Libri > Altro - Sovrannaturale
Ricorda la storia  |      
Autore: Golden locks    28/12/2019    2 recensioni
[Lasciami entrare]
[Lasciami entrare][Lasciami entrare]Sono passati quattro anni da quando Oskar ed Eli sono scappati da Stoccolma, e sono felici insieme. Oskar però, a differenza di Eli, ha continuato a crescere, ma non vuole diventare tanto diverso da lei. Anzi, vuole essere proprio come lei.
Dal testo:
"Eli?"
"Mmh."
"Io non voglio crescere più."
"Mm?"
"Hai capito."
Eli si girò a guardarlo.
"Cosa succederà quando sarò vecchio e tu sarai ancora piccola?"
Eli arricciò le labbra. Non ci aveva ancora pensato. Cioè, ci aveva pensato, ma non seriamente, perché il tempo per lui non aveva importanza.
"Non voglio che accada." disse serio Oskar.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Oskar ed Eli.

 

Oskar se ne stava sdraiato sul letto, le braccia incrociate dietro la testa, lo sguardo rivolto al monotono soffitto. A parte il letto, nella stanza non c'era tanto mobilio, se non un armadio semivuoto e un tavolo su cui erano poggiati quasi tutti gli oggetti che possedevano.

Ma era quel letto la parte più importante della stanza: quello su cui si riversavano stanchi e si abbandonavano indifesi, scivolando nel sonno, il letto su cui dormiva con Eli. 

Si voltò e vide Eli, disteso accanto a lui, l'unico e solo amore della sua vita. Che importava se fosse una ragazza, un ragazzo, una creatura che aveva vissuto più di duecento anni o altro? Era Eli. 

Eli era sempre rimasto lo stesso, dal primo giorno che l'aveva conosciuto, con la sua aria fragile e forte al contempo, misteriosa e ambigua, fino ad oggi. Scappare insieme era stata la decisione più fortunata e opportuna della sua intera vita, erano stati davvero felici insieme. Eli era la prima persona che aveva mostrato un reale e forte interesse per lui. Sicuramente più dei suoi stessi genitori.

Oskar però era cambiato. Non era più il ragazzino di dodici anni che comprava walkman da Tommy per ascoltare i Kiss, che ritagliava articoli di cronaca nera dal giornale, rubava dolci, si faceva mettere i piedi in testa da Jonny, rideva quando giocava col cubo di Rubik con Eli e restava sconvolto per un bacio. Quel tempo era lontano ormai.

Ed era lontano anche il tempo in cui il loro amore poteva restare puro e innocente. Lui era cresciuto, anche se Eli no, e qualcosa era mutato dentro di lui. Aveva cominciato a desiderare Eli. Da quando erano soli insieme, aveva trascorso ogni notte steso accanto a lui, guardandolo innamorato senza mai sfiorarlo, facendo scorrere solo il suo sguardo su di lui, e col tempo il desiderio era cresciuto, e al suo corpo da adolescente quegli sguardi e quei baci non bastavano più. Lo desiderava tanto e ogni giorno. Nelle sue fantasie, immaginava di andare oltre i baci, di far scorrere le sue mani ovunque sul suo corpo, di poter fare l'amore con lui, di poterlo amare liberamente come il suo cuore, intimamente, gli urlava. Ma non poteva e non avrebbe mai chiesto ad Eli di far diventare i suoi sogni realtà. 

Eli non era interessato a quelle cose, rimasto congelato nell'innocenza dei suoi eterni dodici anni, e non c'era nulla che potesse cambiare questo fatto.

Il problema, più che naturale, era solo di Oskar, e non avrebbe scocciato Eli per questo, sentendosi grato per la fiducia che Eli riponeva in lui ogni notte quando gli dormiva accanto, fiducioso che Oskar non avrebbe pretesto, non avrebbe mai chiesto, non l'avrebbe turbato, non avrebbe azzardato nulla che Eli non desiderasse davvero, nulla che non avrebbe potuto dargli.

Oskar del resto, poteva benissimo trovare qualche ragazza con cui divertirsi, crescendo era diventato molto avvenente. Il problema era che voleva essere fedele a Eli anche fisicamente, e questa cosa ormai era una tortura per lui.

Osservò la curva delle sue spalle e dei suoi fianchi, e gli cinse la vita in un abbraccio, girandosi su un fianco per metterglisi più vicino.

