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Autore: Cinziart_96    24/12/2019    1 recensioni
Immaginate.
Immaginate di poter cambiare l'Universo. Di Tempo, Spazio e Materia avrete bisogno.
Immaginate che questi tre poteri fossero nelle vostre mani. Scorressero nella vostra mente.
Immaginate cosa potreste cambiare in meglio... tutto.
Però non tutti sono di buon cuore come voi, no.
C'è chi vuole rifare tutto a sua immagine.
C'è chi vuole il potere sopra ogni altra cosa.
C'è chi, non riuscendo a controllare i tre poteri, perde se stesso.
Ma immaginate qualcosa di ancora peggiore. Creare un intero Universo solo per porgli fine.
* * *
--->Seguito della FF: "Dottore, abbiamo un problema."
NON è strettamente necessario averla letta per la comprensione dell'attuale storia.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Nuovo personaggio, TARDIS
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancora una volta, il Dottore si ritrovò a constatare quanto quel detto umano era tanto triste quanto reale: non capisci l'importanza di ciò che hai, finché non lo perdi.
Quanto tempo aveva passato a mendicare un po' di silenzio da Alex, Iris e Lara? Un po' di calmo, placido, stupendo silenzio da passare meditando sulla situazione.
Eppure, ora che era rimasto solo nella cella, ora che era finalmente immerso in quel silenzio tanto anelato... aveva nostalgia di quelle voci, così vitali, così rumorose. Così belle.
Ora poteva meditare quanto voleva, ma non gli andava più. Era troppo preoccupato per pensare lucidamente a qualcosa. L'unica cosa che riusciva a fare era spingersi in quell'angolo buio e solitario, girando e rigirando tra le dita un gessetto bianco trovato casualmente nelle sue tasche, lo sguardo fisso su quel moto tanto febbrile quanto inutile.
Così non risolveva niente.
Ma cosa poteva fare nella sua condizione? Fare il tifo con dei pon-pon, magari?
Finalmente la mancina fermò l'oggetto, permettendo alle dita della destra di passare tra i capelli, accompagnate da un lungo sospiro.
Era una situazione assurda. Come ci era arrivato lì gli era ancora poco chiaro. Tutta quella storia era poco chiara: una serie esagerata di eventi apparentemente senza schema. Finisce in un universo parallelo, incontra tre ragazze, torna nel suo universo e incontra di nuovo le stesse tre ragazze. Se tutto accade per una ragione, si chiese, che senso ha tutto questo casino?
Tre ragazze...
Quasi senza rendersene conto, il Dottore si ritrovò a disegnare per terra tre piccoli cerchi. Li unì con una linea retta, ma l'attimo dopo cancellò tutto, poco convinto. Ridisegnò i vari punti, unendoli stavolta con una linea curva. Rimase a guardare il suo lavoro, assorto, prima di aggiungere qualche nuova linea e trasformare il tutto in una parola in gallifreyano.
"Home".
Sospirò di nuovo, passandosi una mano sugli occhi.
Non sapeva dove sbattere la testa.
Riprese a disegnare punti e linee, trasformando i vari ragionamenti in pessimi scarabocchi di TARDIS, persone, montagne semoventi. Proseguì del tutto a caso, sperando di arrivare a qualcosa di realmente utile.
Poi, ad un tratto, ci arrivò. Un pensiero bussò insistentemente alla sua testa mentre osservava tre strani omini che dovevano rappresentare le tre ragazze tenersi per mano.
Batté il gessetto sul ginocchio, seguendo il filo logico sussurratogli da quello scarabocchio; poi, di colpo, un'illuminazione lo portò ad alzarsi in piedi con uno scatto. Si portò al centro della cella e iniziò a mormorare qualcosa, indicando attorno a sé come un progettista in preda all'ispirazione. Pochi brevi secondi, ed era di nuovo a terra, inginocchiato, a disegnare in scala ben maggiore rispetto a prima.
Disegnò i tre cerchi, all'interno dei quali scrisse i tre elementi attorno ai quali ruotava l'intera storia.
Alex: Materia'.
'Iris: Tempo'.
'Lara: Spazio'.
