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Autore: Valenicolefede    31/12/2019    7 recensioni
Ultimamente la nostalgia per quello che ormai era il passato stava pian piano prendendo il sopravvento, ma era certa che non sarebbe mai più potuta tornare indietro. Doveva guardare avanti a sé e alla sua nuova vita.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Rieccomi carissime amiche con una piccola shottina che guarda verso l’anno nuovo e, come da titolo, al futuro! La dedico a tutte voi augurandovi di cuore un 2020 sereno, felice e ricco di soddisfazioni.
Vi abbraccio tut
te!
Vale


Quella mattina era iniziata più frenetica del solito. Correva ansante lungo le vie trafficate della città cercando di non travolgere nessun passante, quando arrivata nei pressi del negozio nel quale lavorava, si appoggiò un attimo al muro dello stabile per riprendere fiato. Non appena si sentì più rilassata decise di entrare. Il tintinnio della porta fece voltare l’anziana padrona della libreria.
“Oh mia cara ragazza, sembra che tu abbia corso una maratona.” Disse la piccola nonnina sorridendo in piedi su una scala.
“Ma Signora Hasashi, lasci che ci pensi io!”
“Tranquilla, sarò anche vecchierella ma ti posso assicurare che le mie gambe reggono benissimo”.
La giovane donna le fece un dolce sorriso. Quella nonnina, che ben quattro anni fa le aveva dato un lavoro e la trattava come una figlia, era veramente adorabile. Le sarebbe stata riconoscente per sempre. La mattinata passò molto serenamente, tra qualche cliente e parecchi nuovi libri da catalogare.
Nonostante si adoperasse con tutto l’impegno possibile, quel giorno era più difficoltoso del solito. Ad un certo punto le si affiancò la nonnina offrendole una tazza di tè caldo.
“Oh Signora Hasashi, riesce sempre a leggermi nel pensiero”.
“Mi sembri un po’ stanca. Ancora un altra notte insonne?” Le chiese con fare materno.
“Uff....purtroppo sì.” La ragazza rispose avvilita, da un po’ di tempo faticava a riposare colta da diversi incubi notturni.
“Mmm....capisco. Allora direi che per oggi puoi tornare a casa.”
“No non posso, ci sono ancora tanti libri da sistemare e i clienti....”
“Aaaahhh, ai clienti posso pensarci io e i libri aspetteranno anche domani. Adesso vai e non farmi arrabbiare, intesi?”
“E va bene, non insisto. Non ne avrei comunque la forza. A domani allora, e grazie!”
Dopo averla abbracciata calorosamente si mise la giacca e prese la via di casa. Quando rientrò due piccole braccia la sorpresero avvolgendole le gambe.
“Mamma mamma, sei già tornata!”
Una bimbetta paffutella di tre anni la fissava col naso all’insù, e due grandi occhioni color nocciola sprizzavano grande felicità.
“Akane! Sì, sono tornata prima oggi. Hai fatto la brava?”. “Sii mamma”. Rispose la piccola mettendo il broncio.
Dal corridoio fece capolino la babysitter che sorridendo la salutò. Una volta che se ne fu andata, prese in mano il telefono e compose un numero, sapeva di essere molto in ritardo e immaginava già la sfuriata che ne sarebbe seguita.
“Pronto, Cat’s Eye?”
“Ciao Miki sono io” “Kaoriiii!!! Oh santo cielo, finalmente ti fai sentire!? Si può sapere dov’eri finita?” Rispose la barista al quanto infuriata e dal tono evidentemente preoccupato. Kaori non poté che emettere una piccola risata, era cosciente di quanto la sua amica si infuriasse ogni volta che mancava di darle notizie per troppo tempo.
“Perdonami amica mia, sono stata molto impegnata tra Akane e il negozio.”
“E lo capisco, dico davvero, però sai anche quanto mi preoccupo per voi. Siete sole, in una città lontana da Tokyo, come faccio a star tranquilla se non ti sento per ben due settimane?!”.
“Adesso calmati. Va tutto bene, noi stiamo bene. Ma dimmi, lì come vanno le cose?”. Chiese la rossa sperando di ammorbidire il nervosismo dell’ex mercenaria.
“Tutto come al solito, il bar è sempre affollato per fortuna e Kasumi esce con un nuovo ragazzo tanto per cambiare. Ah, Mick e Kazue rientreranno dal loro viaggio in Asia domani mattina.” Fece un attimo di pausa, per poi continuare.
