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Autore: Anna3    25/12/2019    1 recensioni
Noriko, ragazza seria e diligente, è finalmente riuscita a realizzare il suo sogno di diventare medico, ma i Sakamaki, e soprattutto Reiji, si ricorda ancora bene di lei...
(Nuovo personaggio x Reiji, con la partecipazione speciale di Laito/Raito Sakamaki)
Attenzione: questa one shot è stata scritta per la mia long "Una sposa sacrificale come tante altre", quindi ne è consigliabile la lettura, però si può leggere tranquillamente anche senza aver letto la long.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Laito/Raito Sakamaki, Nuovo personaggio, Reiji Sakamaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Noriko e Reiji

Quella sera il pronto soccorso era più agitato del solito: certo, c'era il consueto numero di codici bianchi e verdi, però anche un gran numero di codici rossi, dovuti al fatto che intorno a mezzanotte c’era stato un grosso incidente in autostrada. A quanto pare, un camion aveva travolto una autovettura di cinque amici, che avevano portato lesioni gravi. Per questo, quella notte si vedevano molti dottori del turno notturno che giravano indaffarati per tutto il pronto soccorso.

Noriko era uno di quelli e non proprio uno qualunque, ma uno dei più stimati chirurghi di tutto l’ospedale. Per questo, anche quel giorno era indaffarata nell’ennesima operazione, questa volta di uno di quei poveri malcapitati dell’incidente. Erano circa le due quando aveva terminato la parte più difficile dell’operazione e poteva finalmente dire che il paziente era salvo o per lo meno non era più di là che di qua. Stava quasi per chiudere il punto in cui aveva operato che subito venne chiamata da un altro medico per un’altra emergenza. La ragazza sospirò: non le davano proprio tregua, era la quinta operazione per cui veniva chiamata da quando era iniziato il suo turno e non aveva neanche avuto il tempo di prendersi un caffè.

Uscì dalla sala operatoria e andò a pulirsi per rientrare in un’altra sala, mentre si informava sulle condizioni del suo prossimo paziente:

“Quali sono le sue condizioni?” chiese al medico da cui era stata chiamata.

“Per ora stabili, però ancora per poco, perchè ha diversi proiettili nel petto e nell’addome: secondo il testimone oculare della scena, sono una decina” rispose.

Noriko inarcò le sopracciglia stupita:

“Così tanti?! Ma come diavolo ha fatto a non morire sul colpo? Non ha importanza, se le cose stanno così dobbiamo, non c’è un minuto da perdere!” disse e si avviò nella sala dopo essersi adeguatamente disinfettata.

Non guardò molto attentamente il paziente: le bastò un’occhiata per capire che era un giovane uomo, che stimò avesse vent’anni pressapoco e questo le fu sufficiente per capire come comportarsi. Per lo meno, non avrebbe dovuto preoccuparsi un infarto improvviso.
Dopodichè iniziò ad ispezionare il suo corpo per capire dove fossero posizionati i proiettili e quanto fossero penetrati in profondità. Sebbene fossero tanti, non si erano disintegrati nel suo corpo e non avevano colpito nessun punto vitale, per quanto fosse certa che un paio avessero colpito il polmone destro e uno era penetrato nel fegato.

“Sarà un’operazione lunga e difficile” pensò Noriko, mentre già iniziava a pensare al da farsi.

