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Autore: Mave    30/12/2019    0 recensioni
Un pugno e l'amicizia tra Bright e Colin sembra irrimediabilmente compromessa. Dietro quel pugno però si nascondono paure, fragilità, errori, incomprensioni...E forse anche la chiave per affrontare insieme un futuro incerto.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bright Abbott
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La sala d’attesa con il suo arredamento essenziale è stato concepito per essere uno spazio comodo che aiuti ad allentare le tensioni ma nessuno riesce veramente a rilassarsi, assillato dal pensiero martellante di quanto potrebbero perdere con un solo, sbagliato, movimento del bisturi.

A Bright la poltroncina impilabile di un autunnale marrone-russet sembra all’improvviso troppo dura e scomoda mentre i pensieri torbidi e bui che gli annebbiano la mente si fondono in un’unica preghiera che si ripete per ore, come una litania.

Essere circondato dal silenzio, da pensieri taciuti e così simili ai suoi, diventa troppo da gestire.

Si alza di scatto, forse con troppa foga, tanto da attirarsi un paio di occhiate interrogative ma non ha voglia di parlare, non deve spiegare e allora si allontana con sicurezza verso i corridoi illuminati dal neon, nel labirinto che conduce ai giardini terapeutici.


Deve strizzare gli occhi un paio di volte prima di abituarli alla luce del sole di mezzogiorno che penetra tra le fronde degli alberi e gli dà un senso di calore e di pace.

È bello essere fuori da quegli interni freddi e asettici.

Fuori la natura è esplosa nella sua armonia e nella bellezza di pianticelle appena sbocciate, di colori e profumi che riescono a trasformare le peggiori paure in pensieri positivi.

“Bright?” Amy è un’esplosione di blu con la sua maglietta oltremare e il peluche dal quale non riesce a separarsi da stamattina.

È uno strano equilibrio tra ghiaccio e cielo.

Rivolge al fratello un mezzo sorriso che sottintende pretese di protezione d’istinto lui la prende per mano.

“Vorrei avere una bacchetta magica e cambiare l’ultimo anno. Vorrei essere stato meno codardo e prendermi subito le mie responsabilità perché guidavo io. Vorrei che la paura non avesse avuto il sopravvento tenendomi lontano dal mio migliore amico in quei quattro mesi in cui lottava in ospedale e, dopo, non avrei mai dovuto respingere Colin!”

C’è l’amaro profumo del rimpianto nell’accorato sfogo di Bright e la sua voce è rotta da un singhiozzo. Ma è anche l’input perché finalmente guardi in faccia il presente e il futuro con tutto il realismo di cui è capace.

“È vero, niente potrà più essere come un tempo. Sappiamo entrambi che, in ogni caso, Colin non sarà mai più quello dei nostri ricordi, quello insieme al quale siamo cresciuti.

Non sarà perfetto ma non importa, Amy. Ho capito che questo Colin tormentato, sfuggevole, con tante zone d’ombra è comunque il mio migliore amico. Sempre.”

Come una forza transitiva, Amy annuisce come se assorbisse ogni parola di quel discorso così adulto.

“Noi tre, insieme, siamo una cosa bella. Siamo come la luna piena di crateri o il mare salato. Le cose belle non sono perfette…Sono speciali!”

Bright lascia un bacio sulla fronte alla sua coraggiosissima sorellina.


È Harold, con una punta di disagio, ad interrompere quello scambio così intenso tra i figli.

I ragazzi lo accolgono con un sussulto spaventato, stringendosi l’uno all’altra come se in questo modo potessero erigere una barricata di difesa contro qualsiasi notizia.

“Avete saputo qualcosa?”

Il dottor Abbott si tira su i pantaloni eleganti, che gli lascia scoperto un polpaccio, mentre si siede tra di loro. In un’altra occasione forse lo prenderebbero in giro per quei calzettoni a righe che stonato in maniera inequivocabile.

Adesso, però, gli occhi carichi di aspettative dei suoi cuccioli chiedono soltanto rassicurazione.

“No, è troppo presto. Sono passate appena quattro ore. Ce ne vorranno altrettante se andrà tutto bene.”

Si morde le labbra perché forse doveva evitare quella puntualizzazione finale e, per rimediare, allarga le braccia perché i suoi ragazzi si rifugino nella sua stretta granitica.

“Papà cosa pensi che stia succedendo? Voglio dire, lui sta soffrendo?”

Di certo la schiettezza è una caratteristica che suo figlio ha ereditato da lui ed Harold è la persona più qualificata per dare una risposta sincera.

“No, tesoro. Colin non sta soffrendo!”


I gesti impersonali e meccanici delle ore successive sembrano appartenere al nastro di una vita vissuta dal di fuori. Per il resto della sua vita Bright ne serberà nella mente solo dei frammenti disordinati: il panino sbocconcellato nella mensa dell’ospedale, la mentina offerta dal signor Hart, la copertina di un mensile sportivo con una trionfante immagine dei Nuggets, l’alone di succo di frutta sulla maglietta di Amy.

E poi la visione nitida che non dimenticherà mai più: il verde chirurgico, il verde giustizia e speranza del camice indossato dal Dottor Brown.

   
 
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