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Autore: ballerina 89    25/12/2019    2 recensioni
Dopo anni passati alla ricerca di una vita perfetta...o quasi, ecco che i nostri amati beniamini Emma e Killian si ritroveranno a festeggiare, in famiglia, quello che sarà per loro un Natale senza ombra di dubbio da ricordare.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV EMMA 

Misi a moto il mio adorato e vecchio maggiolino e senza indulgiate oltre o tornare sui miei passi iniziai a guidare verso una meta a me ancora del tutto sconosciuta. Guidare è sempre stata una delle cose che più mi ha aiutato nei periodi di buio e sofferenza, mi aiuta a non pensare... mi rilassa mettiamola così e in quel momento era l’unica cosa di cui avevo bisogno. Forse avevo un tantino esagerato a farmi carico di quel compito viste le mie condizioni come dire... “ingombranti?” Sapevo come la pensava al riguardo Killian e sapevo anche che si sarebbe arrabbiato a dismisura se solo mi avesse colta in flagrante. Ero psicologicamente pronta alla sua ira, anzi... a dire il vero io ero anche più arrabbiata di lui se proprio dobbiamo dirla tutta, ma non ero decisamente pronta alla sua cattiveria. “Ti interessa sul serio di questo bambino? No perché a me non sembra!” Sentivo quelle parole rimbombarmi nel cervello in continuazione e non potei fare a meno di buttarmi ancora più giù. Non lo avrei mai creduto capace di ferirmi eppure... eppure lo aveva fatto e faceva male... faceva terribilmente male. Quando ho scoperto di essere incinta non ho pensato neanche per mezzo secondo alla possibilità di non tenerlo, amavo già incondizionatamente quella piccola creaturina che cresceva dentro di me e l’avrei difesa anche al costo della mia stessa vita. L’unica cosa che mi preoccupava a quei tempi era la reazione di Killian, quella è la sola e unica verità, ed per questo che presi del tempo prima di dirglielo, avevo paura, ma diciamocela tutta: anche se avesse detto di no io lo avrei tenuto ugualmente, su questo non vi è  alcun dubbio. 

Erano forse gli ormoni quindi a farmi sentire uno schifo e a farmi reagire in quel modo esagerato? Forse in parte è così, in fondo sono sempre stata una persona in grado di celare bene le emozioni, ma dall’altra sapere che pensava una cosa del genere mi feriva e non poco. 

Durante il tragitto fui costretta ad  accostare l’auto un paio di volte, le lacrime mi impedivano di vedere correttamente la strada e come se non bastasse il mio bambino aveva iniziato a lamentarsi di nuovo sferrandomi di tanto in tanto dei colpi belli assestati e facendomi tornare la nausea come quella mattina. “Tesorino mio che c’è è? Preoccupato anche tu per il papà?” Dissi massaggiandomi il ventre con l’intento di far calmare quel terremoto, di solito funzionava sempre “ il papá ti ama incondizionatamente e anche io.  Risolveremo tutto stellina mia, te lo prometto”. Chiacchierai con il mio pancione per oltre venti minuti ma l’inquilino che ci viveva non era intenzionato a calmarsi quel giorno. Non sapevo come altro fare per tranquillizzarlo, la mia voce e le passeggiate in auto erano le uniche due cose con cui di solito riuscivo ad ottenere risultati ma di sicuro non era il caso di continuare a guidare, era rischioso mettersi in marcia in quello stato. Forse dovevo chiamare e farmi venire a prendere... No, non volevo tornare a casa ne tantomeno confessare a Killian che i dolori erano riiniziati. Avrebbe collegato la cosa alla questione tavoli e avremmo finito per peggiorare la situazione tra di noi. Non volevo litigare nuovamente con lui così decisi di proseguire giusto di qualche altro km dopodiché mi fermai in un centro commerciale, l’ultimo aperto a Storybrooke. La macchina non era stata una buona idea per il bambino... forse una sana passeggiata per i negozi a tema natalizio ci avrebbe fatto bene ad entrambi. 

Che dire...Trovai giovamento immediatamente, non appena iniziai a camminare sparì tutto: sia i dolori che le nausee. Allora vedi che abbiamo ragione noi donne a dire che lo shopping è salutare?!? 

Con animo decisamente più sereno decisi quindi di addentrarmi per i vari negozi alla ricerca di qualcosa di inutile, ma soddisfacente, da comprare. Andai in profumeria,  in un negozio di calzature e per non farmi mancare nulla diedi un’occhiata anche ad un negozio per bambini dove non ero solita andare. Non sapevo se fosse un maschietto o una femminuccia quindi tanto valeva non essere tentati da roba che di sicuro avrei dovuto cambiare. Rimasi incantata da alcune tutine bianche, ricamate con dei disegnini gialli, a cui si potevano far incidere  delle frasi personalizzate. Pensai subito a Killian, a quanto sarebbe stato tenero comprarne una a nostro figlio e farvi incidere sopra qualcosa che si riferisse a lui, ad un super papà, ma poi collegai il cervello e visto ciò che era accaduto poco prima mi passò completamente la voglia. Uscii dal negozio e continuai  a camminare imperterrita su e giù per tutto il centro commerciale e solo dopo averne visitato all’incirca  metà decisi di fare un piccolo spuntino: il mio inquilino si stava nuovamente lamentando e necessitavo di sedermi un pochino. Ordinai un trancio di pizza ai quattro formaggi e mentre aspettavo che il mio ordine arrivasse controllai il cellulare: 12 chiamate perse e un sms. Il mittente? Ma naturalmente Killian Jones. 

 

“ lo so... non vuoi sentirmi e probabilmente hai anche ragione  ma almeno mandami un sms dicendomi che stai bene. Sono preoccupato per te... per voi, non avevi un bell’aspetto quando sei andata via... per non parlare di quel mancamento. Torna a casa ti prego, ho paura che possa accadervi qualcosa di brutto. Mi dispiace per prima... ho esagerato, non dovevo urlarti contro in quel modo e sopratutto non dovevo dirti quella cosa... lo so amore mio, lo so che ami questo bambino incondizionatamente, credimi... non ho mai pensato il contrario. Sono state parole al vento, dettate solamente dalla rabbia e dalla paura. Sarebbe potuto succederti di tutto in quel capanno e non ci sarebbe stato nessuno a soccorrervi. Come avrei fatto in quel caso? Io non posso assolutamente perdervi, ne morirei... Ti prego Emma... perdonami e torna a casa... Killian”

 

