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Autore: xShieru    29/12/2019    1 recensioni
“Quindi come in Step Up?”
Allura scrollò le spalle. “Se la metti così… Sì. Immagino che sia proprio come in Step Up.”
Il sorriso che rivolse a Shiro, accompagnato da un timido cenno della mano, ugh, era a dir poco stomachevole e Lance ancora non credeva nei corsi di danza.
-
La carriera di danza di Lance McClain inizia e finisce con Keith.
Keith vuole solo scoprire che cosa nasconde Lance.
Genere: Angst, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allura, Kogane Keith, McClain Lance, Takashi Shirogane
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell'autrice:
Chiunque abbia trascorso più di cinque minuti con me: Oh, è forse UN’ALTRA DANCE AU?
Io: Taci.
Un “titolo creativo” e un treno in corsa pieno di disastrosa tensione sessuale. Divertitevi.

Note della traduttrice: Questa traduzione è stata postata con il consenso dell'autrice xShieru.
Potete trovare la sua fic originale in inglese su Ao3: https://archiveofourown.org/works/7566577/chapters/17213101.
Link di Ao3 per questa traduzione, sempre su Ao3 (DanceLikeAnHippogriff): https://archiveofourown.org/works/22005277/chapters/52511653.
 
 

 
In una notte di maggio stranamente afosa, Lance McClain decise che avrebbe fatto una threesome.

No, non quella sexy - anche se chi era lui per negare il fatto che quel pensiero gli avesse sfiorato la mente almeno un paio di volte - ma aveva bisogno di infilarsi lì in mezzo. Voleva guadagnarsi il diritto di salire su quel palco di fortuna circondato da una calca in crescita esponenziale. Lance voleva insinuarsi prooooprio in mezzo ai due tipi che ci stavano ballando sopra. Davanti, possibilmente. Lance non si sarebbe mai accontentato di meno e il bordo campo non faceva per lui.

Dopotutto, era “una drama queen e una prima donna” (Hunk Garrett, Pidge Gunderson, scambio verbale, 21 maggio 2016). Doveva cercare di mantenere quel titolo.

“Se avessi un dollaro per ogni volta che Shiro indossa una maglia attillata senza maniche, sarei milionario.” Disse Pidge da qualche parte alla sua sinistra, la voce appena udibile sopra l’assordante vibrazione dei bassi mentre la musica cambiava improvvisamente sulle note di Jason Derulo. Se Lance avesse avuto un dollaro per ogni volta che quel cantante veniva usato nelle esibizioni degli RB…

“Se non se le mettesse forse Lance la smetterebbe di voler scivolare sul palco per chiedere la sua mano lì su due piedi.” Hunk fece spallucce e diede un altro morso a un qualcosa di croccante che si stava mangiando con molta calma, assaporandolo. Lance sapeva che era nervoso, il suo amico si trasformava in un buco nero aspira cibo quando si sentiva un pesce fuor d’acqua.

“Ehi, non è colpa mia se sembra un dio greco, okay? Un uomo ha i suoi bisogni!” Lance lo liquidò con un gesto della mano, lo sguardo incollato sui ballerini. La folla quasi impazzì quando Shiro eseguì un jump-flip perfetto e atterrò con un’impeccabile sequenza di powermove e - wow, okay, Lance aveva bisogno della bottiglia d’acqua di Pidge, subito.

“Guardalo! Non è normale! Dev’essere un robot! Nessuno può eseguire quell’onda in maniera così perfetta! Ha un braccio meccanico, giuro!”
Teorie complottiste sull’inumanità di Shiro in… tutto, a parte, Lance ci credeva. Altrimenti perché indossare quello scaldabraccia nero tutto il tempo? Era sospetto!

Hunk sbuffò ridacchiando e si infilò l’ultimo boccone tra le labbra piene di briciole. “Gay.”

“Uh, allora, prima di tutto sono bi e non gay!” Lance puntò un dito contro la faccia del suo amico. Pidge li fissò e tirò un calcio negli stinchi a un tizio quando lui lo scostò leggermente per passare. Mai mettersi contro i piccoli e rabbiosi. “E se mi dici che non hai mai sbavato per Shiro, beh, tanto vale che io smetta di fare freestyle e mi iscriva al corso di danza classica di Allura.”   

“È comunque abbastanza gay, amico.” Non tanto gay quanto si sentì Lance quando Keith fece quella cosa con i fianchi. A proposito, “Okay, ragazzi, se stiamo ancora giocando al milionario, se avessi un dollaro per ogni volta che Keith muove le anche come se fosse Shakira in persona, sarei più ricco della Svizzera intera.”

Lance sentì di star sbavando un poco, ma si pulì velocemente senza farsi vedere. “È una puttanella, ma è carino…” Mormorò e Pidge - giuro su Dio! - iniziò a ridere di lui. Forse perché le sue orecchie erano di un’imbarazzante sfumatura bordeaux. “Guardalo! È come se stesse cavalcando un pene invisibile!” Lance quasi si strozzò sbracciandosi nella direzione di Keith. Aveva un equilibrio perfetto e le sue caviglie dovevano essere d’acciaio o di che cazzo ne sapeva lui perché faceva quasi male vederlo molleggiare a quel modo nonostante lo spettacolo fosse estasiante. Lance aveva già provato a copiare quella sequenza di mosse. Si era stirato un muscolo per poi rompere il cazzo a tutti sull’accaduto. Hunk aveva perfino accettato di portarlo in braccio da una lezione all’altra pur di farlo tacere.

Esempio calzante: non provare a cavalcare peni invisibili se non sei Keith.

