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Autore: Teo5Astor    30/12/2019    8 recensioni
Dal testo: "La guardo e lei mi sorride.
È così bella che mi confonde. Così dolce che penso che nulla potrà andare male nella mia vita finché avrò lei al mio fianco.
Mi piace così tanto da farmi male".
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kyo Soma, Toru Honda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il gatto e l’onigiri
 
 
«Ti sono piaciuti gli onigiri, Kyo-kun? Ho fatto quelli che piacciono tanto a te» mi domanda dolcemente Tohru, seduta al mio fianco sul divano mentre metto in bocca l’ultimo pezzo della mia polpetta di riso.
«Erano… erano buoni» le dico, distogliendo lo sguardo dal suo, un po’ a disagio. Ha fatto apposta i miei preferiti, anche se so che lei avrebbe magari voluto condirli diversamente. Ma lei è fatta così, mette sempre gli altri prima di sé stessa. Lei ha sempre messo persino uno come me prima di lei. Anche se l’ho fatta soffrire, anche se le ho fatto dal male. Anche se avevo paura di dirle quello che provavo. Anche se nemmeno adesso che stiamo insieme ho il coraggio di dirle tutto quello che provo per lei. Quanto la amo, ad esempio. Quanto la considero speciale. E quanto straordinaria sia senza nemmeno rendersene conto.
«Evviva! Ci ho messo tutto il mio cuore per prepararli!» esulta, mangiando il suo ultimo boccone e alzando poi le braccia verso l’alto, felice.
È bello vederla felice. Troppo bello. Lei se lo merita più di chiunque altro, di essere felice.
E io? Io mi merito lei?
Me lo sono chiesto tante volte…
Vorrei essere una persona migliore, vorrei essere come lei. Vorrei sorriderle di più, saperle dimostrare cosa provo davvero. Avere in bocca le parole giuste quando vorrei dirle che la amo più di me stesso. Quando vorrei dirle che mi ha salvato perché mi ha accettato così come sono.
«G-grazie…» riesco solo a farfugliare, invece, girando la testa di scatto verso il cielo nero illuminato fiocamente da una pallida luna che si riesce a vedere dalla finestra.
«Hai visto che bel cielo nero stasera? Piacerà di sicuro ad Hana-chan!» ride Tohru, avvicinandosi a me col volto per guardare a sua volta meglio fuori dalla finestra.
Il mio cuore batte un po’ più forte. Mi succede sempre quando si avvicina. Non perché abbia paura di trasformarmi in un gatto, ma perché… perché, beh, mi sento felice. Da quando lei è entrata nel mio mondo ho imparato che si può essere felici sul serio. E me l’ha insegnato lei. Già, devo tutto a lei.
Ci vuole un gran coraggio per provare ad essere felici quando vivi in un mondo in cui ti senti diverso, in cui non ti senti accettato, in cui sembra che nessuno ti possa capire. Ma Tohru mi ha insegnato che si può fare. Che si può sorridere anche quando la realtà intorno è terribile, che si può essere positivi anche se ci ritroviamo da soli. E che la primavera arriva sempre, quando la neve si scioglie. Basta aspettare un attimo, tenere duro, avere pazienza. Poi la primavera torna sempre, perché lei non fallisce mai. Sì, la tua stagione preferita, Tohru. Ormai è anche la mia preferita, perché tu sei la mia primavera e io sinceramente non so cosa ho fatto di buono per meritare di averti al mio fianco.
«Beh, a quella piace qualunque cosa nera, capirai…» sospiro, mentre una flebile scossa mi attraversa per un istante la testa. Ecco, ho parlato male di Hanajima e mi sono beccato una delle sue onde mentali a distanza. Ma Tohru non poteva trovarsi amiche più normali di lei e quell’altra teppista di Uotani?! Vengo colpito da un’altra scossa lievemente più forte che mi convince a smetterla di pensare alle amiche della mia ragazza. Che poi sono anche mie amiche, in realtà, ma non glielo dirò mai. Loro sono state vicine a Tohru molto prima di me. Loro le hanno voluto bene prima di me e io questo non posso dimenticarlo.
«Kyo-kun, la luna! Guarda che bella la luna stasera!» esclama la mia ragazza. Forse non si è accorta che sto guardando lei adesso, e non la luna. Vorrei dirglielo, vorrei essere capace di essere romantico per una volta. Ma non ci riesco. «Guardala! Perché guardi me?! Va come brilla!»
Mi volto di nuovo verso la finestra e osservo anch’io la luna. Sembra un bottone d’argento cucito sul mantello nero che sta indossando il cielo per noi stasera. Dovrei dirglielo? No, non sarebbe da me… mi vergogno a dire certe cose, forse nemmeno quello stupido ratto di Yuki arriverebbe a tanto. E Shigure mi prenderebbe in giro fino alla fine dei miei giorni se mi dovesse sentire.
Ma io sono il gatto, quello che è stato escluso dai segni dello zodiaco cinese. Se voglio dirle qualcosa, glielo dico e basta. Me ne frego.
«In realtà… in realtà preferisco guardare te, ecco…» sbotto maldestramente, fissando i miei occhi nei suoi per un istante, prima di distogliere lo sguardo di nuovo. Forse sono arrossito un po’. Penserà che sono ridicolo.
«Sei dolcissimo, Kyo-kun!» grida allegramente, prima di protendersi e darmi un bacio a fior di labbra che mi fa esplodere il cuore di emozioni talmente belle e piene che sento di faticare a reggere. «Ti amo tanto!»