Conoscendomi, di norma, avrei chiuso il telefono senza una risposta e avrei continuato le mie cose fregandomene di cosa potesse pensare lui, tra i due ero decisamente io la più stronza quando mi ci mettevo, ma non ero propriamente me stessa in quel periodo: ero incinta e questo faceva di me una cazzona di prima categoria. Non appena lessi le sue parole mi commossi e improvvisamente tutta la rabbia repressa di poco  prima scomparve come per magia. Piangevo come una bambina e al tempo stesso ridevo... “papà ci vuole bene amore, hai sentito?” Senza esitare presi il telefono e composi una possibile risposta: gli dissi che stavo bene, che ero al centro commerciale e che presto sarei tornata a casa per incassare il nostro trattato di pace, ma proprio mentre ero sul punto di inviare l’sms mi fermai di colpo. Ero contentissima che avesse ammesso di aver sbagliato e dentro di me lo avevo addirittura già perdonato ma volevo ancora farlo tribolare un po’. Ve lo dicevo che ero bipolare! Cancellai il messaggio e lo corressi con un semplice “ci vediamo da Regina alle 20.” Niente di più niente di meno. Sarebbe impazzito di sicuro non sapendo dove fossi ma avevo un modo per farmi perdonare che lo avrebbe mandato di sicuro in un brodo di giuggiole facendolo sciogliere come un gelato al sole. Cosa avevo in mente? Beh inizialmente pensai ad un completino intimo, lui impazzisce letteralmente per queste cose, ma poi ricordandomi che non avevo esattamente il fisico di un tempo e che molto probabilmente mi sarei sentita ridicola mandando all’aria tutto, optai per una cosa decisamente più dolce che non riguardava solamente noi ma anche il nostro gioiellino. Tornai di corsa, così si fa per dire visto le mie ormai ingombranti dimensioni, nel negozio dedicato agli articoli di prima infanzia dove ero stata poco prima, presi l’oggetto in questione e aspettai che mi venisse fatto un bel pacchetto regalo. Mi avviai  alla cassa per poter pagare ma improvvisamente una fitta, ben più forte di quelle avute fino a quel momento, mi colpì in pieno prendendomi alla sprovvista e facendomi urlare di dolore. Mmmh... Qualcosa non andava.

  • signora! Signora si sente bene? - disse la commessa allarmata venendomi incontro e accorgendosi solo in quel momento della protuberanza sul mio ventre. - O mio Dio.... ma lei è incinta! Portatemi una sedia presto! - strillò al personale per farsi sentire. Si mobilitarono tutti nell’immediato lasciando tutto ciò che stavano facendo e in meno di trenta secondi ero già seduta e con un bicchiere d’acqua tra le  mani. Stavo avendo una scarica di  fitte fortissime, simili a quelle avute qualche tempo prima quando fui ricoverata e la cosa non mi piaceva per niente. Stavo seriamente per entrare nel panico e quel via vai di persone che si era fatto attorno a me non mi tranquillizzava di certo. - Vuole che chiami un’ambulanza? - chiese uno dei commessi che era lì con me.
  • No no no, l’ambulanza no! Mio marito! Chiami mio marito! - dissi cercando freneticamente il mio telefono nella borsa e passandoglielo. Provò una... due... tre volte ma niente, il suo cellulare squillava a vuoto. Maledizione. Non ci voleva. 
  • Mi dispiace.... - si scusò il ragazzo per non essere riuscito ad essermi di aiuto nel modo in cui avevo chiesto - però mi scusi se insisto ma  credo sia meglio chiamarla un’ambulanza... solamente per precauzione signora. - non dissi nulla, aveva ragione, quei dolori non promettevano nulla di buono. Lo lasciai compere il 911 ma proprio mentre stava per spiegare all’interlocutore dall’altro lato dell’apparecchio cosa stesse succedendo gli chiesi di passarmi il telefono. Pensando volessi spiegare io stessa i sintomi alla guardia medica acconsenti a darmi il cellulare ma a sua gran sorpresa feci una cosa inaspettata: riagganciai. - co... cosa? Signora mah...
  • Sto bene... è tutto passato! - improvvisamente i dolori erano nuovamente cessati. 
  • Si ok mah.... non credo che....
  • Ho avuto una giornata particolarmente stressante e venire qui forse mi ha stancata più del dovuto. Tornerò a casa, ho la macchina proprio in uno dei primi parcheggi, e se dovesse ripresentarsi la cosa andrò prontamente in ospedale. 
  • Non è prudente mettersi alla guida signora, insisto per...
  • So quello che faccio, non metterei mai il mio bimbo a rischio. Mi è già successo e l’unica cosa che mi hanno consigliato di fare è stata quella mettermi a riposo. - riposo forzato ad essere onesti - Forse avrei dovuto dar loro più ascolto, non dovevo rimettermi subito in moto. Li chiamerò per sicurezza ma per ora preferisco non chiamare l’ambulanza. - non sembrò molto convinto della mia risposta ma mi lasciò comunque fare a patto che chiamassi il mio medico prima di mettermi in marcia. Che carino fu a preoccuparsi per me.  Naturalmente whale mi prese a male parole quando gli raccontai della mia giornata e dei miei sintomi e mi ordinò di tornare immediatamente a casa, prendere uno dei medicinali che mi aveva già somministrato la volta precedente e di mettermi a riposo. Pensai immediatamente da Regina e alla sua cena, non volevo che venisse rovinata a causa mia così chiesi a whale se sarebbe stato un problema presenziare. Sarei rimasta a casa senza proteste se mi avesse detto che fosse un rischio per il bambino ma mi disse che se stavo buona e tranquilla sul divano potevo benissimo prendere parte alla cena a patto che il mattino seguente sarei corsa in ambulatorio da lui per degli accertamenti. Seguii alla lettera tutte le sue indicazioni è una volta aspettati venti minuti, per accertarmi che nessun altro dolore mi colpisse, ringraziai i ragazzi che mi avevano soccorsa e mi diressi verso gli ascensori per prendere il maggiolino e tornare a casa. 

 

POV KILLIAN 

 

Presi il telefono più è più volte per chiamarla ma ogni volta squillava a vuoto... non voleva sentirmi, questo ormai lo avevo capito, ma era incinta di mio figlio cavolo... doveva quantomeno informarmi su dove fosse e come stesse visto quanto accaduto poco prima. Ero stato un’incosciente a permetterle di allontanarsi, avrei dovuto prendetela di peso e portarla a casa incurante di ogni suo se o mah. Adesso era sperduta chissà dove per la città e io non avevo la ben che minima idea su dove andare a cercarla. Provai a chiamarla ancora e ancora ma sempre con scarsi risultati cosi decisi di cambiare tattica e di scriverle un sms. Lo lesse e questo mi fece quantomeno tirare un sospiro di sollievo, se guardava il cellulare voleva dire che stava bene no? Per la risposta ci volle un po’ più tempo ma alla fine arrivo anche quella “ci vediamo da regina alle 20” . Le avevo chiesto dove fosse e come stesse in realtà ma su quello mi ignorò volutamente. Voleva farmi tribolare la signora e ci stava riuscendo alla grande. Per tenermi occupato e non pensare feci quello che mi chiese di fare ovvero andai da Regina a consegnarle sia i tavoli che i dessert per la cena di quella sera. Bastò guardare il mio viso per capire che qualcosa non era andata per il verso giusto.

