Anime & Manga > Twin Princess
Segui la storia  |       
Autore: Voglioungufo    24/12/2019    2 recensioni
RedMoon | Hogwarts!AU |
[ Partecipa al SecretSanta del gruppo Facebook "Sasunaru fanfiction Italia" ]
“Non è molto divertente infrangere le regole da sola” terminò diplomatica.
“Credo tu abbia ragione” disse solo con voce calma. “Del resto anche io vado poco sulla Torre di Astronomia”.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Shade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
24 Dicembre, 23:30
Alla fine Rein si era solo preoccupata troppo per niente, anche se le sue avvertenze l’avevano comunque messa un poco in ansia. Ma Shade fino a quel momento non aveva mostrato nessuna intenzione omicida nei suoi confronti. L’aveva aspettata al luogo dell’appuntamento, poi come promesso si erano infiltrati nella Torre di Astronomia. Shade doveva essere già passato lì, perché c’erano alcuni plaid soffici, delle ceste di cibo e con un incantesimo aveva creato una bolla d’aria calda nello spazio all’aperto.
Fine ovviamente si diresse subito verso il cibo esaltata. C’erano dei dolcetti e sentì l’acquolina salire alla bocca anche se poche ore prima aveva cenato con abbondanza.
“Gli Elfi domestici sono sembrati davvero entusiasti di farmi questo piacere”.
“Fantastico!”
Shade si sedette vicino a lei sulla coperta. “L’unica cosa: cerchiamo di non fare briciole, noi non dovremmo essere qui”.
Annuì. “Ma certo, poi sistemeremo tutto” confermò.
L’unico lato negativo era l’assenza di stelle, il cielo era coperto e i pesanti nuvoloni presagivano neve. Però grazie all’incantesimo di Shade lì c’era un bel calduccio, sembrava di stare davanti al camino della Sala Comune.
“Ve tutto bene?” domandò  Shade dopo un po’, corrucciando lo sguardo.
Fine si accorse di essersi mostrata poco entusiasta dell’accurato lavoro del compagno di scuola, provò una fitta di rimorso e cercò di rimediare come meglio poteva.
“Oh, sì!” annuì con convinzione. “Questo cibo e buonissimo. E poi l’incantesimo? Fighissimo! Non credo che io sarei in grado di fare una cosa del genere, non ho ancora un pienissimo controllo degli incantesimi. Il professore dice che vado troppo di pancia, lo sai? Rein dice che è perché il mio sangue è continuamente concentrato lì per farmi digerire e quindi tutte le mie capacità sono legate alla pancia!” Rise vivace e la risata coinvolse anche Shade, nonostante continuasse a guardarla sempre corrucciato, preoccupato. Riprese quindi a parlare. “Infatti hai detto che non dobbiamo fare briciole, ma non devi avere paura! Non resteranno nemmeno le briciole, la mia fame è più forte di qualsiasi incantesimo di pulizia”.
“Sì,” ammise con un sorriso pigro, si sedette in una posa più rilassata, “l’ho notato, alla Sala Grande, come i tuoi piatti siano lucidi ancor prima dell’incantesimo”.
“Esatto!” confermò e iniziò a ridere forte.
Da quel momento la conversazione procedette senza problemi, entrambi si scambiarono molti sorrisi e scherzarono su tutto di più. Ciò confermava l’idea che si era già fatta Fine da inizio anno, ovvero che Shade non era affatto il lugubre musone che tutti credevano. Era brillante, rideva alle sue battute e aveva sempre una risposta mordace con cui ribattere; soprattutto non sembrava in soggezione davanti alla sua parlatina logorroica.
Una volta Fine aveva avuto un appuntamento con un Tassorosso – anche se, a onor del vero, aveva capito che si trattava di un appuntamento alla fine dell’appuntamento – che dopo l’aveva sempre evitata, terrorizzato che lo fermasse per iniziare a parlare a ruota libera su qualsiasi cosa le ronzasse nel cervello.
