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Autore: sissy05    30/12/2019    2 recensioni
Il Natale si avvicina e la neve ha già ricoperto la città dell'amore con il suo manto.
Dopo una tempesta una calma irreale avvolgerà la città e condurrà Ladybug e Chat Noir ad incontrasi in uno scenario da sogno. Le loro certezze vacilleranno e nuovi dubbi insinueranno le loro menti.
Cosa accadrà tra i nostri superiori?
la storia fa parte del concorso indetto dagli Ambrogisti Antonini.#MiraculousWinterHolidays2019
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nuvoloni bianchi sempre più compatti riempivano il cielo mentre dei fiocchi di neve danzavano cullati dal vento, nel giro di qualche minuto quella danza armoniosa si trasformò in una vera e propria tormenta che faceva vibrare i vetri e riempiva la stanza di ululati. Mi avvicinai alla finestra ad osservare quello spettacolo della natura e senza accorgermene mi addormentai.

Quando riaprii gli occhi la prima cosa che vidi fu la neve, aveva cessato di cadere, e ora regnava una calma quasi surreale su tutta la città. Mi alzai, mi infilai un paio di scarponi e corsi sul balcone facendo attenzione a non far cadere la neve all'interno della stanza. La vista era bellissima e in giro non c'era anima viva, il cielo si era aperto mostrando in tutta la sua bellezza la candida luna che illuminava il paesaggio.

« È bellissimo! Non pensi anche tu Marinette? »

« Sì TIkki hai proprio ragione, che ne dici se andiamo a dare uno sguardo alla città da un punto più suggestivo? »

« Intendi la tour eiffel? »

« Sì. Chissà che spettacolo sarà Parigi vista da lassù.»

« Va bene, a patto che dopo beviamo una cioccolata calda fumante con tanti biscotti. »

« Mi sembra un'idea perfetta » sorrisi e accarezzai la testa del piccolo esserino che svolazzava al mio fianco.

« TIkki trasformami! »

Un bagliore rosso illuminò la neve e un istante dopo al posto di Marinette apparve Ladybug.

Lasciai il balcone con un salto e iniziai a volteggiare tra i palazzi beandomi della vista che si godeva dai tetti, dopo qualche salto iniziai ad intravedere la torre. La sua silhouette illuminata a festa si stagliava nel cielo scuro mentre la luna piena si nascondeva tra i nuvoloni bianchi che si muovevano veloci.

Mi fermai su un tetto per godermi la vista, quando una melodia attirò la mia attenzione, mi guardai intorno senza riuscire a trovarne la provenienza, incuriosita con un salto atterrai sulla neve fresca iniziando a camminare nella sua direzione, trovai una grande siepe carica di neve a sbarrarmi la strada, la melodia dolce quasi cantilenante proveniva da lì dietro. 

La città era deserta a causa del tempo imprevedibile e come se non bastasse era anche molto tardi, da dove poteva provenire mai quella musica?

Una volta individuato un passaggio mi incamminai, a ogni passo la melodia era sempre più forte, l'unica cosa che ostacolava il mio cammino era un ramo che mi copriva la visuale, lo spostai con attenzione facendo cadere la neve che vi era sopra e poi sollevai lo sguardo rimanendo incantata.

Davanti ai miei occhi si trovava un carosello tutto illuminato, il mio sguardo si concentrò su due cavalli al galoppo uno di fianco all'altro fermi a mezz'aria, altri due poco più avanti trainavano un'elegantissima carrozza ed erano immobili congelati nelle loro posizioni. Mentre la osservavo, la melodia cessò improvvisamente, risvegliandomi dai miei pensieri. Nei paraggi non c'era nessuno e la neve intorno era intatta, mi fermai ad un passo dalla giostra osservandola meglio, elaborati intarsi dorati adornavano la struttura centrale e le luci la facevano risplendere, notai sulla mia destra un altalena finta pendere dalla struttura. Come tutto il resto era decorata minuziosamente con rampicanti e fiori dorati. Sorrisi e non resistetti alla tentazione di sedermici sopra sentendomi un po' infantile, ma fiduciosa del fatto che nessuno mi avrebbe vista. Come un lampo, un ricordo riaffiorò nella mia mente, ero già stata lì,  chiusi gli occhi per rendere il ricordo più vivido, sorridendo mentre le immagini di una bambina che giocava allegra si facevano chiare.

« Ti facevo più il tipo da carrozza, My Lady »

Sgranai gli occhi e mi voltai in direzione della voce calda alle mie spalle, trovandomi il volto di Chat Noir ad un palmo dal mio, imbarazzata scattai in piedi con troppa irruenza non prestando attenzione alla neve fresca finendo così per mettere male un piede. C'ero abituata ormai, riuscivo a inciampare ovunque. Mi preparai all'impatto ma inaspettatamente quello con cui mi scontrati non fu il suolo ma un petto caldo, due braccia forti stringevano la mia vita e per qualche strana ragione le mie gambe erano incastrate tra altre due che mantenevano stabili entrambi.

Il suo petto vibrò e una risata cristallina si aprì nel cuore della notte.

« Se desideravi tanto un mio abbraccio bastava chiedere. »

Sollevai un sopracciglio e tentai di allontanarmi da lui riuscendo solo a distanziarmi di poco dal suo petto.

« Mi hai spaventato stupido gattaccio, ora lasciami andare »

« E se io non volessi? »

« Chat lasciami. Ora! »

« Potresti scivolare di nuovo »

« Non accadrà, perciò lasciami. »

Lui rise divertito prima di schiacciarmi di nuovo contro il suo petto.

« Non voglio. Solo quando ti stringo tra le mie braccia mi sento completo, solo quando sei con me il mondo acquista colore… » si allontanò di poco portando una mano sulla mia guancia « solo quando mi specchio nei tuoi occhi mi sento vivo. »

Arrossii fino all'inverosimile. Perché doveva farmi quell'effetto, perché doveva trovare sempre le parole giuste. 

Dannato gattaccio!

Sobbalzammo entrambi quando all'improvviso la musica che mi aveva attirata fin lì ripartì improvvisamente. Alzammo lo sguardo verso l'altoparlante da cui si diffondeva e notammo solo in quel momento un ramoscello di vischio appeso proprio sopra le nostre teste.

« Deve essere destino My Lady »

Sorrise dolcemente avvicinandosi al mio volto.

« La tour Eiffel alle nostre spalle, Parigi innevata e una musica dolce a spezzare il silenzio della notte. »

Si fermò ad un soffio dalle mie labbra.

« Riesci a capirlo? Quello che l'universo ci sta dicendo? »

Il suo sguardo intenso e carico d'amore mi fece sorridere dolcemente.

« Non ho bisogno che sia l'universo a dirmelo. Sono in grado di capirlo da sola. »

Mi sporsi verso di lui sfiorandogli le labbra in un bacio delicato che lui prontamente trasformò in uno più intenso e appassionato, incuranti della neve che aveva ricominciato a cadere su Parigi.

 
  
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