“E la città è sempre tranquilla, Ryo beh, sai com’è fatto....ma fa il suo lavoro.”
A quelle ultime parole Kaori sorrise e chiuse gli occhi pensando al suo ex socio. A quei pensieri sentì subito nascere in lei tanta tristezza e nostalgia.
“Kaori? Ci sei?” Fece Miki dall’altro capo del telefono. “Ah si, scusami. Bene, perdonami Miki ma ora devo lasciarti, ho una piccola peste da lavare!”
“Ah certo, allora vi lascio ai vostri impegni. Sono contenta che hai chiamato e spero che ci risentiremo presto.” Lo disse senza riuscire a nascondere un profondo turbamento.
“Ma certo, ti prometto che mi farò sentire quanto prima ok?”
“Va bene. Dai un bacio ad Akane da parte della zia.” “Si, sarà fatto”. “Ah, Kaori....ti voglio bene, e mi manchi. Manchi a tutti noi.”
“Lo so Miki, anche voi mi mancate, ma lo sai, e’ complicato. Ora ti saluto. Stammi bene.”
E mise fine alla conversazione. Appoggiò per un attimo le mani sul tavolino, e stringendo i pugni lasciò che qualche lacrima le scendesse libera sul viso. Quella situazione sapeva essere necessaria ma da una parte non riusciva a non soffrirne. Se n’era andata da quella casa piena di tanti ricordi e i suoi amici le mancavano terribilmente. Poi pensò a Ryo. Fu lui in realtà a mandarla via, ad allontanarla da quel mondo pericoloso, e a quel ricordo un altra lacrima scese prepotente cadendo sul tavolino. Ad un tratto sentì il dolce tocco di una piccola manina sulla sua. Si girò guardando in direzione di sua figlia e cercando allo stesso tempo di ricomporsi per non farsi vedere così vulnerabile. “Mamma, perché sei triste?”
“Oh no tesoro, tranquilla, va tutto bene. Vieni qui”.
La prese in braccio per coccolarla e per cercare lei stessa un po’ di conforto da quella piccola bimba che in più di in occasione l’aveva consolata nei suoi momenti più bui. Dopo un lungo abbraccio decise che era il momento del bagnetto. Entrambe immerse nell’acqua, si divertirono a giocare con la schiuma, a fare le bolle di sapone e schizzare acqua ovunque. Quel dolce e divertente momento le donò un po’ di calma e serenità. Improvvisamente si sentì osservata, e quando si girò vide una sagoma appoggiata allo stipite della porta.
“Vi confesso che siete la mia visione preferita” fece l’uomo con un largo sorriso.
“Papà, sei tornato!” La piccola Akane saltava come una cavalletta su e giù facendo riversare l’acqua per terra. “Certo tesoro! Dai, vieni che ti asciugo.” Dopo aver donato un lungo bacio a colei che amava mise l’accappatoio alla piccola e si prese cura di lei. Kaori rimase per qualche istante a guardarli. Era fortunata ad avere al suo fianco un uomo così dolce e premuroso, ed era bello vedere padre e figlia insieme in quei preziosi gesti quotidiani. Ripresasi da quei pensieri decise di uscire dalla vasca. Lui la guardò per un attimo con occhi maliziosi poi continuò a dare nuovamente attenzioni alla piccola. Una volta preparata la cena si misero seduti a tavola consumando il pasto in totale tranquillità. Akane raccontò ai suoi genitori quello che aveva fatto a scuola e Kaori rimase sempre più stupita da quanto sua figlia crescesse così in fretta.
Quando arrivò il momento della nanna la piccola fece una richiesta.
“Papà, mi leggi tu una storia stasera?Per favore?”
“Ma certo tesoro”. Così i due si rintanarono nella cameretta, mentre Kaori decise di prepararsi e di aspettarlo nella loro camera.
Una volta messo il pigiama si fermò davanti alla finestra della stanza a guardare le luci della città.
Osaka non era proprio come Tokyo, con i suoi palazzi enormi e il suo caotico movimento, ma aveva un fiume che passava per la città e un castello molto antico che l’aveva lasciata a bocca aperta la prima volta che l’aveva visitato. Nonostante si fosse ormai abituata ed ambientata le mancava immensamente il quartiere dov’era cresciuta e dove aveva vissuto gli ultimi anni più belli, prima che fosse costretta ad andarsene. Le mancava la vista dalla terrazza, il fioraio che con genuina cortesia le regalava sempre un fiore in più, l’andare ogni mattina a vedere la lavagna. Il suo lavoro di sweeper le mancava immensamente, ma poteva ritenersi molto fortunata che adesso, grazie ad anni di esperienza, fosse in grado di proteggere il suo dono più prezioso, Akane! Ultimamente la nostalgia per quello che ormai era il passato stava pian piano prendendo il sopravvento, ma era certa che non sarebbe mai più potuta tornare indietro. Doveva guardare avanti a sé e alla sua nuova vita.