Con l’aiuto di diversi assistenti, Noriko cominciò a rimuovere tutti i proiettili, ma subito si accorse di qualcosa di strano: solitamente, quando operava, i tessuti che venivano tagliati restavano aperti, mentre qui sembrava che si rigenerassero molto più facilmente sebbene in modo impercettibile, chiudendosi da soli e nel modo corretto. Tuttavia decise di non farci caso, anche perchè la cosa la stava aiutando, in fin dei conti, e fortunatamente il paziente ebbe solo un arresto cardiaco, da cui si riprese più che completamente.
Così, dopo meno di un’ora riuscì a togliere tutti i proiettili e ricucire tutti i tagli senza tante altre difficoltà. Quando finalmente ebbe terminato l’operazione, ebbe il modo di osservare meglio il viso del ragazzo operato: era molto bello e aveva un non so che di famigliare, ma non le ricordava nessuno dei suoi conoscenti. Probabilmente, si disse, si stava solo confondendo con qualche sconosciuto visto in metropolitana, anche se le sembrava difficile che esistesse veramente qualcuno di così attraente.
Nessuno la aveva chiamata durante l’operazione e questo voleva dire solo una cosa: per un po’ avrebbe avuto tregua. Era proprio il momento della pausa caffè, se non fosse che Ichizo, il medico che l’aveva informata sulle condizioni del paziente che aveva appena operato, le chiese:
“Dott.ssa Norioka, potrebbe andare lei a informare il parente del suo paziente che l’intervento è riuscito?”.
Come non detto, pausa rimandata a dopo questo colloquio.
“Non sapevo ci fossero anche i suoi parenti… quando sono arrivati?” chiese Noriko.
“Beh sa, il testimone della sparatoria e l’uomo che ha portato qui il ferito è stato il fratello, che ora si trova in aula di attesa”.
“Addirittura una sparatoria? Non pensavo che questa zona fosse così pericolosa!” esclamò Noriko, mentre si incamminava verso la sala di attesa con Ichizo.
“In realtà, stando a quanto dice il fratello, l’incidente è avvenuto lontano da qui…”.
“Ah beh giusto, con l’ambulanza…”.
“Sono venuti in macchina a dire il vero” fece notare il medico.
“Come?! Non è possibile che un essere umano resista così tanto con dieci proiettili in corpo!”.
“Sì, ci è parso strano, ma d’altronde che gli si poteva dire? Ormai il danno era fatto” rispose con pragmatismo il medico.
“Va bene va bene” liquidò la questione la ragazza, che ormai non vedeva l’ora di sbrigarsela anche con quella faccenda per bersi il suo meritatissimo caffè. Non è che non le piacesse il suo lavoro, anzi al contrario era il sogno della sua vita ed era molto soddisfatta di sè, però al tempo stesso doveva ammettere che era molto pesante: i turni erano lunghi e pesanti, soprattutto quando c’erano gravi incidenti come quel giorno, e a volte arrivava a casa che crollava sul letto senza nemmeno spogliarsi dei vestiti che indossava fuori casa. Poi, la mattina successiva si rialzava e dopo aver fatto colazione o cenato, a seconda di che turno aveva, doveva tornare in pronto soccorso. Inoltre, i giorni di vacanza che aveva, preferiva usarli dormendo o al massimo leggendo qualche rivista di medicina, piuttosto che uscire per un appuntamento galante e questo la rendeva un po’ isolata socialmente, oltre che ancora del tutto inesperta in quel tipo di relazioni. A che pro però cercare di trovarsi un fidanzato, se non aveva neanche una briciola di tempo da dedicargli? Spesso, quando i suoi genitori le chiedevano se avesse fatto qualche progresso sentimentale, si trovava a pensare a questo. Per quanto dura, le piaceva la sua vita scandita dai turni del pronto soccorso e non avrebbe potuto volere di meglio.
Entrò dunque nella sala di attesa e cercò con lo sguardo il fratello del suo paziente: Ichizo lo aveva descritto come un ragazzo con qualche anno in meno del fratello, dai capelli rossi e uno strano cappello che si ostinava ad indossare, sebbene fossero in un posto chiuso. Non fu pertanto difficile trovare il presunto fratellino del suo paziente, dato che era l’unico con il cappello lì, mentre se ne stava a guardare un quadro alla parete.
Noriko guardò la cartella del ragazzo che aveva operato per cercare il suo nome: a quanto pareva, il suo paziente si chiama Reiji Sakamaki, mentre il fratello Raito Sakamaki.
Si avvicinò quindi a Raito:
“Ehm, mi scusi lei è il signor Raito Sakamaki?”.
Il ragazzo si voltò, sentendo il suo cognome e la guardò dritto negli occhi.
