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Autore: GladiaDelmarre    21/12/2019    15 recensioni
Idealmente, è il seguito di She-male.
Give me the drink of the fluid
That disintegrates
And lend me the sweet balm and blessing
Of forgetfulness, empty and strong
Lethe
Oh, Lethe
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sense of Life '
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C'è una sorta di velata timidezza negli occhi socchiusi. Come se non si conoscessero. Come se non avessero mai fatto l'amore prima.

Non è così e al contempo, invece, è la prima volta. Un corpo dalle forme un poco diverse, che incanta e spiazza Aziraphale, ma di cui riconosce la sericità della pelle, il profumo, ogni singola lentiggine. L'angelo conosce quella mappa a memoria, potrebbe baciarle tutte ad occhi chiusi, ognuna di esse, ogni minuscola imperfezione della pelle che lo rende – la rende – perfetto ai suoi occhi. Che importa se ora mostra un piccolo seno? Che importa se il suo sesso ora è nascosto, non esposto?

 

Angelo, ti voglio, ti prego.

 

Crowley non è uno che prega, non lo fa da quando è sulla terra, ma ora e qui, con Aziraphale, perfino quello gli è concesso. Perfino implorare di sentirlo dentro di sé.

 

Aziraphale è delicato e le sue mani sono piume. Non ha mai perso quel modo di fare ed è con revrenza che gli sfiora il corpo a fior di labbra. Assaggia il suo sapore affondando il viso tra i peli crespi e rossicci del pube, lambendole il sesso e scoprendo che è diverso da quello che ricorda. E' più dolce, forse meno intenso, ma sa di lui, ed è migliore di ogni altra cosa abbia mai assaggiato prima. Perchè è Crowley, è sempre Crowley. Aziraphale usa la base della lingua per lambirlo, sfiora quelle parti molli e pulsanti coi denti e la sente tendersi. Crowley è uno strumento musicale ed è la sua bocca a trarne quei suoni soffocati, singhiozzanti.

 

Angelo, ancora. Riempi ogni mio vuoto,

perchè è solo con te che sono completo,

solo con te riprendo forma.

 

Le scivola dentro e Crowley lo accoglie, lasciando il respiro in sospeso.

Il calore lo sconvolge. È seta fusa. Si muove, timidamente, e scopre che ci sono minuscole ruvidità che lo fanno rabbrividire. Si fa strada al suo interno, lentamente, come se avesse a disposizione tutto il tempo del mondo, come se non sentisse urgenza, come se non avesse fame e sete e desiderio che lo brucia dentro, nel centro del petto e poi nel ventre, nelle viscere, in ognuna di quelle parti molli che si trovano all'interno di quel suo – incredibilmente e dolorosamente umano – corpo.

Ha tenuto gli occhi chiusi, incerto, concentrato, ma quando li apre trova le iridi gialle e dorate di Crowley davanti a sé e precipita dentro di esse. Si perde nel calore di mille soli, e gli si aggrappa sulle spalle strette per non cadere davvero. Crowley lo stringe come un serpente stringerebbe la sua preda, gli si avvinghia addosso, con braccia e gambe, lo spinge più a fondo, più vicino, e Aziraphale sente solo la carne, nemmeno un singolo osso, tutto gli sembra fuso in un unico muscolo che lo ingloba in una massa fluida e solida al contempo.

 

Fermami, baciami, stringimi, annega in me.

 

Nella penombra i capelli di Crowley brillano di una luce calda, sono fiamme incandescenti che gli bruciano le retine. I riccioli gli si intrecciano alle dita quando li stringe in modo inconsulto, senza rendersene conto. Gli tira i capelli e la testa di Crowley va indietro ad offrirgli il collo scarno, pallido e pulsante, in cui Aziraphale nasconde il volto. Gli incavi delle clavicole diventano polle da cui bere. Il petto magro che gli si preme addosso è l'unico terreno di cui abbia bisogno, di cui mai abbia avuto bisogno.

Aziraphale si muove più sinuoso ora e Crowley lo accompagna, andando incontro al suo corpo.