  • Ho combinato un vero casino non è così? - disse pensando di conoscere già la risposta - Mi... mi dispiace Killian, io....
  • Non hai fatto nulla tu in realtà! La colpa è solamente mia. Se mi fossi ricordato di quei stramaledettissimi tavoli per tempo quest’ora non saremmo neanche qui a parlarne. 
  • Si è arrabbiata tanto non è così? Avete discusso suppongo...
  • Discutere non è abbastanza. - risposi - Era più che arrabbiata ma poi come un gran cretino ho ribaltato la situazione facendola scappare via. - mi guardò incuriosita non capendo a pieno. - Quando sono tornato a casa dal porto l’ho trovata in giardino a sistemare i tavoli e ingenuamente ho pensato che fosse passato David ad aiutarla. Macché.... ha fatto tutto da sola e per prenderli si è addirittura arrampicata su uno scaffale vecchio quasi quanto me rischiando seriamente di farsi del male
  • Ha fatto cosa???? Ma è forse impazzita????? - disse a voce sostenuta come se lei fosse lì e volesse rimproverarla anche lei per quel gesto.
  • Non parlarmene guarda... mi sono arrabbiato talmente tanto che siamo finiti a litigare e.... 
  • che hai combinato? - chiese prima che potessi finire la frase immaginando già che avessi combinato qualcosa. Le raccontai per filo e per segno cosa fosse successo qualche ora prima, comprese quelle assurde parole e quella sottospecie di mancamento avuto e naturalmente anche lei ci mise il carico da undici ricordandomi di quanto fossi stato stupido.  - Killian ma.... ma sei idiota o cosa???? Se gli avessi rifilato una cosa del genere qualche mese fa, quando non era ancora incinta, ti avrebbe incenerito a suon di magia o quantomeno dato un destro come si deve, adesso che è già in dolce attesa mi meraviglio di come tu sia ancora in vita. Ma ti sembrano cose da dire????
  • Io non.... io non ciò visto più. Ho pensato a cosa sarebbe potuto succedere e la rabbia e lo spavento hanno preso il sopravvento su di me dando fiato alla bocca. 
  • Per non parlare poi che l’hai lasciata andare via!!!! Si è sentita poco bene, lo hai visto con i tuoi stessi occhi e non l’hai fermata? col cavolo che doveva andarsene. Al diavolo che avevate discusso: dovevi prenderla e trascinarla a casa... anche per i capelli se fosse stato necessario. - come se non lo sapessi già! - Sei tale e quale a quel cretino di Robin in questo.... un allocco! Ma vi fanno con lo stampino a voi uomini? 
  • Non c’è bisogno che tu mi ricordi di quanto io sua stato stupido, lo so benissimo da me... spero solo che quando torni sia decisamente di umore migliore. Vorrei provare a parlarle... non voglio che la nostra prima vigilia “quasi in tre” si trasformi in un ricordo da evitare. La voglio vedere felice e spensierata e voglio esserlo a mia volta. 
  • E tu resisterai fino alle venti di questa sera senza neanche provare a chiamarla di nuovo? Manca ancora un bel po... Non ci credo neanche se lo vedo. 
  • Che io lo voglia o meno devo provare a rispettare la sua decisione... forse in questo modo mi perdonerà con più facilità.
  • Ho capito... - alzò gli occhi al cielo - Hai bisogno di una mano. Dammi il cellulare! 
  • Cosa? Perché? - domandai 
  • Beh... perché così non sarai tentato. Lo sappiamo entrambi che non resisteresti alla tentazione di chiamarla  e siccome vorrei che la mia festa non venisse rovinata da musi lunghi o strambi scontri a fuoco sarà meglio che qualcuno ti tenga a bada -  scossi la testa rassegnato ma allo stesso tempo divertito - Avanti Jones: fuori il cellulare e fila in casa a sistemare i tavoli, c’è un banchetto da preparare. - la guardai come a dire “fai seriamente?” Ve lo giuro... ormai provavo un odio profondo verso quei tavolini. 
  • Certo... almeno passerai il tempo in maniera utile piuttosto che crogiolarti su un divano con una bottiglia di rum scadente tra le mani. - non aveva poi tutti i torti, di sicuro era quello che avrei fatto se avessi deciso di tornare a casa. 

Le diedi ascolto e per tutto il pomeriggio mi tenni occupato cercando di rendermi utile e aiutarla al meglio. Ci raggiunse anche Snow intorno alle 19:00 per dare una mano e la prima cosa che notò, da perfetta mamma apprensiva, fu proprio che sua figlia non era lì con noi e naturalmente mi fece milioni di domande a tal proposito ancor prima di salutarci. “ È a casa a riposare, ci raggiungerà a breve” cercai di tagliare a corto e di essere il più naturale possibile per non farle sospettare nulla, non era necessario che sapessero anche i miei suoceri,  ma non sembrò per nulla soddisfatta della mia risposta. “ sono venuto semplicemente per portare i tavoli a Regina, voleva venire anche lei ma ho insistito perché non lo facesse. Meno si stressa meglio è” continuai sperando che questa volta la risposta fosse soddisfacente, sembrò beversela ma quando verso le 20 e 10 Emma non era ancora arrivata tornò all’attacco con altre domande.

  • Ma la lasci venire da sola? Non sarebbe meglio se la passassi a prendere tu? Visto che non è  ancora arrivata potresti chiamarla e... - iniziò a dire seguita a ruota da David il quale non perse occasione per criticarmi.
  • Sarebbe il minimo visto che è incinta! Bah... la cavalleria è proprio morta! Dove andremo a finire io proprio non lo so.
  • Lo ha deciso lei, io non centro nulla. Lo sai bene che non vuole essere trattata con i guanti o da malata in questo periodo quindi... 
  • Ma lasciarla sola ad affrontare un viaggio non è comunque un bene!
  • Un viaggio? Sei serio? Sono solo due minuti di macchina David... - ai ai ai... se solo avesse saputo. Lo vidi pronto a replicare ma prontamente Regina ci fermò chiedendomi di raggiungerlo in cucina. Sapeva che ero nervoso e immaginava che anche solo un’altra  mezza parola da parte di David mi avrebbe portato a commettere cose di cui mi sarei amaramente pentito in seguito. La ringraziai mentalmente, aveva appena evitato che mia moglie rimanesse orfana. 
  • Tieni - mi porse il mio cellulare. - Visto che a quanto pare sta facendo la preziosa chiamala e dille per quanto altro ancora deve farci attendere! È in ritardo di un quarto d’ora e non credo che la coppia azzurra berrà ancora per molto le scuse che stai mettendo su. - Emma non è mai stata un tipo puntuale, tutt’altro, di conseguenza non ero per nulla preoccupato per quel suo ritardo ma doveva comunque sbrigarsi a raggiungerci, se non accelerava i suoi tempi i miei suoceri avrebbero potuto captare qualcosa e allora si che si saremmo ricordati questo Natale per sempre. Composi il suo numero e sperando che non desse di matto attesi una risposta.... segreteria telefonica! Maledizione! “Magari è  in un punto dove non prende bene” pensai, ma anche le successive chiamate diedero lo stesso esito. 
  • Non riesco a mettermi in contatto con lei! - riferii a Regina la quale spostava il suo sguardo dai Charming, seduti in sala, all’orologio appeso sulla parete. Erano le 20:20... altri dieci minuti e di sicuro anche loro si sarebbero messi a chiamarla per capire dove fosse finita. Dovevo assolutamente impedirlo così, dopo essermi messo d’accordo con Regina sul fatto di aggiornarci telefonicamente in caso di novità,  inventai la prima scusa che mi venne in mente con i miei suoceri  e andai personalmente a cercarla. 
  • Cambio di programma, vado a prenderla io! Aspettatemi qui, arriviamo in un attimo. 

