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Autore: GladiaDelmarre    26/12/2019    13 recensioni
- Cos'è il tempo se non il susseguirsi di ore e giorni e poi anni, ed ere intere?
L'angelo, seduto nella penombra, circondato dai suoi ricordi, se ne cura appena. E' tutto lento, fluido, gli scorre sopra lieve lasciandolo immutato.
- Il tempo di Crowley è quantizzato, diviso in unità. Lo fraziona fino ad arrivare all'istante più piccolo che possa esistere, e poi salta in avanti. Lo stesso vale per l'energia che lo fa muovere: egli ha bisogno di stasi e movimento in egual misura.
Digressioni varie sui concetti di tempo e spazio ed interazioni tra sistemi.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sense of Life '
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(il tempo è relativo)



 

Cos'è il tempo se non il susseguirsi di ore e giorni e poi anni, ed ere intere?

L'angelo, seduto nella penombra, circondato dai suoi ricordi, se ne cura appena. E' tutto lento, fluido, gli scorre sopra lieve lasciandolo immutato.

Le piccole rughe attorno agli occhi sono sempre state lì, a dare profondità e mutevolezza al suo sguardo. Le guance che denotano un accenno di mollezza non hanno mai vissuto periodi più floridi e mai sfioriranno. Le labbra piene e definite si curvano in sorrisi di una bellezza abbacinante o solo vaghi e accennati da millenni allo stesso modo.

Forse solo la profondità delle iridi, pozzi grigio azzurro di mare e di cielo, possono far presagire la sua età.

 

Un essere senza tempo, che scivola lieve tra le epoche, che corre sulla neve appena caduta quasi senza lasciare alcuna impronta.

 

Perchè Aziraphale è così. Delicato. Leggero e piumoso come le ali che tiene ben nascoste sotto la pelle.

Ha conservato in sé la purezza del paradiso e l'ha lentamente impastata con le esperienze terrene, che lo meravigliano e lo fanno innamorare ancora ed ancora. Perchè il giardino creato da Dio era splendido e perfetto, ma lui ritrova in quel mondo plasmato dagli Uomini altrettanta bellezza, anche se di diversa natura.

 

Per Aziraphale il tempo è un fiume lento, che scorre placido intorno a lui.

Aziraphale è una roccia che si erge nel mezzo, solida e fiera, attorno a cui il fiume è costretto a girare creando piccoli vortici e gorghi che si perdono poi solo qualche metro più avanti. Ma come il fiume è composto di milioni di milardi di molecole d'acqua di cui noi siamo a conoscenza solo in grazia della scienza, così il tempo è formato da altrettanti piccoli eventi, che Aziraphale sapientemente modifica secondo il piano divino.

Le molecole di idrogeno e ossigeno strettamente legate si spostano cambiando la loro traiettoria, scivolano via le une sulle altre, vanno ad incontrarne di nuove, e infine trascinandosi sul letto del fiume portano via, in sospensione, particelle di altra natura.

E quella pagliuzza d'oro che si era adagiata, negletta in mezzo alla sabbia di quarzo, viene di nuovo ripresa via nel flusso dell'acqua verso altri lidi, altri luoghi per nascondersi e poi essere ritrovata.

 

Immaginate un grande fiume in inverno.

Non può gelare, perchè è troppo imponente ed è impossibile che si blocchi il suo eterno scorrere verso il mare. Sulle sue sponde però piccole croste di ghiaccio si formano laddove il flusso viene rallentato o interrotto dai detriti. I piccoli rivi che vi si riversano dentro invece sono fermi, immobili, in attesa degli eventi. Quando arriva, lento, il disgelo, questi si animano di nuova vita e cantano delle gocce che prima solitarie e poi più numerose vanno ad inondarli.

La primavera arriva prima serpeggiando, poi sempre più prepotente. E il grande fiume ne viene totalmente soverchiato, tanta è l'acqua che arriva dalle alture. Si gonfia, si innalza, ruggisce e trascina via alberi, piccole rocce, terra e detriti. Diventa rabbioso e crudele.

