Crossover
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Autore: fenris    31/12/2019    7 recensioni
[Moon Infinity][Kamen Rider] Dalla penna di Xephil e Fenris, tutta per voi la nuova grande cronaca di un incredibile viaggio e della battaglia che ne seguì: Il Male universale ha generato un nuovo figlio, un essere formidabile e spietato tramite il quale minaccia di far sprofondare il mondo nelle tenebre. Due gruppi di guerrieri (uno famosissimo, l'altro un pò meno) si uniscono per fronteggiare questa nuova terribile minaccia. Le due squadre, divise, dovranno però imparare prima a fidarsi l'una dell'altra e combattere insieme per poter vincere. Ma il loro avversario è il vero pericolo? Oppure l'oscurità nasconde molti più segreti di quanti se ne possa immaginare? Venite a scoprirlo, KAMEN RIDER ABOMINATION!
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Film, Libri, Telefilm
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                     Capitolo 7: Warrior Mars e lo stregone della speranza, Wizard
 
 
La città di Tokyo, da ormai quasi cinquant'anni, passava di rado momenti tranquilli. I criminali venivano fermati quando possibile dalla polizia, ma c'erano altre creature, dotate di una malvagità quasi umana e che non perdevano occasione per complottare col favore delle tenebre ogni notte. Quella non faceva eccezione
 
In un vicolo, non lontano da una discarica, un gruppo di mostri si era radunato davanti a un trono di bidoni sopra il quale stava il loro leader. Nessuno di loro era uguale all'altro, assomigliavano tutti ad animali umanoidi corazzati, mentre il loro capo era totalmente ricoperto da un mantello lercio, da cui uscivano solo una coda da serpente e un paio d'ali.
 
“Avete scagliato quella fattura su Wizard?”, domandò l'essere con voce profonda e potente, mentre il più vicino degli altri esseri, una sorta di coniglio, si inchinava.
 
“Sì, signore. Basta che Mars dica il proprio nome e l'attaccherà istantaneamente. Sarà un grande spettacolo”, rispose questi con tono piuttosto allegro, prima di vedere il suo signore prendersi la testa tra le mani e urlare. Provarono ad aiutarlo, ma lui mandò via chiunque gli si avvicinasse con un semplice gesto della mano.
 
“No, non serve. So cosa dobbiamo fare”, rispose lui, mentre qualcosa sulla sua fronte scintillava.
 
*****
 
Nel frattempo, una certa ragazza dai capelli neri si stava girando sulla panchina dov'era finita la notte precedente, cercando anche nel sonno una posizione comoda, il suo bel visino che veniva distorto da sporadici grugniti. Una mano picchiettò all’improvviso sulla sua guancia e lei la scacciò via.
“Mamma, lasciami dormire”, si lamentò girando la testa contro le sbarre della panchina e tornando a russare. Purtroppo la povera guerriera di Marte venne interrotta dal suo meritato sonno quando la stessa mano la fece girare e le puntò qualcosa di freddo sul naso.
 
“Signorina, le consiglio di non muoversi e rispondere a tutte le mie domande pacificamente”, disse una voce molto severa e dura, svegliando finalmente Reiko. Appena aprì gli occhi, quest’ultima si ritrovò davanti una donna dai capelli neri tagliati corti, vestita con un completo molto formale e soprattutto armata con una pistola puntata dritta sul suo viso!
 
“Ah! Chi è lei?!”, chiese la Warrior mettendosi subito a sedere e alzando le mani in segno di resa. Per tutta risposta, la donna sconosciuta estrasse un distintivo della polizia di Tokyo.
 
“Questo dovrei chiederglielo io. Ufficiale di polizia Daimon Rinko!”, si presentò. “Personalmente non considero il vagabondaggio un reato, ma il solo fatto di trovarsi qui la rende un po' sospetta. Mostri i documenti.”
 
“Oh, mi scusi. Ecco, sono finita qui per caso”, si scusò la guerriera di Marte, sperando di non venir presa per una drogata. Provò a prendere i suoi documenti, ma si ricordò di averli dimenticati a casa; non aveva neanche il telefono o la carda di credito della Moonlein Bank.
 
“Senza offesa, signorina, ma conoscendo questo negozio lo trovo difficile. Può mostrarmi un documento?”, disse lei indicando il negozio dietro di lei. Reiko la guardò con uno sguardo un po' pietoso.
 
“Agente, mi dispiace davvero, ma sono arrivata qui per caso. Se ho dato fastidio a qualcuno, non era mia intenzione. Comunque sono la proprietaria del Moonlein Hotel, Ai Reiko, può chiamare lì per garantire la mia identità.”
 
“Moonlein Hotel? Mai sentito nominare”, rispose la poliziotta, confusa dal nome e lasciando la giovane altrettanto confusa.
 
“Sta’ scherzando, vero?”, chiese la Warrior stupefatta. Ciò che era successo all'hotel anni prima era uno dei più grandi scandali della storia di Tokyo, dubitava ci fosse anche un solo poliziotto in tutta la città che non ne fosse a conoscenza.
 
“Scusi, signorina, perché dovrei conoscerlo?”, domandò la poliziotta ancora un po' sospettosa.
 
“Ehm, perché il vecchio proprietario ha fatto un massacro e attorno ci appaiono sempre mostri incappucciati?”, chiese Reiko, non dicendo ovviamente che il padre adottivo l'aveva fatto perché posseduto da un demone, prima che un uomo e un ragazzo uscissero dal negozio.
 
“Oh, Rinko-san, tutto bene?”, chiese quest'ultimo. Era piuttosto anziano, non molto alto e con un po' di pancetta, i capelli grigi tenuti a caschetto. Il giovane aveva invece corti capelli neri ed era vestito in maniera molto vistosa e un po' infantile, consistente in una camicia colorata, pantaloncini e uno zaino.
 
“Sì, va tutto bene, Wajima-san. Voi precedetemi pure al parco. Risolvo le cose con questa ragazza e arrivo”, gli rispose la poliziotta.
 
Pochi minuti dopo, le due donne erano in macchina. Reiko era riuscita a convincere Rinko a portarla al Moonlein Hotel, ma quest’ultima continuava a insistere che non ci fosse niente a quell'indirizzo. Cosa che francamente spaventava non poco la Warrior, la quale sospettava già che lo scontro avvenuto alla spiaggia avesse avuto conseguenze molto più complicate di un semplice teletrasporto, ma doveva vedere per credere.
“Non è possibile, sono cresciuta in quel palazzo”, insistette fino a quando arrivarono nella zona dove si trovava l'albergo di cui era proprietaria. Purtroppo, ricevette un'enorme delusione: al posto dell'edificio, c'era solo un parco giochi.
 
“Signorina, mi dispiace, ma come le ho detto non c'è nessun palazzo a Tokyo con quel nome”, disse desolata Rinko. La povera Reiko cadde in ginocchio, sentendo le ginocchia come sciogliersi.
 
“Ma non è possibile! I miei genitori adottivi l'hanno avuto ancor prima di prendermi, ho pulito io stessa le macchie di sangue nell'atrio dopo il massacro, ho diretto io i lavori per rinnovarlo e l'ho riaperto!”, sussurrò la principessa a un passo dal piangere. Rinko, vedendola così triste, si avvicinò a lei con fare confortante. Si rimproverò mentalmente di quant'era stata dura con quella ragazza così giovane, aveva lasciato che il sospetto e la paura offuscassero il suo giudizio. Certo, non era del tutto convinta della storia che le aveva raccontato, ma non c’era dubbio che avesse passato un’esperienza traumatica in passato.
 
“Reiko-chan, non so cosa ti sia successo veramente, ma ho degli amici che si occupano di casi difficili, forse...”, cominciò col tono più gentile che aveva, ma prima che potesse finire la frase, una sfera d'energia esplose accanto a loro facendole sobbalzare, fortunatamente rimasero illese.
 
“Oh, peccato, devo esercitarmi di più nel tiro al bersaglio”, disse il responsabile. Voltandosi le due donne videro un piccolo gruppo di esseri mostruosi.
 
“Ah, ci mancavano solo i demoni!”, esclamò seccata Reiko voltandosi verso i nuovi avversari, che però ricordavano solo vagamente le creature cui era abituata. La maggior parte era simile a creature umanoidi con le corna, la cui pelle sembrava fatta di creta decorata da linee dorate e armati di lance, mentre i tre che guidavano il gruppo ricordavano animali antropomorfi corazzati: una lince, un coleottero e un unicorno.
 
“Phantom, prego! Siamo solo fortunati a servirne due”, rispose il primo affilandosi gli artigli sull'avambraccio corazzato.
 
“Ehi, tu sei quello che ha provato a decapitarmi l'altra sera!”, lo accusò Rinko puntando la pistola e sparando un paio di colpi, prontamente bloccati da un'onda telecinetica da parte dell'unicorno.
 
“E ce l'avrei anche fatta, se Beast non mi avesse fermato!”, imprecò l'essere con tono minaccioso.
 
“Ma stavolta rimedieremo, prendendoci le vostre teste!”, osservò l'ultima creatura sfoderando gli artigli.


“Rinko-san, mettimi dietro di me!”, gridò Reiko alla poliziotta, che per qualche sorta d'istinto ubbidì, per poi assistere stupefatta allo spettacolo di fiamme che avvolse la ragazza, la quale ne uscì vestita col proprio abito da combattimento. “Mar Patrem Spiritum! Mihi Virtutem Tuam! Sono la figlia di Marte, e sarete sconfitti in nome del padre della guerra!”
 
Le tre creature si lanciarono contro la guerriera di Marte, che impassibile evocò il suo scettro e si avvolse in un alone di fuoco. Il Phantom dall'aspetto di lince si diresse subito verso Aurora ad artigli sguainati, i quali furono contrastati dalla punta della sua arma, prima che un calcio lo colpisse proprio alle tempie sbattendolo lontano. Il Phantom scarabeo intanto si era avvicinato alle sue spalle e aveva creato una raffica di sfere d'energia.
 
“Reiko-chan, dietro di te!”, esclamò Rinko con ottimo tempismo, facendo voltare in tempo la sua nuova amica, che fece scorrere rapidamente le sue mani lungo lo scettro generando un alone di calore puro.
 
“Martis Ira!”, pronunciò scagliando un raggio di fiamme concentrate che respinse tutte le sfere e si diresse contro il Phantom, il quale, troppo lento per schivare, si ritrovò un buco in pieno petto e cadde a terra per poi disintegrarsi in decine di frammenti luminosi. I suoi compagni rivolsero uno sguardo inferocito alla guerriera di Marte e fecero un cenno ai loro soldati.
 
“UCCIDETELA!”, gridò quello dall'aspetto di unicorno.
 
Reiko evocò quindi Excalibur e rispose all'assalto con una raffica di fendenti e calci, ma sebbene non troppo forti o rapide, quelle creature di creta erano molto abili e si muovevano come un solo uomo, mentre il loro obbiettivo era abituata a combattere in gruppo, riuscendo a ferirla più volte. Fortunatamente Rinko non era rimasta a guardare e sparava appena possibile, bucando i crani di quei cosi.
“Reiko-chan, dobbiamo scappare!”, gridò alla ragazza, che non se lo fece ripetere due volte.

“Va bene, ho qualcosa che dovrebbe aiutarci!” Reiko schivò altri attacchi, prima di rispondere con sfere di fuoco per crearsi abbastanza spazio di manovra, poi unì quanta più energia possibile in entrambe le sue armi e le sbatté a terra, creando un'esplosione che avvolse l'intero campo di battaglia e accecò i nemici. Quando i due mostri al comando tornarono finalmente a vedere, c'erano solo un'enorme nuvola di fumo per tutta la strada, un cratere al posto dei loro servitori e nessuna traccia della Warrior e della poliziotta, già saltate e scappate in macchina, che al momento andava al massimo consentito.
 
“Ma che erano quei cosi? Sembravano conoscerti!”, esclamò Reiko, lievemente affannata dalla tecnica che aveva usato per scappare.
 
“Si chiamano Phantom. Sono delle specie di... Li hai chiamati demoni, credo sia un termine adatto, anche se la faccenda è molto più complicata”, disse rapidamente Rinko prendendo una curva con altrettanta rapidità.
 
“Definisci complicata”, chiese Reiko, che mai come in quel momento benedisse chiunque avesse inventato le cinture di sicurezza.

“Esistono delle persone dette Gate, che nascono con una potente energia magica nel corpo, pur non potendola controllare. Se mai dovessero sentire un enorme senso di disperazione, diventano come quegli esseri, il cui unico desiderio è creare altri Phantom e che non si fermano davanti a niente pur di rovinare la vita dei loro obbiettivi e delle altre persone. Anch'io ero un Gate e ho rischiato di diventare un Phantom, ma sono stata salvata in tempo da un amico che ha 'distrutto' il mio Phantom interiore”, spiegò ansiosa Rinko.
 