Non sapevo dove fosse stata per tutto il pomeriggio e di conseguenza non avevo la più pallida idea sul dove cercarla. Gironzolai un po’ per il centro di Storybrooke, fermandomi tra le varie tappe anche da Granny, ma niente, li non c’era. Provai sulla jolly Rogers, in biblioteca, alla Spa... girai qualsiasi posto mi venisse in mente ma niente... Emma sembrava essersi dissolta nel nulla. “Casa” Forse era a casa. Era stata tutto il giorno fuori, pensate che non sarebbe passata da lì per una doccia “al volo?” Provai a verificare ma anche quella teoria si rivelò errata. Iniziavo seriamente a preoccuparmi, ormai aveva quaranta minuti buoni di ritardo e per quanto fosse una ritardataria cronica e volesse farmela pagare non ci aveva mai lasciati nel mistero senza mandare almeno un minuscolo misero sms che ci informasse che almeno fosse tutto ok. Misi le mani in tasca per prendere il cellulare e vedere se fosse arrivato qualcosa, magari non avevo sentito la chiamata, ma improvvisamente mi sentii chiamare da dietro. 

  • Regina!!! - esclamai sorpreso di ritrovandomela alle spalle - è... è arrivata? Perché non mi hai...
  • Ho provato a chiamarti non so quante volte ma a quanto pare sembra che tu sia diventato sordo. - disse contrariata. Mi stava chiamando? mah.... ohhhh! Mettendo le mani in tasca mi resi conto solo allora di aver lasciato il cellulare. 
  • Maledizione, deve essere rimasto in cucina! - strinsi il pugno della mia unica mano con forza onde evitare di colpire qualcosa. 
  • Quando te lo dico che sei idiota....
  • Taci!  Dimmi invece: è a casa tua?  ti prego dimmi di sì. Ho provato a cercarla dappertutto mah....
  • No, purtroppo non è ancora arrivata ma sono qui perché non riesco più a tenere a bada i tuoi suoceri. Stanno iniziando ad insospettirsi e a fare domande strane. Forse è il caso di...
  • No! Non voglio creare allarmismi inutili. Troviamola e torniamo a casa! 
  • Dove Killian? Non sappiamo neanche da dove iniziare! Hai girato già tutto mi hai detto no? Perderemmo un sacco di tempo e loro se ne accorgerebbero...
  • Non può essersi dissolta nel nulla però!!!! - esclamai frustrato.
  • Bene... molto bene! Avevo ragione dunque.... - disse una voce familiare alle nostre spalle facendoci sobbalzare - Ma che bravi... proprio una bella messa in scena avete messo su! 
  • David... come.... 
  • Ti ho seguita Regina! - ci guardò entrambi con uno sguardo carico di rabbia -  che ti dicevo Snow? Ci stavano mentendo spudoratamente entrambi! - disse contrariato - Volete dieci che cosa accidenti sta succedendo? Perché mia figlia non si è ancora presentata? Che gli hai fatto pirata? - vi giuro che non reagii solamente perché avevo altro per la testa altrimenti una bella strigliata non gliela avrebbe risparmiata nessuno.
  • Niente che debba interessarti David. Mi ha detto che sarebbe tornata per le venti, ti basti sapere questo. 
  • Sono le 20:50 e mia figlia non è ancora qui. Voglio sapere se devo iniziare  preoccuparmi o se tu brutto pirata da strapazzo l'hai fatta scappare con qualche tua stupidaggine. - ok adesso era davvero troppo. Feci per avvicinarmi a lui con l’intento di prenderlo per il bavero di quella orrenda giacca e dargli una lezione ma Regina mi fermò prendendo lei la parola. 
  • Hanno discusso e Emma ha deciso di allontanarsi per un po’, tutto qua! Voleva stare un po’ per conto suo.
  • E perché avete litigato Uncino?????? Che le hai fatto è? - anche questa volta fu Regina a rispondergli; credetemi avrei voluto seriamente mettermelo sotto i piedi in quel momento. 
  • Non credo che ci interessi sapere i motivi della loro discussione, sono cose loro dopotutto, quello che dobbiamo capire è dove accidenti possa essere finita. 
  • Lo sapevo che era colpa tua... sei un incosciente! 
  • David adesso mi ha seriamente scocciato! Non sai neanche di quello che stai parlando quindi finiscila all’istante.
  • Non saprò di cosa sto parlando ma una cosa la so bene... È incinta! È incinta capisci? Aspetta un bambino e tu la lasci girovagare in giro da sola per la città in preda agli ormoni impazziti? Ma che razza di uomo sei è? Potrebbe accaderle qualsiasi cosa! 
  • AAAAAALT!!!!! NON VOGLIO SENTIRVI PARLARE UN MINUTO DI PIÙ! RISPARMIATEVI QIESTE PATETICHE SCENEGGIATE PER QUANDO L’AVREMO RITROVATA. SIETE RIDICOLI. - wow... Snow che prende la sua posizione e inveisce anche contro suo marito è un evento da segnare sul calendario. 
  • Concordo con Snow, inveirvi contro non ci riporterà Emma! Io opterei per dividerci, in quattro sarà più semplice trovarla. - aveva ragione, litigare non ci avrebbe riportato Emma indietro. Annuii e gli altri fecero lo stesso. - bene! Ci vediamo tra mezz’ora qui per aggiornarci. 

Dividemmo la città in quattro aree e ognuno di noi perlustrò una zona diversa ma come successe precedentemente con le mie ricerche anche questa volta non avemmo alcun riscontro. Aveva più di un ora di ritardo adesso e la cosa inizia ad essere seria. Non era da lei sparire così, sopratutto dopo aver dato una parola. Iniziai a non capirci più nulla, mi sentivo impotente  e al tempo stesso un idiota. Aveva ragione David... ero stato un incosciente a mandarla via da sola. E se le fosse successo qualcosa? Oddio non credo che me lo sarei mai perdonato. 

