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Autore: BALTO97    23/12/2019    3 recensioni
Uther è morto, Artù è salito al trono, Merlino e i fedeli cavalieri non potrebbero essere più felici e fieri di lui, ma siamo a Camelot e tra cattivi, creture magiche e misteri da risolvere dovrenno fare l'impossibile per proteggere la loro amata Camelot
riuscirà Artù a dimostrarsi degno del trono? e Emrys verra in soccorso del suo protetto?
NO MERTHUR
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“potete andare, non vi preoccupate ci pensiamo noi qui” affermò Gaius rivolgendosi ai cavalieri tutti radunati nelle stanze reali visibilmente ansiosi e preoccupati per la salute del loro re e amico
“so che vi sembra brutto ma sono sicuro che si riprenderà” aggiunse mentre, aiutato da Unith, preparava altre bende
 
“possiamo fare qualcosa?” chiese Lyon che, come gli altri uomini, non riusciva a distogliere lo sguardo dalle tante ferite del biondo odiandosi profondamente per non essere riuscito a fare di più per aiutare
 
Il guaritore sorrise
“capisco che vogliate rendervi utile ma non potete fare niente, uscite vi chiamerò appena qualcosa cambia” disse
 
I cavalieri si guardarono l’un l’altro scambiandosi uno sguardo incerto poi Galvano, prendendo un respiro profondo, mormorò
“se possiamo Gaius, vorremmo restare”
 
La notte era ancora lunga e nessuna luna o stella brillava sulla città dormiente di Camelot dove sole le pire accese illuminava le strade
Nel castello i servitori e le guardie notturne svolgevano i loro doveri con rigore, ma nell’aria era più che percepibile la tensione e la preoccupazione per la sorte del loro amato re e, mentre in cucina gli uomini e le donne si chiedevano come stesse, nella stanza regnava un silenzio quasi irreale.
 
I fidati cavalieri, dopo aver camminato avanti e indietro sospirando, uno dopo l’altro, per lo stress e l’ansia accumulata negli ultimi giorni avevano iniziato a mostrare segni di stanchezza tanto che non riuscivano neppure a tenere gli occhi aperti così, seguendo il consiglio di Unith decisero di fare dei turni per restare svegli
 
“credi che starà bene?” chiese Lancillotto, seduto accanto al letto del re
Il vecchio guaritore annuì per poi incontrare gli occhi del cavaliere
“Artù è forte” affermò spostando lo sguardo sul viso addormentato del re
 
Pochi minuti dopo il silenzio fu interrotto dal rumore della porta che si apriva e, mentre gli altri cavalieri dormivano chi per terra e chi appoggiato contro qualcosa, Lancillotto e Gaius sussultarono per poi sorridere, insieme a Unith, quando videro entrare Merlino
 
“come sta?” chiese, frenetico, il giovane servitore precipitandosi verso il letto
 
“tranquillo Merlino” lo rassicurò il mentore appoggiandogli una mano sulla spalla
“sta bene”
 
Merlino era visibilmente preoccupato ma le parole di Gaius unite al fatto che Artù, sebbene avesse un aspetto terribile, respirava lo rassicurarono almeno un po'.
 
Il mago scambiò uno sguardo con il cavaliere e fedele amico che, con un semplice cenno della testa e un sorriso, gli fece intendere che, anche per lui, aveva fatto un buon lavoro.
 
“Merlino, puoi occuparti di questa frattura, temo che stia peggiorando” disse sua madre mostrando il braccio del re dove vi era più che visibile un livido e un rigonfiamento alquanto preoccupante
Senza esitare il mago allungò una mano facendo brillare gli occhi e, all’istante, la ferità guarì
 
Giaus annuì mormorando un “meraviglioso” per poi voltarsi verso il tavolo dove aveva sistemato tutto l’occorrente tra cui bende, unguenti e del filo da sutura che aveva usato
“meglio fasciarlo per evitare domande” disse indicando le bende
 
