mamoru questo e altro :*

Buon compleanno, gioia. <3

 

 

   
 
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