Noriko rimase folgorata dall’aspetto di Raito: era molto bello anche lui, come il fratello, con dei capelli rossicci e due occhi d’un verde talmente brillante da essere inumano.
“Suvvia non mi chiami così, mi fa sentire vecchio!” rise il ragazzo “Raito Sakamaki al vostro servizio, madame” disse con un perfetto accento francese, inchianandosi molto teatralmente e baciandole la mano, quasi come nell’Ottocento.
In un primo momento rimase interdetta dal suo comportamento, ma poi tornò in sè: era abituata ad avere a che fare con gente eccentrica come lui e a volte pure peggio, quindi non era nulla di nuovo. Lo guardò sostenendo il suo sguardo e disse, con poche meccaniche frasi lapidarie:
“Mi perdoni. Volevo comunicarvi che l’intervento su vostro fratello è stato eseguito con successo ed ora è stabile. Proprio in questo momento lo stiamo portando nella sua stanza: lo monitoreremo per qualche giorno, ma a breve sarà come nuovo. Ora se vuole le è consentito visitarlo”.
Raito però non sembrava affatto più sollevato per la notizia, come tutti gli altri fratelli che ricevevano la sua stessa notizia dopo che un fratello aveva subìto un’operazione del genere e anche prima non sembrava molto preoccupato. Anzi, Noriko potè giurare di aver visto passare un lampo di noia negli occhi di Raito, sostituito da uno sguardo finto comprensivo.
“La ringrazio per l’informazione” disse il ragazzo con una squisita cortesia “Ma mi permetta una domanda: è stata lei ad occuparsi di mio fratello?” chiese.
“Sì, me ne sono occupata io con i miei collaboratori” disse e mentalmente pregò che non fosse uno di quei classici individui sessisti che disprezzavano le donne che facevano carriera come lei.
“Oh ma allora le dobbiamo un qualche tipo di ringraziamento…” disse il ragazzo avvicinandosi con voce sensuale, senza il minimo pudore, per quanto fossero in un luogo pubblico.
Noriko si allontanò subito:
“Mi creda non ce n’è bisogno signor Sakamaki” disse la ragazza ponendo l’accento su quel ‘signor’, come a voler mettere distanza “D’altronde è il mio lavoro”.
Però il vampiro non ne voleva sapere di mollare e riavvicinandosi continuò:
“Oh ma io insisto…”.
Noriko mise di nuovo distanza tra loro:
“Senta, qualunque cosa intenda non sono interessata e se persevera con questo atteggiamento sarò costretta a chiamare la sicurezza”.
Solo a quel punto, ricordandosi di dove si trovava, Raito alzò le mani come in segno di resa:
“Come vuoi, Bitch-chan”.
Noriko, sentendo pronunciare quelle parole, lo guardò perplessa: quel nomignolo le aveva suscitato la stessa sensazione che aveva provato prima con Reiji, come se avesse sentito qualcosa che un tempo conosceva molto bene, ma non riusciva a ricordare perchè per un qualche motivo lo aveva rimosso. Raito, capendo da cosa derivasse quel suo disagio, la guardò con i suoi occhi verde smeraldo e in quel momento, Noriko sentì una strana sensazione, come se stesse per ricordare quella cosa, ma all’improvviso un turbinio di pensieri la travolse e sentì le forze mancare.
“Bitch-chan!” disse Raito, prendendola poco prima che cadesse per terra a causa del mancamento “Ti senti bene?” chiese il ragazzo preoccupato tenendola per i fianchi. La sua presa era decisa, ma al tempo stesso anche gentile e così rassicurante… le ricordava qualcuno di importante per lei, eppure chi mai dovrebbe essere questo qualcuno, se non aveva mai avuto un fidanzato?
Noriko scacciò il pensiero e si ricompose:
“Sì, mi scusi, sto bene, deve essere stato un calo di zuccheri”.
“Uhm, allora visto che non posso ringraziarla in alcun modo, che ne dice se la accompagno alle macchienette, così le offro un caffè con tanto zucchero?” chiese il ragazzo.
“Mi dispiace ma non posso: sono in turno, devo controllare altri pazienti e non posso di certo intrattenermi con il parente di un paziente…”.
“Solo il tempo di bere un caffè lo prometto… anche perché in questo stato dubito possa continuare a lavorare efficientemente, quindi sia ragionevole, la prego” la persuase Raito.
Noriko alzò le mani e si arrese:
“Va bene, andiamo, ma che siano solo dieci minuti, anzi, cinque!” precisò.
Raito sorrise e andò alla macchinetta con lei: a quell’ora non c’era stranamente nessuno e così i due poterono parlare da soli in tutta calma.
Il ragazzo inserì delle monetine e ordinò un tè e un caffè:
“Quanto zucchero? Quattro tacche?” chiese.
“Anche cinque” rispose.
“Golosona" rise il ragazzo.

