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Autore: mydaimonissnake    26/12/2019    1 recensioni
Derrik e suo fratello gemello David hanno chiesto al loro papà di insegnargli a guidare.
Questa è la loro prima lezione.
Fiction partecipante alla Maritombola 10 per il prompt 56 adagio.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Un amore nato troppo presto'
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“Va bene, quando sei pronto parti.”

Finalmente! Cominciava a pensare che suo padre non l’avrebbe finita più con tutte quelle raccomandazioni. Passi il ricordargli di mettersi la cintura, ma tutte quelle chiacchiere sull’importanza di regolare gli specchietti e il sedile, e su come posizionare le mani sul volante e bla bla bla. Era seduto al posto di guida da almeno mezz’ora e ancora non aveva neppure potuto accendere l’auto.

Ora però finalmente suo padre gli aveva dato il permesso di partire.

Derrik accese la macchina e partì a razzo, “Dio santo, rallenta!” “Der, papà ha ragione, vai più piano!” gli urlarono suo padre e suo fratello.

“Oh e va bene, ma non fate gli isterici, che volete che succeda! In questo spiazzo deserto non rischiamo mica di andare a sbattere!” rispose lui un po’ contrariato, ma obbedendo.

“Non è questo il punto Derrik. Questa è la vostra prima lezione di guida pratica, dovete imparare che la sicurezza è la cosa più importante e comunque dentro città così veloce non ci potrai andare, è meglio se impari a guidare piano.”

Ed ecco la predica, di nuovo, lo sapeva che non avrebbero dovuto chiedere aiuto a lui, perché diamine fosse capitato loro il padre più noioso del mondo proprio non lo sapeva. Questa doveva essere una delle esperienze migliori della sua vita e invece suo padre avrebbe finito col rovinarla di sicuro.

“Sì papà, va bene, hai ragione, ora giro, ok? Sennò finiamo tra l’erba.”

“Sì, certo, gira pure, ma adagio! Mai accelerare in curva, anzi è buona regola rallentare e scalare marcia.”

“Pà, te lo ricordi vero che questa, che vorrei sottolineare è la tua di macchina, ha il cambio automatico, sì?”

“Certo che me lo ricordo, ma se tu ben ricordi abbiamo già stabilito che voi questa non la guiderete, una volta che avrete preso la patente vi compreremo un’auto usata, che possibilmente non costi troppo, e quella potrebbe avere il cambio manuale, per questo vi parlerò anche delle marce.”

Altre chiacchiere, non era possibile, né tanto meno sopportabile, Derrik lanciò un’occhiata allo specchietto retrovisore per guardare suo fratello che era seduto dietro, e vedere se era annoiato quanto lui, ma David sembrava molto interessato al discorso.

Be’, lui invece era stufo, tra l’altro se continuava ad andare così piano il giro del piazzale non l’avrebbe finito nemmeno entro l’anno prossimo, così Derrik diede una bella accelerata, e ignorando le urla di suo padre, completò il giro e tornò al punto da cui erano partiti. Solo allora si fermò.

Lì per lì pensò che ne fosse valsa la pena, se non altro era stato divertente, ma dopo un’altra lunghissima predica sui limiti di velocità, non ne fu più così sicuro.

Intanto era stato costretto a cedere il posto a Dave, che se possibile sembrava quasi meno contento di lui, Derrik sapeva che il fratello era nervoso all’idea di mettersi al volante ma non capiva perché, guidare era così semplice!

David partì molto più lentamente di quanto aveva fatto lui, e non sembrava intenzionato ad aumentare l’andatura.

“David, figliolo, so che ho detto che dovete andare piano, ma un po’ più di gas lo puoi dare.”

“No, ho bisogno di penderci mano, non farmi fretta.”

Oddio ma che aveva fatto di male per meritarsi tale supplizio?

Procedettero a passo di lumaca fino al punto dove avrebbero dovuto curvare, e poi incredibile ma vero, David cercò di rallentare ulteriormente e l’auto si spense.

“Oh cavolo! Papà perché si è spenta? Che è successo?” chiese suo fratello tutto agitato.

Derrik si morse le labbra per non insultarlo pesantemente.

“Be’ ti avevo detto che stavi andando un po’ troppo piano, poi hai rallentato troppo, per questo si è spenta, ma perché l’hai fatto?”

“Come perché? L’avevi detto tu che in curva si deve rallentare!”

A quel punto Derrik non riuscì a trattenersi “Sparatemi!” esclamò scocciato.

In risposta a quella sua uscita David si girò a guardarlo malissimo, e suo padre gli disse di non dire stupidaggini, poi si mise a dare nuove spiegazioni a suo fratello sul funzionamento del motore e lui per la disperazione si mise a guardare fuori da tutti i finestrini, nella speranza di vedere qualcosa o qualcuno che potesse fornirgli una qualsiasi distrazione.

L’unica cosa che vide fu una vecchietta che usciva da una casa, non molto interessante, se almeno fosse stata una bella ragazza!

In quel momento però David riaccese l’auto e partirono di nuovo, e per Derrik fu subito evidente che il discorso di papà non era servito a niente, perché suo fratello continuava ad andare pianissimo.

Dave riuscì a far spegnere l’auto altre due volte, e davvero Derrik non capiva come si potesse essere più imbranati.

“Dave, ti rendi conto che quella vecchia laggiù, quella con la gobba e il bastone, da quando è uscita di casa ha fatto più strada di te?” fece notare Derrik a suo fratello.

“Oh insomma! Non è colpa mia se questa non fa altro che spegnersi, è chiaro che mi odia!” si lamentò David.

“La macchina non ti odia, sei tu che sei imbranato.”

“Grazie tante! Perché non torni a guidare tu, visto che sei tanto bravo!”

“Lo faccio volentieri, e se proprio te lo devo dire sì, sono bravo, molto più di te di sicuro.”

“Bene, quindi secondo te, solo perché io non ho imparato tutto in dieci minuti non ho diritto di imparare?”

“Non ho detto questo.”

“No, ma è quello che pensi, visto che vuoi che lascio perdere!” ribatté l’altro con tono arrabbiato.

“Ma per la miseria! Non devi far altro che premere quel maledetto pedale, non è che si rompe se ci calzi un po’ di più!” gridò Derrik perdendo la pazienza.

“Non urlarmi addosso ora!”

“Be’ non farlo nemmeno tu!”

“Adesso basta!” urlò il papà sovrastando le loro voci e zittendoli. “Non ne posso più! Mi avete stufato! Dave va’ dietro con tuo fratello, ce ne torniamo a casa e io di lezioni di guida non ve ne do’ più. La prossima volta chiedete alla mamma. E vi avverto non un fiato mentre torniamo a casa, mi avete fatto venire un mal di testa che non vi dico.”

Alla fine della giornata l’unica cosa su cui furono tutti d’accordo era che quella prima lezione era stata un disastro.
  
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