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Autore: Xephil    31/12/2019    4 recensioni
Concluso il Rating Game con Raiser, la vita di Zayden e del gruppo Gremory sembra essere tornata in una condizione di pace.
Ancora una volta, però, tale calma non è destinata a durare: due misteriose guerriere della Chiesa giungono in città per contrastare un nemico riemerso dal doloroso passato di Kiba e intento a scatenare un nuovo orrore sul mondo. E quando viene rivelata la sua alleanza con un nuovo, potente nemico in grado di minacciare le Tre Grandi Fazioni stesse, Zayden si troverà costretto da una parte a proteggere il suo nuovo gruppo e dall'altra a impedire che l'ormai furente Kiba sprofondi per sempre nello stesso baratro oscuro che lui ha già conosciuto: la vendetta.
Nel frattempo, altri individui riemergono dal passato e il futuro del Sekiryutei sembra divenire ogni giorno più incerto e buio...
Dalla storia:
[“E che altro dovrei dire con quest'improvvisata?!”
“Secondo te, cosa può voler dire che sono venuta qui? Non potrebbe essere semplicemente che un'anziana nonna è venuta a trovare suo nipote per vedere come sta, razza di somaro?”
...
"Sai, Ddraig, ho sempre più l'impressione di essere venuto al mondo proprio per rompere il culo agli esseri sovrannaturali come questo corvaccio!"]
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Rias Gremory, Un po' tutti, Yuuto Kiba
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'DxD: A Dragon's Fate'
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Life 4: Una battaglia ricca di imprevisti
 

Rias POV:
 
“Zayden, mi vuoi dire dove stiamo andando allora?”
 
“Tra poco lo vedrai, non preoccuparti. Ancora un po’ di pazienza.”
 
Dopo esserci separati da Sona e dai suoi servi, io e Zayden ci eravamo accordati di ritornare insieme a casa sua e rimanere lì per la notte, in modo da formulare il piano d’azione per la battaglia imminente ed essere anche pronti ad un eventuale attacco a sorpresa. Tuttavia, poco dopo esserci separati da Koneko, la quale si era diretta verso la sua residenza, Zayden mi aveva detto che c’era un posto dove voleva portarmi prima di tornare a casa e dove mi avrebbe detto qualcosa d’importante. Dovevo ammettere che ero piuttosto confusa dal suo comportamento, dato che non sembrava affatto da lui, ma sapevo anche che non si sarebbe comportato così senza un buon motivo e così avevo deciso di assecondarlo.
Giungemmo dopo diversi minuti in un grande cantiere situato ai limiti della città, vicino al quale c’era un’ampia cava creata dai lavori di scavo. A quanto ricordavo, stavano costruendo un nuovo complesso residenziale in quell’area. Perché siamo qui?, non potei non chiedermi.
 
“Eccoci qui” disse all’improvviso Zayden. “Ora dammi solo qualche altro momento…” Alzò una mano e generò da essa un’ondata di aura rossa che si propagò intorno a noi, rinchiudendoci all’interno di una sorta di cupola alta almeno 10 metri e larga altrettanto. Una barriera, osservai. “…e potremo parlare tranquillamente, senza rischio di essere sentiti o disturbati.”
 
Annuii. “Dunque? Di cosa volevi parlarmi? Tanta segretezza improvvisa sembra un tantino eccessiva anche per te.”
 
“La prudenza non è mai troppa. In ogni caso, stavolta è assolutamente necessaria perché la questione è molto seria.”
 
“Parla allora. Ti ascolto.”
 
Zayden prese un profondo respiro. “Non mi piace girare intorno alle cose, lo sai, quindi andrò subito al sodo.” Si voltò a guardarmi e fece un paio di passi, fermandosi davanti a me. “Rias, io non potrò combattere al tuo fianco nella prossima battaglia.”
 
Non riuscii a trattenere un gemito di sorpresa. Di tutte le cose che poteva dirmi, quella era una delle ultime che mi sarei aspettata. “Come sarebbe?! E perché? Non avevi detto che saresti stato necessario ad affrontare un nemico così pericoloso? Perché ora dici il contrario?”
 
“Rias, calmati. C’è un buon motivo dietro” rispose pacato lui.
 
“Voglio proprio sentire qual è” dissi non senza una certa dose di delusione nella voce. Non riuscivo a credere che volesse piantarci in asso proprio poco prima della battaglia contro quello che era indubbiamente il nemico più pericoloso che io e i miei adorati servi avessimo mai affrontato finora. Uno molto peggiore di Raiser.
 
“In origine, contavo di combattere con voi, è vero, ma ho capito che non posso agire così ora che so che Kokabiel conta anche Bernael tra le sue fila” iniziò a spiegare Zayden, calmo e serio come ogni volta che affrontava un argomento importante. “Vuole chiaramente vendicarsi di me per ciò che ho fatto a sua sorella, dunque è probabile che prenderà di mira me per farmela pagare. Tuttavia, è altrettanto possibile che miri a qualcuno che ho a cuore per farmi soffrire prima di uccidermi, perciò, in entrambi i casi, starvi vicino è rischioso per me e pericoloso per voi.”
 
Cominciavo a capire quali fossero i suoi timori e perché intendesse combattere separatamente da noi, ma c’era ancora qualcosa che non mi era chiara: “Comprendo cosa dici e sono d’accordo con te sulle sue intenzioni… Ma allora, proprio per questo, non sarebbe meglio combattere tutti insieme? Avremmo una migliore possibilità di vincerlo e, al tempo stesso, di proteggerci a vicenda.”
 
“Se Bernael fosse l’unico nemico da affrontare, o al massimo fossero solo lui, Freed e Balba Galilei, ti risponderei di sì, ma purtroppo non è così. Non sono solo loro i nostri prossimi avversari, ma lo è anche un leader degli angeli caduti e membro dei Grigori, ovvero Kokabiel. Lui è il pericolo principale e, se dovessimo affrontare una battaglia contro tutti loro insieme, dovrei per forza preoccuparmi sia di lui che di Bernael.” Si fermò un attimo per sospirare. “Il problema è che Bernael è subdolo e meschino, anche più del suo capo probabilmente, e ho già avuto modo di notare come riesce a prendere di mira altre persone mentre combatte con qualcuno e questa è un’abilità tremendamente pericolosa quando si affronta un combattimento in gruppo. Già una volta Asia ci ha rimesso la vita durante il primo scontro con lui e Koneko e Saji hanno rischiato grosso nell’ultimo confronto, solo poco fa, perciò ho già concluso che non è bene che lo affronti con altre persone di mezzo perché gli darei solo altri modi per distrarre me e mettere in pericolo voi.”
 
Comprendevo le sue preoccupazioni e, sinceramente, mi sentivo anche lusingata che avesse tanto a cuore la nostra sorte, ma sentii comunque il bisogno di rispondergli: “Zayden, per quanto sia felice che ti preoccupi per noi, credo di poterti dire che siamo in grado di badare a noi stessi. Non dobbiamo essere per forza delle palle al piede per te.”
 
“Non dico che siate per forza delle palle al piede, ma è e rimane un rischio troppo grosso avere Bernael e Kokabiel nello stesso luogo, soprattutto se dovessero avere altre truppe a supportarli, com’è altamente probabile” rispose Zayden, imperturbato. “Ecco perché, prima della prossima battaglia, farò in modo di attirare Bernael lontano da Kokabiel e così potrò affrontarlo ed eliminarlo molto più facilmente. A quel punto, potrò venire ad aiutare anche voi e insieme ci sbarazzeremo pure degli altri nemici. In questo momento, posso assicurarti che questa è la linea d’azione migliore… Tuttavia, rimane un problema non indifferente da risolvere.”
 
“E quale sarebbe?”
 
Mi guardò con severità. “Dovresti averlo intuito anche tu, no? Voi da soli non siete in grado di affrontare Kokabiel, tantomeno con alleati come Freed e Balba Galilei e le Excalibur in loro possesso. Nelle vostre condizioni e al vostro attuale livello, non siete in grado di vincere. La cosa migliore da fare sarebbe informare i Maou di questa faccenda, ma scommetto che né tu né Sona lo farete, vero? Siete troppo rispettose e orgogliose per chiedere loro aiuto, anche se sono vostri parenti. Piuttosto sciocco dal mio punto di vista, se permetti.”
 
Mi accigliai, ma non trovai modo di replicare visto che sapevo che aveva ragione. Oniisama sarebbe venuto subito ad aiutare se gli avessi chiesto aiuto, ma non intendevo assolutamente causargli problemi. Governare gli Inferi, soprattutto nel momento attuale, richiedeva tutta la sua attenzione…
 
“Però posso capire il tuo pensiero e i tuoi sentimenti e li rispetto, per questo non ti costringerò a cambiare idea. Fai pure come meglio credi” continuò poi lui, sorprendendomi. “Rimane comunque il problema che tu e gli altri dovrete affrontare un nemico ben al di sopra delle vostre possibilità, per questo non c’è altra scelta che trovare un modo per contrastarlo… E io ne conosco uno che fa al caso vostro, anzi, posso dire che è l’unico che ho per aiutarvi davvero.”
 
Ora ero ancor più sorpresa. Davvero conosceva un modo per aiutarci ad affrontare Kokabiel? Una fiammella di speranza brillò nel mio cuore. “Dici sul serio?! In tal caso, rivelamelo, te ne prego.”
 
“Molto semplice. Devo allenarti, Rias. Qui e ora.” Rimasi interdetta e confusa, ma Zayden m’impedì subito di replicare: “Abbiamo poco tempo, lo so, e non c’è modo per aumentare significativamente le tue abilità fisiche e mentali prima della battaglia. Ecco perché intendo allenarti sull’unica cosa che ora puoi migliorare e che più di tutte gioca un ruolo fondamentale in un combattimento mortale: l’istinto di sopravvivenza. Il desiderio di vivere lottando con le unghie e con i denti, lo stesso di un animale messo all’angolo che vuole salvarsi la vita a tutti i costi. E, per acquisirlo, devi vincere la più grande delle paure primordiali: la paura della morte.” A quel punto, mi guardò con un’espressione fattasi improvvisamente più dura e fredda.
 
Rabbrividii: era la stessa che mi aveva rivolto durante il nostro Rating Game subito prima di scatenare il suo vero potere contro di me. “Aspetta, Zayden, cosa vuoi-”
 
“Non esistono attese quando il tuo nemico è davanti a te e vuole ucciderti” m’interruppe lui mentre un’aura rossa lo avvolgeva. “Preparati.”
 
E il potere esplose dal suo intero corpo, formando una colonna di energia scarlatta e generando la sagoma di un enorme essere dalle sembianze vagamente draconiche che mi sovrastava come una montagna, proprio come durante il nostro match. Nello stesso istante, venni investita da un istinto omicida talmente forte e sanguinario che iniziai ad ansimare e tremare. Rivoli di sudore presero a colare dalla mia fronte e le mie gambe minacciarono di cedere da un momento all’altro.
“Z-Zayden… A-Aspetta… Non-non pos-so… Non…” cercai di dire, ma ancora una volta la sua aura era talmente potente e il suo istinto omicida così opprimente da farmi morire le parole in gola, come se l’avessi avuta stretta in una morsa. Mi sforzai comunque di parlare: “T-Ti s-supplico… N-Non far-lo… I-Io… Io non… Non-”
Era già davanti a me e i suoi artigli venivano verso il mio volto. Non seppi trattenermi e lanciai un urlo strozzato mentre li vedevo avvicinarsi inesorabilmente.
Un istante dopo, era tutto finito. La mano di Zayden, avvolta nel Boosted Gear, era ferma a pochi millimetri dal mio volto e tutta l’aura schiacciante emanata fino a quel momento era svanita. Ancora sconvolta, crollai a terra mentre cercavo di normalizzare il mio respiro frenetico.
 
“Tchtchtch. Pessima reazione.” Alzai gli occhi per incrociare quelli di Zayden, il quale mi fissava con un’espressione alquanto delusa. “Se fossi stato un vero nemico, saresti morta senza nemmeno essere riuscita a reagire, te ne rendi conto?”
 
Nonostante avessi ancora la gola secca, mi sforzai di replicare: “C-Che cosa ti a-aspettavi?! Non m-mi hai lasciato nemmeno il t-tempo di-”
 
“In una vera battaglia non ci sono simili lussi!” m’interruppe con voce tanto dura da spaventarmi. “Se il nemico è davanti a te e vuole ucciderti, non ti darà certo il tempo di prepararti! Ti attaccherà subito con intenti letali e, per questo, devi imparare a saper reagire immediatamente! Ad affidarti per una volta all’istinto e non alla ragione! Pensi forse che Kokabiel sarà così gentile nei tuoi confronti? Che lo saranno i tuoi futuri nemici? Le vere battaglie non sono come i Game, lì o vinci o muori! Non c’è una via di mezzo! Vittoria o sconfitta, nient’altro!”
 
Per quanto odiassi ammetterlo, sapevo che aveva ragione. I veri nemici non concedevano certo simili favori ai loro avversari, perciò dovevo essere ben più pronta a rispondere e a reagire in caso di minaccia. Eppure…
 
“Ricordi cosa ti dissi dopo il nostro Rating Game?” mi chiese poi Zayden incrociando le braccia. “Non c’è vergogna nell’essere sconfitti o nell’evitare una battaglia già persa se sei in grado di usare quell’esperienza per imparare dai tuoi errori e usarla per vincere la volta successiva… Tuttavia, anche qui ci sono le eccezioni del caso, come ad esempio quando non puoi evitare lo scontro senza gravi conseguenze o il nemico minaccia ciò che ami. In casi come questi, non hai scelta se non combattere e quando affronti un avversario che ti è superiore, non hai altra scelta se non usare al meglio ingegno, astuzia e determinazione insieme a tutte le tue abilità per prevalere o almeno respingerlo temporaneamente. Ma se vuoi affrontare un simile avversario, la prima cosa di cui devi essere capace è superare la paura della morte. Come in questo caso, contro di me. Io ti sono superiore, enormemente superiore se permetti, perciò il mio istinto omicida t’influenza più del normale perché sai che potrei davvero ucciderti se lo volessi. Questo ti spaventa e quella paura ti paralizza e rende inerme davanti a me, impedendoti di affrontarmi e combattermi in alcun modo. E puoi immaginare che io non sono l’eccezione alla regola: sarà così ogni volta che affronterai un nemico più forte di te che minaccia la tua vita. Quando ciò accade, devi essere capace prima di superare quella paura per poter reagire e combattere e poi di usare quella stessa paura non come un blocco, ma bensì come un propulsore per lottare con più forza possibile e più a lungo possibile. Come già ti dissi una volta, pensa a ciò che potresti perdere se dovessi perdere uno scontro mortale, pensa a ciò che è davvero importante per te e a cosa sei disposta a fare per il suo bene. Questo è ciò che devi imparare ora, Rias, sia per la battaglia imminente che per quelle future. Soprattutto perché, come dovresti già sapere anche tu, non potrete sempre contare su di me per i vostri futuri scontri, ma dovrete cavarvela da soli. Potrò anche essere un vostro alleato quando possibile, tuttavia non sono la vostra balia e nemmeno la vostra guardia del corpo. Molte difficoltà dovrete superarli da soli, o DOVRAI superarle da SOLA.”
 
Lo guardai talmente sorpresa che non provai nemmeno a rialzarmi. Adesso comprendevo esattamente cosa intendeva quando diceva che dovevo diventare più forte e matura. E solo adesso realizzavo un’altra cosa importante: Prima di aumentare i miei poteri, la mia intelligenza o qualunque altra qualità… Io devo aumentare la mia volontà. Devo superare…il muro che adesso mi blocca! E quel muro…è proprio lui!, pensai smettendo quasi subito di tremare e ansimare.
Fin da quando mi aveva sconfitto nel Game con quella dimostrazione di potere schiacciante, io mi ero inconsciamente sentita inferiore a lui e avevo sviluppato una paura atavica che riemergeva ogni volta che vedevo il suo lato oscuro uscire allo scoperto in combattimento. Anche quando aveva combattuto le due inviate della Chiesa, mi ero sentita terrorizzata nel vederlo minacciarle di morte e questo non solo per lo spettacolo in sé, ma anche perché avevo ricordato il momento in cui aveva minacciato allo stesso modo me nel nostro scontro. Ero atterrita ogni volta che vedevo una simile dimostrazione di potere e ferocia e desideravo soltanto fuggirla e scappare da essa… Scappare dalla morte.
Eppure, allo stesso tempo, quell’incredibile forza mi aveva fatto contare sempre di più su di lui poiché ero sicura che, finché lui fosse rimasto dalla nostra parte, non avrei avuto niente da temere da nemici più forti. Senza rendermene conto, avevo iniziato a vederlo come il nostro protettore, come il mio protettore.
Ma non si può sempre scappare. E non si può sempre contare su qualcun altro per superare le difficoltà che normalmente non si è in grado di superare. Anche se affronti un nemico molto più forte di te, ci sono dei casi in cui non puoi semplicemente arrenderti o ritirarti. Anche se ci sono delle situazioni in cui non puoi contare sull’aiuto di altri più forti o abili di te, devi sforzarti a trovare una soluzione ad esse, da solo. Molte volte devi combattere lo stesso, combattere con tutto ciò che hai e anche di più e forse così, contro ogni previsione, potresti riuscire a strappare la vittoria al nemico! Ora lo capisco sul serio!
E con questo pensiero, mi rialzai e fronteggiai Zayden. “Ancora. Attaccami ancora.”
 
