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Autore: carachiel    27/12/2019    1 recensioni
Gli ultimi mesi di Freddie, ripercorsi attraverso gli occhi dei suoi compagni di band.
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Dal primo capitolo:
A guardarlo, a Roger prese un nodo in gola nel realizzare che gli stavano chiedendo tanto, persino più di quanto la sua sconfinata generosità fosse in grado di offrire loro.
Eppure, a sentire quelle note spandersi nel piccolo studio di registrazione, gli apparve lampante come quella pace disperatamente invocata fosse la stessa che il cantante andava traendo dalla musica, la stessa che gli aveva permesso di andare avanti sino a quel momento.
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Peace, at last


 

Disclaimer: I Queen appartengono solo che a sé stessi e i fatti riportati non hanno alcuna pretesa di veridicità.



Agosto 1991, Montreaux, Svizzera


Quella mattina, quando videro Freddie entrare in studio, rimasero basiti.Si erano abituati, dolorosamente, a vederlo caracollare in studio con passo stanco, sempre più frequentemente accompagnato da Jim.
In piedi, e persino in orario, impegnato a buttare all'aria lo studio di registrazione alla ricerca disperata di qualcosa, pareva invasato, e i tre musicisti decisero di intervenire prima che decidesse di demolire tutto.

"Freddie, calmo, che succede?" domandò John fissandolo mentre lanciava in giro montagne di spartiti e pezzi di carta con annotati testi o modifiche da apportare.
"Voglio cantare, Deaky! Datemi qualcosa da cantare!" rispose l'interessato lanciandosi sull'ampio divano allocato nell'ambiente "Perché voi avete scritto qualcosa... vero?"
I tre si scambiarono uno sguardo allibito di fronte alla richiesta avanzata. Effettivamente, non avevano fatto altro, nelle ultime settimane, che lavorare alle tracce già registrate, aggiungendo o modificando.
"Ehmmm..." fu il mormorio in risposta.
Freddie si passò una mano sul viso.
Era a pezzi, per quanto si sforzasse di non farlo vedere, e soltanto l'alcol trangugiato quella mattina riusciva a farlo tenere in piedi sulle gambe malferme.
"Voglio rendermi utile, dannazione." mormorò serrando il pugno. "Voglio fare quello che ho sempre fatto, quindi sbrigatevi a trovarmi qualcosa da cantare."

I tre lo fissarono sempre più allibiti, stupiti dalla tenacia del frontman che, nonostante l'aspetto dimesso e smagrito, si sforzava ancora di sembrare autoritario, per poi scambiarsi uno sguardo.

"Veramente io ho qualcosa... ci ho lavorato negli scorsi giorni, la base è pronta ma il testo..." iniziò Brian, tirando fuori dalle tasche della giacca dei pezzi di carta, per vederseli strappare di mano.
"Oh andranno benissimo tesoro!" fece sbrigativo Freddie, consultandoli. 
"Freddie... Non dirmi che hai bevuto" fece Roger, avvicinandosi per poter scorgere e storcendo il naso per il fiato pesante del cantante.
"Quello che ho fatto non importa" 
"Fred, non ti fa bene" mormorò esasperato il chitarrista, pur sapendo che non era il momento migliore per fargli la morale. 
"Va bene, quindi faremo dieci takes per ogni verso?" domandò in tono pratico John che nel frattempo si era avvicinato, mettendo fine alla discussione.
"No, Fred, cinque!" lo bloccò Brian. 
"Sai, non vogliamo raccoglierti dal pavimento, dopo." replicò Roger con amara ironia, nel ricordare i primi tentativi con The show must go on.
Il cantante guardò i due con malcelata stizza, salvo poi annuire "C'è un'ordine?"
"Sì, questa va per prima e poi questo che è il ritornello e quest'altro..." spiegò brevemente il chitarrista riordinandoglieli.
Il cantante annuì, per poi andarsi a posizionare davanti al microfono, facendo segno di far partire la base.

Non appena Brian la inserì Roger sussultò, riconoscendo la canzone su cui avevano lavorato fino a quel momento disassemblata e sparsa, prendere forma.
Ricordava distintamente il modo in cui Brian ne aveva parlato sino a quel momento, come una cosa poco importante, quasi una perdita di tempo. Eppure, in quel momento, unita e completata in gran parte, aveva la sensazione che potesse essere molto di più. 


I don't want to sleep with you
I don't need the passion too
I don't want a stormy affair
To make me feel my life is heading somewhere...


La voce calda del cantante si diffuse nelle sue cuffie e Roger sorrise tra sé e sé a sentire quelle parole, fin troppo da Brian, che la voce di Freddie rendeva di una malinconia senza pari. 

 

"Com'era?" domandò il cantante togliendosi le cuffie. 
"Buona." rispose il chitarrista premendo il pulsante dell'interfono "Un po' troppo veloce all'inizio, non correre."
Il cantante annuì e riprese posizione davanti al microfono per il secondo take. 
Roger si scambiò uno sguardo con John, vedendo riflesse nelle iridi del bassista le stesse domande che gli attanagliavano la mente mentre, con un gesto meccanico, si rimettevano le cuffie. 