“Cosa? Guarda che io me lo merito” disse Noriko prendendo il caffè che le porgeva Raito.

L’aroma intenso del caffè le invase le narici: era tutta la sera che stava aspettando quel momento e avercelo davanti le sembrava un miraggio.

Notò invece che Raito aveva preso un tè e questo la incuriosì:

“Come mai ha preso un tè? Non le piace il caffè?”.

“Non particolarmente” rispose “e poi mio fratello odia il tè delle macchinette, quindi questo è l’unico momento in cui posso berli" disse sorseggiando il tè.

Noriko lo guardò e improvvisamente la testa iniziò a dolerle più di prima: dei ricordi vaghi e confusi iniziarono ad emergere nella sua mente, senza seguire alcun filo logico. L’immagine di un ragazzo che le offriva del tè, l’odore del sangue, il dolore...

Vedendo la smorfia nel viso di Noriko, Raito le chiese:

“Ti senti bene? Non mi dire che anche tu odi il tè delle macchinette!” rise.

Noriko sorrise divertita: quel ragazzo era carino e gentile, eppure quel mal di testa era così strano… era impossibile che fosse un semplice calo di zuccheri, ma non riusciva a spiegarsi cosa fosse. Una cosa era certa però: era iniziato tutto da quando aveva iniziato l’operazione del Sakamaki.
“Scusami, non so cosa mi succeda, però ti posso giurare che non è a causa del tè” disse, facendo cadere il discorso “Piuttosto, che tipo di persona è tuo fratello?” chiese e solo in quel momento si rese conto che aveva smesso di dare del lei al ragazzo, ma la cosa non sembrava turbarlo in alcun modo. D’altronde lui era stato il primo a mostrarsi più aperto.
Inoltre, non sapeva nemmeno lei perchè gli aveva posto questa domanda e subito se ne pentì: d’altronde Reiji era soltanto un paziente come tanti altri in fondo, non aveva motivo per chiedere di lui. E infatti:
“Dottoressa come mai tanto interesse?” chiese il vampiro con voce maliziosa “Non è che hai qualche interesse su di lui?”.
Tuttavia Noriko non era di certo una sprovveduta e rispose subito:
“Ero solo stupita di come sia riuscito a resistere così tanto con dieci proiettili in corpo… alcuni pazienti sono morti molto più rapidamente pur trovandosi abbastanza vicini all’ospedale…”.
“Beh, si dice spesso che la morte dipenda anche dalla volontà di una persona…”.
Noriko sbuffò:
“Non c’è nessuna prova scientifica a riguardo, quindi mi sembra un po’ strano che una persona come te lo pensasse… Evidentemente mi sarò sbagliata sul tuo conto” disse, tornando a dargli del lei.
“Tu invece non sei proprio cambiata di una virgola Noriko” disse Raito trafiggendola con il suo sguardo… quello sguardo. Lei lo conosceva, ne era sicura, anche se non sapeva per quale motivo. Altrimenti, come era possibile che conoscesse il suo nome e che senso aveva quella frase?
“Come fai a dirlo? Insomma, è la prima volta che ti vedo questa… oppure no?” chiese, venendo al dunque.
Raito la guardò deluso:
“Bitch-chan mi sorprendi… vuoi dire che non ti ricordi della notte di fuoco che abbiamo passato insieme?”.
Noriko lo guardò sconvolta impallidendo:
“Cosa vai blaterando?! Io sono... “ disse, ma si interruppe. Effettivamente, ci fu un giorno della sua vita che non ricordava. Era appena tornata dalla villeggiatura estiva con suo padre, di cui tra l’altro ricordava molto poco e si era ritrovata in un letto non suo. Poi però si era riaddormentata e quando si era svegliata era tornata sul suo letto. In quel momento non ci fece molto caso: probabilmente era solo un sogno più realistico degli altri, anche perché il padre le confermò che non si era mai mossa dopo i giorni di villeggiatura, eppure… ogni volta che ci pensava i suoi ricordi erano sempre più confusi.