Lui inarcò un sopracciglio fissandomi dritto negli occhi. “Sei sicura? Ti avverto, quelli di poco fa erano solo i preliminari. Ora farò sul serio.”
 
Sostenni il suo sguardo senza battere ciglio. “Sono pronta ad affrontare qualunque cosa mi lancerai contro.”
 
“Potresti morire.”
 
“Forse. Ma non posso ancora permettermi di morire. Né ora né nel prossimo futuro.”
 
“Non temi più la morte?”
 
“Certo che la temo ancora e la temerò sempre…” Gli rivolsi un sorriso spavaldo, come quelli che era solito fare lui. “…ma non si può sempre evitare di affrontarla, giusto?”
 
Il suo volto rimase glaciale e imperturbato. “Vedremo se è davvero così.”
 
E feci appena in tempo a vedere il Boosted Gear illuminarsi che il suo corpo esplose di nuovo di puro potere, persino più di prima. La sua sagoma era quasi invisibile in mezzo alla colonna di aura scarlatta che lo avvolgeva e la stessa barriera che ci circondava tremava e sfarfallava, come se stesse faticando a contenere tutta quella potenza.
Tuttavia, anche così, potevo ancora vederla chiaramente… Quell’enorme figura draconica immersa nelle fiamme che incombeva su di me. Tanto forte e assetata di sangue che, per la seconda volta in pochi minuti, mi ritrovai ad ansimare e tremare da quanto terrore avesse improvvisamente pervaso il mio corpo. Mi sentivo un pulcino imprigionato tra le fauci di una volpe, alla quale sarebbe bastato solo stringere le mascelle per uccidermi brutalmente.
Con un grandissimo sforzo di volontà, riuscii a non cadere stavolta e mi sforzai di mantenere una posizione di guardia con il braccio sinistro tirato indietro e quello destro davanti a me, con il palmo della mano rivolto verso di lui. Tuttavia, solo mantenere il contatto visivo con quella.. mostruosità, senza cedere o chiedere pietà, stava richiedendo tutti i miei sforzi e non sapevo quanto avrei potuto resistere. Ho così tanta paura! Voglio scappare, voglio andarmene! Ma non posso… Non ce la faccio… Ma non posso cedere! Non-non…
 
Che ti prende? Tutta qui la tua determinazione? È questo il limite della tua volontà?” sentii dire dalla voce di Zayden, ora divenuta più profonda e cupa. “Allora facciamola finita! Adesso!
 
L’atmosfera cambiò di colpo un’altra volta: se prima era ‘solo’ tremendamente minacciosa, ora era completamente letale. Vedevo chiaramente quella creatura titanica e inferocita venire rapidamente verso di me con intenti omicidi. Stava venendo a uccidermi
Tentai con tutte le mie forze di resistere, ma il panico era eccessivo e aprii la bocca per chiedergli di fermarsi; purtroppo nessun suono uscì dalle mie labbra, come se persino le mie corde vocali fossero state congelate dal terrore. Stavo per morire. Stavo davvero per morire. Chiusi gli occhi in attesa dell’inevitabile…
 
Rias!
 
Buchou!
 
Buchou.
 
Buchou-san!
 
Come in un flash, vidi i volti delle persone a me più care balenarmi davanti agli occhi. Akeno, Yuuto, Koneko e anche Asia… Vidi i momenti più felici della mia vita, tutti passati insieme a loro, e i loro volti che mi sorridevano gentilmente. Vidi anche la mia amata scuola, la Kuoh Academy, tutto il tempo passato lì in compagnia dei miei amati servitori e poi Sona. La nostra amicizia e rivalità…era tutto lì. Queste persone e quel luogo erano la cosa più importante per me.
E stavo per perderli per sempre.
Potevo accettarlo? Potevo arrendermi così?
 
…No. Assolutamente no! Non lo accetterò mai! Non permetterò mai che finisca così senza fare niente a riguardo! Mai!
 
Dovevo reagire. Non c’era in gioco solo la mia vita, ma anche quella delle persone a me più care e del luogo che per me rappresentava la mia vera casa, dove potevo sentirmi davvero me stessa. Per me, ma soprattutto per loro, non potevo cedere per nessun motivo!
Mi aggrappai a quei pensieri e ai ricordi di tutti e mi sforzai di riaprire gli occhi. Il mostro veniva ancora verso di me, letale e aggressivo come mai, ma non l’avrei implorato di fermarsi, non stavolta. Ne ero ancora terrorizzata, certo, ma questo non mi avrebbe impedito di reagire! Non intendevo farmi fermare da nessuno, né da lui né tantomeno da qualcuno come Kokabiel!
Faticando a restare in piedi, cercai di alzare una mano per contrattaccare, tuttavia i miei arti erano così pesanti, come se avessi avuto dei macigni attaccati alle spalle e non delle braccia. Mi sembrava di vedere tutto a rallentatore: gli artigli della creatura avvolta nell’aura scarlatta che mi stavano minacciando di morte si avvicinavano con una lentezza snervante, eppure sapevo che in realtà erano passati solo pochi millesimi di secondo da quando aveva iniziato il suo attacco e mi avrebbe raggiunto in altrettanti millesimi. Le mie percezioni erano completamente ottenebrate dall’energia opprimente che mi investiva, al punto che mi sembrava di essere in procinto di perdere i cinque sensi e svenire. Cosa potevo fare?
 
Devo reagire in qualche modo! Non posso arrendermi così! Rifletti! Cosa posso fare per resistere ancora? Per superare in qualche modo questa paura? Cosa mi aveva detto Zayden?
 
In quel momento, le sue parole mi risuonarono in mente: Quando ciò accade, devi essere capace prima di superare quella paura per poter reagire e combattere e poi di usare quella stessa paura non come un blocco, ma bensì come un propulsore per lottare con più forza possibile e più a lungo possibile… Pensa a ciò che potresti perdere se dovessi perdere uno scontro mortale, pensa a ciò che è davvero importante per te e a cosa sei disposta a fare per il suo bene.
 
Sapevo cos’era importante per me: Akeno, Yuuto, Koneko, Asia, Sona.. ma non solo: amavo anche la Kuoh Academy e Oniisama, mio padre, mia madre, Grayfia… Sia negli Inferi che sulla Terra io avevo delle persone che amavo e che non potevo abbandonare. Se pensavo a chi aveva bisogno di me, però, i miei amati servitori erano i primi a balenarmi in mente perché io ero il loro “Re”, colei che ha dato loro una nuova vita e un nuovo scopo e, per questo, avevo la piena responsabilità del loro bene. Per loro io dovevo vivere e vincere le future battaglie. Per loro…e per…
Per Zayden. Sì, anche per lui, realizzai quasi nello stesso istante. Per quanto lui fosse forte e non avesse di sicuro bisogno di me per sopravvivere… Per quanto mi scontrassi e litigassi con lui e nonostante fosse colui che ora minacciava la mia vita… Io avevo a cuore anche lui ed ero pronta a tutto per aiutarlo. Per quanto all’inizio fossi riluttante ad ammetterlo persino a me stessa, non potevo più negare che provassi dei sentimenti davvero forti per lui e, in nome di essi, volevo continuare a vivere. Per rimanere ad osservarlo, a scoprire di più su di lui e naturalmente ad aiutarlo, come gli avevo promesso e come lui aveva finora fatto con me.
 
Ma se voglio proteggere le persone che amo e poter un giorno stare davanti a te come tua pari… Ora devo superare questa prova! Questo non è altro che il primo gradino, perciò, se non fossi in grado di superarlo…come potrei guardarvi in faccia?!, urlai nella mia mente mentre focalizzavo tutte le mie energie sui volti dei miei amati servitori e di Zayden, su quei sorrisi che avevano reso la mia vita più bella di quanto non fosse mai stata, e fronteggiai il mostro davanti a me.
Aprii la bocca e urlai. Urlai come mai in vita mia e, con tutta la forza di volontà che possedevo, feci un passo avanti e allungai una mano. In quel momento, il tempo prese improvvisamente a scorrere normalmente e i miei sensi non furono più soffocati, così potei vedere gli artigli che puntavano verso il mio volto e, con un altro sforzo immenso, inclinai la testa di lato per evitarli. Essi mi passarono accanto, sfiorandomi la guancia, e sentii nel contempo la mano che avevo proteso venire avvolta da un’aura potentissima e rovente.
 
Solo allora quella stessa aura svanì e mi ritrovai a fissare dritto negli occhi un soddisfatto Zayden Ward. Il sorriso sul suo volto era curioso, tra il compiaciuto e il sornione. “Ma guarda. Non credevo che ti avrei sentita addirittura urlare con tanta passione” disse e, nonostante le parole, non sentii alcuna ironia beffarda nel suo tono. Era pienamente sincero. “E ce l’hai fatta davvero. Le mie congratulazioni. Non male per una diavola nobile con tendenze otaku.”
 
La mano che avevo portato in avanti era chiusa a pugno e poggiava appena sul suo sterno; era stato un flebile tentativo di attacco che, più che danneggiarlo, mirava a dimostrargli che ero in grado di reagire anche in una situazione disperata. Con la scomparsa improvvisa di quell’energia opprimente e sanguinaria, mi ritrovai al limite delle mie forze fisiche e mentali, tremante da capo a piedi come gelatina, e non riuscii più a reggermi in piedi, cadendo in ginocchio. Mi portai le mani al cuore, che ancora batteva all’impazzata, e cercai di normalizzare il mio respiro, divenuto così affannoso che credetti di essere a un passo dall’iperventilazione.
 
“Dunque? Come ci si sente a superare la paura della morte?” mi chiese Zayden da sopra di me. Alzai lo sguardo e rincrociai il suo. “In certi casi, basta anche solo lo shock della fine imminente per uccidere qualcuno, dato che chi si è rassegnato alla morte finisce per rinunciare alla vita. È letteralmente l’individuo stesso che taglia forzatamente le sue funzioni vitali per poter sfuggire a quel terrore e non dover affrontare ciò che sta per investirlo. Come se pensasse che, uccidendosi prima, gli sarà risparmiata una fine ben peggiore di quella che si è auto-inferto da solo.” La sua espressione si fece più dura, così tanto che mi suscitò un nuovo brivido di paura. “Il modo di pensare dei codardi. Di chi non ha a cuore nient’altro di più importante della propria vita e così sente di non avere nulla da perdere eccetto quella, così non si rende nemmeno conto di che cosa sta davvero perdendo con questo suo atteggiamento. Assolutamente disgustoso.” Mi porse una mano ammorbidendo l’espressione. “Invece chi trova nel proprio cuore qualcos’altro per cui vale la pena rimanere in vita, una ragione oltre alla propria vita per rimanere vivo e andare avanti… Quelle persone sono capaci di superare la paura della morte e, con essa, anche i loro limiti. Solo loro possono combattere più a lungo possibile, resistere più a lungo possibile, perché sentono che con la morte perderebbero tutto ciò che amano e allora usano quella paura non per frenarsi, ma per costringersi a superare un ostacolo altrimenti impossibile da superare. Questo è il segreto dei veri guerrieri.”
 
Mentre lo ascoltavo, quasi non mi resi conto che il mio respiro era tornato normale e che avevo smesso di tremare. Non riuscivo a non essere affascinata da lui, dal modo in cui parlava e da come i suoi occhi sembrassero quasi brillare di luce interiore mentre spiegava, tanta era la passione che li animava. Ancora una volta, pendevo completamente dalle sue labbra.
Accettai la sua mano e mi rimisi in piedi, cercando nel contempo di ignorare il rossore che aveva invaso le mie guance e il calore che di nuovo sentivo propagarsi dalla faccia fino al bassoventre. “Ho capito” riuscii infine a dire. “Ora ho davvero capito. Heh. Sembra che ti sia grata ancora una volta, Zayden.”
 
“Non dirlo nemmeno. Ho fatto solo ciò che era giusto fare per te e per gli altri. Ora ti sarà più facile affrontare un nemico virtualmente molto superiore a te… Tuttavia, non abbiamo mica finito” mi rispose con un sorrisetto malizioso. Ero piuttosto confusa, ma mi accorsi solo allora che, anche se era tornato normale, il suo Boosted Gear non era sparito e anzi emanava ancora un lieve bagliore dal gioiello incastonato sul dorso della mano. “Ho rafforzato la tua mente e la tua volontà, vero, ma non ti basteranno di certo solo questi per farcela. Quindi ho pensato anche a un altro aiuto…”
 
*
 
Zayden POV:
 
Poco dopo, ci stavamo dirigendo verso casa mia. Avevamo deciso che saremmo rimasti insieme per stanotte, così da prepararci meglio per la battaglia imminente e poter fronteggiare meglio eventuali imboscate preventive.
Mentre camminavamo verso casa, tuttavia, mi resi conto che Rias sembrava ancora un po’ nervosa e si teneva la mano destra con la sinistra. “Qualcosa non va?” le chiesi. “Senti dolore, per caso?”
 
“No, non sento dolore, non preoccuparti. Fisicamente sto bene” mi rispose subito lei. “È solo che…quest’ultimo aiuto che mi hai dato… Ecco…”
 
“Sei preoccupata di non riuscire a sfruttarlo appieno?” dedussi. Rias non mi rispose, ma la sua espressione era abbastanza eloquente. “Non è da me indorare la pillola, lo sai, quindi ti dirò subito che è probabile che non ci riuscirai. Dopotutto è normale non riuscire ad usare subito qualcosa di nuovo al meglio… Tuttavia, sono sicuro che saprai comunque usarlo bene.”
 
“E se non dovessi-”
 
“Non pensare ora necessariamente al peggio, altrimenti ti penalizzerai soltanto. Abbi fiducia in te stessa, credi nel tuo istinto e vedrai che andrà tutto per il meglio.”
 
Rias sembrò ancora un po’ esitante, ma alla fine annuì. “Hai ragione. Farò esattamente così.”
 
“Questo è lo spirito giusto” le sorrisi rivolgendole un pollice in su.
 
“Zayden?” aggiunse poi, guardandomi con un ampio sorriso e un certo rossore sulle gote. “Grazie per il tuo aiuto. Davvero. Grazie di tutto.”
 
Ricambiai il sorriso, ma, prima che potessi rispondere, arrivammo proprio in quel momento fuori dalla porta di casa mia e mi accorsi che c’era una seconda presenza all’interno, oltre ad Asia. Era… Nonna? “A quanto pare, abbiamo un ospite inaspettato” commentai invece.
 
“Ospite inaspettato?” ripeté Rias in tono confuso.
 
“Mia nonna. Sento la sua aura all’interno” le spiegai. “Forse ha qualche nuova notizia per me su Kokabiel e alleati. O almeno spero.” Senza attendere oltre, allungai la mano sulla maniglia e aprii la porta. “Siamo a casa!”
 
“Bentornati!” ci salutò la voce gioviale di Asia. “Giusto in tempo! Stavamo per preparare la cena!” Io e Rias facemmo appena in tempo a superare l’ingresso e toglierci le scarpe che la mia neo-sorellina apparve nel corridoio dal lato che portava alla sala e alla cucina. Ma… Un momento! Cosa… CHE COSA STA INDOSSANDO?!
 
“Asia?! Che…che significa QUESTO?! COME sei vestita?!” domandai mantenendo a stento una voce controllata. Sì, perché Asia ci era venuta incontro indossando soltanto un grembiule da cucina bianco! Avete capito bene: era vestita con solo un grembiule e nient’altro sotto! Tolto quello, era totalmente e completamente nuda!
 
“Ecco… La mia amica Kiryu-san mi ha detto che questo è il miglior abbigliamento per aiutare le persone ad alleviare lo stress” rispose Asia dopo una breve esitazione, addirittura tirando leggermente i lati del grembiule come se stesse alzando i lati di una gonna per inchinarsi.
 
Kiryu…, pensai trattenendo a fatica un ringhio. That damned, four-eyed pervert… È pure peggio di Rio! Ma perché le lascio Asia intorno?! Giuro che la prossima volta che la becco, le lavo la bocca col sapone! Anzi, la candeggina!
 
“Capisco. Quindi esisteva una strategia del genere…” commentò Rias con uno strano tono, tra il sorpreso e il rammaricato. Ma che c’era da essere rammaricati?! “Asia, sono certa che diventerai una splendida diavola. Sei davvero una ragazza lussuriosa” disse poi con un sorriso compiaciuto.
 
“Eh?! Ma io non voglio diventare una diavola lussuriosa!” replicò turbata Asia.
 