-Le tre Essenze.- mormorò, mentre univa i tre cerchi con altrettante linee rette. -Unite dall'amicizia di tre ragazze...-
Si alzò in piedi. Ora, attorno a sé c'era un triangolo bianco, seppur non propriamente considerabile perfetto. Lo osservò a lungo, sperando di ricevere da quelle linee imprecise un aiuto, un chiarimento, un po' di ispirazione per capirci qualcosa di più in tutta quella faccenda; ma solo il silenzio rispondeva al suo tormento.
Quante cose non quadravano in quella storia... fin troppe, per un mondo dove tutto accadeva per una ragione.
Passò il gessetto tra le mani per lunghi secondi; poi la destra ne fermò il moto, con l'improvviso bisogno di mettere per iscritto tutte le immagini che affollavano la mente del Dottore, prima che si soffocassero a vicenda.
Tornò ad inginocchiarsi per terra, e iniziò ad appuntare tutto quello che lui e le tre ragazze avevano incontrato nel corso di quella folle avventura.
Dimensioni, Essenze, viaggi, paradigma, divoratore di mondi, Zeta, bambini.
Casa.
Proseguiva con gesti quasi febbrili, agitati, come terrorizzato di perdere anche uno solo dei pensieri che correvano frettolosi nella sua mente. Inseriva le scritte del tutto casualmente, sparse nel triangolo nell'ordine in cui le ricordava, segnando punti di domanda accanto a ciò che non capiva.
Poi, il moto delle sue mani si fermò, improvviso come quando era partito. Gli occhi del Dottore si fissarono sull'ultima parola che aveva formato, come ipnotizzati dal significato che gli teneva nascosto dietro le lettere che la componevano.
Unione.
Lentamente, il Dottore si lasciò scivolare all'indietro, sedendosi sui propri talloni, abbandonando a terra il gessetto come se improvvisamente avesse perso le forze.
Già... l'unione. Tutto seguiva uno schema logico, ma quell'elemento continuava a sfuggirgli, come un bambino capriccioso.
Che cosa univa le Essenze a quelle tre ragazze? Che cosa dava un senso a tutta quella storia? Cos'era la chiave di volta...?
Stancamente, si portò una mano al volto, accorgendosi solo in quel momento di star ansimando. Si era agitato così tanto?
Le dita scivolarono sugli occhi prima di abbandonarsi pesantemente lungo il corpo. Si sentiva esausto, quasi... distrutto, e non riusciva a capire perché.
Non aveva voglia di capirlo.
Fu tentato di spingersi di nuovo in un angolo della cella, stringersi nella giacca e dormire, come avrebbe fatto Lara. Ne sentiva improvvisamente bisogno.
Invece, qualcosa lo convinse a riaprire gli occhi. Qualcosa che non seppe definire.
Le iridi castane ritrovarono il pavimento, il suo schema.
E una luce.
Era una luce chiara, molto diversa da quella calda e traballante delle torce alle pareti. Sembrava un bagliore freddo, quasi lunare, ma allo stesso tempo morbido e soffuso come quello di una fiammella neonata.
Il Signore del Tempo la osservò qualche lungo, infinito istante, come ipnotizzato da quella semplice proiezione. Quando sollevò la testa, fu uno degli sforzi pià complessi che avesse mai fatto.
Davanti a lui, sollevate di un paio di centimentri dal suolo, tre figure etere lo stavano osservando.
I loro corpi femminili brillavano appena nella semi-oscurità, ognuno di un proprio colore, gli occhi scivolovano lungo la sua figura inginocchiata con quella curiosità di un infante che vuole scoprire il mondo.
Il Dottore deglutì, superando a stento il groppo che aveva in gola.
-Così...- iniziò, piano, senza sapere esattamente cosa dire. -Voi... Voi siete....-
Spazio gli sorrise, amabile, arcuando le macchie luminose che aveva per occhi.
-Siete...-
Le guance di Materia sembrarono colorarsi lievemente di verde in corrispondenza del piccolo cerchio colorato che concludeva il decoro del suo viso.
Il Signore del Tempo emise un sospiro, tremulo e insicuro; e d'improvviso si ritrovò a sorridere; improvvisamente lieto, leggero. Felice.
-...bellissime.- sospirò, trasognante.
E gli sembrò di essersi tolto un gran peso dal petto.