“Eravamo in villeggiatura se non sbaglio e tu eri con tuo padre, mentre io con mio fratello…” iniziò Raito.
“Oddio…” disse la ragazza senza parole “No, non può essere vero! Io non ricordo niente!”.
“Penso sia normale, avevi bevuto molto quella sera” ribattè.
“Non è possibile! Io sono astemia, è impossibile mi sia ubriacata!”.
“Ahh, eri così distrutta per mio fratello quella sera… consolare le belle donne come te è un dovere per me miss”.
“Smettila! Non è vero! Me ne ricorderei!”
“Beh non so te, ma io ricordo tutto di quella sera… quando ho iniziato a spogliarti…”.
“Basta basta basta!” lo fermò Noriko di un colore rosso vivo in faccia “Non lo voglio sapere!”.
Raito la guardò e rise divertito:
“Sei rimasta uno spasso proprio come quei giorni eh… Stavo scherzando, non abbiamo fatto niente di niente noi due; anzi, quando mi sono avvicinato a te mi hai cacciato in malo modo”.
Noriko tirò un sospiro di sollievo:
“Mi sembrava strano che fossi attratta da uno come te”.
“Già, a te è sempre piaciuto Reiji” sorrise Raito.
“Aspetta, ma sul serio è vero che ci siamo già conosciuti? E se fosse così, perchè non ricordo nulla di voi? Non ha senso!”.
Raito la guardò e per un attimo nel suo sguardo Noriko vi trovò un po’ di affetto:
“Sai, a volte non ti farebbe male affidarti un po’ di più al tuo istinto” le disse, ma proprio mentre stava per chiedergli cosa intendesse con questa frase, la voce di Ichizo la richiamò, facendola voltare nella sua direzione.
“Norioka! Ha finito la sua pausa? Deve controllare che i pazienti siano in forze!”.
“Certo arrivo!” rispose mentre gettava il bicchiere di plastica nel cestino “Raito io devo…” disse girando la testa, ma al posto del vampiro non c’era più nessuno.
Noriko guardò confusa dove un attimo prima c’era il ragazzo e iniziò a chiedersi se veramente quella sera non stesse per impazzire: prima le sembrava di riconoscere un paziente e poi si immaginava persino un ragazzo che fingeva di aver avuto una relazione con lei. Forse avrebbe dovuto dar ascolto ai suoi genitori che le dicevano di trovarsi un ragazzo e lasciar un po’ perdere il lavoro che la stava facendo sclerare.
“Dai, sbrigati!” la esortò l’altro medico “Per prima cosa visiterai il signor Sakamaki: ha avuto una ripresa talmente rapida da sembrare quasi miracolosa… prova a controllare che non abbia una ricaduta altrettanto veloce” disse.
Noriko annuì e si diresse verso la camera del suo paziente. Bussò:
“Signor Sakamaki, come si sente? Sono il suo medico, sto entrando”.
“Avanti” le rispose il ragazzo.
Noriko entrò e lo guardò: ora che non giaceva più inerme davanti ai suoi occhi come prima, poteva osservarlo meglio finalmente e doveva ammettere che era un bel ragazzo proprio come il fratello. Appena messo piede nella stanza, due paia di occhi ametista la inchiodarono:
“Dunque tu saresti la dottoressa Norioka?” chiese.
“Sì, sono io. Ora se permette, dovrei farle alcuni controlli…” disse e il ragazzo annuì.
La ragazza gli si avvicinò.
“Hai fatto un ottimo lavoro, anche se nel ricucire hai ancora molto da imparare” disse.
“Parla come se mi conoscesse” constatò Noriko, avvicinando lo stetoscopio al suo cuore.
“Infatti noi ci conosciamo… Non ti ricordi di me? Sono offeso” disse il vampiro guardandola.
