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Autore: Bruna_mars    23/12/2019    0 recensioni
Un gruppo di amici, una ragazza un po' timida ed un intrepido bello e misterioso, che la lascerà di stucco...
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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«Ed anche quest'anno è arrivato il Natale!» Esclama contenta Sabrina, mentre si siede con il solito vassoio in mano. La cioccolata calda per me, il tè per Elisa, il ginseng per Eva e tre caffè per i maschietti, Valerio, Claudio e Simone. 

Tutti seduti intorno al tavolo ricordiamo le vicende di quest'anno, terminate in bellezza dal fatto che Valerio ed Elisa si sono lasciati. Un'altra coppia che si rompe ma che rafforza ancora di più il nostro gruppo. Elisa ha tentato di uscire meno con noi, ma noi ragazze abbiamo insistito più e più volte. Non è assolutamente giusto che per la fine di una storia il gruppo debba necessariamente uscirne ferito.

«A Capodanno che si fa?» Domanda Simone, sempre pronto a buttarsi nella mischia e a creare scalpore. Mormorii di disapprovazione si alzano subito, già da Claudio, che con il suo solito muso, borbotta: «Quando smetterete di stressarmi con questa storia?»

«Claudiuccio, sei sempre così antipatico. A Capodanno i miei vanno in montagna, quindi se volete c'è casa mia libera.» annuncia Eva. Sappiamo perfettamente che ha un debole per Claudio e che vorrebbe eliminare tutte le teste di questo tavolo per stare sola con lui, ma Claudio le ha detto un centinaio di volte che non ci saranno speranze. All'inizio Eva ce lo ha raccontato con le lacrime agli occhi, come se stesse sul punto di una crisi di nervi... con il passare del tempo, ha iniziato  a conviverci ed ora scherza con lui in maniera ancora più pesante del solito, come se volesse mostrare al mondo il fatto che per lei va tutto bene.

«Tu, Giu, cosa fai?» Mi domanda Sabrina, dal momento che ognuno ha iniziato a dare la propria disponibilità o meno. Vorrei rispondere "Sto cercando disperatamente di convincere i miei a lasciarmi passare il Capodanno con gli amici", ma suonerebbe da sfigati. Gli occhi di tutti sono all'improvviso su di me, in particolare quelli di Claudio, che di solito si fa sempre gli affari suoi senza infastidire nessuno. Ha capelli castani ed un filo di barbetta che lo rende decisamente più maturo dello scorso anno, occhi scuri ed un naso abbastanza importante. Capisco come mai Eva lo trovi così affascinante, è il tipico bello e impossibile, perchè in effetti ha un carattere difficile e decisamente spinoso. Lo si nota da come beve il suo caffè distrattamente, portandosi alle labbra il coccio della tazza con quella nonchalance che richiama quasi un servizio fotografico. Ecco come descriverlo... nonostante il suo carattere, sembra sempre nel luogo giusto al momento giusto. Non lo si trova mai a disagio, se è taciturno è perchè non ha nulla da dire.
«Non so, vi faccio sapere.... E tu, Vale?» Chiedo a Valerio, assaporando uno dei biscottini al burro che ci ha regalato Sabrina. Lavora al bar, ma quando ci vede arrivare abbandona tutto e tutti e si viene a fare la solita chiacchierata con noi.

Valerio borbotta qualcosa. Eva ci ha raccontato che probabilmente sta uscendo con un'altra ragazza per dimenticare Elisa, che non sente affatto la sofferenza della fine della loro storia. Sentendo i mormorii di Valerio, Elisa non dice nulla, anzi, si volta verso Sabrina e le chiede qualcosa, forse tentando di evitare l'argomento.

«Insomma, se vi va casa mia c'è. Portiamo da bere e da mangiare, potete anche dirlo a qualche altro amico.» Continua Eva, iniziando a progettare ogni minimo dettaglio. Mentre inizia a distribuire compiti qua e là, ne approfitto per andare in bagno e fuggire al suo evidente progetto di terrificanti proporzioni.