 

Tutto in Aziraphale è così morbido. Crowley ne ama le forme generose, ama come completi le sue spigolosità, ama il suo cuore buono e ricco, che ha saputo far fiorire il suo giardino interiore, dandogli luce. Perchè Aziraphale è il sole e la luce, è la stella fissa a cui tendere, è la destinazione di ogni pensiero buono che ha mai avuto nella sua vita. Aziraphale è il calore di tutto il suo mondo, unico rifugio e unico posto in cui si sia mai sentito a casa, se mai un demone possa avere un posto che sia davvero suo. Aziraphale è ogni cosa tenera, ogni canto di vita che abbia mai sentito. Aziraphale è il Lethe in cui lava i suoi peccati, è il fiume in cui si bagna per espiarli, unico a perdonare l'imperdonabile. E ora che gli si muove dentro, rimette in sesto ognuno dei suoi pezzi, quelli che ha lasciato sparsi nel mondo, quelli che ha perso in ogni ansito di dolore, quelli che ha gettato per le troppe ferite.

 

Ti prego, ancora, chiudimi dentro di te.

 

Umido, caldo, il respiro diventa liquido anch'esso, così come liquide sono le membra, liquide le ossa. Di chi è il gemito che sente? Suo? Di Crowley? Di chi sono quei versi che grondano eccitazione, che gocciolano di godimento e che li scuotono entrambi?

Aziraphale non lo sa e non gli interessa, quello è il canto della vita, il canto che ha cercato in ogni musica mai sentita prima. Perchè ora lo sa, ora conosce anche quelle note.

Affonda ancora e tutto a un tratto Crowley non è più lei, ma lui, sente che si trasforma e gli si irrigidiscono i muscoli, affonda di nuovo e di nuovo è liquida morbidezza e cedevolezza. Crowley ribolle sotto le sue mani, lo stringe dentro di sé, cambia ogni attimo in un turbinio di respiri e gemiti e versi inarticolati. Sembra un vortice che lo risucchia dentro, appoggia le mani sui seni piccoli e appuntiti e trova invece solo ossa ad accoglierle, sente la rigidità tesa all'estremo dell'erezione dell'altro che gli lascia poi un vuoto quando ci si appoggia di nuovo, cercando di strusciarglisi contro.

Perchè Crowley è il suo caos, Crowley è il vento che gli ha portato ogni cosa bella che abbia vissuto, è il suo insegnante, colui che gli ha fatto scoprire che amore e dolore sono una cosa sola. Crowley è cambiato in ogni epoca, ha mutato migliaia di forme, lasciandosi dietro dolorosamente le pelli che ha perso, e ora cambia sotto i suoi occhi, senza per questo perdere la sua essenza. Crowley è il fuoco, è la luce in una notte buia, è la bellezza delle stelle quando credi di aver perduto la strada.

 

Corrono, insieme, verso quella conclusione. Entrambi hanno dimenticato come si faccia a respirare. Non esistono più quelle che sono le loro nature sovrannaturali. Sono perse, abbandonate, recluse in qualche angolo della loro mente, perchè i corpi in cui dimorano sono adesso solo un ammasso di recettori nervosi e neurotrasmettitori che devastano ogni altra realtà. Migliaia di aghi nella loro pelle, in ogni centimetro di contatto tra loro, in ogni frizione e sfregamento, in ognuno dei loro movimenti contratti.

Quando arriva l'orgasmo singhiozzano entrambi ed è come morire, come perdere insieme ogni capacità di sentire altro che quello. Sono ondate successive di dolore e piacere e dolore ancora che li travolge. Aziraphale non sa più se sia un corpo maschile o femminile quello che stringe, e non gli interessa. Crowley stesso non ha più coscienza di quello che è. E' carne e sangue e fluidi che esplodono dentro e fuori di lui.

 

Sono così stretti l'uno all'altro, invischiati, le braccia e le mani e le gambe intrecciate.

Le anime.

Gli poggia la testa nella culla formata tra le ossa appuntite del bacino.

Ti amo.

Ti amo anche io.

   
 
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