In tal caso, dovrò davvero farti smettere di frequentare Kiryu, o lo diventerai sul serio… “Di questo ne riparleremo in un altro momento. Ora, Asia, per favore, mettiti qualcosa di più addosso! Se Nonna ti vedesse-”
 
“Se la vedessi, cosa?” m’interruppe la voce della diretta interessata. Nonna fece poi capolino anche lei dall’angolo del corridoio, un sorriso furbetto stampato in volto. “Io non ho problemi, anzi! Sono stata io ad aiutarla a vestirsi così!”
 
“Cosa?! Nonna, ma che ti salta in mente?!”
 
“Sta bene, vero? Io la trovo stupenda! Ah, mi ricorda quand’ero giovane con tuo nonno… Che bella la giovinezza…” rispose Nonna senza badare minimamente alle mie proteste. Al contrario! Ora sembrava immersa in un sogno a occhi aperti!
 
“Non continuare, ti prego! Non m’interessa assolutamente sapere di te e nonno in queste situazioni! Tantomeno correre il rischio d’immaginarvi così!”
 
“Lucia-san!” esclamò di colpo Rias. “Anch’io vorrei restare nuda con solo il grembiule addosso!”
 
What the fuck?! WHAT’S HAPPENING HERE?!
 
“Ma certo! Nessun problema! Vieni pure, cara! Sei la benvenuta!” rispose Nonna persino più estasiata di prima.
 
“Allora, con permesso.” Rias si apprestò a seguire Nonna, ma si fermò prima accanto ad Asia. “Asia.”
 
“Sì?” rispose timidamente lei.
 
“Stai imparando a prendere l’iniziativa. Non male davvero.” E sparì dietro l’angolo con Nonna.
 
Ma cosa… Non ci sto capendo più niente, pensai più sconfortato che confuso. Si può sapere cosa diamine sta succedendo in questa maledetta casa?!
 
“Zayden-san.” La voce di Asia mi strappò dai miei pensieri. Adesso sembrava preoccupata. “Ehm, è un fastidio per te che sia vestita così?”
 
Avrei tanto voluto risponderle di sì, ma il pensiero che l’avesse fatto per tirarci su di morale unito a quegli occhioni supplicanti mi fecero ringoiare le parole che stavo per dire. Ero davvero troppo tenero con lei! Quindi decisi di rispondere mettendo da parte il disagio: “Non sei mai un fastidio per me, Asia. Mi sono sorpreso, ma posso assicurarti che sei tutto fuorché sgradevole. Al contrario, sei davvero bellissima così. Ti dona davvero molto questo look.” E dicevo sul serio. Malgrado l’aria tipicamente innocente che emanava Asia, essere vestita in un modo tanto sensuale le donava insolitamente, come a voler sottolineare la carica erotica che in realtà poteva possedere. Heh, quando si parla di qualità nascoste…
 
“Davvero?! Ne sono davvero felice!” esclamò lei sorridendo raggiante. Poi assunse un’espressione interrogativa. “Ma dov’eravate andati tu e Buchou-san? Credevo sareste ritornati subito qui una volta che lei si fosse ricongiunta a te e Koneko-chan.”
 
Decisi di risponderle solo con parte della verità: “Diciamo che dovevamo prepararci al meglio per la battaglia imminente, così ci siamo fermati un attimo per strada per chiarire alcune cose. Ora potremo tutti combattere al meglio.”
 
“Oh, capisco” disse Asia e vidi il suo sguardo farsi successivamente preoccupato. “La prossima battaglia sarà molto pericolosa, vero? Credi che…”
 
Compresi subito i suoi timori e cercai subito di fugarli: “Non devi avere paura, Asia. Qualunque cosa accada, arriverò sempre ad aiutarti e proteggerti. Che siano gli angeli caduti o la Chiesa stessa a creare problemi, non permetterò a nessuno di loro di farti del male, puoi stare tranquilla.” Rafforzai le mie parole accarezzandole delicatamente la testolina bionda.
 
Asia mi rispose con un’espressione prima di sorpresa e poi di pura gioia, mentre le guance le divenivano rosse. “Sai, Zayden-san… Quando ti dissi che non rimpiangevo l’essere diventata una diavola, dicevo sul serio e ora ne sono più convinta che mai. Non ho alcun rimpianto perché, anche se non ho dimenticato la mia fede, ora ho trovato qualcosa di molto più importante. Buchou-san, tutti i membri del club, i miei amici a scuola…e poi te, Zayden-san. Tutti voi siete importanti per me e, come ti dissi quel giorno, avete riempito la mia vita di una gioia che non avevo mai provato e nemmeno credevo essere possibile.” Mentre parlava con tanta sincerità, calde lacrime iniziarono a colare dai suoi occhi. “Per questo, io ora desidero solo poter rimanere per sempre con voi! Non voglio mai più restare sola!” E mi si gettò al collo stringendomi forte.
 
Oh maledizione! Si rende almeno conto dell’effetto che fa una ragazza quasi nuda che ti si getta addosso dopo un discorso tanto intenso?!, mi chiesi nervosamente nel percepire i seni in via di sviluppo di Asia che premevano sul mio petto, separati da esso solo dai sottili strati del suo grembiule e della mia maglietta. Tuttavia, non potevo negare di essere rimasto ancora una volta commosso dall’affetto che Asia dimostrava per tutte le persone ora considerate da lei importanti, io in primis. Come si poteva anche solo pensare che una ragazza così dolce potesse essere una strega? Lentamente e facendo attenzione a non toccare il suo fondoschiena esposto, chiusi le braccia intorno a lei ricambiando l’abbraccio. “E non rimarrai mai più sola. Dopotutto te l’ho promesso, ricordi? Rimarremo sempre insieme, mia cara sorellina.”
 
La risposta di Asia fu semplicemente un mugolio estasiato, affondando ancora di più il volto nel mio petto. Che tesoro che è.
 
“Zayden!” La voce di Rias ci riscosse e, separandomi da Asia, alzai lo sguardo verso il corridoio che portava alla sala e… HOLY FUCKIN’ SHIT! Dove ha trovato Nonna QUELLA ROBA?!
Rias vestiva con un grembiule viola e rosso perfino più spinto di quello di Asia, corto al punto da arrivarle a malapena alla coscia e talmente stretto sul suo prorompente seno da renderlo persino più formoso! Sembrava sul punto di far esplodere il tessuto da quanto lo tendeva!
“Allora?” mi chiese lei inchinandosi e facendo sobbalzare il suddetto seno, che non uscì fuori dal grembiule per chissà quale miracolo!
 
Invece di rispondere, corsi subito nel bagno presente in soggiorno e, chiusa a chiave la porta dietro di me, aprii il rubinetto sull’acqua fredda e misi la faccia sotto il flusso in uscita. Devo sbollire, devo sbollire… SUBITO!
 
[Ripeto: la tua vita sta prendendo una piega sempre più spassosa. È meglio che vedere una sitcom!]
 
Ddraig, non osare mettertici anche tu! Sto già abbastanza male di mio senza le tue battutacce!, sbraitai dietro al mio compagno che, chissà come mai, solo ora si degnava di parlarmi. Stupido drago!
 
“Zayden-san? Va tutto bene?” mi chiese preoccupata Asia da dietro la porta.
 
“S-Sì! Va tutto benissimo! Dovevo solo usare con urgenza il bagno! Eheheh!” Fantastico, ora ridacchio anche come un mezzo fesso… Controllo, Zayden Ward! Riprendi subito il controllo! Mi assestai un pugno in faccia abbastanza forte da girarmi la testa prima di riprendere a parlare: “Voi andate pure, arrivo subito per la cena.”
 
“Zayden, abbiamo chiesto a tua nonna di cucinare noi stasera” mi disse stavolta Rias. “Visto che è già tardi, prepareremo qualcosa di veloce e semplice.”
 
“Va bene, come preferite.”
 
“Tu sbrigati a finire. Non vorrai perderti la cena…” Quell’ultima frase venne sottolineata da un tono talmente provocatorio che potei immaginarmi davanti agli occhi il volto della rossa piegato in un sorrisetto beffardo. A differenza di Asia, lei aveva ovviamente capito subito perché ero scappato così in fretta! Dannata!
 
[Kukukuku! Per la prima volta in secoli e secoli, sono felice di essere stato rinchiuso in una Sacred Gear: mai avuto tanto divertimento come quando sto con te!]
 
Chiudi il becco!, sbottai mentalmente mentre mi mordevo una mano per non gridarlo ad alta voce. Alla fine, con un gran sospiro, mi asciugai la faccia e uscii per poi mettermi in divano ad attendere che il cibo fosse pronto.
Fu la preparazione di cena in cui ebbi più difficoltà a mantenere compostezza e calma di tutta la mia vita. Vedere anche solo di sfuggita Rias e Asia che cucinavano vestite con quei grembiuli striminziti… Beh, probabilmente il mio ‘amichetto’ rimase a mezzogiorno per quasi tutto il tempo! Anzi, sicuramente lo rimase!
 
“Non sono un amore? Sembrano proprio due mogliettine!” mi disse ad un certo punto Nonna, sedutasi sul divano davanti a me. Per distrarmi, avevo intanto acceso la TV e stavo facendo zapping, perciò non feci troppo caso alle sue parole. Almeno finché non aggiunse: “Mi ricorda così tanto quando io e tuo nonno avevamo la vostra età. Ah… Che bei ricordi…”
 
“Come tra te e nonno? Cioè pure tu facevi queste cose con lui?!” domandai stupito e anche piuttosto inquietato.
 
“Ma certo! Secondo te di chi sono quei due grembiuli?” mi rispose Nonna incrociando le braccia. “Li usavo io quand’ero giovane, ovviamente. Sapessi la prima volta che feci una sorpresa a tuo nonno vestita così. Ah, a ripensare a quella notte mi sembra di tornare ad avere 18 anni… Quante cose abbiamo-”
 
“Nonna, no. Ti prego, no” la fermai subito mettendomi una mano davanti agli occhi. “Per quanto ti voglia bene, l’ultima cosa che voglio ora è immaginarti vestita così mentre servi la cena al nonno. Per carità…”
 
“Cosa vorresti dire, razza di somaro?” Adesso Nonna sembrava alquanto offesa. “Vorrei ricordarti che la sottoscritta da giovane era un gran bel bocconcino! Sai quanti sguardi facevo girare solo camminando per strada?”
 
“Lo so eccome. Me le hai fatte vedere un sacco di volte le foto di te da giovane, non ricordi?” ribattei io guardandola in faccia. “E anche se non nego che eri davvero uno schianto, almeno quanto lo era la mamma, non intendo lo stesso immaginare il mio unico PARENTE rimasto in una situazione tanto ambigua… Punto e basta.”
 
“Ambigua… Bah, quanto sei pudico.”
 
“Non è pudore, è buon senso.”
 
“Ma taci e goditi lo spettacolo finché puoi. Potresti non avere più un’occasione così, lo sai, vero?” Il suo sguardo si fece malizioso. “Anche se, a giudicare da quanto piaci loro, sono pronta a scommettere che sarebbero più che liete di rindossarli in futuro, soprattutto se glielo chiedessi tu stesso… Hmm… Magari potrei coinvolgere anche Kayla la prossima volta. Sicuramente anche a lei piacerebbe…”
 
“Nonna, no. Ti prego, no. E lascia stare Kayla, non la obbligherei mai a fare qualcosa del genere, meno che a chiunque altro” dissi con un tono leggermente più duro.
 
“Non si può obbligare quella ragazza a fare niente, dovresti saperlo meglio di tutti” replicò Nonna. “Tuttavia, sono anche più che sicura che, se fosse per te, sarebbe ben disposta a farlo.”
 
“Non intendo approfittarne in ogni caso. Punto e basta.” E stavolta rafforzai la mia posizione rigirando la testa verso la TV e riprendendo a schiacciare pulsanti a caso sul telecomando. Dall’altra parte del divano sentii Nonna che sospirava profondamente, ma non mi disse altro. Per fortuna.
Poco dopo, Rias e Asia conclusero di preparare e ci sedemmo a consumare la cena tutti insieme. Fu un piacevole momento di tranquillità, ma potevo chiaramente avvertire che era solo la calma prima della tempesta.
Ormai la battaglia era imminente.
 
*
 
La avvertimmo mentre riposavamo. All’improvviso, in piena notte, un’aura immensa e maligna si materializzò fuori dalla mia casa, svegliandoci tutti di soprassalto. Vestitici in fretta, io, Rias e Asia corremmo fuori.
Nonna era andata via già da un pezzo, dopo che avevamo discusso e concordato un nostro piano d’azione per lo scontro col nemico. L’avevamo preparato dopo che Rias e Asia erano andate a dormire per evitare di distrarle e assicurare il miglior risultato possibile sia contro Kokabiel che contro Bernael. Ora era solo questione di dividerli e sarebbe stato tutto più facile.
 
“Guarda, guarda, guarda… Sembra che abbiate tutti abboccato all’esca! Come state, merdosi diavoli?” Riconobbi subito quella voce: davanti a noi stava quel pazzo maniaco di Freed Seelzen, sempre col suo solito ghigno stampato in volto. “Oh, guarda chi c’è anche! La cara Asia-chan, ora divenuta anche lei una merdosa diavola. È divertente la tua nuova vita? Per caso, fai già sesso con il qui presente drago? E tu che mi dici, eh, Zayden-kun?”
 
Uao, nemmeno 10 secondi che lo sentivo parlare e già volevo trasformarlo in spezzatino. Era un record in termini di persone capaci di farmi salire l’istinto omicida. “Dico che ti taglierò via prima la lingua e poi mi divertirò a disossare il tuo intero corpo. MOLTO lentamente…” dissi iniziando ad avvicinarmi a lui.
 
“Aspetta, aspetta! Sono qui solo per dire una cosa alla rossa qui presente!”
 
“Una cosa da dire? A me?” ripeté Rias, perplessa.
 
“Esatto… O meglio, sarà il nostro capo a dirla!”
 
In quel momento, l’aura percepita prima si fece più forte che mai e, alzando lo sguardo, vidi sospeso in aria sopra di noi un uomo vestito in eleganti abiti lunghi neri, con folti e ondulati capelli scuri e uno sguardo folle negli occhi rossi. Aveva la bocca piegata in un ghigno che rivelava i denti aguzzi dietro le labbra, ma la cosa più spaventosa erano le dieci ali di piume nere che gli spuntavano dalla schiena.
Un angelo caduto, pensai. E per giunta uno di livello superiore. E visto che l’ha nominato il loro capo, dev’essere per forza lui.
 
“Questo è il nostro primo incontro, figlia della casata Gremory. Il mio nome è Kokabiel” si presentò l’angelo caduto.
 
“Buonasera, leader degli angeli caduti Kokabiel. Il mio nome è Rias Gremory. È un piacere fare la tua conoscenza” rispose cordiale Rias, mantenendo un impeccabile sangue freddo.
 
“I tuoi capelli cremisi sono veramente splendidi. Mi ricordano così tanto quelli di tuo fratello, il Maou Sirzechs Lucifer, che il solo guardarli mi fa venir voglia di vomitare” disse Kokabiel in tono provocatorio.
 
“Allora quali sono le tue intenzioni? Vorrei dirti subito una cosa: noi della casata Gremory potremmo anche essere quelli più vicini al Maou, però allo stesso tempo siamo anche i più lontani da lui. Dunque, se sei qui per discutere di politica con me, sappi che è inutile” affermò Rias ignorando completamente l’insulto.
 
In quel momento, notai che Kokabiel portava qualcosa. Era…una persona, forse? “Questo è un dono da parte mia” disse lui per poi lanciarla verso di noi.
 
Scattai d’istinto e, con un balzo, presi il corpo a mezz’aria per poi atterrare e depositarlo delicatamente a terra. Appena la guardai in volto, sussultai: era Irina Shidou. La giovane esorcista aveva gli abiti lacerati al punto da essere quasi nuda ed era completamente coperta di ferite sanguinanti. Respirava a fatica e, per di più, la sua Excalibur era sparita. Chissà cos’è successo dopo che se n’è andata. E chissà dove sono Kiba e Xenovia. Spero non li abbiano fatti fuori e siano riusciti a scappare.
 
“Irina-san!” gemette Asia affiancandosi a me e mettendosi subito a curare la ragazza col Twilight Healing: un’aura verde scaturì dalle sue mani e avvolse Irina, il volto della quale sembrò rilassarsi almeno un po’.
 
“Quella mocciosa si è intrufolata nella mia base, così le ho dato il benvenuto. Purtroppo, non sono riuscito a prendere gli altri due topolini, ma Bernael-kun è sulle loro tracce. Si sbarazzerà molto presto anche di loro” rise sadico Kokabiel.
 