Io torno a guardarla e le sorrido. Mi piace quando me lo dice. Mi fa impazzire in realtà. Io… io dovrei dirglielo più spesso. Vorrei fare di più per lei. Essere una persona migliore per Tohru e proteggerla per sempre, da tutto e da tutti. Sì, anche da me stesso, perché non voglio mai più farla soffrire. Farla piangere. Mai più.
Vorrei abbracciarla. Mi fa male non poterla abbracciare quando voglio per colpa della maledizione dei Sohma che non mi è mai pesata così tanto come da quando conosco lei. Ma, allo stesso tempo, questa maledizione non l’ho mai accettata così interamente come da quando conosco Tohru. Lei mi ha salvato e continua a salvarmi.
Io vorrei abbracciarla. Coccolarla e farmi coccolare senza diventare ogni volta un gatto. Senza farla sentire in colpa se mi abbraccia o ha voglia lei di farsi abbracciare.
«Uh! Inizia il film!» esclama, distogliendomi dai miei pensieri e alzando il volume della tv accesa davanti a noi.
Stasera danno una di quelle commedie romantiche che piacciono tanto a lei. A me annoiano, ma mi piace lo stesso vederla sognare a occhi aperti. Forse mi irritano un po’ i protagonisti maschili di questi film perché sembra sempre che sappiano cosa fare o dire al momento giusto per rendere felice la donna che amano. Magari li invidio, non so. Ma, ad essere sincero, non cambierei niente di queste serate insieme a Tohru.
Mi sento in pace con me stesso. Mi sento fortunato, tanto fortunato. Non avevo mai provato una simile serenità in tutta la mia vita. Tohru con la sua sola presenza scaccia via ogni fantasma, ogni sentimento negativo, ogni ansia.
Le prendo una mano quasi senza rendermene conto e lei intreccia le sue dita intorno alle mie. Quel contatto mi fa ribollire il sangue nelle vene. Mi fa stare bene.
La guardo e lei mi sorride.
È così bella che mi confonde. Così dolce che penso che nulla potrà andare male nella mia vita finché avrò lei al mio fianco.
Mi piace così tanto da farmi male.
Le afferro delicatamente il mento tra indice e pollice e azzero improvvisamente le distanze tra noi. La vedo sgranare gli occhi per un istante, prima di chiuderli e approfondire il bacio che le ho appena dato.
Li chiudo anch’io, e mi godo la morbidezza delle sue labbra e la delicatezza del suo sapore di donna che sono certo mi farà impazzire ogni volta come se fosse la prima in cui lo sento.
Le nostre lingue si cercano e si trovano, si accarezzano e si rincorrono. È un bacio dolce e intenso al tempo stesso. Vorrei non finisse mai questo momento. Vorrei… vorrei che nulla cambiasse tra me e lei, per sempre.
E vorrei abbracciarla, ora. Abbracciarla senza pensare al resto. Va bene così, ho voglia di sentire il suo calore sulla pelle.
La abbraccio forte e la stringo a me. Lei mi cinge a sua volta con le braccia intorno alla schiena, me la accarezza. Il suo profumo fruttato mi avvolge e mi fa sentire bene, proprio mentre sento il mio corpo cambiare e rimpicciolirsi. Riempirsi di pelo rossiccio, come i miei capelli. Mi faccio strada con una zampa e sbuco fuori da una manica della mia maglietta che ora mi fa da coperta e mi copre la visuale. Torno a vedere la luce e, soprattutto, gli splendidi occhi di Tohru, che mi prende in braccio e mi sorride.
«Posso farti le coccole mentre guardiamo il film, Kyo-kun?»
«Sì… grazie…» le sussurro, e vorrei anche sorriderle se la faccia da gatto che ho ora me lo consentisse.
Lei mi appoggia delicatamente sul suo grembo e a me sembra di aver trovato il mio posto nel mondo.
Mi accarezza dolcemente. Io faccio le fusa contro la sua mano.
In realtà ormai mi piace trasformarmi in un gatto perché così ci possiamo abbracciare quanto vogliamo. Stare vicini quanto ci pare.
Io sono solo un gatto randagio che ha trovato casa grazie a lei. A lei, che ha visto la mia vera forma e non ne ha avuto paura. A lei, che mi ha accettato per quello che sono.
Con Tohru posso concedermi il lusso di essere me stesso, e io mai avrei creduto di poter essere davvero me stesso con una ragazza. Io non avrei mai pensato di poter essere felice.
«Io… ecco, io…» le dico con un filo di voce, senza guardarla. «Io… ti amo».
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note:

A Vale, a chi continua a credere che potrà arrivare la primavera un giorno, anche se l’inverno sembra sempre troppo lungo.
A chi compie gli anni domani e a chi invece festeggerà l’arrivo del nuovo anno.
A chi nella vita si è sentito un gatto randagio o un onigiri fuori luogo in un cesto di frutta, ma ha imparato a sorridere e ad essere felice.
 
Grazie a tutti voi che avete dato fiducia a questa storia, il mio esordio fuori dal fandom di Dragon Ball. Spero di essere stato all’altezza, sia per chi legge abitualmente Fruits Basket, sia per chi mi ha seguito da Dragon Ball. Un grazie speciale a chi vorrà darmi il suo parere o qualche consiglio, mi fa sempre piacere!
 
Buon anno e buone feste a tutti!
 
Teo
 

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