Un non detto “Vorrei che cavalcasse il mio” rimase sospeso nell’aria, pesante, e annuvolò la fabbrica delle cazzate che era il mondo interiore di Lance.
Shiro e Keith erano i migliori della provincia nelle gare di street dance - e probabilmente anche nei concorsi di bellezza clandestini di cui Lance non era a conoscenza. Lo facevano dal 2007 e non avevano perso una singola gara dal luglio dello scorso anno. Arrivati alle finali di Echo’09 ne erano emersi vincitori e il resto era storia - ovvero, l’interesse nei confronti del duo era tipo esploso.

Nel 2011 Pidge aveva trascinato uno svogliato Lance al suo primo show di street dance e da allora non ne era più uscito. Era rimasto incastrato in quell’oscuro e profondo inferno popolato dalle braccia muscolose di Shiro e i maledetti movimenti di bacino di Keith. E di regimi di allenamento alla “dacci dentro finché non svieni”. Ogni singolo giorno.

Dopo aver visto gli RB in azione per la prima volta, Lance aveva iniziato ad allenarsi come un pazzo solo per poter avere la possibilità di competere su quello stesso palco, solo per potersi avvicinare a quella che riteneva essere la perfezione ultima di lavoro di squadra e arte combinati insieme.
Ogni volta che il Twitter di Lance vibrava per un nuovo messaggio che avvisava della comparsa dei suoi idoli a questo o quell’evento, lui era subito , abbandonando a volte i suoi doveri fondamentali quali i compiti o aiutare nelle faccende domestiche.

Inoltre, poteva o non poteva star stalkerarando ossessivamente i loro profili Twitter e altri social media, ma questa era un’altra storia.

Keith si lasciò cadere all’indietro senza esitazione alcuna. Shiro lo sostenne con un braccio solo, fluido, come se il suo partner fosse una ragazza svenuta - forse una cosa più che normale - e gli diede una spinta in avanti. Come sempre, gli ultimi tre secondi della loro performance lasciarono Lance a bocca aperta e si unì senza vergogna alle urla quando il trambusto aumentò così tanto da soffocare le ultime note della canzone. Keith respirava pesantemente e si sfilò la maglia madida di sudore mentre Shiro salutava i fan urlanti rivolgendo loro un sorriso gentile. Il DJ cantilenò gli ultimi complimenti e Lance ebbe un tuffo al cuore quando vide Keith puntare proprio verso di lui. Il ballerino quasi lo sfiorò, ma non lanciò neanche un’occhiata a lui né ai suoi amici - il suo team.

Lance sperava che un giorno sarebbe stato abbastanza bravo da poter cancellare la vergogna che sentiva quando ricordava la prima volta che aveva affrontato Keith e aveva mandato tutto meravigliosamente a puttane - era stato troppo nervoso e inesperto, cercando di essere il migliore.
Forse un giorno sarebbe stato abbastanza bravo e Keith l’avrebbe riconosciuto o per lo meno guardato negli occhi, cazzo.

Pidge controllò l’ora sul telefono e Hunk trascinò Lance sulla pista da ballo che gli era stata assegnata.

Per niente vicina ai pezzi grossi, ma comunque buona. Cavarono fuori qualche grido di incitamento dalla folla anche se il team con cui si stavano fronteggiando era avanti anni luce nella breakdance rispetto a loro.

 
Perdere non era una novità per Lance.

Non aveva niente contro un talento naturale come Keith o un gran lavoratore come Shiro, che ballava ancora prima di saper leggere. Si dice che il talento non sia altro che un hobby da perseguire attivamente, e Lance ci credeva davvero, anche se a volte avrebbe voluto prendere a pugni qualcosa e/o se stesso quando le sue braccine cedevano e non riusciva a sostenere il suo peso su un braccio solo, cadendo di faccia sul cemento. La breakdance non era il suo forte; gli piaceva molto di più l’hip-hop e amava il popping e il locking. Un corpo snello come il suo bisognava sfruttarlo al meglio.

Ma se voleva essere bravo abbastanza doveva padroneggiare anche quella mossa. Pidge tentava - parola chiave: tentava - di insegnargli qualcosa, ma a lui riusciva facile, naturale, e non era certo un maestro paziente. Sarà stato anche minuto, ma era forte abbastanza da bloccarlo con un braccio solo quando lottavano per il telecomando e la sua presa sul sottile collo di Lance lo lasciava dolorante per giorni. Per contro, Lance poteva combattere circa mille formiche quando era in piena forma.

Pidge (purtroppo) era un topo di biblioteca e un nerd di prima categoria, quindi non poteva stare dietro al culo di Lance 24 ore su 24, e ridere dei suoi fallimenti dopo le prime volte diventò un po’ troppo scontato. La sua prima fama nel mondo di internet la doveva a una vine compilation di lui che baciava il selciato crepato del vecchio parcheggio abbandonato sotto un ponte chiuso dove di solito si trovavano per allenarsi.

Si ricordava ancora di quanto era stato poco figo quando una ragazza del suo gruppo con cui stava flirtando gli aveva risposto con un ‘Ehi, ma non sei tu quello del vine?’

Nel complesso - totalmente degradante.

Non così degradante come il mandare tutto a puttane di fronte ai suoi idoli, però.

Con uno sbuffo, Lance scorse la playlist del suo Boombox. No, no, qualcosa di più facile - ugh, pazienza ‘Heartbreak in the making’ sarebbe andato bene.

Chiuse gli occhi e passò in rassegna la sua routine di mosse più complicate e di freestyle. Del sudore gli colò lungo il naso, ma decise di ignorare il fatto che probabilmente puzzava e doveva avere un aspetto disgustoso e si avvitò in una piroetta improvvisa. Frustò l’aria come per spazzare via la sua frustrazione, chiuse i palmi con un movimento fluido, irritandosi quando perse un colpo. Non ci riusciva. Le sue transizioni erano o troppo veloci o troppo impacciate.