Eli sentì il tocco e l'avvolgente abbraccio di Oskar e se ne beò. Nessuno l'aveva mai reso così felice con la sua sola vicinanza come faceva Oskar, e nemmeno col suo modo di scherzare, di parlare, di ragionare. Eli non aveva mai amato nessuno prima di lui, se non la sua famiglia, molto tempo prima...ma l'amore per Oskar era una cosa diversa.

Sapeva che Oskar soffriva, non perché non avesse più una vita normale o una famiglia, ma perché non poteva avere lui, non come ne aveva bisogno. Lui che aveva mantenuto quell'aspetto androgino e innocente in grado di ingannare chiunque. Chiunque ma non più il suo Oskar che, ormai, sapeva tutto di lui. Del suo passato. Del suo dolore. Tutto.

 

"Eli?"

"Mmh."

"Io non voglio crescere più."

"Mm?"

"Hai capito."

Eli si girò a guardarlo.

"Fa male crescere."

Oskar la fissava con rammarico. Lo sguardo di Eli si fece più intenso.

"No, Oskar."

"Sì invece. Tu non puoi saperlo."

Eli, si rigirò e, non visto da Oskar perché di spalle, inarcò le sopracciglia perplesso.

"È un bene invece. Vuol dire che sei normale."

"No, non lo è. Fammi restare così."

"No, non voglio che tu sia mai come me. No. Non sarai mai come me, Oskar." disse senza scomporsi.

"Solo se me lo impedisci."

"Oskar tu non sai com'è... non sai cosa vuol dire essere così, e..."

"Sì che lo so, te l'ho visto fare tante volte."

Non ne avevano mai parlato così nel dettaglio prima.

"Me lo hai visto fare, ma non lo hai fatto tu. Non sai come ci si sente dopo."

"Non mi importa, sono pronto ora. Sono più grande. Se puoi farlo tu, posso farlo anch'io..." disse Oskar con un'alzata di spalle.

 

Eli sistemò più comodamente la testa sul cuscino. Forse Oskar aveva davvero una tempra più adatta per quella vita rispetto a lui, del resto non si era mai impressionato se non la prima volta con il povero Lacke, aveva sempre dimostrato di subire il fascino del macabro e non era mai stato del tutto innocente, col suo coltello contro gli alberi e quei pensieri di vendetta verso i suoi compagni. E ora quella vita lui la stava scegliendo, e per amore, a differenza sua a cui era stata brutalmente imposta con orrore.

 

"Cosa succederà quando sarò vecchio e tu sarai ancora piccola?"

Eli arricciò le labbra. Non ci aveva ancora pensato. Cioè, ci aveva pensato, ma non seriamente, perché il tempo per lui non aveva importanza.

"Non voglio che accada." disse serio Oskar.

"Neanche io" rispose ingenuamente Eli.

"C'è già una grande differenza tra di noi. Non voglio che aumenti ancora. Voglio che restiamo così. Anzi, vorrei tornare indietro."

'E io vorrei poter andare avanti di quattro anni per essere come te e renderti felice.' pensò Eli.

"E poi," riprese Oskar, "non vuoi che resti con te per sempre?"

Per sempre? "Io non sono immortale."

"Figurati io. Non voglio che quando muoio mi sostituisci." disse lui un po' triste.

"Non voglio sostituirti. Io ti amo."

"Allora fa che resti con te. Anche io ti amo. Voglio solo...restare con te."

 

Era la richiesta più pura che gli fosse mai stata rivolta. 

Non immaginava Oskar vecchio, vecchio come Håkan o ancora di più, non più i capelli biondi ma bianchi, non più la bellezza intatta non toccata dal tempo ma rughe. No, non lo immaginava e non voleva vederlo, non sul suo volto. Come avrebbe vissuto senza di lui? Ormai non poteva più... E non perché Oskar gli fosse utile. Eli non gli aveva mai chiesto di aiutarlo e, anche se con l'aiuto di Oskar sarebbe stato infinitamente più facile, si sarebbe arrangiato da solo quando, debole dopo il risveglio, avrebbe avuto fame. Perché non voleva che Oskar corresse alcun pericolo, non voleva che Oskar rapisse qualcuno per lui, non voleva che facesse quelle cose e si macchiasse di quei crimini atroci, non voleva che diventasse cattivo per colpa sua. Perché a Oskar ci teneva davvero. Lo amava per davvero. 