“Ah, ora comincio a capire perché hai sospettato di me.”
 
“Già, scusami. Pensavo potessi essere un Phantom venuto a cercare Haruto.”
 
“Però, K-Kami, ma come può esistere una cosa del genere?”, chiese sgomenta la mora massaggiandosi la fronte, ancora stupita dalla caterva di informazioni che aveva appena ricevuto.
 
“Vorrei saperlo anch'io. L'unica cosa di cui sono certa è che se un Gate riesce a controllare le sue emozioni prima di completare la propria trasformazione, può diventare uno stregone. Proprio come è successo all’amico di cui ti ho detto, Soma Haruto.”

“Intendi stregoni alla Merlino e compagnia?”
 
“Più o meno. Ma con più calci in culo .”
 
“Prima hanno menzionato un certo Beast, chi sarebbe?”
 
“Nitoh Kosuke, alias Kamen Rider Beast. Un altro mio amico diventato stregone. Quegli esseri mi avevano inseguito qualche sera fa e lui mi ha difesa e li ha allontanati, finendo però per prendersi un colpo diretto a me durante lo scontro. L'avrebbero dovuto dimettere dall’ospedale oggi e avevamo intenzione di festeggiare tutti insieme al nostro parco preferito. Cambiando argomento, cos'erano i tuoi poteri? Ho visto vari stregoni all'opera e, per quanto simile, tu non lo sei.”
 
-Kamen Rider?!-, pensò Reiko stupefatta. Che fosse finita nella loro dimensione? “Rinko-san, per favore, andiamo a questo ritrovo. Spiegherò lì tutto.”

“E va bene. Forse Haruto ci aiuterà a capirci qualcosa.”
 
Pochi minuti dopo le due donne erano arrivate a un piccolo parchetto dove si trovava parcheggiato un furgone di dolci ambulante con dietro il bancone una donna dall'aria piuttosto...ahem…maschia, che stava dando delle ciambelle enormi a un giovane uomo di bell’aspetto, dai capelli castano chiaro e vestito con una giacca nera sopra una maglietta bianca e dei pantaloni rossi. Lì vicino, un altro gruppetto di persone chiacchierava allegramente, tra i quali Reiko riconobbe l’anziano e il ragazzo che aveva visto quella mattina, insieme a un altro uomo un po' più giovane di Rinko con capelli biondo scuro incredibilmente disordinati e indossante un giubbotto in pelle sopra una maglia gialla e dei jeans, oltre a una benda da ospedale sulla testa. C'era anche un bambino di circa sei anni che corse subito verso Rinko quando la vide; la poliziotta lo prese immediatamente in braccio con un gran sorriso.
 
“Rinko-obasan, avevi promesso che saresti venuta subito”, disse il bambino con una finta smorfia scontenta.
 
“Scusa, Mamoru, ma ho avuto un paio di difficoltà lungo il tragitto. Però, diamine, stai crescendo troppo in fretta, non posso più tenerti in braccio”, rispose Rinko arruffandogli i capelli con una mano.

“Oh, Rinko-chan, finalmente sei arrivata”, salutò il giovane con le ciambelle avvicinandosi all'amica e notando Reiko. “Lei è la ragazza nominata da Shunpei? Molto piacere, Soma Haruto.”
 
Reiko guardò quella mano per giusto una manciata di secondi prima di stringerla calorosamente, notando subito quanto la sua mano fosse forte. Decisamente aveva davanti un grande guerriero. “Ai Reiko, molto piacere”, si presentò prima di azzardare: “Tu...sei davvero un Kamen Rider?”
 
La domanda sorprese chiaramente Haruto, il quale tuttavia non esitò a rispondere lo stesso: “Ah, così Rinko-chan ti ha parlato di me. Immagino abbia avuto i suoi buoni motivi. Sì, lo sono. Kamen Rider Wizard, per la precisione. E questi sono i miei compagni.” E fece un cenno al resto dei presenti, che lo raggiunsero subito per salutare la nuova arrivata.
 
“Conosce già il nostro segreto? In tal caso… Nitoh Kosuke, Kamen Rider Beast”, si presentò il giovane con la benda.
 
“Kamen Rider Mage 1, Inamori Mayu”, si presentò una bella ragazza con i capelli neri raccolti in un codino.
 
“Kamen Rider Mage 2, Ijima Yuzuru. Sono l'allievo di Kosuke-oniichan”, disse invece un ragazzo ben più giovane, dai corti capelli scuri.
 
“Kamen Rider Mage 3, Yamamoto Masahiro”, salutò infine un uomo di mezz'età che teneva affettuosamente un braccio intorno alle spalle di una donna di età simile. “Lei è mia moglie Aya e il bambino è nostro figlio Mamoru”.
 
“Molto piacere, Reiko-chan”, salutò la donna chiamata Aya, subito ricambiata dalla Warrior. Il piccolo Mamoru la salutò a sua volta a voce alta e agitando una mano con un ampio sorriso.
 
“È un onore conoscervi. Come avrete capito, ho bisogno del nostro aiuto”, disse Reiko senza troppi giri di parole, preferendo andare subito al sodo. Forse poteva sembrare pretenziosa, ma il tempo stringeva.
 
“E se ci sarà possibile, te lo daremo, ma dovrai spiegarci tutto”, disse Haruto in tono incoraggiante.
 
“Vedete, io vengo da un'altra dimensione...”, cominciò la guerriera di Marte, narrando a grandi linee gli eventi del suo mondo.
 
“Questo è...incredibile”, sussurrò Masahiro quando ebbe finito di raccontare, visibilmente spaventato come la moglie, che teneva stretto il figlio tra le braccia.
 
“Questo spiega gli eventi degli ultimi giorni”, commentò Haruto meditabondo. “Ora anche un cacciatore di Kamen Rider abbiamo alle calcagna… Per non parlare di quest’altra nuova nemica… Che anche questa Regina Nera che quei Phantom hanno nominato provenga dal tuo mondo, Reiko-chan?”

“Mai sentita nominare, ma non è la prima volta che Astaroth recluta, o meglio, inganna i sovrani di certi popoli alieni affinché ci attacchino. Lei forse sarà la sua ultima 'pupilla' e l'ha convinta a controllare e attaccare voi Rider”, spiegò la Warrior.
 
“Reiko-san, ma quindi sei una specie di maho shoujo?”, chiese Shunpei, guardandola con un'espressione quasi d'adorazione. Lei guardò con un po' d'imbarazzo il giovane. A quanto le era stato detto, era l'apprendista di Wajima ed entrambi creavano gli anelli magici usati da Haruto e colleghi…ma a quanto pareva Shunpei in particolare aveva una forte adorazione per tutto ciò che era magico. Pure troppa.
 
“Beh, da un certo punto di vista, immagino di sì… Ma con l'esclusione di Madoka e qualche altra, non so quante abbiano avuto i miei stessi problemi”, spiegò Reiko con una piccola risata. In quel momento degli strani robottini saltarono fuori da dei cespugli e le si avvicinarono facendole le feste: “Ehi, no! Basta! Qualunque cosa siate mi fate il solletico!”
 
“Ehi, ragazzi, lasciatela in pace”, ordinò Haruto ai tre esserini, i quali obbedirono subito avvicinandosi a lui. “Ti presento Garuda, Kraken e Unicorn, i miei famigli.”
 
“Sono carinissimi, mi ricordano la mia cagnolina Dayana”, commentò Reiko guardando i tre animaletti (il cui aspetto ricalcava appunto un'aquila rossa, un polpo giallo e un unicorno blu) e ripensando alla sua piccola cagnetta cyborg, in attesa sull'Arcadia. Chissà come stava.
 
“Ehi, ragazzi, siete a digiuno?!”, gridò in quel momento la donna che stava al camioncino di donut.
 
“Scusi, capo. Un paio di ciambelle della speranza per Reiko”, ordinò Haruto.
 
“Come? Haruto, guarda che non ho soldi.”
 
“Nessun problema, hai salvato Rinko-chan da quei Phantom e ci hai avvertito della minaccia di Diablo. È il minimo che ti dobbiamo.”
 
“Pronte! Vieni pure, tesoro!”, chiamò la donna. O almeno, quella che da distanza sembrava una donna. Aveva infatti un viso molto...mascolino, con qualche ruga d'espressione e una parrucca bionda di terz'ordine. Però la sua espressione era veramente gentile e allegra, senza alcun dubbio si trattava di una persona che adorava il suo lavoro e ci metteva tutta sé stessa. E infatti passò alla Warrior un bel sacchetto che conteneva decisamente più delle due ciambelle richieste.
 
“G-Grazie, signora…”, la ringraziò Reiko, un po' a disagio per l'evidente abbigliamento da travestito della cuoca. Disagio che passò istantaneamente non appena morse uno di quei dolci. L'impasto si mescolava meravigliosamente con gli ingredienti aggiuntivi. Senza che se ne accorgesse, un rivolo di bava le uscì dalla bocca mentre masticava.
 
“Ehi, Reiko-chan, un po' di maionese sulle ciambelle?”, chiese Kosuke, avvicinandosi alla nuova amica con un grosso barattolo della suddetta salsa.
 
“M-Maionese?”
 
“Scusalo, Reiko-chan. Questo losco figuro ha in mente solo tre cose: l'archeologia, combattere Phantom e mettere la maionese ovunque capiti”, commentò Haruto.
 
“Disse quello al quale è venuto un principio di diabete a forza di mangiare ciambelle”, replicò Kosuke facendo sospirare l’amico.
 
“Emu?”, chiese mettendosi una mano in faccia.
 
“Sì.”
 
“Ah, appena lo vedo gliene dico quattro. Tornando a noi, Reiko-chan, qual è il tuo piano?”
 
“Al momento? Senza la possibilità di chiamare mio padre, il meglio che posso fare è cercare Shizu e le altre sperando che siano qui. Haruto, so di chiedere molto, ma tu e gli altri Kamen Rider potreste aiutarmi?”
 
“Naturalmente. Quel Diablo è una minaccia che dev'essere sradicata il prima possibile, così come il suo creatore. Ma prima vorrei occuparmi di quei nuovi Phantom. Sono troppo pericolosi per lasciarli agire indisturbati.”
 
Reiko stava per rispondere che non le erano sembrati così forti durante l'ultima battaglia, ma una voce improvvisa la interruppe: “Ah, mia regina, vedo che le sue capacità di recitazione funzionano come sempre!”
 
I presenti si girarono di scatto e videro poco lontano un altro gruppo di Ghoul guidato dai Phantom di prima e da un nuovo essere misterioso. Questi assomigliava molto agli Heartdemon per corporatura, colore e ali, ma la testa era completamente diversa: più che a un classico diavolo, sembrava un cobra con la mascella squadrata e il cappuccio che cascava sulle spalle, ricoperta di cicatrici biancastre.
Emanava per di più una potente aura oscura, molto più fitta di quelli di molti demoni affrontati da Reiko. E sembrava avvolgere i suoi stessi alleati.
 
“E tu chi diavolo saresti?”, domandò Haruto infilandosi alle dita degli anelli con incastonate delle gemme colorate, imitato dagli altri Kamen Rider, che fecero inoltre apparire alla vita una cintura di ferro con una mano nera a bordi gialli al posto della fibbia, che emise un “Driver On”.
 
“Piton, servo di Lord Astaroth e della Regina Nera...che, per inciso, è accanto a te!”, rivelò il demone indicando Reiko e scioccando tutti i presenti.
 
“Cosa?!”, esclamarono tutti guardando la Warrior, la quale era però la più scioccata di tutti.
 
“Di che stai parlando, io non sono una serva di Astaroth!”, controbatté Reiko.
 
“Piton, giusto? Se vuoi ingannarci, almeno inventati delle idee meno patetiche”, gridò Mayu al demone.
 
“Ah sì? Allora quella ragazza ti ha detto il suo vero nome?”, domandò sardonico Piton.
 
“Aurora Moonlein. E allora?”, domandò Reiko, pronta a trasformarsi.
 
A quelle parole, Haruto lanciò un urlo e si portò le mani alla testa, chiaramente in agonia.
 
“Haruto-kun? Che succede? Che cos’hai?”, gli chiese Rinko affiancandosi a lui. Quando però questi smise di urlare e rialzò lo sguardo, la poliziotta rabbrividì nel vedere la sua espressione gelida e furiosa, con occhi che parevano risplendere di un’inquietante luce cremisi. “…Haruto-kun?”
 
