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Autore: Darlene_    02/01/2020    2 recensioni
Dean ha spesso pessime idee, ma quella le ha battute davvero tutte, trascinando Sam con sè.
Storia inizialmente nata per il writeober, ma mai conclusa in tempo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia inizialmente nata per il writeober



Capodanno...
Con il botto!





Mancavano dieci secondi e Dean stava litigando con la gabbietta metallica che avvolgeva il tappo di sughero.
 
Nove.
 
Sam lo osservò armeggiare con un coltello, mentre imprecava a bassa voce.
 
Otto.
 
Due bicchieri di cristallo furono posati con cautela sul tavolo di legno massiccio posto al centro della cucina.
 
Sette.
 
Finalmente la gabbietta metallica saltò. Dean gli sorrise affabile.
 
Sei.
 
Presero i calici e si diressero nel soggiorno, rivolti verso l’enorme portafinestra.
 
Cinque.
 
Intorno a loro non vi era nessun rumore.
Quattro.
 
Sam pensò a tutto ciò che era successo quell’anno: alle litigate con il padre, la voglia di fuggire lontano…
 
Tre.
 
Forse dal giorno successivo qualcosa sarebbe cambiato, magari avrebbe davvero provato a fare richiesta per la borsa di studio universitaria.
Due.
 
Dean lo osservava raggiante: non poteva minimamente immaginare i pensieri del fratello e voleva solo divertirsi, almeno per quella notte.
Uno.
 
Il tappo della bottiglia volò contro il soffitto con un sonoro botto, Dean cominciò ad urlare estasiato, unendosi al coro di persone che si erano radunate in piazza e fuochi d’artificio illuminarono il cielo.
“Buon anno, Sammy!” Urlò per sovrastare quel rumore, avvicinando lo champagne al bicchiere del fratello. Sam lasciò fluire via le sue elucubrazioni: forse l’indomani sarebbe stato diverso, ma per il momento voleva solo bere e dimenticarsi di ogni problema.
 
00.00 – 1/1/2003
 
Segnava il grande orologio del soggiorno. Un altro anno nuovo era iniziato.
 
Lo champagne brillava nei loro calici, per la prima, e probabilmente l’ultima, volta nella loro vita. Sam non era del tutto a suo agio ad ubriacarsi a spese degli altri, ma l’entusiasmo del fratello, che lo aveva portato fin lì, lo costrinse a godersi il momento. Ne prese a piccoli sorsi, cercando di assaporarlo al meglio anche se, in realtà, non sapeva proprio nulla di vini. Dean, al contrario, cominciò a far roteare il liquido dorato all’interno del bicchiere, annusandolo con aria esperta, come aveva visto fare in una sitcom solo qualche settimana prima, quindi lo butto giù tutto d’un fiato, come se si fosse trattato di birra da discount. Prese il collo della bottiglia con una mano e si buttò sul divano di pelle, incurante del fatto che le scarpe infangate stessero sporcando il tessuto.
“Noi non dovremmo essere qui.” Precisò Sam.
Il maggiore sbuffò. “E tu non ti sai divertire.” Tracannò un altro sorso di champagne direttamente dalla bottiglia. “Sammy, è capodanno e questi ricconi bastardi saranno nella loro mega villa a Venezia! Noi ci stiamo solo servendo di ciò che loro non hanno voluto.” Allungò un bicchiere all’altro.
“Come se non bastasse truffare con le carte di credito.” Borbottò passandosi una mano tra i capelli.
Dean si mise a ridere, probabilmente era già un po’ brillo. “Salviamo il culo alla gente, questo è il minimo risarcimento!” Con una mano diede degli schiaffi alla pelle del divano, invitando il fratello a mettersi comodo.
Sam si sedette, rigido come un manico di scopa, da una parte eccitato per quella serata diversa, dall’altra teso per essersi introdotto nella casa di qualcun altro senza un valido motivo. Bevve ancora un piccolo sorso.
“Dean?”
“Che c’è?” Domandò esasperato; a saperlo non si sarebbe portato dietro quella lagna.
“Il divano.” Rispose seriamente.
“Beh?”
Sam spostò le scarpe verso le scarpe sporche, l’altro sbuffò.
“Avevi promesso che avremmo lasciato tutto in ordine.”
I piedi abbandonarono il sofà lasciando una striscia di sporco. Dean alzò le spalle, con quell’aria innocente che riusciva sempre a mettere su quando voleva passarla liscia.
“Sarà tutto come nuovo, adesso però rilassati, fratellino.”
Il minore cercò di distendere i muscoli delle spalle e si appoggiò contro un cuscino, attento a non rovesciare lo champagne. Sospirò: sarebbe stata una lunga nottata e probabilmente la mattina seguente avrebbe dovuto riaccompagnare Dean a casa sorreggendolo, ma in fondo gli piaceva restarsene lì, nel buio, con accanto suo fratello, senza il padre a dirgli cosa doveva o non doveva fare.
 
La porta si aprì di scatto.
 
I fratelli Winchester dovevano essersi assopiti, ma si ridestarono in fretta. Si alzarono in piedi, pronti a scattare.
“Devo essere loro, sono tornati.” Sussurrò Sam, agitato.
Dean scosse la testa. “Non è possibile, ho controllato i loro biglietti, il loro aereo parte lunedì. Hai la pistola?”
“Che cosa pensi di fare?” Domandò il minore, scandalizzato. “E poi perché avrei dovuto portarla?”
“Quindi ce l’hai?”
Sam si portò la mano alla cintura e passò il revolver al fratello che si mise in posizione di tiro.
 
La luce si accese e un brivido freddo percorse la schiena dei Winchester.
 
Si sarebbe potuto sentir volare una mosca, ma in quel momento nessuno insetto passava di lì, probabilmente anche loro aveva colto l’aria tesa. Sam e Dean riuscivano a udire il battito dei loro cuori. Restarono immobili, incapaci di dire qualsiasi cosa.
 
Il vano della porta era occupato da John, scuro in volto.
 
“Papà possiamo spiegare.” Provò a clamarlo il minore.
Dean mise un braccio davanti a Sam, come aveva imparato a fare negli anni di caccia e avanzò di un passo. “Lui non c’entra niente, è tutta colpa mia. Prenditela con me.” Cercò di trattenersi, perché la sbronza non era ancora passata e provava un’irrefrenabile voglia di ridere davanti alla situazione. John, invece, non aveva nessuna voglia di scherzare. Li prese per il bavero della giacca, incurante delle loro stupide scuse e delle proteste e li caricò sull’Impala. Durante tutto il viaggio non proferì parola, ma entrambi sapevano che l’ira del padre si sarebbe scatenata nel motel, dove avrebbe impartito loro una dura lezione.
Sam chiuse gli occhi, posando la testa contro al finestrino: il suo istinto gli aveva consigliato di non assecondare Dean, perché non lo aveva ascoltato?










Ciao a tutti e buon anno! Avrei voluto pubblicare l'ultimo dell'anno, ma per una serie di motivi non ci sono riuscita fino ad adesso. Spero vi sia piaciuta!
 
  
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