Pensò che quella che Oskar aveva in quel momento era l’età ideale per continuare la loro vita con il vantaggio di essere considerati piccoli, ma con lui sedicenne non troppo. Sarebbero apparsi come un fratello maggiore e la sorellina più piccola, e Oskar avrebbe potuto fingere di essere maggiorenne. Chi si sarebbe accorto che non era vero? Sì, poteva funzionare. Del resto fin’ora aveva funzionato.

Eli si girò verso di lui per guardarlo.

 

"Oskar?"

Lui fece un cenno con la testa.

"Ok." gli disse Eli infine.

 

Oskar era di fronte a lui, su un fianco. Si guardarono e Oskar gli sorrise.

Eli avvicinò il viso al suo collo, inspirò il dolce e rassicurante profumo di Oskar da umano per l'ultima volta, sapendo che dopo sarebbe cambiato, e poi lo baciò sulle labbra.

Un attimo dopo, la sua bocca era di nuovo sul collo di Oskar, ma non erano più le sue labbra a sfiorare la sua pelle, ma le punte dei suoi denti. Quando Eli le affondò, Oskar si fece male, ma fu felice. Chiuse forte gli occhi e strinse i denti. La sua vita era cambiata per sempre, ora che l'infezione si sarebbe espansa per il suo corpo.

Era la prima volta che Eli mordeva qualcuno senza succhiarne il sangue. Non avrebbe mai bevuto il sangue del suo amato, ma ne avrebbe solo assaporato qualche goccia rimastagli inevitabilmente sui denti.

Ora Oskar non si sarebbe più separato da Eli. Sarebbe rimasto sempre giovane e bello, come una specie di Dorian Gray ma senza ritratto, e avrebbero vissuto la stessa vita insieme. Ora, che il loro era risolto, l'unico problema da risolvere restava il suo.

 

"Oskar?"

"Mm?"

"Come ti senti?"

"Un po' strano."

"Mm. Puoi parlare?"

"Penso di sì."

"Ok. Voglio che tu sia felice."

"Lo sono! Fammi solo riprendere."

"No, hai capito cosa intendo. Trovati una ragazza, Oskar."

"Non voglio una ragazza che non sia tu."

"Oskar...io..."

"Lo so, ma...ci rinuncio."

"Non puoi rinunciarci per sempre. Ti prego fallo per me. Quando non potrai resistere, trovane una, ok? Io... capirò."

Oskar abbassò lo sguardo.

"Adesso fammi abituare... alla nuova vita. Poi vedrò. Magari non ce ne sarà bisogno."

"Io non credo..."

"Poi vediamo."

"Oskar, forse un giorno, io... potrò…per te...io ti amo tanto..."

Oskar posò l'indice sulle labbra di Eli, gli sorrise, e anche Eli sorrise a Oskar.

"Non importa adesso."

"Ok."

 

Oskar, anche se ancora dolorante, prese un fazzoletto e se lo tamponò sul collo. Poi, pressando il suo corpo su quello di Eli, si protese verso le sue labbra e gli donò il bacio più appassionato che avesse mai dato in vita sua, e il più travolgente che Eli avesse mai ricevuto in vita sua, con grande stupore di Eli e somma gioia di entrambi.

Restarono a lungo abbracciati a baciarsi in quel modo, finché lo stomaco di Oskar non si fece sentire, e per fortuna si era già fatta sera.

Sarebbero rimasti insieme per sempre, per sempre giovani e innamorati, per sempre...fino al giorno in cui un raggio di sole troppo forte o il fuoco non li avessero portati via. Ma quel giorno, pensò Oskar, era ancora molto lontano.

 

Nota dell’autrice:

Questa one shot si ispira al libro e non al film, infatti c’è un riferimento a Tommy, assente nel film (e mio personaggio preferito dopo Oskar ed Eli) e al fatto che Oskar rubi i dolci, anche se ho menzionato i capelli biondi di Oskar che sono un riferimento al film. Inoltre ho scelto di chiamare Eli al maschile nel testo e non al femminile (anche se non nella descrizione) per restare fedele alla scelta dell’autore, che dopo averci svelato la storia di Eli inzia a chiamarlo al maschile.

Spero possa piacervi e che mi lascerete il vostro parere. Inoltre per gli amanti del libro, potrei scivere una one shot su Tommy e una sempre su Oskar ed Eli molti anni dopo, quando vengono avvistati. Se a qualcuno può interessare mi faccia sapere! Grazie a chiunque leggerà.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Altro - Sovrannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Golden locks