“E così tu sei la Regina Nera…pensavi d’ingannarci così?!”, esclamò furioso Haruto volgendosi verso la sbigottita Reiko, per poi attivare il Driver girando verso il lato opposto la mano raffigurata su di esso e facendo partire una sorta di filastrocca: “Shabadoobie Touch Henshin! Shabadoobie Touch Henshin!” Con un gesto, portò poi l’anello sulla mano sinistra sopra la cintura urlando: “Henshin!”
 
“Flame, Please: Hi-Hi, Hi-Hi-Hi!”, emanò il Driver, mentre il giovane stregone alzava di lato lo stesso braccio e dall’anello si formava un enorme cerchio magico costituito da strani simboli e scritture in un linguaggio simile al runico. Il cerchio passò poi sull’intero corpo di Haruto, rivestendolo di un costume nero con una corazza pettorale composta da placche rubine, spallacci argentei, un mantello nero che scendeva dalla vita intorno alle gambe e un elmo metallico con la parte frontale anch’essa rubina e attraversato da delle linee metalliche che formavano le visiere e uno strano ornamento sulla fronte. A quel punto, Haruto indossò un altro anello sul medio destro e, passandolo sul Driver, attivò un’altra formula: “Connect, Please!”, con la quale si materializzò un nuovo cerchio magico da cui estrasse una grossa sciabola d’argento. E, brandendo quell’arma, si scagliò contro Reiko.
 
“Ma cosa?! Che ti prende, Haruto?! Fermo! Non sono una tua nemica!”, gridò la ragazza cercando freneticamente di evitare i fendenti dell’altro.
 
“Credi forse di potermi ingannare ancora? Non provarci nemmeno, maledetta!”, fu la furiosa risposta del Rider. “Sei stata tu a mandare quei demoni e Phantom ad aggredire Rinko-chan, vero? E sempre tu volevi raggirarci e colpirci alle spalle quando meno ce l’aspettavamo, vero? Rispondi, Regina Nera!”
 
“Haruto, stanno mentendo! Sono loro che ti stanno raggirando per metterci l’uno contro l’altra! Devi credermi!”
 
“Basta menzogne! Hai mentito una volta di troppo e non mi lascerò ingannare ancora!” E continuò ad assalire Reiko con fendenti e stoccate sempre più rapide, riuscendo ben presto a colpirla di striscio e graffiarla lungo le braccia.
 
“Haruto-kun, fermati! Reiko-chan non è una nemica! Smettila, per carità!”, esclamò Rinko cercando di farlo ragionare, ma il giovane stregone era ormai sordo alle parole di chiunque non fosse quella voce nella sua testa che gli gridava che Reiko, alias Aurora Moonlein, era in realtà la Regina Nera, la leader dei loro nuovi nemici, e che per questo doveva eliminarla ad ogni costo.
 
Anche Reiko dovette capire che, al momento, era impossibile ragionare col Kamen Rider perché sospirò amareggiata prima di richiamare il suo potere. “Sembra che non abbia altra scelta. Dovrò farti aprire gli occhi con le maniere forti!”, gridò per poi invocare di nuovo la sua formula per la trasformazione e avvolgersi nella sua divisa da combattimento. Richiamata anche Excalibur, Reiko iniziò un feroce scambio di colpi con Haruto, le lame che cozzavano ripetutamente l’una contro l’altra sprigionando scintille ad ogni impatto.
 
“Haruto, maledizione! Si può sapere che diavolo gli è saltato in testa adesso?!”, sbottò Kosuke. “Certo che non si ha mai un giorno di riposo col mio rivale…” E fece per introdursi nello scontro, ma si vide la strada bloccata da Piton coi due Phantom e i Ghoul al suo servizio.
 
“Oh no, Beast. Spiacente, ma non ti permetterò d’intrometterti nel loro duello… Non ora che il mio piano dà i suoi frutti”, sibilò beffardo l’Heartdemon.
 
“Il tuo piano? Quindi sei stato tu a fare questo ad Haruto-kun?!”, chiese Mayu, affiancando Kosuke insieme a Yuzuru e Masahiro.
 
“Esattamente! Possiamo dire che ho fatto inserire nella sua mente un comando psichico che l’avrebbe portato a vedere Warrior Mars come una nemica non appena avesse sentito il suo vero nome. E ovviamente ci siete cascati come dei pivelli!”, li schernì Piton ridendo di gusto insieme ai suoi subalterni.
 
“Dannato bastardo… Ora l’hai fatta davvero grossa!”, disse Kosuke facendo comparire intorno alla vita un Driver diverso da quello degli altri, che somigliava ad un grosso portale grigio a doppia porta, e s’infilò al medio sinistro un anello dorato raffigurante il muso stilizzato di un leone. “Hen…SHIN!”, esclamò compiendo un movimento esagerato con le braccia per poi infilare l’anello in un’apposita apertura laterale del Driver e girarlo come una chiave.
 
“Set, Open! L-I-O-N, Lion!”, provenne dalla cintura mentre un cerchio magico dorato, diverso da quello di Haruto, si generava di fronte a lui e si sovrapponeva successivamente al suo corpo, vestendolo con un costume nero, un’armatura per metà nera e metà dorata, schinieri e bracciali anch’essi dorati e spallacci dei quali il destro era nero e il sinistro invece d’oro, oltre ad essere più grosso dell’altro e a forma di testa di leone. Infine, portava un elmo che sembrava a sua volta ricordare una testa di leone umanoide, con il contorno d’oro simile ad una criniera, lenti oculari verdi e una protezione per la bocca simile a delle fauci.
 
Accanto a lui, Mayu, Yuzuru e Masahiro lo imitarono infilandosi degli anelli con incastonate delle pietre di tre colori diversi (rispettivamente giallo, azzurro e verde) al medio sinistro e attivando i loro Driver, dai quali partì la stessa filastrocca emanata da quello di Haruto, mentre tutti e tre gridavano: “HENSHIN!”
 
“Change, Now!”, provenne da tutte e tre le cinture, mentre tre cerchi magici di tre colori diversi apparivano intorno a loro e li avvolgevano vestendoli con un costume simile a quelli di Haruto e Kosuke, ma di colore ocra, con una corazza pettorale, schinieri e spallacci neri, degli aculei a sormontare questi ultimi e un enorme guanto artigliato, grande tre volte una mano normale, intorno alla mano sinistra. Tutti e tre avevano un elmo metallico il cui fronte sembrava fatto della medesima pietra magica dei loro anelli ed era di colore diverso per ognuno di loro, così come i numerosi dettagli delle loro divise.
 
“Se permettete, io penso a quello stronzo dalla testa di serpente, voi prendete i Phantom e i Ghoul!”, diede istruzioni Kosuke ricevendo approvazione dai suoi compagni. Con un gesto, lo stregone estrasse una spada simile ad un fioretto con una strana guardia rettangolare dal Driver e si mise in posizione di combattimento. “Kamen Rider Beast entra in azione! Lunchtime da!”
 
“Prendete i Mage. Adesso ho davvero voglia di farmi un bel pasto a base di leone al sangue!”, ordinò Piton per poi scagliarsi su Kosuke. I Phantom e i Ghoul obbedirono e si lanciarono sui tre Mage: Mayu stese alcuni Ghoul prima di ingaggiare il Phantom unicorno, mentre Yuzuru e Masahiro affrontarono in contemporanea gli altri Ghoul e il Phantom coleottero.
 
Piton e Kosuke si scambiarono diversi colpi, gli artigli del primo che impattavano sulla spada del secondo con ferocia inaudita, tuttavia il demone si dimostrò presto ben più veloce del Rider e, spostandosi di lato per evitare una stoccata, ruotò su sé stesso per colpire Kosuke all’addome con la sua lunga coda, facendolo volare indietro di diversi metri. Questi, però, si rialzò subito e prese un nuovo anello, stavolta raffigurante un muso stilizzato di camaleonte, e lo infilò al medio destro per poi inserirlo e girarlo a mo’ di chiave in un’altra fessura sul Driver.
 
“Chameleo, Go: Cha-Cha-Cha-Cha-Chameleo!”, provenne dalla cintura mentre un nuovo cerchio magico, di colore verde, avvolgeva la spalla destra di Kosuke formando uno spallaccio a forma di testa di camaleonte con tanto di lingua arrotolata a spirale che usciva dalla bocca e un corto mantello, sempre verde, che scendeva da sotto di esso. “Un rettile per un rettile, giusto?”, esclamò il Rider per poi compiere un gesto col braccio destro, che fece allungare a dismisura la lingua del camaleonte e la usò come una frusta per colpire Piton, il quale, tuttavia, respinse ogni colpo senza problemi con i suoi artigli.
 
“Ma quanto sei stupido, Beast? Mandi una lucertola ad affrontare un serpente? Noi le mangiamo a colazione le lucertole!”, sghignazzò il demone scagliando una sfera di energia negativa contro l’avversario, ma questi svanì nel nulla poco prima di essere colpito e la sfera esplose contro un albero, abbattendolo. “Oh, ora passi al mimetismo? Bel tentativo”, disse facendo guizzare la lingua biforcuta. “Tuttavia, rimani sempre uno stupido. Non mi servono gli occhi per trovarti…il tuo odore è più che sufficiente!” E allungò una mano apparentemente verso il nulla, ma le sue dita si chiusero intorno a qualcosa e, con un rantolo di dolore, Kosuke ricomparve, le mani strette intorno all’arto di Piton che lo teneva per la gola. Con un violento pugno allo stomaco, il demone fece gemere il Rider, dopodiché aprì l’enorme bocca, snudando lunghe zanne aguzze e cariche di veleno, e sembrò intenzionato a divorarlo in un boccone.
 
“Oh no, non ci provare nemmeno! Tu sei il mio pasto, non il contrario!”, esclamò Kosuke infilando con un gesto secco la spada tra le fauci del nemico, tenendogliele aperte il tempo necessario ad infilare un altro anello, raffigurante una testa stilizzata di bufalo, al medio destro e inserirlo nella fessura del Driver.
 
“Buffa, Go: Bu-Bu-Bububu-Buffa!” Con quel suono, un cerchio magico rosso scuro apparve accanto ai due e attraversò Beast, sbattendo indietro Piton e rimpiazzando lo spallaccio di camaleonte con un altro stavolta a forma di testa di bufalo scarlatta con corna dorate e una mantella sempre scarlatta. Scattando in avanti, Kosuke colpì col nuovo spallaccio Piton al petto, scagliandolo in aria e facendogli sputare la sua spada, che riprese al volo. “Sto arrivando!”, gridò lanciandosi ancora sull’avversario.
 
Lì vicino, intanto, lo scontro tra Haruto e Reiko continuava più violento che mai. Difatti, per quanto la Warrior non volesse fare del male a Wizard, questi era e rimaneva un avversario straordinariamente abile e forte e dunque non poteva fare altro che combattere seriamente per tenerlo a bada. -Dannazione! Ci sarà pure un modo per annullare il condizionamento mentale che ha subito!- pensò bloccando un altro fendente. -Altrimenti finiremo sicuramente per ucciderci a vicenda!-
 
In quel momento, Haruto si fece indietro e attivò una funzione della spada: una strana decorazione a forma di mano chiusa si aprì rivelando nel palmo un piccolo cerchio magico, su cui lo stregone poggiò l’anello sul medio sinistro. “Come on a Slash, Shake Hands!”, provenne dall’arma mentre una potente fiamma cremisi ne avvolgeva la lama.
“Flame Slash Strike!” Con un fendente, Haruto scagliò un’enorme mezzaluna di fuoco su Reiko, la quale non si fece però intimidire e, imitato l’avversario, avvolse Excalibur con la sua aura per poi scagliare con un movimento una grossa fiammata che si scontrò con la tecnica dell’altro, annullandosi a vicenda.
 
“Riesce a rivaleggiare il mio stesso potere elementale… Impressionante”, mormorò la Warrior prima di creare altre fiamme intorno alla sua spada. “Però…” Con una serie di fendenti fulminei, scagliò numerose palle di fuoco contro Haruto, il quale iniziò a bloccarle o respingerle con la sua sciabola, seppur con una certa difficoltà, e finì per essere disarmato quando una di esse passò la sua difesa e lo colpì al polso, facendogli perdere la presa sull’arma. “…se non riesce ad usare quegli anelli, non può liberare la sua piena potenza. Devo sfruttare questo vantaggio!”
E si riscagliò su Wizard intenzionata a sottometterlo, ma sorprendentemente quello non fece niente per evitarla, anzi le venne incontro e, avvolti i suoi arti nel fuoco, sferrò una serie di tecniche marziali che respinsero Excalibur, colpendola infine con un calcio a capriola all’indietro sotto l’impugnatura e sbalzandola così di mano a Reiko. Quest’ultima, interdetta per quel ribaltamento fulmineo di situazione, non riuscì a reagire abbastanza velocemente da evitare il calcio che la prese in pieno addome e sbatté a terra.
 
