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Autore: Life In Fangirling Motion    22/12/2019    1 recensioni
Festività imminenti, shopping dell'ultimo minuto e vecchie, assurde tradizioni.
Ah, e ovviamente i più brutti maglioni natalizi che possiate immaginare.
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Piccola fic natalizia rispolverata per l'occasione dall'archivio delle unpublished.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Dermanis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A Wonderful Christmas Time
– a tale of two sweaters –


 

Londra, 2016
 

Il freddo pungente di metà Dicembre – quello che ti si infila nella ossa, inasprendosi ulteriormente intorno alle cinque di pomeriggio quando ormai il cielo inizia ad imbrunire – non aveva fatto desistere i disperati compratori dell'ultimo minuto dal rendere più affollate del solito le frenetiche strade del centro di Londra. Il sole, calato già da un pezzo oltre il plumbeo orizzonte inglese, era stato rimpiazzato dalle decorazioni natalizie che illuminavano ad intermittenza le vetrine di ogni casa e negozio, sprigionando tutt'attorno una aura di quiete e calore tipica delle festività.

Mika amava Londra, città della sua adolescenza ormai diventata a tutti gli effetti la sua Casa; l'amava in primavera con i parchi verdi e curati, in estate con il sole che si specchia come un caleidoscopio sull'acqua del Tamigi, in autunno con la tipica foschia e il suono della pioggia che batte incessante sui vetri. Ma più di tutto l'amava in inverno, con il vento gelido che promette neve senza mai mantenere per davvero la parola data.
In particolare, l'amava sotto Natale.
Era stato il frizzante vento dicembrino ad accogliere per la prima volta nella capitale inglese un giovane e spaesato Mika, trasferitosi appena bambino dalla maestosa Parigi; l'aria natalizia ‒ che odorava di legna bruciata, buccia d'arancia e cannella – a farlo innamorare perdutamente della città che lo avrebbe visto crescere, occupando per sempre un posto nel suo cuore.

 

Perciò, seppur incredibilmente saturo d'impegni tra Milano e Parigi fino a meno di una settimana prima di Natale, il cantante non avrebbe rinunciato per nulla al mondo a passare le feste a Londra ed era infatti salito sul treno sotterraneo che collegava Francia e Inghilterra, lasciando il lavoro ‒ almeno per pochi giorni ‒ con il cuore leggero.
La fretta della partenza a così breve distanza dal 25 e l'agenda talmente piena da non aver avuto neanche una serata libera, avevano però lasciato il cantante con un'ultima grande incombenza da affrontare prima di potersi definitivamente dire in vacanza: doveva ancora fare i regali di Natale.

Nei giorni precedenti – o meglio, nelle notti, in quei pochi minuti che passava sdraiato a letto al buio prima che il sonno lo reclamasse ‒ aveva mentalmente stilato una lista di suggerimenti per i regali dei suoi familiari. Gli era tornato in mente che suo fratello tempo prima aveva adocchiato un paio di cuffie da DJ che non aveva mai avuto l'occasione di comprarsi; sfrecciando in macchina con il suo autista per il centro di Milano, era passato distrattamente davanti ad un negozio di giocattoli la cui vetrina colorata gli aveva dato qualche idea per un regalo con cui viziare un po' il suo adorabile nipotino, tanto più che lui e Fortuné avevano implicitamente messo su una competizione per diventare a tutti gli effetti "lo zio preferito". In più, giusto pochi giorni prima, sua madre lamentava il fatto che il vecchio tostapane, lo stesso che anche lui aveva utilizzato per fare colazione sin da quando era bambino, avesse improvvisamente smesso di funzionare, dando così al cantante il pretesto perfetto per disfarsi finalmente di quel ferro vecchio e comprare alla madre un nuovo elettrodomestico. Aveva però le idee ancora parecchio confuse, soprattutto per alcuni parenti meno stretti ai quali avrebbe speditoo un pacco e qualche bigliettino natalizio.
Ecco perciò che Mika, la sera stessa in cui era arrivato nella sua spaziosa casa londinese accolto dallo stretto abbraccio di Andy, aveva aperto Whatsapp e mandato un semplice ma efficace messaggio nel gruppo creato apposta per parlare in contemporanea con suo fratello, le sue sorelle e i rispettivi compagni:
"Domani sera ASSOLUTAMENTE shopping in centro per i regali di Natale. Lo so che neanche voi avete ancora la minima idea di cosa regalare alla nonna!"