I loro pensieri vennero interrotti da Freddie, che dall'altra parte del vetro faceva segno di fermarsi e uscire a grandi passi, dirigendosi verso il chitarrista. 
"Fred. Va tutto bene? Serve una pausa?" domandò quest'ultimo scrutandolo. 
Domanda che fu deliberatamente ignorata dal cantante che, sedutosi accanto a lui con la penna in mano, ricontrollava testi e spartito. 
"Non mi convince come hai deciso di legarla alla parte successiva..." mormorò
"Hai un'idea migliore?" domandò Brian con un tono tra il serio e il polemico. 
"Ovvio. Io ho sempre un'idea migliore!"
"È arrivato." commentò il bassista. 
"E meno male che siamo quattro regine..." sbuffò Roger, lieto di avere l'occasione per alleggerire il clima di tensione che aleggiava nello studio. 
Il cantante rise, un risolino leggero e stentato, per poi gettarsi a scribacchiare. 
"Mama please, let me back inside..." articolò il biondo, in piedi dietro di lui. "Bohemian Rhapsody, vero?" 

Non serviva una risposta per immaginare che fosse così, che con quel testo stesse cercando di fare ammenda con sé stesso, prima che fosse troppo tardi.


Il cantante scosse la testa "E invece questa parte la sposterei qui, che ne dici Bri?" domandò, ricevendo uno sbuffo di fastidio da parte di Roger per aver ignorato la domanda. 
"Va bene" replicò l'interpellato. 
Roger, guardando il chitarrista, poté solo che pensare che era ovvio che non fosse così, dato che era alquanto raro che qualcosa gli andasse bene delle prime stesure, almeno fintantoché non avesse cambiato anche l'ultima virgola. 
"Non va bene per me, troppo lunga... John?" domandò il batterista, cercando il sostegno del bassista 
"Per me la versione originale andava bene." 
"Su, non c'è bisogno che vi scanniate, la farò in entrambi i modi." replicò il cantante, avviandosi con lentezza verso il microfono. 
A guardarlo, a Roger prese un nodo in gola nel realizzare che gli stavano chiedendo tanto, persino più di quanto la sua sconfinata generosità fosse in grado di offrire loro. 

Eppure, a sentire quelle note spandersi nel piccolo studio di registrazione, gli apparve lampante come quella pace disperatamente invocata fosse la stessa che il cantante andava traendo dalla musica, la stessa che gli aveva permesso di andare avanti sino a quel momento. 

Quasi non si accorse che la strofa era terminata e che qualcosa di umido gli stava bagnando gli zigomi.
Merda. 
Poté solo che sperare che gli occhiali da sole nascondessero tale cedimento, ma bastò un'occhiata al viso preoccupato di Brian per capire che era inutile. 
"Roger, che ne pensi?" lo richiamò il chitarrista alzandosi in piedi e avvicinandoglisi. 
"È... fantastica." replicò, cercando di mascherare il tremore nella voce.
"Concordo" gli venne in aiuto John "Passiamo all'ultimo verso?"

E a tale domanda gli occhi dei tre si fissarono sulla sagoma pallida del cantante, che dopo aver finito l'ultimo take si reggeva in piedi solo grazie all'asta del microfono, il capo chino e il respiro corto e ansante.
A tale vista il bassista scattò a chiamare Jim, che aveva atteso nel salottino attaccato alla sala prove, mentre i due restanti presero ciascuno un braccio di Freddie e si disposero per aiutarlo a uscire.
"Fred, dovevi dircelo che non ce la facevi..." mormorò Roger
"Lo so, ma non volevo..."
"Cosa, ammettere di non farcela? Oh andiamo." concluse per lui il chitarrista.
Nonostante le modeste dimensioni dello studio, trascinare il cantante fino al salottino parve ai due un'impresa, finché non riuscirono ad adagiarlo con la massima delicatezza possibile sulla sedia a rotelle che Jim aveva predisposto.

Quando ebbero ripreso fiato Freddie afferrò la mano di Brian, costringendolo a guardarlo dritto negli occhi "Voglio finirla, Bri. Lasciami solo il tempo di riposare, tesoro, poi tornerò qui e finirò di registrarla. Te lo prometto."
Roger guardò il chitarrista sorridere, incerto. 

"Va bene, la finiremo."





 

Angolo Autrice:
Ave, fandom dei Queen ^^ mi presento con questo.... coso, che - mi auguro - diventerà una mini long incentrata sugli ultimi mesi di Freddie, ispirato dalla canzone Mother Love (ragione per cui ho iniziato ad amare i Queen). E niente, spero che questo delirio vi sia piaciuto, se vi va lasciatemi una recensioncina!

Alla prossima!

 
   
 
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