“Abbassi la guardia facilmente per un’autoproclamata regina del male!”, la canzonò Haruto indossando un nuovo anello sul medio destro e attivandolo con un gesto sul Driver: “Big, Please!” A quelle parole, un nuovo cerchio magico si formò davanti il Rider stregone, il quale v’infilò dentro il braccio destro, che emerse dall’altra parte del cerchio con dimensioni gigantesche, e cercò di usarlo per schiacciare Reiko come una zanzara fastidiosa. La Warrior si salvò per un soffio rotolando di lato all’ultimo istante e l’enorme palmo si schiantò a terra creando un profondo stampo.
 
“Questi incantesimi sono davvero problematici”, osservò la ragazza rialzandosi. “Non è il massimo combattere da sola, se solo avessi almeno un supporto… Maledizione! È proprio vero che ci siamo troppo abituate a lottare in gruppo! Dovremo allenarci di più una volta finita questa storia.” E dovette poi difendersi dall’assalto furioso di Haruto, ritornato alla carica.
I due duellanti ricoprirono i propri arti di fiamme e iniziarono a scambiarsi un numero impressionante di calci e pugni, dimostrando entrambi grande abilità e maestria nelle arti marziali, al punto che sembravano racchiusi all’interno di un’ardente e scintillante sfera di fuoco. Dopo circa un minuto, però, fu Haruto a prevalere: sorpassando la difesa di Reiko, il Kamen Rider la centrò in pieno volto con due violenti pugni per poi finirla con un tremendo calcio tornado che la sbatté indietro, mandandola a rotolare a terra per diversi metri.
 
“Non ho ancora finito”, disse Wizard sostituendo l’anello per la trasformazione sul medio sinistro con un altro identico ma di colore blu e passandolo sul Driver.
 
“Water, Please: Sui-Sui, Sui-Sui!” Un cerchio magico blu scuro apparve come in precedenza e avvolse Haruto. Alla fine del processo, le parti colorate del suo costume erano diventate anch'esse blu e le gemme avevano assunto la forma di rombi. Senza farsi impressionare dallo spettacolo di luci e musica pop, Aurora provò ad attaccare nuovamente con un'ondata di fiamme, ma il Kamen Rider evocò stavolta un muro d’acqua che spense il fuoco, poi, con un'agilità sorprendente, si avvicinò all'avversaria per colpirla con una serie di calci.
 
-Diamine, come può essere così rapido?-, si domandò la Warrior riuscendo finalmente a trovare una breccia in quel pattern d'attacchi per sferrargli un pugno dritto in faccia. Normalmente avrebbe potuto piegare persino il titanio senza problemi, ma appena la sua mano toccò la visiera gemmata di Haruto, vi passò attraverso come fosse acqua...correzione, era acqua.
 
“Liquid, Please!” provenne dal Driver del giovane stregone, il quale aveva appena attivato un nuovo anello che l’aveva apparentemente trasformato in una pozza d'acqua vivente e lo sfruttò per scivolare dietro Reiko, la quale si beccò un calcio volante dritto sul mento quasi senza accorgersene.
 
“Te la cavi bene. Mi ricordi quasi un giovane Rider che ha cominciato il suo percorso. Peccato tanto potenziale sia al servizio di un re dei demoni”, commentò Haruto tornando normale e puntando l'arma su Reiko, che gli sparò contro un giavellotto di fiamme ardenti.
 
“Non servo nessun re dei demoni, te lo vuoi infilare in quella zucca?!”.
 
“E tu vuoi infilarti in quella zucca che dopo Wiseman ho smesso di farmi imbrogliare?!”, disse irato il ragazzo indossando altri due anelli e cambiando nuovamente aspetto.
 
“Land, Dragon!” Stavolta il suo intero costume divenne dorato, arricchito da protezioni argentate mentre l'elmo presentava piccole antenne simili alle corna di un drago e la visiera ora assomigliava a un topazio quadrato. Per concludere il tutto, due possenti guanti artigliati si trovavano sulle braccia di Haruto. Decisamente quello scontro sarebbe stato ancora lungo.
 
Fortunatamente il team Mage e Kosuke stavano avendo un po' più di fortuna rispetto a Reiko. Piton era decisamente scaltro e potente, ma il Buffa Mantle aveva dato a Kosuke quel surplus di potere in più che gli serviva per superarlo e ne aveva subito approfittato, chiudendolo finalmente in un angolo e colpendolo a ripetizione con la propria spada.
 
“Libera! Subito! Haruto!”, esclamò l'archeologo dando l'ennesimo colpo di spada a Piton e centrandolo infine con un fortissimo uppercut nello stomaco che lo spedì in aria, dove però prese a volare grazie alle sue ali.
 
“Non potrei neanche volendo, Nitoh Kosuke. L'unica cosa che può liberare il tuo amico è uno shock micidiale. Scoprire di aver ucciso un innocente potrebbe funzionare in effetti. A meno che non sia Warrior Mars a ucciderlo!”, il demone venne silenziato da una serie di spari. Kosuke aveva tirato fuori una pistola blu e dorata e stava sparando a raffica pallottole di magia condensata contro l'avversario.
 
“Kosuke, attento!”, esclamò Mayu attivando uno dei suoi anelli e creando una forza gravitazionale proprio dietro Beast, il quale, voltandosi, vide un Phantom dall'aspetto di coniglio, avvolto dalla stessa aura oscura che avvolgeva Piton.
 
“M-Mi scusi, padrone”, biascicò l'essere prima che la spada di Kosuke gli trapassasse il cuore, esplodendo in centinaia di frammenti che si riunirono in un cerchio magico dorato assorbito dallo stesso Kamen Rider.
 
“Ehi, il potere dentro questi Phantom...è il tuo, vero?”
 
“Indovinato. Non potendo creare dal nulla, mi limito a potenziare quello che già esiste”, ammise l'Heartdemon gettandosi contro Kosuke, che parò con la testa di bufalo sulla sua spalla gli artigli dell’avversario.
 
“Ah, grazie dell'informazione!”, gridò l'archeologo liberandosi ancora una volta del demone e girando il dado inserito nella guardia della sua arma, che si fermò sul numero 6. Kosuke menò allora un fendente e sei tori fatti di luce dorata apparvero dal nulla, ma solo uno di loro si diresse verso Piton, il quale lo parò facilmente. Gli altri lo superarono senza nemmeno sfiorarlo.
 
“Pessima mira”, lo derise il demone, ma Kosuke sogghignò in risposta.

“Non era diretto a te.” Infatti, le altre creature mirarono a tutta velocità verso i Phantom rimasti e i gruppi di Ghoul, riducendoli in frantumi e generando altri simboli di energia magica che vennero assorbiti dal Kamen Rider dorato.
 
“Grazie per il pasto”, disse Kosuke, subito affiancato dal team Mage.
 
“Lo distruggiamo, Kosuke-oniichan?”, domandò Yuzuru, pronto a combattere.

“Voi Kamen Rider siete senza alcun dubbio molto forti e abili...ma io ho molte risorse”, affermò Piton facendo apparire nelle mani diverse gemme colorate e pietre di Ghoul, frantumandole tra le dita. L’istante successivo venne avvolto da un alone multicolore che aumentò la sua massa corporea ed accentuò i suoi tratti demoniaci, artigli e ali, mentre la sua bocca venne decorata da zanne molto più lunghe. Kosuke e gli altri potevano avvertire quanto il suo potere fosse cresciuto, ma ciò che li inquietò di più fu quanto fosse simile a qualcosa che avevano già visto molte volte.
 
“S-Sbaglio o assomiglia alla forma All Dragon di Haruto?”, domandò Masahiro, dando voce ai pensieri di tutti.
 
“Indovinato, Yamamoto-san. C'è un certo legame tra la stirpe di demoni cui appartengo e i Kamen Rider. Se riuscirete a sconfiggermi, ve lo svelerò”, li sbeffeggiò l'Heartdemon, per poi creare vortici di oscurità da cui emersero altri Ghoul e Phantom dalle forme diverse.
 
Kosuke ringhiò i denti. Tolto di mezzo il grosso del gruppo avversario, sperava di poter eliminare rapidamente Piton con la sua forma finale e quindi raggiungere Reiko per far rinsavire Haruto a suon di ceffoni. Quei rinforzi e l'upgrade dell'avversario proprio non ci volevano e, se ne avesse avuti altri di riserva, non sarebbero mai riusciti ad andare a salvare la loro nuova amica. Il giovane archeologo decise quindi di prendere un grosso rischio: “Mayu-chan, va ad aiutare Reiko-chan. Avrà decisamente più bisogno d'aiuto di noi.”

“Vado subito”, gli rispose la stregona dirigendosi verso il luogo da cui si sentivano ancora suoni di esplosioni e fendenti. Piton e i suoi non fecero comunque niente per fermarla.
 
“E ora a noi quattro”, annunciò sinistro il demone, mentre Kosuke, Yuzuru e Masahiro correvano verso di lui ad armi sguainate.
 
Dall’altra parte, Reiko era in seria difficoltà. La Warrior adorava il suo elemento, bombardare demoni e altri mostri con palle di fuoco era un piacere unico. Ma purtroppo le fiamme non erano molto adatte alla difesa, dato che potevano essere facilmente dissipate da attacchi troppo potenti. Fortunatamente il suo vestito resisteva bene ai colpi in generale...incluse le artigliate di Haruto che le facevano sentire ogni volta la forza di un bulldozer.
 
“Sei piuttosto dura, Aurora”, le concesse il Rider prima di lanciarle contro un colpo talmente forte da creare un'onda d'urto. La Warrior provò a bloccarlo con Excalibur, ma il mero impatto fu troppo anche per lei e finì scaraventata attraverso una fila di alberi. Nonostante il dolore e lo stordimento, la mora si rimise in piedi.
 
“E non hai neanche grattato la superficie”, ringhiò prendendo anche lo scettro di Gaia. “Ho gestito un albergo mentre combattevo intere razze, sono riuscita ad equilibrare i miei ricordi, un giorno dovrò essere la guida di questo pianeta… E riuscirò anche a farti rinsavire, perciò… FA’ DEL TUO PEGGIO!”
 
“E va bene, l'hai chiesto tu”, proclamò Haruto prendendo un altro anello, stavolta verde.
 
“E tu hai chiesto questo, Haruto-san!”, esclamò un'altra voce che precedette una serie di proiettili, i quali impattarono sul pettorale dello stregone in un'esplosione di scintille, e l'arrivo di Mayu, che si schierò a protezione di Reiko.
 
“M-Mayu-san. Che è successo?”
 
“Nitoh-san mi ha mandato ad aiutarti. Dovrei avere quello che serve per far rinsavire Haruto-san”, disse la ragazza prendendo un altro anello e attivandolo con un: “Dispel, Now!”
Un'onda di luce dorata colpì Haruto, ma questi non si fermò dal correre verso le due ragazze.
 
“Mayu-chan, non voglio farti del male. Vattene subito!”, gridò infilandosi al dito l’anello di prima.
 
“Quello doveva fare qualcosa?”, domandò sarcastica Reiko.
 
“È un anello creato per annullare gli incantesimi dei Phantom sulle persone. Speravo bastasse”, rispose la Rider, chiaramente delusa.
 
“Mayu-chan, perché l'aiuti?!”, gridò a squarciagola il Rider attivando l'anello di prima. Stavolta il suo costume divenne verde, con una visiera a triangolo e due ali da drago meccanizzate dietro la schiena.
 
“Perché non sei in te!”, tentò di convincerlo Mayu saltando in aria e incrociando le lame con l'amico. Per svariati secondi i due Kamen Rider incrociarono acciaio contro acciaio riempiendo l'aria di ozono. Mayu era senza alcun dubbio molto abile, riuscendo più volte a passare attraverso la guardia di Haruto, ma quest'ultimo restava sempre e comunque troppo superiore all'amica.
 
Approfittando di un fendente troppo audace, Wizard afferrò Mayu per il braccio e con una rapida mossa la lanciò nuovamente a terra, prima di scendere in picchiata contro Reiko, avvolto da una barriera di fulmini. La ragazza si circondò a sua volta con un velo di fiamme incrociando le armi per lo scontro, che fu a dir poco devastante.
Alberi vennero piegati in due, il terreno nel raggio di decine di metri si spaccò e l'aria si riempì nuovamente di scintille e fiamme, mentre i muscoli di Warrior Mars urlavano nel tentativo di guadagnare anche solo un minimo di vantaggio contro Haruto.
 