  • Ok, è  chiaro che da solo non siamo in grado di tirare fuori neanche un ragno dal buco. - esclamó David con il suo solito fare da Leader - Di sicuro si è nascosta per non farsi trovare, sappiamo come reagisce quando è ferita - mi guardò brutto - ma una chiamata ai tirocinanti che sono in stazione direi di farla ugualmente. Chiederò loro di  mandare un paio di pattuglie a controllare i confini e il bosco, non possiamo continuare così ad aspettare una manna dal cielo. - di sicuro sta bene ma potrebbe anche essere rimasta a piedi e non poterci contattare visto che il suo telefono sembra essere staccato... in più non può usare la magia per raggiungerci perché sappiamo bene tutti cosa succederebbe in caso. Un aiuto non ci farebbe di certo male non trovate? - l’idea di farci aiutare non era per nulla sbagliata ma se pensava che me ne sarei rimasto con le mani in mano ad aspettare un possibile riscontro da parte degli agenti si sbagliava di grosso. Io avrei continuato a cercare la mia Emma indipendentemente da tutto. 
  • Aspettate! Ho trovato! David sei un genio. - esclamò Regina per poi dissolversi in una nuova la di fumo e riapparire solamente  una quarantina di secondi dopo. - La magia! Perché non ci ho pensato prima. Possiamo usare la magia. È lei che ha problemi ad usarla, non noi. - ci illuminò facendo apparire due oggetti, entrambi molto familiare, tra le sue mani. - Verserò la pozione di localizzazione su questa sua sciarpa e il gioco sará fatto... Ci condurrà dritti da lei. - improvvisamente riniziai a sperare. Come avevamo fatto ad essere così stupidi? Anche un bambino sarebbe arrivato a questa soluzione prima di noi. Attendemmo in assoluto silenzio che Regina versasse la pozione sull’oggetto prescelto dopodiché, quando quest’ultimo  si mise in marcia, iniziammo a seguirlo. Percorremmo un paio di km a piedi poi ci fermammo improvvisamente perché Regina ricevette una chiamata che la destabilizzò un pochino. La vedevo ascoltare l’interlocutore dall’altro lato del telefono  con bocca semi aperta e con un’espressione tra il sollevato e il preoccupato. “ si... ok... va bene... arriviamo!” Queste sono le uniche parole che le sentii dire ma già il fatto che pronuncio la parola arriviamo mi fece capire che la persona con cui stava parlando era di sicuro  Emma. mi affrettai a chiedergli delucidazioni ma quello che mi rispose mi lasciò spiazzato e allo stesso tempo mi pietrificó sul posto. 
  • Non... non era Emma mah.... beh so esattamente dov’è!
  • Ah si? E dove? Sta bene? È tutto ok? - le stavo praticamente facendo il terzo grado. 
  • Non mi hanno detto poi molto se non che si è sentita poco bene e l’hanno portata in ospedale. - in ospedale? La mia Emma era in ospedale? Non volevo credere a quelle parole. Non poteva essere vero.... stava bene quella mattina, era serena, rilassata.... non la vedevo in quel modo da mesi ormai eppure grazie a me adesso stava nuovamente poco bene. La colpa di tutto era ancora una volta mia. Ignorai le chiacchiere che sentivo attorno a me, non avevo tempo per pensare a loro, e mi misi in marcia verso l’ospedale. Dovevo raggiungerla al più presto ma è anche vero che da dove ci trovavamo l’ospedale era completamente dall’altra parte della città. Avrei impiegato una vita ad arrivare ma Fortunatamente Regina mi diede un piccolo aiuto magico e in meno di un secondo io e tutto il restante della famiglia ci ritrovammo nella sala d’attesa dello storybrooke general hospital. La prima cosa che deci fu quella di far chiamare whale dall’altoparlante. Era lui che teneva in cura Emma ed era lui che a quanto pare aveva preso in mano il suo caso. Ci venne detto di attendere e che al momento il medico era occupato, non aveva solo lei come paziente, ma attendere non sapendo cosa si sta attendendo non era affatto rassicurante. Andai ad appoggiarmi su una panchina in fondo al corridoio, isolata da tutto quel gran caos, in modo da essere lasciato in pace ma anche lì mio suocero venne a rompermi le scatole. Non mi inveii contro questa volta, anzi... mi rassicurò e mi chiese addirittura scusa. In un altro momento non avrei esitato un secondo a prenderlo in giro in quanto era stato il primo dei due a cedere ma quello non era esattamente il momento. Mi limitai ad annuire e una volta che si di seduto anche anche lui attendemmo con ansia di sapere qualcosina in più. Dovetti attendere per oltre un’ora e mezza ma alla fine un’infermiera si decide ad uscire e ci diede le prime basilari informazioni.
  • La signora Jones adesso sta bene, è ancora con il dottor whale per degli accertamenti ma sia lui che lei mi hanno detto di dirvi di stare tranquilli: gode di ottima salute. 
  • E il bambino? Mia moglie è  incinta! Come sta il bambino? Le avete fatto un ecografia? Avete fatto tutti gli accertamenti del caso? Sta bene? Siamo stati qui neanche un mese fa a causa del forte stress che le ha causato delle contrazioni anticipate. - la vidi sorridere. - siete sicuri di non aver lasciato tutto al caso? 
  • Certo che sì, stanno entrambi bene, non deve preoccuparsi. 
  • Possiamo riportarla a casa già oggi quindi? - chiese a quel punto Snow - è la vigilia di Natale, vorrei evitare che la passasse da sola in questo posto. 
  • Su questo devo darvi una delusione purtroppo, la signora Jones non ha il permesso di lasciare l’ospedale per almeno i prossimi due giorni... mi dispiace. - non mi importava nulla della cena, se Emma aveva bigino di cure ero il primo a volere che rimanesse li. Di cene ne avremmo potute fare a milioni una volta ripresa ma se trascuravano il suo stato di salute ci sarebbero state spiacevoli conseguenze,
  • Posso vederla adesso? - chiesi sperando una una risposta affermativa. Volevo vedere con i miei occhi  che stesse bene.
