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Autore: Always_Always    26/12/2019    1 recensioni
[Legoverse]
Legobatman e Legojoker sono così belli che dovevo scrivere su di loro. Queste storie sono rimaste nel mio pc per qualche anno e solo adesso ho deciso di pubblicarle. Sarà una raccolta di Missing Moments che cercherà di ricalcare le atmosfere surreali e giocose del film - e a volte anche un po' trash, perché l'idea è quella di strapparvi un sorriso. Ovviamente batjokes.
(...)
1 ~ "Lo sa, sir? Potrebbe invitare a cena il signor Joker, visto che proprio non riesce a darsi pace. Scommetto che lui accetterebbe; e almeno lei non salterebbe più la cena."
Genere: Fluff, Parodia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alfred Pennyworth, Altri, Batman, Harley Quinn, Joker
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'autrice: mi sono convertita di nuovo alla Batjokes e questa volta sono più ossessionata che mai. Ho trovato delle immagini davvero carucce per il web e da lì è partita l'ispirazione per questa raccolta. Spero di riuscire a rallegrarvi un pochino nel mentre.
Questo primo capitolo è stato preso da uno scambio di battute tra Harley e Alfred montato alla perfezione su questo video stupendo (https://www.youtube.com/watch?v=GM13MVeC3D8&t=123s&ab_channel=MsDarkShadow6661).
Non ho idea a cosa si rifacciano queste due frasi (se sono dello stesso episodio o se sono di due cose completamente diverse), ma qui ve le lascio.

«Whenever Batman's around that's all Mr J cares about. It's like no one else exists.»
«Oh, I know how you feel. Batman fights other crooks, but all he thinks about is the Joker.»

Spero che vi piaccia. Se vi va, lasciatemi un commento. Grazie! 

 


BATJOKES NEVER ENDS
1 ~ Di quella volta in cui Alfred e Harley sono stufi dell'ovvio

 

 

 

Harley Quinn sbuffa.
Forte. Più di una volta. Prende aria a pieni polmoni e poi la scarica tutta d'un tratto in un colpo di tosse così forzato da far storcere il naso persino a Bad e Lou, che stiracchiano un istante le zampe e poi tornano a sonnecchiare.

Niente. Nemmeno una maledettissima reazione!
"Pasticcino…" prova, senza nascondere l'astio che impregna la sua voce.
Ma, naturalmente, Pasticcino non le risponde. E come potrebbe, impegnato com'è in ben altre faccende?
"Poi faccio esplodere la torta nuziale e, oh, quanto l'adorerai!"
Harley Quinn non è proprio convinta che adorare sia la parola corretta, non con il personaggio in questione. Ma ha detto davvero torta nuziale?
"Pasticcino… perché non proviamo a fare qualcos'altro, per una volta?"
"B-man, uh uh! Vedrai cos'ho in serbo per te! Una sopresa da morir dal ridere!"
Harley Quinn sbuffa di nuovo e si ribalta sul divano gettando le gambe in aria.
Non c'è proprio niente da fare: Mr J ha solo una cosa in testa. E no, non è qualcosa che sta in mezzo alle gambe di Harley. Certo, a volte le piacerebbe che Mr J fosse quel tipo di uomo - è un'idea malsana che la sfiora solo nei momenti davvero drammatici perché, andiamo, lo charme di Mr J scomparirebbe all'istante se fosse davvero quel tipo d'uomo - però deve dire di non sopportare più questa situazione.
"Sai, questa relazione tra voi sta davvero cominciando ad annoiarmi…"
Mr J - finalmente - gira lo sguardo nella sua direzione ed è piuttosto sorpreso. "Che relazione?"
"Ah, signore."

 

*

 

Alfred Pennyworth sospira.
Piano. A lungo. Poggia il vassoio sulla scrivania che pullula di gadgets di cui Dio solo sa la funzione, leva due o tre ragnatele avviluppate tra loro lì nell'angolo e poi si pulisce le mani sfregandole l'un l'altra.