“Haruto, per favore... Rinko-san mi ha detto come l'hai salvata, Shunpei e Mamoru ti trattano come un eroe, Mayu-san ha fatto del suo meglio per farti rinsavire! Non diventare una marionetta di Piton!” Mentre parlava, le sue fiamme andarono lentamente a guadagnare più potere e ne approfittò per avanzare spingendo indietro Haruto.
 
“C-Cosa stai facendo?”, chiese lui, sorpreso della potenza emanata dalla Warrior.
 
“Te l'ho detto, cerco di farti rinsavire!”, urlò un'altra volta la ragazza, scatenando un'esplosione che scagliò via il Rider a velocità immensa. Subito dopo, però, cadde a terra con il fiatone, la stanchezza degli ultimi eventi che cominciava a farsi sentire sempre di più, mentre Mayu si avvicinava a lei.
 
“Odio dirtelo, ma dubito che sia bastato. Haruto-san si è scrollato di dosso come niente fosse colpi molto peggiori.”
 
“Ah, lo supponevo, per fortuna…” Prima che Reiko potesse finire, una colonna di luce multicolore si alzò dal punto in cui Haruto era finito e una figura alata si mosse ad altissima velocità verso le due ragazze. “…devo imparare a stare zitta.”
 
La nuova forma di Haruto era imponente. Totalmente rossa, con gli artigli e le ali delle precedenti trasformazioni unite a una coda molto lunga e una testa di drago sul petto. Il potere che emanava era semplicemente enorme. “Mayu-chan, non te lo chiederò ancora. Vattene”, mormorò con voce piatta.
 
“Haruto-san, vogliamo solo aiutarti!”, pregò ancora Mayu, sperando davvero che l'amico le ascoltasse.
 
“Allora non mi lasci scelta. Quella Regina Nera deve averti condizionata e, per questo, devo assolutamente fermarla. Dovrò essere un po’ brusco con te, ma giuro che ti salverò, Mayu-chan. Perdonami.” E scese in picchiata su di loro con velocità sconvolgente. Né Mayu né Reiko furono preparate per quell’offensiva così dirompente, che investì in pieno la Warrior sbattendola via. Mayu cercò di attaccare Haruto alle spalle per bloccarlo, ma un semplice colpo di coda del Rider bastò a respingerla, mandandola a rotolare per terra.
 
“Maledizione… Quanto diavolo è forte davvero questo tipo…?!”, mormorò Reiko rialzandosi a fatica. L’artigliata le aveva lacerato il costume e ferito il fianco, oltre ad averle inferto un colpo d’impatto tremendo. Non era ancora sconfitta, ma dubitava di poter resistere se avesse continuato a combattere Haruto in quelle condizioni.
Non ebbe il tempo di formulare una strategia di contrattacco che Wizard le fu di nuovo addosso. La Warrior si difese con Excalibur e lo scettro di Gaia, ma ogni suo fendente veniva bloccato senza problemi dagli artigli dell’altro e nessuna sua fiammata riusciva apparentemente a danneggiarne la corazza. Stava diventando chiaramente uno scontro a senso unico.
 
“Bind, Now!”, risuonò nell’aria e una serie di catene si materializzarono dal nulla bloccando Haruto. Reiko guardò alle sue spalle per vedere Mayu con una mano protesa, su cui splendeva un nuovo anello magico.
“Reiko-san, ho un’idea per liberarlo! Tienilo fermo così per qualche altro secondo!”, le urlò la giovane stregona.
 
Seppur perplessa, Reiko obbedì subito e, notando che Haruto stava per spezzare le costrizioni, sbatté lo scettro per terra e multiple fiammate si propagarono attraverso le catene evocate da Mayu, potenziandole e fermando il Rider, il quale venne costretto a restare coi piedi per terra. Haruto prese subito a dimenarsi per liberarsi, ma Mayu aveva già preso a correre verso di lui con un nuovo anello in mano.
 
“Ti salveremo, Haruto-san! Ad ogni costo!”, urlò e, fermatasi accanto a lui, gli afferrò un braccio e appoggiò l’anello su uno dei suoi artigli, che parve affondare al suo interno come dentro un liquido. La ragazza portò poi la mano di lui verso il suo Driver.
“Engage, Now!”, provenne dalla cintura e un cerchio magico dorato si formò sopra il petto di Haruto, il quale prese a urlare più forte, ma non sembrò potersi opporre. “Reiko-san, vieni con me, presto!”, gridò Mayu allungando un braccio verso la Warrior. Questa mise da parte dubbi e domande e obbedì afferrandole la mano, per poi essere tirata insieme alla stregona proprio verso il cerchio magico. In un bagliore di luce accecante, entrambe svanirono al suo interno.
 
Quando la luce si diradò, Reiko fu sorpresa di trovarsi in quella che riconobbe essere la sala d’attesa di un ospedale, eppure non sembrava il mondo reale: i colori erano smorzati e tutto intorno a lei sembrava sfocato. Era come stare dentro un limbo. “Ma cosa… Dove sono finita adesso?”
 
“Questo è l’Underworld.” Voltandosi di scatto, trovò Mayu accanto a lei. “Si tratta del mondo interiore di una persona, dove sono contenuti i nostri ricordi più importanti e l’essenza del nostro cuore. Potremmo praticamente vederlo come la nostra anima. È qui che nascono i Phantom. Quando le persone cadono nella disperazione: quel dolore genera un essere anomalo che distrugge l’Underworld e possiede poi la persona in questione, trasformandola appunto in un Phantom.”
 
“Capisco”, disse Reiko guardandosi intorno. “Quindi questo sarebbe il mondo interiore di Haruto… Ma lui dove…?”
 
“Laggiù.” Seguendo la direzione di Mayu, la Warrior si trovò davanti ad una stanza con dentro la figura di un bambino che vegliava su due persone, un uomo e una donna, adagiate su dei letti d’ospedale e prive di sensi, con flebo e maschere d’ossigeno applicate. Nessuno dei due aveva una bella cera. “Sono i suoi genitori. Sono morti in quest’ospedale dopo un tremendo incidente in cui Haruto-san fu l’unico sopravvissuto. Gli dissero che lui era la loro speranza e lui prese queste parole a cuore quando divenne Wizard. Ecco perché ora difende sempre la speranza di tutti.”
 
Reiko non poté non sentire gli occhi inumidirsi a quella storia. Nessun bambino dovrebbe mai assistere a qualcosa del genere, né provare un simile dolore. “Ora è tutto chiaro. Mi spiace davvero per-”
 
Un ringhio furioso le fece voltare e videro un’enorme creatura emergere da un portale apparso dal nulla: un drago che pareva fatto di metallo ed essere parzialmente meccanico, di colore argento e oro, con due piccole ali e mascelle piene di denti aguzzi. La cosa veramente inquietante era però ciò che stava attaccato alla cima della sua testa: una sorta di sanguisuga nera ricoperta di spine sulla schiena ed emanante un’aura violacea, la stessa che trasudava dagli occhi furiosi del drago.
 
“E questo sarebbe?!”, chiese Reiko colta di sorpresa.
 
“Dragon, il Phantom interiore di Haruto-san. È lui che gli dà i poteri di Wizard”, rispose Mayu concentrando lo sguardo sul disgustoso essere attaccato alla testa del drago. “E scommetto che è proprio quella cosa che ha in testa ad averlo fatto impazzire. È chiaro che lo sta manipolando e l’aura che emana puzza così tanto di malignità da dare la nausea.”
 
“Sono d’accordo. Perciò, se distruggiamo quella cosa, Haruto dovrebbe rinsavire, giusto?”
 
Dragon non lasciò però Mayu rispondere, visto che le attaccò subito con un devastante colpo di coda che le fece volare attraverso le pareti dell’ospedale e finire nella piazza sottostante l’edificio.
“…Dannazione… Si vede che è il potere di Haruto…”, commentò Reiko rialzandosi a fatica e puntandogli contro il suo scettro. “Ora ti faccio vedere io, lucertolone!”
 
“No, Reiko-san! Ferma!”, la bloccò Mayu. “Non puoi distruggere Dragon o Haruto perderà tutti i suoi poteri!”
 
Ma la Warrior rispose emanando una fiammata che andò a scontrarsi con un’altra identica soffiata dal possente drago, generando una violenta esplosione. “Non preoccuparti, l’avevo già capito”, disse. “Io penso a respingere i suoi colpi, tu raggiungi la sua testa e togligli quello schifo di dosso!”
 
“Va bene!”, annuì Mayu correndo di lato, mentre Reiko e Dragon si scambiavano colpi su colpi, fuoco contro fuoco. L’enorme Phantom scese poi in picchiata per colpire la Warrior coi suoi artigli, ma l’altra lo evitò rotolando di lato. Dragon scese allora a terra e iniziò a cercare di azzannare Reiko, ma questa usò Excalibur per respingere i suoi attacchi. Chiunque li avesse visti da fuori, avrebbe creduto di vedere uno scontro medioevale tra un cavaliere valoroso -o, come in questo caso, una paladina valorosa- e un drago malvagio e sarebbe rimasto incantato. Era davvero uno spettacolo straordinario.
 
Dragon soffiò un’altra fiammata che Reiko respinse evocando un muro di fuoco, ma così facendo non vide la codata successiva che la sbatté per terra con violenza. “Sei proprio forte, bestione…”, mormorò la ragazza rimettendosi sulle ginocchia e sollevando lo sguardo verso le fauci del drago, ora dirette verso di lei. “…ma quello schifo che hai in testa deve averti reso anche più stupido!” E nel momento in cui stava per essere azzannata, piantò Excalibur a terra e generò un mini vulcano di lava proprio intorno a sé stessa, che colpì la testa di Dragon e lo fece cadere all’indietro. Subito dopo, batté stavolta lo scettro di Gaia a terra e le catene infuocate che avevano bloccato anche Haruto ricomparvero intorno a lui per legarlo. L’enorme creatura prese subito ad agitarsi come una furia per liberarsi. “Vai, Mayu-san! Adesso!”
 
La giovane stregona ricomparve proprio in quel momento accanto alla testa di Dragon, indossando un nuovo anello. “Scompari, essere rivoltante!”, gridò attivando l’anello e puntandolo contro la sanguisuga demoniaca.
“Explosion, Now!”, provenne dal Driver e una forte esplosione si generò sulla creatura, facendola a brandelli. Quasi immediatamente, l’aura negativa che avvolgeva Dragon sparì e questi parve calmarsi.
 
“Ce l’abbiamo-” Ma Reiko non fece in tempo a finire la frase che un bagliore accecante comparve dal nulla sopra il corpo di Dragon e l’intera realtà parve squarciarsi e aprirsi in due. Sia Reiko che Mayu urlarono di sorpresa, mentre si sentivano risucchiare da quella stessa luce e, con un forte impatto alla schiena, si ritrovarono di nuovo nel mondo reale, supine al suolo. Davanti a loro, Haruto, com’era Dragon, stava disteso a terra e da una specie di squarcio sopra il suo petto usciva una luce dorata identica a quella che era apparsa nel suo Underworld.
Pochi secondi dopo, dallo squarcio apparve un anello magico identico a quelli degli stregoni, ma di colore rosa ed emanante un’aura incredibilmente più potente.
 
E in quel momento risuonò il ruggito trionfante di Piton: “AH! È FATTA!”
 
Il nuovo anello volò a velocità sorprendente nella direzione da cui proveniva l'urlo di vittoria del demone, mentre Haruto si risvegliava tossendo.
 
“Haruto-san, stai bene?”, gli chiese Mayu abbassandosi per aiutarlo a rialzarsi. Era piuttosto pallido, ma non ci mise molto a raddrizzarsi e riprendere un po' di colore.
 
“Mi sento come se Dragon avesse festeggiato Ferragosto dentro la mia testa e avesse corretto tutte le bevande prima di berle... Scherzi a parte, siete state geniali. Se non foste riuscite a fermarmi, credo che non mi sarei potuto trattenere ancora a lungo dall'uccidervi”, disse il giovane stregone con un tono ammirato e pieno di gratitudine. Reiko ricambiò il sorriso, ma svanì presto appena si ricordò del misterioso oggetto volato verso il luogo della battaglia.
 
“Haruto, cos'era quell'affare uscito dal tuo corpo? Piton sembrava molto felice di averlo.”
 