Cogliendo l'opportunità di uscire tutti insieme una volta tanto (e di unire le forze per trovare il regalo ideale alla famigerata nonna, in visita per le feste) nessuno aveva osato rifiutare, decidendo invece all'unanimità un punto di riferimento noto a tutti in cui incontrarsi per le 16:30 del pomeriggio successivo.
Quando poi, mentre si dirigevano nel luogo concordato, Andy gli aveva fatto notare che convocando tutti i fratelli non avrebbe mai avuto modo di comprare un regalo a nessuno di essi senza rovinare loro la sorpresa, Mika aveva orgogliosamente esposto al più giovane il suo brillante piano comprovato da anni di spese last-minute con la sua famiglia.
Essendo così tanti, soprattutto ora che ognuno portava con sé il proprio partner (sia fisso, nel caso di Mika, Paloma e Yasmine, sia "l'ultimo acquisto" per quanto riguardava i più piccoli di casa), era facile che ci si dividesse in gruppetti e ci si perdesse in chiacchiere.
Il cantante aveva sempre trovato il modo di approfittare della tipica baraonda che vigeva costante nella sua famiglia, andando ad esempio a chiedere consiglio alle altre due sorelle per il regalo di Paloma mentre lei e Fortuné cercavano quello per Yasmine dall'altra parte del negozio; e così via tutti gli altri. Vent'anni di compere natalizie in questo modo e nessuno aveva mai scoperto in anteprima il proprio presente, tanto più che se uno dei 5 fratelli avesse spifferato il regalo di un altro, si sarebbe scatenato un domino di proporzioni elefantiache e nessuno voleva essere la causa di un Natale rovinato.

Fugato il dubbio di Andy, il quale era rimasto ancora una volta impressionato dalla geniale insensatezza dei fratelli Penniman, i due uomini avevano raggiunto gli altri dando il via a una faticosissima sessione di shopping che si sarebbe conclusa solo una volta che tutti avessero avuto sotto braccio un totale di 12 kg di pacchi regalo, un portafogli vuoto, i piedi doloranti e una sensazione di viscerale disgusto ed esasperazione nei confronti di ogni essere vivente.
Lo spirito del Natale, insomma.


 

Dopo giusto un paio d'ore dall'inizio di quella maratona, l'intera carovana camminava in vari gruppetti, chiacchierando del più e del meno per le ampie strade della zona commerciale occupate su entrambi i lati da vetrine decorate di rosso, verde e oro.
Un Mika imbacuccato nel suo cappotto più pesante, con una sciarpa colorata avvolta fin sopra il naso e una cuffia di lana calata sulla testa a mo' di paraorecchie, camminava in fondo alla fila insieme al compagno, facendo mente locale dei regali che ancora gli mancavano.
Aveva comprato il tostapane per sua madre, acconsentendo a dividere la spesa con Zuleika che non aveva idea di cosa prenderle. Allo stesso modo, mentre Paloma gli chiedeva consiglio sottovoce per un bel paio di scarponi da regalare al proprio partner ‒ il quale vagava svogliato tra le fila di abiti appesi – dall'altro lato del negozio era giunta la voce sollevata di Yasmine che aveva trovato un paio di guanti di cachemire che forse la loro nonna avrebbe apprezzato. In un momento di distrazione si era anche riuscito ad infilare in un negozio di elettronica per comprare le cuffie high–tech tanto desiderate da suo fratello minore, ritrovandosi però a dover letteralmente trascinare via dall'edificio un Andy ritornato bambino che ammirava con grandi occhi luccicanti un modellino di aereo telecomandato di ultima generazione.
Aveva ancora un bel po' di spese da fare, sia dalla parte della sua famiglia, sia – ed era questo che lo preoccupava di più – da quella della famiglia di Andy. Se infatti per la sorella del compagno, ragazza di circa la sua età con cui il libanese si era trovato ad andare molto d'accordo, la ricerca di un regalo non era poi tanto difficile, la situazione si aggravava esponenzialmente quando Mika aveva realizzato di dover trovare un pensierino anche per la madre del greco. Sua "suocera".
Era su questo che rimuginava distrattamente mentre camminava per il viale asfaltato di Oxford Street con Andy al suo fianco che conversava con lui.


 

Fu in quel momento che lo vide.

Alla sua sinistra, dall'altro lato della strada, qualcosa lo aveva indotto a voltarsi lasciandolo completamente interdetto e facendogli sgranare gli occhi per la sorpresa.
Inchiodò nel bel mezzo del marciapiede, attirando su di sé gli sguardi perplessi e i sospiri seccati di coloro che camminavano a ritmo serrato dietro di lui e che si erano visti bloccare il passaggio di colpo. Nonostante l'ingombrante sciarpa a ripararlo dal freddo, non era difficile vedere che le sue labbra, dapprima aperte in una perfetta "O" di stupore, lentamente si stiravano in un sorriso divertito, compiaciuto... e dall'aria vagamente maliziosa.
Si costrinse a levarsi quel ghigno dalla faccia e continuare a camminare, usando a suo vantaggio le lunghe ed aggraziate gambe per raggiungere Andy e ritornare al suo fianco prima che questi si accorgesse della sua momentanea assenza. Fortunatamente il giovane era talmente assorto nel racconto di un divertente aneddoto successo qualche giorno prima a lavoro che neanche notò l'occhiata di sottecchi che Mika osò lanciare alle sue spalle dall'altra parte della strada, né il velocissimo messaggio che compose, senza nemmeno guardare lo schermo, sul telefono ben nascosto nella tasca del cappotto.