Immaginò la faccia di Keith, il suo corpo snello, immaginò di riuscirci, e cadde in ginocchio, assicurandosi che il suo torso rollasse nello stesso identico modo in cui lo vedeva nella sua testa. Cazzo, com’era possibile? Come riusciva a farlo sembrare così… così facile? Che facesse lezioni di danza del ventre per tenersi più in forma? Il suo inconsapevole rivale di sicuro aveva i fianchi giusti. Dio, cosa non avrebbe dato per una sola lap dance, avrebbe superato di gran lunga l’esperienza negli strip club del suo diciottesimo…

Next morning I was so conflicted-

Lance sentì la sua caviglia destra formicolare per la strana posizione. Tornò con i piedi per terra e si accorse di essere rimasto seduto con le gambe fastidiosamente piegate sotto di lui, con tutto il suo peso sopra, e lo sguardo fisso al “cielo” ricoperto di graffiti per almeno un minuto buono. Aveva immaginato la pelle di Keith e quei maledetti addominali in maniera così vivida che si era dimenticato cosa doveva fare, tanto per cominciare.

Dio, tutta quella storia della competizione stava rovinando la sua performance.

Proprio quando chiuse gli occhi, qualcosa di fresco gli premette contro la guancia. Con uno strilletto di sorpresa, Lance si stese a terra scalciando. Il formicolio si fece più intenso.

I suoi piedi colpirono il nulla. Merda, che qualcuno stesse cercando di accoltellarlo?

“Alla fine stai cercando di morire prima del tempo, eh?” Dei capelli bianchi gli coprirono la visuale e Lance fece un mezzo sorriso, il cuore che galoppava per la sorpresa.

“Che razza di cavaliere indegno lo farebbe? Non vi lascerei mai indietro, principessa.” Cantilenò. Per tutta risposta lei gli lasciò cadere la bottiglia in faccia. Prese in pieno il suo naso, abbastanza doloroso.

“Dimentica che mi sia anche solo preoccupata.” Sbuffò Allura che non perdeva mai tempo con le sue cazzate. I suoi occhi zaffiro brillarono con serietà subito dopo. “Stavi andando bene fino a quando non ti sei accasciato come un pesce morto e non hai deciso, perdona la franchezza, di fare uno strano rituale di accoppiamento mentale con un certo Keith.”

Merda, aveva davvero ripetuto il nome di Keith come un mantra ad alta voce? Che cazzo gli era preso in quei giorni?

“Non stavo- Non era-!” Lance si torturò il cervello per darle una risposta decente. Spiegare quel rituale per aumentare la sua autostima finiva sempre con il diventare strano. “Era solo stimolazione mentale per migliorare - aspetta, mi è uscito malissimo.”

Allura si allontanò lentamente. “Okaaaaay, possiamo chiuderla qui. È chiaro che non voglio saperne di più.”

“È solo che-” Lance fece una smorfia e si rialzò con un lungo sospiro mantenendo una distanza di rispetto. Avrebbe preferito morire piuttosto che avvicinarsi a lei dopo un allenamento del genere. Aveva una reputazione da mantenere a dispetto di quanto si stesse sentendo uno schifo e di quanto avrebbe voluto starle vicino. Oddio, qualcuno lo fermi. “Non riesco a smettere di pensare ai miei errori. Mi arrabbio ed è frustrante e diventa tutto una merda.” Non si preoccupò di censurare il linguaggio con la sua ex cotta. Era stato rifiutato fin troppe volte. “Voglio solo raggiungere una sorta di - una sorta di svolta, ma finora è stato solo - argh.” Si lasciò cadere su un piccolo lembo d’erba morbida, cresciuta tra le crepe del cemento nonostante la mancanza di sole. Lance poteva capirla e cazzo, si stava davvero immedesimando in un’erbaccia?  

Con sua sorpresa, Allura lo imitò e si sistemò vicino a lui, stringendosi le ginocchia al petto. Le sue gambe avevano una strana angolatura a causa dei tacchi alti e bianchi che indossava. Sedettero in silenzio contemplativo, un evento inusuale quando si era incastrati con Lance quindi, naturalmente, la sua amica sentì il bisogno di farglielo notare. “Di solito non sei così… serio. Anche se io, a dire il vero, io ti capisco. Quella ‘danza da fighetti’ o come l’hai chiamata-”  

“Allura, ti ho già chiesto scusa tipo un milione di volte per quello. Sono io quello che vive in mezzo alle miniere di sale, non tu.” Lo aveva letteralmente ammutolito a suon di piroette un anno fa quando erano andati a trovarla durante la lezione che stava co-insegnando. E quelle ragazzine avviluppate nei body non avevano dato retta a nessuna delle sue cazzate egocentriche. Lance non amava parlarne. Con sua grande sorpresa, nemmeno Pidge e Hunk.

Allura decise di ignorarlo. “Anch’io ero bloccata una volta. Ero invidiosa degli studenti più grandi ogni volta che li vedevo esibirsi. Un giorno, però, ho capito che la cosiddetta grande differenza tra noi altro non era che quel tempo extra che perdevano ad allenarsi, insieme ai sentimenti e al cuore che ci mettevano. Se segui questo sistema, li raggiungi sicuro. Non devi fermarti quando le cose si fanno difficili.” Si rialzò, e con un movimento aggraziato cadde nella terza posizione, seguita da un perfetto arabesque. Il suo equilibrio era impeccabile. “Stai ancora imparando, Lance. Va bene sbagliare - è così che si migliora. E, secondo me, quello che ti serve sono esercizi di resistenza e qualche lavoro in più sul tuo equilibrio. Le mosse fanno già parte di te. Ce le hai.”