“Ha praticamente detto la stessa frase di suo frat…” Noriko si interruppe: non riusciva a sentire il battito del suo cliente. A quel punto, decise allora di guardare alla macchina che segnava le sue pulsazioni e solo in quel momento si rese conto che era stata disattivata.
“Uhm.. mi scusi se glielo chiedo, ma per caso uno dei miei collaboratori le ha staccato appositamente l’apparecchio?”.
“Sì, hanno detto che serviva a un altro paziente” rispose il ragazzo.
Noriko sospirò: quell’ospedale era veramente una disperazione, mancavano tantissime attrezzature!
“Va bene, forse pure questo è rotto ormai” rise la ragazza tra sè e sè, però era strano che non riuscisse a sentire assolutamente nulla.
Dopo essersi congedata per un attimo, andò a prendere un altro stetoscopio nuovo di zecca e tornò a sentire il suo battito.
Però nuovamente un freddo silenzio animava la gabbia toracica del ragazzo.
Noriko guardò Reiji, che pure senza cuore era sereno e tranquillo e lui parve intuire ciò che stava pensando, così disse:
“Ahh è inutile continuare con questa falsa” disse il vampiro, divenuto ormai impaziente. Si alzò in piedi come nuovo e si tolse le bende al torace, rivelando una pelle perfetta, senza più alcuna cicatrice, lasciando Noriko basita.
“Come… come è possibile?” boccheggiò la ragazza.
Reiji alzò gli occhi al cielo:
“La pozione per farti dimenticare è funzionata fin troppo bene, ma speravo ti ricordassi di colui che ti ha insegnato tutto il tuo sapere medico” disse.
In un attimo, Noriko ricordò tutto: il suo arrivo alla villa, gli avvenimenti con i Sakamaki e la faccenda della sposa sacrificale, ma soprattutto si ricordò di come Reiji la avesse salvata da morte con una delle sue medicine e le avesse cancellato la memoria, facendola tornare a casa sana e salva.
“Reiji…” sussurrò allora: era soltanto merito suo se era riusciva a salvarsi da quella casa, a non diventare l’ennesimo sacrificio di Richter e a realizzare il suo sogno.
Il vampiro le si avvicinò con uno sguardo severo:
“Solo ora te ne sei ricordata. Che donna incapace sei! Meriti la tua punizione” disse avvicinando le zanne al suo collo.
Noriko si preparò a ricevere quel dolore che ben ricordava di quando era stata una sposa sacrificale, ma nulla di tutto ciò che pensava accadde.
Un paio di labbra si posarono sulle sue.
Noriko aprì gli occhi sorpresa: che le stava succedendo? La cosa era stata talmente improvvisa e veloce che non aveva neppure avuto il tempo per prepararsi. Poi però, ripensò alle parole di Raito e si lasciò baciare, senza più pensare a nulla.
Quando poi il vampiro si allontanò, poteva ufficialmente dire che non capiva più nulla e questo sembrava piacere al vampiro, che si godeva il suo disorientamento:
“Mhh, anche il bacio è una delle cose in cui ti devo rieducare, oltre che a ricucire decentemente una ferita” disse alla fine “Però in fin dei conti, mi va bene: significa che sono il primo che è riuscito a dominarti” concluse soddisfatto il vampiro.
“Ma…” fece per dire la ragazza, mentre Reiji stava già fissando fuori.
“è già l’alba devo andare” la interruppe, rivestendosi “però credimi, ci rivedremo presto”.
“Aspetta cos…?” fece per dire Noriko, ma il vampiro si era già gettato giù dalla finestra ed era scomparso, lasciando il dubbio che fosse davvero reale ciò che le era accaduto.
“No, non poteva essere finto” si disse Noriko “Il suo sapore nelle mie labbra è fin troppo reale”.
Intanto, da una stanza proveniva la voce di Ichizo:
“Dottoressa Norioka, c’è una nuova emergenza…”