Quelle parole mi fecero schioccare le labbra. Quindi Bernael sta cacciando Kiba e Xenovia ora. Questa complicazione non ci voleva, mi costringe ad andarli a cercare il prima possibile o saranno sicuramente ammazzati. Dovrò rinunciare all’effetto sorpresa contro di lui e rischiare di ficcarmi in chissà quale trappola, ma, se riesco a trovarli in tempo, lo avrò già separato da Kokabiel e potrò combattere senza problemi. In ogni caso, non ci sono altre scelte possibili al momento.
 
“Allora, qual è il motivo per cui mi hai contattato? Di cosa volevi parlare?” domandò intanto Rias al leader dei caduti.
 
Kokabiel rispose alla domanda con un tono di folle gioia: “Intendo scatenare la mia furia su questa città, a partire dalla vostra base, la Kuoh Academy. Se dovessi violentare e uccidere sua sorella, allora anche Sirzechs verrebbe, giusto?”
 
“Se farai qualcosa del genere, la guerra tra Dio, gli angeli caduti e i diavoli ricomincerà sicuramente, ne sei consapevole?” domandò Rias, chiaramente disgustata e al contempo preoccupata da una simile dichiarazione.
 
“Questo è quello che desidero. Pensavo che Michele avrebbe iniziato una guerra se avessi rubato le Excalibur, invece ha mandato solo qualche esorcista di basso rango e due portatrici di Spade Sacre. È stato noioso. È stato davvero noioso! Ecco perché ho deciso di scaricare stavolta la mia rabbia sulla base della sorella di Sirzechs. Capisci? Sembra divertente, giusto?”
 
Io mi limitai ad emettere un verso di cupa ironia prima di parlare: “Dunque è proprio come pensavo. Tu sei venuto qui con un’unica intenzione: la guerra. Questo è il tuo solo obiettivo.”
 
Kokabiel rise sadicamente. “Proprio così! Da quando è finita la grande guerra tra le tre Fazioni, è stata una noia mortale! Azazel e Shemhaza volevano evitare di iniziare un’altra guerra e si sono messi invece a raccogliere quegli strani oggetti chiamati Sacred Gear e a studiarli. Al momento, Azazel è completamente immerso nella sua ricerca, ma qualcosa del genere non sarà di alcuna reale utilità per noi! Beh, è una storia diversa se si tratta di un oggetto tipo il Boosted Gear che possiede quel ragazzo. Dopotutto, non è qualcosa che si può trovare così facilmente.”
 
“Devo dedurre che voi angeli caduti siate interessati alla mia Sacred Gear?” domandai agitando il braccio destro.
 
“Io non ho alcun interesse per quell’affare, tuttavia forse potrebbe fare piacere ad Azazel. Il suo fanatismo nel raccogliere quei cosi è oltre l’immaginabile. Ad ogni modo, gli angeli caduti, Dio e i diavoli stanno attualmente camminando sull’orlo di un baratro. In questo caso…basta solo una scintilla per scatenare una nuova guerra!”
 
Rias ora aveva uno sguardo di pura rabbia e odio rivolto verso l’angelo caduto. “Tu… Sei veramente un maledetto maniaco della guerra.”
 
“Michele non mi ha dato la risposta che volevo, perciò ho deciso di concentrarmi su voi diavoli adesso. La sorella minore di Sirzechs, Rias Gremory. E quella di Leviathan, Sona Sitri. Ho intenzione di iniziare da una battaglia che coinvolgerà le Spade Sacre e l’istituto che voi frequentate. Se usiamo quel luogo, allora ondate di magia si sprigionerebbero e distruggerebbero quest’area e io potrei divertirmi a vedere il caos scaturito! Sarebbe il posto perfetto per liberare il vero potere delle Excalibur e iniziare una nuova guerra!”
 
In quel momento, Freed scoppiò in una delle sue solite risate sguaiate. “Non lo trovate il miglior capo per me? È proprio la sua follia a renderlo grande e meraviglioso! È per questo che mi sento così estasiato a cominciare! Mi ha pure donato questi regali!” E allargò con un ampio gesto delle braccia il suo cappotto, svelando ben tre Spade Sacre appese ad esso e alla sua vita. Tra di esse riconobbi subito la sua prima spada, l’Excalibur Rapidly, ma le altre due non le avevo mai viste; dovevano essere le altre due Excalibur trafugate alla Chiesa. “Oltre all’Excalibur Rapidly alla mia destra, quella a sinistra è Excalibur Nightmare e quella sulla mia anca è Excalibur Transparency. Ah, ho anche preso l’Excalibur Mimic da quella tipa coi codini!” Mentre parlava, portò una mano ad una cordicella che ora notavo portava intorno al braccio sinistro e, con un gesto, la srotolò e trasformò in una lunga katana. “Ho anche ricevuto un ‘elemento’ dal vecchio Balba, dunque è ovviamente inutile dire che sono in grado di usarle tutte! Sono il primo al mondo a possedere tutte queste Excalibur! Sono il migliore! Invincibile! Meraviglioso! Io sono il più forte di tutti!”
 
“La ricerca di Balba sulle Spade Sacre è un vero affare, visto che dimostra risultati così buoni. A dire il vero, mi sembrava sospetto quando si è unito al mio piano, ma alla fine si è rivelato molto utile” commentò Kokabiel con un ghigno.
 
“Cos’hai in mente di fare con le Excalibur?” chiese Rias, ma la risposta dell’angelo caduto fu una risata.
 
“Partecipiamo a questa guerra, sorellina del Maou Sirzechs Lucifer! Rias Gremory!” esclamò infine Kokabiel generando una serie di lance di luce e scagliandole su di noi. Io e Rias creammo subito un paio di barriere per bloccare i colpi, ma quella distrazione permise a Freed di estrarre un’altra di quelle sue flashbang tascabili e la luce prodotta da essa ci accecò abbastanza a lungo da farli scappare.
 
Con una rapida scansione delle aure nei dintorni, li intercettai di nuovo. “Stanno andando verso la scuola, Rias. A quanto pare non scherzava quando diceva che avrebbe iniziato da lì la sua guerra.”
 
“Non gli permetterò mai di distruggere la mia amata scuola” replicò risoluta la rossa. “Zayden, andiamo subito lì e prepariamoci alla battaglia. Quando apparirà anche Bernael, lo porterai lontano da Kokabiel e potrai eliminarlo prima di venire ad aiutarci. Al momento è l’unica linea d’azione possibile.”
 
No, non era affatto l’unica, ma decisi di assecondarla. L’incontro a sorpresa avuto con Kokabiel aveva in parte mandato in fumo la mia strategia iniziale, ma dall’altra parte mi aveva dato un’occasione forse migliore per agire. “Va bene. Dammi solo un secondo che recupero la mia spada” dissi correndo dentro casa e salendo in camera mia; tuttavia, una volta presa e ritornato giù, mi fermai in sala e, fissando la poltrona accanto al divano, dissi: “Sei pronto?”
 
Sopra il cuscino apparve la sagoma raggomitolata e serpentina di Darak, il quale alzò lo sguardo verso di me e annuì, per poi scendere dalla poltrona e avvicinarsi. Al momento le sue dimensioni erano sul metro di lunghezza.
Mi inginocchiai accanto a lui e tirai fuori un particolare anello dalla tasca; come i miei anelli da combattimento, anche questo era un prodotto di Nonna e dunque era ricoperto di un’intricata sequenza di rune antiche. Sembrava fatto di un minerale simile alla fusione tra il topazio e l’ametista, visto il colore arancio-violaceo. Con un gesto rapido ma delicato, lo infilai sulla testa di Darak e lungo il suo corpo fino a dove calcolai dovesse trovarsi la base del collo. “Ti dà fastidio?” gli chiesi.
 
“No, affatto. Non mi piace tenere qualcosa di così simile ad un collare, ma almeno non dà una sensazione sgradevole” rispose lui col suo solito tono sbrigativo. “Posso procedere allora?”
 
“Sì. Sai cosa fare.” Non appena glielo dissi, Darak annuì e strisciò via, scomparendo rapidamente dietro un angolo.
“Ecco fatto. E ora tocca a me…”
 
*
 
Kiba POV:
 
“Hahahah! Andiamo, Cavaliere di Rias Gremory! È tutto qui quello che sai fare?”
 
Balzai di lato appena in tempo per evitare la lancia di luce scagliatami contro dall’angelo caduto Bernael. Il colpo esplose distruggendo una buona porzione di terreno e scagliando pietre e detriti ovunque. Incredibile… Anche se non è Kokabiel, il suo potere è veramente impressionante, pensai.
Dopo la fuga dalla base di Kokabiel, ero rimasto separato dalle due esorciste, prima da Irina Shidou e poi da Xenovia, e mi ero ritrovato Bernael alle calcagna. Avevo provato diversi tipi di offensive, ma lui le aveva respinte o annullate tutte con una facilità impressionante. Avrebbe potuto fermarmi e uccidermi in qualunque momento, l’avevo ormai capito, ma non lo faceva. Preferiva continuare a inseguirmi e attaccarmi sporadicamente, come un bambino che si diverte a punzecchiare una mosca dopo che le ha strappato le ali. Stava giocando con me.
Dovevo assolutamente trovare un modo per fuggire e tornare alla scuola. Potevo sentire chiaramente l’aura di Kokabiel e delle Excalibur che si concentrava lì, perciò era deducibile che il leader degli angeli caduti volesse combattere l’ultima battaglia laggiù. Non sapevo per quale motivo avesse scelto proprio la Kuoh Academy come terreno di scontro, ma se non l’avessimo fermato, probabilmente tutto l’istituto sarebbe andato distrutto e forse anche la città. Non potevo permetterlo, come non potevo permettere alle Excalibur di causare altro dolore. Dovevo distruggerle. Dovevo avere la mia vendetta per i miei compagni!
 
In quel momento, un fascio di luce si innalzò dalla Kuoh Academy formando un’enorme colonna di luce all’orizzonte; poco dopo, una gigantesca barriera simile ad una cupola di cristallo lucente si formò sopra la stessa zona, nascondendo qualsiasi cosa stesse succedendo.
“Oh, ma guarda. Sembra che la battaglia finale stia per cominciare” sentii dire da Bernael. “Il che significa che il nostro giochino deve finire qui. Avrei voluto godermi di più la tua morte, Cavaliere di Rias Gremory, ma Kokabiel-sama ha bisogno di me, quindi dovrò farti fuori alla svelta.” Detto questo, schioccò le dita e diversi cerchi magici di teletrasporto mi circondarono, materializzando altrettanti Diavoli Randagi ringhianti e urlanti.
 
No! Mi ha bloccato ogni via di fuga!
 
“Fine dei giochi, Cavaliere. Speravo fossi un avversario più stimolante, ma almeno mi sono scaldato. Ora addio!” esclamò Bernael creando una lancia di luce ben più grande delle precedenti. Non sarei mai sopravvissuto a un colpo del genere.
 
“Non penso proprio!”
 
Quelle parole inaspettate furono seguite da un raggio di energia rossa che Bernael schivò per un soffio, venendo però costretto ad annullare la lancia e allontanarsi. Voltandomi, vidi due dei Randagi crollare a terra, privati delle teste da altri due colpi energetici, e dietro di loro veniva verso di me… “Zayden-senpai?!”
 
“Ehi, Kiba” rispose lui avvicinandosi tranquillamente. Stavo per chiedergli come mai fosse qui, ma ogni mia domanda venne soffocata dal gancio che mi colpì in pieno alla guancia con tanta forza da mandarmi schiena a terra. Un dolore tremendo m’invase tutta la faccia e sentii anche un rivoletto di sangue scendermi da un lato della bocca. Non feci in tempo a metabolizzare l’accaduto poi, che Zayden-senpai mi afferrò per il colletto e tirò su a forza, fino ad avere i suoi occhi inchiodati ai miei, e la furia che vidi bruciare nelle sue iridi smeraldine mi spaventò. “Razza di coglione! Possibile che tu debba essere un tale imbecille sconsiderato?! E dire che ti facevo intelligente!” mi urlò in faccia con rabbia inaudita. “Ti ho detto fin dall’inizio e più di una volta che da solo non puoi fare niente contro questi qua e tu cosa cazzo fai? Te vai a zonzo da solo dietro un branco di pazzoidi che potrebbero tutti ucciderti con la stessa facilità con cui spiaccichi una zanzara! Dove cazzo l’hai lasciato il cervello, al banco dei pegni? Ti giuro che, se non fosse per la promessa che ho fatto a Rias, Asia, Koneko, Akeno e soprattutto a me stesso di aiutarti, ti ammazzerei subito! Qui e ora! Hai capito, fottuto damerino dei miei stivali draconici?”
 
La furia nelle sue parole mi aveva sconvolto, indubbio, ma la cosa che mi fece stare peggio fu il vedere nei suoi occhi una chiara scintilla di delusione in mezzo all’ira. L’avevo davvero irritato stavolta e pensare a quanto mi avesse invece aiutato, a tutto quello che lui aveva fatto per me finora, mi fece stare davvero male. Avevo sbagliato di nuovo tutto. “Mi…dispiace” riuscii solo a dire.
 
“Vorrei ben vedere. Le scuse non bastano, sappilo, ma il fatto che hai realizzato i tuoi sbagli è almeno un inizio” replicò lui, anche se il suo tono era ancora duro. Un istante dopo, lo vidi sollevare un braccio e generare una potente barriera rossa che bloccò una serie di lance di luce viola scuro.
 
“Per quanto ancora avete intenzione d’ignorarmi?” disse Bernael con malcelata rabbia. L’apparizione di Zayden-senpai doveva averlo più irritato che sorpreso. “Che fortuna vederti qui con noi, Sekiryutei. Renderai il lavoro di Kokabiel-sama e la mia vendetta molto più facili!” Schioccò poi le dita e tutti i Diavoli Randagi ancora intorno a noi si fecero subito più aggressivi, chiaramente pronti ad attaccare.
 
Mi misi in guardia non appena Zayden-senpai mi lasciò, ma la sua mano tornò subito a stringermi una spalla. “Hai visto la barriera laggiù, vero? Rias e gli altri stanno per affrontare Kokabiel e avranno sicuramente bisogno di te. Lì ci saranno anche Freed e Balba e dunque le Excalibur. La tua vendetta è lì, perciò non perdere tempo con questa feccia e vai via subito.”
 
Il pensiero della mia vendetta mi fece quasi obbedire all’istante, ma poi venni fermato dal senso di colpa. Colpa di abbandonare così il mio senpai dopo che lui mi aveva così tanto aiutato ed era anche venuto a salvarmi. Come potevo andarmene con tanta indifferenza? “Non posso lasciarti combattere da solo, senpai. Voglio aiutarti! Se collaboriamo, ci sarà più facile vincere e raggiungere gli altri dopo!”
 
Lui mi guardò sorpreso, chiaramente non si aspettava la mia resistenza, ma qualunque cosa volesse rispondermi venne interrotta dall’attacco dei Randagi. Io e Zayden-senpai ci muovemmo simultaneamente ai lati opposti, mandandone due a sbattere l’uno contro l’altro, poi mi voltai ad affrontarne un terzo e, sfruttando la mia rapidità e agilità da Cavaliere, gli sfrecciai vicino mozzandogli una gamba nel processo. Voltandomi, vidi Zayden-senpai schivare l’attacco di altri due Randagi per poi balzare in aria e centrarli entrambi con un doppio calcio che li mandò a gambe all’aria; alzò poi entrambe le braccia e scagliò due sfere d’energia rossa che fecero esplodere le teste di quelle bestie immonde. Come sempre, la sua maestria in combattimento è incredibile, non potei non pensare.
 
Subito dopo, però, lo vidi correre svelto verso di me urlando: “Levati da lì!”
 
Feci appena in tempo a percepire la lancia di luce che si dirigeva verso di me, che mi buttai a terra e rotolai via, evitando l’attacco mortale. Purtroppo, l’esplosione del colpo fu abbastanza forte e vicina da trasformare il mio rotolamento in una caduta prona a terra. Mentre cercavo di rialzarmi, tuttavia, vidi Bernael planare verso di me con in mano stavolta una spada di luce e mi misi frettolosamente in guardia, anche se mi resi conto fin da subito che non sarei stato né abbastanza stabile né abbastanza resistente da fermare quel colpo.
Ancora una volta, tuttavia, vidi la sagoma di Zayden-senpai frapporsi tra me e Bernael all’ultimo istante, bloccando la spada col suo Boosted Gear. Il senpai spinse poi via la lama e fece allontanare l’angelo caduto con un calcio all’addome, prima di voltarsi di nuovo verso di me.
 
“Apprezzo la tua preoccupazione, ma se rimarrai qui mi sarai solo d’intralcio” mi disse secco. “Quindi vattene subito e senza fare storie. Solo così potrò combattere al meglio, capito?”
 
“Ma, senpai…” cercai di replicare, ma altri due Randagi si scagliarono su di noi da dietro, mentre Bernael scagliava altre lance di luce da davanti. Tutti gli attacchi, però, s’infransero su una cupola di energia apparsa intorno a noi e i Randagi vennero pure scagliati indietro, lanciando urla di dolore. Riconobbi subito la tecnica: era la barriera del senpai, Kham la chiamava.
 