Si ritirò in piedi, lento e traballante, l'equilibrio talmente precario che, per un istante, rischiò di ritrovarsi di nuovo a terra. Tempo gli evitò la caduta portandosi al suo fianco con una piccola risata cristallina, simile al suono limpido e delicato dell'acqua di un ruscello. Forte come una cascata, elegante come il tuffo di una goccia nell'oceano.
Fu la risata più bella che il Dottore avesse mai udito.
Le tre Essenze attesero che il suo quilibrio fosse stabile, quindi si allontanarono da lui. Volteggiarono sullo schema, osservandone la composizione con curiosirà, sorridendo alle linee storte e a tutti quei punti di domanda. Poi, ognuna si fermò su uno dei cerchi che facevano da vertici al triangolo, ognuna sul posto che il Dottore aveva assegnato loro. Si voltarono verso il Signore del Tempo, fermo al centro della figura, sorridendo alla sua espressione confusa.
-Cosa...?- mormorò; ma non riuscì a completare la frase.
Spazio, Tempo e Materia si posarono al suolo, tutte grazia e bellezza. Non appena i loro piedi sfiorarono il terreno, i tre cerchi si accesero di rosso, blu, verde, illuminando la cella come fosse giorno. Le loro essenze corsero attraverso le linee dello schema, evidenziandone ogni dettaglio sulla pietra scura, racchiudendo il Dottore all'interno di un triangolo talmente luminoso da rendergli difficile guardare senza schermarsi gli occhi.
Poi, dalla metà esatta di ogni lato si diramarono tre mediane, che puntarono verso l'interno, verso il centro della figura.
Verso di lui.
Appena se ne accorse, il Signore del Tempo provò l'improvviso impulso di scappare, di allontanarsi dall'ultima verità che avrebbe voluto scoprire, ma qualcosa lo trattenne, talmente forte da fargli male, ignorando il suo respiro ansante mentre le mediane si congiungevano e formavano un quarto cerchio, proprio attorno a lui. Di fronte a sè, si illuminò l'ultima parola che aveva scritto, quell'elemento che gli mancava, e che ora era dannatamente chiaro.
Unione.
-No!- gridò, la voce rotta da una nota improvvisa di panico. La forza che lo teneva fermo lo lasciò libero, e lui uscì correndo dallo schema, tornando nell'angolo da dove tutto quel ragionamento era partito. Afferrò le sbarre, dando le spalle alle tre Essenze che nel frattempo si erano sollevate dal suolo, interrompendo la loro magia.
Attesero qualche secondo, durante i quali si limitarono ad osservare la sua figura ansante che scuoteva febbrilmente la testa e cercava di regolarizzare il respiro tra I mormorii di sorpresa, confusione, e soprattutto... paura.
Poi, Materia gli si avvicinò lenta e aggraziata, e gli posò delicatamente una mano sulla spalla. Il Dottore la avvertì appena; ma bastò perchè una sensazione di calma si impossessasse di lui, rallentando sensibilmente il battito nervoso dei cuori.
Piano, si convinse a voltarsi verso di lei, incontrando i suoi occhi luminosi, quasi... felici di vederlo. Lui lasciò le sbarre, girando l'intero corpo verso di lei, con l'intenzione di dire qualcosa, ma senza sapere esattamente cosa.
-I... Io non...- gemette infine, angosciato; ma Materia posò un dito sulle proprie labbra, spegnendo la sua vaga protesta.
Non parlare con il corpo, ultimo Signore del Tempo” Gli sussurrò alla mente, con una voce chiara, nitida, nonostante fosse accompagnata da quelle delle gemelle. Le Essenze parlavano all'unisono, melodiose e aggraziate: la voce di una era la voce di tutte, e la voce di tutte era la voce dell'Universo.
Il corpo è soggetto a Spazio, Tempo e Materia”
“Quindi sono soggetto a voi.” Constatò il Dottore, riuscendo senza sapere come ad accennare ad un sorriso. “Mi piace l'idea.”
Nella sua mente, le Essenze risero di nuovo, riempiendogli I cuori di felicità.
Sei divertente, Signore del Tempo. Purtroppo...” Una nota di tristezza velò quelle voci melodiose. “...non ci sarà più posto per tutto questo”
“Ci sarà sempre posto per un sorriso”
Non in questo Tempo. Non in questo Universo... Non con queste persone” Un sospiro malinconico risuonò nella mente del Dottore: un soffio di vento colmo di mille significati, talmente triste da fargli chiudere gli occhi.