Una fredda folata di vento gli asciugò immediatamente il sudore e Lance si passò una mano tra i capelli, tirandoli su. Avrebbe mentito se avesse detto che il discorso di Allura non l’aveva fatto commuovere almeno un po’. Era bello sentirsi rassicurati ogni tanto da qualcuno che era un maestro in quello che faceva.

Allura batté le mani  con un sorriso disarmante. “Detto questo, continua a provare e fammi vedere quello che sai fare! Stupiscimi, Lance! Poi ti farò una critica il più obiettiva possibile.”

Continuò a incalzarlo nonostante le sue proteste e la vergogna - non era pronto a mettersi in mostra di fronte ad Allura quando non riusciva a farlo con persone del calibro di Shiro e Keith - quindi Lance fece partire una nuova canzone, riluttante, dal ritmo veloce un po’ al di sopra delle sue capacità. Ma era questo quello che voleva. Vedere quello che sbagliava e ricevere delle buone dritte.

Quando esitò prima di cadere in un knee-drop, Allura batté le mani ancora una volta con ritmo costante. “Bene, bene, non esitare! Continua!”

Quando finì, Lance era senza fiato e un sottile strato di sudore gli velava il corpo magro. Gli vennero i conati mentre Allura applaudiva come se fosse stata a uno spettacolo di danza classica d’alta classe invece di aver guardato un idiota 22enne che si dimenava. Fu sufficiente per farlo ghignare e le fece un inchino esageratamente pomposo. “Grazie, grazie, il mio pubblico è troppo gentile.”

“Il tuo pubblico sta per valutarti, quindi spero che tu sia preparato mentalmente.” Allura smise di sorridere e lo squadrò con le sopracciglia sottili leggermente aggrottate, un dito che picchiettava le labbra tinte. “Ti manca decisamente la preparazione atletica. La tua breakdance ne gioverebbe parecchio. Il scissor kick a una mano, fammelo vedere di nuovo. Veloce!”

Lance sbatté le palpebre, confuso. “Da quando conosci i termini?”

Allura gli fece gli occhi dolci in risposta. “Da sempre. Conosco qualcuno di terribilmente bravo, se posso dirlo, e siamo soliti usare la stessa sala quando ci alleniamo per nuove mosse. Adesso fallo!” Non c’era più spazio per controbattere e Lance cercò di assecondarla con il suo braccio tremolante. Com’era prevedibile, finì per baciare il selciato.

Trascorse la mezz'ora seguente a ripetere tutte le combo che Allura riteneva strane e si sorprese quando lei gli diede un sacco di consigli utili. Non riusciva a credere di aver sottovalutato le capacità di Allura a causa dell’intera storia de ‘il balletto è per femminucce’. Era fantastica e, davvero, non si sentiva di meritare la sua gentilezza.

“A questo punto potresti seriamente diventare la nostra coach.” Lance rise quando Allura strabuzzò gli occhi mentre finiva la combo di snake e wave, il suo corpo rigido per lo sforzo.

“Non vedo perché no.”

Lance si strozzò con la sua stessa saliva.

“D-davvero, non serve, io-” La sua voce si spezzò in maniera imbarazzante alla fine della frase.

“Senti, vuoi essere pronto in tempo per la Echo di quest’anno o no? Perché io, personalmente, credo che ti serva tutto l’aiuto possibile. E preferirei che tu non andassi là fuori a esibirti con una pessima performance!” Stava usando la sua voce da mamma, le labbra arricciate in un atteggiamento di sfida e mani sulla vita sottile, come a sfidarlo a rispondere.

Le spalle di Lance si afflosciarono quando si tolse l’asciugamano. Avrebbe davvero avuto bisogno di un bagno. “E poi che altro vuoi dirmi? Che Coran in realtà è un B-boy?”

“A dire il vero-”

Era troppo in un giorno solo. Lance alzò le braccia al cielo. “Okay, basta. No, no, no, ci vediamo.”

Così Allura iniziò a presentarsi ogni martedì e giovedì pomeriggio per bacchettare Lance senza tregua, scandendo un ritmo serrato con le mani fino a quando Lance non era prossimo allo svenimento - o, beh, fino a quando non sveniva sul serio. Non ci voleva molto. Piagnucolava chiedendo pause per bere con il solo fine di mascherare i suoi conati di vomito, ma lei non ci cascava.

“Potrai riposare quando mi avrai mostrato una transizione decente. Un, due, vai!”

Era abbastanza un inferno, però Lance sentiva che Allura lo stava rimettendo in riga. Era sorprendente come si ostinasse a insegnare nella sua pomposa scuola di danza piuttosto che stare al comando di esercito.

 
Superarono le eliminatorie della Summer competition come se fossero state una brezza gentile piuttosto che una battaglia totale.
Hunk stritolò lui e Pidge in un abbraccio trita-ossa quando si guadagnarono il diritto di competere in finale.

 
Riuscì finalmente a tenere a bada il piccolo Satana dai capelli color caramello quando lui cercò di cambiare canale dalla sua telenovela a un noioso documentario.

“Da quando ci riesci?” Sbuffò Pidge, graffiando il braccio di Lance per liberarsi.

Lance si sistemò il telecomando sotto il culo - l’unico posto che Pidge non avrebbe osato toccare - e flesse i muscoli, baciandosi i bicipiti scoperti. “Da quando ho questi cannoni, aw yeah! Sono il più forte!”

“Al massimo sono delle piccole pistole ad acqua. Sei comunque un noodolino.” Grugnì Pidge, sconfitto - haha come ci si sente, perdente? -, mettendosi in piedi.

