The
Skating
Queen
Jan
poteva scorgere facilmente lo struggimento negli occhi
di Sindy.
Le iridi trattenevano a fatica le lacrime, che premevano per
fuoriuscire da quegli occhi limpidi e feriti, consapevoli di aver
appena
perduto l'occasione di una vita.
Quando Sindy aveva posato i pattini sul ghiaccio per la
prima volta, poco più di dieci anni della propria vita erano
già passati; era
stata lei a insistere per provare, appena aveva compreso che l'uomo che
le
aveva porto la mano era stato, un tempo poco lontano, uno stimato
danzatore sul
ghiaccio.
Jan comprese subito che la bambina non aveva intenzione di frequentare
qualche lezione, per poi abbandonarla dopo qualche mese, come la
maggior parte
dei suoi allievi.
Sindy pareva avere una naturale predisposizione per il
pattinaggio artistico su ghiaccio.
Imparava in fretta, e altrettanto in fretta voleva imparare.
Aveva sete di conoscenza; come qualsiasi orfano, doveva
imparare a comprendere la parte più segreta di
sé; doveva scoprire le proprie
origini senza che nessuno gliele mostrasse.
Il ghiaccio pareva essere il suo rifugio: il luogo in cui il
passato e il futuro si scontravano, arrogandole una nuova e potente
dose di
energia per affrontare ogni caduta.
«Pensi che potrei diventare una pattinatrice?»
pigolò la
piccola una sera, sul punto di costringere Jan a trascinarla via dalla
pista.
Era sicuro che, se non l'avesse portata via contro la sua
volontà, sarebbe potuta rimanere lì per tutta la
notte.
«Questo dipende da te» le aveva risposto,
aiutandola a
ripulire le lame.
Si trattava di una mezza verità: la sorte non era stata
generosa con quella piccola bambina e Jan era consapevole che Sindy
avrebbe
dovuto lavorare duro per realizzare il proprio desiderio.
Tuttavia, raramente aveva riscontrato nei propri allievi un
tale talento e una simile forza d’animo.
«Anche Monique Van Der
Velden ha
cominciato a pattinare a dieci anni!¹»
aveva cinguettato
Sindy di rimando, ponendo infine le scarpette nell'apposita custodia.
Ogni volta che la osservava librarsi sul ghiaccio, Jan non
poteva impedirsi di pensare quanto la bambina, ormai ragazza,
somigliasse a un
candido fiocco di neve che, solitario, volteggia dal cielo al suolo nel
suo
caratteristico movimento ondulatorio e aggraziato.
Jan non aveva dubbi. Sindy possedeva la poesia di una
principessa e l'energia di una regina.
Snowflake
I'll
catch you tonight
Catch you and keep you on ice, my love
Snowflake you know you're the only one
There's no one like you, so I'm gonna hide you
My sweet
Nonostante
l’intensità della loro complicità, Jan
non poteva
sentire il tormento che Sindy aveva nel cuore.
Il suo ventesimo compleanno era passato in fretta, portando con
sé la sua partenza, unitamente allo struggimento per una
relazione giunta al
capolinea; soprattutto, i suoi vent’anni le avevano donato la
consapevolezza di
dover abbandonare ogni competizione.
«Continuare a gareggiare non mi porterà da nessuna
parte» aveva
sibilato Sindy con amarezza, quella mattina troppo fredda per
appartenere alla
primavera.
Ciò che Jan faticava a comprendere era che la sua allieva
non
aveva affatto intenzione di smettere di pattinare: semplicemente,
l'incidente e
la sua conseguente squalifica dalla competizione più
importante della propria nazione,
l'aveva definitivamente convinta che il pattinaggio non era la sua
strada.
Lo sport si porta via con sé gli anni migliori, ruba la
giovinezza e volta le spalle quando meno ce lo si aspetta.
A Sindy spettava solo l’ardua incombenza di accantonare il
proprio
sogno, continuando a viverlo attraverso i pattini di qualcun altro,
più giovane
e più fortunato di lei.
Il pattinaggio di figura le aveva brutalmente voltato le
spalle, attraverso la corruzione che lo permeava, e che aveva decretato
la sua
rovina.
Jan rischiò quasi di soffocare quando Sindy gli
comunicò di
voler abbandonare la città, alla volta di un nuovo mondo,
perlomeno per lei.
«Non c'è più niente che mi lega ad
Amsterdam» mormorò, terminando
di preparare la propria valigia.
In realtà, tutto ciò che l'aveva legata a quella
città, era
sempre stata solo la pista di pattinaggio.
A quelle parole, lo stomaco dell’allenatore si chiuse
improvvisamente, la mente vagò altrove.