“Ho detto vattene via! Altrimenti giuro che ti ammazzo io! Non ho né tempo né intenzione di farti ogni volta da babysitter, perciò sparisci!” mi urlò contro con uno sguardo di fuoco, tenendo le mani alzate e giunte all’altezza dello sterno per creare il Kham. “Sono le Excalibur e Balba Galilei i tuoi nemici, no? Allora va’ da loro ad affrontarli! È Rias la tua padrona e colei che ti ha donato una nuova vita, giusto? Allora va’ da lei ad aiutarla! Insomma, vai alla scuola e basta! Lì servi, non qui!” Detto questo, emise un potente urlo mentre la barriera si espandeva di colpo, costringendo Bernael a volare via e travolgendo i due Randagi con tanta potenza da disintegrarli completamente.
 
Sarebbe quella la vera potenza di quella tecnica?!, non potei non pensare, sconvolto da tanto potere. Mi voltai verso il senpai e la sua sola espressione era fin troppo eloquente: se non me ne fossi andato in fretta, si sarebbe di sicuro arrabbiato. Molto arrabbiato.
Alla fine, decisi di assecondarlo: “Farò come vuoi, senpai. Ti prego, fai attenzione.”
 
“Me la caverò, tranquillo” mi rispose con un ghigno. “Piuttosto, tu stai attento. Ti aspettano nemici molto pericolosi laggiù.”
 
“Lo so. Buona fortuna, senpai” replicai per poi dirigermi verso la Kuoh Academy, correndo alla massima velocità concessami dal mio essere un Cavaliere. Dietro di me, sentii ricominciare e infuriare i suoni della battaglia, ma decisi di non voltarmi. In nome del rispetto e della gratitudine che provavo per lui, continuai a correre senza mai voltarmi, con un solo pensiero in mente: Rias-Buchou… tutti quanti… Resistete, sto venendo ad aiutarvi!
 
“Ehi, ragazzo!” Quella voce tanto improvvisa quanto inaspettata mi fece fermare e girare di scatto. Mi trovai a fissare la figura sorridente della nonna del senpai, Lucia-san, che veniva verso di me. “Che ne dici se questa vecchietta ti fornisce una scorciatoia?” mi chiese avvicinandosi.
 
“Lucia-san? Che ci fa lei qui? E… Aspetti, ha detto ‘scorciatoia’?” Nel mentre, non riuscii a non lanciare un’occhiata fugace al luogo del combattimento in corso tra il senpai e Bernael e rimasi stupito nel vedere invece una nuova barriera, più piccola di quella creata intorno alla scuola ma non meno potente. Erano lì dentro ora?
 
“Oh, l’ho creata io, così non potranno scappare da Zayden stavolta. Non preoccuparti per lui, se la caverà di sicuro” mi disse Lucia-san in tono rassicurante. “Comunque sì, esatto. Posso teletrasportarti lì in pochi secondi, così potrai aiutarli subito e non sprecherai energie per arrivarci.”
 
“Allora la prego, lo faccia” dissi accettando di buon grado la sua offerta. Quando questa storia sarà finita, troverò il modo di sdebitarmi con te, senpai. Lo giuro sul mio onore di Cavaliere.
 
*
 
Zayden POV:
 
Non appena si formò la barriera di Nonna intorno a noi, non potei non tirare un sospiro di sollievo. “Finalmente se n’è andato!” esclamai alzando le braccia al cielo. “Cristo, quanto odio dover fare da balia agli altri! Mi sembrava di stare dentro Resident Evil 4! Che palle quando ti ritrovi quell’oca NPC di Ashley da scortare e difendere per praticamente più di metà gioco! Ma chi cazzo è la mente decerebrata che ha creato quel videogioco?! Se mai lo incontro, lo spedisco a calci in culo su Plutone, parola mia!”
 
“Di che cazzo stai parlando?” La voce furiosa di Bernael mi riportò alla realtà. L’angelo caduto svolazzava sopra di me con un’espressione tra il rabbioso e il seccato, mentre i tre Diavoli Randagi rimanenti mi circondavano ringhiando. “E così ci hai chiusi in una barriera, eh? Hai davvero intenzione di affrontarmi da solo? Addirittura ti permetti di buttarti in filippiche senza badarmi minimamente… Pensi davvero di poter rimanere tanto rilassato davanti a me?!”
 
Gli rivolsi un ghigno. “Non dovrei? Perché ora sono chiuso qui dentro con voi?”
 
“Tra poco non farai più lo sbruffone, te l’assicuro. Aver creato questa prigione sarà la tua rovina!” Subito dopo, i tre Randagi mi balzarono addosso con gli artigli protesi e le bocche spalancate e grondanti bava schiumosa.
 
Mi limitai a continuare a mantenere la mia poker face mentre mi portavo la mano al fianco e impugnavo la mia katana. Proprio nel momento in cui mi stavano per colpire, balzai in alto sopra di loro, estraendo nel contempo la lama e sferrando una serie di fendenti intorno a me. Riatterrai alle spalle di uno di loro e rinfoderai la katana con un gesto fluido; in quello stesso istante, tutti e tre i Randagi crollarono a terra, decapitati di netto e con le teste tagliate a metà.
“Tsk. Se questo è il meglio che ti sei portato dietro, sarà davvero uno scontro a senso unico” dissi rivolgendomi a Bernael.
 
Questi schioccò infastidito la lingua, ma non si scompose più di tanto. “Ancora una volta ho avuto la dimostrazione che non sei affatto un avversario semplice. Anche senza attivare la tua Sacred Gear, avversari di questo livello sono niente per te.” Inaspettatamente, anche lui fece un sogghigno. “A quanto pare, ho fatto bene a dare ragione a quell’individuo…”
 
Quella frase mi incuriosì. “Che intendi? Quale individuo?”
 
“Non hai bisogno di saperlo, visto che stai per morire” replicò Bernael venendo avvolto da una potente aura viola scuro. “Il riscaldamento è finito e i pedoni hanno fatto il loro lavoro. Ora comincia la vera battaglia!”
Nel momento in cui atterrò a terra dopo aver pronunciato quelle parole, cinque nuovi cerchi magici si generarono intorno a noi e da essi emersero cinque nuove figure il cui aspetto mi sorprese non poco. Erano chiaramente pure loro dei Diavoli Randagi, aura e aspetto erano inconfondibili, ma erano diversi da qualunque altro avessi mai visto: erano tutti di stazza ben più piccola, non superiore ai due o tre metri di altezza, e avevano una corporatura fortemente umanoide, bipede e dai chiari tratti animali. Uno, una donna, aveva corti capelli neri dai quali spuntavano un paio di antenne e un esoscheletro verde scuro sopra la pelle simile a quello di una mantide religiosa, come anche le lunghe lame dentate che le spuntavano dai polsi e che formavano con le braccia delle tenaglie identiche alle zampe raptatorie del suddetto insetto; la sua stessa bocca presentava delle ganasce laterali analoghe a quelle delle mantidi. Un altro, un uomo stavolta, era calvo, imponente e rivestito su testa, schiena e arti da una corazza dermica a scaglie grosse e spesse, simile a quella di un pangolino, e da sopra le natiche gli spuntava una lunga coda anch’essa corazzata; le parti non avvolte dalla corazza mostravano una muscolatura massiccia e una pelle grigiastra. Il terzo aveva una folta pelliccia scura intorno al corpo e un muso leggermente allungato con denti aguzzi che ricordavano un cane o un lupo e possedeva anche lunghi artigli taglienti su mani e piedi e una folta coda da canide. Il quarto, una donna stavolta, aveva a sua volta una pelliccia su tutto il corpo ma più corta e chiara di quella dell’altro e sembrava presentare un motivo maculato, il suo corpo era snello e longilineo e aveva una lunga coda e un paio di orecchie feline simili a quelle di un ghepardo; anche lei poi possedeva denti e artigli acuminati. L’ultimo, un altro uomo, era il più mostruoso: era completamente ricoperto da squame bluastre e la sua metà inferiore era quella di un serpente, lunga e affusolata fino a tre metri e terminante in un sonaglio, aveva poi muscolose braccia armate di artigli e la sua testa era deforme con due occhi rosso sangue e una bocca dotata dei soli canini, lunghi e appuntiti proprio come quelli di un serpente velenoso, tra i quali scattava una lingua rossastra e biforcuta.
 
“E questi che razza di bestie sarebbero?” domandai mettendomi in guardia. “I Diavoli Randagi non dovrebbero avere aspetti tanto armonici tra i loro tratti umanoidi e animali e nemmeno un’aura del genere. Che cosa sono veramente?”
 
“Sono contento che tu me l’abbia chiesto, sarò ben felice di risponderti prima di eliminarti” rispose Bernael con una nota d’orgoglio nella voce. “Loro sono le mie creazioni più grandi, frutto e apice di una serie di esperimenti sui Diavoli Randagi che avevo iniziato già molto tempo fa, ma che tu mi hai dato la possibilità di accelerare e completare in tempi più brevi del previsto.”
 
“Io?” Ora sì che ero perplesso. “E quando mai ti avrei dato tale possibilità?”
 
Il suo ghigno divenne una maschera d’odio. “Quando hai mutilato la mia amata sorellina Raynare. Quando l’ho portata via per curarla… È stato allora che ho incontrato lui.”
 
“Intendi Kokabiel?”
 
“Sbagliato” rispose Bernael, sorprendendomi un’altra volta. “Ho incontrato un’altra persona prima, la quale mi ha introdotto a una nuova realtà. Una che non credevo esistesse in questo mondo stagnante in una pace fasulla. Mi sono stati offerti aiuti per Raynare, la possibilità di vendicarmi e un nuovo futuro radioso per noi e la nostra razza. In seguito, sono stato anche avvicinato da Kokabiel-sama e ho accettato di aiutarlo per poter mettere alla prova il frutto del mio lavoro.” Mi rivolse un sorriso contorto. “Diciamo che la mia vendetta contro di te è anche il modo di dimostrare a quella persona la mia gratitudine per il suo aiuto.”
 
Tirai un fischio di falsa sorpresa. “Ma pensa. In parole povere, la tua alleanza con Kokabiel è solo una facciata per coprire le reali persone per cui lavori. Lui non sa niente di loro, vero?”
 
“No, infatti. Kokabiel-sama è interessato solo allo scatenarsi di una nuova guerra per poter avere di nuovo la possibilità di scontrarsi con angeli e diavoli e ‘correggere’ il risultato del conflitto precedente.” Sottolineò il verbo ‘correggere’ facendo le virgolette con le dita. “Non fraintendere: lo aiuto anche perché lo scoppio di un’altra grande guerra è un passaggio fondamentale dell’immenso disegno di cui ora faccio anch’io parte, perciò è tutto a nostro vantaggio se Kokabiel-sama riesce nel suo intento… Ma io intendo andare anche oltre.”
 
“Molto interessante davvero. E invece quelle creature sarebbero…?”
 
“Come dicevo, il culmine dei miei esperimenti. Sai, io ho un potere molto particolare che mi permette di manipolare le menti altrui. Non tanto da esercitare un controllo totale, ma abbastanza da alterare le loro sensazioni e intenzioni…o, come nel caso di bestie come i Randagi, renderli più riflessivi e furbi e dare loro un obiettivo preciso. In questo modo, guarda.”
Afferrò una manciata di penne da una delle sue ali e le strappò con un movimento secco per poi lanciarle in aria; le penne si irrigidirono e piombarono giù come proiettili verso le quattro creature e me. Alzai rapidamente il Boosted Gear e bloccai il colpo schiacciandolo tra le dita, ma le altre penne colpirono i quattro alla testa e vi penetrarono all’interno fino a scomparire senza però lasciare ferite visibili. Subito dopo, essi cominciarono ad emettere dei ringhi più minacciosi e assunsero delle posizioni d’attacco.
“Direi che ora abbiamo parlato abbastanza, però” disse poi Bernael. “Per questo, qualunque altra cosa tu voglia sapere…la scoprirai sulla tua pelle! Chissà se sopravviverai abbastanza da sapere tutto!”
Uno schiocco di dita e i cinque Randagi anomali erano partiti insieme alla carica contro di me.
 
“Cinque contro uno, eh? Non è una novità…” commentai mettendomi in guardia e attivando il raddoppio del Boosted Gear.
 
[Boost!]
 
La prima a raggiungermi fu la donna ghepardo: con incredibile velocità, ben superiore a quella di Kiba o Freed con l’Excalibur Rapidly, mi arrivò davanti e cercò di attaccarmi con un’artigliata. Evitai il colpo e feci per contrattaccare, ma avvertii un pericolo alle mie spalle e mi abbassai nello stesso istante in cui qualcosa alterò la mia aura protettiva; sopra di me, passò uno degli artigli dell’uomo cane, il quale cercò poi di balzarmi addosso per addentarmi, tuttavia lo afferrai a mezz’aria e lo scagliai contro la donna ghepardo, che intanto stava per rifarsi sotto. Subito dopo, mi trovai alle prese con la donna mantide e schivai o deviai con colpi di palmo gli affondi delle sue zampe raptatorie, prima di notare con la coda dell’occhio l’uomo serpente che stava per attaccarmi dalle spalle. Bloccai una delle zampe della donna mantide con il Gear e mi voltai per arrestare la carica dell’uomo serpente afferrandolo per la gola; quest’ultimo iniziò subito a dimenarsi e mi avvolse la lunga coda intorno al busto mentre con le mani mi bloccava il braccio con cui lo tenevo, iniziando subito a stritolarmi.
 
“Oof… Spiacente, ma sono abituato ad affrontare i serpenti e da qualcuno molto più forte di te!” esclamai prima di sollevarlo ancora più in alto e sbatterlo contro la donna mantide. L’impatto non ferì nessuno dei due, ma li stordì quel poco che bastava ad allentare la presa del bastardo su di me, così ne approfittai subito per liberarmi ruotando su me stesso e allargando al contempo le spire che mi tenevano, poi lo feci roteare per la sua coda e lo scagliai contro l’uomo cane che si stava rifacendo sotto. Questi riuscì ad evitarlo con uno scatto laterale e mi caricò.
 
[Boost!]
 
Usai il Boosted Gear per bloccare le sue mascelle senza rimanere ferito, poi lo centrai in pieno addome con un gancio sinistro e un calcio laterale sbattendolo via. In quel momento, la donna ghepardo si rifece sotto e prese a girarmi intorno, probabilmente per cercare un’apertura per attaccarmi; prima che potesse farlo, però, qualcun altro provò ad assalirmi alle spalle e, istintivamente, mi voltai sferrando un pugno sinistro.
L’avessi mai fatto! Le mie nocche impattarono contro quello che mi sembrò un muro di cemento armato ricoperto di rasoi e percepii chiaramente la pelle che si squarciava e le ossa che s’incrinavano. Stringendo denti e occhi per il dolore, vidi davanti a me l’uomo pangolino, un braccio proteso in avanti per difendersi dal mio attacco e l’altro tirato indietro, pronto a colpirmi; balzai indietro per evitare il suo pugno e questo colpì il terreno, sfondandolo e scavando un buco di almeno un metro. Purtroppo la mia azione mi mise sulla direzione dello scatto della donna ghepardo e stavolta non fui abbastanza veloce per evitare la fulminea artigliata che mi aprì quattro tagli diagonali lungo tutta la schiena e mi paralizzò sul posto, quel tanto che bastava all’uomo pangolino per ruotare su sé stesso e colpirmi con la sua possente coda corazzata, mandandomi a rotolare per terra.
 
“Cazzo… Questi stronzi non sono affatto male… Il loro gioco di squadra è encomiabile a dir poco” mormorai rialzandomi con un certo sforzo. Oltre alle nocche sinistre rotte e alle lacerazioni sulla schiena, l’ultima codata mi aveva lasciato un grosso livido sul busto e, dal dolore a ogni respiro, probabilmente mi aveva incrinato almeno un paio di costole. Avvertii la rigenerazione accelerata che riparava le ferite, ma ci sarebbe comunque voluto un po’ di tempo per guarire da tutto.
 
[Boost!]
 
In quel momento, un’altra presenza mi attaccò alle spalle, ma riuscii a girarmi in tempo per usare il Boosted Gear e parare il colpo, che si rivelò essere una spada di luce di Bernael. “Allora, Sekiryutei? Non fai più battute ora?” mi derise sferrando altri fendenti che bloccai sempre col braccio destro.
 