“Un noodolino che può trascinare il suo team in finale con le sue pazzesche abilità da B-boy.”

In un momento di improvviso e irrefrenabile sentimentalismo, Pidge lo afferrò per la faccia e lo guardò negli occhi intensamente. “Lance, ti voglio bene e sono orgoglioso di te.” Il tutto seguito da un colpo dietro al collo che lo fece cadere dal divano e bruciarsi strisciando contro il tappeto.

“Rimani comunque uno stronzo e il telecomando è mio.” Ghignò con un sorriso sfottente, rivendicando il telecomando e sventolandoglielo in faccia; così Lance non riuscì a sentire chi fosse il padre biologico di José, il che era tipo imperdonabile.

Lascia fare a Pidge quando si tratta di rovinare bei momenti.
 


Era come se Lance avesse avuto un intero albero ficcato in un occhio quando tenne in mano per la prima volta i vestiti - che Pidge aveva disegnato minuziosamente - codificati da colori diversi e decorati da strisce fluo.
Si abbracciarono e piansero come dei bambini quando vinsero il loro primo torneo in assoluto.
 

 
Ottobre portò con sé temperature più basse, foglie marroni, pumpkin spice latte, Halloween e quello che Lance preferiva più di tutto - le gare di ballo a tema Halloween.

Per questo non si lamentò quando Hunk lo schizzò dal naso in su con una pittura blu scuro che avevano creato durante la lezione di chimica - protestò vagamente quando quella roba gli finì negli occhi, bruciava - e procedettero a discutere animatamente se mettere o meno quelle orecchie da gatto fluorescenti. Pidge e Hunk, amanti di tutto ciò che era carino e coccoloso, lo stracciarono ai voti, ma con la condizione di attaccare le sue a un cappuccio. Erano dei piccoli cosini blu che facevano uno strano effetto sulla sua testa se li indossava con una bandana - forse per il viso lungo e i capelli corti - ed era solo un po’ invidioso del fatto che non gli donassero come ai suoi amici.

Come punizione per essersi tirato su il cappuccio nei momenti meno appropriati dicendo ‘Sai, tipo nya’, Lance venne sottoposto a un’intensa sessione di decorazione unghie, cortesia di Pidge. I suoi fratellini adoravano il suo nuovo look, - quindi forse non era poi così male a quanto pare Pidge era migliorato e si dilettò a dipingere le sue unghie di un morbido blu corallo che si illuminava al buio.

Rimasero in coda nella fila immensa all’entrata, circondati da persone che indossavano i vestiti più disparati e quando venne il loro turno di ricevere il timbro Lance era arrivato a contare ben nove infermiere sexy. Ottimo.

Si tirò su il cappuccio dopo che riuscirono a svicolare attraverso la folla e la sicurezza - Lance fece qualche battuta sui costumi da poliziotto solo per ricevere in cambio delle occhiate glaciali - e Pidge lo minacciò sibilando: “Giuro che se fai di nuovo quella cosa-”

“Quale cosa? Oh, intendi forse-” La sua mano si alzò automaticamente vicino alla testa a mo’ di zampa.

“Lance,” Gemette Hunk esasperato. “Non farlo, per favore, mi verranno gli incubi.”

“Oh, che dici? Non riesco a sentirti con tutta questa musica, amico, cos’è che volevi che facessi? Sai - nya?”

Pidge e Hunk alzarono le braccia al cielo, beccandosi qualche occhiata confusa dalle persone vicine. “È impossibile portarti fuori, lo sai, vero?”

“Sono abbastanza sicuro che chiunque mi porterebbe fuori, ho ragione o ho ragione?” Fece il gesto della pistola a una ragazza, che storse il naso e si allontanò. Uh, forse se l’era meritato.

Hunk gli mise una mano sulla spalla ossuta per confortarlo e passarono il tempo giocando a “Io vedo” mentre aspettavano che iniziasse la gara. Dopo che Hunk ebbe scovato l’ennesimo poliziotto sexy il gioco iniziò a farsi noioso.

Almeno fino a quando Lance non individuò nella luce soffusa la sagoma di un ragazzo che affliggeva la sua mente - nonché l’assiduo co-protagonista nei suoi sogni più bagnati. Quel bastardo di un Keith.

Lance si strozzò quando il faro di luce rossa intermittente illuminò quel mullet così familiare - non è strano che io possa riconoscerlo da tipo dodici metri di distanza, di che state parlando? - e la sua mascella quasi toccò il pavimento appiccicoso.
Hunk lo guardò a sua volta. “Amico.”
 
“Ooooddio, oh mio Dio, ma che si è messo?” Strillò Lance indignato, la faccia più rossa delle luci. “Chi l’ha lasciato vestirsi così, Shiro è un adulto con dei principi morali! Non lascerebbe mai-!” Piazzò le mani guantate senza dita davanti agli occhi di Pidge. “Ci sono dei bambini, cazzo!”

Pidge gli rifilò una gomitata nello sterno con un “Fottiti, Lance” - “I bambini non dovrebbero dire le parolacce” Disse, beccandosi un’altra gomitata, mentre il suo sguardo seguiva la figura di Keith. Sembrava impacciato per le attenzioni che riceveva da ogni lato. Avrebbe potuto almeno fare qualcosa per quei ridicoli capelli se avesse voluto mescolarsi nella folla e passare inosservato. I mullet non passavano più inosservati. Era probabile che Keith non avesse ricevuto quel promemoria.

“Dovrebbe essere una sorta di sposa cadavere sexy, non capisco…” Pidge cercò di sistemarsi i suoi occhiali enormi, solo per ricordarsi troppo tardi che aveva messo le lenti. Per salvarsi dall’imbarazzo di quella svista, si strinse goffamente il ponte del naso.

