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Autore: ONLYKORINE    25/12/2019    5 recensioni
Nadine, la sorella di Nina, ha scoperto di essere stata adottata. E ora Nina pensa che non voglia più essere sua sorella. Ma lei vuole ancora essere la sua...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sorelle

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Mi sveglio senza aprire gli occhi, so già che giorno è: capodanno. La mattina del primo giorno dell’anno io e Nadine, mia sorella, andiamo sempre a pattinare al palazzetto del ghiaccio giù al paese.

Siamo in pochi, perché ci andiamo molto presto, e ci divertiamo tantissimo. È una tradizione che ci ha lasciato la mamma, che ci ha insegnato a pattinare e, da quando è morta otto anni fa, lo facciamo anche in suo ricordo.

So già che quest’anno sarà un problema: mia sorella non vuole più pattinare. Si è chiusa a riccio e non vuole più fare niente con noi. Con me, il papà o la nonna.

Tre mesi fa, quando ha compiuto diciotto anni, papà le ha confessato che lui e la mamma l’hanno adottata e che quindi, non è loro figlia biologica. Nadine l’ha presa malissimo. Prima di tutto perché mamma non c’è più e non può chiederle niente e poi  perché papà ha aspettato troppo a dirglielo.

Secondo me, se la mamma fosse stata viva, Nadine lo avrebbe saputo prima. Purtroppo è morta all’improvviso e non ha potuto dire la sua in questa situazione.

Sono tre mesi che Nadine esce dalla sua stanza solo per andare a scuola e tiene il muso, però… Però oggi è capodanno e dobbiamo andare a pattinare! Mi alzo di scatto, mi preparo e irrompo nella sua stanza.

“Nadine!” esclamo, spalancando la porta e svegliandola di colpo.

“Nina!” urla di rimando lei, svegliandosi di soprassalto.

“Preparati, andiamo a pattinare”. Lei si ricopre con il piumino e mi bisbiglia di andarci da sola.

Mi avvicino e la scopro: questa volta deve ascoltarmi per forza. Da quando si è chiusa in camera mi manca tantissimo e abbiamo smesso di fare tutte quelle cose che facevamo insieme.

“Devi venire con me, invece! Non mi rovinerai anche il capodanno!” esclamo. Lei spalanca gli occhi e, senza dire niente, si alza e si prepara.

Per tutto il tragitto fino al paese rimaniamo in silenzio. I nostri pattini sbattono uno contro l’altro sulle nostre spalle e io soffio dentro ai guanti cercando un po’ di scaldarmi il naso e un po’ di coprirmi la faccia. Non riesco a dire niente. Non so cosa dire. Inizio a pentirmi di averla obbligata a venire.

Arrivati al palazzetto, notiamo subito che è deserto. È il primo dell’anno e sono le sette del mattino: molti saranno ancora a festeggiare.

Non ci diciamo niente neanche mentre ci infiliamo i pattini sulla panca di legno. Quando ho finito, noto che lei è ancora seduta e sta trafficando con i lacci, così mi chino e glieli lego io. Dopo l’ultimo fiocco, mi alzo e le porgo le mani per aiutarla a tirarsi su.

Lei me le stringe e io la tiro all’ingresso della pista, camminando all’indietro. Pattino davanti a lei, al contrario, continuando a tenerle le mani proprio come faceva la mamma con noi.

I suoi occhi brillano. Mi sa che sta per piangere. “Non piangere, sorellina” le dico. La chiamo così quando è particolarmente giù e io devo fare la parte della ‘sorella maggiore’.

“Non sono tua sorella…” sussurra.

Mi blocco. “Certo che sei mia sorella!” Lei scuote la testa e guarda altrove.

“Ascolta” dico, continuando a pattinare. Mi sento proprio la sorella maggiore, in questo momento. “Al quarto anno hai preso Lukas per il bavero della giacca e mi hai difeso quando mi prendeva in giro. Mi hai aiutato a nascondere le lenzuola quando facevo la pipì a letto…” Nadine non riesce a trattenere un piccolo sorriso e io continuo: “Per me sei sempre stata la mia sorellona. Mi facevi dormire con te quando mi mancava la mamma, ricordi? Ti ho rubato i trucchi e mi provavo di nascosto i tuoi vestiti: volevo essere come te”.

Pattino ancora, accelerando il passo e azzardando qualche piccola esibizione.

“Tutte queste cose fanno di te mia sorella. Sangue o non sangue” le spiego. “Sarai sempre mia sorella”. Una lacrima le scende sulla guancia, ma facciamo finta entrambe di non accorgercene.

“È che ci sono rimasta male…” tenta di giustificarsi. Lei ci è rimasta male. Senz’altro, ma non è l’unica.

“Anch’io ci sono rimasta male”. Finalmente è il mio turno. Anch’io posso dirlo.

“Perché sono stata adottata?” mi chiede meravigliata.

“Perché non mi consideri più tua sorella”. Nadine si blocca e io, che continuo a pattinare, mi allontano da lei: le braccia si stendono e le nostre mani si lasciano.

Quando lei abbassa le braccia lungo i fianchi, mi giro e inizio a pattinare velocemente. Fa male. Malissimo.

“Sai, io mi considero ancora tua sorella. So che sono fastidiosa e irritante, ma io ti voglio bene. So che riderò tutte le volte che cadrai, ma ti aiuterò a rialzarti. Sempre. Voglio fare la damigella al tuo matrimonio e voglio viziare i tuoi bambini. Voglio poterti ancora raccontare quanto mi manca la mamma e vorrò venire da te quando un ragazzo preferirà un’altra. Vorrei che fossimo ancora sorelle…” Ormai sto urlando, mentre pattino per la lunghezza della pista e lei rimane ferma al centro girando solo su se stessa e seguendo il mio percorso.

E io parlo, parlo e dico tutto ciò che ho tenuto dentro in questi tre mesi perché, questa, è una cosa che ha toccato anche me, perché ci ha diviso.

Sto ancora urlando quando sento Nadine che finalmente si muove e inizia a pattinare. Mi volto e, quando la vedo sfrecciare verso di me, mi ricorda così tanto la mamma che mi si stringe il petto.

“Hai ragione: siamo sorelle. Non avrei dovuto dubitarlo” si scusa, avvicinandosi. Io annuisco e lei mi abbraccia.

“Lo saremo per sempre?” le chiedo. Mi sembra di avere ancora otto anni e di stringere la sua mano durante la funzione in chiesa.

“Per sempre.”

“Giuramelo.”

“Giuro. Sarò sempre tua sorella e tu sarai sempre la mia” promette. Mi prende le mani e iniziamo a pattinare, insieme. “E quando saremo grandi, anche se le nostre vite saranno diverse o vivremo lontane, ci troveremo sempre a capodanno per pattinare insieme.”

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***Eccomi con un altro contest: 1000 parole e un tema : l'amore. In questo caso, 'L'amore fraterno'

   
 
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