 

La serata si concluse senza grandi intoppi, sorvolando ovviamente sul rumoroso battibecco che i due fratelli più piccoli di casa Penniman avevano intrapreso nel bel mezzo di una gioielleria; per non parlare neanche di quel momento in cui, in un attimo di meritata pausa passata in un bar con una tazza fumante di cioccolata calda davanti, dalla radio sparata a tutto volume era uscito l'allegro e festivo motivetto di "A Wonderful Christmas Time".
Per la gran gioia di tutto il gruppo – eccetto Mika – si trattava proprio dell'inedita versione incisa dal cantante insieme alla cara amica Kylie Minogue.
Suo fratello, spalleggiato in prima linea da Andy (lo stronzo parteggiava sempre per il giovane architetto ‒con il quale aveva un grandissimo rapporto d'amicizia‒ o comunque con chiunque si trovasse nella trincea opposta a quella di Mika), aveva ovviamente iniziato a imitare alla perfezione la popstar e le sue tipiche mosse da performance, approfittando della loro impressionante somiglianza fisica per amplificare ulteriormente la scenetta.
In meno di 5 minuti la sbruffonaggine di Fortuné aveva attirato occhiate divertite da tutto il locale, e la cosa era infine giunta al termine con tutta la famiglia che cantava insieme ai due artisti alla radio mentre Mika, rosso come un peperone, si era fatto piccolo piccolo cercando di scomparire sotto la sedia.
Si era poi dovuto complimentare con il proprio fratello per essere stato il primo imitatore in dieci anni di carriera ad avergli reso giustizia.

In ogni caso, una volta diventato evidente che nessuno avrebbe retto un altro secondo di più in giro per negozi, tutti si erano salutati ed erano tornati alle proprie abitazioni con un sorriso stanco ma soddisfatto e la lista dei regali completamente depennata.

 


 

Di lì alla vigilia di Natale, i giorni passarono in fretta.
Mika si godette la sua legittima vacanza chiudendosi in una bolla di intima e casalinga quotidianità con Andy; dormendo fino a tardi, portando i cani al parco per una passeggiata e cenando sul divano con un film alla tv.
Si presero addirittura un'intera giornata per decorare l'abitazione a festa. Così sotto Natale erano decisamente fuori tempo massimo ma, nonostante il più giovane avrebbe potuto addobbare casa da solo già da un paio di settimane, Mika non gli aveva permesso neanche di tirare giù gli scatoloni dalla soffitta finché non fossero stati insieme. "E' una tradizione e dobbiamo rispettarla" si era lamentato al telefono qualche settimana prima "sono stanco di dover decorare contemporaneamente due case diverse e usare Skype per far finta che non sia così".
Perfettamente d'accordo con lui, il greco lo aveva aspettato, sapendo che comunque stare in un appartamento decorato ma vuoto lo avrebbe solo fatto sentire più solo di quanto già non fosse; ora era finalmente giunto il momento di montare l'albero (rischiando nel frattempo di buttare giù mezza casa) e appendere le luminarie.
Avrebbero potuto fare cose mille volte più eccitanti che passare l'intera giornata in pigiama, ma sorprendentemente non si annoiavano mai. Avevano sempre qualcosa di cui parlare o su cui ridere insieme ed era quello, rispetto alla solita vita frenetica che entrambi vivevano per il resto del tempo, il giusto riposo e la pausa ideale per ricaricarsi prima di riprendere il vecchio circolo vizioso con l'avvento del nuovo anno.

La loro deliziosamente monotona routine fatta di dolce far niente, chiacchiere, risate e una buona dose di coccole davanti al camino ‒ “Insomma! Siamo o no in periodo natalizio?” ‒, divenne senza dubbio più movimentata nell'inoltrato pomeriggio del 24.
Di lì a un'ora circa avrebbero dovuto incamminarsi verso casa della madre di Mika per il tradizionale cenone della vigilia, al quale avrebbe partecipato l'intera famiglia.
Andy era in cucina e stava finendo di guarnire un vassoio di antipasti di uova da portare a casa Penniman insieme a una bottiglia di vino. La voce di Mika che lo chiamava dal salotto lo spinse a darsi una mossa e, una volta finito, affrettarsi ad avvolgere il piatto da portata con la carta stagnola e metterlo in frigo.
Si lavò le mani nel lavandino della cucina e seguì la voce del compagno, ora più incalzante, che ripeteva il suo nome qualche stanza più in là cercando di attirare la sua attenzione.
<< Sì Mika, cosa c‒? >> la vista di un pacco regalo incartato in blu e argento, sospeso a mezz'aria aria a pochi centimetri dal suo naso, lo interruppe facendolo indietreggiare di un passo.