Solo ora Merlino notò che in un angolo della stanza c’era Will
 
Il giovane era stato immobile per tutto il tempo, aiutando solo quando il guaritore gli chiedeva qualcosa, anche questa volta si mosse in fretta prendendo le bende e facendo il giro del tavolo raggiungendo il letto dove, fece prendere il braccio di Artù per iniziare a mettere la fasciatura quando si sentì afferrare malamente
“ci penso io!” disse duro Merlino strappandogli di mano la benda mettendosi tra lui e Artù
 
“voglio solo aiutare” affermò Will quasi alterato dal comportato dell’altro, ma se credeva che il mago si sarebbe lasciato intimorire si sbagliava
Voltandosi e guardandolo con occhi infuocati sibilò a denti stretti
“dovresti essere solo grato che sia ancora vivo”
 
Will, intimorito, fece un passo indietro
Anche Gaius, Lancillotto e persino sua madre furono quasi intimoriti dal suo sguardo perché mai, mai prima d’ora avevano visto gli occhi del giovane mago diventare di quel rosso così acceso come se all’interno vi stesse bruciando fuoco proveniente direttamente dall’inferno
 
“Merlino” sussurrò la madre con il fiato sospeso
“calmati” aggiunse Lancillotto
Il mago, nonostante provasse sensazioni contrastanti come la rabbia e la voglia di scatenare tutto il suo potere quando le persone a lui più care lo richiamarono notò sui loro volti le espressioni spaventate e riscuotendosi riuscì a calmarsi
 
“scusate” sussurrò scuotendo la testa
 
“Non pensarci” affermò Lancillotto
“siamo tutti molto scossi” sospirò
 
“che succede?!”
Arrivò una voce allo loro spalle e quando si voltarono videro un assonnato Galvano allungare le braccia mentre sbadigliava emettendo un suono molto simili a quello di un orso
“da quanto tempo non ti lavi i denti!” borbottò Elyan, seduto accanto a lui spostandosi con un “bleah”
 
“colpa di tutto quel sidro che ha nello stomaco” esclamò Parsifal tenendo gli occhi chiusi dal giaciglio di cuscini che si era creato pe terra
“spiritoso” disse Galvano prima di prendere uno dei suoi stivali e lanciarglielo
 
“come sta?” chiese Lyon avvicinandosi al letto
 
La domanda del cavaliere riportò tutti alla realtà e anche gli altri smisero di ridere riportando l’attenzione sul loro re; Artù dormiva, o era ancora svenuto, il suo respiro era regolare ma superficiale, i lividi erano ancora tanti e il taglio sulla fronte sebbene asciutto era ancora visibile e neanche osavano immaginare quali altre ferite avesse
 
Gaius sospirò
“dobbiamo solo… aspettare”
 
 
Aspettare aveva detto il guaritore, ma aspettare era forse la cosa più terribile
 
Per tutto il resto della notte e per i due giorni successivi non ci fu nessun cambiamento e questo non fece che aumentare la preoccupazione di tutti.
Durante il giorno i cavalieri cercavano di fare il possibile per gestire il regno e, regolarmente, si davano il cambio nella stanza del re
Anche Gaius dava una mano come poteva, cercando di consigliere i cavalieri e districarsi tra il prendersi cura di Artù e del resto del popolo perché benché la loro prima preoccupazione era Artù Camelot doveva andare avanti in attesa che il vero re si svegliasse.
 
In compenso l’unico che non si era mai, neppure una volta, allontanato dalla camera del re, stando costantemente al suo fianco ore dopo ora, minuto dopo minuto era Merlino
Il fedele servitore si rifiutava di lasciare da solo Artù dicendo che in caso di bisogno voleva essere lì, appisolandosi solo per qualche minuto ogni tanto;
Lancillotto e Galvano provarono a convincerlo a riposarsi un po' ma capirono che era tutto inutile e l’unico modo per far stare meglio il loro amico, facendo sparire quell’espressione preoccupata dal suo viso, era che Artù si svegliasse
 