Tutto verrà spazzato via” Mormorarono le Essenze.
Il respiro di lui sfuggì dalle sue labbra in un tremulo.
“Zeta...”
No”
Il Dottore aggrottò la fronte.
“...No?”
No. C'è qualcosa di ben più grande e pericoloso, e non riusciamo a fermarla”
“Sta per esere risolto il Paradigma di Skasis. Lo so”
La Teoria Universale è stata costruita per proteggerci e ora si sta rivoltando contro di noi” Il tono delle Essenze era piatto, eppure ricolmo di preoccupazione. Il Signore del Tempo avvertì chiaramente una lieve nota buia incrinare, seppur melodiosamente, le loro voci. “Non sappiamo cosa fare. Il mondo non deve essere riscritto”
Il Dottore schiuse le palpebre un istante prima di richiuderle con convinzione, con un peso sui cuori. I volti delicati di Tempo, Spaio e Materia erano rigati da piccole scintille chiare, piante in silenzio.
Abbiamo bisogno del tuo aiuto” Continuarono, in un soffio appena udibile.
“Ma... io non so come fare” Gemette egli. Di nuovo il respiro gli sfuggì in un ansito inspiegabilmente tremulo. “Non fraintendetemi, non è che non voglio, è solo che... non so cosa potrei fare. Di utile, intendo. Siete I tre principi fondamentali dell'Universo! Cosa sono io in confronto...?”
L'ultimoS Signore del Tempo”
“Esatto! Non sono nessuno”
Per l'Universo sei qualcuno. Tantissime persone credono in te”
“Inutilmente! Sono... Sono solo un pazzo che cerca di ingannare sé stesso. Nulla di più...”
Allora crederanno in questo”
Il Dottore riaprì gli occhi, le iride castane velate da un'ombra di forte insicurezza.
Guardò le tre Essenze, ferme di fronte a lui, e si accorse che il loro sguardo su di sé iniziava a infastidirlo, come se in qualche modo lo opprimessero solo osservandolo.
Schiuse le labbra per dire qualcosa, ma tutto ciò che riuscì a dire all'inizio fu un gemito, più simile a quello di un cucciolo messo all'angolo che di un Signore del Tempo che avrebbe dovuto salvare l'Universo. Di nuovo.
“Perché proprio... io?" Mormorò infine, la voce rotta dall'insicurezza, dalla paura.
Forse, anche da un lieve accento di... rabbia, che le Essenze parvero intuire e fece inclinare loro lievemente la testa.
Non siamo state noi a sceglierti” Risposero.
Ma il Dottore non credette alle loro parole. Scosse la testa, avanzando di un passo verso di loro, e quell'accento di rabbia divenne chiaramente visibile negli occhi castani, e udibile nella voce tremante e stentata mentre ribatteva.
-Non ci provate!- esclamò più aggressivo di quanto avesse programmato. -Sì che siete state voi! Io non ho fatto niente questa volta! Niente! Avete la possibilità di scegliere chiunque! Andate da qualcun'altro, qualsiasi qualcun'altro, non da me!-
Non gridare, ultimo Signore del Tempo”
-Io grido quanto voglio invece!-
Per la prima volta, nello sguardo delle Essenze corse un'ombra di paura. Come se le sue parole avessero creato un'onda d'urto, indietreggiarono di qualche passo, senza però distogliere lo sgaurdo dalla sua figura ansante, quasi provato dallo sfogo che si era concesso.
Dopo un istante, lui stesso si ritrovò a indietreggiare di mezzo passo.
-Basta...- mormorò. O meglio, prego. -Smettetela di fissarmi.-
Ti supplichiamo, ultimo Signore del Tempo”
-No! Ho detto no! Basta!-
Sei l'unico che può aiutarci...”
-Non è vero!-
E' così invece”
-No, non... smettetela di guardarmi! Vi prego...!-
Ma le Essenze non lo ascoltavano. I loro occhi rimasero fissi su di lui, opprimenti, carichi di giudizi nei suoi confronti, impossibili da reggere. Pochi istanti, e il Dottore dette loro le spalle, passando le mani tremanti sul volto, il respiro malfermo che spezzava il silenzio che si era venuto a creare.