<< E' arrivato il momento. >>
Pur non potendolo vedere in viso, nascosto com'era dall'ingombrante scatola regalo, Andy intuì il sorriso compiaciuto del compagno mentre pronunciava quelle parole e immaginò l'immane faccia da schiaffi che senza dubbio esibiva in quel momento.
Iniziò a preoccuparsi.

 

Costringendosi a dissimulare l'apprensione dietro un sorriso di sfida (cosa che comunque non gli venne difficile, visto che quella situazione lo divertiva da matti), il giovane cameraman si umettò le labbra e prese in mano il pacco che gli veniva offerto, sapendo cosa contenesse senza neanche doverci pensare per un secondo.
Scambiò uno sguardo complice con il compagno e iniziò a dirigersi senza fretta verso il grande divano verde al centro del soggiorno, avanzando in modo apparentemente distaccato giusto per aumentare la suspance e far penare un po' il libanese.
Prima ancora di mettersi seduto, senza neanche preoccuparsi di voltarsi, rivolse un gesto svogliato alle sue spalle e disse ciò che Mika stava aspettando di sentire.
<< Il tuo è sotto l'albero. >>

Ancora una volta indovinò la reazione del più grande senza vederla e si ritrovò a sorridere con supponenza quando intuì che Mika era rimasto spiazzato.
<< Lo so che lo hai già cercato senza trovarlo. >> Approfittò dell'occasione favorevole per fare il borioso e prendersi qualche rivincita, spiegando al cantante con una fastidiosa aria di ostentata saccenza com'era riuscito a fregarlo.
<< E' quello rosso con su scritto "Per la prozia Mildred". >>

Detto questo si concesse finalmente di sedersi e, trovandosi faccia a faccia con lui, osservare l'espressione di Mika a quella rivelazione. Nonostante avesse cercato di nasconderlo, dal lieve tremore della sua mascella al più giovane non sfuggì che il libanese aveva digrignato i denti.
L'attimo successivo, ad ogni modo, stava di nuovo sorridendo amabilmente e commentando con voce melliflua un:
<< Avevo ragione allora, non ricordavo una prozia Mildred. >>

A quel punto si spostò a sinistra verso l'imponente albero di Natale e si chinò in avanti alla ricerca del regalo indicatogli, ben conscio degli occhi di Andy che osservavano ogni suo movimento. Trovò il pacco dove aveva ricordato di averlo già visto in precedenza, una notte in cui si era alzato per andare in bagno e, trovando via libera, non solo aveva impacchettato quello per il compagno, ma aveva anche frugato tra le decine di pacchetti alla ricerca del proprio regalo speciale.
Andy era stato furbo, non c'è che dire.

Si prese deliberatamente qualche attimo in più prima di sollevarsi con un movimento fluido e sensuale che, lo sentì, fece sogghignare il greco dall'altra parte della stanza.
Nonostante andasse avanti ormai da anni, entrambi sapevano quanto quel gioco ‒ quel tira e molla di scherzosi e fondamentalmente innocui tiri mancini conditi di tanta malizia ‒ li eccitasse. In tutti i sensi. Il lato fisico era solo uno dei tanti pulsanti che si divertivano a premere per rendere più interessante non solo la loro peculiare tradizione natalizia, ma in generale la loro intera relazione.

In ogni caso, la scintilla durò solo pochi secondi; poi, una risata sempre sepolta giù nelle viscere per non rovinare tutto sul più bello, Mika tornò dal più giovane sedendosi su una poltrona proprio di fronte a lui.
Sembrava una partita a poker.
Per ora si guardavano e basta, la stessa maschera di assoluta e tronfia sicurezza dipinta sul volto di entrambi. Poi, facendo schioccare la lingua sul palato e inarcando un sopracciglio, Andy spezzò il silenzio.

<< Allora? Siamo pronti? >> Non vedevano l'ora.

<< Prontissimi. >> Sentivano l'adrenalina pompare al massimo.

<< Perfetto. >> Le punte delle dita tremavano, quasi elettrificate al contatto con la colorata carta da pacco che stavano per scartare, scoprendo due regali identici. O quasi.