  • In questo momento è ancora con whale ma non credo che vi faranno attendere molto: un quarto d’ora al massimo. Aspettate qui, vi chiamerà direttamente lui. - si congedò lasciandoci nuovamente in attesa. Odiavo attendere, soprattutto in una situazione del genere, ma almeno mi aveva tranquillizzato sul fatto che non le fosse accaduto nulla e quindi risciò a gestire l’attesa senza impazzire. Il quarto d’ora della ragazza si rivelò essere decisamente abbondante, passarono oltre trenta minuti in realtà ma alla fine anche whale si decise a raggiungerci.ci disse le stesse cose della ragazza solamente con qualche dettaglio in più. Emma stava bene adesso, anche il bambino ma come la volta precedente ha avuto dei problemini a causa del troppo stress e dei troppi sforzi. 
  • Sono dovuto intervenire in maniera più invasiva questa volta ma ora è davvero tutto sotto controllo. Non avrà più questo genere di ricadute -  disse sorridendomi. Che accidenti significava che era intervenuto in maniera invasiva? Bah... poco importava, la cosa che più aveva importanza è che i miei due amore stavano finalmente bene ed erano fuori pericolo entrambi. 
  • Posso vederla adesso vero? - rimase a fissarmi con aria criptica - ti prego whale, potrei impazzire altrimenti. Non la vedo da questo pomeriggio... ho assolutamente bisogno di vederla. 
  • Io non avrei obiezioni al riguardo ma Emma.... - fece una pausa guardando tutti noi - Beh lei mi ha chiesto espressamente di far entrare per prima Snow. - cosa? Emma voleva vedere per prima sua madre? Mi stava mettendo al secondo posto dopo tutto quello che era successo quel pomeriggio? Ci rimasi malissimo inizialmente ma in fondo era comprensibile quel suo gesto. Avevamo avuto una brutta discussione e forse non era ancora pronta ad affrontarmi. Sua madre magari con un po’ di fortuna e qualche discorso sulla speranza l’avrebbe portata a calmarsi e avremmo potuto finalmente chiarirci una volta per tutte. Non ero più arrabbiato devo essere onesto, non me ne importava più niente dei tavoli, del fatto che si fosse sforzata e tutto il resto. Mi importava solo che stesse bene, il resto era tutto superfluo.  Vidi Snow sparire di corsa verso i corridoi per raggiungere sua figlia con aria gioiosa, quella era la prima volta in assoluto che Emma manifestava il forte desiderio di volerla vedere in un momento di difficoltà e lei non poté che esserne felice. Non è mai riuscita, visto il caratterino di mia moglie, ad esserle vicino nei suoi momenti di debolezza, neanche per una semplice febbre, Emma si è sempre affidata a me in quei casi  facendola rimanere molto male alle volte, quindi il fatto che avesse richiesto la sua presenza non poté far altro che farla sentire  finalmente importante. Non mi dispiaceva poi tanto il fatto che Emma avesse voluto incontrare sua madre prima di me, di sicuro voleva sfogarsi con qualcuno che non fossi io... era l’attesa però che mi stava sul serio distruggendo l’anima. Avevo una voglia matta di rivederla, di abbracciarla, di  baciarla che ogni secondo passato lì ad aspettare mi sembrò una vera e propria tortura. Quando un’ora dopo Snow tornò da noi aveva gli lucidi e leggermente arrossati. 
  • Tutto... tutto bene Snow? C’è forse qualche problema?- domandai allarmato nel vederla così “emozionata” ma lei scosse la testa in segno di negazione e con la mano, mentre mi sorrise, si asciugò due lacrime che incontrollate erano uscite dai suoi occhi.   
  • Vuole vederti mah.... beh... è spaventata. Teme il vostro confronto.
  • Spaventata??? E di cosa? - chiesi non capendo. Emma era spaventata da me? Questa di che era una novità. 
  • Si ritiene responsabile di quello che è successo e... beh ha paura che tu le dia la colpa per aver rischiato di perdere il bambino. 
  • Ma questo è assurdo! Abbiamo discusso ok, le ho detto parole poco consone dettate dalla rabbia ma non le pensavo sul serio... ero solo spaventato. La amo più della mia stessa vita Snow, tu lo sai bene e anche lei in fondo lo sa, come potrei mai incolparla di qualcosa? Quello che è successo è successo, voltiamo pagina e andiamo avanti. 
  • È quello che ho provato a dirle anche io per più di un’ora ma niente... non riesco a farla ragionare in nessun modo. Pensa di aver rovinato tutto e che tu per questo non la perdonerai mai. Ha pianto come non l’ho mai vista fare, mi ha fatto una tenerezza incredibile credimi... 
  • Ma è assurdo!!!! 
  • lo è e non... in realtà. Cioè, mi spiego... c’è anche dell’altro che deve dirti oltre alla vostra litigata ed è quello che la spaventa di più. - doveva dirmi dell’altro? Oltre al nostro scontro di quel pomeriggio c’era altro che aveva paura di confessarmi? 
  • Deve dirmi altro? - annuì - E cosa? È grave? Non mi avrà mica tradito vero? - ve lo giuro pensai di tutto in quel frangente.
  • Non essere sciocco... sai che non lo farebbe mai. 
  • E allora cos’è che la spaventa così tanto??? Dimmelo Snow! Ho bisogno di sapere per aiutarla. 
  • Non spetta a me dirtelo, deve farlo lei... stanza 352, mi raccomando però, non essere troppo duro con lei. 
  • La amo Snow, non c’è nulla che non possiamo affrontare insieme. Sta tranquilla, abbatterò i suoi muri anche questa volta. - senza aggiungere altro diedi loro le spalle e mi incamminai verso l’enorme corridoio che mi separava dalla mia amata. Avevo il cuore che mi batteva all’ impazzata, ero un po’ agitato se devo essere onesto, ma non appena varcai la soglia della sua camera il mio cuore per un momento, una frazione di secondo, smise di battere per poi riprendere a farlo in maniera incontrollata. La mia Emma era nuovamente davanti a me, bella come sempre, se non di più, ma non era sola. C’era qualcun’altro a farle compagnia in quella stanza ed era l’unica persona che mai mi sarei aspettato di vedere li in quel momento. Ora tutto aveva senso, le parole di Snow, le sue lacrime e non per ultime le possibili paure di Emma... 