«Torno subito.» Bisbiglio ad Elisa, seduta accanto a me. Annuisce un po' distrattamente ed io sparisco dietro la tenda che divide la sala bar dal corridoio dei bagni. Rende il tutto un po' orientale e caratteristico, sembrerebbe addirittura un luogo romantico.

Proprio mentre sto per entrare nel bagno delle donne, una mano mi blocca la spalla e quasi sento il mio respiro spezzarsi. Ho sempre pensato a mille modi diversi di morire, ma sicuramente non dietro una misera tenda, soffocata dal mistero del venire uccisa da qualcuno che è di spalle. Una volta morta, non potrò assolutamente scoprire chi sia stato e non potrò tormentarlo di notte, aggirandomi come un fantasma per la sua casa e disturbando i suoi sogni più teneri.

Mi giro, terrorizzata dai miei stessi pensieri, e Claudio è davanti a me.

«Mi hai fatto spaventare!» Esclamo, forse a voce troppo alta. Non muove neanche un ciglio, rimanendo più serio del Presidente della Repubblica nel suo discorso di Buon Anno.

«Scusa.» Dice soltanto e rimaniamo fermi per qualche secondo. Credo che mi debba dire qualcosa, ma non si decide e rimane a fissarmi per un po'.

«Devi... dirmi qualcosa? Dovrei andare in bagno.» Cerco di affrettare il processo, ma Claudio mantiene la sua solita lentezza.

«Sì, dovrei.»

«Cosa?»

Chiude le sue labbra in maniera serratissima, per poi riaprirle. Si appoggia allo stipite della porta, (forse sta svenendo?) e mi domando per quale strano motivo si sia comportando così. Una strana ansia mi percuote, visto che io e Claudio non abbiamo mai parlato granché. Io sono timida, lui si rivolge a qualcuno solo se interpellato oppure per intervenire in qualche discorso lanciando una perla di saggezza che rimane lì, in mezzo a noi, senza essere appresa da tutti.

«Senti, cerca di esserci a Capodanno.»

All'inizio penso di aver capito male. Claudio, il bello e dannato, il musicista più silenzioso e misterioso del mondo, che in un anno mi avrà rivolto la parola sì e no quattro volte, adesso mi sta chiedendo di esserci a Capodanno? Non avevo neanche compreso che ci sarebbe stato, pensavo che si sentisse troppo superiore per passare il Capodanno con noi.

Tutto quello che riesco a dire, nel giro di dieci millisecondi, è un semplice «Eh?» che sa di "Sono una disturbata mentale che non comprende ciò che le viene detto".

Noto sulle sue labbra un accenno di un sorriso. (Sì, un sorriso, lui che non sorride mai)
«Quello che hai sentito.»

Il momento deve essere necessariamente passato, perchè è tornato al solito modo di fare incomprensibile e taciturno. Increspo le sopracciglia, decisamente a disagio, e la mia espressione interrogativa non lascia il mio viso.

«Sì, va bene, vedrò... quello che posso fare.» All'improvviso divento più formale di una donna al primo colloquio di lavoro, ma continuo a sentirmi incredibilmente nervosa. Lui annuisce in silenzio, forse per troppo tempo, perchè il suo capo fa su e giù, su e giù e quella barba da capretta anche fa su e giù e non si ferma mai. 

Ma quanto tempo è passato? Sembra una vita. Non posso aspettare più. Devo andare in bagno.

«Senti, io vado, ci vediamo dopo... cioè, tra poco... cioè, sì, stiamo allo stesso tavolo.»
«Sì. E...»

Mi giro ancora, forse in maniera troppo sentimentale. Mi ricordo molto la protagonista di qualche soap-opera, pronta a lanciarsi tra le braccia del suo Juan Carlos Jose Maria De La Fuente. Claudio però non mi ricorda il personaggio di una telenovela. Sembra più un rockettaro sul punto di una crisi di nervi.

«Ci terrei che tu ci fossi. Non ha senso se non ci sei tu.»
Sto per svenire. Lo farò, ma prima... devo andare in bagno.

  
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