<< Al tre? >> La paura per le conseguenze rendeva tutto solo più eccitante.

<< Al tre. >> Ormai il dado era tratto.

Uno.
Due.
Tre.

Carta da regalo strappata e ridotta in brandelli. Risate concitate che, a questo punto, non possono più fare a meno di venir fuori. Fiato trattenuto fino all'ultimo secondo, morendo dalla voglia di sapere.
Poi, come ogni anno, il putiferio.


 

***

 

<< Andy, andiamo, accetta la sconfitta. >>

Ci sta provando, sa che il compagno è davvero in una brutta situazione, ma Mika non riesce proprio a farsi sparire quel ghigno beffardo dalla faccia. Ogni volta che guarda gli occhi pieni di disgusto e orrore dell'altro uomo, quel dispettoso sorrisetto inorgoglito non può che rispuntare fuori.
Dal canto suo, Andy non ha nulla da dire.
Nessuna clausola a cui appigliarsi, nessuna polemica da poter sollevare, nessuna pietà da poter implorare. Ha semplicemente, inequivocabilmente perso.

L'unica cosa che può dire, l'ha già ripetuta una ventina di volte in appena cinque minuti. Tuttavia, non si risparmia dal ribadirla ancora.
<< Sei uno stronzo. >>

Sa bene quanto Mika gongoli un po' di più ogni volta che lui ripete queste parole ‒ovvio che lo sa, c'è stato anche lui dall'altra parte e adorava sentire l'altro insultarlo quando era chiaro come il sole che non avrebbe potuto fare nient'altro. Ma nonostante tutto, non riesce a smettere di dirlo.

<< Sei un grandissimo, gigantesco bastardo. Come puoi aspettarti che io lo faccia sul serio? >>
A queste parole Mika, seduto comodamente nella sua poltrona, alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa divertito. Sempre la stessa storia.

Ormai è da diversi anni che questa "tradizione" va avanti; precisamente da quando, per una delle loro prime festività insieme, Mika aveva regalato al ragazzo uno dei maglioni natalizi più brutti della storia. Andy lo aveva creduto uno scherzo, un regalo finto ma, quando aveva scoperto in modo estremamente imbarazzante che sfortunatamente non era così, ormai era troppo tardi. Il danno era fatto.
Il cantante, che all'inizio era comprensibilmente rimasto un po' offeso e amareggiato dalla reazione di Andy, non aveva avuto altra scelta che perdonarlo quando questi, invitato ad una festa di capodanno in casa Penniman, si era presentato indossando quell'oscenità e lo aveva tenuto addosso per tutta la sera. Beh, o almeno finché non era stato Mika stesso a sfilarglielo tra un bacio e l'altro nel buio della sua vecchia stanza, mentre al piano di sotto il conto alla rovescia per il nuovo anno si concludeva con un brindisi generale.
Sin dal Natale successivo, mentre anche le dinamiche di coppia avevano iniziato a delineare una relazione molto complice e scherzosa, si era venuta a creare una sorta di rivalità attorno a questa recente usanza che, in qualche modo, era riuscita a rimanere un loro segreto.
Per qualche tempo almeno.
Infatti, se all'inizio la competizione stava nel trovare il maglione natalizio più brutto possibile e regalarlo al proprio partner, dopo un paio d'anni la sfida si era ampliata e non solo veniva "eletto" un vincitore, ma colui che riceveva il maglione premiato era costretto ad indossarlo per tutto il giorno di Natale. Davanti ad amici, parenti o sconosciuti; non aveva importanza. Erano le regole.
Negli anni qualcuno aveva fatto qualche commento sul fatto che, uno o l'altro che fosse, non passasse Natale senza che un nuovo, orribile maglione spuntasse fuori; ma l'unico che aveva fatto due più due e si era fatto spiegare la storia per filo e per segno, era stato Fortuné.
Ovviamente da allora il Natale aveva assunto tutto un altro significato anche per il più piccolo di casa Penniman, che ogni nuovo anno aspettava con trepidazione il successivo per vedere chi l'avrebbe scampata e a chi sarebbe invece toccata la sfilata della vergogna.
Come al solito, lui parteggiava per Andy.
Quest'anno evidentemente sarebbe rimasto deluso.


