Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Sabriel Schermann    31/12/2019    12 recensioni
Quando Sindy aveva posato i pattini sul ghiaccio per la prima volta, poco più di dieci anni della propria vita erano già passati.
Il ghiaccio pareva essere il suo rifugio: il luogo in cui il passato e il futuro si scontravano, arrogandole una nuova e potente dose di energia per affrontare ogni caduta.
Ma, quel fatidico giorno di maggio, il ghiaccio aveva deciso di voltarle le spalle.
Quando era giunto il momento di sostenerla, l'aveva abbandonata a se stessa, catapultandola nel lugubre passato da cui era reduce.
[Storia classificata al settimo posto al contest "Calendario dell'Avvento" indetto da Carmaux e Soul_Shine sul forum di EFP]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La Casa di Cristallo'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The Skating Queen

 

 

 

 

 

 

 

 

Jan poteva scorgere facilmente lo struggimento negli occhi di Sindy.
Le iridi trattenevano a fatica le lacrime, che premevano per fuoriuscire da quegli occhi limpidi e feriti, consapevoli di aver appena perduto l'occasione di una vita.
Quando Sindy aveva posato i pattini sul ghiaccio per la prima volta, poco più di dieci anni della propria vita erano già passati; era stata lei a insistere per provare, appena aveva compreso che l'uomo che le aveva porto la mano era stato, un tempo poco lontano, uno stimato danzatore sul ghiaccio.
Jan comprese subito che la bambina non aveva intenzione di frequentare qualche lezione, per poi abbandonarla dopo qualche mese, come la maggior parte dei suoi allievi.
Sindy pareva avere una naturale predisposizione per il pattinaggio artistico su ghiaccio.
Imparava in fretta, e altrettanto in fretta voleva imparare.
Aveva sete di conoscenza; come qualsiasi orfano, doveva imparare a comprendere la parte più segreta di sé; doveva scoprire le proprie origini senza che nessuno gliele mostrasse.
Il ghiaccio pareva essere il suo rifugio: il luogo in cui il passato e il futuro si scontravano, arrogandole una nuova e potente dose di energia per affrontare ogni caduta.
«Pensi che potrei diventare una pattinatrice?» pigolò la piccola una sera, sul punto di costringere Jan a trascinarla via dalla pista.
Era sicuro che, se non l'avesse portata via contro la sua volontà, sarebbe potuta rimanere lì per tutta la notte.
«Questo dipende da te» le aveva risposto, aiutandola a ripulire le lame.
Si trattava di una mezza verità: la sorte non era stata generosa con quella piccola bambina e Jan era consapevole che Sindy avrebbe dovuto lavorare duro per realizzare il proprio desiderio.
Tuttavia, raramente aveva riscontrato nei propri allievi un tale talento e una simile forza d’animo.
«Anche Monique Van Der Velden ha cominciato a pattinare a dieci anni!¹» aveva cinguettato Sindy di rimando, ponendo infine le scarpette nell'apposita custodia.
Ogni volta che la osservava librarsi sul ghiaccio, Jan non poteva impedirsi di pensare quanto la bambina, ormai ragazza, somigliasse a un candido fiocco di neve che, solitario, volteggia dal cielo al suolo nel suo caratteristico movimento ondulatorio e aggraziato.
Jan non aveva dubbi. Sindy possedeva la poesia di una principessa e l'energia di una regina.

 

 

 

 

Snowflake I'll catch you tonight
Catch you and keep you on ice, my love
Snowflake you know you're the only one
There's no one like you, so I'm gonna hide you
My sweet

 

 

 

 

Nonostante l’intensità della loro complicità, Jan non poteva sentire il tormento che Sindy aveva nel cuore.
Il suo ventesimo compleanno era passato in fretta, portando con sé la sua partenza, unitamente allo struggimento per una relazione giunta al capolinea; soprattutto, i suoi vent’anni le avevano donato la consapevolezza di dover abbandonare ogni competizione.
«Continuare a gareggiare non mi porterà da nessuna parte» aveva sibilato Sindy con amarezza, quella mattina troppo fredda per appartenere alla primavera.
Ciò che Jan faticava a comprendere era che la sua allieva non aveva affatto intenzione di smettere di pattinare: semplicemente, l'incidente e la sua conseguente squalifica dalla competizione più importante della propria nazione, l'aveva definitivamente convinta che il pattinaggio non era la sua strada.
Lo sport si porta via con sé gli anni migliori, ruba la giovinezza e volta le spalle quando meno ce lo si aspetta.
A Sindy spettava solo l’ardua incombenza di accantonare il proprio sogno, continuando a viverlo attraverso i pattini di qualcun altro, più giovane e più fortunato di lei.
Il pattinaggio di figura le aveva brutalmente voltato le spalle, attraverso la corruzione che lo permeava, e che aveva decretato la sua rovina.
Jan rischiò quasi di soffocare quando Sindy gli comunicò di voler abbandonare la città, alla volta di un nuovo mondo, perlomeno per lei.
«Non c'è più niente che mi lega ad Amsterdam» mormorò, terminando di preparare la propria valigia.
In realtà, tutto ciò che l'aveva legata a quella città, era sempre stata solo la pista di pattinaggio.
A quelle parole, lo stomaco dell’allenatore si chiuse improvvisamente, la mente vagò altrove.
Non poteva permettere che Sindy prendesse una tale decisione.
La regina dei ghiacci doveva tornare a governare il proprio regno.
«Non permetterò che tu ti sciolga come qualsiasi altro fiocco di neve!» aveva gridato, spalancando la porta della stanza, facendo sobbalzare la ragazza.
«Non pensare di andartene senza di me!».

