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Autore: RikkyTikkyTavi2121    30/12/2019    0 recensioni
Una storia senza pretese che racconta la storia di due semidei e del giorno in cui, finalmente, lo hanno capito entrambi.
*ambientato tra la fine di BOO e l’inizio della saga di TOA*
ATTENZIONE: Spoiler "La Maledizione del Titano"
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Nico chiuse la porta della Casa 13 e si avviò verso la Casa Grande; più precisamente, verso l’infermeria. Avrebbe dovuto andarci già un paio di giorni prima, ma Will Solace, il suo medico (nonché l’unica persona che ancora insisteva per vederlo almeno una volta al mese nell’infermeria, per poter tenere sotto controllo il “tasso di tenebre", parole sue), era stato impegnato in chissà quali affari, in qualità di capogruppo di Apollo,e perciò non aveva potuto seguire l’infermeria, che era stata lasciata in mano ai suoi fratelli; di conseguenza, andarci prima sarebbe stato inutile per lui quanto per loro, si era ripetuto più volte il figlio di Ade.
Per di più, in quei giorni, più che di un medico, Nico aveva bisogno di un amico. E quello, poteva trovarlo solo in Will.
“Magari in lui potresti trovare anche più di un amico” aggiunse una vocina petulante all’interno della sua testa, mentre il figlio di Ade varcava le porte dell’infermeria e si appoggiava al bancone, in attesa.
“Shhh!” pensò, iniziando uno strano dialogo interiore con se stesso.“Non so nemmeno se …” proseguì, mormorando. “ Se gli piacciano i ragazzi” completò la voce nella sua testa
Nel frattempo, una voce domandò alle sue spalle: “Cos’è che non sai?”
Nico si voltò di scatto, arrossendo lievemente, e balbettò un confuso “Eh? No, niente”.
“Oh, d’accordo”, disse l’altro, stringendosi nelle spalle.
Questa era una delle cose che Nico amav… apprezzava di più dell’altro semidio: avrebbe sempre ascoltato ciò che aveva da dire, ma non lo avrebbe mai forzato ad aprirsi.
Glielo avrebbe consigliato, come suo “parere medico”, ma non glia avrebbe mai chiesto di …
“Allora, come stai?” chiese Will, interrompendo il filo dei suoi pensieri.
“Mah, tutto bene ...”
“Ma …”
“Non c’è nessun ma.” rispose il figlio di Ade, un po’ a disagio. In effetti, essendo consapevole di non essere in grado di mentire a Will, aveva accuratamente evitato ogni tipo di inflessione che potesse far pensare che ci fosse altro da dire. Evidentemente, non era bastato.
 “Non c’è nessun ma”, ripeté, ostentando una sicurezza che non provava, dopo uno sguardo scettico del figlio di Apollo.
“Certo che c’è un ma: lo hai detto tu, all’inizio della frase” rispose quest’ultimo, con un sorriso ironico.
Nico alzò gli occhi al cielo.
“Quello era un mah, non un ma.”
“Che pignoleria! Va bene, va bene, quello che hai detto tu era un maH, e non c’erano assolutamente altri ma nella tua frase” concluse il figlio di Apollo sorridendo.
Nico sapeva che avrebbe potuto lasciar cadere il discorso e Will non gli avrebbe fatto nessun pressioni; ma aveva un bisogno così disperato di parlargliene, di dirlo a qualcuno. Aveva rimandato la visita apposta.
Così, mentre l’altro si voltava per riprendere il suo lavoro, Nico lo afferrò per un braccio.
“Aspetta”.
Will lo guardò, tranquillo, e fece come aveva detto. Aspettò.
Gli occhi neri del figlio di Ade si piantarono in quelli celesti del figlio di Apollo; dopodiché, Nico iniziò: “Effettivamente, un ma ci sarebbe …”
“Ma che sorpresa incredibile!” rispose l’altro, cercando di sciogliere un po’ la tensione.
“Piantala Solace, sono serio.”
“Lo so. Va’ avanti.”
Nico si ricompose e spiegò all’altro l’importanza di quel giorno di dicembre,di quanto avesse influenzato la sua vita e di come quella fosse la prima volta in cui lo passava senza un’impresa da compiere o qualcos’altro a cui dover pensare.
“In realtà, io so che l’anniversario della sua morte sarebbe stato qualche giorno fa, ma io l’ho saputo solo alla fine dell’impresa, quindi per me è come se avesse smesso di esistere solo nel momento in cui Percy me lo ha detto. Riesci a capire?