Hunk sollevò un sopracciglio perfetto. “Vivi con la famiglia di Lance da quanto esattamente, e non sai-”

“È il giorno dei morti, testa di pigna,” Esclamò Lance con voce stridula, sentendo la gola terribilmente secca. “Solo che è davvero irrispettoso - chi cazzo si mette un crop top, ugh, ughhh.” Stava soffrendo un sacco. I maledetti vestiti di Keith gli si appiccicavano addosso come una seconda pelle e il trucco colorato lo faceva sembrare, non sia mai, carino.

Tutt’a d’un tratto era diventato difficile distinguere tra il guardare un rivale per prenderlo in giro e il guardare un ragazzo che volevi farti disperatamente.

Ed eccolo lì, convinto che tutti quei sogni bagnati fossero solo uno strano effetto collaterale di quell’intensa rivalità che provava.

Lance alzò lo sguardo su Hunk, gli occhi lucidi. “Oddio, sono gay per Keith.”

Il suo amico lo guardò come se non gli avesse detto niente di nuovo, come se l’avesse già sentito un milione di volte. La sua scoperta venne terribilmente sminuita - che fine avevano fatto gli sguardi stupiti come se il pavimento stesse per crollare, i sussulti indignati e il dramma? Hunk si limitò a dire: “Lo sappiamo. Non per essere scortese o cosa, ma te l’ho detto e più di una volta, ma chi ascolta il buon vecchio Hunk?” Era troppo compiaciuto per essere sconvolto da quella rivelazione.

Lance si fissò i palmi tremanti. “Cazzo, è così carino, voglio avvicinarmi e strusciare la mia faccia su tutto quel-” Passò alla parte messicana della famiglia e iniziò a farfugliare in spagnolo stretto tutto quello che avrebbe fatto al maledetto Keith e ai suoi stupidi - cos’erano quelli, leggings? Non gli andò così bene perché i suoi amici ormai conoscevano la sua lingua abbastanza da fare delle facce disgustate e dire in coro: “Che schifo!”.

“Ok, basta, basta, basta, o dirò a ma’ di lavarti la bocca con il sapone quando torniamo a casa.” Disse Pidge tirando fuori la lingua.

“Già che c’è non potrebbe lavarmi anche le orecchie?” Gemette Hunk. “Mi sento molto violato, amico.”

“Che ne dici di immergermi nelle acque sante di Gerusalemme perché porca troia.” Lance si sventolò con la mano quando Keith e oh, c’era anche
Shiro
, si fecero strada verso la pista da ballo. “Può essere La Muerte del mio Xibalba quando vuole.”

Un altro prete sexy passò loro vicino e Hunk gli chiese se potesse gentilmente praticare un esorcismo su quel povero coglione innamorato di Lance per farlo smettere di peccare. Anche se venne colpito più volte da una croce di plastica, il peccato rimase.
 

 
“Non riesco a credere che abbiano rubato la nostra canzone! Saranno anche fighi, ma quello era il nostro ritmo!” Lance sbatté i piedi come un ragazzino petulante quando le prime note di ‘Make it shake’ fecero ululare la folla. Il suo corpo era teso, doveva ballare lui quella canzone. Era radicata nella vera essenza del suo essere, ore su ore a provare le stesse mosse invece di fare freestyle sul momento.  

“Beh, non possiamo certo ficcarci in mezzo. Ricordi cos’è successo l’ultima volta?” Hunk fece un gesto ampio e sembrava quasi che stesse per vomitare. “Non voglio un bis di… quello.”

Lance non poteva biasimarlo, quella cazzata gli lasciava sempre un sapore amaro sulla lingua ogni volta che ne parlavano. Ricordava i fischi della folla e lo sguardo che Keith aveva lanciato nella sua direzione, come se avesse dimostrato di avere ragione. Lance era inferiore e lo sarebbe sempre stato.

“Torna quando saprai ballare davvero, idiota” Aveva sibilato nel suo orecchio e il moro non aveva potuto fare altro che mettersi la sua coda immaginaria tra le gambe e battere in ritirata.

Ma quello era il passato, e questo… “Ragazzi, questo è il nostro punto di svolta, lo sento. È come se i pianeti si fossero allineati per noi.”

“Sono abbastanza sicuro che sia il tuo cazzo a parlare.” Lo interruppe Pidge, nauseato a sua volta.

“No, ragazzi, statemi a sentire! Dobbiamo farlo, sarà un’ottima esperienza! Potremmo non essere così alla loro altezza, ma possiamo pestare quella pista come loro. Credo in voi. Hunk!” Si voltò verso il ragazzo più alto che si stava smangiucchiando le unghie. “Non c’è nessuno più bravo di te nel popping. Bel faccino lì non avrebbe scampo!” Hunk arrossì a quel complimento grattandosi la nuca e mormorando qualcosa, timido.

Poi, Lance si girò verso Pidge, ma lui lo precedette. “Fammi indovinare, questo è il momento in cui mi fai un discorsetto di incoraggiamento sulla breakdance.”

“Esattamente!”

“E che mi dici di te? Ti senti davvero pronto? L’ultima volta abbiamo quasi-” Teneva i gomiti vicini ai fianchi, un segno di insicurezza. “Sei il nostro front man, Lance. Non avremo speranze se tu sbagli.”

“Ecco perché non falliremo! Anche perché altrimenti Allura mi prenderà a calci da qui fino a un’altra galassia.” Tirò a sé i suoi amici. “Allora, siete con me o no?”