Il greco, appunto, pur notando la saccente indifferenza del compagno nei suoi confronti e sapendo fin troppo bene di essere in un vicolo cieco, non poté fare a meno di cercare di portare avanti la sua causa, continuando a camminare avanti e indietro per il soggiorno.
<< Andiamo Mika, le altre volte sono sempre state cose divertenti. Un po' kitch ma comunque innocue. >> iniziò a giustificarsi, mettendo letteralmente le mani avanti e assumendo subito dopo un tono di irremovibile autorità che, lo sapeva, non aveva alcun diritto di usare. << Stavolta però abbiamo davvero esagerato. Non ho intenzione di farlo. >>

<< Inutile che continui a girarci intorno >> ribatté il libanese senza neanche scomporsi a quella scenata ma stringendosi semplicemente nelle spalle come a voler dire "cosa vuoi farci, così gira il mondo" << Andy, conosci le regole >> gli ricordò poi con un tono quasi cantilenante e un sorriso così sardonico che il greco dovette letteralmente sbattere la palpebre un paio di volte per assicurarsi di non esserselo sognato.
Per tutta risposta il cameraman si portò una mano tra i capelli, prese un respiro profondo e, scandendo bene le parole –non troppo sicuro che Mika riesca a sentire con quella faccia da culo che sta sfoggiando così spudoratamente – disse:
<< Mika, ascoltami bene. Mi stai ascoltando? >> Ad un poco convinto cenno di assenso da parte del compagno, il greco alzò il tono di voce e tentò il tutto per tutto.
<< Non andrò a cena da tua madre indossando un dannato maglione con tre renne che scopano! >>


 

C'è un totale di due secondi di silenzio, poi Mika non ce la fa davvero più.
Iniziò a ridere a crepapelle come – a quanto si ricordi – forse non faceva da mesi: gli mancava il respiro, le lacrime scivolano calde sulle guance, una mano batteva freneticamente sulla coscia e l'altra nascondeva il viso contratto in una smorfia di pura ilarità.
Forse l'assurdità della situazione, forse i versi disumani che il cantante aveva iniziato ad emettere per le troppe risa, ma non passarono che pochi minuti prima che anche Andy venisse contagiato e si ritrovasse a ridere di cuore insieme al più grande.
Più guardava quell'obbrobrio che aveva in mano, più tornare serio gli veniva difficile; non aveva la minima idea di come, dove o quando (essendo stati in simbiosi per gli ultimi 4 giorni) Mika fosse riuscito a trovarlo ma lo deve ammettere: è senza ombra di dubbio il maglione natalizio più brutto che gli abbiano mai regalato. Forse solo il primissimo capostipite della loro particolarissima tradizione di Natale reggerebbe il confronto.

A fatica riuscirono a riprendersi entrambi, stravaccandosi insieme sul divano per recuperare fiato, visi arrossati e occhi lucidi.
Un'altra lieve risatina scosse il petto di Andy, costringendolo a distogliere lo sguardo da quello di Mika per non ricominciare a ridere allo sfinimento per altri 10 minuti.

<< Che c'è? >> gli chiese però il più grande, passandosi una mano sul viso bagnato dalle lacrime.

<< Hai notat‒ >> iniziò il greco, fermandosi per bloccare un altro attacco di risa. Dopo vari tentativi, riuscì miracolosamente a ricomporsi abbastanza da poter esprimere a parole l'esilarante pensiero che lo aveva colpito. << Hai notato che sono le tre renne a far ridere? >>
Il cameraman ignorò l'espressione attonita e perplessa di Mika, quella che sapeva significasse "ripeti lentamente quello che hai detto e renditi conto", spiegando meglio quel concetto che lo aveva fatto morire dalle risate.
<< Nel senso che sono esagerate. Se fossero state solo due non sarebbe stato così promiscuo, ma tre sono indecenti. >> Lanciando un'altra occhiata al maglione incriminato anche Mika non poté far altro che convenirne. Si costrinse però a non ricominciare a ridere appena si rese conto che Andy stava per tornare all'attacco con le sue inutili seppur giustificate proteste.

<< Ti prego Mika, non costringermi a farlo >> implorò infatti il giovane poco dopo, con molta meno veemenza e combattività di quanto il libanese si sarebbe aspettato. Probabilmente il poveretto si era già rassegnato all'idea che il compagno sarebbe stato sordo a qualsiasi sua supplica.
E aveva ragione.
Neanche le ragionevoli argomentazioni che portò avanti, riguardanti la presenza non solo dei suoi genitori, ma anche e soprattutto della sua anziana e spesso sgradevole nonna, riuscirono a smuovere Mika di un solo millimetro. Non che anche lui fremesse dalla voglia di ricevere occhiatacce, commenti imbarazzati e battute sconce (era certo che alle sue sorelle non sarebbe sicuramente mancata la fantasia), ma ormai sapeva di essersi spinto troppo oltre per poter ritrattare, o almeno per farlo senza avere la certezza di ottenere qualcosa in cambio. In più, dove sarebbe stato il divertimento se gliel'avesse data vinta proprio ora?