“Ti spiego mentre ci muoviamo. Temo che Nitoh e gli altri non resisteranno ancora molto”, rispose Haruto, cominciando a correre assieme alle due ragazze e riassumendo la forma Flame di Wizard durante il tragitto. “Quell'anello conteneva la Pietra Filosofale, una gemma magica creata da un rituale che ha trasformato decine di Gate in Phantom. E a sua volta al suo interno è racchiusa l'anima della nostra amica Koyomi. Il rituale fu attuato da suo padre nel tentativo di resuscitarla.” Sia Reiko che Mayu s'incupirono ascoltando quella storia, seppur per motivi diversi: la prima perché non riusciva a credere al prezzo che quell'uomo fosse disposto a pagare per riavere la figlia, la seconda perché aveva perso la sorella in quel rituale. Haruto riprese a narrare, nascondendo a sua volta la tristezza sotto un velo di determinazione. “Ma riuscì solo a riportarla indietro come un homunculus sempre bisognoso di mana. Il secondo tentativo per farla tornare distrusse persino il suo corpo artificiale, così per evitare che la pietra e l'ultimo frammento di Koyomi finissero nelle mani sbagliate, la sigillai nel mio stesso Underworld.”
 
“Ma perché è uscita proprio ora se era nascosta così bene?”, domandò Mayu, che cominciava ormai ad accusare la fatica dello scontro.
 
“Non ne sono sicuro, ma dev’essere quasi sicuramente opera di Piton. Immagino che il maleficio che mi aveva scagliato contro avesse quest'effetto collaterale nel caso in cui mi aveste liberato dalla sua influenza.”
 
“Allora speriamo che i ragazzi abbiano... Oh no!”
 
I tre guardarono stupefatti la scena desolante di fronte a loro. Quasi tutto il parco era stato ridotto a una distesa di crateri dove Yuzuru e Masahiro giacevano svenuti, coi corpi ricoperti di ferite. Kosuke era l'unico ancora trasformato e continuava a sparare contro Piton, il quale però avanzava senza battere ciglio. I tratti draconici del demone si erano acuiti ulteriormente, rendendo il muso simile a quello di un drago cinese dall'espressione a dir poco perfida. La sua testa era ora sormontata da maestose corna da cervo tipiche della creatura mitologica e il resto del corpo era ricoperto da una corazza dorata con vari glifi inscritti ovunque, su cui i proiettili dello stregone primordiale rimbalzavano senza causare il minimo danno. Dietro il demone, una lunga coda sormontata da una cresta spinosa e due enormi ali da pipistrello si agitavano a mezz’aria.
 
“Nitoh!”, gridò Haruto, attivando uno dei suoi anelli per sparare una potente sfera di fuoco dalla sua pistola contro il demone, ma questi afferrò il proiettile con una sola mano prima di spegnerlo stringendo semplicemente le dita.
 
“Complimenti per essere riusciti a liberarlo, Kamen Rider Mage 1 e Warrior Mars. Siete arrivate appena in tempo per vedere la mia massima potenza”, disse tronfio al trio, che digrignò i denti. “E non sarei mai riuscito a raggiungerlo senza di voi, perciò devo davvero ringraziarvi con tutto il mio cuore… Se solo lo avessi, un cuore!” E scoppiò a ridere sguaiatamente.
 
“Quindi c’avevo visto giusto… Reiko-chan mi aveva raccontato dei soprusi di cui voi demoni siete capaci, ma non mi aspettavo arrivaste a tormentare un'anima che ha già sofferto così tanto. Lascia subito andare Koyomi e per oggi potrai tornare dal tuo padrone”, lo minacciò Wizard, ma la reazione dell'avversario fu un’altra risata, solo che stavolta sembrava più sarcastica che beffarda.
 
“Sarebbe una bella prospettiva, se non fosse che l'unica cosa che farei una volta tornato dal mio padrone sarebbe trasformarmi in una nuvola di polvere e lasciare quest'Universo per sempre. Né io né i miei fratelli siamo mai stati destinati a una lunga vita”, sibilò creando una sfera fiammeggiante identica a quella che aveva distrutto prima, ma di gran lunga più grande, spedendola contro i quattro avversari.
 
Reiko fu fortunatamente abbastanza rapida da attivare il potere dello scettro di Gaia, creando una frusta di lava che inglobò l'attacco per poi dirigerlo contro Piton, ancora più potente di prima. Il demone draconico deviò il colpo con un semplice gesto del braccio e volò poi in cielo con una rapidità che persino la Warrior non aveva mai visto prima, scagliando saette violacee verso terra. Haruto e Mayu non persero tempo e, dopo che il primo ebbe riassunto fulmineo la forma Land, entrambi attivarono i loro rispettivi anelli.
 
““Defend, Please/Now!!”” Due grosse lastre di roccia si alzarono sul gruppo per bloccare l'attacco di Piton, ma non ci volle molto prima che i fulmini le distruggessero, costringendoli ad arretrare. Il demone li sorprese allora con una picchiata che travolse in pieno Mayu e la mandò a rovinare lontano da loro. La forma Mage della ragazza scomparve e lei rimase a terra priva di sensi.
 
“Mayu-chan!”, gridò Haruto furibondo prima di attaccare ancora.
 
‘Fratelli? Che voleva dire?’ si domandò Reiko prima di ripensare alla battaglia che aveva affrontato la sera precedente contro Diablo e l'inquietante somiglianza tra l'attuale forma di Piton e il Phantom di Haruto. Si fece quindi avanti per sparare un getto di fuoco contro Piton, rendendolo il più incandescente possibile per costringerlo ad atterrare. “Ehi, Piton, per caso hai qualcosa a che fare con Diablo?”
 
Lo sguardo dell'Heartdemon si fece più beffardo che mai, mentre univa le braccia davanti al petto corazzato per bloccare la fiammata. Haruto e Kosuke lo tennero sotto il tiro delle rispettive armi, pronti a qualsiasi trucco.
“Mi stavo chiedendo quando ci sarebbe arrivata, mia Regina Nera. È così, io e Diablo apparteniamo a una serie di esperimenti creati per combinare i poteri della nostra specie con le abilità di ogni Kamen Rider mai esistito. Inizialmente ognuno di noi avrebbe dovuto assorbire le abilità di un solo Rider e trasformarsi in un suo opposto chiamato Demon Rider, ma nostro padre scoprì presto quanto era difficile equilibrare il potere della Croce di Fuoco con le nostre nature anomale, anche utilizzando ogni tipo di modifica.”
 
“La Croce di Fuoco?”, ripeté incerta la figlia di Marte, ricevendo subito una spiegazione da Haruto, il quale nel frattempo si era messo al dito un anello argentato che sembrava pieno di diamanti da quanto brillava, imitato da Kosuke che ne aveva preso uno invece blu e oro con intarsiato il volto di un leone.
 
“È l'incarnazione del potere di tutti i Kamen Rider e dei mostri nostri nemici che abbiamo combattuto nel corso degli anni. Rappresenta un potere che può essere usato sia per il bene che per il male. In passato affrontai un altro stregone che tentò di impadronirsene, ma riuscii a fermarlo con l'aiuto di Kadoya Tsukasa e degli altri miei predecessori.”
 
“Esatto. Come stavo dicendo, dato che siamo esperimenti difettosi, le energie della Croce ci corrodono poco a poco fino a distruggerci e assorbire i vostri poteri non fa che accelerare ulteriormente il processo. Sarebbe stata la fine anche per Diablo, se Lord Astaroth non avesse trovato un nuovo elemento adatto a stabilizzarlo. Il sangue di Serenitatis stessa”, rivelò sadico, guardando con immenso gusto il viso di Reiko trasformarsi in una smorfia d'orrore. “Grazie al sangue della principessa perduta, Diablo può assorbire senza problemi tutti i vostri poteri e, una volta compiuta questa missione, potrà diventare addirittura assorbire la Croce di Fuoco e diventarne un avatar, trasformandosi così nel supremo soldato di Lord Astaroth che sterminerà tutti i nostri nemici.”
 
“Serenitatis... No, non è possibile”, mormorò incredula la Warrior.
 
“Non lascerò che accada. La Croce di Fuoco è la prova che chiunque, non importa il modo in cui sia nato, può scegliere il proprio destino e fare del bene o del male per sua unica scelta. Non permetterò mai che diventi lo strumento di un megalomane! Forza, ragazzi!”, urlò Haruto attivando il suo nuovo anello.
 
“Ti seguo, Haruto!”, concordò Kosuke imitandolo.
 
“Infinity, Please: Hi-Sui-Fu-Do, Bou-Jabba-Pyuu-Dogon!”, fu il suono emesso dal Driver di Haruto, il quale venne avvolto da un’aura a forma di drago argentato mentre il suo costume assumeva lo stesso colore, acquisendo inoltre una spessa corazza intorno al petto, e l'elmo diveniva più simile a quello di un cavaliere e ornato da un circolo di protuberanze che davano quasi l’idea di una corona. Sia corazza che elmo brillavano sotto il sole come se fossero stati composti di migliaia di diamanti assemblati insieme. A completare la trasformazione, in mano gli apparve un'ascia dalla lama simile all'ala di un drago e il manico simile alla punta di una spada o una lancia, mentre al centro della guardia era presente la stessa decorazione a forma di mano che stava sulla fibbia del Driver dello stregone.


“Hyper, Go: Hy-Hy-Hy-Hyper!”, fece invece la cintura di Kosuke, da cui provenne anche un ruggito simile a quello di un leone. Il giovane archeologo venne avvolto da un enorme glifo dorato che si trasformò in una chimera formata da particelle d'energia, la quale si fuse quindi col proprio evocatore. Il nuovo costume che si generò da quella fusione era quasi totalmente blu, con il petto avvolto in una corazza d'oro raffigurante il viso di un leone, gambali e bracciali dello stesso materiale e da questi ultimi pendevano anche delle bande dorate. L’elmo era diventato anch’esso blu e oro con lenti rosse e sembrava raffigurare più che mai un muso leonino.
 
Così trasformati, i due Kamen Rider si scagliarono ad armi spianate contro Piton, il quale creò una coppia di spade color ossidiana identiche a quelle usate da Haruto e Mayu per colpire i due con raffiche dopo raffiche di fendenti. Kosuke allungò in risposta le bande sulle sue braccia, usandole come fruste per parare i colpi e dando ad Haruto la possibilità di attaccare Piton, roteando con grazia e velocità la sua ascia contro le spade e il corpo del demone, che si ritrovò nel frattempo bersagliato anche dai colpi fiammeggianti di Reiko.
 
“Piton, vattene ora! Sai che non ne uscirai vivo in ogni caso!”, provò a ragionare Haruto alternandosi al compagno di tante battaglie e vorticando l'alabarda contro il loro avversario.
 
“Ecco perché non posso permettermi di perdere!”, ribatté Piton alzando le sue armi e sparandogli contro un potente raggio di tenebra parato dall'arma di Haruto con una certa difficoltà. Reiko si mise davanti a lui creando vortici fiammeggianti nel tentativo di avvicinarsi il più possibile al nemico. A quel punto sfoderò Excalibur.
 
“Neanche noi!”, esclamò lanciandosi in una serie di fendenti contro il demone draconico, che li bloccò con le sue spade. Haruto, però, continuò a spingere e, illuminandosi d'energia argentea, scattò in avanti con la velocità di un fulmine e riuscì infine a tagliargli un braccio.
 
Per tutta risposta, Piton tentò una spazzata con la coda contro il duo, venendo appena rallentato da un'esplosione di Reiko, la quale saltò su una delle sue ali e infilò Excalibur dritta nella sua spalla, scatenando un'altra esplosione. Piton indietreggiò, ma la sua furia non si attenuò minimamente e, con un ruggito furibondo, vomitò un mare di fiamme nere che investirono i tre bruciandoli e scagliandoli lontano. Dopodiché, con un agghiacciante rumore, il braccio mozzato del demone ricrebbe e questi usò entrambe le mani per scagliare una serie di raggi di magia nera sui tre avversari.
Seppur a fatica, questi riuscirono a resistere all’offensiva nemica e tornarono all’attacco, con Kosuke che riprese ad usare le sue bande insieme alla sua pistola per attaccare Piton, mentre Haruto e Reiko lo assalivano in perfetta sincronia con le loro armi. Nel contempo, il loro potere sembrava entrare in risonanza e le loro aure divenivano sempre più potenti. La cosa, tuttavia, non sfuggì a Piton, il quale usò la sua coda per sbattere via Kosuke e poi concentrarsi sugli altri due, generando con un solo battito d’ali un potente tornado oscuro che separò Haruto e Reiko, scagliandoli lontano.
 
“La vostra vicinanza e la vostra sincronia hanno fatto risuonare il potere di Wizard con quello di Mars fino a questo punto, eh?”, osservò il demone draconico. “Come immaginavo, tra tutti i Rider e le Warrior, voi due siete quelli con la miglior compatibilità… Eh, una vera sfortuna dover affrontare proprio voi. Anche se ora possiedo il potere della Pietra Filosofale, se non spingo al massimo le mie capacità, non riuscirò a sconfiggervi.”
 