 

 

 

 

Snowflake I'm trying to keep you safe
You gave me your trust and I want you safe
Snowflake you know I've got your back
There's no one like you, so I'm gonna hide you
My sweet
Keep you 'til winter when you won't be needing me

 

 

 

 

Era andata fin lì soltanto per dirgli addio.
Quel ghiaccio che l'aveva sostenuta, con la sua scivolosa stabilità, che tanto le aveva dato quanto tolto.
La pista al centro di Amsterdam era sempre stata la sua favorita; l'aveva sorretta, decretando le sue vittorie.
Ma, quel fatidico giorno di maggio, il ghiaccio aveva deciso di voltarle le spalle.
Quando era giunto il momento di sostenerla, l'aveva abbandonata a se stessa, catapultandola nel lugubre passato da cui era reduce.
Il ghiaccio era stato la sua luce, ma si era ormai ridotto alla sua ombra.
Per la prima vera volta nella propria vita, Sindy aveva paura di pattinare.
Non era più sicura che le lame l'avrebbero sorretta; ma, al tempo stesso, temeva che, se avesse smesso di farle scivolare su quella superficie bagnata, avrebbe perso se stessa.
Mosse un piccolo passo sul ghiaccio, sentendo il gelo attraverso la tela delle proprie scarpe.
I suoi pattini, ormai, non esistevano nemmeno più.
Si accovacciò sulla superficie nivea, osservando la pista vuota, su cui amava tanto correre, sfilare, volteggiare.
Invece, tutto ciò che riuscì a fare fu rovesciare le proprie lacrime sulle maniche gelide della felpa con l'emblema della propria nazione.
Jan gliel'aveva regalata dicendole che sarebbe stata il suo portafortuna per la scalata olimpica.
Eppure, ora non ricopriva più le membra di una pattinatrice, ma quelle di una donna qualsiasi.

 

 

 

 

Snowflake now you're on your own
I love you, I know you're just here alone
You blessed us and soon you'll be on your way
There's no one like you, so I'll cry myself here to sleep
I kept you 'til winter when you won't be needing me

 

 

 

 

Era ormai notte quando Jan notò una figura presentarsi sull’uscio della propria stanza.
Comprese subito di chi si trattasse.
«Vieni» sussurrò l'uomo, battendo una mano sul materasso di fianco a lui, senza accendere la luce.
Il sonno non l'aveva ancora accolto tra le proprie braccia.
Sindy gli si accovacciò timidamente di fianco, lasciando che l’allenatore le tirasse le coperte fino alle spalle.
«È sabato oggi» l'aveva rassicurata.
In realtà, gli mancava stringerla tra le proprie braccia.
Non glielo aveva mai detto, ma attendeva anche lui con impazienza i fine settimana, per poterla coccolare come la figlia che sua moglie si era portata via troppo presto.
«Mijn sneeuwvlokje²» mormorò, accogliendola tra le proprie braccia.
Sentì delle gocce calde inumidirgli il collo, ma non ci fece troppo caso.
Presto sarebbero partiti insieme, avrebbero abbandonato la propria quotidianità, sfidando la vita per non soccombere.
Se quella bambina non l'avesse cresciuta, Jan non sarebbe stato disposto a trasferirsi per lei.
Eppure, Sindy necessitava di appoggio come mai prima di allora.
L'uomo la conosceva bene: sapeva che, la maggior parte delle volte, non aveva affatto bisogno di supporto e sarebbe stata perfettamente in grado di cavarsela da sola.
Tuttavia, Jan aveva il dovere di impedire a Sindy di smettere di gareggiare.
La regina del ghiaccio sarebbe tornata a dominare. Doveva solo convincersi delle proprie capacità.
«Non è mai troppo tardi per splendere nella vita» le aveva sussurrato, quasi come una ninna nanna.
Sindy ancora non poteva saperlo, ma in lei brillava ancora un barlume di speranza, che presto l'avrebbe salvata dalle tenebre.

 

 

 

 

Snowflake don't forget us
If I were a betting man, I'd bet a million on you
But there's no way around this, the only way now is through.

(Snowflake – Sia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

¹ Monique Van Der Velden è un’ex pattinatrice di figura olandese; è stata tre volte campionessa nazionale.

² “Il mio fiocco di neve” in lingua neerlandese.


   
 
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Sabriel Schermann