La mia mente aveva elaborato le peggiori tragedie fino a qualche minuto prima: tradimenti, segreti mai confessati... pensai davvero di tutto ve lo giuro tranne che a quello. Davanti ai miei occhi vi era la visione più bella di questo mondo: mia moglie Emma stava stringendo tra le braccia un batuffolino rosa, avvolto in un lenzuolino verde, alto su per giù quaranta centimetri. Fissavo quel piccolo esserino incredulo, non mi aspettavo minimamente di ritrovarmelo li, di persona. 

  • io... io... io non... - vidi Emma cercare di sforzarsi per formulare una frase di senso compiuto ma le emozioni ebbero la meglio su di lei e scoppiò in lacrime senza riuscire a dire nulla. Le corsi incontro e l’abbracciai... li abbracciai, lui... o lei, ancora non avevo capito se fosse un maschietto o una femminuccia, era tra di noi. 
  • Shhhh è tutto ok! Va tutto bene amore, sta tranquilla. 
  • Non... non è... non è vero! Non... non va bene.... non va per niente bene! Non... non...
  • Ehiiii.... tesoro calmati.
  • Non... non doveva andare così.... io... io.. - era impanicata, poche volte nella mia vita l’avevo vista così indifesa e la cosa mi fece male... odiavo vederla in quello stato. 
  • Emma amore guardami per un secondo ok? Lascia parlare me. - le alzai il mento in modo che i suoi occhi potessero incontrare i miei. - Va tutto bene, fidati.
  • No. - rispose singhiozzando. 
  • Perché no? Spiegati... - le asciugai le lacrime che imperterrite continuavano ad uscire dai suoi occhi come se non ci fosse un domani. - spiegami perché ti sentì così! - non rispose - avanti tesoro, lo sai che puoi dirmi qualsiasi cosa... qualsiasi! - rimarcai l’ultima parola. 
  • Non... non dovevo scappare via in quel modo, dovevo darti retta... ho avuto quel forte dolore prima di andare via e già la mattina avevo avuto delle nausee strane... - ah... quello non lo sapevo - erano tutti sintomi ma io arrabbiata per una stronzata li ho ignorati mettendo a rischio la sua vita!!!! Sono una persona orribile Killian... che razza di madre fa questo è? 
  • Emma... eri sopraffatta dalla rabbia, nessuno avrebbe riconosciuto in quei sintomi un campanello d’allarme. Sta tranquilla ok? Io non sono arrabbiato, io lo so che non hai messo in pericolo la sua vita. 
  • È NATA IN UN ASCENSORE KILLIAN!!!!! - era nata cosa???? Quella rivelazione mi lasciò per un momento sorpreso e perplesso allo stesso tempo ma mai quanto l’altra rivelazione: nata.. al femminile... era.. era una femminuccia? 
  • È... è una bambina? - dissi emozionato passando il mio sguardo da mia moglie a mia figlia che vi assicuro ero lo spettacolo più bello della natura. - abbiamo una figlia? - annuì tra un singhiozzo e l’altro. - e me lo dici così amore??? - niente da fare, non riusciva a far altro che piangere. C’era qualcosa che non riusciva a dirmi, qualcosa che la stava logorando dentro a tal punto da non farla gioire per la nascita della nostra piccolina. Avremmo dovuto essere in estati per questa inaspettata sorpresa ma lei non lo era e io, per quanto avessi voluto festeggiare, non potevo farlo se non risolvevo il suo problema.  - Emma... Emma per favore calmati...
  • Come... come faccio è? Ho rovinato tutto! 
  • Ma tutto cosa è? Non hai rovinato nulla amore mio... - le accarezzai il viso. 
  • Si invece - insistette.
  • E allora spiegami, raccontami cosa c’è che non va! 
  • Sapevo quanto... quanto... - prese un respiro - quanto  ci tenessi ad assistere alla sua nascita... ne abbiamo parlato milioni di volte in questo lungo periodo e ora... ora grazie al mio orgoglio del cavolo tu non... tu.... io ti ho impedito di vivere questa esperienza. Ti ho... ti ho negato la... la possibilità di vedere tua figlia venire al mondo e... e... e ho negato a lei un papà nei suoi primi istanti di vita. - finalmente si era liberata di quel pesante fardello che le stava logorando l’anima. 
  • E stai così male per questo? Perché hai paura che io potessi rinfacciarti o esserci rimasto male di questo??? Ma non devi neanche pensarle queste cose amore!!!! Emma... a me importa solo che voi stiate bene, il resto non conta.
  • Però...
  • Però cosa? Tu credi seriamente che sarei riuscito ad assistere al parto senza svenire? Io ne dubbio... e se sei preoccupata per lei. beh, lei neanche lo ricorderà quel momento da grande. Fidati, è tutto ok. 
  • Non.. non lo so. L’ho messa in pericolo... 
  • Shhh.... è tutto passato, adesso è qui e sta bene, non conta altro. - l’abbracciai di nuovo e aspettai che si calmasse un pochino. 
  • È stato... è stato orribile....
  • Vuoi raccontarmelo? - annuì ma ci mise un po’ prima di prendere la parola. 
  • Ero al centro commerciale.... volevo prenderti un pensierino per farmi perdonare per i miei modi di fare quando mi sono iniziata a sentire male. Pensavo fossero le solite fitte, non avevo la più pallida idea che avessi iniziato il travaglio.  Ho chiamato Whale,  mi ha detto di tornare a casa e mettermi a riposo ed era quello che avevo davvero intenzione di fare se solo non fossi rimasta bloccata in ascensore. 
  • C.. che... che cosa? Sei rimasta bloccata in ascensore? - mi aveva accennato  che nostra Figlia fosse venuta al mondo in un ascensore ma credevo in ospedale, affiancata da personale qualificato.... non avevo capito che avesse partorito in un ascensore qualunque di un qualsiasi centro commerciale. - amore io non ne avevo idea! Potevi chiamarmi...
  • Ho provato, ma lì il telefono non prendeva... “ fuori servizio”. Ho provato a suonare l’allarme ma nessuno sembrava avermi sentita. Ero nel panico più totale e come se non bastasse poco dopo mi si sono rotte anche le acque. Me la sono vista veramente brutta Killian, ero da sola e lei aveva deciso di voler nascere nell’immediato. Pensavo di avere tempo, che il travaglio durasse di più,  ma a quanto pare sbagliavo. Già dalla mattina a quanto pare ero in travaglio, quella era di conseguenza la fase finale. Ho davvero temuto di non farcela, credevo che sarebbe morta ma poi è avvenuto il miracolo. Dei passanti mi hanno sentita urlare di dolore credo e hanno avvertito ambulanza e vigili del fuoco. Quest’ultimi hanno aperto un varco rompendo il tettuccio dell’ ascensore e mi hanno finalmente raggiunta. Il loro intento era quello di tirarmi fuori e portarmi in ambulanza, la quale era proprio lì fuori ad aspettarmi, ma la bambina era già in parte fuori ormai non potevano assolutamente spostarmi. Uno di loro corse fuori a chiamare il medico ma quando tornò con i soccorsi la bambina era già nata. Mi ha aiutato l’altro vigile del fuoco a farla nascere. Gli devo la vita di nostra figlia. - non le feci aggiungere altro, mi fiondai sulle sue labbra e la baciai. Aveva vissuto ore di puro panico povero amore mio, era ancora spaventata a morte potevo vederlo ma  c’ero io con lei adesso e non doveva più temere nulla. 
  • Vorrà dire che lo ringrazierò personalmente per aver aiutato le mie donne preferite. - le diedi un secondo bacio - non ci pensiamo adesso però, se non ti dispiace vorrei.... - indicai quella piccola meraviglia che nel mentre parlavamo dormiva tranquilla - me la faresti conoscere? Sono sette mesi che aspetto di prenderla in braccio. - mi rimase a fissare come a voler capire se effettivamente fosse tutto ok dopodiché mi sorrise e me la mise tra le braccia. - Fa piano, Emma.... non ho tolto l’uncino, non vorrei...
  • Non dire sciocchezze, sei suo padre, non le farai mai del male. - esclamò affidandomela.  non potete capire che emozione fu prenderla in braccio per la prima volta. Era minuscola è incredibilmente simile a sua madre nei lineamenti: stesso naso, stesse labbra... stesso colore dei capelli. Non potevo ancora vedere il colore dei suoi occhi perché dormiva ma ero più che sicuro che anche quelli fossero di Emma. 
  • Sono azzurri! - mi disse come se mi avesse letto nel pensiero - i suoi occhi... sono azzurri. - mi sorrise. 
  • È meravigliosa Emma, hai fatto un ottimo lavoro amore mio.