“Non ci riuscirai in ogni caso. E comunque non sopravvivrai a lungo nemmeno in caso di vittoria”, ribatté Reiko rialzandosi insieme ad Haruto e Kosuke. “Perciò perché combatti con tanta foga? Per il tuo padrone e padre, forse? Quali promesse ti ha fatto per renderti un burattino obbediente dopo averti condannato come prodotto fallito?”
 
“Molte, una più allettante dell’altra, Warrior Mars”, rispose Piton, incredibilmente calmo malgrado la provocazione. “Tuttavia, per quanto possa sembrarti assurdo, nessuna di esse mi ha davvero tentato. È ben altro ciò che voglio.”
 
I tre rimasero sconvolti da quelle parole. Possibile che non li stesse combattendo semplicemente per obbedire agli ordini del suo creatore? “E cosa vuoi allora?”, chiese Haruto.
 
“L’equilibrio”, rispose semplicemente Piton prima di rialzarsi in volo con un battito d’ali. Le braccia del demone si allargarono e un’aura potentissima iniziò a sgorgare da tutto il suo corpo; contemporaneamente, tutti gli elementi esistenti, dall’acqua all’aria, dal fuoco alla terra, iniziarono a vorticargli intorno generando una vera e propria tempesta elementale che, a un suo solo gesto, cominciò a scatenarsi sul trio. “Non ha senso prolungare oltre questa battaglia, vi distruggerò qui e ORA!”
 
Raffiche di vento e acqua, macigni e rocce, piogge di fuoco e fulmini piombarono tutte insieme su Haruto, Kosuke e Reiko sballottandoli a destra e a sinistra e scagliandoli ripetutamente in aria e a terra, tra esplosioni e impatti devastanti. Tutti e tre provarono più volte a usare uno dei loro anelli o un incantesimo, ma la combinazione di attacchi era così pressante e furiosa che non riuscivano nemmeno a reagire e ogni colpo ricevuto li scuoteva fin nelle ossa, indebolendoli sempre di più.
Proprio quando sembravano sul punto di essere sconfitti, però, Piton iniziò a tossire violentemente e sputare sangue, mentre pezzi della sua armatura si staccavano e disintegravano a mezz’aria. Allo stesso tempo, la tempesta elementale si affievolì quel tanto che bastava al trio per riprendere fiato e contrattaccare.
 
“Avanti! Adesso o mai più!”, urlò Kosuke infilando il suo anello in un apposito spazio sul retro della pistola per poi puntarla sul nemico.
“Hyper Magnum Strike!”, provenne dall’arma mentre una potente energia rossa e oro scorreva al suo interno. Quando poi Beast premette il grilletto, quell’energia venne sparata sotto forma di un’enorme chimera che divorò gli elementi della tempesta ancora in corso fino a Piton, sbalzandolo via con la forza dell’impatto.
 
“Reiko, ora!”, gridò Haruto battendo diverse volte sulla decorazione a forma di mano dell’ascia e allungando una mano verso la ragazza. Quest’ultima l’afferrò e i due balzarono in aria attraverso il cammino creato dal colpo di Kosuke, iniziando nel contempo a girare in tondo tenendo le loro armi alle estremità, fino a che queste non diventarono due fiaccole rispettivamente argento e rubino e formarono un enorme tornado dal potere indescrivibile. Piton cercò disperatamente di ricreare la sua tempesta, ma l’attacco di Beast l’aveva indebolito e stordito e la sua debole difesa venne spazzata via facilmente dall’assalto di Wizard e Warrior Mars.
 
““MARS ULTIMATE SHINING STRIKE!!””, gridarono i due compagni schiantando il loro tornado fiammeggiante sul demone inerme. L'esplosione argento e rossa che seguì fu sufficiente a distruggere Piton quasi totalmente, ma anche Reiko perse i sensi per la quantità di energia usata e precipitò verso terra, venendo fortunatamente presa al volo da Haruto. Questi la depositò delicatamente a terra e tirò un sospiro di sollievo nel vederla ancora viva, per poi voltarsi verso il corpo martoriato del loro nemico, che andava disintegrandosi rapidamente.
 
“C-Complimenti…”, riconobbe Piton prima di tossire, riverso a terra. I suoi arti e le corna erano stati distrutti, così come tutta la sua armatura, e la sua carne era bruciata e lacerata in più punti.
 
“Sei stato davvero forte, Piton. È un peccato che tu abbia asservito i tuoi poteri a una razza di invasati.”
 
“Come ho già detto, io non servo i miei simili. Io servo solo l'ordine del tempo, che sono riuscito a vedere fin dalla nascita grazie al potere della Preveggenza di cui sono dotato. Dovevo assicurarmi che il nostro scontro accadesse com'era previsto”, disse il demone alzando il busto nonostante il dolore terrificante che sentiva in tutto il corpo, ormai in procinto di polverizzarsi.
 
“Che vuoi dire?”, chiese il Rider, stringendo la presa sulla propria arma e pronto a colpire se fosse stato un altro trucco.
 
“Quello che è successo questo giorno, la battaglia delle Warrior e il viaggio della figlia di Mars...è tutto un cerchio temporale che continua a ripetersi all'infinito e questo suo capitolo include anche voi Kamen Rider. Tra l'altro... Reiko è davvero la Regina Nera.”
 
“Ancora questa storia? Si può sapere che cazzo significa quel titolo, se esiste davvero?”
 
“Come già sai, Warrior Mars è la futura regina della Terra. E un giorno scatenerà un conflitto devastante. L'intero Universo soffrirà a causa sua, la sua famiglia più di chiunque altro.”
 
Haruto e Kosuke persero un battito a quella rivelazione. Reiko, la dolce seppur formidabile combattente che avevano appena incontrato, sarebbe davvero diventata una tiranna come quell'essere aveva previsto?
 
“Non la ucciderò, se è l'obbiettivo di questo discorso. Come ho detto, la Croce di Fuoco è la prova che chiunque può fare le proprie scelte, nel bene e nel male”, disse fermo Haruto avvicinandosi al demone.
 
“Non pretendo che tu lo faccia, ti conosco troppo bene. Dopotutto, ricorda che sono stato creato per essere il tuo opposto. Il tempo non può essere riscritto, volevo solo che tu lo sapessi. E la parte più divertente...è che lei ha consegnato il DNA di Serenitatis a mio padre, l'ho visto in una mia visione. La sua versione del futuro ha permesso che tutto questo accadesse e continuasse a ripetersi all'infinito. E io vigilerò affinché così sia per l'equilibrio di tutto l'Universo.”
 
Haruto e Kosuke si guardarono negli occhi attraverso le visiere. Non ci furono parole, entrambi sapevano cosa fare.
 
“Sono certo che comunque anche lei troverà la sua speranza, come abbiamo fatto tutti noi”, stabilì il Rider annullando la trasformazione e prendendo in braccio Reiko.
 
“Sapevo che l'avresti detto e hai ragione. La sua speranza…si chiama Angelica. Buona battaglia e buona fortuna, Kamen Rider Wizard”, disse infine il demone serpentino trasformandosi in una nuvola di polvere, al cui centro c’era una piccola luce dorata che entrò nel corpo di Haruto.
 
“Bentornata, Koyomi”, disse felice il guerriero. Poche ore dopo erano di nuovo all'antiquariato di Wajima. Haruto e Kosuke avevano concordato sul non dire nulla a Reiko, volendo credere che avrebbe fatto la scelta giusta.
 
Quella sera l'intero gruppetto si trovò al negozio d'antiquariato, mangiando più o meno allegramente dopo essersi curati le ferite.
 
“Kami-sama, non usavo così tanto potere dall'ultima volta che Shizu mi ha prestato il Moon Infinity”, si lamentò Reiko mangiando il suo karaage e sentendo ancora il peso dei colpi subiti per tutto il giorno.
 
“Sei stata bravissima”, le disse comunque Haruto battendole una mano sulla spalla.
 
“Per favore, Haruto, sono ancora rintronata”, si lamentò scherzosamente la mora.
 
“Qual è il piano ora?”, domandò Masahiro ai due.
 
“Trovare gli altri Kamen Rider e le Warrior Planet per cominciare. Per fortuna so dove vivono alcuni dei primi e loro, a loro volta, dovrebbero sapere dove trovare i primi Heisei Rider e gli altri.”
 
“Da lì resta da decidere il da farsi. Se tutto va bene, mio padre sarà già arrivato.”
 
“Si prepara un lungo viaggio, suppongo”, disse Shunpei
In quel momento, improvvisamente, il Driver di Haruto apparve senza che questi l'avesse evocato. E con shock di tutti, si mise a parlare con una voce molto familiare a Reiko.
 
“Mi ricevete? Sono il capitano Martina Florence, chiamo dall'Amanogawa High School. C'è qualcuno in ascolto?”
 
“Ehi, non è la scuola di Gentaro?”, disse Kosuke, mentre si sentivano le voci di altri Rider e Warrior.
 
“Già, vedo che certe cose non cambiano mai”, disse felice Reiko, ascoltando la conversazione tra le sue compagne, gli altri Kamen Rider e suo padre fino alla fine. Fu un momento molto toccante: si era fatta degli amici in quel nuovo mondo e ora aveva scoperto che anche quelle vecchie erano lì per continuare la loro lotta insieme. Avrebbero trionfato, non aveva dubbi.
 
*****
 
La mattina dopo Haruto e Reiko si erano caricati di quanto necessario per il viaggio verso Osaka, tenda e provviste caricate sulla moto argentata dello stregone.
 
“Sta’ attenta, Reiko- chan”, disse Rinko abbracciando l'amica.
 
“Non ti preoccupare, tornerò a casa tutta intera e poi festeggeremo”, rassicurò la mora salendo sulla moto e mettendosi il casco.
 
“Noi metteremo in sicurezza la città e aspetteremo qui l’arrivo dei rinforzi. Appena ci avranno recuperati, verremo ad aiutarvi”, disse Kosuke rivolto ad Haruto. “Vedi di lasciarmi qualche Phantom per quando arriveremo, eh!”
 
“Non ti faccio promesse, Maionese”, rispose Wizard con una risatina, per poi aggiungere in tono più serio: “State attenti anche voi, mi raccomando.” Salì sulla moto insieme alla Warrior e accese il motore. “Pronta?”
 
“Prontissima! Forza, non vedo l'ora di presentarti a tutte le altre!”
 
E con un forte rombo, i due nuovi amici partirono alla volta di Osaka, diretti come i loro compagni verso la battaglia finale.
 
                                                                           *****
 
Ancora una volta, lo scontro tra Diablo e Tsukasa era ripreso più violento che mai, stavolta sulla cima di un grattacielo. Il guerriero dall'armatura magenta colpiva a ripetizione l'avversario con la propria spada in una pioggia di scintille, fino a quando Diablo non trovò il momento adatto per contrattaccare.
 
“Forza, Decade-senpai, ti impegnavi di più prima”, incitò il Rider infernale afferrandogli un gomito e sbattendolo a terra.
 
“Tanto per sapere, parli tanto perché ti piace o adori il suono della tua voce?”, domandò ironico Tsukasa prendendo una delle sue carte.
 
“Kamen Ride: ZX!” Tsukasa assunse l'aspetto di un ninja con un elmo rosso a forma di testa di libellula, occhi e decorazioni verdi, una tuta anch’essa rossa e una corazza bianca intorno al busto. Con questo nuovo aspetto fece presa sul braccio di Diablo e riuscì a ribaltarlo per poi calciarlo dritto nello stomaco, sbattendolo a terra. A quel punto si abbassò e, stringendo la gola dell'avversario, iniziò a imbottirlo di pugni.
Diablo però non era mai a corto di trucchi e caricò una sfera di energia oscura nella mano, sparandola in faccia a Tsukasa. Il Rider dimensionale si riprese in fretta e inserì un’altra carta nel Driver.
 
“Final Attack Ride: Z-Z-Z-ZX!” Con un singolo salto, Tsukasa si proiettò in aria e distese la gamba, ora avvolta in un’aura rossa e bianca, contro il proprio avversario.
 
“DIABLO PUNCH!”, gridò il guerriero demoniaco, bloccando il calcio devastante di Decade col proprio pugno, avvolto da un’energia oscura densa come le tenebre dell'abisso da cui era nato. L'impatto causò onde d'urto che si espansero per decine di chilometri, fino a quando il Rider dimensionale non venne scagliato via.
 
“Ciao, ciao”, salutò sarcastico il guerriero color magenta creando un vortice dimensionale dietro di sé.
 
“Oh, non ci pensare neanche!”, gridò Diablo gettandosi in volo all’inseguimento.
 