 

Così sono le guerre degli Uomini, devastanti e stagionali, perchè fanno parte di un ciclo di cui sembrano non poter fare a meno.

 

Così, per Aziraphale, è Crowley. Perchè ogni volta che gli si avvicina, per lui è come la piena di un fiume, che spazza via i muschi e le alghe che gli sono cresciuti intorno, strappa via parti di sé con la sola presenza, e poi lo lascia lucido, nuovo e luccicante.

 

Ogni volta, gli toglie qualcosa e altrettanto gli dona.

 

Aziraphale senza Crowley vive in un sistema inerziale: è immoto e quasi nulla lo sfiora. Prosegue la sua vita e le sue occupazioni senza farsi intaccare da nulla. A volte tutto si ferma, come al centro di un buco nero. E' Crowley che lo rimette in moto e lo porta ad essere cosciente delle quattro dimensioni: il punto dello spazio in cui entrambi si trovano e l'istante del loro incontro.

Quelli sono i momenti in cui il suo tempo si dilata, e nelle poche ore che passano insieme accadono più cose che negli anni (o decenni) di lontananza. Le gocce diventano oceani, e lui torna ad guardare e vedere davvero le cose.

Prima ancora che fossero formulate le equazioni che tentano di spiegare la curvatura dello spazio-tempo, Aziraphale si rende conto di quanto questo sia relativo. Possono passare secoli di silenzio e noia, lasciando poche tracce e pochi ricordi in lui che non siano lo sbocciare di un dente di leone o gli occhi di una bambina che lo ha salutato per strada agitando la mano paffuta. Ma quando il demone è con lui è il momento in cui bere di ogni avvenimento, di riempirsi occhi e cuore, di godere della presenza dell'altro, così diverso eppur così simile a lui.

Semplicemente, ci sono momenti in cui lo spazio e il tempo si curvano, si uniscono, creano le condizioni perfette in quel punto dell'universo e in quell'attimo sospeso in un decennio di bonaccia, e loro due si trovano insieme. E' una sorta di forza di gravità che li tira e li spinge, li porta a perdersi e a trovarsi di nuovo, ancora ed ancora, in ogni angolo di di mondo. E' il legame tra due corpi celesti, tra due stelle che si girano intorno, seguendo traiettorie ellittiche che si intersecano nello stesso quadrante di cielo.

 

Si ritrova a pensare spesso a quanto sia paradossale che loro, unici esseri immortali a dimorare sulla terra, possano vivere tutto quel tempo e vederlo agire così attorno a loro. E se tutto questo sia parte del Piano.

 

Aziraphale scuote la testa lentamente. Guarda fuori dai vetri della libreria e osserva quella gente, poco più di un soffio di vento nel tempo, poco più di un battito di ciglia. Si domanda se di loro rimarrà qualcosa o se semplicemente verranno lentamente ricoperti dalla polvere pesante dell'oblio.

 

Si stringe le braccia al corpo per un attimo, chiudendo gli occhi e andando col pensiero ad arenarsi involontariamente tra le ciocche scombinate dei capelli rossi di Crowley, che tanto si accordano al suo essere spigoloso.

 

Chissà quanto mancherà al prossimo incontro.

 

Note:

La fisica mi ha sempre affascinato e nei miei corsi universitari ho studiato principalmente la meccanica e l'elettromagnetismo, ma la mia impostazione da geologa mi trascina fin troppo spesso verso la terra e le leggi che la dominano. Per scrivere questa raccolta ho dato fondo a tutte le mie (scarse) nozioni di meccanica quantistica, tirate fuori da ricordi, letture di articoli che mi sono capitati sottomano e che mi hanno affascinata, chiacchierate con chi di fisica “elevata” ne sa più di me. Ho fatto un po' di ricerche per evitare di scrivere bestialità, e tra gli altri articoli e la sacra Wikipedia mi sono imbattuta in questa raccolta online, che ho trovato semplice e lineare e abbastanza divulgativa. Non me ne vogliate se mi permetto di scrivere di qualcosa di tanto complesso in modo così romanzato e impreciso. Ad ogni modo, se avete voglia di approfondire, provate a leggere qui.

   
 
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