“Ammetto che non mi aspettavo questo genere di avversari, ma sbagli di grosso se pensi che siate capaci di spaventarmi!” replicai prima di estrarre la mia katana con il braccio sinistro e usarla in una presa invertita per sferrare un fendente rovesciato dopo l’ennesima parata.
Bernael schivò l’attacco e prese il volo, per poi far svanire la spada e creare una serie di lance di luce che mi scagliò addosso. Corsi di lato per evitare i colpi, ma mi ritrovai davanti l’uomo cane e la donna mantide e dovetti usare Boosted Gear e katana per parare i loro attacchi, venendo costretto ad indietreggiare. Feci per contrattaccare, ma venni anticipato dalla donna ghepardo, la quale riprovò ad attaccarmi alle spalle; usai la spada per bloccare la sua artigliata, ma subito dopo la mia arma venne afferrata dalla coda dell’uomo serpente e strappata alla mia presa con uno strattone. Ringhiai di rabbia e, scattando in avanti, placcai l’uomo serpente con una forte spallata sbattendolo indietro, poi mi voltai e, parata una zampa raptatoria della donna mantide, la colpii con un calcio laterale alla testa buttandola a terra. Mi volsi allora verso l’uomo cane, ma venni intercettato dalla donna ghepardo e costretto a indietreggiare per evitare i suoi artigli; allora avvertii un’enorme presenza dietro di me e alzai gli occhi solo per vedere la coda dell’uomo pangolino cadermi addosso, pronta a schiacciarmi. Riuscii a schivarla per un pelo con un balzo laterale, però così finii sulla traiettoria di una nuova lancia di luce di Bernael e venni colpito di striscio a un fianco e poi sbalzato via dall’esplosione dell’attacco.
Rotolai per diversi metri prima di fermarmi e rimettermi in piedi con un colpo di palmo, tuttavia l’uomo pangolino mi era addosso, pronto a colpirmi con un destro micidiale, mentre alle mie spalle sentivo chiaramente un’altra lancia di luce che si avvicinava pericolosamente alla mia schiena.
 
Non avrei potuto schivare stavolta e così unii le mani al petto e urlai: “Kham!”
La mia barriera d’aura sferica apparve appena in tempo per respingere la lancia e fermare l’attacco dell’uomo pangolino, dopodiché, senza lasciargli il tempo di arretrare, espansi la tecnica e generai un’esplosione che lo investì in pieno. Quando lasciai svanire la tecnica, però, constatai con stupore che la creatura aveva resistito molto bene al Kham, subendo solo delle ustioni su petto e addome; la sua corazza dermica era praticamente intatta.
 
[Boost!]
 
“Quattro Boost e ancora non basta? Notevole davvero” osservai con un leggero fiatone e squadrando il quintetto di bestie, ora riunito. Il fianco mi bruciava terribilmente, ma la mia corazza di aura aveva parato il peggio della lancia di luce, impedendole di aprirmi in due. “Quelli non sono affatto Randagi, o almeno non lo sono più. Le loro forza e velocità sono impressionanti e hanno una coordinazione impeccabile, sia tra loro che con te.” Alzai gli occhi su Bernael, che ancora volteggiava a mezz’aria e decisi di provare a guadagnare un po’ di tempo per riprendere fiato e rigenerare le ferite più gravi. “Che razza di esperimenti ci hai fatto sopra?”
 
“Lo vuoi proprio sapere? Beh, diciamo che ho preso varie parti del corpo di diversi Diavoli Randagi e, con l’aiuto dei miei nuovi alleati, le ho assemblate per formare delle creature nuove e più potenti” rispose l’angelo caduto, chiaramente compiaciuto. “Ognuno di loro è forte almeno quanto un diavolo di Alta Classe e, uniti alla mia coordinazione, insieme possono equivalere e superare anche uno di Classe Suprema. Perciò ti conviene abbassare la cresta…perché non ti daranno tregua finché non sarai morto!” Schioccò le dita e i cinque ripartirono all’attacco. “Credi che starò qua a parlare fino a quando non ti sarai ripreso? Povero illuso!”
 
“Sei sveglio, vero…ma non abbastanza! Se non volevi concedermi tempo, avresti dovuto riattaccarmi subito!” replicai mentre il Gear si riattivava:
 
[Boost!]
 
Stavolta, però, dopo quel suono, la gemma sul dorso del guanto cominciò a brillare di luce interiore. Il segnale che aspettavo! “A quanto pare, siete forti…ma di certo non eccezionali!” li schernii con un ghigno.
 
[Explosion!]
 
Il Boosted Gear s’illuminò di luce verde e diversi simboli si accesero sulla sua superficie, mentre il mio potere esplodeva in una colonna di energia scarlatta. “Bene, scarti di Frankenstein, è tempo del secondo round!” esclamai lanciandomi all’attacco e incontrando le creature esattamente al centro dell’area sottostante la barriera.
Il primo ad affrontarmi fu il gigantesco uomo pangolino; come avevo ormai intuito, quello era il ‘tank’ del gruppo, il tizio con la difesa e la forza fisica più grandi, perciò era controproducente attaccarlo direttamente: anche fossi riuscito a distruggere la sua corazza dermica, avrei probabilmente dovuto consumare troppe energie e gli altri mi avrebbero ostacolato di sicuro nel frattempo. Così, mi buttai in scivolata passando tra le sue gambe e, rimettendomi fulmineo in piedi, gli afferrai la coda e, con un deciso colpo di reni, lo sollevai e scagliai contro i suoi compagni che furono costretti a separarsi per evitare la sua pesante massa. Ne approfittai e scagliai un paio di sfere d’energia contro l’uomo cane e la donna mantide, ma questi alzarono le braccia e generarono una doppia barriera per bloccare gli attacchi, anche se dovettero restare fermi in quel punto.
Così sanno ancora usare la magia, eh? Beh, poco male, pensai caricando l’uomo serpente. Questi mi si lanciò addosso frontalmente a bocca aperta ed emise dalle zanne due getti di un liquido giallo pallido, che schivai muovendomi a zig-zag fino ad arrivare davanti a lui; l’uomo serpente provò allora ad azzannarmi, ma lo anticipai con un poderoso montante al mento non appena si mosse contro di me, scagliandolo in aria. “Sarai anche velocissimo, ma so benissimo che voi serpenti potete muovervi così rapidi solo in linea retta!” esclamai saltando in aria per seguirlo e colpendolo con un calcio in pieno volto, che lo rispedì a terra.
 
Una volta atterrato, fu la donna ghepardo la prima a riattaccarmi, ma invece di seguirla con lo sguardo, mi basai sulla mia percezione dell’aura e delle interferenze nella mia corazza energetica e così riuscii a prevedere il suo assalto e a colpirla con un calcio dritto all’addome, sbattendola indietro. Subito dopo, l’uomo cane e la donna mantide mi stavano addosso, ma avvertii chiaramente anche l’aura di Bernael che mi arrivava alle spalle.
“Sai solo colpire alle spalle? Tsk! Sei più codardo di quanto pensassi!” dissi voltandomi con il braccio destro tirato indietro e pronto a colpire. Bernael impugnava una spada di luce che distrussi facilmente con il mio pugno, per poi colpirlo in pieno addome con un secondo. Con feroce soddisfazione lo vidi sputare sangue. “E ora è finita!”
 
Ma il ghigno che mi rivolse l’angelo caduto non era di uno sconfitto. “Hai ragione, è finita! Per te!” gridò afferrandomi il braccio ancora proteso con una mano e infilando fulmineo l’altra sotto di esso, colpendomi poco sotto l’ascella sinistra con due dita, indice e medio. Il colpo mi fece vibrare leggermente, ma non sentii nessun dolore o danno particolare.
 
“Se questo era il tuo colpo migliore, sei messo peggio di quanto-” Non riuscii a terminare la frase che percepii subito una grossa parte delle mie energie lasciarmi all’improvviso e mi ritrovai a barcollare. “Ma cosa…?!”
Una presa ferrea si chiuse in quel momento sulle mie braccia e me le allargò a forza; un breve sguardo sopra di me mi rivelò che si trattava dell’uomo pangolino, ma prima che potessi reagire, Bernael si era mosso di nuovo e stavolta mi colpì con lo stesso colpo sotto l’ascella destra. L’effetto fu il medesimo: un’altra buona parte delle mie forze svanì quasi immediatamente e mi ritrovai ad ansimare per l’indebolimento improvviso. “Cazzo, che cosa…?! E mollami, bestione!” urlai girando per quanto possibile il polso dietro di me e scagliando una sfera d’aura che colpì l’uomo pangolino al fianco, facendogli perdere la presa sulle mie braccia e l’equilibrio. Mentre cadeva, ne approfittai per allontanarmi, ma l’improvviso quanto inaspettato indebolimento m’impedì di muovermi abbastanza in fretta da evitare delle sfere magiche lanciate dagli altri mutanti e potei solo attutire i colpi incrociando le braccia davanti a me. Gli incantesimi esplosero come delle granate, tuttavia il Boosted Gear e soprattutto la mia aura difensiva pararono il peggio delle esplosioni, che mi lasciarono comunque con diverse bruciature e lividi su tutto il corpo e i vestiti lacerati o stracciati in più punti.
 
Ma che cosa mi ha fatto? Quest’attacco non è una tecnica degli angeli caduti! Assomiglia più a…, mi bloccai sconvolto quando i miei pensieri mi diedero una risposta tanto probabile quanto assurda e sconvolgente. Non è possibile. Non può conoscere quella tecnica. Solo noi membri del Seishin-Do possiamo conoscere qualcosa del genere… La risposta mi piombò addosso in quell’istante e la mia mente iniziò a collegare rapidamente i pezzi.
Mi rivolsi a Bernael: “Quella tecnica, quel colpo di pressione dei centri dell’aura…appartiene al Seishin-Do. È una delle mie tecniche, della mia scuola!” Ora non ero solo scioccato, ma anche furibondo. “Chi te l’ha insegnata? Era tra coloro che ti hanno avvicinato, vero? O è proprio lui quella persona di cui parli con tanta ammirazione?”
 
“Oh, te ne sei accorto allora? Beh, c’era da aspettarselo da un praticante della suprema arte marziale” rispose l’angelo caduto con un ghigno strafottente. “Diciamo che la persona di cui parli era tra coloro che mi hanno avvicinato ed era qualcuno che ti odiava particolarmente, almeno quanto me. Per questo mi sono trovato subito interessato a lui e a quello che poteva offrirmi…”
 
“Sono in molti a odiarmi, perciò normalmente non saprei chi è questa tua anima gemella… Ma se ti ha insegnato quella tecnica di Seishin-Do, c’è solo una persona che mi viene in mente…” Quel pensiero… La sola idea che lui stesse non solo tramando con un essere spregevole come Bernael, ma che gli avesse addirittura insegnato una delle tecniche della mia scuola…della NOSTRA scuola! Ora sì che ero incazzato! “Dov’è? Dov’è Ren Caswell? Dimmelo subito!” ruggii sprigionando un’aura tanto potente che incrinai il terreno sotto di me e creai una folata di vento che costrinse alcuni dei Randagi modificati a distogliere lo sguardo per un attimo.
 
“Perché mai dovrei? Non solo non intendo perdere un alleato tanto utile…ma non ha nemmeno senso dirtelo, visto che morirai qui e ora!” ribatté Bernael ghignando e schioccando le dita. Subito, il quintetto di Randagi si fece più aggressivo. “Non posso usare le vostre tecniche come voi, vero, ma anche così percepisco benissimo che il tuo potere si è indebolito notevolmente! Ti ucciderò prima che tu possa potenziarti di nuovo!”
 
Osservai il quintetto che mi caricava e sbuffai. Ti sopravvaluti troppo, stronzetto.
 
[Sei sicuro che non sei tu a sopravvalutarti stavolta? Dopotutto ti ricordo che al momento non puoi nemmeno usare il Balance Breaker, visto che il tuo piano richiedeva la divisione del tuo potere per funzionare…]
 
Lo pensi davvero, Ddraig?
 
[Kukuku, certo che no. Anche se ti ha colto di sorpresa e sei indebolito, non ho dubbi che puoi ancora vincere. Ma dovrai fare molta più attenzione, visto che da ora loro s’impegneranno al massimo per ucciderti.]
 
Lo so bene. Piuttosto, quanto potere raddoppiato mi è rimasto?
 
[Circa la metà. Per quanto possa aver provato a replicarla al meglio, posso dire con certezza che quella tecnica era ben lontana dalla sua piena efficacia.]
 
Puoi ben dirlo. Se fosse stata sferrata davvero correttamente, ora non solo avrei perso tutto il potere raddoppiato, ma avrei anche problemi a riprendere il pieno controllo del mio Ki. Tsk! Un’esecuzione da principianti! Ren dovrebbe sapere che non basta spiegare esecuzione ed effetto di una tecnica della nostra scuola per poterla replicare in modo efficace…ma del resto è anche per questo che è stato espulso. Feci schioccare il collo, mentre mi preparavo ad affrontare il quintetto di nemici. La metà, eh? Non importa, basterà per il momento. Anche se sono forti e con un buon gioco di squadra, non mi serve certo il Balance Breaker per ribaltare la situazione. Credo sia ora di mostrargli cosa sappiamo realmente fare.
 
[Sono pienamente d’accordo, partner. Andiamo!]
 
Spesi un secondo a controllare lo stato del mio Ki e confermare la sua ripristinata fluidità e il suo livello. Come detto da Ddraig, era come se avessi fatto solo due o tre Boost invece di cinque, ma potevo farmi bastare anche questo potere. Dopotutto la quantità non è tutto, l’essenziale è sempre come usare ciò che si ha.
“Vediamo quanto siete davvero forti! Kham!” urlai avvolgendomi nella mia sferica barriera protettiva. Subito il gruppo nemico si arrestò e sembrò studiarmi.
 
“Ci risiamo. Pensi di poter vincere chiudendoti di continuo a tartaruga?” commentò sprezzante Bernael. “Quella mossa ha la sua massima efficacia a distanza ravvicinata, perciò è sufficiente attaccarla e distruggerla da lontano!”
Quasi in risposta alle sue parole, i cinque Randagi modificati alzarono le braccia e generarono un cerchio magico ciascuno, da cui iniziarono a scagliare una serie di incantesimi di vario tipo verso di me. Tutti gli attacchi sbatterono contro la mia barriera senza farla minimamente vacillare.
 
Sì, senza dubbio la loro forza è di livello Alta Classe. Questi colpi sono potenti almeno quanto quelli di Akeno o Rias, forse anche leggermente di più, osservai mentre mi concentravo per mantenere il Kham. In quel momento, anche Bernael si aggiunse all’attacco generando e scagliando una miriade di lance di luce, che, però, rimbalzarono a loro volta senza far vacillare minimamente il mio scudo. Quasi mi venne da ridere per la loro ottusità. Quell’idiota non ha capito minimamente la vera estensione della potenza di questa tecnica. Può anche sparare quanto vuole insieme ai suoi animaletti, ma a questi livelli di potenza, finirete voi l’energia ben prima di me. In ogni caso, non intendo certo restare qui a fare la tartaruga, come dici tu, Bernael. Ora ho la piena percezione e consapevolezza dei vostri poteri e abilità, perciò…tocca a me!
 
Feci esplodere il Kham in un raggio limitato, quel tanto che bastava a respingere lontano i loro incantesimi offensivi, e iniziai a correre lateralmente lungo il margine della barriera generata da Nonna, schivando gli attacchi successivi e avvicinandomi nel contempo man mano che giravo intorno a loro.
 
“Stanco di nasconderti dietro i tuoi trucchetti, Sekiryutei? Bene! In tal caso, sarai eliminato prima di poter usare di nuovo la tua Sacred Gear!” gridò Bernael scagliando i Randagi mutati contro di me, mentre lanciava altre lance mantenendosi a distanza. Delle cinque bestie, la donna ghepardo fu la prima a raggiungermi, seguita a breve distanza dagli uomini serpente e cane e, da un po’ più lontano, dalla donna mantide e dall’uomo pangolino. Proprio come mi aspettavo.
 