Da quell’anno, il 22 dicembre è sempre un giorno abbastanza difficile, per me, ma in passato ero sempre trascinato da una parte all’altra del mondo, dei Vivi o dei Morti indifferentemente, e riuscivo ad allontanare, almeno in parte il pensiero. Quest’anno però sono qui, al campo, senza nulla da fare e non so … io non so come gestirla.” concluse, abbassando lo sguardo, mentre la voce gli si spezzava.
Parlare di Bianca faceva sempre male, ma quel giorno, nonostante fosse passato molto tempo, era proprio come ricevere una pugnalata in mezzo al petto.
“Oh, Nico ….” Iniziò Will. “Spesso, troppo spesso, è questo il terribile destino degli eroi, ….”
“Ma lei non è morta perché voleva essere un eroe. Lei è morta perché voleva essere una sorella. E’ morta per portare uno stupido regalo a ME. E’ morta per colpa mia.” Sputò fuori Nico, non riuscendo più a trattenersi.
“Neeks …”mormorò il figlio di Apollo, prima di avvicinarsi ed abbracciarlo.
Il moro non si sottrasse a quel contatto, ma anzi, seppellì il viso nella spalla dell’altro, cercando di concentrarsi sulle parole che quest’ultimo gli stava rivolgendo.
“Hai ragione: Bianca quella notte aveva voluto prendere quella statuina per fare un regalo a te, per farsi perdonare l’averti abbandonato per le cacciatrici. Ma, Nico, ascoltami bene quando dico che non è questo che l’ha uccisa. Ciò che l’ha uccisa è stata l’incuria degli dei, che avevano lasciato lì una montagna di automi difettosi, senza preoccuparsi di cosa avrebbero potuto causare. Tu, a dir la verità, le avevi dato un motivo per tornare. Non è colpa tua, capito?”
Forse fu perché per la prima volta qualcuno gli aveva detto qualcosa di sensato a riguardo, forse perché quel qualcuno era Will, ma sta di fatto che, dopo tutto quel tempo, Nico finalmente iniziò a credere davvero a quelle parole. Per la prima volta dopo quel maledetto 22 dicembre di due anni prima, iniziò a pensare che forse, forse, poteva smettere di incolparsi per quello che era successo a sua sorella.
Si separò dal figlio di Apollo, rimanendo comunque molto, ma molto vicino, tanto che i loro nasi non erano a più di un palmo di distanza l’uno dall’altro.
Questa distanza così ridotta che li separava fece crescere in Nico un forte desiderio di baciare il semidio che aveva di fronte. Per questo si maledisse più volte, e con se stesso maledisse pure quella dannata vocina nella sua testa e la sua odiosa tendenza ad avere ragione; ma, nonostante ciò, decise comunque di assecondare il suo istinto, iniziando a sporgersi in avanti,e accorciando lentamente la distanza che separava le sue labbra da quelle di Will.
L’aria sembrò immobilizzarsi, in attesa.
Poi, però, Will si allontanò bruscamente, arrossendo, e si dileguò, urlando giusto un saluto a Nico prima di sparire in una stanza laterale.
Il figlio di Ade si sarebbe volentieri preso a schiaffi da solo.
Tuttavia,alla fine si limitò ad uscire dall’infermeria e a camminare in giro per i prati del Campo, senza un vero obiettivo se non quello di cancellare dalla sua memoria quegli ultimi trenta secondi dentro l’infermeria, e l’innegabile certezza che avevano portato con loro.
Era terribilmente innamorato di Will Solace.

Fine capitolo 1

ANGOLO AUTRICE

Salve a tutti!
Dopo più di un anno (credo) faccio il mio ritorno qui su efp, perlopiù grazie a un grande ritorno di fiamma per il mondo di Percy che mi ha colpito di recente, con una bella mini-long Solangelo.
Il secondo ( e ultimo) capitolo è già scritto, devo solo metterlo in digitale, ma a questi punti credo verrà pubblicato nel 2020.
Mi era mancato scrivere!
E nulla, questo è quanto. Se vi va lasciate una recensione qui sotto e fatemi sapere che ne pensate, a presto e buon anno a tutti!

Per ora mi firmerò RTT, in attesa che il sito cambi finalmente il mio user.
Tchüss.
-RTT
   
 
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