Era così immersa nei suoi ricordi quando sussultò appena sentì due forti braccia cingerle la vita.
“Sssshhh, sono io.”
Fece una voce calma e rilassata dietro di lei. Quell’abbraccio le infuse calore, serenità e amore. Si girò per guardando dritto negli occhi.
“Sai, vedere Akane così felice quando ci sei mi riempie il cuore di gioia.”
Lui le fece un grande sorriso, poi senza indugiare oltre prese possesso della sua bocca. Si baciarono con grande trasporto, come se da quel bacio dipendessero le loro vite. Quando si staccarono vide negli occhi di lei un velo di tristezza.
“Cosa c’è amore mio?” Perché quell’aria triste?
“Niente, sono solo un po’ stanca.”
“Mmm, Io penso di avere il rimedio a questo problema.” e la guardò con eloquente desiderio. Kaori sapeva che intenzioni avesse e nonostante il suo umore non fosse proprio disteso sapeva di aver bisogno di lui in questo momento più che mai. Ripresero a baciarsi e pian piano si adagiarono sul letto. Quella notte fecero l’amore più e più volte, finché esausti rimasero nudi e abbracciati, intenti solo ad ascoltare il suono reciproco dei loro cuori. Fu Kaori che decise di spezzare quel magico momento. “Posso confessarti una cosa?”
Lui la guardò con espressione curiosa.
“Ma certo che puoi.”
“Mi manca tanto la mia vita...quella di prima intendo.” Lui, rimanendo affianco a lei, si tirò su appoggiando la testa sul braccio per vederla meglio. “
"Pensavo che questo discorso fosse già risolto” rispose con tono deciso.
“Lo so, ma cerca di capirmi. Questa vita mi piace, ho un lavoro tranquillo e onesto, Akane si trova bene a scuola e con i suoi compagni di classe, e credimi, niente mi da più serenità che vederla felice, ma io....io....ah, non lo so. Mi mancano i miei amici...” Non riuscì a finire la frase senza trattenere il pianto.
“Amore lo so. Non è stato facile per te ricominciare da capo, me ne rendo conto. E non lo è nemmeno per me, credimi. Non sai quanto io desideri tornare da voi, e faccio il possibile per esserci.”
Lei, nonostante i singhiozzi, lo guardò con occhi pieni di amore.
“Lo so Ryo. So che la decisione di nascondermi qua é stata necessaria. Quando abbiamo scoperto che ero incinta ci abbiamo provato. Tu più di tutti hai cercato di proteggerci, ma quando sono stata rapita dalla Yakuza e ho rischiato di perdere Akane, ci siamo spaventati e so nel mio cuore che l’unica soluzione fosse quella di andarmene dove nessuno ci avrebbe trovate. Ma ci manchi così tanto. Akane non fa che chiedermi quando arriverai e anche io vivo i miei giorni sperando di vederti entrare da quella porta. Oggi ci hai fatto una grandissima sorpresa.”
Lo sweeper le piantò uno sguardo colmo di amore e di tristezza. Anche per lui non era facile continuare ad essere il giustiziere di Shinjiuko e al tempo stesso, assicurare alla sua donna e a sua figlia, la presenza che entrambe necessitavano. All’epoca era stato costretto a prendere quella decisione sofferta da entrambi. Quando Kaori venne rapita che era di cinque mesi aveva davvero temuto di prenderle. Nel cercare di salvarla fu ferita da un proiettile, e dopo essere stata portata da Doc, venne sottoposta ad un delicato intervento. Furono istanti in cui lo sweeper temette di impazzire. Dopo giorni di terapia intensiva Kaori fu decretata fuori pericolo ma la gravidanza invece era potenzialmente a rischio. In quel momento fu chiaro come il sole che doveva mandarla via. Ad Osaka aveva diverse persone che gli dovevano parecchi favori e sapeva che lì sarebbe stata al sicuro, protetta. La gravidanza arrivò al termine senza intoppi e quando Akane nacque fu l’uomo più felice del mondo. Aveva tra le braccia il sangue del suo sangue, ed erano diventati la famiglia che aveva sempre desiderato e che mai e poi mai pensava di meritare. Kaori, la sua coraggiosa Sugarboy gli aveva dato un dono immenso. Non avrebbe mai permesso che le accadesse qualcosa, e sapeva che la sua dolce metà sarebbe stata in grado di proteggerla in sua assenza. Ma nonostante questo anche a lui mancavano terribilmente. Aspettava con impazienza il momento buono per raggiungerle, a volte anche dopo intere settimane. Era arrivato al limite della sopportazione e, per il loro bene, si era deciso a compiere un altro grande passo.