Non poteva permettere che Sindy prendesse una tale
decisione.
La regina dei ghiacci doveva tornare a governare il proprio regno.
«Non permetterò che tu ti sciolga come qualsiasi
altro
fiocco di neve!» aveva gridato, spalancando la porta della
stanza, facendo
sobbalzare la ragazza.
«Non pensare di andartene senza di me!».
Snowflake
I'm
trying to keep you safe
You gave me
your trust and I want you safe
Snowflake you know I've got your back
There's no one like you, so I'm gonna hide you
My sweet
Keep you 'til winter when you won't be needing me
Era
andata fin lì soltanto per dirgli addio.
Quel ghiaccio che l'aveva sostenuta, con la sua scivolosa
stabilità, che tanto le aveva dato quanto tolto.
La pista al centro di Amsterdam era sempre stata la sua favorita;
l'aveva sorretta, decretando le sue vittorie.
Ma, quel fatidico giorno di maggio, il ghiaccio aveva deciso
di voltarle le spalle.
Quando era giunto il momento di sostenerla, l'aveva
abbandonata a se stessa, catapultandola nel lugubre passato da cui era
reduce.
Il ghiaccio era stato la sua luce, ma si era ormai ridotto
alla sua ombra.
Per la prima vera volta nella propria vita, Sindy aveva
paura di pattinare.
Non era più sicura che le lame l'avrebbero sorretta; ma, al
tempo stesso, temeva che, se avesse smesso di farle scivolare su quella
superficie
bagnata, avrebbe perso se stessa.
Mosse un piccolo passo sul ghiaccio, sentendo il gelo
attraverso la tela delle proprie scarpe.
I suoi pattini, ormai, non esistevano nemmeno più.
Si accovacciò sulla superficie nivea, osservando la pista
vuota, su cui amava tanto correre, sfilare, volteggiare.
Invece, tutto ciò che riuscì a fare fu rovesciare
le proprie
lacrime sulle maniche gelide della felpa con l'emblema della propria
nazione.
Jan gliel'aveva regalata dicendole che sarebbe stata il suo
portafortuna per la scalata olimpica.
Eppure, ora non ricopriva più le membra di una pattinatrice,
ma quelle di una donna qualsiasi.
Snowflake
now
you're on your own
I love you, I know you're just here alone
You blessed us and soon you'll be on your way
There's no one like you, so I'll cry myself here to sleep
I kept you 'til winter when you won't be needing me
Era
ormai notte quando Jan notò una figura presentarsi
sull’uscio
della propria stanza.
Comprese subito di chi si trattasse.
«Vieni» sussurrò l'uomo, battendo una
mano sul materasso di
fianco a lui, senza accendere la luce.
Il sonno non l'aveva ancora accolto tra le proprie braccia.
Sindy gli si accovacciò timidamente di fianco, lasciando che
l’allenatore le tirasse le coperte fino alle spalle.
«È sabato oggi» l'aveva rassicurata.
In realtà, gli mancava stringerla tra le proprie braccia.
Non glielo aveva mai detto, ma attendeva anche lui con
impazienza i fine settimana, per poterla coccolare come la figlia che
sua
moglie si era portata via troppo presto.
«Mijn sneeuwvlokje²» mormorò,
accogliendola tra le proprie
braccia.
Sentì delle gocce calde inumidirgli il collo, ma non ci fece
troppo caso.
Presto sarebbero partiti insieme, avrebbero abbandonato la
propria quotidianità, sfidando la vita per non soccombere.
Se quella bambina non l'avesse cresciuta, Jan non sarebbe
stato disposto a trasferirsi per lei.
Eppure, Sindy necessitava di appoggio come mai prima di
allora.
L'uomo la conosceva bene: sapeva che, la maggior parte delle
volte, non aveva affatto bisogno di supporto e sarebbe stata
perfettamente in
grado di cavarsela da sola.
Tuttavia, Jan aveva il dovere di impedire a Sindy di
smettere di gareggiare.
La regina del ghiaccio sarebbe tornata a dominare. Doveva
solo convincersi delle proprie capacità.
«Non è mai troppo tardi per splendere nella
vita» le aveva
sussurrato, quasi come una ninna nanna.
Sindy ancora non poteva saperlo, ma in lei brillava ancora
un barlume di speranza, che presto l'avrebbe salvata dalle tenebre.
Snowflake
don't
forget us
If I were a betting man, I'd bet a million on you
But there's no way around this, the only way now is through.
¹ Monique
Van Der Velden è un’ex pattinatrice di figura
olandese; è stata tre volte
campionessa nazionale.
² “Il
mio fiocco di neve” in lingua neerlandese.