Se a loro mancavano il modo in cui il re e il servitore scherzavano tra loro, potevano solo immaginare cosa stesse provando quel giovane che sebbene non potessero ammetterlo, per un motivo o per l’altro, era il suo migliore amico
 
Anche quel giorno Merlino, dopo aver passato la notte a vegliare su Artù, provando e riprovando un incantesimo dopo l’altro senza successo facendolo sentire veramente male, stava seduto accanto al letto del re senza mai distogliere gli occhi dal suo viso
“Artù” lo chiamò sottovoce
“dovete svegliarvi” disse
“coraggio Camelot ha bisogno di voi”
 
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Quella notte Gaius, come faceva ormai da 3 giorni, stava ricontrollando le varie ferite del re quando, voltatosi per prendere delle bende fu assai sorpreso anzi scioccato di trovarsi davanti due occhi azzurri leggermente confusi che lo fissavano
 
“Artù?” chiamò il vecchio guaritore incredulo

“Gaius” biascicò il biondo sbattendo lentamente gli occhi visibilmente scombussolato
 
Il guaritore sorrise appoggiandogli una mano sulla fronte in una dolce carezza
“bentornato” mormorò con un sorriso
 
Artù increspò leggermente le labbra tentando un sorriso ma era evidente che soffriva
“cosa… cosa è successo?” chiese con difficoltò cercando di muoversi ma gemendo quando, inevitabilmente, gli arrivarono stilettate di dolore profondo da praticamente tutto il corpo
 
Gaius sorrise “avete vinto!” affermò con tono orgoglioso stringendogli leggermente la spalla
“sono molto orgoglioso si voi” esclamò
 
E quando il re mormorò un leggero “grazie” aggiunse “lo siamo tutti”
 
Ora Artù era confuso ma prima che potesse dire qualcosa il guaritore gli fece un cenno con il capo, il re seguì lo sguardo del fedele suddito e fu assai colpito dalla vista che si trovò davanti
 
Tutti i suoi cavalieri, nessuno escluso, stavano dormendo appoggiati e sdraiati dove capitava in posizioni sicuramente scomode
Ginevra, arrivata quella mattina, come loro dormiva con la testa appoggiata sulla robusta spalla di Lyon
Infine Merlino, il suo giovane servitore, era addormentato con le braccia incrociate sul materasso
 
Tutti avevano l’aria molto stanca e preoccupata come se neanche nel mondo dei sogni trovassero un po' di tranquillità e pace.
 
“non vi hanno mai lasciati” esclamò Gaius sorridendo
“vi vogliono molto bene” aggiunse
 
Artù era commosso per la fedeltà dei suoi amici, non sudditi, perché dei semplici sudditi non avrebbero passato ogni minuto accanto a lui
 
“è vero…” mormorò sbattendo gli occhi notando che restare sveglio stava diventando sempre più difficile
 
“riposate” arrivò la voce di Gaius seguita da un altro tocco gentile e rassicurante sulla fronte
“noi saremo qui”
 
 
Una settimana dopo il sole era tornato a risplendere su Camelot e la serenità insieme alla pace erano tornate a regnare sul fiorente regno
 
Godendosi la magnifica vista della luce che illuminava le colline lontane, il suono della cittadella in fermento e la fresca aria primaverile, Artù seduto sul muro di cinta di uno dei tanti balconi del castello appoggiato alla colonna di pietra, si sentiva bene
Certo, appena si muoveva sentiva ancora parecchio dolore in una nuova parte del corpo mentre i tagli e lividi tardavano a guarire, ma si sentiva davvero bene
Per la prima volta dopo tanto tempo, forse anche prima della morte di suo padre, Artù sentiva davvero come se fosse in pace con quello che lo circondava e soprattutto con sé stesso
Si chiedeva ancora se fosse stato in grado di governare il suo regno, ma ora il peso della responsabilità non pareva più così insostenibile.
 
“che ci fate qui?”
Voltandosi di scattò vide il fedele servitore che si avvicinava con il solito passo spedito.
 