Ultimo Signore del Tempo...”
Fu un sussurro appena accennato quello che udì, come fosse timoroso di farsi sentire. Un basso richiamo che portò il Dottore, per qualche ragione, ad un passo dal piangere.
-Vi prego...- mormorò. -Smettetela di ricordarmi che sono l'ultimo.-
Le tre Essenze si scambiarono uno sguardo, poi, Materia si avvicinò di nuovo all'uomo, e posò una mano sulla sua spalla, come fatto prima. Sperò che lui si voltasse, ma tutto quello che fece fu di nascondere il volto tra le dita.
Dottore...” Lo chiamò con un'infinita dolcezza. “Ogni cosa accade in qualche luogo e in qualche tempo nell'Universo. Non sono coincidenze. Sono le nostre idee che echeggiano tra le stelle”
Il Signore del Tempo schiuse le palpebre, e spiò la luce dele tre Essenze che si rifletteva sulle sbarre della cella tra le mani.
E qualcosa sembrò cambiare.
Le sue labbra composero tre parole, appena mormorate, quasi intimidite.
-Alex... Lara... Iris...-
E Materia, Spazio e Tempo sorrisero, annuendo.
Loro hanno scelto te, Dottore. E tu hai scelto loro”
Lui si fece sfuggire un sospiro malinconico. Le mani scivolarono lungo il volto, abbandonarono I suoi occhi lucidi, e si posarono lungo I fianchi del corpo.
-Nel parallelo...- mormorò, a testa chian.
In ogni Universo. Voi quattro siete un evento fisso, costretto a ripetersi. Ad accadere. Sempre”
-Ma io non...- di nuovo, il Dottore sospirò. Il suo respiro tremulo vibrò nella cella, e per un attimo se ne vergognò profondamente, come se fosse una qualche colpa.
-Io non ho fatto niente.-
Tu sei l'uomo che distrusse la sua casa. Tu sei l'uomo che viaggia sempre. Tu sei la persona di cui hanno bisogno quelle tre ragazze”
Le tre Essenze fecero una pausa. I loro occhi continuarono ad essere fissi sulla figura del Signore del Tempo, tanto opprimenti, quanto innocenti.
Sei colui di cui abbiamo bisogno noi, Dottore” Mormorarono, come in preghiera.
Qualcosa di incredibilmente pesante comprimette il Signore del Tempo all'altezza dei cuori. I suoi occhi stanchi avevano visto così tante cose... Avevano visto I pianeti nascere, le stelle morire... le comete scomparire.
Avevano visto anche cosa faceva Zeta.
E non poteva essere perdonato.
Quale essere poteva volere veramente una cosa del genere? Torturare delle ragazze per dominare ogni Universo.
Il Dottore rabbrividì al pensiero.
Lentamente, si voltò verso le Essenze. Le osservò nelle loro iridi dilatate ed imploranti, percependo il loro bisogno, il loro timore che dicesse di no.
E quello schema che aveva scarabocchiato per terra prese improvvisamente molto più senso.
-Sapete che vi dico?- domandò. Si schiarì la voce e si sforzò di sorridere, sperando che apparisse come un gesto sincero. -Allons-y.- disse piano.
Camminò fin dentro il triangolo, più titubante di quanto avesse voluto.
L'ultima cosa che vide, prima di un bianco accecante furono I sorrisi di Tempo, Spazio e Materia, mentre appoggiavano le loro mani luminose sul suo petto e la sua schiena.
 

/ / /

 

Note d'Autore

Ebbene sì. Dopo più di due anni di assenza, ci siamo convinte a riprendere a pubblicare questa storia.
Sia ben chiaro, nell'arco di questo tempo abbiamo continuato a scrivere, perciò preparatevi a una vagonata di capitoli.
Il finale è ancora abbastanza lontano. >:)
Un grande abbraccio a coloro che nonostante la nostra scomparsa da EFP, hanno anche solo letto e lasciato una recensione. Vi vogliamo bene. <3
Detto ciò, vi auguriamo un Buon Natale e un felice Anno Nuovo a tutti voi!


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La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per nostro puro diletto

  
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