Ora di mostrarvi cosa può fare davvero un vero praticante di Seishin-Do!
Non appena la donna ghepardo mi fu vicina e cercò di attaccarmi con gli artigli, balzai in aria e sferrai un calcio rotante dall’alto al basso che centrò in pieno il suo braccio proteso, sbilanciandola e permettendomi di ruotare su me stesso e colpirla con l’altro piede in volto. Mentre crollava a terra e io riatterravo, l’uomo cane mi fu subito addosso e cercò di artigliarmi da sinistra, invece da destra notai di sfuggita l’uomo serpente che cercava di cogliermi di sorpresa con un morso.
Evitai l’attacco del primo abbassandomi e lo colpii con una gomitata all’addome, poi balzai di nuovo in aria per schivare il morso del secondo e, ruotando su me stesso, lo presi in pieno muso con il dorso del Boosted Gear. L’uomo serpente barcollò all’indietro, stordito, invece l’uomo cane si riprese più velocemente e mi attaccò ancora, venendo presto supportato dalla sopraggiunta donna mantide e da quella ghepardo, anche lei ripresasi. Evitai le zampe raptatorie della mantide e, non appena mi accorsi che gli altri due mi stavano aggredendo insieme, scattai verso l’uomo cane, parai la sua artigliata e gli afferrai il braccio per poi muovermi dietro di lui con un rapido passo laterale e torcergli con forza l’arto dietro la schiena. In quel momento, la donna ghepardo mi caricò da lato con tale rapidità che sembrò svanire ai miei occhi, ma avevo già notato che poteva raggiungere quella velocità solo in linea retta, proprio come l’animale che ricordava, perciò girai svelto il corpo e portai così l’uomo cane proprio tra me e lei. Troppo vicina per potersi fermare, la donna ghepardo finì per impalare coi suoi artigli il suo compagno e osservai soddisfatto l’uomo cane vomitare una boccata di sangue.
Con un calcio, spinsi quest’ultimo e la donna, ancora col braccio bloccato dentro lo stomaco dell’altro, a terra, ma dovetti scansarmi rapidamente quando la coda dell’uomo pangolino, finalmente arrivato, minacciò di schiacciarmi al suolo. Dal mio lato opposto, la donna mantide mi assalì di nuovo cercando di afferrarmi con le sue braccia, ma ruotai su me stesso evitandola e colpendola allo stesso tempo con un calcio all’indietro che la sbilanciò; ne approfittai per caricarla, ma l’uomo pangolino la spinse via e alzò entrambi i pugni, chiaramente intenzionato a schiantarmi. Invece di fermarmi, accelerai il passo e balzai in avanti, alzando entrambi i piedi e appoggiandoli al petto del bestione per poi usarlo come punto d’appoggio per spingermi indietro con sufficiente rapidità da non solo evitare il colpo, ma anche distanziarmi dagli altri Randagi che stavano provando a circondarmi. A quel punto, scagliai una sfera d’energia scarlatta dal Boosted Gear verso l’uomo serpente, che si stava riavvicinando, ma, come prevedevo, l’uomo pangolino si rimise in mezzo e incrociò le braccia in difesa, prendendo in pieno il colpo. La sfera esplose con la violenza di una bomba, tuttavia le scaglie del mutante non vennero minimamente intaccate da essa.
 
Heh, quel tizio è davvero resistente proprio come un pangolino. In natura, un pangolino chiuso in difesa è praticamente impenetrabile, dunque attaccare la sua corazza con colpi del genere è solo uno spreco di energie, osservai con occhio critico. Tuttavia, ogni corazza ha i suoi punti deboli o delle aree esposte e il pangolino non fa eccezione. Proprio come questo tipo… Spostando lo sguardo al resto dei mutanti, notai che non sembravano particolarmente stanchi o feriti a prima vista, ad esclusione dell’uomo cane che ancora perdeva molto sangue dalla pancia, ma potevo chiaramente sentire che le loro aure si erano indebolite. Forse erano stati modificati per non sentire la fatica, ma le loro forze si consumavano eccome man mano che combattevano.
 
“Si può sapere che state combinando?! Eliminatelo, forza!” riecheggiò all’improvviso l’urlo di Bernael. L’angelo caduto si stava spazientendo, era chiaro che non credeva potessi resistere così a lungo dopo il suo attacco e contro simili avversari. Che ingenuo.
 
Ghignai. “Ma sì, dai. Alziamo ancora di più il ritmo. Divertiamoci! Dopotutto ho tanto di quel nervosismo da sfogare… Siete proprio cascati male, sgorbi!”
E mi riscagliai contro i cinque. Bernael scagliò diverse lance di luce prima di scendere in picchiata con una spada in mano e anche la donna mantide e l’uomo serpente scagliarono degli attacchi a distanza, la prima delle lame di energia verde generate dalle sue zampe raptatorie e il secondo di nuovo quel liquido pallido dalle zanne, indubbiamente veleno. Concentrai il mio Ki nelle mani fino al punto da ricoprirle di uno strato d’aura rossa visibile ad occhio nudo e usai una serie di colpi di taglio per respingere ogni attacco, escluso il veleno che invece schivai con un paio di rapidi scatti laterali. A quel punto, arrivai davanti alla donna mantide, tuttavia, proprio quando stavo per attaccarla, questa balzò indietro e si scambiò di posto con l’uomo pangolino, di nuovo pronto a ricevere il mio attacco. C’è cascato, perfetto!
Invece di attaccarlo, mi inginocchiai e poggiai fulmineo la mano destra al suolo urlando: “Terra!” e attivando così l’anello che portavo all’anulare. Manipolai con la magia il terreno sotto il mutante in modo che franasse e questi finì per sprofondare fino al petto, rimanendo intrappolato. Mi voltai subito dopo per parare con l’altra mano il fendente di Bernael e osservai compiaciuto il suo volto sconvolto nel vedere la sua lama di luce fermata dal mio nudo palmo. Dopotutto, proprio come con le Excalibur, anche qui si tratta di un confronto di aure e quella che ricopriva la mia mano era molto più concentrata di quella della sua arma. Chiusi di scatto il pugno infrangendo la spada di luce e scattai in avanti con un gancio destro che Bernael provò a parare con il braccio sinistro, ma l’impatto fu comunque così forte che avvertii nitidamente le ossa del suo arto incrinarsi e lui urlò dal dolore. Sferrai un gancio sinistro al suo volto, ma quando provò a pararsi in quella direzione, partii invece con una ginocchiata sinistra che lo fece piegare in due, poi lo colpii con una combinazione di tre diretti al volto e lo sbattei a terra con un montante destro. Finalmente riesco a farlo! Che soddisfazione!, ruggii nella mia mente. E questo non è che l’inizio!
 
Avvertii in quel momento il fulmineo movimento di quella che riconobbi come la donna ghepardo e evitai il suo attacco con un balzo con capriola all’indietro, in questo modo potei anche contrattaccare istantaneamente con un calcio discendente che l’altra evitò per un soffio, ma fu così costretta a indietreggiare. Ne approfittai subito: appena rimisi i piedi per terra, mi scagliai su di lei in modo da impedirle di scappare e riprendere velocità, tempestandola di pugni rivestiti di Ki. Come immaginavo, l’abilità della donna ghepardo era nello schivare i colpi, per questo la sua difesa risultava invece debole; difatti, riuscì a bloccare solo qualche colpo prima di venire sovraccaricata e la mia combinazione di ganci e diretti su volto e torso finì così per mandarla a gambe all’aria, coperta di lividi e lacerazioni dovute alla mia aura. In quel momento furono gli uomini cane e serpente a cercare di prendermi di sorpresa da due lati diversi, ma l’avevo già previsto ormai, perciò mi fu facile reagire afferrando il braccio del cane proteso in un’artigliata e usare una mossa di ribaltamento per sbatterlo contro il serpente, mandandoli entrambi a rotolare per terra. Allora mi voltai di scatto e bloccai la zampa raptatoria della donna mantide con la mano sinistra e la spada di luce di Bernael con il Boosted Gear sulla destra, notando con una certa soddisfazione il volto livido del secondo, sia in termini d’umore che di stato fisico. La sua faccia aveva uno zigomo rotto, un paio di lividi e il mento scorticato e ustionato, addirittura con alcuni brandelli di tessuto vivente sanguinolento penzolanti da sotto di esso.
“Non è facile come sembra sconfiggermi, eh?” dissi all’angelo caduto in tono beffardo, trattenendo un sospiro di stanchezza.
 
L’altro ringhiò di rabbia. “Non montarti la testa, umano! Sento chiaramente la tua energia che inizia ad esaurirsi, perciò non puoi continuare a combattere ancora per molto! Tuttavia, non ha importanza, visto che ti ucciderò qui e ora!”
 
Una massiccia quanto minacciosa presenza dietro di me si manifestò afferrandomi per le spalle e tirandomi via, approfittando del fatto che non potevo spostarmi in quel momento. La presa ferrea e una rapida occhiata alle mie spalle mi fecero riconoscere l’uomo pangolino, il quale mi allargò di nuovo le braccia tenendomi fermo. Ma guarda, si è liberato prima del previsto. Beh, poco male.
Bernael si fece avanti, chiaramente con l’intenzione di ripetere la tecnica di prima, ma stavolta ero pronto: nel momento stesso in cui le sue dita stavano per impattare con il punto sotto la mia ascella, concentrai lì un forte quantitativo di Ki e il risultato per Bernael fu come se avesse colpito un blocco di titanio, visto che ritirò la mano con un grugnito e rimase a fissare allibito le due dita, ora rotte. Approfittai del momento per balzare in alto e, usando la presa dell’uomo pangolino come punto d’appoggio, raccogliere le gambe al petto e scagliarle entrambe contro il volto del nemico, centrandolo con un doppio calcio abbastanza violento da stordirlo per qualche secondo e fargli mollare la presa. Mentre riatterravo, mormorai: “Aqua” e, come nel duello con Raiser, avvolsi indice e medio destri in uno strato d’acqua che tramutai poi in ghiaccio con l’uso del mio potere di Anima Elementale; in seguito mi voltai di scatto e scagliai con un movimento di polso due dardi ghiacciati dalle dita, centrando e perforando gli occhi del mutante. Questo prese subito a urlare e agitarsi furiosamente, più per l’improvvisa cecità che per il dolore a quanto sembrava, e finì per colpire e sbattere via con una delle sue codate la donna mantide, costringendo nel contempo Bernael e gli altri mutanti ad allontanarsi da lui.
 
Ora sono tutti separati. Perfetto! È tempo di chiudere la partita!, pensai prima di ricominciare a concentrarmi. Raccolsi tutto il Ki raddoppiato che mi rimaneva e lo convogliai ancora di più intorno alle braccia, sempre più rapido e concentrato. Lentamente, uno strato spiraleggiante di aura scarlatta si materializzò dalle spalle alle mani, formando qualcosa di simile ad una coppia di vortici, e mi preparai allargando e piegando leggermente le gambe, mentre aprivo le braccia ai lati opposti. “Seishin-Do, Kaze No Budo…” mormorai alterando la natura della mia aura in qualcosa vagamente simile al vento.
 
Intanto, del quintetto di mutanti, gli uomini serpente e cane e la donna ghepardo si erano riorganizzati e mi stavano venendo addosso insieme a Bernael, mentre dietro di loro l’uomo pangolino si dimenava ancora accecato e la donna mantide faticava a rialzarsi. Nel vedere ciò che stavo facendo, l’angelo caduto parve stranirsi completamente per la prima volta dall’inizio dello scontro. “E quello che cos’è?” lo sentii chiedere a bassa voce.
Tuttavia, rimase ancora più sorpreso quando si accorse che i suoi mutanti, eccetto l’uomo pangolino, mi stavano fissando in modo strano. Parevano quasi…intimoriti.
 
E fanno bene, pensai mentre la mia bocca si riallargava nel mio personale ghigno. Decisi di fargli capire una volta per tutte con chi avevano a che fare. “Dimmi una cosa, Bernael: tu credi che questa barriera mi tenga imprigionato qui dentro con voi? Oh, non sai quanto ti sbagli…” Lasciai fluire completamente il mio istinto omicida, senza più minimamente frenarlo. “Non hai ancora capito, vero, stupido corvaccio? E voi, scherzi di laboratorio? No, certo che no… Vedete, non sono io chiuso in questa barriera con voi… SIETE VOI CHIUSI QUI CON ME!”
E con immenso e sadico piacere, potei vedere non solo Bernael intimorito, ma anche i mutanti arretrare con espressioni vuote. A quanto pareva, erano talmente oppressi dalla mia sete di sangue che stavano ricominciando a sentire almeno una particolare emozione: la paura. La paura delle prede davanti al predatore.
 
Bernael si riscosse in fretta e si voltò furente verso le sue creature. “Cosa state facendo, stupidi sgorbi?! Non state lì impalati! Andate e distruggetelo! SUBITO!” urlò con un tono che, però, suonava più isterico che furibondo.
 
I mutanti sembrarono riscuotersi e si scagliarono a gran velocità contro di me, seguiti dallo stesso Bernael. L’angelo caduto sembrava terribilmente nervoso oltre che determinato, perciò dedussi che, più che per uccidermi, mi stava attaccando in modo tanto diretto con le sue creature per togliersi di dosso la terribile sensazione lasciatagli dal mio istinto omicida. Potevo capirlo…ma così facendo aveva finalmente perso la lucidità che finora l’aveva mantenuto perlopiù in buona salute. Perfetto.
Mi concentrai su di loro e, conclusi i preparativi per la mia tecnica, portai indietro le braccia aprendo le mani ad artiglio.
 
Taka No Uzumaku Tsume!” Con quell’urlo, sferrai una serie di colpi di mano in avanti e, ogni volta che i miei arti si estendevano, l’aura che li circondava veniva scagliata sotto forma di un proiettile vorticante simile sulla punta all’artiglio di un falco, che strideva attraverso l’aria mentre avanzava, quasi come l’eco di un forte vento. Ciascun colpo fu talmente veloce che solo la donna ghepardo riuscì ad evitarli, seppur solo parzialmente visto che uno di essi le sfiorò una gamba e la sua rotazione le strappò via un grosso pezzo di carne, sufficiente a compromettere la sua corsa e farla cadere in ginocchio. Bernael riuscì almeno a pararsi con le ali, ma i proiettili d’aura ebbero comunque un effetto tremendo, visto che strapparono letteralmente via penne e carne fino all’osso di ogni punto colpito, come se fossero state delle trivelle di energia; alla fine, l’angelo caduto fu costretto ad arretrare urlando di dolore. Meno fortunati furono invece gli uomini cane e serpente: gli arti del primo e un braccio e metà della coda del secondo vennero completamente strappati via dalla tecnica, la gabbia toracica del primo, già danneggiata in precedenza, finì per esplodere quasi completamente inondando di sangue, brandelli di organi e frammenti d’osso il terreno circostante e infine l’addome del secondo fu strappato brutalmente con tanto di fuoriuscita di pallide e sanguinolente interiora.
 
“Gah! Che cazzo?! Che cazzo era QUELLO?!” urlò Bernael osservando prima i danni su sé stesso e poi sulle sue creature. I suoi occhi parvero dilatarsi soprattutto quando guardò il bianco delle ossa che ora sporgevano dalle sue ali e il cadavere dell’uomo cane. Vicino a lui, anche l’uomo serpente sembrava in punto di morte.
 
Presi un bel respiro e riassunsi una guardia normale, tuttavia mantenni il Ki vorticante intorno alle mie braccia. “Quello, mio caro corvaccio, non era altro che una delle tecniche del Seishin-Do. Una VERA tecnica portata da un VERO praticante.” Iniziai ad avvicinarmi. “Ren non te ne ha mai parlato, vero? Credo che in effetti non ti abbia detto praticamente niente delle vere potenzialità di quello che viene giustamente definito lo ‘Stile Supremo’ delle arti marziali. Si è limitato solo alle informazioni sulle tecniche corpo a corpo e di pressione dei principali punti di sfogo del Ki, sbaglio?” L’espressione dell’angelo caduto fu pure troppo eloquente. “Bingo.”
 
“…Che vorresti dire?! Cosa vuoi insinuare?!”
 
“Come dicesti tu prima…non ha senso dirti altro di questo o della mia tecnica, visto che stai per morire. Tu e le tue abominevoli bestioline!” Scattai contro di lui allargando di nuovo le braccia e l’altro stavolta apparve davvero spaventato.
 
“Fermatelo!” gridò prendendo il volo mentre la donna ghepardo si metteva tra noi; pure l’uomo serpente lì vicino provò a reagire, ma finì solo per aggravare le sue ferite e rimase a terra rantolante. Evitai facilmente alcuni attacchi della prima, chiaramente rallentata dalla ferita alla gamba, e, nel mentre, notai la donna mantide che, ripresasi, mi stava venendo addosso seguita dall’uomo pangolino, anche se quest’ultimo stava più che altro correndo goffamente a zig-zag nel tentativo di arrivare a me, vista la sua cecità. Si era tolto gli aculei di ghiaccio, ma così facendo aveva apparentemente finito per strapparsi via anche i bulbi oculari, come dimostravano le sue orbite ora nere e sanguinanti.
 
Chissà come fa a sapere che deve venire di qua in quelle condizioni… Beh, lo scoprirò in un altro momento. Ora finiamo questa lotta, pensai per poi mormorare: “Aura.”
Sottili ma forti correnti d’aria iniziarono ad accumularsi intorno alle mie braccia e vennero presto catturate dalla mia aura, formando dei veri e propri turbini che, grazie alla mia manipolazione energetica, si espansero presto dalle braccia a tutto il resto del mio corpo finché non fui completamente circondato da un forte tornado di vento. Le donne ghepardo e mantide iniziarono a girarmi attorno, supposi in cerca di un punto da cui potermi colpire, ma così facendo avevano fatto solo il mio gioco. In quel modo non avrebbero mai potuto salvarsi dalla mia prossima mossa.
Wind Break!” urlai incrociando al petto le braccia e allargandole subito dopo, liberando tutto il potere concentrato intorno a me in una raffica di lame di vento potenziate dal mio Ki, le quali volarono in tutte le direzioni. Le due mutanti, per quanto veloci, non ebbero scampo davanti a quell’assalto e vennero fatte a pezzi in un istante; anche l’uomo serpente, moribondo a terra, non poté evitarle e venne a sua volta dilaniato dalla tecnica. Solo l’uomo pangolino riuscì a reagire e in modo alquanto sorprendente: invece di correre, si appallottolò su sé stesso e mi caricò come un’enorme palla da bowling, respingendo ogni lama aerea con la sua corazza. Diavolo se è resistente…
 
[Reset!]
 