Apparentemente influenzato dai complimenti e da quella positività, Hunk fu il primo ad annuire. Del resto assecondava sempre le idee di Lance, anche quelle più pazze. Era quello che gli aveva fatto vincere il titolo di migliore amico per otto anni di fila. “Fino alla fine, amico.” Si vedeva che il giorno prima avevano fatto una maratona di ‘Capitan America’. “Facciamoli a pezzi!”

“Così mi piaci!” Si scambiarono una stretta di mano intricata seguita da un pugnetto. Pidge rimase cauto. “Dai, è una chance! Non si ricorderanno neanche di noi.” Non erano certo i primi ad aver sfidato i campioni. Lance lo sapeva per certo. “È Halloween, indossiamo costumi anti-vergogna, dai.”

Alla fine Pidge cedette e Lance sbirciò da dietro la sua spalla, euforico. “Che team?!” Esclamò quando si misero a cerchio.

“Wildcats!” Urlò di rimando Pidge, mentre Hunk si fermò a metà ‘Vol-’

“Non proprio, ma ti farò passare quel meme!”

Tre, due, uno.

Lance saltò sotto ai riflettori.
 

 
‘Indovinate un po’ chi è arrivato?’

La folla esplose in un boato che era ugualmente di scontento e supporto quando Lance interruppe la performance di Keith per la seconda volta nella sua vita. La reazione fu la stessa dell’ultima volta, solo che ora Keith non lo giudicò subito un ‘novellino presuntuoso’ dalle loro uniformi.

Al DJ, la cui voce Lance conosceva a memoria, non sfuggì questo dettaglio. Le parole risuonarono forti e chiare, la musica che si attenuava per un momento. “Sembra che il team Voltron non riesca ancora a trovare un posto soddisfacente nella pro-league dopo il campionato! Forse questa è la loro serata fortunata!”

Okay, forse Lance si era sbagliato, non si erano travestiti così bene. Ah, niente stress.

Non sentì il resto della loro presentazione seguita dalla loro storia strappalacrime perché il suo corpo inserì il pilota automatico, pronto a mozzare il fiato. Allura ci sarebbe rimasta di sasso.

Anche il ruggito della folla si attenuò, ridotto a un brusio informe in lontananza, e sentì che in qualche modo Pidge e Hunk riuscivano a tenere il passo. Keith e Shiro circondarono il suo team come due avvoltoi, il sorriso di Shiro era quasi scherzoso - quel tipo è sempre troppo buono anche quando ha appena finito di stracciare qualcuno sulla pista da ballo - e Keith…

Dio, Keith.

Keith li guardava con quella scintilla di curiosità negli occhi che, Lance lo sapeva, si accendeva solo una volta ogni tre tornei. Sentendosi carico per l’attenzione di Keith, si impegnò ancora di più in un windmill affrettato, cambiando combo come niente. Keith sollevò le sopracciglia quando Lance scivolò verso di lui nientemeno che in krumping, spalle tese all’indietro - cosa che non gli piaceva fare, era da cretini e immaturi, persino lui aveva degli standard. Keith rimase prudentemente impassibile, anche se Lance poteva vedere che stava cercando di non accennare un sorriso.

Lance decise che era sicuramente un sorriso, quando il suo cappellino volò via e non ebbe bisogno di guardarsi intorno per riprenderlo. Se lo rimise in testa, ma non prima di avergli fatto fare un piacevole flip.

E, porca merda, Keith sorrise davvero.

Il suo cuore fece un salto mortale, le ginocchia un po’ deboli, e avrebbe voluto un po’ stringersi il petto e morire lì, proprio su quella pista su cui aveva regnato. La folla inneggiava mentre Lance respirava affannosamente, non aveva bisogno di immaginare di riuscirci perché per la prima volta nella sua vita il successo ce l’aveva di fronte in forma di un ragazzo con il mullet che indossava uno stramaledetto crop top attillato.

Se li guardava da vicino, poteva vedere i frammenti indaco negli occhi da gatto di Keith, e fu solo allora che si rese conto di stargli terribilmente vicino, i loro nasi al massimo a qualche centimetro di distanza. Sembrava che il ragazzo dai capelli neri stesse cercando qualcosa nei suoi occhi, qualcosa che forse gli avrebbe fatto riconoscere Lance - le sue mani fluttuarono vicino alle sue guance, come a voler togliere le sbavature blu elettrico e cobalto che gli arrivavano poco sopra gli zigomi.  

Gli occhi di Lance scattarono per un secondo verso le sue labbra perché, cazzo, era invitante, e anche se Hunk - il 70% del suo autocontrollo - era lì, si trovava da qualche parte alla sua destra e completamente fuori campo, ergo impossibilitato a ficcargli in testa un po’ di buonsenso.

Voleva baciare Keith così tanto e pensò che, sì, forse si stava ingannando, ma stava succedendo qualcosa lì. Poteva vedere che Keith era palesemente interessato - che tipo di interesse fosse, però, non lo sapeva ancora. E oh merda (!!!) la distanza stava diminuendo ma non diminuiva più (???). Lance era come congelato, gli occhi spalancati dalla sorpresa, quando Keith non fece altro che rubargli il cappello e saltare abilmente fuori dalla sua portata come se niente fosse, facendo un piccolo cenno a Shiro.