Shade l’ascoltava, ma non in modo passivo, anzi replicava e più di una volta fu lui a lanciarsi in qualche monologo molto ispirato che lei ascoltò con piacere. Ma dopo poco gli occhi blu tornarono a guardarla attenti, come se stessero cercando di decifrare un complicato compito di Runologia.
“Ora mi dici cosa c’è che non va?” domandò tentando di avere un tono dolce, anche se risultò nervoso.
Fine sbatté le palpebre, sorpresa. Alla fine si strinse nelle spalle e si sciolse in un sorriso di scuse.
“È il primo Natale che passo lontano da mia sorella” ammise. “È strano e mi manca”.
“Non riesci ad andare a trovarla?”
Scosse la testa. “Troppo complicato” sospirò.
“Ma almeno vi sentite, vero?”
“Certo!” sbottò. “Ci scriviamo regolarmente e poco fa abbiamo fatto una chiamata via camino”.
“Ma non è la stessa cosa” indovinò.
Annuì. “Non è affatto la stessa cosa” confermò. “Ho un sacco di amici, ma senza di lei mi sento sola. Be’, immagino che anche questo faccia parte della crescita. Mi è sempre stato ovvio che non saremmo potute restare insieme per sempre, già il fatto che siamo in Case diverse mi ha fatto un po’ abituare all’idea… ma due stati diversi? Con la Manica in mezzo? È un sacco di spazio! E forse ho un po’ paura che la Francia le piaccia troppo, che decida che gli amici lì siano più simpatici degli amici qui e che magari si prenda una cotta per un tipo lì… effettivamente mi ha parlato di un tizio, un tale Bright, ne sembrava un po’ troppo entusiasta… Comunque, e se non torna più? Se resta lì e io resto qui? C’è un sacco di spazio in mezzo” ripeté pensosa, “di certo molto più spazio di due case nella stessa via in un paesino magico del Devonshire”.
“Perché proprio il Devonshire?”
Rise. “Non lo so, suonava bene”.
Scoppiarono entrambi a ridere, allentando di poco la tensione. Ma gli occhi brillanti di Fine continuavano a essere un po’ malinconici, perciò Shade le si avvicinò un poco.
“Anche tu manchi a lei, ne sono sicuro. Probabilmente ha il tuo stesso dubbio e per questo riuscirete a trovare un compromesso se dovesse succedere. Ma poi, diciamocelo, chi sceglierebbe il clima soleggiato della Francia alla pioggia perenne della Gran Bretagna?”
“I francesi mangiano le lumache”.
“Appunto”.
Risero ancora. Fine si trovò a essergli grata, perché nonostante si sentisse un po’ amareggiata per la lontananza della gemella, la tristezza era stata spazzata via.
“A te manca Rein?” gli chiese a bruciapelo.
“Credo manchi a tutti perché ci mancano i vostri guai, anche se non lo ammettono” disse diplomatico. “Ma lei personalmente… non proprio, non abbiamo mai avuto un rapporto stretto”.
Fine annuì pensosa. “Millicent del terzo anno di Corvonero dice che tu hai una cotta per lei”.
Shade quasi si soffocò con la cioccolata calda. “Per Millicent?!”
“No, per Rein!” Lo guardò divertita e curiosa. “Perché dice che la fissi sempre. Ti piace mia sorella?”
Il ragazzo tentò di prendere compostezza dopo il quasi soffocamento con la bevanda dolce e ustionante.
“Rein è una bella ragazza ed è intelligente, ma non è il mio tipo” rispose senza abbandonare il tono conciliante. Abbassò gli occhi e arrossì sulle orecchie. “Temo abbia sbagliato gemella”.
“Oh, capisco” annuì convinta Fine. “Effettivamente tu e Rein non vi siete mai parlati, sarebbe stato strano. Secondo Rein tu ci odi in realtà, ma secondo me no. Anzi, sei un tipo a posto e mi piaci” confermò con un sorrisone e una manata sulle spalle.
Shade non replicò, rimase a guardarla fisso e confuso, con le labbra piegate in una smorfia buffa e contrita.
