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Autore: ONLYKORINE    25/12/2019    5 recensioni
Harry vorrebbe che la prima volta con Ginny fosse perfetta. Ma cosa vuol dire perfetto? E Ginny è d'accordo?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Kreacher | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Perfetto

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Ottobre 1998

 

Ginny alzò la botola e si intrufolò nella stanza. Si diresse verso Il tavolino vicino al camino e si sedette appoggiando la borsa dei libri.

Si guardò intorno. Non era cambiato niente: i soliti tavolini, gli stessi sgabelli, lo stesso camino e sempre quell’atmosfera tetra.

Tirò fuori dalla tasca dei jeans una pergamena piegata, un po’ rovinata a causa delle troppe letture, la spiegò e lesse ancora la sua parte preferita:

 

“... so che l’ultimo weekend di ottobre potrai venire alla Tana a trovarci e immagino cosa hai mente di fare. Lo so perché anch’io continuo a pensarci e non vedo l’ora che succeda... ma sono a chiederti di aspettare e di portare pazienza ancora un po’, perché vorrei che la nostra prima volta fosse speciale e intendo speciale davvero.

Vorrei che tu venissi da me e che ci fosse ad aspettarti una tavola imbandita con candele profumate e piatti raffinati, che il camino illuminasse la nostra serata e i tuoi occhi quando ti racconterò quanto ho atteso questo momento.

Vorrei che la serata fosse solo per noi, che non ci fosse fretta e fare l’amore con te sul nuovo tappeto che c’è davanti al focolare. Sogno di abbracciarti per tutta la notte e risvegliarmi con te al mio fianco, il mattino dopo. 

Sarà il giorno di Natale e ti prometto che sarà perfetto...”

 

Ginny ripiegò la pergamena: Harry ci teneva che fosse a Natale e che fosse perfetto. Lei lo amava così tanto che avrebbe aspettato. Sospirò e fissò le fiamme del camino, mentre la sua mente iniziò a vagare…

 

*

 

Ginny si materializzò davanti al numero 12 di Grimmauld Place la sera del venticinque dicembre e salì i tre gradini che conducevano all’entrata. La porta si aprì da sola e Kreacher le fece un inchino indicandole il salotto. Lei gli sorrise e gli lasciò il cappotto. Era così che si faceva con gli elfi, giusto?

Quando entrò in salotto, decorato vistosamente per il periodo natalizio, venne accolta dal dolce tepore del camino. Dall’altra parte della stanza, un tavolo con una lunga tovaglia bianca faceva bella mostra di sé. Un fine servizio di porcellana e cristallo e due lunghe candele bianche decoravano la tavola, insieme al centrotavola composto da fiori e frutta, mentre Harry era in piedi, con in mano una bottiglia di vino, che le sorrideva.

Ginny pensò che fosse stupendo: lui indossava una camicia chiara e a lei sembrò il ragazzo più bello del mondo, anche dentro a dei semplici jeans. Arrossì al pensiero che prima di sera se li sarebbe tolti.

 

“Ginny, come sei bella!” la salutò lui, baciandola e versando due bicchieri di vino rosso. Notò che la sua mano tremava un pochino quando glielo porse e un po’ si rincuorò: non era l’unica a essere nervosa.

 

“Grazie, Harry” gli disse, arrossendo e guardandosi ancora intorno. “È tutto bellissimo”. Lo sentì rilassarsi e gli sorrise prima di far tintinnare il bicchiere con il suo e assaggiare il vino: era delizioso, doveva essere vino elfico.

 

Prese un secondo sorso quando Kreacher si materializzò al suo fianco improvvisamente. “Bisogna alimentare il fuoco! Non può fare freddo, deve essere perfetto!” esclamò l’elfo, spaventando tutti e due i ragazzi. Ginny fece cadere il bicchiere e il liquido macchiò il tappeto.

Harry cercò di calmare Kreacher, convincendolo che il fuoco poteva aspettare, così l’elfo si mise a pulire il tappeto.

 

“Scusa, sono così maldestra…” si scusò Ginny, ma Harry le prese la mano e l’accompagnò verso il tavolo, sorridendo.

“Non preoccuparti. È che gli elfi sono troppo zelanti” sussurrò, ammiccando. Ginny si tranquillizzò e fece per accomodarsi alla tavola, quando l’elfo, dopo aver smacchiato il tappeto, saltò al suo fianco per spostarle la sedia.

 

Harry, che era al suo fianco, strabuzzò gli occhi. “Kreacher, lo faccio io!” sussurrò.

L’elfo però prese la sedia e la spinse contro le gambe di Ginny, mormorando: “Kreacher deve occuparsi della signorina Ginny! Deve essere tutto perfetto!”

 

Ginny sorrise: qualcosa le diceva che era Harry che aveva istruito Kreacher sul fatto che doveva essere tutto perfetto. “Non preoccupatevi, mi siedo da sola” disse, tranquilla, spostando la sedia vicino al tavolo. “Kreacher, potresti portarmi un altro bicchiere, per favore?”