“Che cazzo di tentatore. Come fa ad essere reale?” Mormorò tra sé distogliendo lo sguardo, istupidito. E oh merda, quelle parole erano così vere perché Keith era un maledetto tentatore e non aveva paura di dimostrarlo. La canzone successiva in coda era fin troppo sensuale per la pace mentale di Lance e, merda, quel movimento di anche era fin troppo sexy visto da vicino - era lì ed era vero, a differenza di quello che immaginava prima di andare a dormire quando…

Keith eseguì quella drop perfetta - Madre de Dios, aiutatelo perché stava per morire lì e ora - e quando si girò senza sforzo con un morbido saltello, rimise il cappello sulla testa di Lance, calandoglielo sugli occhi. Il calore del palmo di Keith sembrava quasi bruciare la pelle del petto nudo di Lance, il moro quasi morto a quel contatto, ma la tortura durò poco perché Keith lo spintonò malamente facendolo incespicare.
A dispetto della sua mostruosa erezione mentale che sarebbe ben presto diventata reale, Lance rimase comunque offeso da quel comportamento - chi cazzo si credeva di essere Keith? Avrebbe voluto allungare il braccio, afferrargli il polso e - e fare qualcosa, Pidge lo trattenne per il cappuccio e lo trascinò via. “Fine dei giochi, stallone, hai dimostrato di aver ragione.”

“Lasciami, che gli faccio il culo!”

“Ti piacerebbe, eh? Ma penso che tu abbia avuto abbastanza culi in una sola serata, non montarti la testa.” Pidge aveva forse appena fatto una battuta? Non ebbe il tempo di apprezzarla perché il suo sguardo incrociò quello di Keith e il ragazzo gli rivolse un sorrisino da assoluto stronzo quale era. Lance gli fece il medio e quasi inciampò quando Keith ondeggiò le dita salutandolo compiaciuto e gli mandò un bacio.

“Sono morto,” disse rivolgendosi a nessuno di preciso, una mano posata sul petto. C’era troppo rumore, l’attenzione della folla si concentrò a tempo zero sulle mosse da robot di Shiro e su quelle pazzesche inversioni. Hunk venne sommerso dalle attenzioni del suo nuovo fan club, mentre Pidge - il povero fratello adottivo succube dei cambi d’umore costanti di Lance - sospirò.

“Beh, è il tuo La Muerte.”

“Sììììì!”
 


Non vide Keith e Shiro per tutto il resto della serata.
 


Lance venne svegliato bruscamente alle 6:00. Si preparò a sfruttare la sua ‘autorità di fratello maggiore per sbattere sua sorella fuori dalla stanza, ma incontrò più resistenza del previsto, cosa che accadeva solo con Pidge. “Svegliati, segaiolo!”

“Non mi stavo facendo una sega,” Mormorò Lance in sua difesa e cercò di tirarsi le coperte sopra la testa. Erano tornati alle 3:00 e aveva trascorso i successivi 45 minuti del suo “tempo da solo” a pensare a Keith e tastando quel lembo di pelle bollente, al centro del petto. Non aveva profanato quel momento sacro, però, quindi era reale, anche se non capiva neanche la metà delle urla stridule di Pidge. “Ancora cinque minuti…”

Venne svegliato malamente con dell’acqua in faccia. Scattò a sedere cacciando un grido. “Dio, ma che cazzo di problemi hai-” Sentì dei colpi dall’altra parte della parete per il suo grido.

A dirla tutta, Pidge sembrava imbarazzato. “Scusa, ma’!“ Si scusò. I colpi cessarono. Maledetta, lei e le sue preferenze.

“Che cosa sta andando a fuoco?” Lance si strofinò via le crosticine da sonno dalle ciglia. Stava facendo un sogno bellissimo. “Cosa ti ha fatto arrotolare le mutande?” Letteralmente. Pidge era di fronte a lui nella sua gloriosa semi-nudità - in mutande e con un binder indossato alla bell’e meglio. Come potesse essere sveglio a quell’ora Lance non se lo sarebbe mai spiegato, che poi… Dormiva davvero?
 
Pidge aveva una faccia sconvolta quando gli piazzò il telefono in faccia. Lance sibilò per l’improvvisa fonte di luce. Era un articolo, e il telefono vibrava per le notifiche della loro chat di gruppo, inondata da messaggi di ‘È terribile’ da parte di Hunk.

La testata gridava: ‘Una sparatoria vicino al locale Black Lion, un ferito grave.’

Il cuore di Lance si fermò.

Porca troia, quello era il locale dove avevano fatto serata.

Scorse l’articolo con i sudori freddi. “...ha aperto il fuoco all’improvviso”, “...numerosi testimoni, confusione generale”, “...centro di scommesse clandestino” e finalmente.

“Un membro degli RB, la dance crew locale famosa su internet, rimasta imbattuta per oltre un anno nelle gare di ballo clandestine, Takashi Shirogane (meglio conosciuto con il nome di “Shiro”) è stato gravemente ferito da tre colpi al fianco destro, ed è stato portato d’urgenza in ospedale.”

Lance smise di leggere alle chiare lettere nere che scandivano ‘condizioni critiche’.

Sedettero in un silenzio pesante. Pidge gli lanciava occhiate preoccupate, come se volesse dire qualcosa, ma frasi come ‘Mi dispiace’ non sarebbero state adatte a quella situazione. Rivendicò il suo telefono e aprì la chat di gruppo per rispondere a Hunk.

Lance sedette completamente immobile per poi allungarsi fino allo spasmo per afferrare il suo telefono in carica, maledicendolo quando non si accese subito. Entrò su Twitter e con dito tremante scorse il grumo confuso di spam e condoglianze per i suoi idoli - #prayforShiro era il nuovo trend - fino a quando non vide il messaggio di Keith.

‘Il team RB si è ufficialmente sciolto.’

Fu come se lo avessero pugnalato allo stomaco con una stalattite di ghiaccio. Venirlo a sapere dalla fonte ufficiale gli congelò lo stomaco dolorosamente.

 
Si ritirarono dalla Echo di quell’anno. Lance continuò ad allenarsi, ma la sua energia scemava sempre di più con il passare dei mesi.  
 
   
 
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