Si alzò dal loro letto, lasciandola interdetta a fissarlo. Prese qualcosa dalla giacca e tornò al fianco della sua donna. Lei lo guardava con apprensione non sapendo davvero cosa aspettarsi.
Le porse una busta e le fece un sorriso di incoraggiamento.
“Che cos’è?” Si arrischiò a chiedergli.
“Beh aprila, così lo saprai” rispose lui enigmatico. La ragazza aprì lentamente quella busta al cui interno c’era un documento. Lo prese tra le mani e dopo aver dato una prima occhiata si mise la mano sulla bocca dallo stupore.
“Forza, leggilo” la spronò Ryo, e lei eseguì con voce tremante.
“Con questo Atto si dichiara che Ryo Saeba è deceduto dopo un tragico incidente...mah...Ryo, che...?”
Poi lui le porse un altra busta.
“E adesso apri questa” fece sorridendole.
Kaori faticava a tenere a freno la sua agitazione. Che stava succedendo?
Prese l’altra busta e ne versò il contenuto sul letto. Erano passaporti, tre per la precisione. Quando li osservò uno per uno, calde lacrime cominciarono a scenderle sul viso. In quei tre libretti c’erano le loro nuove identità: Kaori Suzuki, Ryo ed Akane Ishikawa. Non riusciva a credere ai suoi occhi, e nemmeno riuscì a formulare nessuna frase di senso compiuto. Continuava a guardare il suo compagno con occhi pieni di lacrime.
Ringraziò il cielo che fu lui a spiegare il perché di tutto quello.
“Vedi amore mio, anche io non posso più stare un solo giorno senza di voi. Lo sai che il mio lavoro e il mio dovere verso Shinjiuko è sempre stato tutto per me. Ma da quando Akane è arrivata nella nostra vita, e sopratutto quando ho temuto di perdervi entrambe, ho capito che ora per me ci sono altre priorità. Non posso e non voglio più perdermi un solo giorno della nostra vita insieme. Per cui da questo momento non sono più ne Ryo Saeba ne City Hunter.”
“Ma chi penserà a difendere la città adesso?
“Ho passato l’incarico a Mick e a Falcon. Saranno loro i nuovi Giustizieri. Saeko, con tutti i debiti che mi doveva, ha sistemato le cose. Scusa se ti ho fatto attendere così tanto.”
“ Ryo, io...io non so cosa dire.”
“Dì solo che vuoi essere la Signora Ishikawa e mi renderai nuovamente l’uomo più felice sulla faccia di questa terra.” E dopo essere sceso dal letto ed essersi messo in ginocchio, le aprì un cofanetto contenente un piccolo anello in oro bianco con al centro due cuori che si univano e in mezzo un piccolo punto luce.
Kaori era nuovamente a bocca aperta, non aveva mai visto nulla di così bello, a parte sua figlia. E avrebbe scommesso che i due cuori rappresentassero lei e Ryo, ed Akane il piccolo punto luce al centro.
“Mio dolce Sugarboy, nel mio cuore rimarrai per sempre Kaori Makimura, la ragazzina di cui mi sono innamorato tanti anni fa.....ma ora vorresti diventare la Signora Suzuki Ishikawa, e passare il resto della nostra vita insieme?” A quelle magiche parole non resistette più. Si lanciò addosso all’uomo che amava da tutta la vita, e dopo avergli dato un bacio appassionato lo guardò dritto negli occhi e gli disse.
“Si, con tutta me stessa.”
E ripresero a baciarsi e ad amarsi finché non spuntò l’alba.


Shinjiuko non sarebbe mai stata incustodita, ma ora l’uomo che per quasi una vita aveva vegliato sulla città e i suoi abitanti, avrebbe avuto un nuovo ed unico scopo: prendersi cura della sua famiglia. Per sempre.
   
 
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