In una casa poco più in là, due figure si allontanavano velocemente verso una foresta.
“Per quanto riguarda Noriko…” stava dicendo uno dei due.
“Non. Una. Parola.” lo fulminò l’altro “o giuro che il tuo amichetto te lo ritrovi sulla carbonara di domani” disse, lanciando un’eloquente occhiata alle parti basse del fratellastro.
L’altro vampiro alzò le mani in segno di resa:
“Va bene, ho capito, ma sai che ora mi devi quel favore…”
“E va bene, te lo concedo… potrai tenere quel festino a casa, ma solo a patto che tu non tocchi la mia camera e poi pulisci tutto e poi…”
“Wow, me lo concedi sul serio? Allora è proprio vero che l’amore può fare miracoli…”
“Vuoi che ritiri quanto ho detto?”.
“Assolutamente no!”
“...E comunque il mio non è amore!”
“Ceeeerto”
“Ehi, dico sul serio! Mi stai ascoltando?...”.



 

§§§§

NOTE DELL’AUTRICE:

Buonsalve a tutti! Spero che abbiate passato o stiate passando una bella giornata di Natale!
Se tuttavia anche non fosse così, mi auguro che questa storia vi abbia reso di buon umore con questo Reiji poco crudele e molto puccioso! Perchè a Natale anche i vampiri sono più buoni! Però insomma, almeno un bacetto tra Noriko e Reiji ci doveva essere su!
Tra l’altro, lo so che in teoria Raito e Reiji non dovrebbero collaborare né tanto meno parlarsi, però penso che per questo tipo di questioni l’unico così intelligente da aver capito il motivo per cui Reiji non abbia ucciso Noriko sia stato lui e poi perché penso che siano i due che più si contrastano nel carattere, molto più che tra tutti gli altri fratelli!
Ayato: in realtà l’unico motivo per cui hai messo insieme ‘sti due è perché piacciono a te ammettilo!
Beh… non è del tutto falso…
Reiji:*nauseato da quello che ha appena letto* non capisco come una ragazza possa essere mia fan e contemporaneamente amare quel pervertito vivente!
Raito: nfu perché capisce benissimo che tu in ‘certe questioni’ non sei per niente pratico…
Reiji: farò finta di non aver capito quello che hai detto
Raito: e poi, come dico sempre io, in ogni donna c’è una pervertita che non vede l’ora di essere toccata in un certo modo
Reiji: oh cielo!
Perché anche a Natale devo sentire queste cose?
Non hai tutti i torti.. beh direi che ora possiamo imbavagliare Raito prima di essere costretta ad alzare il rating a rosso!
Reiji: tanto se la tua prossima fanfiction sarà su di lui sarai costretta a farlo.
Shhh! Questo doveva essere un segreto!
Reiji: è la mia vendetta per come mi hai trattato!

Va beneee lasciamo perdere… comunque, vi auguro una buona continuazione di vacanze natalizie anche da parte dei nostri simpatici Sakamaki qui in studio (dobbiamo metterci a lavorare anche in ferie ormai! n.d.Sakamaki) e se mi avete seguito dalla long “Una sposa sacrificale come tante altre” vi ringrazio nuovamente per recensioni/preferiti/visualizzazioni ecc, mentre se siete capitati qui per caso, vi consiglio di leggere la long sopracitata se vi è piaciuta questa storia e, in entrambi i casi, farmi sapere cosa ne pensate con una recensione, così mi fate il regalo di Natale più bello.

Un bacio a tutti e alla prossima (perché sì, resterò in questo fandom ancora per mooolto a lungo!)

Anna3
 

   
 
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