Andy doveva aver pensato esattamente la stessa cosa, perché si rese conto che l'unico modo per uscirne indenne era quello di giocarsi l'ultima carta a sua disposizione, un jolly che sperava di non dover mai arrivare ad usare.

<< ..farò tutto quello che vuoi. >>

Nonostante il più giovane avesse vomitato faticosamente quelle poche parole in un lieve bisbiglio arrendevole, notò subito la repentina trasformazione nell'atteggiamento del cantante. Sul suo volto impassibile e fintamente distaccato, comparve per un secondo un'espressione stupita, sospettosa e poi scaltra. Infine, le sue fattezze da sadico stratega furono incurvate da un sorriso sprezzante e un sopracciglio arcuato, il galeotto maglione con le renne completamente rimosso dalla sua memoria.
Oh, sapeva esattamente che cosa voleva.


 

***

 

Circa un'ora dopo, i due uomini fecero capolino in casa Penniman, dove un'orda di parenti, amici e conoscenti li accolsero per dare il via alle celebrazioni.
Da allora passarono addirittura almeno altri 20 minuti prima che un curioso cugino non si avvicinasse ad Andy e, bicchiere alla mano, gli chiese del suo “scusami se mi permetto, eh!orripilante maglione di natale con sopra un gigantesco e ridicolo pinguino.
Trattenendo a stento una risata, il cameraman si inventò di sana pianta un'elaborata frottola su come la sua cara prozia Mildred avesse pensato bene di sferruzzargli quell'orribile golfino e, oh!, come ne sarebbe stata dispiaciuta se il suo nipote preferito non lo avesse sfoggiato orgoglioso in tutte le sue foto natalizie.
Di fianco a lui Mika si dovette nascondere dietro una forchettata di tacchino e cavoletti di Bruxelles per non scoppiare a ridere di fronte a tutta la tavolata, facendo crollare in mille pezzi la geniale storia di copertura del compagno.


 

La serata passò così – tra cibo, risate e pacchi regalo – e nessun altro sembrò più interessarsi all'abbigliamento del greco se non per l'occasionale battutina sulla discutibile abilità della prozia Mildred nei lavori a maglia.
Una volta finita la cena, i vari invitati si sparpagliarono per lo spazioso soggiorno dividendosi in piccoli gruppetti sparuti, decine di conversazioni diverse a diffondere un allegro brusio per tutta la casa. Approfittando di un fortuito momento di distrazione generale, Mika riuscì ad allontanarsi dalla noiosa compagnia di vecchi zii che lo avevano sequestrato nell'ultima mezz'ora, e si diresse nell'angolo estremo della stanza per ammirare più da vicino l'elegante albero di natale che sua madre e le sue sorelle avevano addobbato con bellissime e raffinate decorazioni.
Prima che se ne potesse accorgere, una silenziosa presenza lo raggiunse, accostandosi alla parete dietro di lui con un cipiglio intrigato.

<< Sentiamo, perché gliel'hai fatta passare liscia? >>
La voce di Fortuné alle sue spalle colse Mika di sorpresa, facendolo voltare incuriosito. Il fratello minore, spalle poggiate al muro e bottiglia di birra portata alle labbra, ammiccò in direzione di Andy dall'altra parte del soggiorno inarcando poi un sopracciglio con fare scettico.
<< Prima mi mandi in giro a fare il Babbo Natale segreto e poi lo lasci vincere così? Dio, deve averti promesso qualcosa di impagabile per farti cedere. >> quasi si strozzò con un sorso di birra quando quell'osservazione prese forma nella sua mente con immagini a dir poco disturbanti, le quali gli cambiarono i connotati in un'espressione disgustata.
<< Ugh, non voglio mai venire a sapere cos'è che ci fate voi due depravati a fine giornata con tutti questi maglioni >>

A quest'ultimo commento Mika non si risparmiò dall'assestargli una bella gomitata tra le costole, sopprimendo un sospiro fintamente esasperato.
<< Abbiamo fatto un patto >> spiegò comunque il più grande, allungando un braccio e chiedendo tacitamente al fratello un goccio del suo drink << oggi e domani dovrà indossare il maglione che aveva preso per me. Che, per inciso, è davvero atroce. Ha fatto un ottimo lavoro. >> rilevò compiaciuto << Poi gli ho fatto giurare che per tutto l'anno nuovo toccherà a lui raccogliere i.. ehm.. regali di Mel e Amira >>
Scrollò le spalle con un sorriso soddisfatto ma, per tutta risposta, Fortuné gli rivolse una smorfia a metà tra il deluso e l'incredulo.