“Oh, per le mutande di Merlino!” quasi urlò Fine alzando lo sguardo oltre il tetto. Si alzò fino ad andare al parapetto e indicò esaltata l’orologio della torre che si vedeva da lì in altro. “Mancano tre minuti a mezzanotte! Cavolo, com’è volato il tempo! Fra poco è Natale!”
Il Serpeverde inclinò la testa confuso, ma poi sorrise e la scosse divertito a quell’infantilità. Si alzò a sua volta, raggiungendola.
“Dici che vedremo Babbo Natale?” domandò emozionata con gli occhi che scrutavano il cielo coperto.
“Babbo Natale non esiste”.
Gli mollò un pugnetto sulla spalla. “Non fare il babbano” lo derise.
Lui le prese il polso, impedendole di allontanarsi ancora, la tenne vicina e si voltò a fissarla intensamente. A Fine piacevano gli occhi di Shade, avevano una sfumatura molto più scura dell’iride della gemella e per questo apparivano molto più fissi e intensi. Ogni volta che si posavano su di lei, Fine si sentiva lo stomaco rimescolarsi e la faccia calda senza capire bene perché, anche in quel momento provò la stessa sensazione, ma molto più forte perché Shade la stava osservando da molto vicino.
Il primo battito della mezzanotte si infranse nell’aria mentre lui la stava fissando e lei si sentiva pericolosamente vicina all’autocombustione.
“Oh, ehm… B-buona Natale!” balbettò per spezzare la tensione.
L’attimo dopo le sue labbra erano sulle sue e sapevano di cioccolato e zucchero, erano calde e morbide e sembravano sapere quello che dovevano fare sulle sue. Fine rimase immobile, con la bocca socchiusa come un pesce e il cuore che batteva impazzito nelle orecchie e le scuoteva tutto il corpo.
 “Buon Natale” replicò Shade staccandosi.
Lo guardò stralunata, in un primo momento incapace di replicare.
“P-perché lo hai fatto?” balbettò incredula.
Shade sorrise. “Ripercorri la nostra conversazione, cos’ho detto?”
“Che Babbo Natale non esiste”.
Alzò gli occhi al cielo. “Prima”.
Lo guardò vacua, confusa, rossa come una Stella di Natale.
“Su quello che dice Millicent…” le venne in soccorso.
“Che non ti piace mia sorella, che ha sbagliato geme… oh” si bloccò realizzando a pieno quelle parole. “Oh” ripeté diventando ancora più livida.
“Già”.
“Ohhhh”.
Inarcò un sopracciglio beffardo. “Il tuo vocabolario si è ridotto a questa parola?”
“Ehhhhhh”.
Ridacchiò e la strinse in un abbraccio, si sentì bene nel rendersi conto che non lo respingeva.
“Già meglio” rise.
In quel momento i suoi occhi individuarono un fiocco di neve cadere dal cielo, sulla loro coperta. Ben presto, altri soffici e bianchi batuffoli lo seguirono in quella danza discendente.
“Sta nevicando” disse.
Fine si staccò dall’abbraccio e sorrise nel vedere tutti quei piccoli cristalli di neve scendere dalle nuvole gonfie.
“È vero!” esultò. Non sembrava per nulla arrabbiata dal bacio, anzi sorrideva. “Lo sai? Quando eravamo piccole i nostri genitori dicevano che la neve era una polverina che facevano cadere le stelle per magia quando succedeva qualcosa di bello?”
“Davvero?” domandò chiedendosi se stesse implicitamente dicendo che era appena successo una cosa bella, ovvero quel bacio rubato.
“Davvero” confermò e nel dirlo gli prese la mano in una stretta un po’ timida. “Sta nevicando stelle”.
 
 
 
 
 
*Compare la scritta di Spongebob*
One years later.
 
… chi muore non si rivede xD Come Babbo Natale faccio schifo, lo so, infatti chiedo perdono in ginocchia a Herm per averla fatta aspettare così tanto tempo per avere il finale di questa storia. Fortunatamente era scolpito nella mia testa, quindi riprenderlo è stato più semplice (?) del previsto (?)
Spero ti piaccia e Buona Natale dal tuo Babbo Natale Segreto di un anno fa T_T
Auguri tesoro <3

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Twin Princess / Vai alla pagina dell'autore: Voglioungufo