Passai ore a spupazzare la mia piccolina e a coccolare contemporaneamente mia moglie. Ero incredulo, il giorno prima eravamo ancora in due e poi improvvisamente eccoci già in tre. Ero felice, felice come non ero mai stato in vita mia. 

  • possiamo entrare? - disse  improvvisamente Regina affacciandosi alla porta della stanza
  • Venite venite! - risposi con un sorriso enorme. Non vedevo l’ora che conoscessero la persona che avevo contribuito a mettere al modo. Più di tutti volevo vedere l’espressione di David pero... questa volta avrebbe potuto solamente complimentarsi. - Swan ma cosa combini è? Girano voci che non ti fidi molto del sistema sanitario di Storybrooke. - la prese in giro per poi venire accanto a me e rubarmi mia figlia. 
  • Che ti dicevo David! È o non è meravigliosa? - chiese Snow al suo maritino.
  • Infatti David, dicci dicci… cosa ne pensi? - continuai io guardandolo e sogghignando. Non servirono parole, le sue lacrime di gioia parlarono per lui. 
  • Mamma mamma!!!!!! - ci raggiunse anche Henry con a seguito Neal - un ascensore? Davvero mamma???? - wow, le notizie volavano veloci. 
  • È già, tua madre deve sempre sorprenderci. 
  • Figo però!!!! Devi assolutamente raccontarmi tutto, devo essere preparato per quando mi chiederà di raccontarle la favola della buonanotte. Sono sicuro che sarà la preferita. 
  • Lo penso anche io ragazzo.. lo penso anche io. - lo appoggiai. 
  • Per colpa di questa qui adesso Babbo Natale non ci troverà in casa e non mi lascerà i regali. - anche Neal dovette dare il suo contributo. 
  • Neallllllllll - lo sgridò sua madre. 
  • Ha ragione invece, non rimproverarlo. Si è fatto tardi. Portatelo a casa e andate a riposare anche voi, è stata una giornata faticosa per tutti. - mi dispiaceva mandarli via ma colsi comunque la palla al balzo delle lamentele del mio cognatino per poter stare da solo con le mie due donne. Capirono immediatamente la mia necessità e senza che dovetti aggiungere altro, dopo la promessa di vederci l’indomani per festeggiare il Natale tutti insieme, riconsegnarono la nostra pupetta tra le braccia di una Emma ancora sconvolta e si congedarono. 
  • Guarda guarda chi si è svegliato - la sentii improvvisamente dire una volta rimasti soli - sei pronta a dire quella cosa a papà? Si????— posò il suo sguardo dalla bambina a me. - avvicinati, c’è una cosa che devi vedere. - era seria e la cosa mi turbò un poco. Che ci fosse qualche altro problema? - Questo che sto per mostrarti è il regalo che avevo pensato di farti per farmi perdonare dei miei stupidi comportamenti. Immaginavo che l’avresti custodito gelosamente nel cassetto della tua adorata jolly e invece.... - scostò il lenzuolo della piccina mostrandomi in tutto il suo splendore il suo vestiario. Indossava una meravigliosa tutina bianca con ricami gialli con su scritto “ perdona la mamma papa!” - e invece si è trasformato nel suo primo outfit. - scrollò le spalle. - perdonami Killian, perdonami ti prego. 
  • Mmmh e va bene, ti concederò la grazia ma solo se mi dirai il suo nome. - dissi scherzandoci su, ma quale perdono? Non aveva bisogno di farsi perdonare. Non ero mai stato in collera con lei, la mia era solo preoccupazione.
  • Non ne ho scelto nessuno in realtà, non ha ancora un nome... voglio che sia tu a sceglierlo. - mi disse passandomela di nuovo. Avevo pensato ad un’infinità di nome in quei mesi devo essere onesto ma nessuno fu più appropriato di quello che mi venne in mente quella sera guardandola in tutto il suo splendore. Era perfetto per lei e rispecchiava perfettamente i nostri stati d’animo di quel pomeriggio. 
  • Ce l’ho! - esclamai - Hope... Potremmo chiamarla Hope. Speranza... il sentimento che ha prevalso su di noi per tutta questa giornata. Che ne dici? Potrebbe piacerti? 
  • Hope dici??? Hope Jones... mi piace! 
  • Davvero? - sorrisi felice - e tu? Tu che ne dici signorina? - mi rivolsi alla mia piccola  principessina- ti piace questo nome? -iniziò ad agitarsi tutta sgambettando a più non posso.  - si? Ti piace? Aggiudicato allora, ti chiamerai Hope. - le baciai una guanciotta paffuta mentre con le manine cercava di afferrare il mio uncino. 
  • Sembrerebbe piacerle - esclamò Emma sorridendo - e le piace anche il tuo uncino. Senti Killian... avrei voluto che questa giornata fosse diversa, meno travagliata... volevo continuare la tradizione dei Natali belli e invece... e invece ho rovinato tutto. Scusa se ti ho rovinato il Natale... - ancora? Ancora con questa storia? 
  • Rovinato il Natale? Emma ma sei impazzita? Non dirlo neanche per scherzo. Non hai rovinato proprio nulla anzi.. mi hai regalato il Natale più bello di sempre, il Natale che tutti vorrebbero... il Natale per eccellenza... Emma tu mi hai donato una figlia e me l’hai donata in un giorno magico… il resto non conta. 
  • Mah...
  • No, niente ma... Non voglio più sentirti dire una cosa del genere intesi?  Tu Emma Swan non mi hai rovinato il natale... tu mi hai appena donato un Natale da ricordare. 

 

Note dell’autore: e dopo cinque giorni di punti di vista e litigi eccoci giunti alla fine di questa storia. Vi aspettavate un finale del genere? Io inizialmente no ma poi, scrivendo scrivendo ho avuto l’illuminazione. Sinceramente parlando non mi piace molto come è venuto il capitolo, avrei potuto fare di meglio, ma tra lavoro, cene, cenette ecc ecc non ho avuto il tempo materiale per rielaborare il tutto. Ho concluso l’ultima parte oggi stesso calcolate (tra una pietanza e l’altra) ma non mi va di lasciarvi senza aggiornamento e di conseguenza ho deciso di pubblicare ugualmente. Spero che a voi piaccia quello che ho scritto e se così non fosse... beh, siete liberi di insultarmi 😂😂😂😂 speriamo bene. 

Ps. Il travaglio di Emma vi comunico che è stato veloce perché iniziato già dal mattino, cosa lo ha fatto scattare.... una certa notte di fuoco. 😂😂😂😂😂😂 sarà il nostro piccolo segreto ok? Non ditelo ad Emma e Killian. Buon natale a tutti voi. A prestooooo
 

  
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