<< Meno male che sai cantare perché come avvocato avresti fatto proprio schifo >> lo rimbeccò quindi, scuotendo la testa sconsolato e riprendendosi la bottiglia senza troppi complimenti << Sai vero che tocca già sempre a lui farlo? Non credo di averti mai visto stare dietro alle girls con guanti e sacchettino in mano. >> Tracannò in un sorso le ultime due dita di birra abbandonando poi la fiaschetta vuota sul tavolo di fianco a sé; prima di allontanarsi in direzione della cucina, poggiò una mano sulla spalla del più grande in un gesto che voleva essere equamente di conforto e di amichevole derisione. << Sei stato raggirato, fratello. >>
 

Ma Mika, osservando la sua copia quasi sputata muoversi a grandi falcate per il salotto, sorrise beffardo sotto i baffi sapendo che le cose erano andate esattamente nel verso opposto.
Certo, quando Andy aveva sussurrato con un fil di voce quella frase che il libanese gli aveva sentito dire in pochissime occasioni (ognuna delle quali in contesti che riguardavano il togliersi i vestiti, non sicuramente l'indossarne di nuovi), Mika aveva pensato di approfittarne in modo un po' più risoluto, sicuro che un'opportunità del genere non si sarebbe ripresentata tanto presto.
Dopo qualche attimo di riflessione, però, aveva realizzato che in quel preciso istante – in pigiama davanti all'albero di Natale a fare l'idiota con il suo ragazzo, portando avanti un'usanza che era diventata solo loro, delle sua piccola e strana famiglia – non c'era niente al mondo di cui potesse sentire la mancanza. L'unica cosa che voleva davvero era assicurarsi che quella sensazione di casa non svanisse mai e che, nonostante gli innumerevoli impegni che gli si prospettavano davanti allo scoccare del nuovo anno, lui, Andy e le loro due bellissime cagnette sarebbero comunque riusciti a passare del tempo insieme.
A quel punto, resosi conto con una punta di imbarazzo e senso di colpa che era già il compagno ad occuparsi dei cani l'80% delle volte (e in alcune occasioni gliel'aveva persino rinfacciato, affermando che la gente che non li conosceva come coppia probabilmente lo avrebbe potuto scambiare per il dogsitter della popstar), il cantante aveva avuto un'epifania: e se quel restante 20% delle volte in cui era lui a portare a spasso le golden, Andy fosse stato costretto ad andare insieme a loro?
Già riusciva ad immaginare le lunghe passeggiate – che fosse Londra, Parigi, Milano o l'altro capo del mondo non importava – solo loro due e le loro piccole, pelose “figlie adottive”. Con il bonus che il lavoro sporco – letteralmente – sarebbe toccato sempre al greco.
Valeva decisamente la pena sacrificare un “tutto quello che vuoi” per un'immagine del genere.

 

Con la testa colma di questi pensieri e il cuore leggero come una piuma, il cantante rivolse lo sguardo dall'altra parte della stanza, dove un Andy allegro e radioso rideva di gusto a qualche battuta fatta da una delle sue sorelle. Il biondino si accorse di essere osservato e, per un attimo, i loro occhi complementari si intrecciarono oltre i numerosi capannelli di famigliari immersi in chiacchiere; prima di tornare alla propria conversazione con Yasmine e Paloma, il greco regalò al compagno un piccolo sorriso – intimo e segreto – riservato solo ed unicamente a lui.

Alla fine, pensò Mika, non c'era davvero nient'altro che potesse desiderare.


 


 


 




 

Well, che dire? Erano almeno 3 anni che questa (o almeno una parte) se ne stava nascosta a fare la polvere in una vecchia cartella piena di fanfiction mai finite.
Ci sono voluti Mika, Andy e i bruttissimi maglioni della festa di Natale con la crew a ricordarmi di questa storiella idiota e farmi venire voglia di riprenderla in mano.
Vorrei poter dire che da ora riprenderò a scrivere (anche perché il mio archivio è davvero strapieno di cose mai pubblicate, quindi il pensiero di dargli un'aggiustata e farvele leggere è sempre presente), ma sfortunatamente la sessione invernale incombe e gli esami non si preparano da soli

Detto questo, nulla, se vi va fatemi sapere qui sotto che ne pensate ;)

Buon Natale a tutti ♥


 

PS. Il maglione con le tre renne non è una mia invenzione, per sfortuna.
https://www.google.com/url?sa=i&source=images&cd=&ved=2ahUKEwijwMPNt8nmAhXQ66QKHeNqA4QQjRx6BAgBEAQ&url=https%3A%2F%2Fwww.amazon.com%2FUgly-Christmas-Sweater-Threesome-Festified%2Fdp%2FB07BZW7ZLB&psig=AOvVaw0TvZ2HAduo3uSYwZHiYQtd&ust=1577110236118764 eccolo qui in tutta la sua maestosa mostruisità

  
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