 

L’elfo annuì e si smaterializzò. “Scusami, Ginny, penso di aver detto a…” iniziò Harry ma la ragazza lo interruppe.

“Siediti, Harry. Anch’io sono un po’ nervosa, ma vedrai che andrà tutto bene” disse, stringendogli la mano e facendogli cenno di sedersi al suo posto. “Anzi, sarà perfetto” continuò, imitando il tono di Kreacher.

Harry sorrise e, impugnando la bacchetta, accese le candele. Poi si sedette anche lui. Quando Kreacher portò il bicchiere a Ginny, Harry glielo riempì.

 

Kreacher li servì dell’antipasto e loro iniziarono a chiacchierare. Parlarono dell’accademia di Harry, dell’ultimo anno di Ginny a Hogwarts e risero, toccandosi spesso le mani e sorridendosi come bambini la mattina di Natale. Effettivamente era ancora Natale ed era la prima volta, da quando erano iniziate le vacanze, che erano da soli.

 

Quando ebbero finito il secondo, Harry si avvicinò con la sedia e le accarezzò la guancia, chinandosi verso di lei.

Ginny capì che si sarebbero baciati e chiuse gli occhi, fremendo d’attesa ma, prima che le loro labbra si incontrassero, Kreacher si materializzò accanto a Harry, brontolando.

 

Harry sobbalzò e urtò la bottiglia del vino, ancora piena per metà, che si rovesciò e versò il suo contenuto sulla tavola, sgorgando come un fiume in piena. Il liquido corposo defluì sulla tovaglia, lasciando un segno violaceo e finendo in grembo a Ginny, macchiandole il vestito nuovo.

 

Tutti e due si alzarono di scatto e il vino continuò la sua corsa per terra. “Merlino!” gridò Harry. Ginny spalancò gli occhi.

 

“Se vuole dare a Kreacher il suo vestito, signorina Ginny, Kreacher lo laverà e lo restituirà asciutto” disse l’elfo, pratico.

 

“No, lo pulisco da sola, grazie comunque” rispose la ragazza tirando fuori la sua bacchetta.

“Senti, Kreacher, forse è il caso che tu vada a dormire” iniziò Harry. Ginny lo guardò di sottecchi. Ora era tornato nervoso e forse se la sarebbe presa con l’elfo e lei non voleva.

 

“Non preoccuparti, Harry, non è successo niente” lo consolò, nonostante fosse riuscita a far sparire la macchia dal vestito ma sentisse ancora il bagnato a irritarle la pelle.

 

“Kreacher deve assicurarsi che sia tutto perfetto per la sign…” iniziò Kreacher, ma Harry lo interruppe subito.

“Kreacher, voglio che tu sparisca. Adesso! E non tornare fino a domani mattina” esclamò il ragazzo e l’elfo ubbidì smaterializzandosi all’istante.

 

“Mi spiace, Ginny, io volevo che fosse…” disse Harry, palesemente imbarazzato e passandosi una mano fra i capelli.

“Harry…” lo interruppe lei e si avvicinò a lui. Quando lo raggiunse gli posò una mano sulla nuca e lo baciò lievemente sulle labbra, poi appoggiò la fronte sulla sua e sorrise. “Non preoccuparti, faremo in modo che tutto sia per…” si bloccò da sola e poi gli chiese: “Ma tu non hai freddo?”

 

Ginny pensò che il vestito bagnato le facesse sentire il freddo un po’ più del solito, ma quando guardarono il camino, si resero conto che effettivamente si stava spegnendo: solo un piccolo ceppo stava bruciando ancora.

 

Si avvicinarono tutti e due e si chinarono a guardarlo. “Bisogna ravvivarlo, dov’è la legna, Harry?”

Harry scosse le spalle. “Non lo so. Bisognerebbe chiederlo a Kr…” Ma si interruppe. Ginny capiva cosa provasse: aveva appena mandato via l’elfo, non poteva richiamarlo subito. Anche lei si sarebbe fatta dei problemi.

 

“Ne evoco un po’, aspetta” disse, prendendo la bacchetta. Quando il ceppo si materializzò, scoppiettò e qualche scintilla saltò fuori dal camino e si depositò sulla mano di Harry, che si scottò e lasciò cadere la bacchetta. Il ragazzo imprecò e si strofinò la mano, mentre Ginny gliela prendeva per guardargli la ferita.

Altre scintille saltarono dal ceppo all’impazzata e questa volta fu la camicia di Harry a essere vittima del fuoco, cominciando a bruciare.

Harry si agitò e cercò di afferrare la bacchetta, esclamando al tempo stesso: “Aguamenti!”

Per fortuna Ginny riuscì a prendere la bacchetta di Harry prima del ragazzo, impedendogli di inondare la stanza.

“No, Harry!” esclamò, prendendo la gonna del suo vestito e tamponando i piccoli buchi sulla camicia del ragazzo, risolvendo la cosa in modo molto più efficace.