E in quel momento percepii chiaramente l’ultima goccia del mio potere raddoppiato svanire. Ma che sul serio? Ddraig!, sbottai mentalmente.
 
[Ma che vuoi da me? Ti avevo detto che avevi a malapena metà del potere raddoppiato originariamente! Era ovvio che non sarebbe durato chissà quanto!]
 
E avvertirmi un po’ prima che si stava esaurendo no, vero?!
 
[Ma scusa, devo essere sempre io a dirti quando stai per finire l’energia extra? Non sei capacissimo di farlo anche tu? E allora fallo e non scaricare sempre a me il compito della telecronaca dei livelli di potere, che già ho un numero inaudito di cose da fare qui dentro!]
 
Sì, dormire e fare il gufo delle battaglie, ecco che c’hai da fare lì dentro! Praticamente la pensione anticipata!
 
[Quanto sei stronzo, fattelo dire. E infantile. E polemico. E distratto. E-]
 
E quanto vuoi spaccarmi i coglioni ancora?! Ma falla finita e renditi utile piuttosto dicendomi se, oltre al Balance Breaker, non posso usare anche il Limit Break! Sì o no?
 
[Sai che ti dico? Prova e scoprilo da solo. Io mi chiamo fuori.]
 
Sei una maledetta, spregevole testa di… Il resto del mio insulto si perse quando dovetti balzare di lato per evitare la carica dell’uomo pangolino, arrivato ormai a pochi passi da me. Nonostante l’esaurimento del potere raddoppiato e la spossatezza che sentivo ogni volta che si consumava, avevo ancora parecchie energie e stamina e così non fu troppo difficile schivarlo, soprattutto visto che non era molto più veloce di prima in quella forma appallottolata. Rispetto alla donna ghepardo, era come se si muovesse a rallentatore.
 
“Avanti! Fallo a pezzi adesso! Uccidilo! Ammazzalo! Ora!” urlò Bernael, chiaramente a un passo da un attacco isterico. Il modo in cui le sue creature erano state eliminate non gli doveva essere affatto piaciuto.
 
Non avevo tempo di stare lì a raddoppiare di nuovo il mio potere fino al punto giusto e, sinceramente, non ne avevo nemmeno voglia. Da quello che potevo percepire dall’altra parte, il gruppo Gremory non se la stava passando troppo bene, perciò dovevo sbrigarmi a concludere quello scontro. “Sai, in effetti non serve che mi rispondi, Ddraig! Come hai detto tu, mi arrangerò da solo!” Alzai il Boosted Gear, la cui gemma iniziò a risplendere di una potente luce smeraldina. “Avanti! LIMIT BREAK!”
 
[Dragon Booster! Limit Break!]
 
Un’aura scarlatta, completamente diversa dalle precedenti come intensità, eruppe dal mio corpo come lava da un vulcano in eruzione, scavando un cratere intorno a me largo almeno una decina di metri e facendo vibrare visibilmente la barriera di Nonna non appena si scontrò su di essa. Mentre si espandeva, mi concentrai un attimo per sentire come stava il mio essere: percepii chiaramente il Ki in pieno aumento che metteva sotto sforzo il mio corpo e la mia mente, ma non era niente di pericoloso sul prossimo futuro. Calcolai che potevo usare il Limit Break forse per cinque minuti nel mio stato attuale. Niente di particolarmente eclatante, ma più che sufficiente per eliminare l’ultimo mutante e quel corvaccio di merda.
 
“C-cosa?! Cos’è t-tutto quel potere?!” esclamò Bernael, ora di nuovo scioccato. l’uomo pangolino invece mi caricò di nuovo rotolando su sé stesso.
 
Inizialmente intendevo ucciderlo con l’astuzia, ma arrivati a questo punto, tanto valeva sopraffarlo sulla sua stessa linea. Sarebbe stato molto più veloce.
Mentre assumevo una nuova posizione con la gamba destra tirata indietro per appoggio e il braccio destro ritratto per colpire, concentrai il mio Ki intorno a quest’ultimo e ne modificai di nuovo la natura, finché non sembrò formare una specie di strato di roccia pulsante intorno alle scaglie del Boosted Gear.
Tsuchi No Budo: Yama No Eikyo!” ruggii assestando un violentissimo diretto destro all’uomo pangolino, sfondando stavolta senza alcuna difficoltà corazza, carne e ossa sottostanti e facendolo letteralmente esplodere in mille pezzi. Solo la testa e parte degli arti e della coda rimasero quasi intatti e rotolarono per terra in tutte le direzioni. Osservai compiaciuto i resti dell’essere per poi voltarmi verso Bernael, rimasto sospeso a mezz’aria con un’espressione scioccata. “E ora manchi solo tu.”
 
“No…non è possibile…” mormorò quello. Ora, per la prima volta da quando l’avevo incontrato, vedevo finalmente l’emozione che volevo vedere nei suoi occhi: il terrore. “Ma cosa…cosa diavolo sei tu?!”
 
“Io? Io sono molte cose, mio caro angioletto…” risposi ghignando ed estendendo le mie ali da drago. “…ma ora come ora, sono più che altro il tuo carnefice!” E mi alzai in volo, raggiungendolo in pochi, fulminei battiti. Senza dargli il tempo di reagire, usai la mia massima velocità e forza per colpirlo prima all’addome e poi alla testa con due poderosi pugni e un calcio discendente che lo mandarono a schiantarsi al suolo. Mi lanciai subito in picchiata, deciso a finirlo.
In quel momento, però, accadde l’inaspettato.
 
Con un fragoroso boato, la barriera di Nonna andò in frantumi e l’onda d’urto mi fece perdere l’assetto di volo, facendomi precipitare per alcuni secondi prima che riuscissi a recuperarlo. Voltandomi verso terra, vidi una nuova figura sconosciuta, interamente avvolta in un lungo manto nero, che reggeva sottobraccio Bernael, il quale sembrava ora privo di sensi.
“E tu chi cazzo sei?” urlai gettandomi di nuovo in picchiata. “Lascialo subito, è mio!”
 
Prima che potessi raggiungerlo, però, un cerchio magico si formò sotto i piedi dello sconosciuto ed entrambi vennero avvolti in un bagliore di luce argentea, prima di sparire nel nulla.
“No! Maledizione, NO!” urlai atterrando e guardandomi intorno nel frenetico tentativo di ritrovarli, ma sapevo benissimo che era inutile. Ormai si erano teletrasportati chissà dove e non potevo né trovarli né seguirli. “Fanculo! Fottuti pezzi di merda! Vigliacchi maledetti! Ho una gran voglia di appendervi a un palo per le vostre budella! Codardi figli di puttana!”
 
“Zayden!” Quella voce severa mi riscosse dal mio sfogo e mi voltai per incontrare le iridi scure di Nonna. “Per quanto ne hai ancora con questo piagnisteo infantile?” mi chiese in tono di rimprovero.
 
Malgrado l’ira, sapevo che aveva ragione, così presi un profondo respiro per calmarmi. “Va bene, va bene. Sono calmo ora. Tu stai bene?”
 
“Sì, sto bene. Non devi preoccuparti” mi rispose lei agitando una mano. “Tuttavia, non mi aspettavo un simile epilogo.”
 
“Nemmeno io” annuii per poi guardarla perplesso. “Come hanno fatto a rompere la tua barriera? A eludere la tua sorveglianza e riuscire a spezzarla prima che tu potessi provare a impedirglielo?”
 
“Non so risponderti, purtroppo. Chiunque fosse quel tipo incappucciato, è comparso all’improvviso da un cerchio di teletrasporto con simboli che non avevo mai visto e ha infranto la mia barriera con un solo colpo.”
 
“Un solo colpo? Una barriera creata da un’incantatrice potente come te?”
 
“Non era un colpo potente, ma era ben mirato e concentrato. Chiunque fosse, sapeva bene come distruggere le barriere. E ti dirò di più: ho già visto la tecnica che ha usato per romperla. Era una tecnica marziale.” La sua espressione si fece grave. “Come quelle che usi tu.”
 
“Come quelle che… Oh. Capisco. Sì, capisco eccome” dissi amareggiato. Considerando quello che mi aveva detto e mostrato Bernael, era ora chiaro chi fosse quel tipo incappucciato. “Ren Caswell. Quel maledetto traditore.”
 
“Probabile. E ancora più probabile che non agisca da solo, come dimostra quel cerchio magico. C’è ben altro sotto.”
 
Sospirai. Se Ren si era davvero unito a qualcuno di potente, era quasi impossibile misurare i guai che avrebbe potuto portare, soprattutto nei confronti miei e della mia scuola. “Dovrò occuparmi di lui appena possibile… Tuttavia ora la priorità è un’altra. Devo raggiungere Rias e gli altri. Da quello che ho potuto vedere e percepire dall’altra parte, si sono comportati bene, ma ora sono in guai seri.”
 
“Allora è bene che ti sbrighi” approvò Nonna. “Ti trasporterò subito lì, pronto?”
 
“Mi raccomando, raccogli le teste e alcuni campioni di quelle creature mutanti e conservale. Appena farò venire Tora qui, dovrò fargliele esaminare. Devo sapere che esperimenti sono stati fatti sui Diavoli Randagi da Bernael e dai suoi nuovi amici.”
 
“Va bene, lascia fare a me. Ora però vai dai tuoi nuovi amici e dagli una mano.”
 
“Non sono esattamente miei amici, lo sai, vero?”
 
“Sì, certo. Come no.” Ebbi l’impressione che stesse sorridendo, ma la ignorai.
 
“Procediamo e basta, su. Non abbiamo molto tempo e, per quanto possa o voglia lamentarmi, ammetto che non desidero avere le loro vite sulla coscienza.”
Un corvaccio era sistemato. Ne mancava ancora uno.





Note:
Kaze No Budo: Taka No Uzumaku Tsume = (stile marziale del vento: artigli vorticanti del falco) tecnica offensiva del Seishin-Do, appartenente ad uno dei suoi cinque stili principali, prevede la manipolazione di forma e natura del Ki per scagliare dei vortici d'energia capaci di agire simultaneamente come dei tornado e delle trivelle, ottenendo così un incredibile effetto combinato perforante-dilaniante.
Tsuchi No Budo: Yama No Eikyo = (stile marziale della terra: impatto della montagna) tecnica offensiva del Seishin-Do, appartenente ad uno dei suoi cinque stili principali, prevede la manipolazione di forma e natura del Ki per sferrare un unico colpo su cui è stata concentrata una tale quantità di aura da sviluppare una potenza esplosiva al momento dell'impatto, capace di sfondare qualunque difesa.



Miei carissimi lettori...sono finalmente tornato anche qui.
Non posso crederci. Ben 12 mesi di separazione dal mio ultimo aggiornamento di DxD, un anno intero in cui non ho pubblicato un solo capitolo... Non avete idea di quanto me ne dispiaccia e ci stia male, tanto che non me la sento neanche di buttarmi nel mio solito mare di scuse per la mia lentezza perché stavolta veramente c'è poco di cui posso scusarmi. Purtroppo quest'anno qua è stato tremendamente duro per me da un punto di vista mentale ed emotivo e così la mia voglia di scrivere e capacità di produrre su carta (o dati) sono andate completamente a quel paese, come dimostra il fatto che, escluso questo capitolo, ho aggiornato le mie altre storie, ovvero Bleach e il crossover DMC-Claymore, solo una volta ciascuna in tutto l'anno. Aggiungiamo che negli ultimi tre mesi ho trovato un nuovo lavoro che ha richiesto non poche delle mie energie mentali per ingranare e otteniamo il mix perfetto per un anno di scrittura piuttosto fallimentare. Posso solo chiedere umilmente scusa a tutti voi che mi seguite e spero che non vi siate stancati di seguirmi. Sappiate che credo di aver trovato stavolta un modo efficace per produrre più velocemente e dunque aggiornare più spesso e lo metterò già in pratica dall'anno prossimo. Nel frattempo, vi lascio questo capitolo in tempo per la fine dell'anno come segno di perseveranza su tutte le mie storie, anche tra mille difficoltà, e mi auguro che vi sia piaciuto e abbia ringalluzzito la vostra voglia di seguirmi.
Come avrete notato, ho deciso di dividere la battaglia con Kokabiel in 2 parti che si svolgono però contemporaneamente: da una parte abbiamo come nell'originale il gruppo Gremory impegnato contro il leader dei caduti alla Kuoh Academy (centro della prossima Life), dall'altra abbiamo invece Zayden che, ancora una volta, raccoglie da solo una sfida e cerca di sistemare una volta per tutte i conti con Bernael. Come avete trovato lo scontro? Combattuto? Beh, posso dirvi che, anche se a prima vista, Zayden ha ribaltato la situazione in fretta e senza problemi, in realtà è stato ben più difficile di quanto non sia sembrato in quanto il nostro protagonista era in realtà penalizzato fin dall'inizio. Difatti, come vedete nei suoi discorsi con Ddraig nel capitolo, l'attuazione del piano di Zayden insieme a sua nonna e al suo famiglio Darak ha richiesto un sacrificio di parte del suo potere e questo gli ha impedito di usare il Balance Breaker e altre trasformazioni simili, o meglio, di raggiungere il massimo della sua forza e capacità. Nonostante tutto, però, se l'è saputa cavare lo stesso e questo non è solo perché ha grandi abilità, ma anche e soprattutto perché ha tanta esperienza di combattimento alle sue spalle e dunque è abituato a ribaltare le situazioni difficili in battaglia. Ho mostrato anche un po' di più delle tecniche del Seishin-Do e del reale potere di quello che ho creato per essere lo "Stile Supremo" delle arti marziali e sappiate che ho appena iniziato. Per ora sappiate che oltre al combattimento normale corpo a corpo, il Seishin-Do ha 5 stili principali legati agli elementi che permettono ai loro praticanti di sprigionare grande potenza e anche un'eccellente variabilità di tecnica; altre informazioni in futuro, promesso ;) . E a proposito di Seishin-Do, scopriamo qui anche un nome associato ad esso che è legato al passato di Zayden, cioè Ren Caswell. Di questo personaggio-antagonista, però, saprete di più solo a fine di questo volume e nel prossimo. Per quanto invece riguarda le creature evocate da Bernael, mi sono ispirato alle mutazioni nei manga/anime Terra Formars e Killing Bites dei vari personaggi mentre i loro tratti e abilità sono ispirati tutti ad animali reali. Anche su questi misteriosi Randagi mutanti ne sapremo di più in futuro, non preoccupatevi.
Infine, menziono un attimo la prima parte, ovvero il confronto tra Zayden e Rias. L'allenamento a cui il primo sottopone la seconda l'avrete probabilmente riconosciuto, è lo stesso fatto da Urahara a Ichigo di Bleach o da Touka a Kaneki di Tokyo Ghoul, lo sviluppo innanzitutto dell'istinto di combattimento e poi della capacità di superare la paura della morte. Guardando la storia originale, infatti, ho notato che Rias e i suoi servi non sembrano mai aver sviluppato in modo logico la capacità di superare la paura di avversari ben più forti; uccidere i Diavoli Randagi o affrontare i Rating Game è ben diverso dalle vere battaglie contro pericoli potenzialmente mortali e nemici di base ben più forti perché queste ultime richiedono una forza di volontà che si sviluppa solo con l'esperienza e il rivivere ripetutamente questi scontri. Purtroppo, però, se tali scontri sono stati troppo traumatici, coloro che li hanno affrontati finiscono per perdere la voglia di combattere o di reagire davanti a un analogo pericolo perché si sono sentiti impotenti e questo discorso per Rias e co. non viene mai fatto, se non per Issei, e questo non va bene. Solo quando superano con fatica la paura di morire una prima volta poi possono replicare. Questo è anche il mio modo per rendere Rias più forte e capace, visto che si è già evoluta a livello mentale da qui, e le permetterà di combattere in modo più efficace; oltre a questo, come avrete notato, sembra che Zayden abbia dato a Rias anche un'altra cosa per aiutarla nell'imminente battaglia e vi assicuro che scoprirete di che si tratta nel prossimo capitolo. Anche quello sarà fondamentale per l'evoluzione di Rias da qui in avanti.
Credo di aver detto tutto. A questo punto, non posso che sperare che il capitolo vi sia piaciuto abbastanza da perdonarmi almeno un po' della scarsa produttività dell'anno che sta per finire e da farvi continuare a seguirmi e vi assicuro che dal prossimo le cose andranno meglio, visto che come dicevo ho trovato un modo per scrivere più velocemente e facilmente. Speriamo solo che funzioni.
Vi auguro buon Anno Nuovo a tutti e ci vediamo al prossimo aggiornamento!! Statemi tutti bene!!
Ja naa minna!!!
   
 
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