“Merlino!” esclamò sorridendo
“ti ho mai detto che quando cammini così sembri tanto uno spaventapasseri arrabbiato” disse inclinando la testa di lato
 
“Non ci provate” affermò il giovane mago puntandogli un dito contro
“dovreste essere a letto! Non qui fuori!” aggiunse sbattendo le braccia lungo i fianchi
 
“volevo solo prendere un po' d’aria” mormorò il re voltandosi per riportare lo sguardo sulla compagna che circondava le mura di cinta
 
Merlino sospirò sedendosi accanto a lui sul muro
Stettero in silenzio per qualche minuto, intenti a contemplare la quiete e la bellezza della luce del sole che illuminava i verdi prati
 
“Merlino voglio che tu faccia una cosa per me” disse il biondo senza distogliere lo sguardo da qualsiasi cosa stesse fissando
“certo” rispose il servitore osservandolo confuso
 
“devi dire ai cavalieri di smettere di cercare lo stregone”
 
Il mago sussultò cercando di non mostrare tutta la sorpresa per quello che aveva detto Artù
“perché?” domandò
“credevo che lo odiaste” aggiunse con un mormorio
 
Artù sospirò “non lo so più, forse perché mi ha salvato o dato coraggio quando mi sembrava che non ci fosse più speranza...” esclamò
“ma inizio a credere che non sia una persona cattiva” disse incrociando lo sguardo del servitore
 
“ho sempre pensato che la magia e chi la praticava fosse un pericolo, ma mi chiedo; se una spada, uno strumento che dovrebbe difendere gli innocenti e portare la giustizia, in mani malvagie può diventare un’arma che causa dolore e morte, forse è così anche per la magia, può essere un pericolo ma nelle giuste mani può essere uno strumento per fare del bene!”
 
Il giovane mago era commosso dalle parole del re e riuscì a trattenersi a stendo dall’urlare per la gioia limitandosi ad esclamare
“è un pensiero molto profondo”
 
Il re annuì con un sorriso ma poi, forse per la posizione o la stanchezza, le varie ferite iniziarono a farsi sentire e non fu così bravo a celare il dolore
“è meglio rientrare” esclamò il servitore già in piedi

“credo tu abbia ragione” rispose Artù alzandosi, sfortunatamente la gamba tremò quando toccò terra ed era ovvio che non fosse in gradi di reggerlo, temette davvero di cadere ma fortunatamente trovò subito un saldo appoggio in Merlino che lo aiutò a stare in equilibrio
“coraggio, se Gaius vi vede in piedi vi legherà davvero al letto”
 
Camminando lentamente per stare al passo con il re ferito attraversarono il giardino
“credi che rivedremo mai quello stregone?” chiese Artù
 
La domanda sorprese il giovane mago “non so cosa accadrà…” rispose ma poi, prendendo coraggio si fermò facendo di conseguenza fermare anche il biondo che gli lanciò uno sguardo confuso
“Ma una cosa la so, quell’uomo è uno degli esseri più potenti che esista, è saggio e molto forte” affermò serio Merlino
“Ma soprattutto” aggiunse senza distogliere gli occhi da quelli di Artù
“so che non smetterà mai di vegliare su di voi”
 
Il biondo piegò la testa di lato annuendo poi sorridendo leggermente “a volte mi sembri quasi saggio, sai Merlino” esclamò
 
Il servitore rise “e voi quasi intelligente”
 
Il re rise battendo la mano sulla spalla del fedele amico
“andiamo” disse
 
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Una settimana dopo Artù, nonostante Gaius non fosse proprio d’accordo, tornò a svolgere i suoi doveri regali affermando che un re non poteva permettersi di riposare troppo.
Il vecchio guaritore scosse la testa davanti alla testardaggine del re ma, come il servitore e tutti cavalieri, era assai felice di vederlo tornare a sorridere e scherzare; certo sul suo viso erano ancora visibili i segni dello scontro, lividi e vari graffi, sparsi qua e là ma Artù era tornato era già tornato persino sul capo d’addestramento abbattendo un avversario dopo l’altro.
 