“Scusa, imitatore, ma ho un altro impegno”, sghignazzò Tsukasa, scomparendo all’interno del vortice grazie alla spinta datagli dal colpo del suo stesso avversario. Quest’ultimo, data la scomparsa repentina del rivale, si ritrovò pericolosamente vicino al terreno sottostante.
 
“Oh, ma vaffa...”, provò a gridare il Rider demoniaco prima di essere interrotto dall'impatto col suolo. Si rialzò massaggiandosi la base dolorante delle ali e il volto e guardò il cratere che aveva appena formato, attorno al quale si trovavano diverse persone terrorizzate.
 
“C-Che cos'è quel coso?!”, urlò un passante, guardando Diablo nel cratere.
 
“Qualcuno chiami i Super Sentai!”, gridò una donna per poi scappare.
 
“I Sentai, eh? Forse un giorno mi confronterò anche con loro, ma non oggi”, commentò sarcastico il demone ricoprendosi di fiamme nere e sparendo con uno sbuffo. Il suo ultimo pensiero era ancora una volta focalizzato sull'uomo che l'aveva umiliato negli ultimi giorni e che custodiva la chiave per raggiungere il suo massimo potenziale. Tuttavia, per quanto finora fosse sempre riuscito a sfuggirgli e a metterlo in difficoltà, Diablo poteva chiaramente percepire che quella caccia stava sfiancando molto di più Tsukasa di lui: se agli inizi il demone riusciva a malapena a stargli dietro, ora era invece proprio lo stesso Decade a faticare a reggere il ritmo di quella caccia spietata e implacabile. L’aiuto di Narutaki, per quanto fastidioso, stava dando i suoi frutti e ogni nuovo scontro tra i due Rider, seppur inconcludente, si traduceva in nuova esperienza per Diablo, i cui poteri crescevano sempre di più.
-Stiamo arrivando alle battute finali, Decade-senpai. Ben presto non potrai più né sconfiggermi né sfuggirmi e allora il tuo potere sarà mio.- Mentre viaggiava attraverso le dimensioni, un ghigno malvagio gli deformò la bocca. -So dove trovarti.-
 
 
 
 
Haruto Soma, alias Kamen Rider Wizard: protagonista indiscusso della serie " Kamen Rider Wizard" e 14esimo degli Heisei(= post 2000) Rider a vestire i panni di uno degli eroi mascherati al servizio dell'umanità. Haruto perse i genitori in tenera età a seguito di un incidente stradale, ma i loro incoraggiamenti sul tenere sempre viva la speranza lo spinsero ad andare avanti, diventando anche un promettente calciatore. Questo fino a quando la sua carriera non venne interrotta da Kamen Rider Wiseman, il quale, impazzito per la morte della figlia Koyomi, creò durante un'eclissi un rituale magico chiamato Sabbat, volto a trasformare decine di Gate in Phantom per utilizzare la loro energia magica al fine di resuscitare la figlia. Di tutte le persone rapite, Haruto fu l'unico che riuscì a domare il suo Phantom interiore, Dragon, e diventare uno stregone. Questo convinse Wiseman a cambiare i propri piani: affidò Koyomi, diventata un homunculus per via del parziale fallimento del rituale, ad Haruto e gli donò il Wizard Driver per permettergli di trasformarsi nello stregone Kamen Rider Wizard. Haruto cominciò quindi ad affinare le sue nuove capacità magiche per combattere i Phantom e impedirgli di trasformare qualunque altro Gate trovassero in altri come loro, fino allo scontro finale col suo stesso creatore Wiseman, in cui l'anima di Koyomi fu intrappolata nella Pietra Filosofale volta a ritrasformarla in un essere umano. Dopo questi eventi e la sconfitta di Wiseman, il giovane partì per trovare un luogo dove l'amica potesse riposare in pace e, in seguito allo scontro con l'ennesimo avversario, lo trovò nel suo stesso Underworld. Haruto a prima vista sembra un comune ragazzo fissato di ciambelle con lo zucchero (cosa che fa inferocire non poco la sua pasticcera ambulante preferita, i cui tentativi di fargli assaggiare le nuove creazioni vengono sempre rifiutati o ignorati) e un po’ malinconico a causa della sua sindrome di sopravvissuto, ma è una persona estremamente attaccata ai propri amici ed empatica verso i Gate che incontra, aiutandoli per quanto possibile. Riesce ad alternare momenti di assoluta serietà ad altri di allegro relax, dimostrando spesso di possedere anche un certo senso dell’umorismo, anche se spesso il suo volersi addossare tutte le responsabilità finisce per spingerlo al limite e a metterlo in pericoli non necessari o eccessivi piuttosto che fargli chiedere aiuto ai suoi compagni. In battaglia, il suo stile di combattimento mescola arti marziali estremamente eleganti con i suoi incantesimi, elementali e non, ed è probabilmente uno degli spadaccini migliori dell'universo di Kamen Rider. È inoltre dotato di un incredibile intuito da battaglia e di una mente strategica capace di trovare soluzioni a numerosi problemi impiegando le sue risorse in modi anche completamente inaspettati, oltre che di una straordinaria e incrollabile forza di volontà. Qualsiasi malvagio lo incontri, dovrebbe riconsiderare i suoi piani più di una volta.

Kosuke Nitoh, alias Kamen Rider Beast: coprotagonista di Kamen Rider Wizard e una mosca bianca tra il gruppetto di musoni e pseudo-edgelord che sono il più delle volte i Kamen Rider secondari. Proveniente da una famiglia facoltosa e cresciuto col desiderio di diventare un archeologo, Kosuke incontrò spesso l'opposizione di sua nonna, una donna piuttosto severa e tradizionale. Durante una spedizione di studio, però, la sua vita ebbe un vero cambiamento nel momento in cui trovò un misterioso Driver al cui interno era sigillato il Phantom Chimera, che si fuse con Kosuke trasformandolo in Kamen Rider Beast e avvertendolo che, da quel momento in poi, avrebbe dovuto sconfiggere continuamente altri Phantom per assorbire la loro energia magica e nutrirlo, altrimenti sarebbe stato divorato egli stesso dalla creatura. Inizialmente risultò piuttosto disinteressato al difendere i Gate, preferendo mangiare i suoi amati piatti ricoperti di maionese (cosa che mette ovunque e disgusta non poco molti dei suoi amici), sconfiggere e divorare Phantom per nutrire Chimera e sopravvivere e sfidare Haruto, col quale aveva un rapporto piuttosto monolaterale di rivalità. Successivamente, così come il compagno di battaglie, si interessò sempre più alle cause personali delle persone che difendeva e prese più a cuore il suo lavoro, fino a quando, durante la lotta finale contro Wiseman, dove quest'ultimo aveva avviato un nuovo immenso Sabbat per ottenere nuova energia magica e completare la resurrezione della figlia Koyomi, Kosuke distrusse il proprio Driver per liberare Chimera affinché questi salvasse tutti i cittadini divorando i loro Phantom interiori, ma perdendo tutti i suoi poteri di stregone nel processo. Successivamente, si legò nuovamente alla creatura per riacquistare il potere di Beast e combattere ancora al fianco di Haruto. Come già detto, Kosuke è praticamente un’anima allegra tra i Rider secondari, ottimista e vivace al punto che in certi momenti è difficile prenderlo sul serio, ma è comunque una persona estremamente appassionata al proprio lavoro di archeologo e pronta a tutto per difendere gli innocenti. Il suo ottimismo nasce dal fatto di sapere di poter essere in qualunque momento condannato a morire divorato da Chimera, ma è anche il motivo per cui sa capire l’importanza della vita e del suo godimento meglio di chiunque altro. In combattimento, il suo stile è decisamente più semplice rispetto a quello di Haruto, ma non meno efficace, combinando la sua determinazione a una sorprendente imprevedibilità che spiazza spesso persino i nemici più forti ed esperti; inoltre, può modificare suddetto stile equipaggiando e alternando i mantelli degli animali che compongono Chimera: delfino, camaleonte, falco e bufalo.

Mayu Inamori, alias Kamen Rider Mage 1: sorella minore di uno dei primi Gate rapiti da Wiseman, che divenne il Phantom Medusa, Mayu perse a seguito del primo Sabbat anche i suoi stessi genitori, uccisi dalla stessa Medusa, ma continuò a vivere la sua vita sperando di trovare la sua unica parente rimasta. Però fu lei ad essere trovata per prima e la loro fu tutt'altro che una riunione piacevole: Medusa, la cui mente era stata distorta dalla trasformazione, non si fece problemi a innescare la trasformazione della sorella in Phantom nonostante i tentativi di Haruto per fermarla, ma così come per lo stregone della speranza, anche Mayu riuscì a superare la disperazione e a ottenere così la possibilità di diventare una strega. A quel punto, Wiseman, i cui veri obbiettivi erano ancora sconosciuti all'epoca, apparve e la portò via con sé per addestrarla all'uso della magia e permetterle di affrontare la sorella divenuta mostro. Mayu tornò poco tempo dopo per combattere Medusa e, dopo la sconfitta sua e del suo vecchio mentore, si unì a un settore di polizia che si occupava di combattere i Phantom. In combattimento, usa uno stile simile a quello di Haruto, ma a differenza di Wizard può usare solo l'elemento della terra.

Yuzuru Iijima, alias Kamen Rider Mage 2: Yuzuru era un semplicissimo ragazzo piuttosto timido verso una sua amica d'infanzia, Akari, con la quale sperava di andare in bici nonostante la sua difficoltà a imparare. Gli venne incontro Kosuke, che, dopo averlo difeso da alcuni Phantom, gli insegnò anche a pedalare e lo salvò dal diventare una delle creature combattute dal gruppo. Quando però l'archeologo tentò di liberarlo dai poteri magici, giunse Wiseman che lo rapì, avendo bisogno di quattro stregoni per attuare il suo piano, e gli fece il lavaggio del cervello visto il rifiuto di Yuzuru nel diventare uno stregone. Ancora una volta fu Kosuke a venire in suo aiuto, riuscendo a liberarlo dopo il fallimento del secondo Sabbat e prendendolo poi con sé come studente e compagno durante i suoi viaggi. Nonostante la giovanissima età e la scarsa esperienza combattiva, Yuzuru si è dimostrato piuttosto abile nell’uso della magia e, come Mage, possiede il potere dell’elemento acqua.

Masahiro Yamamoto, alias Kamen Rider Mage 3: comune padre di famiglia con la sfortuna di essere un Gate. Venne trovato poco prima la nascita del figlio dalla Phantom Medusa e dai suoi alleati, i quali attaccarono la moglie Aya per farlo cadere nella disperazione, ma fortunatamente Haruto riuscì a salvarla prima che Masahiro potesse trasformarsi completamente in un Phantom e l’amore per la famiglia permise all’uomo di superare la disperazione. Così come nel caso di Yuzuru, anche lui rifiutò di diventare uno stregone e per questo venne rapito e ipnotizzato da Wiseman per seguire il suo piano. Quando tornò in sé, Masahiro decise che non voleva più saperne niente della magia, ma vedendo l'ultimo attacco di Phantom impazziti alla città, decise di ritrasformarsi per proteggere la sua famiglia. In battaglia, possiede il potere dell’elemento vento.
  

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Salve a tutti, perdonateci per la lunga attesa, ma vari impegni di studio e lavoro( in particolare per Xephil che si è fatto assumere da qualche mese) ci hanno tagliato molto tempo per scrivere, quindi potrebbero esserci anche alcune sbavature nel capitolo. Qualsiasi critica come sempre è ben accetta, non abbiate timore di parlare e ci comporteremo di conseguenza.Tra l'altro, a questo punto siamo a poco più di metà del primo anno dell'era Reiwa, in cui governa l'imperatore Naruhito. In tutti gli stati del mondo sono successi vari eventi più o meno piacevoli, spero che a voi siano capitati innanzitutto i primi e che continui così anche nel 2020. Come ho scritto nel precedente capitolo mi auguro sia poi lo stesso anche per il resto di questo mondo incasinato in cui non farebbero decisamente male un pò di Kamen Rider disposti a mettersi al lavoro per ciò in cui credono. Ma come abbiamo scritto, ognuno ha il diritto di fare le sue scelte nel bene e nel male, inclusi noi.Concludiamo questa piccola nota d'autore augurandovi di festeggiare come si deve il capodanno e ancora un bellissimo 2020. A presto

P.s. 2/3/2020

Siccome la versione originale del capitolo lasciava un pò a desiderare verso la fine, Xephil ha deciso di sistemarla a dovere, rendendola molto più dettagliata e fluida. Lo ringrazio enormemente per il lavoro che ha fatto e spero voi farete lo stesso.

Prossimo capitolo:' Warrior Venus e il poliziotto più veloce del mondo, Drive'
  
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