 

Harry sospirò e si sedette sul tappeto, rassegnato. “Scusa, Ginny, è che non sta andando come volevo e… Sono un troll” disse, sconsolato. Ginny si inginocchiò e si avvicinò a lui.

“Harry, tesoro…” Gli accarezzò una guancia e aspettò che lui alzasse lo sguardo per sorridergli. “Non sei un troll, sei il ragazzo che è sopravissuto. Due volte.”

 

“Volevo che fosse perfetto” si scusò lui.

“È tutto perfetto” disse Ginny.

“Non è vero.”

“Sai perché è tutto perfetto?” gli chiese, ignorando quello che aveva detto. Harry scosse la testa e lei continuò: “È tutto perfetto perché ci siamo io e te”.

Harry non sembrava convinto. E infatti chiese: “Sicura?”

Ginny annuì e si avvicinò per baciarlo.

“Sicura. Io ti amo, Harry, e non mi serve nient’altro.”

“Anch’io ti amo, Ginny.”

 

Quando le loro labbra si toccarono non pensarono più a cosa avrebbe dovuto esserci per essere il momento perfetto.

Ginny capì che Harry non era più preoccupato quando la spogliò e l’accarezzò come non aveva mai fatto, sfiorando la sua pelle con le dita e le labbra, facendola tremare ma non di freddo.

Sorrise quando i suoi occhi si chiusero sul piacere profondo e quando fu pronta lo accolse dentro di sé con naturalezza e senza la paura che le aveva impedito di pensare serenamente a quel momento.

 

Harry la baciò dopo che tutti e due ebbero ripreso a respirare normalmente e Ginny vide chiaramente il luccichio negli occhi del suo ragazzo, mentre le diceva ancora che l’amava.

 

Restarono sdraiati l’uno sull’altra ancora qualche minuto, poi Harry si spostò e Ginny si voltò, evocando una coperta e coprendoli tutti e due.

 

“Merlino!” esclamò Harry, subito dopo.

“Che succede?” chiese Ginny, pensando che Harry fosse tornato nervoso come prima.

“Ginny… si è rotto…”

Come? Cos’è che si era rotto?

 

*

 

“Oh, signorina Weasley! Cosa fa nella mia aula?”

Ginny si riscosse alla voce della professoressa Cooman e si voltò verso di lei: non era sobria.

“Oh, mi scusi professoressa. Ero venuta solo per…” Ginny si interruppe. Cosa dirle? Che voleva rimanere da sola per rileggere la lettera di Harry e di sicuro nell’aula di divinazione non ci sarebbe stato nessuno? Non sembrava molto educato. Così non disse niente. Non disse neanche di aver avuto una premonizione.

 

La professoressa annuì e alzò un bicchiere pieno dicendo: “Ah, il primo amore… se avessi saputo prima ciò che so adesso…” Poi lo tracannò.

 

Ginny si alzò per lasciare l’aula quando la Cooman disse, con una voce strana: “Ma stai attenta, a settembre le streghe gemelle, ti fanno rimpiangere la luna e le stelle”.

 

La ragazza si fermò. Conosceva quel detto sulla nascita di bambine gemelle in settembre. Ma che c’entrava?

Poi Ginny capì: e se Harry intendesse che si era rotto il contraccettivo? E se lei fosse rimasta incinta? Contò mentalmente. I bambini concepiti a dicembre, nascevano a settembre. Merlino!

L’immagine di tre culle davanti al camino con tre bambine urlanti fece capolino nella sua mente. Premonizione o suggestione?

Meglio non rischiare. C’era il modo per non fare accadere ciò che aveva visto?

 

“Professoressa… quello che ho visto… succederà davvero?” chiese.

La strega alzò le spalle. “Se sarà impossibile che succeda, non succederà”.

 

Ginny la guardò, annuì e poi corse fuori dall’aula. Corse fino a raggiungere l’ufficio della McGranitt e si tuffò nel camino.

 

“Ginny!” esclamarono, sorpresi, Harry e Ron quando lei uscì dal camino della Tana.

“Harry, ti devo parlare urgentemente!” E, ignorando il fratello, prese per mano Harry e lo trascinò lungo la scala. Arrivati in camera, chiuse la porta dietro di sé.

 

“Che succede?” chiese Harry preoccupato.

“Non posso aspettare Natale per la nostra prima volta. Amami adesso, sarà perfetto.”

“Adesso?”

 

Ginny fece apparire un rametto di vischio e gli fece cenno di baciarla. “Perfetto” ripeté.

Harry non chiese più niente.

 

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***Eccomi con un altro contest, ma specialissimo! 

Traccia su 'ordinazione' : 'Volevo proporre una os su Harry Potter però un po' diversa. Harry e Ginny trascorrono la loro prima notte insieme e fanno l'amore. (una cosa soft e non alla 50 sfumature di grigio)

Limitazione imposta dal contest: Ginny resta incinta.

2000 parole

   
 
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