Come la calma e il sole erano tornati a risplendere su Camelot, il legittimo re era tornato a regnare.
 
“mi mancherai tanto” mormorò Unith abbracciando stretto il figlio, purtroppo per lei e Will era giunta l’ora di tornare a casa nel loro villaggio
“anche tu mamma, mi raccomando riguardati” disse il giovane mago con gli occhi ludici, per quanto amasse Camelot e la nuova famiglia che si era costruito lì salutare sua madre era sempre un grande dispiacere
 
Unith salutò Gaius ringraziandolo per l’ospitalità lasciando i due giovane soli uno di fronte all’altro
 
Will, visibilmente a disagio si muoveva da un piede all’altro, mentre il giovane mago, sebbene provasse ancora una certa rabbia verso l’altro, da qualche giorno continua a pensare a quanto successo e, onestamente, pensava che non solo non poteva dimenticare tutti quegli anni di amicizia con Will ma se era davvero destinato a essere il più grande e saggio mago che il mondo avesse mai visto, ahimé doveva sforzarsi di essere, appunto saggio.
 
“spero di rivederti presto” disse
 
Will alzò lo sguardo stupito “anche io” mormorò
 
Poi senza smettere di guardarsi i due sorrisero
“di ad Artù che lo saluto” aggiunse il ragazzo
“ e che mi dispiace”
 
Merlino annuì “sono certo che ti ha già perdonato” affermò
 
Will annuì distogliendo lo sguardo “avevi ragione, è davvero un buon re”
 
Il servitore annuì ancora “e un brav’uomo” aggiunse con voce sicura e orgoglio.
 
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Salutati sua madre e l’amico Merlino tornò nel castello fischiettando allegramente mentre entrava nella grande sala del trono dove Artù era seduto sul trono
 
“Merlino” lo salutò il servitore senza distogliere lo sguardo dal trattato che il cavaliere gli aveva messo davanti
 
“qualcosa di interessante?” chiese il servitore raggiungendo il fianco del trono
 
“re Arold mi propone uno scambio, le nostre terre oltre il fiume per le sue sotto le colline” spiegò il biondo mostrandogli il foglio
“sarebbe vantaggioso per noi sire” affermò il servitore mentre guardandosi intorno notò la luccicante corona appoggiata sul piedistallo
 
“quelle terre sono ottime per la coltivazione e anche per l’allevamento” disse Artù senza dare peso al servitore che si allontanò per un momento dal suo fianco
 
“potrebbero esserci utili, in caso di problemi potremmo usare quelle terre” suggerì il giovane mago prendendo la luccicante corona per poi tornare dal re
“o potremmo costruirci delle stalle per gli animali” propose il re
 
Merlino annuì poi come se niente fosse appoggiò il regale cerchio sulla testa di Artù sorridendo
 
“che ne dici di usarlo come campo d’addestramento per i cavalli?” chiese il biondo sistemandosi la corona più indietro
“non ci vedo niente in contrario” replicò il mago mentre riposizionava la corona sulla testa dell’altro
 
“ottimo” affermò il re tornado a spostare la corona, anche Merlino annuì per poi allungare la mano risistemare la corona
 
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Ciao a tutti
Prima di tutto mi dispiace per il ritardo (tra università e impegni personali purtroppo è stato un mese super impegnativo)
Ringrazio chiunque abbia avuto la pazienza di leggere e seguire la mia storia
Auguro a tutti un felice e serene natale e un bellissimo anno nuovo <3
 
PS: per chi non lo sapesse o non se lo ricordasse J la scena finale della storia è presa dal cartone della disney “La spada nella roccia” dove Merlino sistema sulla testa del giovane semola, Artù, la pesante corona.
La scena mi ha sempre fatto ridere e immaginare i nostri Artù e Merlino, ragazzi della stessa età, “giocare” in quel modo mi sembrava una bella conclusione
 
Ancora tanti auguri di buone feste <3
 
   
 
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