Pensa che dovrebbe spolverare più spesso, in quel dannato antro buio.
"Sir, se posso permettermi," comincia, sapendo che sia una lotta persa in partenza, "sarebbe il caso che facesse una pausa per dedicarsi ad altro. Cenare, per esempio."
Ma, ovviamente, Bruce Wayne non lo ascolta, indaffarato com'è davanti all'ultimo modello di supercomputer che ha montato l'altra notte - in segreto Alfred pensa che Bruce abbia una sorta di feticismo per queste cose.
"So che ti nascondi da qualche parte, clown. Lo so. Ma cosa farai, questa volta?"
Alfred Pennyworth troverebbe fantastico questo suo attaccamento al prossimo, se il prossimo in questione non fosse un travestito dalla dubbia moralità che si diverte a far saltare in aria tutto.
"Sir, Gotham non verrà colpita da una calamità naturale se si prende un'ora di pausa per far arieggiare la batcaverna."
"Se speri di poterla spuntare rimarrai deluso, Joker: lo sai che non hai alcuna possibilità. Alla fine ti fermo sempre."
Quando Batman parla da solo Alfred sa che non c'è nessuna probabilità di riportarlo con i piedi per terra. Il fatto è che soltanto in particolari situazioni e soltanto con particolari individui Batman perde del tutto la concezione di realtà. Individui? Diciamo pure individuo.
"Lo sa, sir? Potrebbe invitare a cena il signor Joker, visto che proprio non riesce a darsi pace. Scommetto che lui accetterebbe; e almeno lei non salterebbe più la cena."
Come folgorato, Batman si volta indignato verso la sua direzione. "Alfred, hai uno strano senso dell'umorismo."
Non è una peculiarità di tutti gli uomini della sua vita, sir?

 

*
 

"Alfy, ci sei?"
Non sa di preciso quando sia iniziata quella collaborazione. Davvero non lo sa.
"Aaaaalfy? Mi senti?"
"Forte e chiara, Miss."
"Non ce la faccio più, Alfred!"
Se pensa che Miss Quinn non ha idea che Alfred sia il suo vero nome, gli vengono i brividi. «Tutti i maggiordomi si chiamano Alfred, Alfy. È una cosa che sanno anche i muri!» gli ha detto quando gli ha affibbiato il finto (vero) nome. Alfred non ha saputo cosa rispondere e allora non ha risposto niente, ma Miss Quinn ha continuato a chiamare e lui non ha troncato la comunicazione, nemmeno quando si è accorto che il trasmettitore remoto trovato da Miss Quinn non era parte di un piano ideato da Batman per rintracciare i due pagliacci, ma una semplice mancanza di cui nessuno si era accorto.
Beh, tranne lui e Miss Quinn, ovviamente.
"Non deve arrendersi, Miss. Le cose non possono andare tanto male."
Ritrovarsi a fare da psichiatra a un'ex psichiatra è uno step della sua vita che non pensava di raggiungere mai - ma se pensa che il suo figlioccio ama travestirsi da pipistrello e planare sopra i tetti di Gotham non gli pare una situazione tanto surreale, in fondo.
Harley Quinn emette un urletto isterico. "Non so più che fare, Alfy. Ogni volta che Batman si mette in mezzo le attenzioni di Mr J sono tutte rivolte a lui. È come se nessun altro esistesse."
Alfred Pennyworth scuote la testa. "Oh, so come si sente. Batman ha molti nemici ma l'unico a cui pensa sempre è il Joker."
"Dici che dovrei trovarmi un hobby? Che dovrei prendere baracca e burattini e togliere le tende?"
"Da quanto mi ha raccontato, il signor Joker ha bisogno di lei."
"Certo, fino a quando Batman non compare. E sappiamo entrambi che quei due non riescono a stare lontani troppo a lungo."
Amara verità. Alfred vorrebbe poter dire che si tratti di uno sbaglio, ma l'ha capito fin dalla prima volta in cui si sono incontrati che Batman e il Joker avrebbero avuto una storia duratura.
"Alfy," continua Harley, arricciandosi i codini biondi, "forse vado a stare per qualche tempo da Pam."
Alfred è attraversato da una fastidiosissima questione morale: deve rivelare a Batman l'ubicazione di due tra le più temute super criminali, oppure deve avvalersi del segreto dell'amicizia?
Ma soprattutto: la vita di un maggiordomo è mai stata tanto complicata?
"Le porto i tuoi saluti, se vuoi."
Maledizione, questa città farà impazzire anche lui.
"Non fate niente di troppo sconsiderato, Miss."
"Parola di scout."

   
 
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